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FONDAZIONE INTERNAZIONALE FATEBENEFRATELLI
ROMA
SCUOLA INTERNAZIONALE DI MEDICINA ESTETICA
Direttore: Emanuele Bartoletti M.D.
Tesi di Diploma Sperimentale
TRATTAMENTO DELLE ADIPOSITA’ LOCALIZZATE
CON SODIODESOSSICOLATO
VEICOLATO MEDIANTE ELETTROPORAZIONE (ISOFORESI)
Relatore:
Dr. Domenico Feleppa
Candidato:
D.ssa Anna Maria Aste
matricola 1359
Anno Accademico 2011/2012
____________________________________________________________
Roma, 13 Ottobre 2012
Sala Assunta, Ospedale Fatebenefratelli – Isola Tiberina
 Gli inestetismi che si possono presentare a livello della regione dei fianchi alle
nostre latitudini mediterranee rappresentano uno dei crucci principali delle
pazienti in età fertile.
 Tale caratteristica, peraltro di natura costituzionale e metabolica, induce i
soggetti più vulnerabili a sottoporsi a trattamenti più o meno efficaci e/o
modaioli.
 Stigmatizzando il carattere sempre temporaneo di qualsiasi rimedio non
chirurgico, obiettivo di questa tesi sperimentale è quello di evidenziare gli
effetti del desossicolato sodico veicolato attraverso la metodica
dell’elettroporazione sull’adiposità localizzata.
Il Tessuto adiposo
Tessuto adiposo bianco (WAT)
Tessuto adiposo bruno (BAT)
Principali differenze tra WAT e BAT
differenze
WAT
BAT
funzione
Riserva energetica
Termogenesi
Risposta al freddo
Lieve
Intensa
Distribuzione
Estesa
Limitata
Vascolarizzazione
Scarsa
Estesa
Gocce lipidiche
Uniloculari
Multiloculari
Metab. acidi grassi
Rilascio di ac. Grassi
Ossidativa in situ
Proteina UCP
(disaccoppiante o
termogenina)
Assente
Presente
ADIPOCHINE
• Leptina
• Tumor necrosis factor-α(TNF-α)
• Adinopectina
ADIPOSITA’ LOCALIZZATA– AD
•
•
•
ipertrofica , ove le dimensioni sono aumentate
iperplastica , ove il numero degli adipociti è aumentato
mista
All’ecografia la AD è caratterizzata da:
• circoscritto aumento dell’ipoderma
• cellulare lasso ipoecogeno
• sovvertimento dei tralci connettivali
LA TERAPIA
Il trattamento locale dell’adiposità localizzata prevede
•
•
•
•
attività fisica (body building)
trattamento con carbossiterapia,
cavitazione,
trattamento lipoclasico invasivo tramite intervento
chirurgico di liposuzione.
SODIODESOSSICOLATO
L’acido desossicolico, noto anche come desossicolato, è uno degli acidi biliari
secondari, che sono sotto prodotti metabolici dei batteri intestinali. I due
acidi biliari primari secreti da l fegato sono: acido colico e acido
chenodesossicolico.
L’acido colico viene metabolizzato ad acido desossicolico è solubile in alcool
e acido acetico. Se puro, si trova in forma di colore bianco- polvere cristallina.
L’acido desossicolico è stato usato in vari campi nella medicina umana. Nel
corpo umano l’a.desossicolico viene utilizzato come emulsionante di lipidi per
favorirne l’assorbimento intestinale.
In medicina è utilizzato per prevenire e sciogliere i calcoli biliari, il suo sale
sodico viene spesso utilizzato come biologico detergente per lisare le
cellule e solubilizzare componenti cellulari e di membrana.
Esso viene spesso utilizzato per infiltrazione mescolato con la fosfaditilcolina
per la diminuzione dello spessore del tessuto adiposo sottocutaneo.
PROPRIETÀ DEL SODIODESSSICOLATO
Nome chimico: 3, acido 12-α-diidrossi-5β-colan-24-oico, sale monosodico
Nome INCI: Sodio Desossicolato
Peso molecolare: 414.6g
Detergente Classe: ionico (anionico)
MATERIALI E METODI
Lo studio sull’uso del sodiodesossicolato per il trattamento dell’adiposità localizzata è
stato realizzato attraverso l’utilizzo del sistema EPOREX K69, un veicolatore
transdermico di nuova generazione, che concretizza la sinergia di alcune tecniche già
conosciute (Ionoforesi, Iontoforesi, Elettroporazione) che realizza una metodica
innovativa per il trasporto molecolare transdermico “attivo” denominata ISOFORESI.
La via transdermica elettronica viene impiegata da qualche decennio per la
somministrazione di farmaci antidolore e per la terapia riabilitativa; recentemente si
usa in campo dermatologico e in medicina estetica.
La difficoltà principale per la liberazione di sostanze attraverso la pelle umana è
costituita dallo strato corneo, che rappresenta una tenace barriera al trasporto delle
sostanze.
L’ISOFORESI è una metodica di veicolazione che supera i limiti delle tecniche del
passato: scarsa concentrazione di principio attivo, limitata profondità nei tessuti,
danneggiamento dei tessuti a causa delle intense correnti indotte.
ELETTROPORAZIONE
Questa metodica viene usata in terapia medica sfruttando la sua
capacità invasiva che permette l’aumento di permeabilità dei
tessuti cutanei: l’elettroporazione della pelle si verifica mediante
uso di impulsi elettrici compresi tra 0,2 e 1,5 Volt.
Conseguentemente lo strato lipidico della membrana cellulare
subisce un’alterazione: la formazione di “canali acquosi”, chiamati
anche “elettropori”. Essi si mantengono aperti per un periodo
direttamente proporzionale alla lunghezza d’onda dell’impulso
elettrico, che va da qualche secondo a qualche decina di minuti.
L’apparecchiatura utilizzata nello studio è il sistema EPOREX K69 certificato CE Direttiva 93/42 CEE e certificazione Ministero della Salute
anno 2006 - dotato di manipoli con camera di ionizzazione.
La presenza della camera di ionizzazione è fondamentale ai fini
dell’efficacia dell’elettroporazione: questa infatti dipende dal tipo di
impulso (durata, ampiezza e forma) che viene applicato al tessuto
biologico e dal tipo di cellule al quale viene applicato.
Nella camera la miscela di principi attivi viene sottoposta ad una
induzione fissa e costante da parte della corrente elastomodulata con
diverse «forme d’onda» tipiche del sistema Eporex.
E’ importante dire che l’impulso elettrico non viene scaricato
direttamente sulla cute ma dentro la camera di ionizzazione, dove si
trovano i principi attivi, che una volta ionizzati passano più facilmente lo
strato corneo .
VANTAGGI
CONTROINDICAZIONI
•
maggiore durata dell’azione farmacologica e quindi
maggiore efficacia terapeutica con minore quantità di
prodotto
•
Portatori di protesi metalliche o elettriche
•
Donne in stato di gravidanza
•
assenza di effetti collaterali
•
Soggetti con turbe del ritmo cardiaco
•
innocuità tossicologica
•
Portatori di pace maker
•
assenza di reazioni locali
•
•
inesistenza di inconvenienti da manualità
Soggetti affetti da tromboflebiti o flebite delle gambe in
fase acuta
•
integrità della cute
•
Soggetti affetti da varici di grandi dimensioni
•
migliore compliance del paziente
•
Soggetti affetti da epilessia.
DESCRIZIONE CASI CLINICI
Abbiamo trattato 5 pazienti di sesso femminile di età compresa tra i
20 anni e i 53 anni, tutte con la caratteristica di presentare AD
localizzata a livello trocanterico.
Le pazienti sono state sottoposte a check up medico-estetico con
particolare attenzione all’inestetismo da noi considerato. Quindi
fatte le valutazioni morfoantropometriche ed ecografiche.
Le pazienti sono state trattate con sodiodesossicolato tramite
elettroporatore nelle zone trocanteriche, 1 volta a settimana per 5
sedute eventualmente prolungabili a 10 per poi essere seguite da
sedute di mantenimento ogni due settimane.
Sono stati utilizzati 2,5 ml di sodiodesossicolato al 20% in 20 ml di gel
conduttivo per parte, per la durata di 30 minuti.
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 1° caso - iniziale
TROCANTERE DX
(43,5 mm)
TROCANTERE SX
(43,3 mm)
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 1° CASO – POST TRATTAMENTO
Esame ecografico trocantere dx
dopo 5 applicazioni di sodiodesossicolato
(31,1 mm)
Esame ecografico trocantere di sx
dopo 5 applicazioni di sodiodesossicolato
(31,8 mm)
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 1° CASO
prima
dopo
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 1° CASO
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 2° caso - iniziale
TROCANTERE DX
(31,9 mm)
TROCANTERE SX
(32,5 mm)
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 2° caso – post trattamento
Esame ecografico trocantere dx
dopo 5 applicazioni di sodiodesossicolato
(26,7 mm)
Esame ecografico trocantere sx
dopo 5 applicazioni di sodiodesossicolato
(28,5 mm)
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 2° caso
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 2° caso
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 3° caso - iniziale
TROCANTERE DX
(55,7 mm)
TROCANTERE SN
(61,6 mm)
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 3° caso – post trattamento
Esame ecografico trocantere dx
dopo 5 applicazioni di sodiodesossicolato
(46,9 mm)
Esame ecografico trocantere sn
dopo 5 applicazioni di sodiodesossicolato
(52,6 mm)
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 3° caso
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 3° caso
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 4° caso - iniziale
TROCANTERE DX
(43,7 mm)
TROCANTERE SX
(46,7 mm)
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 4° caso – post trattamento
Esame ecografico trocantere dx
dopo 5 applicazioni di sodiodesossicolato
( 39,9 mm)
Esame ecografico trocantere sx
dopo 5 applicazioni di sodiodesossicolato
( 40,4 mm)
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 4° caso
prima
dopo
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 4° caso
prima
dopo
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 5° caso - iniziale
Trocantere dx
(31,1 mm)
Trocantere sx
(30,9)
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 5° caso – post trattamento
Esame ecografico trocantere dx
dopo 5 applicazioni di sodiodesossicolato
( 26,7 mm)
Esame ecografico trocantere sx
dopo 5 applicazioni di sodiodesossicolato
( 27,5 mm)
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 5° caso
prima
dopo
DESCRIZIONE CASI CLINICI: 5° caso
prima
dopo
GRAFICO CASI CLINICI
PRIMA E DOPO 5 TRATTAMENTI
60
50
40
PRIMA TDX
Ipoderma prima e dopo
30
(mm)
DOPO TDX
PRIMA TSX
DOPO SN
20
10
0
1
2
3
Casi clinici
4
5
CONCLUSIONI
In base ai dati ottenuti si può affermare che l’adiposità
localizzata può essere migliorata attraverso il trattamento con
sodiodesossicolato somministrato mediante elettroporatore.
Ci proponiamo di ampliare lo studio sia reclutando nuovi
pazienti che proseguendo la somministrazione alle pazienti già
in cura.
Ringrazio il prof. Emanuele Bartoletti e tutti i docenti della Scuola di
Medicina Estetica, in particolare il
prof. Domenico Feleppa per la sua
competenza e paziente disponibilità, i miei compagni per i quattro anni
bellissimi passati insieme, ma soprattutto voglio ringraziare il prof. Carlo
Alberto Bartoletti perché senza di lui tutto questo non sarebbe stato possibile.
Anna Maria Aste