Seminario di Firenze su "Psicoanalisi e omogenitorialità"

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Seminario di Firenze su "Psicoanalisi e omogenitorialità"
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Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica
SEZIONE TOSCANA
Report Giornata di studio
Ieri 20 Febbraio 2016 si è tenuto a Firenze, nella nostra sede di via Faentina, il
seminario su “Psicoanalisi e Omogenitorialità” ,con Marta Vigorelli, Nicola
Guanziroli come relatori e il chair Elena Guidi .
E’ un seminario che è la continuazione ideale dell’argomento di studio della nostra
sezione iniziato due anni fa sul Trans -generazionale a cui partecipò sempre Marta
Vigorelli. Il lavoro che Marta ha portato è quello di cui si è occupata come
segretaria scientifica della sezione milanese nel campo delle genitorialità tra antiche
e nuove espressioni.
Milano sarà ,Sabato 27 Febbraio, la cornice ideale per concludere questo ciclo di
studio teorico clinico con un seminario a cui parteciperà V. Lingiardi.
Quest’anno la scelta fatta dalla Sezione toscana sull’Omogenitorialità è stata
predittiva su un tema divenuto poi scottante negli ultimi mesi.
Erano presenti una trentina di persone ,esclusi i relatori, un po’ meno degli iscritti
previsti. La presenza era variegata : molti colleghi Asl perché hanno
istituzionalmente maggiore casistica clinica di certe problematiche che sfuggono al
privato; allievi della AFPP, studenti universitari, terapeuti di terapia familare ,
psicoanalisti junghiani, colleghi della AIPCP ( Associazione Italiana per la psicologia
clinica e psicoterapia) , colleghi di altri indirizzi , un giornalista e medici di base.
La relazione di Marta Vigorelli è stata esemplificativa e presentata su slide. Ricca di
riferimenti teorici e bibliografici che sono stati di aiuto ai discenti per poter in
seguito, anche autonomamente approfondire. Marta, con la sua modalità “a braccio”
diretta, sicura e relazionale ha veramente interessato e coinvolto tutti anche per la sua
chiarezza e l’ indubbia modalità didattica che alleggerisce dalla fatica di seguire
porgendo i concetti già sistematizzati.
La relazione inizia dalle nuove concezioni di famiglia dove sempre più il legame
biologico tende a farsi da parte per privilegiare quello affettivo. Così anche il
concetto di genitorialità è mutato e non è più strettamente legato alla coniugalità. La
famiglia poi è sempre più orizzontale che verticale, legata cioè a fattori relazionali
piuttosto che ereditari -biologici. Tutto ciò conduce ad interrogarci sul vissuto dei
componenti di famiglie allargate e diversificate ,sulle identità dei figli nelle famiglie
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omoparentali e non da ultimo sul nostro vissuto controtranferale come terapeuti
costretti ad interrogarci sull’omosessualità, liberando la mente da giudizi e pregiudizi.
.Per poter operare in questo senso sono necessarie tre precondizioni: la prima
considerare l’omosessualità come una variante del comportamento umano e non
come una devianza patologica. La seconda verificare il livello di maturità della
coppia e la personalità dei due partner, la terza la qualità dell’investimento sui figli.
La relazione di Nicola Guanziroli è stata densissima ed esauriente , in essa ha
affrontato e toccato anche altri temi: sulle adozioni omosessuali ,sulle madri
surrogate con tutte le sue variabili, sull’inseminazione e infine di come queste
problematiche siano affrontate all’estero . Il collega ha fatto anche un lungo ed
esauriente excursus su tutte le ricerche fatte in USA rispetto ai figli cresciuti in
famiglie omoparentali. E’stato toccato anche il concetto dell’omofobia interiorizzata
vale a dire sentimenti e atteggiamenti negativi che l’omosessuale prova verso la
propria omosessualità legati a scarsa stima e accettazione di sé come afferma
Lingiardi. A tale proposito Guanziroli ha letto lo stralcio di una lettera di PP Pasolini
toccante per la sua crudezza e intensità. In ultimo ha proposto spezzoni scelti di un
documentario RAI in cui si vede il percorso di una coppia omosessuale per avere due
gemelli tramite la madre surrogata.
La sua esposizione chiara e precisa permetteva la comprensione e da essa traspariva
anche la grande passione per questo tema .
L’assemblea ha risposto con interesse facendo domande e soprattutto portando
esperienze legate alla clinica in ambito istituzionale
C’è stata anche una lieve vena polemica da parte di una allieva AFPP che mentre ha
apprezzato molto la prima parte degli interventi, ha osservato , nella seconda parte
con la discussione con il pubblico, un viraggio su temi che eludevano dall’ argomento
trattato sull’omogenitorialità e la psicoanalisi. In realtà questo credo sia dovuto sia
ad una grande fame di sapere e di conoscere , fame che i media non soddisfano e la
richiesta alla psicoanalisi di fare chiarezza è pressante ,ma anche al buon clima che si
è creato nel dibattito e che ha permesso di sentirsi liberi di parlare ed esprimersi. .
E’ emersa dall’assemblea prepotentemente l’esigenza di scambio su questo tema
nuovo tra colleghi per uscire dalla solitudine dei nostri studi e confrontarsi sul
coinvolgimento di parti nostre poco addestrate a tali tematiche ed ancora legate a
antichi stereotipi e resistenze.
Firenze 22 Febbraio 2016
Dott.ssa Angela Belluomini S.R
Dott.ssa Elena Guidi C.E
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ANGELA BELLUOMINI (Segretario Regionale)
Firenze 20 febbraio 2016
INTRODUZIONE “ OMOGENITORIALITA’ e PSICOANALISI”
Quello di oggi è un incontro di studio all’interno di un progetto iniziato
tre anni orsono sui temi del Trans- generazionale, di cui ci siamo occupati
con la collaborazione della Sezione milanese molto impegnata su questi
temi .
Non avrei mai immaginato quando, lo scorso anno, abbiamo pensato di
approfondire questo tema che ne avremmo parlato in pieno dibattito
parlamentare.
Un tema scottante e difficile in quanto nuovo per la nostra cultura
particolarmente tradizionale . Un tema intrecciato di problematiche sociali
e giuridiche dove diventa difficoltoso
liberare il pensiero da
condizionamenti culturali e resistenze personali . Molto più semplice e
rassicurante sarebbe restare aggrappati alla consuetudine e rifiutare il
diverso, sì perché il diverso è cambiamento e il cambiamento implica
fatica , la fatica di riorganizzare il nostro pensiero e trovare altri percorsi
mentali.
Ma la psicoanalisi è faticosa , non è facile mettersi in discussione e anche
se è la scienza dell’intimo e del personale nasce anche come indagine
sociale . Ecco che potrebbe venirci in aiuto su temi che coinvolgono
questo aspetto .
Pensare all’omogenitorialità è comunque
un passo avanti perché
presuppone che si sia superato il concetto che l’omosessualità sia
qualcosa di patologico.
Già Freud1 lo aveva affermato in uno scritto del 1922 in cui parla di
“bisessualità originaria” e non più di omosessualità considerata come
perversione e fissazione narcisistica e molto prima di lui , seppur con
intenti diversi, Platone nel Simposio lo narra nel bellissimo mito degli
uomini Palla.
L’essere tutti di base bisessuali comporta che la scelta etero sia legata non
solo a scelte oggettuali ,ma anche come fine obbligato e biologico alla
procreazione per la conservazione della specie.
La nostra epoca è pervasa da una spinta narcisistica imperante che implica
a volte l’onnipotenza , non c’è la capacità di concepire un figlio come a sé
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Freud, S. (1922) L’io e il superio. OSF, 9 Ferro ,A. citato da relazione N. Guanziroli VIA PO, 102 – 00198 ROMA – TEL 06.85.35.86.50 - FAX 06.622.76.737
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stante, ma come prolungamento di sè e non c’è più la capacità di accettare
l’impotenza di poterlo avere .
I tabù che sono la buona riuscita di un processo di rimozione non esistono,
tutto si può fare e ogni conflitto viene eliminato . Ciò porta da un punto di
vista interiore all’eliminazione del Superio oggi, a mio avviso, la patologia
più comune nella clinica. D’altra parte però, con l’eliminazione del
rimuovente la scelta omosessuale diventa accettata e sdoganata
dall’elemento culturale che la asseconda maggiormente e la libera.
L’aspetto culturale è più libero quindi di quello legato alla natura, mentre
prima natura e cultura erano sullo stesso piano oggi sono su piani diversi e
divisi.
Oggi una relazione stabile è difficile per tutti ,i livelli di tolleranza e
frustrazione sono bassi e ciò aumenta la possibilità di scelte sessuali anche
diverse da quelle precedenti. .
Credo che dare una consistenza giudirica alle coppie omosessuali sia un
passo fondamentale sopratutto da un punto di vista psicologico perché
avere dei diritti è esserci e diventare soggetti , acquisire cioè una identità
di coppia e potersi pensare come coppia. Un’ unione di due diverse
persone dello stesso sesso ,ma con diversa personalità che insieme
condividono obiettivi ,sogni ,desideri , fantasie e storie di vita.
Certo molto ancora c’è da studiare e da interrogarsi, possiamo fare delle
predizioni, o inferenze statistiche, ma la realtà ci stupirà sempre. Come
saranno i figli di una coppia omosessuale ,quali le eventuali problematiche
e il complesso di Edipo che fine farà e l’identificazione con il genitore e il
ruolo materno e paterno?
Le risposte sono proiettate nel futuro,la psicoanalisi in questo ambito
sarà costretta a guardare in avanti e non indietro e a non occuparsi per la
prima volta di psicopatologia .
Come sostiene A. Ferro2 sono problematiche le modalità di scegliersi e
stare insieme mentalmente , scelte che funzionano, oppure non funzionano
e questo sia nella omo che eterosessualità.
Un bambino prima esiste nella mente di chi lo desidera , la sua crescita
emotiva ed affettiva si realizza all’interno di una relazione di amore e la
spia della patologia negli omo come negli eterosessuali sta solo
nell’incapacità di amare come dice S. Argentieri3.
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Ferro ,A. citato da relazione N. Guanziroli Argentieri ,S .Quaderni de “ Gli Argonauti” n 24, 2014 VIA PO, 102 – 00198 ROMA – TEL 06.85.35.86.50 - FAX 06.622.76.737
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