luna rossa orgoglio nazionale nella vela

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luna rossa orgoglio nazionale nella vela
LUNA ROSSA ORGOGLIO NAZIONALE NELLA VELA:
Non stiamo parlando della celebre canzone napoletana portata al successo dall’autore Vincenzo De
Crescenzo, ma dell’imbarcazione che ha fatto sognare milioni di italiani nelle ultime quattro
edizioni dell’ambitissimo trofeo di fama mondiale: America’s cup.
Luna Rossa non è stata la prima a rappresentare il nostro paese: lo avevano già fatto Azzurra nel
1983 a Newport (USA) e nel 1987 a Perth (Australia) e infine Il moro di Venezia, che nel 1992
riuscì a conquistare per la prima volta un posto in finale contro America Usa 23.
Il team Luna Rossa nacque nel 1997, da un’idea di Patrizio Bertelli. Insieme a lui collaborarono
Torben Grael e lo skipper Francesco De Angelis. A pensare al suddetto nome si dice sia stato lo
stesso progettista. Bertelli aveva infatti raccontato che una sera, cenando in compagnia di amici,
aveva potuto ammirare una luna piena e rossastra nel cielo; era perfetto per contrapporre Luna
Rossa a Black Magic, storico defender di New Zeland. Solo in un secondo momento ci si ricordò
dell’omonima canzone napoletana
Valutando le condizioni del mare e del vento, molto simili a quelle del golfo di Nuraki in Nuova
Zelanda, teatro degli allenamenti dei campioni in carica New Zeland, il team italiano scelse come
base Castiglion Della Pescaia, in provincia di Grosseto.
In vista della Louis Vuitton Cup 1999/2000, la preparazione fu molto lunga, ma la fatica produsse
buoni frutti. Infatti Luna Rossa si mise subito in mostra come uno dei team più forti, portando a
casa dieci vittorie su dieci al primo turno. Nel secondo, una sola regata non vide l’imbarcazione
italiana classificarsi vincitrice a vantaggio di Stars & Stripes. Anche la terza e decisiva fase
eliminatoria consentì all’imbarcazione italiana di ottenere il primato in classifica generale.
Dopo l’accesso in semifinale, i neozelandesi attribuirono subito un soprannome di tutto rispetto a
Luna Rossa: Silver Bullet (Proiettile d’argento). Per molti era quella la barca più veloce e candidata
alla vittoria finale. Ma in quel momento di grande euforia, fu naturalmente l’equipaggio ad invitare
i tifosi a non farsi troppe illusioni, perché il bello doveva ancora venire. La barca francese Le Defi
Francaise e soprattutto l’avversario più temibile America One tentarono di tutto per sbarrarle la
strada. Quelle regate furono senza ombra di dubbio molto agguerrite. Nessuno aveva intenzione di
cedere e per Luna Rossa le difficoltà non mancavano.
Nella regata del 5 Gennaio 2000 è costretta al ritiro per la rottura della giuntura e in più, il team
dovette anche fare a meno del suo stratega di ruolo Stefano Di Guida, sostituito da Michele Ivaldi.
Proprio duelli così ravvicinati ed entusiasmanti provvidero, almeno momentaneamente, a rendere la
vela uno sport popolare ed amato. Milioni di italiani rinunciavano a preziose ore di sonno per non
perdersi le dirette da Auckland e fare il tifo. Anzi, in occasione della finale, la Rai scelse di mandare
in onda delle brevi sintesi di 30 minuti a partire dalle 7 del mattino e la mossa fu senz’altro
azzeccata. Altrettanti telespettatori potevano in questo modo assistere alle grandi emozioni della
regata giornaliera prima di andare al lavoro.
Nonostante il serratissimo e difficile testa a testa con America One, i risultati videro trionfare Luna
Rossa nell’ultima e decisiva regata svoltasi il 6 febbraio nelle calde acque di Auckland con un
vantaggio di 49 secondi.
La vittoria venne accolta con grande entusiasmo anche dagli stessi neozelandesi che, manifestando
una certa antipatia verso il team americano considerato il rivale di sempre, hanno sostenuto
fortemente la barca italiana.
Luna Rossa arrivò ad affrontare l’ultimo e più importante impegno della stagione 1999/2000,
L’America’s cup contro New Zeland. Una gara senza storia, che mise le cose in chiaro fin
dall’inizio. La barca neozelandese si impose in 6 regate su 6 e permise al suddetto trofeo di restare a
“casa”. La delusione fu fortissima ma i ricordi che abbiamo avuto il piacere di richiamare alla
mente ci impongono di ricordare i principali nomi che hanno reso celebre quella storica avventura.
In primo luogo il timoniere Francesco De Angelis, entrato di diritto nella storia della vela come
primo italiano alla guida di una barca connazionale, il tattico Torben Grael, gli strateghi Stefano di
Guida, sostituito poi da Michele Ivaldi, e i navigatori Matteo Plazzi e Dario Malgarise. Ce ne
sarebbero molti altri ma naturalmente non sarebbe possibile nominarli tutti.
Luna Rossa tornò in azione nel 2002 per affrontare la nuova edizione della Louis Vuitton Cup.
Questa volta la partenza fu lenta: su otto regate disputate, solo quattro le vittorie ottenute. Inoltre la
scarsa affidabilità impose il ritorno dell’imbarcazione in cantiere per una revisione urgente: la prua
tradizionale doveva necessariamente essere sostituita con quella a doppia inclinazione.
Una volta rimessa in acqua, si registrò un miglioramento, che però non fu sufficiente per ripetere le
prestazioni dell’edizione precedente. Luna Rossa non riuscì a superare le semifinali contro
l’americana One more challange. Nel 2003 New Zeland e la neoiscritta, Alinghi si sono giocate la
vittoria finale dell’America’s cup. Il team di casa, naturalmente era ancora una volta considerato
netto favorito, invece sappiamo tutti come è andata: con grande sorpresa, il team in arrivo dalla
Svizzera si è imposto, portando l’ambizioso trofeo in Europa.
Nell’impegno Valenciano del 2007, Luna Rossa si è presentata con l’obiettivo di cancellare l’amara
esperienza di cinque anni prima ed ambire di nuovo a risultati importanti. Nonostante i turni
eliminatori e la più che convincente semifinale contro la danese Sten Mohr, vinta con il risultato di
5 a 1, la finalissima vide New Zeland imporsi in tutti i confronti diretti.
Dopo un ritiro dal mondo della competizione, Luna Rossa è tornata a vincere ad aprile 2012, nel
golfo di Napoli, agguantando il secondo posto nella classifica match race. Inoltre ha ufficializzato
l’iscrizione alla prossima edizione dell’America’s cup con un team più che convincente.
Di fronte a Luna Rossa “…si ‘vvuo’ sapé, cca nun ce sta nisciuna…”.
Eugenio Bonardi