la commissione regionale pari opportunita` tra uomo e donna del

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la commissione regionale pari opportunita` tra uomo e donna del
LA COMMISSIONE REGIONALE PARI OPPORTUNITA’ TRA UOMO E DONNA DEL
FRIULI VENEZIA GIULIA LANCIA UN APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI
CLEMENTINA CANTONI
Redatto ed approvato all’unanimità nella seduta del 31 maggio 2005
Chiediamo che ogni sforzo possibile venga messo in atto per la liberazione di Clementina Cantoni,
e che le condizioni minime di sicurezza vengano garantite a tutti i civili afgani, donne uomini e
bambini, in questo momento gravemente minacciati dalle condizioni di insicurezza e miseria in cui
versa il paese.
Clementina Cantoni è a Kabul da tre anni, attiva in un progetto a favore delle vedove afghane,
ormai migliaia in quel paese. L’Afghanistan, attraversato da 25 anni di guerra e in cui per questi
lunghi anni le possibilità di lavoro sono state garantite quasi esclusivamente dall’economia di
guerra, presenta un tasso di analfabetismo che raggiunge l’87%, per la maggioranza costituito da
donne.
Molte associazioni afgane, e di recente Amnesty International, non hanno mai smesso di
denunciare, inascoltati, quali siano le reali condizioni delle donne nel paese, ben diverse da quelle
propagandate dai governi e dai media occidentali, in particolare dai paesi che hanno sostenuto la
guerra in Afghanistan. Ogni giorno le donne afgane rischiano di essere sequestrate, stuprate,
costrette a un matrimonio precoce o barattate per sanare liti o debiti; subiscono discriminazione da
parte di ogni settore della società e delle autorità, senza che vi siano reazioni di alcun tipo.
Le indagini sulle denunce di aggressioni, stupri, omicidi o suicidi di donne non sono né costanti né
sistematiche e poche di esse danno luogo a procedimenti; paradossalmente proprio il burqa, la cui
eliminazione è stata uno dei motivi per l’intervento occidentale in Afghanistan, sembra oggi
continuare ad offrire alle donne una protezione”.
Centinaia di donne e bambine continuano infatti a subire abusi da parte di padri, mariti, fratelli,
uomini armati, sistemi di giustizia paralleli e delle stesse istituzioni statali come la polizia e gli
organi giudiziari. È stato riscontrato un aumento del numero di matrimoni forzati e in alcuni casi le
donne che volevano fuggire da questo destino hanno preferito suicidarsi, dandosi fuoco.
In vista delle prossime elezioni le donne delle ONG afgane hanno firmato e sottoposto al Presidente
Karzai un appello affinché mantenga le promesse fatte riguardo alle garanzie minime di sicurezza
per le afgane.