anello del Corno alle Scale e cascate del Dardagna
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anello del Corno alle Scale e cascate del Dardagna
Anello dal Corno alle Scale alle Cascate del Dardagna Vai alla Fotogallery Cavone – Balzo dell’Ora – Corno alle Scale – Lago Scaffaiolo – Cascate del Dardagna – Madonna dell’Acero – Cavone Data escursione: 14 luglio 2012 Località: Appennino Tosco-Romagnolo (Parco del Corno alle Scale Scala delle difficoltà: EE (difficile) Lunghezza del percorso: Km 16,773 Tempi di percorrenza: 5 h 30' ore compreso le soste Dislivello stimato in salita: 1167 m Dislivello stimato in discesa: 1227 m Mezzi impiegati: propri Punti di appoggio: Cavone, fonte Cornaccio e Madonna dell’Acero. Descrizione del percorso Un bellissimo itinerario che, dal lago di Cavone attraverso la conca glaciale di Rio Piano, il passo del Vallone e i Salti dell’Ora ci porta prima alla punta Sofia del Corno alle Scale e successivamente alle cascate del Dardagna. L’itinerario attraversa luoghi incantevoli come: la conca glaciale di Rio Piano, il passo del vallone da dove si gode di un panorama eccezionale , le tre punte del Corno alle Scale, il lago Scaffaiolo con i suoi tritoni alpestis, le cascate del Dardagna. Questo, è un itinerario, consigliato a chi è abituato a percorrere tratti con forte esposizione e, a compiere lunghe camminate in montagna . Dettagli percorso: Lago del Cavone –→ Corno alle Scale –→ sentiero C.A.I. n°337/ 129 –→ Difficoltà:E/ EE Corno alle Scale –→ Lago Scaffaiolo –→ sentiero C.A.I. n°129/ 329 G.E.A. 00 –→ Difficoltà: E Lago Scaffaiolo –→ Cascate del Dardagna –→sentiero C.A.I. n°00/401/ 333 –→ Difficoltà: E Cascate del Dardagna –→ Madonna dell’Acero –→ sentiero C.A.I. n°333/ 331 –→ Difficoltà: E Maadonna dell’Acero –→ Il Cavone –→ sentiero C.A.I. n°331/ 333/ 337 –→ Difficoltà: E Come Arrivare Il punto di partenza Lago del Cavone 1415 metri s.l.m. dove parcheggiamo l’auto. Da Firenze a Madonna dell’Acero (piccolo borgo nel comune di Lizzano In Belvedere in provincia di Bologna), autostrada A11, uscire a Pistoia, proseguire sul raccordo di Pistoia, uscire in direzione Collina/Porretta/Bologna, continuare sulla SR 64, seguire poi le indicazioni per Sestola/Fanano/Corno Alle Scale/Lizzano/Gaggio Montano/Porretta Terme. Strada provinciale 324/323 attraversare Vivalle e continuare in direzione di Lizzano in Belvedere, superato Lizzano seguire le indicazioni per Vidiciatico, La Cà, Madonna dell’Acero. Da Madonna dell’Acero seguire le indicazioni rifugio Cavone, è possibile parcheggiare nell’ampio parcheggio accanto al lago dove, una zampillante fontana ci permette l’approvvigionamento di acqua. L’Itinerario Dal parcheggio bordeggiamo il laghetto del Cavone 1415 metri s.l.m. portandoci sulla sponda opposta nella faggeta dove ha inizio il sentiero C.A.I. n° 337. Risaliamo il ripido pendio, seguendo il sentiero ben tracciato, alla sinistra del torrente Rio Piano. Il sentiero attraversa più volte il torrente, e, in breve tempo il bosco comincia a diradarsi lasciando spazio alla prateria d’altitudine (1563 metri s.l.m.) sino a sbucare nell’ampia conca glaciale del Rio Piano. Questa è molto bella, sovrastato com’è dalla cima di Punta Sofia, la vetta più settentrionale del Corno alle Scale, man mano che si sale l’occhio spazia all’infinito e, il panorama è sempre più stupendo . La conca glaciale di Rio Piano esposta a nord conserva accumuli di neve che talvolta resistono fino all’inizio dell’estate. Poco dopo essersi inoltrato nella conca il sentiero, incrocia un bivio a destra ben segnalato con cartelli per il Passo della Porticciola, lo ignoriamo e, mantenendo la sinistra raggiungendo l’estremità orientale del vasto altipiano prativo. Dove la salita diviene più ripida fino guadagnare il Passo del Vallone 1698 metri s.l.m. che divide il Monte Nuda dal Corno alle Scale. Il panorama è stupendo, a nord/ovest si staglia nitido il monte Cimone, di fronte la maestosa catena dell’Appennino e nel mezzo la valle del torrente Silla, in cui, il crinale del passo del Vallone, strapiomba con un precipizio impressionante. A questo punto ignoriamo il crinale erboso a sinistra che conduce al monte La Nuda tenendo la destra sull’esile filo di cresta del crinale denominato Balzi Dell’Ora che conduce alla croce del Corno alle Scale. Questo è il tratto di crinale più spettacolare dell’intera escursione, nel tratto iniziale il sentiero C.A.I. n°129 evita un tratto di crinale più impervio ed esposto passando lateralmente sul versante del vallone di Rio Piano, poi tenendo la sinistra sale fino a raggiungere il crinale che appare in questo tratto particolarmente sottile e in forte esposizione, dove bisogna usare mani e piedi per superare una placca rocciosa sul filo di cresta, il passaggio è esposto su entrambi i lati, ma con appigli sulla roccia solida e ben stabile. Percorsi pochi metri il crinale si allarga e il sentiero torna ad essere meno esposto riportandosi lateralmente sulla valle glaciale di Rio Piano. Ma basta affacciarsi a sinistra per osservare la spettacolare e impressionante scarpata che, strapiomba quasi verticale nella vallata del Silla, basta osservare alle spalle lo sviluppo del sentiero percorso dal Passo del Vallone in poi per rendersi conto di quanto sia affascinante questo itinerario. Questa parete, alta circa 1.000 m sul fondovalle del Silla, non trova riscontro in nessuna altra formazione orografica appenninica, eccetto che in Abruzzo. Il sentiero piaga a sinistra e riprende a salire con maggior decisione e in breve affrontiamo il tratto più impegnativo dei Balzi dell’Ora, con alcune placche rocciose da superare. Dove bisogna usare mani e piedi per superarle contemporaneamente, il sentiero si affaccia in alcuni tratti in forte esposizione, sulla parete quasi verticale che strapiomba per centinaia di metri nella valle del Silla, occorrono piede saldo e assoluta assenza di vertigini. Queste, strapiombanti stratificazioni rocciose sovrapposte come gradinate danno origine al toponimo di Corno “alle Scale”. Superato questo tratto il sentiero volge nuovamente a destra abbandonando il crinale più esposto salendo con comodi gradini alla Punta Sofia 1939 metri s.l.m. che, è la vetta più settentrionale del Corno alle Scale. Guardando verso nord si ha l’intera visione del crinale dei Balzi dell’Ora appena superati, il panorama è spettacolare e pare amplificare le reali difficoltà del percorso. Ad occidente l’Alpe di Rocca Corneta formata da un vasto declivio prativo, si estende in una sorta di anfiteatro naturale che dalla cima giunge fino al lago Scaffaiolo, e, scende direttamente dalla vetta verso la Valle del Dardagna. Questo ampio declivio prativo da origine al comprensorio sciistico del Corno alle scale offre oltre 36 km di piste ed è frequentato principalmente dai bolognesi e dai pistoiesi, che possono raggiungerlo in poco più di un'ora di auto. Purtroppo si tratta anche del settore più rovinato della montagna e contrasta moltissimo con la splendida ascensione eseguita lungo i Balzi dell’Ora, dove, fortunatamente l’ambiente naturale è pressoché intatto. Dalla vetta di Punta Sofia il nostro cammino procede in direzione della cima più alta del Corno alle Scale. La vetta è infatti a portata di mano: si tratta di pochi minuti di cammino mantenendosi subito a destra del filo di cresta nell’evidente sentiero, in breve raggiungiamo la punta Corno alle Scale 1.945 metri s.l.m., se la giornata è limpida il panorama che si gode è stupefacente, a nord abbiamo Punta Sofia in primo piano ma, dietro lo sfondo è spettacolare unico con gran parte dell’arco alpino innevato, a sud/ovest il Mar Tirreno l’Isola d’Elba e le cime della Corsica e le isole dell’arcipelago toscano, le Alpi Apuane e un ampio settore dell’Appennino tosco-emiliano. Ad est il monte Gennaio. Ripreso il cammino in pochi minuti si raggiunge la terza e ultima cima che caratterizza il Corno alle Scale “Punta Giorgina” 1927 metri s.l.m., dopo di che in discesa, seguendo il sentiero segnato che in questo tratto è piuttosto accidentato e, superata qualche balza con detriti instabili si raggiunge il passo dello Strofinatoio 1847 metri s.l.m., che, fa da confine tra le province di Bologna e Pistoia. Dal passo Strofinatoio è visibile sul versante emiliano il rifugio Sasseto 1800 metri s.l.m. raggiungibile in pochi minuti dove è possibile rifornirsi di acqua alla generosa fonte Sasseto posta accanto al rifugio. Seguendo il sentiero G.E.A. 00 ampio e quasi in piano con panoramiche particolarmente vaste seguendo il crinale descrivere un ampio semicerchio sulla valle del Dardagna. Volendo possiamo facilmente sulla vetta del Monte Cornaccio 1881 metri s.l.m. risalendo liberamente l’ampio dorso prativo senza incontrare alcuna difficoltà. Da segnalare lungo il sentiero G.E.A. 00 la fonte Cornaccio, non molto abbondante ma notevole in quanto è la più alta della zona, ma, durante L’estate è facile trovarla in secco . Proseguendo per il sentiero G.E.A. 00 di fronte a noi appare il profilo conico del monte Cupolino 1852 metri s.l.m. ai cui piedi incontriamo il passo dei Tre Termini 1785 metri s.l.m., così denominato perché fu confine di tre diversi stati lo Stato della Chiesa, il Ducato di Modena e il Granducato di Toscana. l nostro cammino segue il dolce pendio che si fa sempre più irto man mano che ci avviciniamo alla cima del monte Cupolino, da notare in primavera accanto alla croce la fioritura di orchidee selvatiche di rara bellezza. Seguendo il crinale in pochi minuti si raggiunge la riva del lago Scaffaiolo 1775 metri s.l.m., unico lago dell’Appennino settentrionale che non è di origine glaciale, ma pluviale, le sue acque si mantengono grazie alle precipitazioni, all’abbondante innevamento invernale da novembre sino ad aprile, maggio. In questa zona le precipitazioni sono particolarmente abbondanti circa 3500 mm annui tanto da essere considerata una delle più piovose d’Italia. Sulla riva destra del lago il nostro cammino procede per poche centinaia di metri sul sentiero C.A.I. n°401a al quadrivio tenendo la destra imbocchiamo il sentiero C.A.I. n° 401 che serpeggiando scende rapidamente lungo i prati fino ad incrociare il sentiero C.A.I. n°333 percorreremo tenendo la destra. Il sentiero scende inoltrandosi prima in un bosco di abeti e poi in una faggeta con una serie di tornanti mantenendosi sul fianco orografico destro del Dardagna. Il Dardagna è un torrente che nasce nei pressi del Corno alle Scale 1945 metri s.l.m. e del monte Spigolino 1827 metri s.l.m. da cui precipita con numerosi balzi. Nel giro di pochi chilometri l'acqua supera un dislivello di oltre 250 metri con salti ripetuti i più spettacolari sono sette, il primo è alto più di 30 metri. Con il fragore delle cascate che giunge via sempre più forte arriviamo ad una piazzola dove nasce la prima cascata è a 1300 metri s.l.m., questa cascata, è la più suggestiva e la più alta in assoluto con i suoi 30 m e passa metri di altezza, il rumore dell'acqua che si infrange sulle rocce sottostanti è assordante ma, lo spettacolo è veramente affascinante soprattutto in primavera o in autunno quando le piogge sono più abbondanti. Aggiriamo la cascata con il sentiero che scende tenendo ancora la destra orografica e che in alcuni punti è formato da una serie innumerevole di scalini di legno con staccionate di protezione ci permettono di raggiungiamo la seconda cascata e poi via fino alla settima. In questo tratto quando il terreno bagnato o ghiacciato il sentiero diventa molto infido e scivolosa bisogna prestare la massima attenzione. Superata la settima cascata un ponticello di legno attraversa il Dardagna nei pressi di un’area attrezzata per il picnic. Qui si incrocia un quadrivio, a sinistra il sentiero C.A.I. n°337a per il Passo del Lupo, a destra ancora il sentiero C.A.I. n°333 che seguiamo ancora per qualche centinaia di metri fino al successivo incrocio dove lo abbandoniamo per imboccare tenendo la destra il sentiero C.A.I. n°331, passiamo in un punto del bosco molto suggestivo caratterizzato dalla presenza di enormi massi, allontanandoci sempre di più dal letto del torrente. Superiamo un piccolo guado ignorando tutti gli altri sentieri ci manteniamo sempre sul C.A.I. n° 331 che salendo si inoltra in un bellissimo bosco di abeti bianchi, man mano che saliamo il sentiero diventa sempre più largo e spazioso fino a diventare una strada forestale che in saliscendi ci condurrà in breve tempo a Madonna dell’Acero. La cui storia è avvolta dal mistero, si narra che celebri l'apparizione della Beata Vergine a due pastorelli, di cui una sordomuta che miracolosamente guarì. L'immagine della Madonna, che si trova nell'altare maggiore del Santuario, è incastonata nel tronco dell'acero secolare presso cui avvenne l'apparizione. Dopo aver visitato il santuario ed esserci rifocillati con le fresche acque della fontana del piazzale antistante prendiamo a ritroso il sentiero C.A.I. n°331 e la seguiamo senza mai abbandonarlo fino ad incrociare il sentiero C.A.I. n°337 che seguiamo tenendo la sinistra fino a salire al laghetto del Cavone dove si concluderà il nostro trek Tempi di percorrenza Lago di Cavone –→ Corno alle Scale –→C.A.I. n° 337/129 –→ Diff.: EE –→lungh: K m 2,612 Percorrenza: 1 h 45' Dislivello in salita: 555 m Dislivello in discesa: 51m Tratto su strada: Km 0,0 Punto di appoggio: Lago di Cavone Corno alle Scale –→ Lago Scaffaiolo –→C.A.I. n°129/329 / 00 –→ Diff.: E –→lungh: K m 2,457 Percorrenza: 0 h 45' Dislivello in salita: 74 m Dislivello in discesa: 214 m Tratto su strada: Km 0,0 Punto di appoggio: Fonte Cornaccio Lago Scaffaiolo –→ Cascate Dardagna–→C.A.I. n° 00/ 401/333 –→ Diff.: E –→lungh: K m 4,626 Percorrenza: 1 h 30' Dislivello in salita: 44 m Dislivello in discesa: 617m Tratto su strada: Km 0,0 Punto di appoggio: Nessuno Cascate Dardagna–→Madonna dell’Acero–→C.A.I. n°333/ 331–→ Diff.: E –→lungh: K m 1,868 Percorrenza: 0 h 40' Dislivello in salita: 100 m Dislivello in discesa: 136m Tratto su strada: Km 0,0 Punto di appoggio: Madonna dell’Acero Maadonna dell’Acero –→ Il Cavone –→C.A.I. n° 331/ 333/ 337 –→ Diff.: E –→lungh: Km 3,023 Percorrenza: 1 h 30' Dislivello in salita: 359 m Dislivello in discesa: 119 m Tratto su strada: Km 0,154 Punto di appoggio: Madonna dell’Acero – Il Cavone Avvertenze La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica od alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la una segnalazione di una bellezza naturale e culturale. 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