Il dilemma della cooperazione - Dipartimento di Scienze sociali e

Transcript

Il dilemma della cooperazione - Dipartimento di Scienze sociali e
Azione collettiva, cooperazione e
politiche per lo sviluppo
Luigi Curini
Università degli Studi di Milano, Dip. Studi Sociali e Politici
[email protected]
http://www.socpol.unimit/docenti/curini
Ricevimento: martedì stanza 316 dalle 9.30 alle 12.30
Obbiettivi del corso
Scopo del corso è quello di familiarizzare gli
studenti ai problemi di azione collettiva che
caratterizzano tutte quelle situazioni in cui un
gruppo di individui è chiamato a cooperare in
vista della produzione di un bene pubblico e/o
del mantenimento di una risorsa comune
Le conseguenze di queste situazioni verranno
discusse in relazione alle politiche e ai
progetti di sviluppo
A tale scopo, faremo un ampio ricorso alle
intuizioni che derivano dall’utilizzo della
teoria dei giochi
Testi per l’esame
Appunti delle lezioni, integrati con:
Lichbach M.I. (1996), The Cooperator’s Dilemma, Ann
Arbor, The University of Michigan Press, cap. 1, 2, 4
Curini L. (2004), Il dilemma della cooperazione.
Capitale sociale, sviluppo, cooperazione, Milano:
V&P Università, cap.1 e 3
Modalità esame
Per studenti frequentanti:
• Partecipazione durante le lezioni (e alla lavagna!!!)
• Prova finale scritta nell’ultimo incontro
• Registrazione del voto il 28 marzo ore 10 aula 12
Per studenti non frequentanti:
• Prova scritta
• Date appelli 2011/12: 29 giugno, 19 luglio, 12
settembre
Un esempio introduttivo - 1
• Ci impegneremo ora in una attività che ci
aiuterà a comprendere meglio alcuni dei temi
che discuteremo in seguito
• Per favore, organizzatevi in gruppi di 4
persone
Un esempio introduttivo - 2
1. Ciascuno di voi rappresenta il capo-famiglia di un nucleo famigliare
che è a rischio di inedia. Per permettere alla vostra famiglia di
sopravvivere, siete chiamati a pescare un numero di pesci
sufficiente a tale scopo. La sola fonte di cibo è un piccolo lago che
contiene 16 pesci e a cui ciascuno di voi può ottenere un libero
accesso. Naturalmente a voi interessa il benessere della vostra
famiglia! Non è vero?
2. Una volta all’anno avete la possibilità di pescare e ogni volta potete
scegliere se pescare 0, 1, 2, 3 o 4 pesci dal lago. Questa rimane una
scelta completamente libera da parte vostra. Ad ogni modo, se
pescate 1 solo pesce, la vostra famiglia soffrirà ancora di fame. Se
voi pescate più di 2 pesci, potete venderli in cambio di un profitto
al mercato (e naturalmente il benessere della vostra famiglià
crescerà di conseguenza). Tenete il pesce che “pescate” di fronte a
voi (potrete mangiarlo più tardi…)
Un esempio introduttivo - 3
3. Se la vostra famiglia muore di inedia (per colpa vostra!!!),
ovviamente non può pescare l’anno successivo
4. Non potete parlare tra di voi mentre pescate (altrimenti i
pesci scappano!)
5. I pesci nel lago si riproducono una volta all’anno. Nessun
pesce nel lago, nessun nuovo piccolo pesce il prossimo anno!
6. Alla fine di ciascuna tornata (anno), per favore chiamatemi
prima di compilare la tabella
7.
Il ciclo dura 3 anni. Poi fermatevi
Un esempio introduttivo - 4
Domande per la discussione (parte 1):
1. Ciascuno di voi ha provato a pescare il maggior numero di
pesci possibile? Perchè o perchè no?
2. C’è stato qualcuno che ha sacrificato un certo numero di pesci
per il bene della comunità? Perchè o perchè no?
1a. Ripetiamo il ciclo per altri 3 anni. Vi ricordo che non potete
parlare tra di voi
Un esempio introduttivo - 5
Domande per la discussione (parte 2):
3. La seconda volta…quanti di voi hanno cambiato strategia (se lo
hanno fatto)? Fa differenza sapere come vengono divise le
ricompense (ovvero, come i pesci si riproducono)?
4. E’ possibile massimizzare al tempo stesso il numero di pesci
pescati da ciascuno di voi E il numero di pesci che rimangono
nel lago? Perchè o perchè no?
Il dilemma della cooperazione
•
Quali servizi? Quali problemi? Escludibilità e rivalità
di consumo e/o di utilizzo
Rivalità di consumo o di utilizzo
Completa
Completa
Escludibilità
Assente
Assente
Le caratteristiche dei beni
•
I benefici prodotti dal consumo/utilizzo di un bene sono escludibili
(ovvero l’escludibilità è completa) quando è relativamente facile
(economicamente fattibile) escludere qualcuno dall’ottenerli una
volta che il bene in questione è reso disponibile. I benefici di un
bene sono non-escludibili (ovvero l’escludibilità è assente) quando
nessuno può essere escluso dal derivere dei benefici da un bene una
volta che tale bene è disponibile
•
I benefici prodotti dal consumo/utilizzo di un bene sono rivali
(ovvero la rivalità è completa) quando il consumo di una unità del
bene in questione da parte di un individuo rende tale unità non più
disponibile per il consumo da parte di altri individui. I benefici sono
non-rivali (ovvero la rivalità è assente) quando il consumo di una
unità del bene in questione da parte di un individuo non influenza in
alcun modo la possibilità da parte di altri individui di consumare
questa stessa unità
Il dilemma della cooperazione
•
Quali servizi? Quali problemi? Escludibilità e rivalità
di consumo o di utilizzo
Rivalità di consumo o di utilizzo
Completa
Completa
Assente
Beni privati
Beni tariffabili/di club
Beni di proprietà comune
Beni pubblici
Escludibilità
Assente
Beni privati e beni tariffabili
•
Un bene privato è un bene caratterizzato da una escludibilità
e da una rivalità completa
•
Un bene tariffabile è un bene caratterizzato da una
escludibilità completa e da una rivalità assente
•
Illustratemi qualche esempio di bene privato
•
Illustratemi qualche esempio di bene tariffabile
Beni pubblici
•
Una prima proprietà dei beni pubblici è legata al fatto che i
benefici che gli individui derivano dalla loro presenza sono
non-escludibili
•
Una seconda proprietà dei beni pubblici è legata al fatto che i
benefici che gli individui derivano dalla loro presenza sono
non-rivali
•
Illustratemi qualche esempio di bene pubblico
•
Che ne pensate del mantenimento dell’ordine pubblico? Della
costruzione di un faro? Della riduzione delle emissioni di
CO2?
Beni di proprietà comune
• I beni di proprietà comune sono beni pubblici
caratterizzati dall’essere non-rivali
• Quali sono quelle risorse naturali che rientrano in
questa categoria (a livello locale o globale)?
• Le risorse idriche
• Le foreste
• Gli animali (balene, ecc.)
Il dilemma della cooperazione
•
Quali servizi? Quali problemi? Escludibilità e rivalità
di consumo o di utilizzo
Rivalità di consumo o di utilizzo
Completa
Escludibilità
Assente
Completa
Assente
Beni privati
(beni di consumo: pane,
scarpe)
Beni tariffabili/di club
(autostrada,
la TV via cavo)
Beni di proprietà comune
(risorse naturali: una riserva
ittica, una riserva idrica, un
pascolo)
Beni pubblici
(ordine pubblico,
disinfestazione dalle
zanzare, un faro)
Il dilemma della cooperazione
•
I beni la cui escludibilità è difficile da ottenere generano dei problemi
per qualunque organizzazione umana (stato, comunità, ecc.)
•
Se un bene collettivo è infatti fornito dalla Natura o dagli sforzi di altre
persone, ciascun individuo sarà nelle condizioni di avvantaggiarsi di
tale bene proprio perché non può essere escluso dal suo utilizzo o
godimento. Un po’ di definizioni:
•
Un bene collettivo è qualunque bene o servizio a cui un gruppo di
individui è interessato (ovvero da cui ciascuna persona pensa che
deriverà un beneficio) e che se presente in qualsivoglia unità, produce
benefici non escludibili. In questo senso:
•
Una azione collettiva è qualunque attività diretta a fornire (o a preservare)
dei beni collettivi
•
Ma è proprio qua che emerge il dilemma della cooperazione: è
nell’interesse collettivo di tutti, ma in quello individuale di nessuno,
contribuire al benessere sociale. Perché questo risultato?
Il dilemma della cooperazione
•
Laddove il contributo individuale richiesto nel produrre o nel
mantenere un bene collettivo è volontario, ciascuno avrà un
incentivo a comportarsi da free-rider, sfruttando qualunque
quantità del bene in questione liberamente disponibile, senza
pagarne i relativi costi. Ma se alcuni hanno successo
nell ’ adottare tale strategia, altri avranno un incentivo a
seguirne l’esempio, e così via…
•
Una conseguenza di tale situazione è che un gruppo di
individui potrebbe incontrare molti problemi a fornire
autonomamente nel caso di un bene pubblico (o di
preservare nel caso di una risorsa comune) un livello
soddisfacente (ovvero, socialmente efficiente) di tale bene.
Qua nasce il fallimento della mano invisibile
Il dilemma della cooperazione
•
In questo senso, non è affatto scontato che un gruppo di
individui che presentino un interesse comune sia anche in
grado di agirevolontariamente in modo tale da perseguire
effettivamente tale interesse
•
Un problema di azione collettiva emerge dunque ogni qual
volta degli individui interagiscono per produrre un bene
collettivo e laddove una cooperazione mutuamente
vantaggiosa è minacciata da un comportamento strategico
individuale
•
Una prospettiva teorica per analizzare questi dilemmi sociali:
la teoria dei giochi
La teoria dei giochi - I
Che cosa è la teoria dei giochi? La teoria dei giochi si occupa di
analizzare i comportamenti strategici, ovvero tutte quelle situazioni
(ovvero giochi) in cui la capacità di un individuo di raggiungere i suoi
obiettivi dipende dalle scelte operate da altri attori
Un comportamento strategico coinvolge anche un riconoscimento di
questa interdipendenza e dalle aspettative che da ciò derivano
I giochi hanno un insieme di giocatori, che hanno ciascuno una serie di
possibili scelte da fare. Una "strategia" di un gioco è un piano di azione
completo che specifica cosa dovrebbe fare un giocatore in ogni
circostanza possibile
Per risolvere un gioco, dobbiamo individuare le strategie che
utilizzerebbe un decisore razionale. Ma cosa significa essere razionale?
Un decisore razionale presenta un ordinamento di preferenze completo
e transitivo
La teoria dei giochi - II
I giochi hanno regole su come vengono prese decisioni
strategiche. La regola di base è che i giocatori scelgono di
fare quello che credono sia nel loro interesse (qualunque esso
sia)
Gli interessi di ciascun giocatore si riflettono nei payoff
(pagamenti e ricompense) associati ad ogni esito del gioco
I giocatori preferiscono payoff superiori a payoff inferiori
Un gioco può essere rappresentato da un albero di gioco (i
giochi in forma estesa) o da una matrice dei payoff (giochi in
forma normale o strategica)
Nei giochi in forma estesa i giocatori compiono le proprie
scelte in sequenza. In forma normale le scelte sono prese
simultaneamente (o senza sapere le scelte altrui)
La teoria dei giochi
Un concetto importante per soluzione di giochi è
l’equilibrio di Nash.
Un "equilibrio di Nash" è un insieme di strategie
(una per ogni giocatore) tale per cui nessun
giocatore ha un incentivo a cambiare
unilateralmente strategia
Soluzione di un Gioco
Un aiuto dal cinema:
http://www.youtube.com/watch?v=9yy20NT8Qc&feature=related
Un esempio di gioco in forma
estesa
Il gioco degli innamorati (litigiosi)
Antefatto: Adamo ed Eva litigano. Ma in fondo si amano.
Tocca però ad Adamo fare la prima mossa (a chi altri se
no?)
Quella sera però c’è l’Inter in televisione, ed Adamo è
(ovviamente) un grande fan dell’Inter
Ha quindi di fronte a sé due opzioni per cercare di farsi
perdonare: telefonare ad Eva o presentarsi sotto casa
sua (magari con un mazzo di rose…)
A sua volta Eva ha di fronte a sé due opzioni: perdonare
o non perdonare?
Come rappresentare tale gioco
Il gioco degli innamorati
Perdonare
Eva
Telefonare
Ignorare
Adamo
Andare
Perdonare
Eva
Ignorare
Risolvere il gioco
In genere i giochi in forma estesa come questo si
risolvono con un particolare tipo di equilibrio di Nash
chiamato “equilibrio perfetto di Nash nei
sottogiochi“ (EPNS).
Un sottogioco “è la parte di un gioco che inizia ad
un nodo di scelta ed include tutti i nodi successivi.”
Il gioco ha tre sottogiochi (uno dei quali è l’intero
gioco) perché ci sono tre nodi di scelta (ovvero un
punto nel quale un giocatore deve scegliere
un’azione)
Un "EPNS" è un insieme di strategie tale per cui ogni
giocatore ha un equilibrio di Nash in ogni sottogioco.
Risolvere il gioco
Troviamo i EPNS utilizzando un metodo chiamato
"induzione a ritroso”.
I giocatori tengono in considerazione le conseguenze
delle proprie scelte e, quindi, pensano al futuro.
Essi cercano di prevedere come l'altro giocatore
risponderà alle loro scelte.
Utilizzare l’induzione significa partire dalla fine del
gioco e ragionare all'indietro.
Cosa farebbe l'altro giocatore se scegliessi X? Cosa farebbe se
scegliessi Y?
Risolvere il gioco: le
preferenze di Adamo
Ma prima di fare questo occorre definire i pagamenti (gli
esiti) delle varie combinazione di mosse (strategie) dei
giocatori
Che preferenze per Adamo? Adamo sicuramente
preferirà essere perdonato con una telefonata (così
potrà vedere comodamente l’Inter), ad essere
perdonato andando sotto casa. Ma se non viene
perdonato, tanto vale stare a casa a vedere l’altro suo
grande amore
Come scrivere le preferenze di Adamo
Il gioco degli innamorati
4; …
Perdonare
Eva
Telefonare
Ignorare
Adamo
Andare
2; …
3; …
Perdonare
Eva
Ignorare
1; …
Risolvere il gioco: le
preferenze di Eva
Che equilibrio? Dipende tutto a questo punto dalle
preferenze di Eva…
Nel primo scenario Eva è molto conciliante…e questo si
riflette nei pagamenti che riceve nelle due circostanze
Il gioco degli innamorati (1)
4; 3
Perdonare
Eva
Telefonare
Ignorare
2; 1
Adamo
3; 4
Andare
Perdonare
Eva
Ignorare
1; 2
Scenario 1: Eva è molto
conciliante
Equilibrio perfetto di Nash del sottogioco
(Telefonare; Perdona, Perdona)
Esito
Adamo telefona, Eva perdona
Payoff
Adamo ottiene il suo esito migliore (4) ed Eva il suo
secondo migliore (3)
In che modo Eva potrebbe migliorare la propria situazione?
Il gioco degli innamorati (2)
4; 1
Perdonare
Eva
Telefonare
Ignorare
2; 2
Adamo
3; 4
Andare
Perdonare
Eva
Ignorare
1; 3
Scenario 2: Eva è poco
conciliante
Equilibrio perfetto di Nash del sottogioco
(Andare; Ignora, Perdona)
Esito
Adamo va, Eva perdona
Payoff
Adamo ottiene il suo secondo esito migliore (3) mentre Eva
ora ottiene il suo risultato migliore (4)
Altri esempi…
Esempi: risolveteli e scrivete
gli equilibri
Cosa abbiamo appreso?
Le anticipazioni del comportamento altrui, assieme alla
conoscenza del tipo di mosse disponibili, sono
fondamentali per comprendere che tipo di equilibrio
verrà alla fine selezionato
Adesso passiamo ad analizzare i giochi in forma
strategica per capire come queste aspetti continuino ad
essere (assai) rilevanti
I giochi in forma strategica
Cerchiamo di rappresentare il dilemma della cooperazione
attraverso un gioco: il Dilemma del prigioniero
La storia che sta dietro al gioco è la seguente: supponete che
una rapina sia stata commessa da due individui la cui
descrizione si avvicina a due sospettati che sono stati arrestati
vicino al luogo della rapina. Il fatto che questi siano colpevoli
o meno non è rilevante ai nostri fini
Subito dopo la rapina, i due sospettati sono presi e portati di
fronte al giudice, che possiede delle evidenze insufficienti per
condannarli a meno che convinca uno dei due a confessare.
Dato che lo Stato in cui vivono i sospettati non è molto
democratico, il giudice può sempre trovare un modo per
condannarli a 1 anno di prigione, indipendentemente da tutto il
resto
Il dilemma del prigioniero
• Immaginate inoltre che la pena massima per una rapina sia
di 9 anni. I sospettati sono interrogati separatamente e il
giudice fa ad entrambi la seguente offerta: una pena ridotta a
solo 2 mesi se uno dei due confessa e l’altro non lo fa, o una
condanna ridotta a 5 anni ciascuno se entrambi confessano.
Nel caso in cui uno dei due confessa e l’altro tiene duro, chi
non confessa ottiene il massimo della condanna possibile
(ovvero 9 anni)
• Cerchiamo di rappresentare il gioco
• Quanti sono i giocatori che devono prendere una decisione?
E quando scelgono, lo fanno sequenzialmente? O
simultaneamente?
• Una volta appurato questo punto, dobbiamo ancora una
volta definire l’ordinamento di preferenze dei giocatori
Ordinamento delle Preferenze
Un ordinamento delle preferenze indica come un attore valuta tutti i
possibili esiti di un gioco. Sulla base della “storia” del gioco, come
possiamo scrivere le preferenze dei due prigionieri?
Prigioniero A:
(Confessare; Non confessare)>(Non confessare; Non
confessare)>(Confessare; Confessare)>(Confessare; Non confessare)
Prigioniero B:
(Non confessare; Confessare)>(Non confessare; Non
confessare)>(Confessare; Confessare)>(Confessare; Non confessare)
Una volta definito l’ordinamento di preferenze, rappresentiamo
(finalmente) il gioco
Il dilemma del prigioniero: una matrice
2x2
Prigioniero B
Non
confessa
Non confessa
Confessa
1 anno, 1 anno
9 anni, 2 mesi
2 mesi, 9 anni
5 anni, 5 anni
Prigioniero A
Confessa
Soluzione del Gioco
Risolviamo il gioco utilizzando l’equilibrio di Nash.
Un "equilibrio di Nash" (ricordate?) è un insieme di
strategie (una per ogni giocatore) in modo tale che nessun
giocatore abbia un incentivo di cambiare unilateralmente
strategia.
Entrambi i giocatori devono giocare "le risposte migliori.“
Una risposta migliore è l'azione che produce il payoff più alto,
dato ciò che l'altro giocatore sta facendo.
Soluzione del Gioco
Fase 1: Mettetevi nei panni del prigioniero A
Che cosa fareste – quale sarebbe la vostra risposta migliore - se il
prigioniero B scegliesse di non confessare?
Che cosa fareste – quale sarebbe la vostra risposta migliore - se il
prigioniero B scegliesse di confessare?
Il dilemma del prigioniero: una matrice
2x2
Prigioniero B
Non
confessa
Non confessa
Confessa
1 anno, 1 anno
9 anni, 2 mesi
2 mesi, 9 anni
5 anni, 5 anni
Prigioniero A
Confessa
Soluzione del Gioco
Fase 2: Mettetevi adesso nei panni del prigioniero B
Che cosa fareste – quale sarebbe la vostra risposta migliore - se il
prigioniero A scegliesse di non confessare?
Che cosa fareste – quale sarebbe la vostra risposta migliore - se il
prigioniero A scegliesse di confessare?
Il dilemma del prigioniero: una matrice
2x2
Prigioniero B
Non
confessa
Non confessa
Confessa
1 anno, 1 anno
9 anni, 2 mesi
2 mesi, 9 anni
5 anni, 5 anni
Prigioniero A
Confessa
Soluzione del Gioco
Ogni quadrato in cui entrambi i numeri sono messi in
rilievo è un equilibrio di Nash
Entrambi i giocatori stanno giocando le loro risposte migliori in
queste situazioni.
EN (equilibrio di Nash): (Confessare, Confessare).
Vincite: (5 anni ciascuno).
Esito: entrambi i sospettati confessano.
Soluzione del Gioco
Si dice che un giocatore ha una strategia “dominante“ se
questa strategia è una risposta migliore a tutte le strategie
degli altri giocatori.
Un equilibrio di Nash basato su una "strategia
dominante“ si verifica quando entrambi i giocatori hanno
una strategia dominante.
Il nostro gioco presenta un equilibrio di Nash basato su
una "strategia dominante“
Il dilemma del prigioniero: una matrice
2x2
Prigioniero B
Non
confessa
Non confessa
Confessa
1 anno, 1 anno
9 anni, 2 mesi
2 mesi, 9 anni
5 anni, 5 anni
Prigioniero A
Confessa
Entrambi i giocatori hanno una strategia dominante a
confessare. Ma non sempre nei giochi è così!
Che c’è di strano nell’equilibrio?
Ciò che c'è di strano è che l’EN è il secondo
peggior risultato per entrambi i giocatori.
Entrambi gli attori sarebbero stati meglio se avessero
scelto di non confessare! Avrebbero ottenuto 1 anno
invece che 5 di prigione?
Perché non possono i due individui
semplicemente impegnarsi entrambi a non
confessare?
La trappola del gioco!
Prigioniero B
Non
confessa
Non confessa
Confessa
1 anno, 1 anno
9 anni, 2 mesi
2 mesi, 9 anni
5 anni, 5 anni
Prigioniero A
Confessa
Che c’è di strano nell’equilibrio?
Perché non possono i due individui
semplicemente impegnarsi entrambi a non
confessare?
La promessa di non confessare non è credibile
perché entrambi i giocatori hanno un incentivo
a confessare a prescindere da ciò che faccia
l’altro giocatore (e in più non sono sicuri di
quello che farà la controparte!)
Quale lezione abbiamo appreso
Entrambi i giocatori ottengono il loro secondo
peggior risultato, anche se avrebbero potuto
ottenere il loro secondo miglior risultato se solo si
fossero messi d’accordo di non confessare
L'assenza di cooperazione rappresenta una sorta di
dilemma – la razionalità individuale conduce gli
attori ad un risultato che è inferiore, nel senso che
entrambi i giocatori concordano sul fatto che lo
stesso risultato alternativo è migliore
Il dilemma del prigioniero
• Ordiniamo i pagamenti che ricevono i giocatori dla più basso
al più alto in termini della loro desiderabilità. Qualunque gioco
(situazione strategica) che possiede un tale ordinamento di
payoff è un Dilemma del Prigioniero
Prigioniero B
Non confessare
Non
confessare
Confessare
2,2
-1,4
4,-1
0,0
Prigioniero A
Confessare
Un gioco di beni collettivi
•
•
•
Immaginate di essere un contadino. Il vostro terreno e quello
del vostro vicino confinano e entrambi avete accesso per
l’acqua a un torrente che passa tra le vostre due proprietà. Il
vostro vicino e voi potreste entrambi beneficiare dalla
costruzione di un sistema di irrigazione e di controllo delle
acque. Potete cooperare tra di voi per farlo, o ognuno di voi
potrebbe farlo da solo
Ad ogni modo, una volta costruito, il sitema di irrigazione
produrrà dei benefici ad entrambi i terreni (i benefici prodotto
sono non escludibili!)
I costi e i benifici associati alla costruzione del progetto idrico
dipendono da come i giocatori decidono di agire
Un gioco di beni collettivi
•
Supponete che agendo da soli ciascuno di voi potrebbe
completare il progetto in 7 settimane, mentre se voi cooperate
assieme riuscite a farlo solo in 4 settimane. Il progetto
costruito assieme è anche di migliore qualità. In questo senso,
se lo costruite assieme ognuno di voi due ottiene dei benifici
pari a 8 settimane di lavoro, mentre i benefici scendono a 6 se
viene costruito da una sola persona
•
Rappresentiamo (rappresentate) questa situazione con una
matrice e cerchiamo di prevedere l’equilibrio
Un gioco di beni collettivi
Giocatore 2
Coopera
Coopera
Non coopera
4, 4
-1, 6
6, -1
0, 0
Giocatore 1
Non
coopera
Un gioco di beni collettivi
• Cosa possiamo dire dell’equilibrio?
• L’equilibrio produce per entrambi i giocatori un
pagamento inferiore di quello che avrebbero potuto
ottenere cooperando tra di loro
• Ma perchè i giocatori trovano difficile cooperare? E
quale è la conseguenza della non-escludibilità dei
benefici?
• Ognuno dei giocatori è sottoposto alla tentazione del
free-rider che minaccia il successo dell’azione
collettiva
Un gioco di beni collettivi a N giocatori
•
Scioperare o non scioperare? La scelta del signor Rossi
La scelta degli altri
Scioperare
La scelta di
Rossi
Non
scioperare
Scioperare
Non scioperare
Benefici= (probabile)
successo
Costi = il tempo investito
Benefici= 0
Costi = il tempo
investito
Benefici= (probabile)
successo
Costi = 0
Benefici= 0
Costi = 0
Un gioco di beni collettivi a N giocatori
•
Cosa fare?
•
Dal lato dei benefici:
•
•
Dal lato dei costi:
•
•
Da un lato il successo dello sciopero è un evento incerto.
Dall’altro, i benefici (eventuali) che il signor Rossi
otterrebbe da uno sciopero sarebbero indipendenti dalla sua
partecipazione
Partecipare (cooperare) allo sciopero è sempre costoso per
Rossi. D’altro conto, è difficile controllare il
comportamento altrui (specialmente quando il gruppo
diventa di grande dimensione)
In questo senso, c’è molto più da guadagnare (e poco da
perdere) dal non cooperare!
La tragedia dei “beni comuni”
•
A partire da un famoso articolo di Garrett Hardin apparso sulla rivista
Science nel 1968, l’espressione “tragedy of the commons” è venuta a
simbolizzare il degrado dell’ambiente e dei beni di proprietà comune che ci
dovremmo aspettare ogni qual volta un gruppo di individui è chiamato ad
utilizzare una riscorsa scarsa in comune
•
Per illustrare la logica del suo modello, Hardin chiede al lettore di
immaginare un pascolo aperto a tutti. Successivamente, Hardin esamina la
struttura di questa situazione dal punto di vista di un pastore razionale
•
Ciascun pastore riceve un beneficio diretto quando pascola i suoi animali, e
soffre dei costi (diluiti) dal deterioramento del bene comune quando i suoi
animali e quelli altrui pascolano troppo sul terreno
•
Ciascun pastore è quindi motivato a portare sul pascolo sempre più animali
perchè riceve un beneficio diretto da ciò mentre sopporta solamente una
percentuale dei costi derivati dall’eccessivo pascolo.
•
Inoltre, se anche decidesse di vincolare il proprio comportamento,
comportandosi per il bene comune, semplicemente permetterà agli altri di
sfuttare una quantità maggiore di tale bene comune…
La tragedia dei “beni comuni”
•
“Therein is the tragedy. Each man is locked into a system
that compels him to increase his herd without limit – in a
wolrd that is limited”
•
Vediamo la situazione con una simulazione
(http://ccl.northwestern.edu/netlogo/)
•
Per Hardin molte delle risorse naturali – come gli oceani,
l’atmosfera, le risorse ittiche – sono possedute in comune in
presenza di un accesso libero (ovvero in assenza di escludibilità) e
sono perciò sottoposte al rischio di uno sfruttamente eccessivo
•
Che fare? E’ sempre così? Ci sono soluzioni al dilemma della
cooperazione? E se sì, quali sono?
Parte II:
i confini del dilemma
I confini del dilemma
•I problemi della AC: (produrre) beni pubblici e (evitare) mali
pubblici
• Differenze con le altre teorie classiche della AC:
• Pluralisti: assumono che gli individui sono animali sociali
che appartengono a uno o più gruppi che ricercano
naturalmente un interesse comune
• Strutturalisti: assumono che la struttura (contesto) genera i
gruppi e che i cambiamenti nel contesto generano nuovi
gruppi. Le persone sono quindi attese agire sulla base del loro
posizione di gruppo. Un approccio organicistico
• Entrambi danno per scontato quello che l’approccio che
abbiamo visto considera problematico: che i gruppi esistono, e
che gli individui riescano sempre a coordinare con successo le
loro azioni interdipendenti per ricercare il loro interesse
comune. Una fallacia di composizione
Il dilemma della cooperazione
• Ma allora cosa fare? Accettare la non-cooperazione?
La necessità di un cambio di prospettiva:
• Avere degli interessi comuni è solo l’occasione
alla base di una azione collettiva. Infatti il
semplice fatto di avere un interesse comune non
determina necessariamente un comportamento
• Tuttavia, l’accettazione del free-rider come
strumento descrittivo ed analitico non implica
necessariamente che le sue previsioni sempre si
avverino
Il dilemma della cooperazione
•
•
•
In questo senso, l’assunzione dello scenario peggiore
è un semplice (e ragionevole) punto di partenza, non il
nostro punto di arrivo
La questione diventa quindi capire sotto quali
circostanze risulti possibile risolvere il dilemma della
cooperazione
In altre parole, dovremmo essere in grado di capire,
entro lo stesso quadro teorico, sia il dilemma della
cooperazione (ovvero perché è nell’interesse di tutti
ma in quello individuale di nessuno cooperare) sia il
paradosso della cooperazione (ovvero perché in
alcune circostanze attori razionali riescono a risolvere
tale dilemma)
Il dilemma della cooperazione
• Da una previsione riguardo a un tasso di equilibrio
ad un esercizio di statica comparata: non quanti
partecipano, ma come varia il grado di
partecipazione a seconda di specifiche circostanze
•
•
Il dilemma della azione collettiva non è infatti lo stesso
per ogni luogo: ne risulta che qualunque tentativo di
produrre delle generalizzazioni a-contestuali sulla azione
collettiva è destinato al fallimento
Detto in altro modo, le caratteristiche del problema e le
soluzioni possibili possono variare a seconda della natura
del bene collettivo e dalla struttura sociale in cui le
persone compiono scelte (che sono e che rimangono
interdipendenti)
I confini del dilemma
• Le possibili soluzioni al problema della AC
• Spiegare il dilemma e al tempo stesso il paradosso (qualcuno
coopera!)
• La soluzione di Taylor (1987):
• soluzioni interne: nelle possibilità aperte agli individui; nelle
preferenze e nei beliefs
• soluzioni esterne:
• soluzioni esterne centralizzate (lo stato)
• soluzioni esterne decentralizzate (la comunità)
• La soluzione di Hayek (1973):
• kosmos o l’ordine spontaneo
• taxis o l’ordine pianificato
I confini del dilemma
Una tipologia di soluzioni alla AC
Deliberazione
Ordine non pianificato
Ordine pianificato
Ordine
spontaneo
Mercato
(stato di natura)
Contratto
(costituzione)
Ordine
contingente
Comunità
(società civile)
Gerarchia
(stato)
Ontologia
• Deliberazione: le persone pianificano una soluzione?
• Ontologia: solamente individui coinvolti o anche istituzioni,
strutture, relazioni pre-esistenti?
I confini del dilemma
Una tipologia di soluzioni alla AC (digressioni sul tema)
Deliberazione
Ordine non pianificato
Ordine pianificato
Ordine
spontaneo
Mercato
(interesse privato)
(Smith)
Contratto
(la ragione)
(Locke)
Ordine
contingente
Comunità
(la tradizione)
(Durkheim)
Gerarchia
(la forza)
(Hobbes)
Ontologia
I confini del dilemma
• Valutare le diverse soluzioni all’AC
• Coerenza logica: razionalità come premessa di base
Azioni
Non intenzionali
Intenzionali
Non razionale Razionale
Altruistica/processo
Egoistica/risultato
Non pecuniaria
Pecuniaria
I confini del dilemma
• Le azioni possono essere non-intenzionali o intenzionali
(valutare la situazione in termini di desideri e
credenze/aspettative: si hanno ragioni che spiegano o causano
una azione)
• Azione intenzionale non-razionale o razionale (azioni scelte
che meglio soddisfano un dato insieme di obbiettivi: preferenze
complete e transitive)
• La razionalità: attori altruistici o auto-interessati (preferenze
sociali vs. preferenze auto-interessate, NON egoistiche.
Entrambe rimangono razionali, ovvero complete e transitive);
interessati al processo o all’esito di una AC
• Azioni auto-interessate mosse da pagamenti monetari o nonmonetari
I confini del dilemma
• Partire sempre dal cuore del programma di ricerca della AC
(dal basso) per muovere verso la periferia (verso l’alto) dello
schema, ovvero: per spiegare una AC assumiamo che la
(non)partecipazione sia mossa da interessi pecuniari; in secondo
luogo, assumiamo che sia almeno auto-orientata e rivolta
all’esito; se no, assumiamo che sia per lo meno intenzionale
Lezione III:
il mercato
Lezione III: il mercato
• Da dove si parte: variare i parametri della AC
• Aumentare i benefici marginali del contribuire (o diminuire i
costi): da gruppi latenti a gruppi privilegiati
• Per capire meglio il punto, introduciamo una esplicita
funzione di utilità per l’individuo i legata alla produzione di
un bene collettivo sia non-rivale (bene pubblico) che rivale
(commons)
Lezione III: il mercato
•
Definiamo:
Ui= utilità per l’individuo i
ki = scelta dell’individuo i. Se coopera k=1; altrimenti k=0
n = dimensione del gruppo
c = costo marginale per l’individuo i di
cooperare/partecipare
b = beneficio marginale per l’individuo i della disponibilità
di una unità del bene collettivo non rivale
b/n = beneficio marginale per l’individuo i della disponibilità
di una unità del bene collettivo rivale
Lezione III: il mercato
•
Di conseguenza:
•
La funzione di utilità individuale per un bene non
escludibile (e rivale) prodotto da una AC:
n
b
Ui   k j  cki
n j 1
•
La funzione di utilità individuale per un bene non
escludibile (e non rivale) prodotto da una AC:
n
Ui  b k j  cki
j 1
Lezione III: il mercato
•
Le assunzioni del modello:
•
Funzione di utilità è conoscenza comune
•
Scelta binaria (contribuire: sì-no)
•
Benefici uguali per tutti i partecipanti
•
Costi uguali per tutti i partecipanti
•
I giocatori possono parlare ma non in grado di
arrivare ad un accordo vincolante
•
Si gioca una volta sola
Lezione III: il mercato
• Quali sono le due caratteristiche principali di un Dilemma del
Prigioniero (ovvero, del dilemma della cooperazione)?
Giocatore 2
Coopera
Coopera
Non coopera
4, 4
-1, 6
6, -1
0, 0
Giocatore 1
Non
coopera
Lezione III: il mercato
• Primo: Ci deve essere un incentivo alla defezione (a free-rider),
ovvero D(m)>C(m)
• Secondo: Tutti stanno meglio se ciascuno coopera rispetto a
quando non lo fa nessuno, ovvero D(0)<C(n)
• Cerchiamo di esprimere queste due assunzioni nelle funzioni di
utilità viste in precedenza
• Se i giocatori sono due deve essere vero che…
Lezione III: il mercato
• Primo: Ci deve essere un incentivo alla defezione (a free-rider),
ovvero D(m)>C(m)
• Secondo: Tutti stanno meglio se ciascuno coopera rispetto a quando
non lo fa nessuno, ovvero D(0)<C(n)
• Cerchiamo di esprimere queste due assunzioni nelle funzioni di utilità
viste in precedenza
• Se i giocatori sono due deve essere vero che…
• Per beni rivali: b>c>b/2
•Per beni non rivali: 2b>c>b
• In entrambi i casi, il costo marginale deve eccedere il beneficio
marginale
• Rappresentiamoli in due matrici di gioco e cerchiamo l’equilibrio
Lezione III: il mercato
• Primo: Ci deve essere un incentivo alla defezione (a free-rider),
ovvero D(m)>C(m)
• Secondo: Tutti stanno meglio se ciascuno coopera rispetto a
quando non lo fa nessuno, ovvero D(0)<C(n)
• Cerchiamo di esprimere queste due assunzioni nelle funzioni di
utilità viste in precedenza
• Se i giocatori sono n deve essere vero che…
Lezione III: il mercato
• Primo: Ci deve essere un incentivo alla defezione (a free-rider),
ovvero D(m)>C(m)
• Secondo: Tutti stanno meglio se ciascuno coopera rispetto a quando
non lo fa nessuno, ovvero D(0)<C(n)
• Cerchiamo di esprimere queste due assunzioni nelle funzioni di utilità
viste in precedenza
• Se i giocatori sono n deve essere vero che…
• Per beni rivali: b>c>b/n
•Per beni non rivali: bn>c>b
• Ancora una volta, in entrambi i casi, il costo marginale deve eccedere
il beneficio marginale
Lezione III: il mercato
• Ritorniamo allora all’inizio...
•Da dove si parte: variare i parametri della AC
• Aumentare i benefici marginali del contribuire (o diminuire i
costi): da gruppi latenti a gruppi privilegiati
• Un gruppo privilegiato è un gruppo per cui per almeno un
individuo vale che: (b/n) > c o b>c (a seconda dei beni da produrre),
ovvero in cui i benefici marginali della cooperazione superano i
costi marginali della stessa
• Ritorniamo a un gioco con 2 attori che devono decidere se
cooperare o meno per produrre un bene collettivo rivale. Per il
giocatore A vale che: b>c>b/2 (ovvero, si applica l’ordinamento di
preferenze di un Dilemma del Prigioniero). Per il giocatore B,
invece, il beneficio marginale della cooperazione è ora superiore al
costo marginale che sostiene. Ovvero: b>b/2>c. Che succede
all’equilibrio del gioco? E’ ancora un equilibrio di muta defezione?
Lezione III: il mercato
• Grazie al precedente cambiamento, ora l’equilibrio del gioco
diventa (non coopera-coopera). Ovvero almeno qualche
quantità del bene collettivo verrà ora prodotta, grazie alla
creazione di un gruppo privilegiato!
• L’esempio della Pax Britannica e della Pax Americana
Giocatore B
Coopera
Coopera
Non coopera
b-c, b-c
b/2-c, b/2
b/2, b/2-c
0, 0
Giocatore A
Non
coopera
Lezione III: il mercato
• Il ruolo delle aspettative: in un gioco strutturabile come un
Dilemma del prigioniero, le aspettative sul comportamento altrui
sono rilevanti? Non così tanto…
• In altri contesti però potrebbero esserlo
• Ritorniamo al nostro esempio dei due contadini chiamati a
cooperare per costruire un sistema di irrigazione (bene non
escludibile!)
• Tuttavia adesso qualche cosa è cambiato…
Un gioco di beni collettivi –
rivisto (1)
•
Supponete che adesso, grazie a una migliore tecnologia, il
costo di costruire il sistema di irrigazione costi di meno: 4
settimane se fatto da solo, 3 se fatto in due
•
I benefici rimangono uguali. Ovvero, il progetto costruito
assieme continua ad essere di migliore qualità. In questo
senso, se lo costruite assieme ognuno di voi due ottiene dei
benifici pari a 8 settimane di lavoro, mentre i benefici
scendono a 6 se viene costruito da una sola persona
•
Rappresentiamo (rappresentate) questa situazione con una
matrice e cerchiamo di prevedere l’equilibrio
Un gioco di beni collettivi: il gioco del
pollo
Giocatore 2
Coopera
Coopera
Non coopera
5, 5
2, 6
6, 2
0, 0
Giocatore 1
Non
coopera
Un gioco di beni collettivi –
rivisto (2)
•
Supponete ora che i costi siano i soliti (7 se fatto da soli; 4 se
fatto in due)
•
Tuttavia ora grazie alla presenza di una coltura che presenta
dei rendimenti crescenti in funzione dell’acqua, i benefici che
si ottengono se costruite assieme il sistema di migliore qualità
rimangono 8 settimane, mentre i benefici scendono a 3 se
viene costruito da una sola persona
•
Rappresentiamo (rappresentate) questa situazione con una
matrice e cerchiamo di prevedere l’equilibrio
Un gioco di beni collettivi: il gioco della
assicurazione
Giocatore 2
Coopera
Coopera
Non coopera
4, 4
-4, 3
3, -4
0, 0
Giocatore 1
Non
coopera
Lezione III: il mercato
•
•
•
•
•
•
Generalizziamo ora il gioco della “costruzione del sistema
idrico”
Definiamo:
b1 = benefici prodotto da un progetto di un solo individuo
b2 = benefici prodotti da un progetto costruito da entrambi
c1 = costo di un progetto di un solo individuo
c2 = costo di un progetto di due individui
Una generalizzazione
Giocatore 2
Coopera
Coopera
Non coopera
b2-c2, b2-c2
b1-c1, b1
b1, b1-c1
0, 0
Giocatore 1
Non
coopera
1.
2.
3.
E’ un DP se: b1>b2-c2; b2-c2>0; 0>b1-c1
E’ un Chicken se: b1>b2-c2; 0<b1-c1 (diminuire il “rischio della
partecipazione”: aumentare b1, diminuire c1)
E’ un Assurance se: b1<b2-c2; b2-c2>0; 0>b1-c1 (diminuire la
“tentazione di free-rider”: aumentare b2, diminuire b1 o c2)
Lezione III: il mercato
• In questo senso, un modo per risolvere il dilemma della
cooperazione è trasformarlo in un Chicken o in un Assurance
game. Come? Influenzando il “rischio della partecipazione” o la
“tentazione al free-riding”
•Tale risultato potrebbe essere ottenuto attraverso un cambiamento
marginale nelle priorità dei giocatori, nei loro vincoli o nella
percezione che hanno della situazione interdipendente che stanno
affrontando
• Un esempio sulla corsa agli armamenti durante la guerra fredda
e sulla sua fine
Lezione III: il mercato
• Durante la Guerra Fredda sia URSS che USA con un
ordinamento di preferenze tipico del DP: b1>b2-c2; b2-c2>0;
0>b1-c1
•Come rappresentare il gioco? E quale equilibrio?
Una corsa agli armamenti
URSS
Desistere
Desistere
Continuare
4, 4
-1, 6
6, -1
0, 0
USA
Continuare
Lezione III: il mercato
• In presenza di una prolungata crisi economica, l’ordinamento di
preferenze dell’URSS cambiano a partire dall’inizio degli anni
ottanta. Sempre vero che b1>b2-c2. Ma adesso 0<b1-c1. Cosa
succede al gioco? Come cambiano gli equilibri?
Una corsa agli armamenti
URSS
Desistere
Desistere
Continuare
4, 4
-1, 6
6, 1
0, 0
USA
Continuare
Ciò illustra come un cambiamenti nelle priorità di un
giocatore o nei sui vincoli può cambiare in modo
drammatico la natura di un gioco
Lezione III: il mercato
•Il ruolo della funzione di produzione (della tecnologia): ovvero del
modo in cui i contributi individuali si sommano per produrre un dato
livello di bene collettivo
• summation technology: Q=∑n i=1qi. Perfetta sostituibilità nel
contributo individuale
• weakest-link technology: Q=min(q1,…qn ). Lo sforzo più piccolo
determina la quantità di bene collettivo prodotto (ad esempio una
alleanza militare che fortifica un perimetro; una vaccinazione contro
una epidemia)
• best-shot technology: Q=max(q1,…qn ). Lo sforzo maggiore
determina la quantità di bene collettivo prodotto (ad esempio la
scoperta di una cura contro una malattia, l’uccisione di un drago)
• A seconda del tipo di tecnologia, le probabilità di incorrere in un
dilemma della cooperazione possono crescere o diminuire. Come?
Lezione III: il mercato
• Anche il tipo di bene collettivo che bisogna produrre è rilevante!
La produzione di un bene a blocchi (o lumpy good)
Immaginate un gruppo di n individui.
Se K persone contribuiscono o partecipano, allora il bene
collettivo è fornito (ad esempio, uno sciopero ha successo).
Tuttavia, se z>K partecipano, l’ammontare di bene prodotto non
cambia
Se il bene collettivo è fornito, ciascun membro del gruppo
ottiene un beneficio b (nel caso di un bene pubblico; b/n nel caso
di un commons…)
Se un membro del gruppo contribuisce o partecipa, paga un
costo c>0.
Per catturare l'idea che il bene collettivo offre maggiori vantaggi
rispetto ai costi di partecipazione, assumiamo che b> c.
Rappresentiamo la situazione dal punto di vista del giocatore i
Il caso di un bene a blocchi
Numero di altri partecipanti del gruppo
Meno di K - 1
Partecipa
K-1
K o di più
-c
b–c
b-c
0
0
b
Attore i
Non
partecipa
Cosa dovrebbe fare l’attore i?
Il caso di un bene a blocchi
Numero di altri partecipanti del gruppo
Meno di K - 1
Partecipa
K-1
K o di più
-c
b-c
b–c
0
0
b
Attore i
Non
partecipa
Il caso di un bene a blocchi
Siccome la logica che sta dietro a queste
scelte si applica a tutti i membri del
gruppo, ci possono essere solo due
possibili equilibri. Quali? E perché?
Ricordate la definizione di EN: una
situazione in cui nessuno ha un incentivo a
modificare il proprio comportamento dato
il comportamento altrui
Il caso di un bene a blocchi
Equilibrio 1: Nessuno partecipa.
Se nessuno partecipa, nessuno vorrà individualmente
cambiare comportamento partecipando perché pagherà il
costo della partecipazione, ma il “raduno di una singola
persona” sarà un fallimento.
Equilibrio 2: Esattamente K persone partecipano.
Se esattamente K persone partecipano, nessuno dei
partecipanti vorrà individualmente cambiare comportamento
stando a casa perché lo sciopero avrà esito negativo e
nessuno dei non partecipanti vorrà partecipare perché lo
sciopero è già un successo senza di loro.
Il caso di un bene a blocchi
Così, perché uno “sciopero” nell’esempio
precedente abbia successo, esattamente K
individui devono credere che loro, e solo loro,
sono disposti a partecipare.
Questa intuizione suggerisce che per
determinare il probabile successo dell'azione
collettiva in questa situazione è cruciale la
relazione tra K e n
Differenza tra K e n
Se K = n, cosa pensate che accadrebbe?
Differenza tra K e N
Se K = n, allora non c'è alcun incentivo a non
partecipare (free ride). E’ simile al caso della
weakest-link technology
Tutti devono partecipare per ottenere il bene
collettivo e questo lo sanno tutti. Il bene collettivo
sarà quindi ottenuto.
Se K <n, allora c’è un incentivo a non partecipare.
Tutti sanno che il loro contributo potrebbe non
essere necessario. Se abbastanza persone non
partecipano, il bene collettivo non sarà ottenuto.
Maggiore è la differenza tra K e n, maggiore è
l'incentivo a non partecipare.
Solo poche persone sono tenute a contribuire,
quindi perché non essere uno di quelli che non
contribuisce?
Differenza tra K e N
In conclusione, le forme di azione collettiva
dirette a produrre dei beni a blocchi, come le
proteste, gli scioperi, le rivoluzioni, il lobbying e
così via, hanno meno probabilità di avere
successo quando il numero dei membri del gruppo
necessario per il successo dell’azione collettiva
(K) è significativamente inferiore al numero di
persone che ne trarrebbero beneficio (n).
Il tipo di bene da produrre allontana comunque la
struttura del gioco da quella tipica di un DP
Lezione III: il mercato
•Un caso limite: il caso di Kitty Genovese e la diffusione della responsabilità
• La vita salvata di Kitty vale b; il costo (opportunità) delle telefonata alla
polizia vale c; chiaramente b molto maggiore di c
• Il problema di Kitty non è stata quindi l’indifferenza, ma l’essere osservata
da troppi
Gli altri spettatori
Telefonare
Telefonare
Non telefonare
b-c,…
b-c,..
b,…
0,…
Il tipico
spettatore i
Non
telefonare
Lezione III: il mercato
•La competizione tra squadre di nemici. In questo caso abbiamo due giochi
giocati simultaneamente: entro il gruppo e tra i gruppi
• Differenza tra AC che generano un bene a blocchi o un bene continuo
• Nel caso del bene a blocchi, in certe circostanza l’AC è risolta dalla
esistenza di una competizione tra squadre (se c’è la percezione che i due
gruppi sono di uguale dimensione e che tutti i nemici sono pronti a
cooperare). Nel caso di un bene continuo (in cui i payoff distribuiti sulla
base del differenziale di quanto cooperano i due gruppi), laddove i costi
marginali sono superiori ai benefici marginali per ogni singolo individuo,
la competizione tra squadre non risolve il dilemma della cooperazione
(rimane un DP! Io sto meglio se tutti gli altri del mio gruppo, compreso me,
partecipano rispetto a non partecipare; ma come individuo ho un incentivo
a free-riding)
•Effetto positivo (se le azioni di un gruppo generano esternalità negative
sull’altro gruppo) o negativo (ad esempio una alleanza militare) sulla AC
Lezione III: il mercato
•La competizione tra squadre di nemici: quanto appena visto spiega
perché spesso la competizione intra-gruppo presentata come nei
termini: “o tutto o niente” e in cui c’è una forte enfasi sulla
“decisività” della partecipazione di ognuno (“tu puoi fare la
differenza”)
•In questo ultimo caso, esiste la possibilità di generare un equilibrio
in cui tutti partecipano. E’ la necessità di superare il dilemma della
cooperazione che spinge a drammatizzare il conflitto tra gruppi
• Ma la competizione tra gruppi potrebbe avere una ricaduta negativa
per l’intera collettività (pensate al caso del conflitto tra due gruppi
etnici). Come fare? Da un lato rappresentare (framing) lo scontro
come una situazione in cui “qualcuno perde un po’, qualcuno vince
un po’”. Dall’altro sottolineare la futilità della partecipazione
individuale
Lezione III: il mercato
• Una valutazione complessiva delle soluzioni di mercato
• Sono incomplete: è vero che cambiando le aspettative, il contesto
di scelta e altri aspetti della scelta individuale, possiamo risolvere il
dilemma della cooperazione…
• Ma da dove derivano questi cambiamenti? Rimane un approccio
utile, ma occorre considerarlo in un quadro più ampio
• Back to the context! Comunità, contratto e gerarchia
Lezione VI:
la gerarchia
Lezione VI: la gerarchia
•
Gerarchia: ordine pianificato e contingente
•
Esiste adesso un terzo attore (il Leviatano, lo Stato, lo
sceriffo) che monitora il comportamento dei giocatori ed ha il
potere di distribuire punizioni a persone che non cooperano
(assumere che punisca solo chi si comporta da “free rider”
non cambia sostantivamente i risultati. Provate voi…)
•
Gli stessi giocatori potrebbero avere un interesse a delegare
potere a questo terzo attore al fine di produrre un esito
migliore per tutti loro che sarebbe altrimenti irraggiungibile
•
L’idea del contratto sociale rinvia a questa situazione
(Hobbes)
•
Ma la presenza di un terzo attore risolve sempre il dilemma
della cooperazione? E conviene sempre?
Lezione IV: la gerarchia
• Il gioco in assenza dello Stato. Il solito Dilemma del
Prigioniero
Giocatore 2
Coopera
Coopera
Non coopera
3, 3
1, 4
4, 1
2, 2
Giocatore 1
Non
coopera
Nuovi Payoff con lo Stato: impone una
penalità p a chi non coopera
Esito
Descrizione
Attore A
Attore B
E1
Attore A non coopera,
Attore B coopera.
4-p
1
E2
Attore A non coopera,
Attore B non coopera.
2-p
2-p
E3
Attore A coopera,
Attore B coopera.
3
3
E4
Attore A coopera,
Attore B non coopera.
1
4-p
Un DP con una gerarchia
Attore B
Cooperare
Cooperare
Non Cooperare
3,3
1,4-p
4-p,1
2-p,2-p
Attore A
Non
Cooperare
Lezione IV: la gerarchia
La creazione di uno stato che punisce è sufficiente ad
indurre comportamenti virtuosi da parte degli individui?
Dipende.
Un DP con una gerarchia
Attore B
Cooperare
Cooperare
Non Cooperare
3,3
1,4-p
4-p,1
2-p,2-p
Attore A
Non
Cooperare
Se lo stato sceglie una punizione (p) sufficientemente grande, i
giocatori scelgono di cooperare.
Quanto grande deve essere p in questo
gioco?
Un DP con una gerarchia
Attore B
Cooperare
Cooperare
Non Cooperare
3,3
1,4-p
4-p,1
2-p,2-p
Attore A
Non
Cooperare
p deve essere più grande di 1.
Perchè?
Un DP con una gerarchia
Attore B
Cooperare
Cooperare
Non Cooperare
3,3
1,4-p
4-p,1
2-p, 2-p
Attore A
Non
Cooperare
Individui preferiscono non defezionare quando 3> 4-p e
1> 2-p.
Ciò accade quando p> 1.
Lezione IV: la gerarchia
Problema risolto, giusto?
Non esattamente…due problemi: a) lo stato non è
onnisciente; b) lo stato (così come qualunque soluzione
centralizzata) ha un costo
Partiamo dal primo problema: ora lo Stato è in grado di
scoprire un comportamento cooperativo con una certa
probabilità pari a “x”. Di conseguenza con una
probabilità “1-x” un free-rider è in grado di farla franca…
Nulla di così sconvolgente…basta osservare al rapporto
tra numero di furti e numero di arresti in ogni città
Lezione IV: la gerarchia
In questo senso, se io non coopero e l’altro giocatore
coopera, adesso io con probabilità “x” mi aspetto di
ottenere (4-p) e con probabilità “1-x” di ottenere (4),
ovvero la mia utilità attesa sarà pari a: (4-p)*x+4*(1-x)
Allo stesso modo se defezioniamo entrambi, ora la mia
utilità attesa diventa (2-p)*x+2*(1-x)
Un DP con una gerarchia non onnisciente
Attore B
Cooperare
Cooperare
Non Cooperare
3,3
1, (4-p)*x+4*(1-x),
(4-p)*x+4*(1-x),1
(2-p)*x+2*(1-x),
(2-p)*x+2*(1-x)
Attore A
Non
Cooperare
Quanto grande deve essere p in questo
gioco?
Un DP con una gerarchia non onnisciente
Attore B
Cooperare
Cooperare
Non Cooperare
3,3
1, (4-p)*x+4*(1-x),
(4-p)*x+4*(1-x),1
(2-p)*x+2*(1-x),
(2-p)*x+2*(1-x)
Attore A
Non
Cooperare
Quanto grande deve essere p in questo gioco? Deve
essere superiore a 1/x. In questo senso, se “x” è
basso p deve crescere, e viceversa quando “x” è
molto basso
Lezione IV: la gerarchia
Secondo problema: b) lo stato (così come qualunque
soluzione centralizzata) ha un costo
MA chi sarà il sovrano e perché dovrebbe farci un favore
agendo come il nostro poliziotto?
Un argomento comune è che i membri di un gruppo
potrebbero avere un rapporto di scambio con lo stato. Il
sovrano si impegna ad agire come un poliziotto in cambio
di tasse pagate dai cittadini.
Un DP con una gerarchia
Attore B
Cooperare
Cooperare
Non Cooperare
3-t,3-t
1-t,4-p-t
4-p-t,1-t
2-p-t,2-p-t
Attore A
Non
cooperare
Possiamo pensare a t come al costo della soluzione
centralizzata non solo in termini finanziari, ma anche come
possibile rischio di un cattivo comportamento da parte della
stessa (una volta che gli viene delegato il potere)
Lezione IV: la gerarchia
Siccome lo stato esige entrate fiscali per svolgere il
proprio lavoro, non è immediatamente evidente che il
cittadino preferisca la cooperazione in presenza dello
stato rispetto all’assenza della stessa.
Molto dipenderà dall'aliquota d'imposta.
In assenza di gerarchia
C
In presenza di gerarchia
NC
C
NC
C
(3,3)
(1,4)
C
(3-t,3-t)
(1-t,4-p-t)
NC
(4,1)
(2,2)
NC
(4-p-t,1- (2-p-t,2-p-t)
t)
Indicato l'EN in ogni gioco
Solo se lo stato non fa pagare tasse troppo elevate
(3-t> 2, o 1> t) e se la punizione è sufficientemente severa (p>1
o p>1/x se c’è incertezza), la vita sarà migliore con lui che
senza di lui.
Lezione IV: la gerarchia
Lo stato può essere una soluzione al dilemma della
cooperazione. Perché ciò avvenga, però, la punizione inflitta
dallo stato quando non si coopera deve essere
sufficientemente grande da indurre gli individui a cooperare
Dall’altro lato, l’imposizione fiscale dello stato per
permettergli di agire come poliziotto non deve essere così
grande da far sì che le persone preferiscano la non
cooperazione alla cooperazione
Data la struttura di vincite che abbiamo adottato, questo
richiede che
1.
p > 1/x (la punizione deve essere sufficientemente grande).
2.
t <1 (la tassazione, o il rischio della presenza del
Leviatano, deve essere sufficientemente piccolo)
Lezione IV: la gerarchia
Notate che un agente esterno potrebbe anche decidere di
premiare invece che di punire per indurre la cooperazione
Chiamiamo “incentivi selettivi” quegli incentivi che si
possono distribuire ai singoli individui per il loro
comportamento, indipendentemente da quello che faranno
gli altri
In questo senso gli “incentivi selettivi” sono esattamente
come dei beni privati: escludibili e rivali
Gli incentivi selettivi distribuiti dalla “gerarchia” possono
quindi essere positivi (premi) o negativi (punizioni, come
avviene nell’esempio visto in precedenza)
Chiamiamo “b” il premio che si da a chi sceglie di cooperare
(ad esempio la rivista gratuita che mi danno quando pago la
quota di iscrizione annuale alla Società italiana di scienza
politica)
Il gioco, e tutte le sue conclusioni già viste più sopra, non si
modificano
Un DP con una gerarchia che premia invece
di punire
Attore B
Cooperare
Non Cooperare
Cooperare
3+b,3+b
1+b,4
4,1+b
2,2
Attore A
Non
Cooperare
Se lo stato sceglie un premio (b) sufficientemente grande, i
giocatori scelgono di cooperare.
Quanto grande deve essere b in questo
gioco?
Un DP con una gerarchia che premia invece
di punire
Attore B
Cooperare
Non Cooperare
Cooperare
3+b,3+b
1+b,4
4,1+b
2,2
Attore A
Non
Cooperare
Se lo stato sceglie un premio (b) sufficientemente grande, i
giocatori scelgono di cooperare.
Quanto grande deve essere b in questo
gioco? b>1
Lezione IV: la gerarchia
• Una valutazione complessiva della soluzione gerarchica
E’ incompleta: gli incentivi selettivi possono garantire la produzione di un
bene collettivo (attraverso la cooperazione). Ma allora, e proprio per questo,
non sono altro che un nuovo tipo di bene collettivo (di cui tutto il gruppo
beneficia)
In questo senso il dilemma della cooperazione si sposta semplicemente
all’indietro, ovvero alla produzione degli incentivi selettivi
Certamente un attore esterno potrebbe decidere di investire in prima persona
nella produzione di questi incentivi selettivi. Ma per ottenere in cambio che
cosa? Un premio, risorse, potere…
Pur tuttavia, sebbene la presenza della gerarchia potrebbe risolvere il
dilemma della cooperazione…
Chi controlla che l’autorità gerarchica faccia esattamente quello che è
meglio per noi, invece che per lui?
Ma controllare l’autorità gerarchica è a sua volta un bene collettivo…
Lezione V:
la comunità
Lezione V: la comunità
• Comunità: ordine non pianificato e contingente
• Dall’atomo alla comunità: gli individui condividono
qualche cosa. Come minimo, una storia comune.
• Più in dettaglio:
• Gli attori possono condividere un meccanismo
mutuamente compatibile per la formazione di
aspettative sul comportamento altrui
• Gli attori possono condividere norme-valori che
superano l’interesse auto-orientato
Lezione V: la comunità
• Conoscenza comune e la formazione delle aspettative
• La convergenza di aspettative: differenza tra giochi con un solo
equilibrio (DP) o con equilibri multipli (pollo, assicurazione, DP
ripetuto: si veda oltre)
• Laddove c’è una strategia dominante, tale aspettative sul
comportamento altrui non contano. Tuttavia, laddove siamo in
presenza di equilibri multipli, l’ottimismo o il pessimismo di un
giocatore sulle scelte altrui di cooperare o meno contano per
identificare quale equilibrio si formerà
• In un gioco dell’assicurazione, l’ottimismo sul comportamento altrui
in equilibrio è soddisfatto. E questo aiuta a rafforzare l’ottimismo di
partenza dei giocatori e a diffonderlo nel contesto. L’opposto nel caso
del pessimismo. Potremmo così avere un circolo virtuoso che si autosostiene o un circolo vizioso difficile da «rompere» a seconda dei
differenti contesti e della loro rispettiva storia
Lezione V: la comunità
•Valori comuni: indebolire l’egoismo
Giocatore 2
Coopera
Coopera
Non coopera
C,C
C,D
D,C
D,D
Giocatore 1
Non
coopera
Lezione V: la comunità
•Indebolire l’egoismo (I):
• Le persone hanno differenti regole morali (e quindi differenti
ordinamenti di preferenze): questo produce differenti equilibri!
• L’etica dell’individuo auto-orientato:
(D,C)>(C,C)>(D,D)>(C,D)
• L’etica del cooperatore condizionale (ma tentato):
(C,C)>(D,C)>(D,D)>(C,D)
• L’etica del cooperatore condizionale virtuoso:
(C,C)>(D,D)>(D,C)=(C,D)
• L’etica del cooperatore non condizionale:
(C,C)>(C,D)>(D,D)>(D,C)
Lezione V: la comunità
• Indebolire l’egoismo (II):
• Come conseguenza del punto precedente, le persone possono
anche massimizzare funzioni differenti
• Il concetto di altruismo (positivo e negativo)
• Se io sono altruista, la mia funzione di utilità diventa: Ui =
aipi+bjpj (dove i,j=1,2; i diverso da j)
• Quando bj=0 e ai è positivo, io sono solamente autointeressato;
quando ai è zero e bj è positivo sono puramente altruista; quando
ai non è zero e bj è positivo, sono un altruista positivo; quando
ai non è zero e bj è negativo, sono un altruista negativo; quando
ai è negativo sono un “masochista”
Lezione V: la comunità
• Indebolire l’egoismo (II):
Giocatore 2
Coopera
Coopera
Non coopera
(a+b)C, (a+b)C
aC+bD,aD+bC
aD+bc,Ca+bD
(a+b)D, (a+b)D
Giocatore 1
Non
coopera
Supponiamo che il gioco di partenza sia un DP, ovvero,
(D,C)>(C,C)>(D,D)>(C,D). L’esistenza di altruismo cosa cambia?
Lezione V: la comunità
Giocatore 2
Coopera
Coopera
Non coopera
(a+b)3, (a+b)3
a1+b4,a4+b1
a4+b1,a1+b4
(a+b)2, (a+b)2
Giocatore 1
Non
coopera
Supponiamo per semplificare che a=1. Allora la funzione di utilità
per i diventa: Ui = pi+bjpj (dove i,j=1,2; e 0<bj<1) . Quanto deve
essere b per produrre un EN di mutua cooperazione?
Lezione V: la comunità
Giocatore 2
Coopera
Coopera
Non coopera
(a+b)3, (a+b)3
a1+b4,a4+b1
a4+b1,a1+b4
(a+b)2, (a+b)2
Giocatore 1
Non
coopera
Supponiamo per semplificare che a=1. Allora la funzione di utilità
per i diventa: Ui = pi+bjpj (dove i,j=1,2; e 0<bj<1) . Quanto deve
essere b per produrre un EN di mutua cooperazione? b>1/2.
Ovvero il giocatore i deve essere almeno un po’ altruista
Lezione V: la comunità
Giocatore 2
Coopera
Coopera
Non coopera
(a+b)3, (a+b)3
a1+b4,a4+b1
a4+b1,a1+b4
(a+b)2, (a+b)2
Giocatore 1
Non
coopera
Supponiamo che a=0 e b>0 (i è un puro altruista positivo).
Assumiamo che b=1. Quale equilibrio?
E se b=-1 (ovvero i è un puro altruista negativo)?
Lezione V: la comunità
Giocatore 2
Coopera
Coopera
Non coopera
a3-b3, a3-b3
a1-b4,a4-b1
a4-b1,a1-b4
a2-b2, a2-b2
Giocatore 1
Non
coopera
Un esempio tratto dalle relazioni internazionali. Cosa succede se i
due giocatori sono rivali e sono interessati a massimizzare la
differenza del payoff che ottengono? Sono cioè interessati ai
guadagni relativi rispetto ai guadagni assoluti? Ui = max (aipi-bjpj)
Lezione V: la comunità
• Indebolire l’egoismo:
• Cosa abbiamo appreso? Con la giusta funzione di utilità, o, e in
modo equivalente, con le giuste regole morali, il Dilemma della
Cooperazione può essere risolto
Lezione V: la comunità
• Una valutazione complessiva della soluzione della comunità
• I rischio di spiegazioni triviali e tautologiche. Spiega troppo?
Spiega tutto (eliminando il problema)?
• “To assume altruism or unselfishness would prevent the
construction of theory about how persons come to act on
behalf of others or on behalf of a collectivity when it goes
against their private interests” (Coleman 1990): la lezione dei
Founding Fathers
Lezione VI:
il contratto
Lezione VI: il contratto
•
Contratto: ordine pianificato e spontaneo
•
Dalla mano invisibile a quella visibile:
 Nel mercato i cooperatori potenziali agiscono in
modo indipendente in una situazione
interdipendente
 Nel contratto, i partecipanti cercano di sviluppare
le proprie regole e le proprie istituzioni per evitare
il problema del free-riding
•
Una visione ottimistica dell’agire umano
Lezione VI: il contratto
• L’auto-governo richiede:
1. Disegnare le regole
2. Modificare le regole
3. Risolvere le dispute
4. Monitorare le regole
5. Applicare le regole
• Come far aderire nel tempo le persone al contratto
senza ricorso alla gerarchia?
Lezione VI: il contratto
•
Elinor Ostrom (Premio Nobel 2009) nel suo libro
Governing the Commons discute diversi esempi di
tentativi di gestire problemi di azione collettiva, in
particolare in relazione alla gestione dei commons
•
Uno degli aspetti più rilevanti dei casi studiati da Ostrom
è la loro varietà: alcuni tentativi hanno successo, altri no
•
La maggior parte dei tentativi di successo ha sfruttato
alcune caratteristiche del contesto locale per gestire in un
modo appropriato il sistema di interdipendenza
•
In particolare, possiamo identificare alcuni aspetti
ricorrenti di tali tentativi
Lezione VI: il contratto
1. E’ fondamentale presentare un gruppo di potenziali
partecipanti identificabili e stabile
2. E’ molto importante che i membri del gruppo
possano comunicare facilmente tra loro
3. I benefici della cooperazione devono essere
sufficientemente rilevanti da rendere accettabile il
costo del monitoraggio del comportamento altrui e
dell’applicazione delle regole di cooperazione
• Perché questi fattori sono importanti? E perché in
alcuni casi non sono sufficienti?
Lezione VI: il contratto
•
•
•
Spesso i giochi (ovvero le interdipendenze strategiche)
sono giocati più di una volta!
In effetti, gli attori entro un dato contesto, si trovano
normalmente ad affrontare lo stesso problema di azione
collettiva periodo dopo periodo. In queste situazioni,
delle azioni non coordinate possono produrre dei costi
considerevoli
L’esistenza di interazioni ripetute introduce una
dimensione completamente nuova ai problemi che
abbiamo sinora affrontato. Perchè?
Lezione VI: il contratto
• Quando un gioco è giocato ripetutamente, un
giocatore deve confrontare la tentazione del free-rider
nel breve periodo con le probabili conseguenze (o
ritorsioni) nei periodi futuri da parte di chi è stato
vittima di tale comportamento
• In altri termini la ripetizione del gioco permette ai
giocatori di adottare una strategia condizionale
(rispetto alla storia del gioco, e alle strategie proprie
ed altrui)
Lezione VI: il contratto
• I giochi ripetuti
• In un gioco ripetuto, una strategia rinvia all’intera
serie di azioni da compiere lungo il gioco
• Immaginate un DP ripetuto ma in cui i giocatori sanno
quando finirà l’interazione. E’ sufficiente questa
ripetizione per influenzare le aspettative e il
comportamento individuale?
Lezione VI: il contratto
• I giochi ripetuti
• In un gioco ripetuto, una strategia rinvia all’intera serie di
azioni da compiere lungo il gioco
• Immaginate un DP ripetuto ma in cui i giocatori sanno
quando finirà l’interazione. E’ sufficiente questa
ripetizione per influenzare le aspettative e il comportamento
individuale?
•No! Se i giocatori sanno esattamente quando il gioco
finirà, allora avranno un incentivo a defezionare nell’ultima
tornata del gioco. Ma allora la strategia dominante nel
penultimo turno sarà quella di defezionare a sua volta. E
così via per tutti i periodi precedenti
Lezione VI: il contratto
• I giochi ripetuti
• Gioco infinito e/o gioco la cui fine è incerta sono
sostanzialmente equivalenti
• Il ruolo delle preferenze temporali e del fattore di sconto:
persone pazienti e persone impazienti: meglio un uovo oggi
o la gallina domani?
• Il tasso (o fattore) di sconto al tempo t del giocatore i: dti,
dove 0< dti,<1, ci indica il valore all’oggi del pagamento ad
i che verrà effettuato a t periodi dal tempo presente (dove t
può riferirsi a giorni, settimane, mesi, ecc.)
• Come calcolare una somma ripetuta all’infinito
Lezione VI: il contratto
• I giochi ripetuti
• Quattro scenari
• Primo: VA (valore attuale) = a+ad+ad2+ ad3+…+ adn
è VA=a/(1-d)
•Secondo: VA (valore attuale) = ad+ ad2+ ad3+…+ adn è
VA=ad/(1-d)
•Terzo: VA (valore attuale) = a +ad2+ ad4+…+ adn è
VA=a/(1-d2)
•Quarto: VA (valore attuale) = ad +ad3+ ad5+…+ adn+1
è VA=ad/(1-d2)
Lezione VI: il contratto
• I giochi ripetuti
• Lo spazio per delle strategie condizionali: trigger
stategy; grim strategy; tit-for-tat (o del “dente per
dente”)
• Questa ultima strategia richiede che un giocatore inizi
a giocare cooperando, e successivamente copi la
strategia adottata dall’altro giocatore nel turno
precedente. Con tale strategia, una defezione viene
quindi immediatamente punita. Tale punizione è
applicata fino a quando non si produce una risposta
cooperativa da parte dell’altro giocatore
•La superiorità del tit-for-tat sulla grim-strategy
Lezione VI: il contratto
• Tit-for-Tat a due giocatori:
• Dato che alter gioca tit-for-tat, quale è la best-reply per
ego?
• Le condizioni per rendere la cooperazione condizionale una
strategia ottima per ego, dato il comportamento degli altri
Lezione VI: il contratto
Possiamo comprendere il tutto meglio usando al posto dei
numeri dei parametri
Indichiamo con F il payoff del free-rider (“faccio il
furbo”), con C quello che ottengo quando cooperiamo
entrambi (“coopero”), con N quello che ottengo quando
entrambi non cooperiamo (“non coopero”) e con T il
payoff che ottengo quando io coopero e l’altro no
(“vengo tradito”)
Affinchè ci sia un DP, deve essere vero che F>C>N>T
Lezione VI: il contratto
Attore B
Cooperare
Cooperare
Non Cooperare
C,C
T,F
F,T
N,N
Attore A
Non
Cooperare
Lezione VI: il contratto
• Ammettiamo che il giocatore B giochi tit-for-tat. Quale è
la risposta ottimale del giocatore A?
• Affinchè il giocatore A abbia un incentivo a giocare
cooperativo, deve essere vero che: d>(F-C)/(F-N)
• Quindi, la probabilità di cooperare cresce quando: 1) d ↑;
2 C ↑; 3) N ↓
• Come questi risultati si collegano ai fatti empirici notati
in precedenza
Lezione VI: il contratto
• Tit-for-Tat: alcuni spunti
• La cooperazione, anche in un DP, può emergere su
basi egoistiche: i giocatori utilizzano una strategia
dominata nel breve ma non nel lungo periodo
• Il Tit-for-Tat è backward looking e forward looking
• La razionalità coinvolge delle preferenze temporali
oltre che delle aspettative sul comportano altrui
• Norme di reciprocità
Lezione VI: il contratto
• Altre soluzioni intorno al contratto:
•Il logrolling nello spazio (es. i giochi paralleli)
•I giocatori non solamente interagiscono nel
tempo. A volte possono giocare più giochi nello
stesso momento
• L’esempio delle imprese giapponesi. Per quali
ragioni incentivano (incentivavano) i propri
dipendenti ad impegnarsi assieme in attività
sociali fuori dal lavoro?
• Abbiamo due giochi ora. Il gioco del lavoro e
quello dell’interazione sociale
Lezione VI: il contratto
• Affinchè il giocatore A abbia un incentivo a
giocare cooperativo in un singolo gioco ripetuto se
il giocatore B gioca condizionale, deve essere vero
che (come già visto): d>(F-C)/(F-N). Ma adesso i
giochi sono due!
• Ora la strategia condizionale non è solo legata al
tempo, ma anche a quello che i giocatori fanno
nell’altro gioco
•Una tipica strategia condizionale richiede ora di
collegare il comportamento di un giocatore a quello
che l’altro giocatore farà in entrambi i giochi
Lezione VI: il contratto
• Assumiamo che nel secondo gioco (quello sociale) la
cooperazione è sostenibile, ovvero : d>(F-C)/(F-N),
mentre nel primo gioco (quello lavorativo) no, ovvero: :
d<(F-C)/(F-N)
• Chiamiamo Bs i benefici netti della cooperazione nel
secondo gioco (Bs = C/(1-d)-[F+dN/(1-d)]) e Ps le
perdite nette della cooperazione nel primo gioco (Ps =
[F+dN/(1-d)]-C/(1-d))
• Se Bs>Ps, allora per il fatto di aver collegato i due
giochi, la cooperazione del secondo gioco rende
possibile la cooperazione anche nel primo gioco
• Tuttavia, se Bs<Ps, collegare due giochi distrugge la
cooperazione anche nel secondo gioco
Lezione VI: il contratto
•
•
•
•
•
Vediamo la rilevanza di quanto appena visto
I dettagli a volte fanno la differenza!
Un esempio assai utile: i sistemi di irrigazione in Nepal
L’intervento da parte dell’Agency Managed Irrigation
Systems negli anni settanta: per migliorare la produttività
dell’agricoltura, numerosi sistemi di irrigazione tradizionali,
normalmente gestiti dalle stesse comunità di agricoltori,
vennero sostituiti da sistemi nuovi con una struttura
permanente di cemento
Oltre ad essere più moderne, le nuove strutture richiedevano
anche meno manutenzione da parte degli agricoltori per
mantenerle in uno stato efficiente
Lezione VI: il contratto
•
I risultati: in media, i sistemi di irrigazioni nuovi (e più
moderni) dopo pochi anni incominciarono a funzionare molto
peggio di quelli tradizionali. Per quale ragione?
•
Concentrarsi solo sulla tecnologia e sul capitale fisico può
risultare una strategia poco lungimirante se si trascurano
completamente le caratteristiche delle interazioni locali preesistenti: le infrastrutture possono risultare insostenibili senza
l’approccio di appropriate istituzioni (informali)
Vediamo perché
Lezione VI: il contratto
•
•
1.
2.
3.
4.
Come generare delle asimmetrie dannose come effetto nonintenzionale di un intervento ben-intezionato dall’esterno
Affinchè un insieme di agricoltori possa considerare la possibilità di
creare anche una debole forma associativa tra di loro al fine di
costruire un sistema di irrigazione, alcune condizioni devono essere
soddisfatte:
Possesso di un terreno sufficiente per presumere di beneficiare nel
lungo periodo dalla loro azione collettiva
La capacità di comunicare tra di loro in forma continuativa
Una comprensione reciproca del fatto che ciascuno di loro deve
ottenere dei benefici maggiori dei costi dalla azione collettiva
Una comprensione reciproca del fatto che sono loro stessi quelli che
devono applicare le regole su cui si sono accordati per la gestione del
sistema di irrgazione, senza una qualche interferenza esterna
Lezione VI: il contratto
5. Una comprensione reciproca dell’insieme di regole che, se
applicate, possono dissuadere il comportamento di free-riding
individuale (ovvero i guadagni di breve-periodo a scapito di quelli
di lungo periodo)
6. Una comprensione reciproca del fatto che se si accordano su un
insieme di regole e decidono di seguirle, ciascuno si impegnarà a
farlo o altrimenti sarà sanzionato dagli altri
7. Fiducia che la maggior parte degli agricoltori, che si sono accordati
su un insieme di regole condivise, effettivamente seguirà queste
regole, in modo tale da rendere il costo del controllo e della
applicazione di tali regole poco rilevante
•
Se questo insieme di credenze e di aspettative non è alterato
dall’esperienza, un tale insieme di agricoltori potrebbe essere nelle
condizioni di costruire un sistema di irrigazione e operare per
mantenerlo nel lungo periodo
Lezione VI: il contratto
• Di conseguenza, un accordo istituzionale (ovvero, l’insieme di regole che
saranno usate per allocare i benefici di una infrastruttura fisica e per assegnare
la responsabilità del costo di tale infrastruttura) ha successo non semplicemente
perchè crea dei mutui benefici. Ha successo quando chi è chiamato a
contribuire/cooperare al suo mantenimento si aspetta dei benefici netti rispetto
alle potenziali alternative a lui disponibili
• Niente è automatico o deterministico in un simile processo. Ciò che è cruciale
è che gli agricoltori credano che i loro benefici di lungo periodo eccedano i loro
costi di lungo periodo, che definiscano un insieme di regole su cui accordarsi e
che non adottino strategie che mettano in dubbio il delicato equilibrio di
aspettative reciproche che devono presentare al fine di preservare il sistema nel
lungo periodo
• In questo scenario, alcuni agricoltori potrebbero anche beneficiare meno di
altri. Tutti, comununque, devono percepire di stare ottenendo un vantaggio
dalla partecipazione, altrimenti smetterebbero di cooperare
In questo senso gli incentivi individuali dipendono dalla aspettative degli
agricoltori, dalla esistenza di regole da loro stabilite, e dalle loro credenze
sulla distribuzione dei benefici e dei costi
Lezione VI: il contratto
• Assumiamo che ci sia un torrente di montagna e che un gruppo di
agricoltori ha un interesse a deviare tale torrente per farlo arrivare sui
loro terreni. Introduciamo inoltre una asimmetria tra gli agricoltori
legata alla localizzazione fisica del sistema di irrigazione che hanno
intenzione di costruire e di preservare nel tempo (una situazione tipica
in Nepal, dato il suo territorio montagnoso)
• Quando questo accade, alcuni terreni riceveranno acqua prima degli
altri da parte dei canali del sistema di irrigazione. In altri termini, chi è
localizzato alla fonte del sistema (piuttosto che alla foce) presenta
notevoli vantaggi: a) può avere accesso all’acqua prima degli altri, e
quindi può essere portato a non riconoscere pienamente il costo di uno
sfruttamente eccessivo del canale stesso prodotto dalla sue azioni; b)
inoltre, beneficia in modo proporzionalmente minore dai vantaggi legati
a un efficiente mantenimento di quel tratto di canali che si trova dopo il
suo terreno
• Queste asimmetrie sono una fonte di considerevole conflitti in molti
sistemi di irrigazione
Lezione VI: il contratto
torrente
Alcuni agricoltori
vivono qui
Alcuni agricoltori
vivono qui
Lezione VI: il contratto
• Esiste perciò una stretta connessione tra la volontà di investire
nel mantenimento del sistema, le aspettative degli agricoltori sulla
possibilità di ottenere l’accesso all’acqua, le loro aspettive circa la
volotà degli altri di contribuire al buon mantenimento del sistema
stesso e le tensioni che possono esistere entro il gruppo
• Come risolvere questa situazione? Un modo per farlo è di creare
delle regole che in effetti creino, collegando tra di loro, due giochi
differenti: il gioco dell’accesso all’acqua e il gioco del
mantenimento del sistema.
• Perché collegare tra loro questi due giochi dovrebbe risolvere i
problemi?
• Che strategie (credibili) questo collegamento rende possibili?
Lezione VI: il contratto
• Il collegamento tra i due giochi rende possibile il seguente
comportamento:
• Chi sta alla fonte del sistema si impegna a non prendere
troppa acqua nel primo gioco, mentre chi sta alla foce dello
stesso si impegna a fornire una quantità molto maggiore degli
altri nel mantenimento del sistema di irrigazione nel secondo
gioco
• Entrambi gli impegni sono credibili perchè mantenere un
sistema di irrigazione tradizionale in buone condizioni richiede
una grande quantità di lavoro
• Ovvero per entrambi i gruppi è vero che Bs>Ps una volta che i
due giochi diventano connessi/collegati tra di loro
Lezione VI: il contratto
•Naturalmente, gli agricoltori che stanno alla foce del
sistema hanno maggiore potere contrattuale nei confronti di
chi sta alla fonte dello stesso se l’ammontare di risorse
richieste per il mantenimento dello stesso in buone
condizioni è relativamente grande
•Questa analisi ci fornisce una risposta al perchè molti
sistemi di irrigazione gestiti in precedenza in modo efficace
sono collassati una volta che sono stati modernizzati
attraverso un intervento esterno (e ben intenzionato…)
Perché?
Lezione VI: il contratto
• Chi ha pensato a una tale politica di sviluppo, considerava
ogni riduzione nella quantità di lavoro necessaria al
mantenimento in buone condizione del sistema di irrgazione
come un (ulteriore) beneficio del progetto
• Al contrario, l’impatto potenziale di questa scelta sul
relativo potere contrattuale dei diversi gruppi di agricoltori (e
sul suo cambiamento) era una questione completamente
trascurata
Lezione VI: il contratto
• Quello che tuttavia è successo è che la credibilità delle precedenti
regole è collassata, dato che Bs<Ps almeno per chi stava alla fonte del
sistema
• Questo ha implicato che questi ultimi hanno avuto meno incentivi a
considerare compiutamente le conseguenze delle loro azioni (in termini
di acqua acquisita o di mancanza di investimento nel mantenimento del
sistema) sugli altri. Infatti, proprio perchè più efficienti e costruite in
cemento, la struttura di canali era nelle condizioni di funzionare bene
per alcuni anni senza alcun intervento di manutenzione. Ma allora anche
per chi stava alla foce del sistema Bs<Ps
• Naturalmente, presto o tardi la produttività del sistema è diminuita
drasticamente, ad un livello inferiore a quello che succedeva prima
dell’intervento esterno. E questo può creare delle notevoli tensioni entro
una comunità che riusciva a lavorare assieme in precedenza grazie a un
delicato insieme di aspettative
Lezione VI: il contratto
• Se gli agricoltori avessero dovuto ripagare il costo
dell’investimento in capitale fisico in qualche modo
(attraverso tasse o altro), allora il gruppo di agricoltori alla
foce del sistema si sarebbe di nuovo trovato in una migliore
relazione contrattuale con chi stava alla fonte del sistema. In
altri termini è stato proprio il fatto di essere “gratuito” che ha
reso le conseguenze dell’intervento esterno così dannose
Lezione VI: il contratto
• Cosa abbiamo appreso in termini di progettazione di politiche
per lo sviluppo?
• Le politiche e i programmi per lo sviluppo non devono essere
pianificati senza considerare le caratteristiche specifiche del
contesto in cui tali programmi dovranno essere implementati
(incluso l’esistenza di istituzioni pre-esistenti). Al contrario
dovrebbero sfruttare tali caratteristiche
•Quando un programma fornisce dei beni o servizi privati, il
dilemma della cooperazione è meno rilevante rispetto a quelle
situazioni in cui quello che è in gioco sono dei beni o servizi
collettivi
•Questo aspetto diventa ancora più urgente una volta che
consideriamo la popolarità che godono concetti quali coproduzione, sviluppo partecipato, progetti bottom-up nella più
recente letteratura (e nelle OI)
Lezione VI: il contratto
• Una valutazione complessiva della soluzione del
contratto
1. Tutte le strategie condizionali richiedono molte
informazioni e delle persone pazienti (e in gruppo di
dimensioni elevate questo è difficile…)
2. Il problema della credibilità della punizione
3. Strategie ottimali e strategie dominanti: dal Folk
Theorem agli equilibri multipli
•La soluzione del contratto è come le precedenti
incompleta…necessita ad esempio della comunità
Il dilemma della cooperazione
• Riassumendo
1. Ogni volta che un gruppo di individui è chiamato ad impegnarsi in
una azione collettiva, la tentazione del free-rider è sempre
presente
2. Questo implica che l’esistenza di benefici mutui della
cooperazione di per sé non garantisce il successo di una azione
collettiva
3. Detto questo, gli individui non sono intrappolati sempre in un
equilibrio di mutua defezione. A seconda delle caratteristiche e
delle condizioni interne ed esterne, la cooperazione è possibile
4. Noi abbiamo visto delle potenziali soluzioni al problema. Quello
che abbiamo appreso è che non sempre sono sufficienti, e spesso
per avere successo, richiedono di complementarsi a vicenda