una canzone per il paradiso

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una canzone per il paradiso
UNA CANZONE PER IL PARADISO
Regia: Nicola di Francescantonio Sceneggiatura: Antonio Lusci, Nicola di Francescantonio
Musiche: Gian Franco Reverberi, Gino Paoli, Settimo Benedetti Sardo
Fotografia: Nicola di Francescantonio Effetti Speciali: Sergio Stivaletti
Italia, 2013 Durata: 90’
Ci sono città che fanno parte del nostro immaginario. Così è Genova, c’è l’eco di terre lontane, la
musica. Ecco, sì: c’è la musica, la ‘scuola genovese’ dei cantautori che ci insegnò e lasciò
tantissimo. Una canzone per il Paradiso di Francescantonio è un viaggio nel tempo in cui Gino
Paoli, superstite del gruppo storico dei cantautori, e don Gallo, il prete rivoluzionario, ci
accompagnano nei luoghi che hanno visto vivere e proliferare i cantautori-poeti genovesi che hanno
lasciato un segno indelebile nella storia della musica italiana. Il film è girato senza materiale di
repertorio, curiosa commistione tra fiction e documentario. Sergio Stivaletti, mago degli effetti
speciali ,mescolando magicamente foto e persone riporta a Genova i suoi cantautori più amati e
permette loro di rincontrarsi con chi, suo malgrado, li dovette lasciare andare.
Il film celebra Genova e i suoi poeti, c’è tanta musica, ci sono il porto e via Prè, le prostitute e via
del Campo, il popolo dei carruggi. Mentre Paoli e don Gallo passeggiano per le viuzze del centro, i
monumenti prendono vita in un visionario gioco digitale. I due si raccontano, ricordano episodi
leggendari. Sono ambasciatori di Genova, ci portano nei quartieri dove un tempo c’erano le
‘graziose’ cantate da De André. Genova, città di marinai e di forestieri, a scomparire sono stati i
cantautori con la loro celebre scuola che non è mai davvero esistita: Paoli è di Monfalcone, Tenco
di Cassine, Lauzi di Asmara. Quegli amici, che si incontravano nei locali e al ristorante ‘Dal
Genovese’ (fedelmente ricostruito in una delle scene clou del film), hanno portato con sé un pezzo
di quella Genova che ha permeato la loro musica. E ora in questa città tornano e noi proviamo a
fingere che non sia virtualmente. La macchina da presa percorre la via del Campo resa famosa da
De André, la vita brulicante del porto dove questo gruppo di giovani iniziava a scrivere,
confrontarsi. Il fermento culturale e politico di quel tempo rivive sullo schermo. Il film non vuole
essere nostalgico, ma celebra il meglio della scuola genovese e dei suoi cantautori, dei loro cuori e
di quella città ora, forse, così diversa. Nel film, opera unica e suggestiva, possiamo vivere le storie
di quei ragazzi, le loro aspirazioni e i loro sogni, capire il miracolo musicale che si compì a
Genova, già punto di arrivo della musica d’importazione.
Il regista Francescantonio e Gino Paoli testimoniano l’amore che Genova ha e ha avuto per i suoi
cantautori, per quei ragazzi straordinari cui venne data una possibilità che gli era stata negata
dall’Italia degli anni ’60 che ancora non credeva in loro. Assaporiamo in questa pellicola l’ombra e
l’atmosfera dei carruggi, le botteghe seminascoste, il dialetto lento e musicale, i rumori, i suoni e la
voglia viscerale di scoprire e capire questi giovani, le loro contraddizioni, le speranze, i dolori. (…)
Barbara Bongiovanni www.retrospettive.com
Ambientato tra i vicoli e il porto di Genova, il documentario racconta una storia in parte vera, in
parte visionaria in cui, grazie agli effetti speciali, riappaiono tutti i grandi della canzone d'autore:
Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Umberto Bindi e Fabrizio De André. L’ultima fase di riprese è stata
girata negli studi del Cineporto di Cornigliano, nel ponente genovese. www.movieplayer.it
Scheda a cura del Club Amici del Cinema - Genova