Il dilemma della cooperazione - Dipartimento di Scienze sociali e
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Il dilemma della cooperazione - Dipartimento di Scienze sociali e
Azione collettiva, cooperazione e politiche per lo sviluppo Luigi Curini Università degli Studi di Milano, Dip. Studi Sociali e Politici [email protected] http://www.socpol.unimit/docenti/curini Ricevimento: martedì stanza 316 dalle 9.30 alle 12.30 Obbiettivi del corso Scopo del corso è quello di familiarizzare gli studenti ai problemi di azione collettiva che caratterizzano tutte quelle situazioni in cui un gruppo di individui è chiamato a cooperare in vista della produzione di un bene pubblico e/o del mantenimento di una risorsa comune Le conseguenze di queste situazioni verranno discusse in relazione alle politiche e ai progetti di sviluppo A tale scopo, faremo un ampio ricorso alle intuizioni che derivano dall’utilizzo della teoria dei giochi Testi per l’esame Appunti delle lezioni, integrati con: Lichbach M.I. (1996), The Cooperator’s Dilemma, Ann Arbor, The University of Michigan Press, cap. 1, 2, 4 Curini L. (2004), Il dilemma della cooperazione. Capitale sociale, sviluppo, cooperazione, Milano: V&P Università, cap.1 e 3 Modalità esame Per studenti frequentanti: • Partecipazione durante le lezioni (e alla lavagna!!!) • Prova finale scritta nell’ultimo incontro • Registrazione del voto il 28 marzo ore 10 aula 12 Per studenti non frequentanti: • Prova scritta • Date appelli 2011/12: 29 giugno, 19 luglio, 12 settembre Un esempio introduttivo - 1 • Ci impegneremo ora in una attività che ci aiuterà a comprendere meglio alcuni dei temi che discuteremo in seguito • Per favore, organizzatevi in gruppi di 4 persone Un esempio introduttivo - 2 1. Ciascuno di voi rappresenta il capo-famiglia di un nucleo famigliare che è a rischio di inedia. Per permettere alla vostra famiglia di sopravvivere, siete chiamati a pescare un numero di pesci sufficiente a tale scopo. La sola fonte di cibo è un piccolo lago che contiene 16 pesci e a cui ciascuno di voi può ottenere un libero accesso. Naturalmente a voi interessa il benessere della vostra famiglia! Non è vero? 2. Una volta all’anno avete la possibilità di pescare e ogni volta potete scegliere se pescare 0, 1, 2, 3 o 4 pesci dal lago. Questa rimane una scelta completamente libera da parte vostra. Ad ogni modo, se pescate 1 solo pesce, la vostra famiglia soffrirà ancora di fame. Se voi pescate più di 2 pesci, potete venderli in cambio di un profitto al mercato (e naturalmente il benessere della vostra famiglià crescerà di conseguenza). Tenete il pesce che “pescate” di fronte a voi (potrete mangiarlo più tardi…) Un esempio introduttivo - 3 3. Se la vostra famiglia muore di inedia (per colpa vostra!!!), ovviamente non può pescare l’anno successivo 4. Non potete parlare tra di voi mentre pescate (altrimenti i pesci scappano!) 5. I pesci nel lago si riproducono una volta all’anno. Nessun pesce nel lago, nessun nuovo piccolo pesce il prossimo anno! 6. Alla fine di ciascuna tornata (anno), per favore chiamatemi prima di compilare la tabella 7. Il ciclo dura 3 anni. Poi fermatevi Un esempio introduttivo - 4 Domande per la discussione (parte 1): 1. Ciascuno di voi ha provato a pescare il maggior numero di pesci possibile? Perchè o perchè no? 2. C’è stato qualcuno che ha sacrificato un certo numero di pesci per il bene della comunità? Perchè o perchè no? 1a. Ripetiamo il ciclo per altri 3 anni. Vi ricordo che non potete parlare tra di voi Un esempio introduttivo - 5 Domande per la discussione (parte 2): 3. La seconda volta…quanti di voi hanno cambiato strategia (se lo hanno fatto)? Fa differenza sapere come vengono divise le ricompense (ovvero, come i pesci si riproducono)? 4. E’ possibile massimizzare al tempo stesso il numero di pesci pescati da ciascuno di voi E il numero di pesci che rimangono nel lago? Perchè o perchè no? Il dilemma della cooperazione • Quali servizi? Quali problemi? Escludibilità e rivalità di consumo e/o di utilizzo Rivalità di consumo o di utilizzo Completa Completa Escludibilità Assente Assente Le caratteristiche dei beni • I benefici prodotti dal consumo/utilizzo di un bene sono escludibili (ovvero l’escludibilità è completa) quando è relativamente facile (economicamente fattibile) escludere qualcuno dall’ottenerli una volta che il bene in questione è reso disponibile. I benefici di un bene sono non-escludibili (ovvero l’escludibilità è assente) quando nessuno può essere escluso dal derivere dei benefici da un bene una volta che tale bene è disponibile • I benefici prodotti dal consumo/utilizzo di un bene sono rivali (ovvero la rivalità è completa) quando il consumo di una unità del bene in questione da parte di un individuo rende tale unità non più disponibile per il consumo da parte di altri individui. I benefici sono non-rivali (ovvero la rivalità è assente) quando il consumo di una unità del bene in questione da parte di un individuo non influenza in alcun modo la possibilità da parte di altri individui di consumare questa stessa unità Il dilemma della cooperazione • Quali servizi? Quali problemi? Escludibilità e rivalità di consumo o di utilizzo Rivalità di consumo o di utilizzo Completa Completa Assente Beni privati Beni tariffabili/di club Beni di proprietà comune Beni pubblici Escludibilità Assente Beni privati e beni tariffabili • Un bene privato è un bene caratterizzato da una escludibilità e da una rivalità completa • Un bene tariffabile è un bene caratterizzato da una escludibilità completa e da una rivalità assente • Illustratemi qualche esempio di bene privato • Illustratemi qualche esempio di bene tariffabile Beni pubblici • Una prima proprietà dei beni pubblici è legata al fatto che i benefici che gli individui derivano dalla loro presenza sono non-escludibili • Una seconda proprietà dei beni pubblici è legata al fatto che i benefici che gli individui derivano dalla loro presenza sono non-rivali • Illustratemi qualche esempio di bene pubblico • Che ne pensate del mantenimento dell’ordine pubblico? Della costruzione di un faro? Della riduzione delle emissioni di CO2? Beni di proprietà comune • I beni di proprietà comune sono beni pubblici caratterizzati dall’essere non-rivali • Quali sono quelle risorse naturali che rientrano in questa categoria (a livello locale o globale)? • Le risorse idriche • Le foreste • Gli animali (balene, ecc.) Il dilemma della cooperazione • Quali servizi? Quali problemi? Escludibilità e rivalità di consumo o di utilizzo Rivalità di consumo o di utilizzo Completa Escludibilità Assente Completa Assente Beni privati (beni di consumo: pane, scarpe) Beni tariffabili/di club (autostrada, la TV via cavo) Beni di proprietà comune (risorse naturali: una riserva ittica, una riserva idrica, un pascolo) Beni pubblici (ordine pubblico, disinfestazione dalle zanzare, un faro) Il dilemma della cooperazione • I beni la cui escludibilità è difficile da ottenere generano dei problemi per qualunque organizzazione umana (stato, comunità, ecc.) • Se un bene collettivo è infatti fornito dalla Natura o dagli sforzi di altre persone, ciascun individuo sarà nelle condizioni di avvantaggiarsi di tale bene proprio perché non può essere escluso dal suo utilizzo o godimento. Un po’ di definizioni: • Un bene collettivo è qualunque bene o servizio a cui un gruppo di individui è interessato (ovvero da cui ciascuna persona pensa che deriverà un beneficio) e che se presente in qualsivoglia unità, produce benefici non escludibili. In questo senso: • Una azione collettiva è qualunque attività diretta a fornire (o a preservare) dei beni collettivi • Ma è proprio qua che emerge il dilemma della cooperazione: è nell’interesse collettivo di tutti, ma in quello individuale di nessuno, contribuire al benessere sociale. Perché questo risultato? Il dilemma della cooperazione • Laddove il contributo individuale richiesto nel produrre o nel mantenere un bene collettivo è volontario, ciascuno avrà un incentivo a comportarsi da free-rider, sfruttando qualunque quantità del bene in questione liberamente disponibile, senza pagarne i relativi costi. Ma se alcuni hanno successo nell ’ adottare tale strategia, altri avranno un incentivo a seguirne l’esempio, e così via… • Una conseguenza di tale situazione è che un gruppo di individui potrebbe incontrare molti problemi a fornire autonomamente nel caso di un bene pubblico (o di preservare nel caso di una risorsa comune) un livello soddisfacente (ovvero, socialmente efficiente) di tale bene. Qua nasce il fallimento della mano invisibile Il dilemma della cooperazione • In questo senso, non è affatto scontato che un gruppo di individui che presentino un interesse comune sia anche in grado di agirevolontariamente in modo tale da perseguire effettivamente tale interesse • Un problema di azione collettiva emerge dunque ogni qual volta degli individui interagiscono per produrre un bene collettivo e laddove una cooperazione mutuamente vantaggiosa è minacciata da un comportamento strategico individuale • Una prospettiva teorica per analizzare questi dilemmi sociali: la teoria dei giochi La teoria dei giochi - I Che cosa è la teoria dei giochi? La teoria dei giochi si occupa di analizzare i comportamenti strategici, ovvero tutte quelle situazioni (ovvero giochi) in cui la capacità di un individuo di raggiungere i suoi obiettivi dipende dalle scelte operate da altri attori Un comportamento strategico coinvolge anche un riconoscimento di questa interdipendenza e dalle aspettative che da ciò derivano I giochi hanno un insieme di giocatori, che hanno ciascuno una serie di possibili scelte da fare. Una "strategia" di un gioco è un piano di azione completo che specifica cosa dovrebbe fare un giocatore in ogni circostanza possibile Per risolvere un gioco, dobbiamo individuare le strategie che utilizzerebbe un decisore razionale. Ma cosa significa essere razionale? Un decisore razionale presenta un ordinamento di preferenze completo e transitivo La teoria dei giochi - II I giochi hanno regole su come vengono prese decisioni strategiche. La regola di base è che i giocatori scelgono di fare quello che credono sia nel loro interesse (qualunque esso sia) Gli interessi di ciascun giocatore si riflettono nei payoff (pagamenti e ricompense) associati ad ogni esito del gioco I giocatori preferiscono payoff superiori a payoff inferiori Un gioco può essere rappresentato da un albero di gioco (i giochi in forma estesa) o da una matrice dei payoff (giochi in forma normale o strategica) Nei giochi in forma estesa i giocatori compiono le proprie scelte in sequenza. In forma normale le scelte sono prese simultaneamente (o senza sapere le scelte altrui) La teoria dei giochi Un concetto importante per soluzione di giochi è l’equilibrio di Nash. Un "equilibrio di Nash" è un insieme di strategie (una per ogni giocatore) tale per cui nessun giocatore ha un incentivo a cambiare unilateralmente strategia Soluzione di un Gioco Un aiuto dal cinema: http://www.youtube.com/watch?v=9yy20NT8Qc&feature=related Un esempio di gioco in forma estesa Il gioco degli innamorati (litigiosi) Antefatto: Adamo ed Eva litigano. Ma in fondo si amano. Tocca però ad Adamo fare la prima mossa (a chi altri se no?) Quella sera però c’è l’Inter in televisione, ed Adamo è (ovviamente) un grande fan dell’Inter Ha quindi di fronte a sé due opzioni per cercare di farsi perdonare: telefonare ad Eva o presentarsi sotto casa sua (magari con un mazzo di rose…) A sua volta Eva ha di fronte a sé due opzioni: perdonare o non perdonare? Come rappresentare tale gioco Il gioco degli innamorati Perdonare Eva Telefonare Ignorare Adamo Andare Perdonare Eva Ignorare Risolvere il gioco In genere i giochi in forma estesa come questo si risolvono con un particolare tipo di equilibrio di Nash chiamato “equilibrio perfetto di Nash nei sottogiochi“ (EPNS). Un sottogioco “è la parte di un gioco che inizia ad un nodo di scelta ed include tutti i nodi successivi.” Il gioco ha tre sottogiochi (uno dei quali è l’intero gioco) perché ci sono tre nodi di scelta (ovvero un punto nel quale un giocatore deve scegliere un’azione) Un "EPNS" è un insieme di strategie tale per cui ogni giocatore ha un equilibrio di Nash in ogni sottogioco. Risolvere il gioco Troviamo i EPNS utilizzando un metodo chiamato "induzione a ritroso”. I giocatori tengono in considerazione le conseguenze delle proprie scelte e, quindi, pensano al futuro. Essi cercano di prevedere come l'altro giocatore risponderà alle loro scelte. Utilizzare l’induzione significa partire dalla fine del gioco e ragionare all'indietro. Cosa farebbe l'altro giocatore se scegliessi X? Cosa farebbe se scegliessi Y? Risolvere il gioco: le preferenze di Adamo Ma prima di fare questo occorre definire i pagamenti (gli esiti) delle varie combinazione di mosse (strategie) dei giocatori Che preferenze per Adamo? Adamo sicuramente preferirà essere perdonato con una telefonata (così potrà vedere comodamente l’Inter), ad essere perdonato andando sotto casa. Ma se non viene perdonato, tanto vale stare a casa a vedere l’altro suo grande amore Come scrivere le preferenze di Adamo Il gioco degli innamorati 4; … Perdonare Eva Telefonare Ignorare Adamo Andare 2; … 3; … Perdonare Eva Ignorare 1; … Risolvere il gioco: le preferenze di Eva Che equilibrio? Dipende tutto a questo punto dalle preferenze di Eva… Nel primo scenario Eva è molto conciliante…e questo si riflette nei pagamenti che riceve nelle due circostanze Il gioco degli innamorati (1) 4; 3 Perdonare Eva Telefonare Ignorare 2; 1 Adamo 3; 4 Andare Perdonare Eva Ignorare 1; 2 Scenario 1: Eva è molto conciliante Equilibrio perfetto di Nash del sottogioco (Telefonare; Perdona, Perdona) Esito Adamo telefona, Eva perdona Payoff Adamo ottiene il suo esito migliore (4) ed Eva il suo secondo migliore (3) In che modo Eva potrebbe migliorare la propria situazione? Il gioco degli innamorati (2) 4; 1 Perdonare Eva Telefonare Ignorare 2; 2 Adamo 3; 4 Andare Perdonare Eva Ignorare 1; 3 Scenario 2: Eva è poco conciliante Equilibrio perfetto di Nash del sottogioco (Andare; Ignora, Perdona) Esito Adamo va, Eva perdona Payoff Adamo ottiene il suo secondo esito migliore (3) mentre Eva ora ottiene il suo risultato migliore (4) Altri esempi… Esempi: risolveteli e scrivete gli equilibri Cosa abbiamo appreso? Le anticipazioni del comportamento altrui, assieme alla conoscenza del tipo di mosse disponibili, sono fondamentali per comprendere che tipo di equilibrio verrà alla fine selezionato Adesso passiamo ad analizzare i giochi in forma strategica per capire come queste aspetti continuino ad essere (assai) rilevanti I giochi in forma strategica Cerchiamo di rappresentare il dilemma della cooperazione attraverso un gioco: il Dilemma del prigioniero La storia che sta dietro al gioco è la seguente: supponete che una rapina sia stata commessa da due individui la cui descrizione si avvicina a due sospettati che sono stati arrestati vicino al luogo della rapina. Il fatto che questi siano colpevoli o meno non è rilevante ai nostri fini Subito dopo la rapina, i due sospettati sono presi e portati di fronte al giudice, che possiede delle evidenze insufficienti per condannarli a meno che convinca uno dei due a confessare. Dato che lo Stato in cui vivono i sospettati non è molto democratico, il giudice può sempre trovare un modo per condannarli a 1 anno di prigione, indipendentemente da tutto il resto Il dilemma del prigioniero • Immaginate inoltre che la pena massima per una rapina sia di 9 anni. I sospettati sono interrogati separatamente e il giudice fa ad entrambi la seguente offerta: una pena ridotta a solo 2 mesi se uno dei due confessa e l’altro non lo fa, o una condanna ridotta a 5 anni ciascuno se entrambi confessano. Nel caso in cui uno dei due confessa e l’altro tiene duro, chi non confessa ottiene il massimo della condanna possibile (ovvero 9 anni) • Cerchiamo di rappresentare il gioco • Quanti sono i giocatori che devono prendere una decisione? E quando scelgono, lo fanno sequenzialmente? O simultaneamente? • Una volta appurato questo punto, dobbiamo ancora una volta definire l’ordinamento di preferenze dei giocatori Ordinamento delle Preferenze Un ordinamento delle preferenze indica come un attore valuta tutti i possibili esiti di un gioco. Sulla base della “storia” del gioco, come possiamo scrivere le preferenze dei due prigionieri? Prigioniero A: (Confessare; Non confessare)>(Non confessare; Non confessare)>(Confessare; Confessare)>(Confessare; Non confessare) Prigioniero B: (Non confessare; Confessare)>(Non confessare; Non confessare)>(Confessare; Confessare)>(Confessare; Non confessare) Una volta definito l’ordinamento di preferenze, rappresentiamo (finalmente) il gioco Il dilemma del prigioniero: una matrice 2x2 Prigioniero B Non confessa Non confessa Confessa 1 anno, 1 anno 9 anni, 2 mesi 2 mesi, 9 anni 5 anni, 5 anni Prigioniero A Confessa Soluzione del Gioco Risolviamo il gioco utilizzando l’equilibrio di Nash. Un "equilibrio di Nash" (ricordate?) è un insieme di strategie (una per ogni giocatore) in modo tale che nessun giocatore abbia un incentivo di cambiare unilateralmente strategia. Entrambi i giocatori devono giocare "le risposte migliori.“ Una risposta migliore è l'azione che produce il payoff più alto, dato ciò che l'altro giocatore sta facendo. Soluzione del Gioco Fase 1: Mettetevi nei panni del prigioniero A Che cosa fareste – quale sarebbe la vostra risposta migliore - se il prigioniero B scegliesse di non confessare? Che cosa fareste – quale sarebbe la vostra risposta migliore - se il prigioniero B scegliesse di confessare? Il dilemma del prigioniero: una matrice 2x2 Prigioniero B Non confessa Non confessa Confessa 1 anno, 1 anno 9 anni, 2 mesi 2 mesi, 9 anni 5 anni, 5 anni Prigioniero A Confessa Soluzione del Gioco Fase 2: Mettetevi adesso nei panni del prigioniero B Che cosa fareste – quale sarebbe la vostra risposta migliore - se il prigioniero A scegliesse di non confessare? Che cosa fareste – quale sarebbe la vostra risposta migliore - se il prigioniero A scegliesse di confessare? Il dilemma del prigioniero: una matrice 2x2 Prigioniero B Non confessa Non confessa Confessa 1 anno, 1 anno 9 anni, 2 mesi 2 mesi, 9 anni 5 anni, 5 anni Prigioniero A Confessa Soluzione del Gioco Ogni quadrato in cui entrambi i numeri sono messi in rilievo è un equilibrio di Nash Entrambi i giocatori stanno giocando le loro risposte migliori in queste situazioni. EN (equilibrio di Nash): (Confessare, Confessare). Vincite: (5 anni ciascuno). Esito: entrambi i sospettati confessano. Soluzione del Gioco Si dice che un giocatore ha una strategia “dominante“ se questa strategia è una risposta migliore a tutte le strategie degli altri giocatori. Un equilibrio di Nash basato su una "strategia dominante“ si verifica quando entrambi i giocatori hanno una strategia dominante. Il nostro gioco presenta un equilibrio di Nash basato su una "strategia dominante“ Il dilemma del prigioniero: una matrice 2x2 Prigioniero B Non confessa Non confessa Confessa 1 anno, 1 anno 9 anni, 2 mesi 2 mesi, 9 anni 5 anni, 5 anni Prigioniero A Confessa Entrambi i giocatori hanno una strategia dominante a confessare. Ma non sempre nei giochi è così! Che c’è di strano nell’equilibrio? Ciò che c'è di strano è che l’EN è il secondo peggior risultato per entrambi i giocatori. Entrambi gli attori sarebbero stati meglio se avessero scelto di non confessare! Avrebbero ottenuto 1 anno invece che 5 di prigione? Perché non possono i due individui semplicemente impegnarsi entrambi a non confessare? La trappola del gioco! Prigioniero B Non confessa Non confessa Confessa 1 anno, 1 anno 9 anni, 2 mesi 2 mesi, 9 anni 5 anni, 5 anni Prigioniero A Confessa Che c’è di strano nell’equilibrio? Perché non possono i due individui semplicemente impegnarsi entrambi a non confessare? La promessa di non confessare non è credibile perché entrambi i giocatori hanno un incentivo a confessare a prescindere da ciò che faccia l’altro giocatore (e in più non sono sicuri di quello che farà la controparte!) Quale lezione abbiamo appreso Entrambi i giocatori ottengono il loro secondo peggior risultato, anche se avrebbero potuto ottenere il loro secondo miglior risultato se solo si fossero messi d’accordo di non confessare L'assenza di cooperazione rappresenta una sorta di dilemma – la razionalità individuale conduce gli attori ad un risultato che è inferiore, nel senso che entrambi i giocatori concordano sul fatto che lo stesso risultato alternativo è migliore Il dilemma del prigioniero • Ordiniamo i pagamenti che ricevono i giocatori dla più basso al più alto in termini della loro desiderabilità. Qualunque gioco (situazione strategica) che possiede un tale ordinamento di payoff è un Dilemma del Prigioniero Prigioniero B Non confessare Non confessare Confessare 2,2 -1,4 4,-1 0,0 Prigioniero A Confessare Un gioco di beni collettivi • • • Immaginate di essere un contadino. Il vostro terreno e quello del vostro vicino confinano e entrambi avete accesso per l’acqua a un torrente che passa tra le vostre due proprietà. Il vostro vicino e voi potreste entrambi beneficiare dalla costruzione di un sistema di irrigazione e di controllo delle acque. Potete cooperare tra di voi per farlo, o ognuno di voi potrebbe farlo da solo Ad ogni modo, una volta costruito, il sitema di irrigazione produrrà dei benefici ad entrambi i terreni (i benefici prodotto sono non escludibili!) I costi e i benifici associati alla costruzione del progetto idrico dipendono da come i giocatori decidono di agire Un gioco di beni collettivi • Supponete che agendo da soli ciascuno di voi potrebbe completare il progetto in 7 settimane, mentre se voi cooperate assieme riuscite a farlo solo in 4 settimane. Il progetto costruito assieme è anche di migliore qualità. In questo senso, se lo costruite assieme ognuno di voi due ottiene dei benifici pari a 8 settimane di lavoro, mentre i benefici scendono a 6 se viene costruito da una sola persona • Rappresentiamo (rappresentate) questa situazione con una matrice e cerchiamo di prevedere l’equilibrio Un gioco di beni collettivi Giocatore 2 Coopera Coopera Non coopera 4, 4 -1, 6 6, -1 0, 0 Giocatore 1 Non coopera Un gioco di beni collettivi • Cosa possiamo dire dell’equilibrio? • L’equilibrio produce per entrambi i giocatori un pagamento inferiore di quello che avrebbero potuto ottenere cooperando tra di loro • Ma perchè i giocatori trovano difficile cooperare? E quale è la conseguenza della non-escludibilità dei benefici? • Ognuno dei giocatori è sottoposto alla tentazione del free-rider che minaccia il successo dell’azione collettiva Un gioco di beni collettivi a N giocatori • Scioperare o non scioperare? La scelta del signor Rossi La scelta degli altri Scioperare La scelta di Rossi Non scioperare Scioperare Non scioperare Benefici= (probabile) successo Costi = il tempo investito Benefici= 0 Costi = il tempo investito Benefici= (probabile) successo Costi = 0 Benefici= 0 Costi = 0 Un gioco di beni collettivi a N giocatori • Cosa fare? • Dal lato dei benefici: • • Dal lato dei costi: • • Da un lato il successo dello sciopero è un evento incerto. Dall’altro, i benefici (eventuali) che il signor Rossi otterrebbe da uno sciopero sarebbero indipendenti dalla sua partecipazione Partecipare (cooperare) allo sciopero è sempre costoso per Rossi. D’altro conto, è difficile controllare il comportamento altrui (specialmente quando il gruppo diventa di grande dimensione) In questo senso, c’è molto più da guadagnare (e poco da perdere) dal non cooperare! La tragedia dei “beni comuni” • A partire da un famoso articolo di Garrett Hardin apparso sulla rivista Science nel 1968, l’espressione “tragedy of the commons” è venuta a simbolizzare il degrado dell’ambiente e dei beni di proprietà comune che ci dovremmo aspettare ogni qual volta un gruppo di individui è chiamato ad utilizzare una riscorsa scarsa in comune • Per illustrare la logica del suo modello, Hardin chiede al lettore di immaginare un pascolo aperto a tutti. Successivamente, Hardin esamina la struttura di questa situazione dal punto di vista di un pastore razionale • Ciascun pastore riceve un beneficio diretto quando pascola i suoi animali, e soffre dei costi (diluiti) dal deterioramento del bene comune quando i suoi animali e quelli altrui pascolano troppo sul terreno • Ciascun pastore è quindi motivato a portare sul pascolo sempre più animali perchè riceve un beneficio diretto da ciò mentre sopporta solamente una percentuale dei costi derivati dall’eccessivo pascolo. • Inoltre, se anche decidesse di vincolare il proprio comportamento, comportandosi per il bene comune, semplicemente permetterà agli altri di sfuttare una quantità maggiore di tale bene comune… La tragedia dei “beni comuni” • “Therein is the tragedy. Each man is locked into a system that compels him to increase his herd without limit – in a wolrd that is limited” • Vediamo la situazione con una simulazione (http://ccl.northwestern.edu/netlogo/) • Per Hardin molte delle risorse naturali – come gli oceani, l’atmosfera, le risorse ittiche – sono possedute in comune in presenza di un accesso libero (ovvero in assenza di escludibilità) e sono perciò sottoposte al rischio di uno sfruttamente eccessivo • Che fare? E’ sempre così? Ci sono soluzioni al dilemma della cooperazione? E se sì, quali sono? Parte II: i confini del dilemma I confini del dilemma •I problemi della AC: (produrre) beni pubblici e (evitare) mali pubblici • Differenze con le altre teorie classiche della AC: • Pluralisti: assumono che gli individui sono animali sociali che appartengono a uno o più gruppi che ricercano naturalmente un interesse comune • Strutturalisti: assumono che la struttura (contesto) genera i gruppi e che i cambiamenti nel contesto generano nuovi gruppi. Le persone sono quindi attese agire sulla base del loro posizione di gruppo. Un approccio organicistico • Entrambi danno per scontato quello che l’approccio che abbiamo visto considera problematico: che i gruppi esistono, e che gli individui riescano sempre a coordinare con successo le loro azioni interdipendenti per ricercare il loro interesse comune. Una fallacia di composizione Il dilemma della cooperazione • Ma allora cosa fare? Accettare la non-cooperazione? La necessità di un cambio di prospettiva: • Avere degli interessi comuni è solo l’occasione alla base di una azione collettiva. Infatti il semplice fatto di avere un interesse comune non determina necessariamente un comportamento • Tuttavia, l’accettazione del free-rider come strumento descrittivo ed analitico non implica necessariamente che le sue previsioni sempre si avverino Il dilemma della cooperazione • • • In questo senso, l’assunzione dello scenario peggiore è un semplice (e ragionevole) punto di partenza, non il nostro punto di arrivo La questione diventa quindi capire sotto quali circostanze risulti possibile risolvere il dilemma della cooperazione In altre parole, dovremmo essere in grado di capire, entro lo stesso quadro teorico, sia il dilemma della cooperazione (ovvero perché è nell’interesse di tutti ma in quello individuale di nessuno cooperare) sia il paradosso della cooperazione (ovvero perché in alcune circostanze attori razionali riescono a risolvere tale dilemma) Il dilemma della cooperazione • Da una previsione riguardo a un tasso di equilibrio ad un esercizio di statica comparata: non quanti partecipano, ma come varia il grado di partecipazione a seconda di specifiche circostanze • • Il dilemma della azione collettiva non è infatti lo stesso per ogni luogo: ne risulta che qualunque tentativo di produrre delle generalizzazioni a-contestuali sulla azione collettiva è destinato al fallimento Detto in altro modo, le caratteristiche del problema e le soluzioni possibili possono variare a seconda della natura del bene collettivo e dalla struttura sociale in cui le persone compiono scelte (che sono e che rimangono interdipendenti) I confini del dilemma • Le possibili soluzioni al problema della AC • Spiegare il dilemma e al tempo stesso il paradosso (qualcuno coopera!) • La soluzione di Taylor (1987): • soluzioni interne: nelle possibilità aperte agli individui; nelle preferenze e nei beliefs • soluzioni esterne: • soluzioni esterne centralizzate (lo stato) • soluzioni esterne decentralizzate (la comunità) • La soluzione di Hayek (1973): • kosmos o l’ordine spontaneo • taxis o l’ordine pianificato I confini del dilemma Una tipologia di soluzioni alla AC Deliberazione Ordine non pianificato Ordine pianificato Ordine spontaneo Mercato (stato di natura) Contratto (costituzione) Ordine contingente Comunità (società civile) Gerarchia (stato) Ontologia • Deliberazione: le persone pianificano una soluzione? • Ontologia: solamente individui coinvolti o anche istituzioni, strutture, relazioni pre-esistenti? I confini del dilemma Una tipologia di soluzioni alla AC (digressioni sul tema) Deliberazione Ordine non pianificato Ordine pianificato Ordine spontaneo Mercato (interesse privato) (Smith) Contratto (la ragione) (Locke) Ordine contingente Comunità (la tradizione) (Durkheim) Gerarchia (la forza) (Hobbes) Ontologia I confini del dilemma • Valutare le diverse soluzioni all’AC • Coerenza logica: razionalità come premessa di base Azioni Non intenzionali Intenzionali Non razionale Razionale Altruistica/processo Egoistica/risultato Non pecuniaria Pecuniaria I confini del dilemma • Le azioni possono essere non-intenzionali o intenzionali (valutare la situazione in termini di desideri e credenze/aspettative: si hanno ragioni che spiegano o causano una azione) • Azione intenzionale non-razionale o razionale (azioni scelte che meglio soddisfano un dato insieme di obbiettivi: preferenze complete e transitive) • La razionalità: attori altruistici o auto-interessati (preferenze sociali vs. preferenze auto-interessate, NON egoistiche. Entrambe rimangono razionali, ovvero complete e transitive); interessati al processo o all’esito di una AC • Azioni auto-interessate mosse da pagamenti monetari o nonmonetari I confini del dilemma • Partire sempre dal cuore del programma di ricerca della AC (dal basso) per muovere verso la periferia (verso l’alto) dello schema, ovvero: per spiegare una AC assumiamo che la (non)partecipazione sia mossa da interessi pecuniari; in secondo luogo, assumiamo che sia almeno auto-orientata e rivolta all’esito; se no, assumiamo che sia per lo meno intenzionale Lezione III: il mercato Lezione III: il mercato • Da dove si parte: variare i parametri della AC • Aumentare i benefici marginali del contribuire (o diminuire i costi): da gruppi latenti a gruppi privilegiati • Per capire meglio il punto, introduciamo una esplicita funzione di utilità per l’individuo i legata alla produzione di un bene collettivo sia non-rivale (bene pubblico) che rivale (commons) Lezione III: il mercato • Definiamo: Ui= utilità per l’individuo i ki = scelta dell’individuo i. Se coopera k=1; altrimenti k=0 n = dimensione del gruppo c = costo marginale per l’individuo i di cooperare/partecipare b = beneficio marginale per l’individuo i della disponibilità di una unità del bene collettivo non rivale b/n = beneficio marginale per l’individuo i della disponibilità di una unità del bene collettivo rivale Lezione III: il mercato • Di conseguenza: • La funzione di utilità individuale per un bene non escludibile (e rivale) prodotto da una AC: n b Ui k j cki n j 1 • La funzione di utilità individuale per un bene non escludibile (e non rivale) prodotto da una AC: n Ui b k j cki j 1 Lezione III: il mercato • Le assunzioni del modello: • Funzione di utilità è conoscenza comune • Scelta binaria (contribuire: sì-no) • Benefici uguali per tutti i partecipanti • Costi uguali per tutti i partecipanti • I giocatori possono parlare ma non in grado di arrivare ad un accordo vincolante • Si gioca una volta sola Lezione III: il mercato • Quali sono le due caratteristiche principali di un Dilemma del Prigioniero (ovvero, del dilemma della cooperazione)? Giocatore 2 Coopera Coopera Non coopera 4, 4 -1, 6 6, -1 0, 0 Giocatore 1 Non coopera Lezione III: il mercato • Primo: Ci deve essere un incentivo alla defezione (a free-rider), ovvero D(m)>C(m) • Secondo: Tutti stanno meglio se ciascuno coopera rispetto a quando non lo fa nessuno, ovvero D(0)<C(n) • Cerchiamo di esprimere queste due assunzioni nelle funzioni di utilità viste in precedenza • Se i giocatori sono due deve essere vero che… Lezione III: il mercato • Primo: Ci deve essere un incentivo alla defezione (a free-rider), ovvero D(m)>C(m) • Secondo: Tutti stanno meglio se ciascuno coopera rispetto a quando non lo fa nessuno, ovvero D(0)<C(n) • Cerchiamo di esprimere queste due assunzioni nelle funzioni di utilità viste in precedenza • Se i giocatori sono due deve essere vero che… • Per beni rivali: b>c>b/2 •Per beni non rivali: 2b>c>b • In entrambi i casi, il costo marginale deve eccedere il beneficio marginale • Rappresentiamoli in due matrici di gioco e cerchiamo l’equilibrio Lezione III: il mercato • Primo: Ci deve essere un incentivo alla defezione (a free-rider), ovvero D(m)>C(m) • Secondo: Tutti stanno meglio se ciascuno coopera rispetto a quando non lo fa nessuno, ovvero D(0)<C(n) • Cerchiamo di esprimere queste due assunzioni nelle funzioni di utilità viste in precedenza • Se i giocatori sono n deve essere vero che… Lezione III: il mercato • Primo: Ci deve essere un incentivo alla defezione (a free-rider), ovvero D(m)>C(m) • Secondo: Tutti stanno meglio se ciascuno coopera rispetto a quando non lo fa nessuno, ovvero D(0)<C(n) • Cerchiamo di esprimere queste due assunzioni nelle funzioni di utilità viste in precedenza • Se i giocatori sono n deve essere vero che… • Per beni rivali: b>c>b/n •Per beni non rivali: bn>c>b • Ancora una volta, in entrambi i casi, il costo marginale deve eccedere il beneficio marginale Lezione III: il mercato • Ritorniamo allora all’inizio... •Da dove si parte: variare i parametri della AC • Aumentare i benefici marginali del contribuire (o diminuire i costi): da gruppi latenti a gruppi privilegiati • Un gruppo privilegiato è un gruppo per cui per almeno un individuo vale che: (b/n) > c o b>c (a seconda dei beni da produrre), ovvero in cui i benefici marginali della cooperazione superano i costi marginali della stessa • Ritorniamo a un gioco con 2 attori che devono decidere se cooperare o meno per produrre un bene collettivo rivale. Per il giocatore A vale che: b>c>b/2 (ovvero, si applica l’ordinamento di preferenze di un Dilemma del Prigioniero). Per il giocatore B, invece, il beneficio marginale della cooperazione è ora superiore al costo marginale che sostiene. Ovvero: b>b/2>c. Che succede all’equilibrio del gioco? E’ ancora un equilibrio di muta defezione? Lezione III: il mercato • Grazie al precedente cambiamento, ora l’equilibrio del gioco diventa (non coopera-coopera). Ovvero almeno qualche quantità del bene collettivo verrà ora prodotta, grazie alla creazione di un gruppo privilegiato! • L’esempio della Pax Britannica e della Pax Americana Giocatore B Coopera Coopera Non coopera b-c, b-c b/2-c, b/2 b/2, b/2-c 0, 0 Giocatore A Non coopera Lezione III: il mercato • Il ruolo delle aspettative: in un gioco strutturabile come un Dilemma del prigioniero, le aspettative sul comportamento altrui sono rilevanti? Non così tanto… • In altri contesti però potrebbero esserlo • Ritorniamo al nostro esempio dei due contadini chiamati a cooperare per costruire un sistema di irrigazione (bene non escludibile!) • Tuttavia adesso qualche cosa è cambiato… Un gioco di beni collettivi – rivisto (1) • Supponete che adesso, grazie a una migliore tecnologia, il costo di costruire il sistema di irrigazione costi di meno: 4 settimane se fatto da solo, 3 se fatto in due • I benefici rimangono uguali. Ovvero, il progetto costruito assieme continua ad essere di migliore qualità. In questo senso, se lo costruite assieme ognuno di voi due ottiene dei benifici pari a 8 settimane di lavoro, mentre i benefici scendono a 6 se viene costruito da una sola persona • Rappresentiamo (rappresentate) questa situazione con una matrice e cerchiamo di prevedere l’equilibrio Un gioco di beni collettivi: il gioco del pollo Giocatore 2 Coopera Coopera Non coopera 5, 5 2, 6 6, 2 0, 0 Giocatore 1 Non coopera Un gioco di beni collettivi – rivisto (2) • Supponete ora che i costi siano i soliti (7 se fatto da soli; 4 se fatto in due) • Tuttavia ora grazie alla presenza di una coltura che presenta dei rendimenti crescenti in funzione dell’acqua, i benefici che si ottengono se costruite assieme il sistema di migliore qualità rimangono 8 settimane, mentre i benefici scendono a 3 se viene costruito da una sola persona • Rappresentiamo (rappresentate) questa situazione con una matrice e cerchiamo di prevedere l’equilibrio Un gioco di beni collettivi: il gioco della assicurazione Giocatore 2 Coopera Coopera Non coopera 4, 4 -4, 3 3, -4 0, 0 Giocatore 1 Non coopera Lezione III: il mercato • • • • • • Generalizziamo ora il gioco della “costruzione del sistema idrico” Definiamo: b1 = benefici prodotto da un progetto di un solo individuo b2 = benefici prodotti da un progetto costruito da entrambi c1 = costo di un progetto di un solo individuo c2 = costo di un progetto di due individui Una generalizzazione Giocatore 2 Coopera Coopera Non coopera b2-c2, b2-c2 b1-c1, b1 b1, b1-c1 0, 0 Giocatore 1 Non coopera 1. 2. 3. E’ un DP se: b1>b2-c2; b2-c2>0; 0>b1-c1 E’ un Chicken se: b1>b2-c2; 0<b1-c1 (diminuire il “rischio della partecipazione”: aumentare b1, diminuire c1) E’ un Assurance se: b1<b2-c2; b2-c2>0; 0>b1-c1 (diminuire la “tentazione di free-rider”: aumentare b2, diminuire b1 o c2) Lezione III: il mercato • In questo senso, un modo per risolvere il dilemma della cooperazione è trasformarlo in un Chicken o in un Assurance game. Come? Influenzando il “rischio della partecipazione” o la “tentazione al free-riding” •Tale risultato potrebbe essere ottenuto attraverso un cambiamento marginale nelle priorità dei giocatori, nei loro vincoli o nella percezione che hanno della situazione interdipendente che stanno affrontando • Un esempio sulla corsa agli armamenti durante la guerra fredda e sulla sua fine Lezione III: il mercato • Durante la Guerra Fredda sia URSS che USA con un ordinamento di preferenze tipico del DP: b1>b2-c2; b2-c2>0; 0>b1-c1 •Come rappresentare il gioco? E quale equilibrio? Una corsa agli armamenti URSS Desistere Desistere Continuare 4, 4 -1, 6 6, -1 0, 0 USA Continuare Lezione III: il mercato • In presenza di una prolungata crisi economica, l’ordinamento di preferenze dell’URSS cambiano a partire dall’inizio degli anni ottanta. Sempre vero che b1>b2-c2. Ma adesso 0<b1-c1. Cosa succede al gioco? Come cambiano gli equilibri? Una corsa agli armamenti URSS Desistere Desistere Continuare 4, 4 -1, 6 6, 1 0, 0 USA Continuare Ciò illustra come un cambiamenti nelle priorità di un giocatore o nei sui vincoli può cambiare in modo drammatico la natura di un gioco Lezione III: il mercato •Il ruolo della funzione di produzione (della tecnologia): ovvero del modo in cui i contributi individuali si sommano per produrre un dato livello di bene collettivo • summation technology: Q=∑n i=1qi. Perfetta sostituibilità nel contributo individuale • weakest-link technology: Q=min(q1,…qn ). Lo sforzo più piccolo determina la quantità di bene collettivo prodotto (ad esempio una alleanza militare che fortifica un perimetro; una vaccinazione contro una epidemia) • best-shot technology: Q=max(q1,…qn ). Lo sforzo maggiore determina la quantità di bene collettivo prodotto (ad esempio la scoperta di una cura contro una malattia, l’uccisione di un drago) • A seconda del tipo di tecnologia, le probabilità di incorrere in un dilemma della cooperazione possono crescere o diminuire. Come? Lezione III: il mercato • Anche il tipo di bene collettivo che bisogna produrre è rilevante! La produzione di un bene a blocchi (o lumpy good) Immaginate un gruppo di n individui. Se K persone contribuiscono o partecipano, allora il bene collettivo è fornito (ad esempio, uno sciopero ha successo). Tuttavia, se z>K partecipano, l’ammontare di bene prodotto non cambia Se il bene collettivo è fornito, ciascun membro del gruppo ottiene un beneficio b (nel caso di un bene pubblico; b/n nel caso di un commons…) Se un membro del gruppo contribuisce o partecipa, paga un costo c>0. Per catturare l'idea che il bene collettivo offre maggiori vantaggi rispetto ai costi di partecipazione, assumiamo che b> c. Rappresentiamo la situazione dal punto di vista del giocatore i Il caso di un bene a blocchi Numero di altri partecipanti del gruppo Meno di K - 1 Partecipa K-1 K o di più -c b–c b-c 0 0 b Attore i Non partecipa Cosa dovrebbe fare l’attore i? Il caso di un bene a blocchi Numero di altri partecipanti del gruppo Meno di K - 1 Partecipa K-1 K o di più -c b-c b–c 0 0 b Attore i Non partecipa Il caso di un bene a blocchi Siccome la logica che sta dietro a queste scelte si applica a tutti i membri del gruppo, ci possono essere solo due possibili equilibri. Quali? E perché? Ricordate la definizione di EN: una situazione in cui nessuno ha un incentivo a modificare il proprio comportamento dato il comportamento altrui Il caso di un bene a blocchi Equilibrio 1: Nessuno partecipa. Se nessuno partecipa, nessuno vorrà individualmente cambiare comportamento partecipando perché pagherà il costo della partecipazione, ma il “raduno di una singola persona” sarà un fallimento. Equilibrio 2: Esattamente K persone partecipano. Se esattamente K persone partecipano, nessuno dei partecipanti vorrà individualmente cambiare comportamento stando a casa perché lo sciopero avrà esito negativo e nessuno dei non partecipanti vorrà partecipare perché lo sciopero è già un successo senza di loro. Il caso di un bene a blocchi Così, perché uno “sciopero” nell’esempio precedente abbia successo, esattamente K individui devono credere che loro, e solo loro, sono disposti a partecipare. Questa intuizione suggerisce che per determinare il probabile successo dell'azione collettiva in questa situazione è cruciale la relazione tra K e n Differenza tra K e n Se K = n, cosa pensate che accadrebbe? Differenza tra K e N Se K = n, allora non c'è alcun incentivo a non partecipare (free ride). E’ simile al caso della weakest-link technology Tutti devono partecipare per ottenere il bene collettivo e questo lo sanno tutti. Il bene collettivo sarà quindi ottenuto. Se K <n, allora c’è un incentivo a non partecipare. Tutti sanno che il loro contributo potrebbe non essere necessario. Se abbastanza persone non partecipano, il bene collettivo non sarà ottenuto. Maggiore è la differenza tra K e n, maggiore è l'incentivo a non partecipare. Solo poche persone sono tenute a contribuire, quindi perché non essere uno di quelli che non contribuisce? Differenza tra K e N In conclusione, le forme di azione collettiva dirette a produrre dei beni a blocchi, come le proteste, gli scioperi, le rivoluzioni, il lobbying e così via, hanno meno probabilità di avere successo quando il numero dei membri del gruppo necessario per il successo dell’azione collettiva (K) è significativamente inferiore al numero di persone che ne trarrebbero beneficio (n). Il tipo di bene da produrre allontana comunque la struttura del gioco da quella tipica di un DP Lezione III: il mercato •Un caso limite: il caso di Kitty Genovese e la diffusione della responsabilità • La vita salvata di Kitty vale b; il costo (opportunità) delle telefonata alla polizia vale c; chiaramente b molto maggiore di c • Il problema di Kitty non è stata quindi l’indifferenza, ma l’essere osservata da troppi Gli altri spettatori Telefonare Telefonare Non telefonare b-c,… b-c,.. b,… 0,… Il tipico spettatore i Non telefonare Lezione III: il mercato •La competizione tra squadre di nemici. In questo caso abbiamo due giochi giocati simultaneamente: entro il gruppo e tra i gruppi • Differenza tra AC che generano un bene a blocchi o un bene continuo • Nel caso del bene a blocchi, in certe circostanza l’AC è risolta dalla esistenza di una competizione tra squadre (se c’è la percezione che i due gruppi sono di uguale dimensione e che tutti i nemici sono pronti a cooperare). Nel caso di un bene continuo (in cui i payoff distribuiti sulla base del differenziale di quanto cooperano i due gruppi), laddove i costi marginali sono superiori ai benefici marginali per ogni singolo individuo, la competizione tra squadre non risolve il dilemma della cooperazione (rimane un DP! Io sto meglio se tutti gli altri del mio gruppo, compreso me, partecipano rispetto a non partecipare; ma come individuo ho un incentivo a free-riding) •Effetto positivo (se le azioni di un gruppo generano esternalità negative sull’altro gruppo) o negativo (ad esempio una alleanza militare) sulla AC Lezione III: il mercato •La competizione tra squadre di nemici: quanto appena visto spiega perché spesso la competizione intra-gruppo presentata come nei termini: “o tutto o niente” e in cui c’è una forte enfasi sulla “decisività” della partecipazione di ognuno (“tu puoi fare la differenza”) •In questo ultimo caso, esiste la possibilità di generare un equilibrio in cui tutti partecipano. E’ la necessità di superare il dilemma della cooperazione che spinge a drammatizzare il conflitto tra gruppi • Ma la competizione tra gruppi potrebbe avere una ricaduta negativa per l’intera collettività (pensate al caso del conflitto tra due gruppi etnici). Come fare? Da un lato rappresentare (framing) lo scontro come una situazione in cui “qualcuno perde un po’, qualcuno vince un po’”. Dall’altro sottolineare la futilità della partecipazione individuale Lezione III: il mercato • Una valutazione complessiva delle soluzioni di mercato • Sono incomplete: è vero che cambiando le aspettative, il contesto di scelta e altri aspetti della scelta individuale, possiamo risolvere il dilemma della cooperazione… • Ma da dove derivano questi cambiamenti? Rimane un approccio utile, ma occorre considerarlo in un quadro più ampio • Back to the context! Comunità, contratto e gerarchia Lezione VI: la gerarchia Lezione VI: la gerarchia • Gerarchia: ordine pianificato e contingente • Esiste adesso un terzo attore (il Leviatano, lo Stato, lo sceriffo) che monitora il comportamento dei giocatori ed ha il potere di distribuire punizioni a persone che non cooperano (assumere che punisca solo chi si comporta da “free rider” non cambia sostantivamente i risultati. Provate voi…) • Gli stessi giocatori potrebbero avere un interesse a delegare potere a questo terzo attore al fine di produrre un esito migliore per tutti loro che sarebbe altrimenti irraggiungibile • L’idea del contratto sociale rinvia a questa situazione (Hobbes) • Ma la presenza di un terzo attore risolve sempre il dilemma della cooperazione? E conviene sempre? Lezione IV: la gerarchia • Il gioco in assenza dello Stato. Il solito Dilemma del Prigioniero Giocatore 2 Coopera Coopera Non coopera 3, 3 1, 4 4, 1 2, 2 Giocatore 1 Non coopera Nuovi Payoff con lo Stato: impone una penalità p a chi non coopera Esito Descrizione Attore A Attore B E1 Attore A non coopera, Attore B coopera. 4-p 1 E2 Attore A non coopera, Attore B non coopera. 2-p 2-p E3 Attore A coopera, Attore B coopera. 3 3 E4 Attore A coopera, Attore B non coopera. 1 4-p Un DP con una gerarchia Attore B Cooperare Cooperare Non Cooperare 3,3 1,4-p 4-p,1 2-p,2-p Attore A Non Cooperare Lezione IV: la gerarchia La creazione di uno stato che punisce è sufficiente ad indurre comportamenti virtuosi da parte degli individui? Dipende. Un DP con una gerarchia Attore B Cooperare Cooperare Non Cooperare 3,3 1,4-p 4-p,1 2-p,2-p Attore A Non Cooperare Se lo stato sceglie una punizione (p) sufficientemente grande, i giocatori scelgono di cooperare. Quanto grande deve essere p in questo gioco? Un DP con una gerarchia Attore B Cooperare Cooperare Non Cooperare 3,3 1,4-p 4-p,1 2-p,2-p Attore A Non Cooperare p deve essere più grande di 1. Perchè? Un DP con una gerarchia Attore B Cooperare Cooperare Non Cooperare 3,3 1,4-p 4-p,1 2-p, 2-p Attore A Non Cooperare Individui preferiscono non defezionare quando 3> 4-p e 1> 2-p. Ciò accade quando p> 1. Lezione IV: la gerarchia Problema risolto, giusto? Non esattamente…due problemi: a) lo stato non è onnisciente; b) lo stato (così come qualunque soluzione centralizzata) ha un costo Partiamo dal primo problema: ora lo Stato è in grado di scoprire un comportamento cooperativo con una certa probabilità pari a “x”. Di conseguenza con una probabilità “1-x” un free-rider è in grado di farla franca… Nulla di così sconvolgente…basta osservare al rapporto tra numero di furti e numero di arresti in ogni città Lezione IV: la gerarchia In questo senso, se io non coopero e l’altro giocatore coopera, adesso io con probabilità “x” mi aspetto di ottenere (4-p) e con probabilità “1-x” di ottenere (4), ovvero la mia utilità attesa sarà pari a: (4-p)*x+4*(1-x) Allo stesso modo se defezioniamo entrambi, ora la mia utilità attesa diventa (2-p)*x+2*(1-x) Un DP con una gerarchia non onnisciente Attore B Cooperare Cooperare Non Cooperare 3,3 1, (4-p)*x+4*(1-x), (4-p)*x+4*(1-x),1 (2-p)*x+2*(1-x), (2-p)*x+2*(1-x) Attore A Non Cooperare Quanto grande deve essere p in questo gioco? Un DP con una gerarchia non onnisciente Attore B Cooperare Cooperare Non Cooperare 3,3 1, (4-p)*x+4*(1-x), (4-p)*x+4*(1-x),1 (2-p)*x+2*(1-x), (2-p)*x+2*(1-x) Attore A Non Cooperare Quanto grande deve essere p in questo gioco? Deve essere superiore a 1/x. In questo senso, se “x” è basso p deve crescere, e viceversa quando “x” è molto basso Lezione IV: la gerarchia Secondo problema: b) lo stato (così come qualunque soluzione centralizzata) ha un costo MA chi sarà il sovrano e perché dovrebbe farci un favore agendo come il nostro poliziotto? Un argomento comune è che i membri di un gruppo potrebbero avere un rapporto di scambio con lo stato. Il sovrano si impegna ad agire come un poliziotto in cambio di tasse pagate dai cittadini. Un DP con una gerarchia Attore B Cooperare Cooperare Non Cooperare 3-t,3-t 1-t,4-p-t 4-p-t,1-t 2-p-t,2-p-t Attore A Non cooperare Possiamo pensare a t come al costo della soluzione centralizzata non solo in termini finanziari, ma anche come possibile rischio di un cattivo comportamento da parte della stessa (una volta che gli viene delegato il potere) Lezione IV: la gerarchia Siccome lo stato esige entrate fiscali per svolgere il proprio lavoro, non è immediatamente evidente che il cittadino preferisca la cooperazione in presenza dello stato rispetto all’assenza della stessa. Molto dipenderà dall'aliquota d'imposta. In assenza di gerarchia C In presenza di gerarchia NC C NC C (3,3) (1,4) C (3-t,3-t) (1-t,4-p-t) NC (4,1) (2,2) NC (4-p-t,1- (2-p-t,2-p-t) t) Indicato l'EN in ogni gioco Solo se lo stato non fa pagare tasse troppo elevate (3-t> 2, o 1> t) e se la punizione è sufficientemente severa (p>1 o p>1/x se c’è incertezza), la vita sarà migliore con lui che senza di lui. Lezione IV: la gerarchia Lo stato può essere una soluzione al dilemma della cooperazione. Perché ciò avvenga, però, la punizione inflitta dallo stato quando non si coopera deve essere sufficientemente grande da indurre gli individui a cooperare Dall’altro lato, l’imposizione fiscale dello stato per permettergli di agire come poliziotto non deve essere così grande da far sì che le persone preferiscano la non cooperazione alla cooperazione Data la struttura di vincite che abbiamo adottato, questo richiede che 1. p > 1/x (la punizione deve essere sufficientemente grande). 2. t <1 (la tassazione, o il rischio della presenza del Leviatano, deve essere sufficientemente piccolo) Lezione IV: la gerarchia Notate che un agente esterno potrebbe anche decidere di premiare invece che di punire per indurre la cooperazione Chiamiamo “incentivi selettivi” quegli incentivi che si possono distribuire ai singoli individui per il loro comportamento, indipendentemente da quello che faranno gli altri In questo senso gli “incentivi selettivi” sono esattamente come dei beni privati: escludibili e rivali Gli incentivi selettivi distribuiti dalla “gerarchia” possono quindi essere positivi (premi) o negativi (punizioni, come avviene nell’esempio visto in precedenza) Chiamiamo “b” il premio che si da a chi sceglie di cooperare (ad esempio la rivista gratuita che mi danno quando pago la quota di iscrizione annuale alla Società italiana di scienza politica) Il gioco, e tutte le sue conclusioni già viste più sopra, non si modificano Un DP con una gerarchia che premia invece di punire Attore B Cooperare Non Cooperare Cooperare 3+b,3+b 1+b,4 4,1+b 2,2 Attore A Non Cooperare Se lo stato sceglie un premio (b) sufficientemente grande, i giocatori scelgono di cooperare. Quanto grande deve essere b in questo gioco? Un DP con una gerarchia che premia invece di punire Attore B Cooperare Non Cooperare Cooperare 3+b,3+b 1+b,4 4,1+b 2,2 Attore A Non Cooperare Se lo stato sceglie un premio (b) sufficientemente grande, i giocatori scelgono di cooperare. Quanto grande deve essere b in questo gioco? b>1 Lezione IV: la gerarchia • Una valutazione complessiva della soluzione gerarchica E’ incompleta: gli incentivi selettivi possono garantire la produzione di un bene collettivo (attraverso la cooperazione). Ma allora, e proprio per questo, non sono altro che un nuovo tipo di bene collettivo (di cui tutto il gruppo beneficia) In questo senso il dilemma della cooperazione si sposta semplicemente all’indietro, ovvero alla produzione degli incentivi selettivi Certamente un attore esterno potrebbe decidere di investire in prima persona nella produzione di questi incentivi selettivi. Ma per ottenere in cambio che cosa? Un premio, risorse, potere… Pur tuttavia, sebbene la presenza della gerarchia potrebbe risolvere il dilemma della cooperazione… Chi controlla che l’autorità gerarchica faccia esattamente quello che è meglio per noi, invece che per lui? Ma controllare l’autorità gerarchica è a sua volta un bene collettivo… Lezione V: la comunità Lezione V: la comunità • Comunità: ordine non pianificato e contingente • Dall’atomo alla comunità: gli individui condividono qualche cosa. Come minimo, una storia comune. • Più in dettaglio: • Gli attori possono condividere un meccanismo mutuamente compatibile per la formazione di aspettative sul comportamento altrui • Gli attori possono condividere norme-valori che superano l’interesse auto-orientato Lezione V: la comunità • Conoscenza comune e la formazione delle aspettative • La convergenza di aspettative: differenza tra giochi con un solo equilibrio (DP) o con equilibri multipli (pollo, assicurazione, DP ripetuto: si veda oltre) • Laddove c’è una strategia dominante, tale aspettative sul comportamento altrui non contano. Tuttavia, laddove siamo in presenza di equilibri multipli, l’ottimismo o il pessimismo di un giocatore sulle scelte altrui di cooperare o meno contano per identificare quale equilibrio si formerà • In un gioco dell’assicurazione, l’ottimismo sul comportamento altrui in equilibrio è soddisfatto. E questo aiuta a rafforzare l’ottimismo di partenza dei giocatori e a diffonderlo nel contesto. L’opposto nel caso del pessimismo. Potremmo così avere un circolo virtuoso che si autosostiene o un circolo vizioso difficile da «rompere» a seconda dei differenti contesti e della loro rispettiva storia Lezione V: la comunità •Valori comuni: indebolire l’egoismo Giocatore 2 Coopera Coopera Non coopera C,C C,D D,C D,D Giocatore 1 Non coopera Lezione V: la comunità •Indebolire l’egoismo (I): • Le persone hanno differenti regole morali (e quindi differenti ordinamenti di preferenze): questo produce differenti equilibri! • L’etica dell’individuo auto-orientato: (D,C)>(C,C)>(D,D)>(C,D) • L’etica del cooperatore condizionale (ma tentato): (C,C)>(D,C)>(D,D)>(C,D) • L’etica del cooperatore condizionale virtuoso: (C,C)>(D,D)>(D,C)=(C,D) • L’etica del cooperatore non condizionale: (C,C)>(C,D)>(D,D)>(D,C) Lezione V: la comunità • Indebolire l’egoismo (II): • Come conseguenza del punto precedente, le persone possono anche massimizzare funzioni differenti • Il concetto di altruismo (positivo e negativo) • Se io sono altruista, la mia funzione di utilità diventa: Ui = aipi+bjpj (dove i,j=1,2; i diverso da j) • Quando bj=0 e ai è positivo, io sono solamente autointeressato; quando ai è zero e bj è positivo sono puramente altruista; quando ai non è zero e bj è positivo, sono un altruista positivo; quando ai non è zero e bj è negativo, sono un altruista negativo; quando ai è negativo sono un “masochista” Lezione V: la comunità • Indebolire l’egoismo (II): Giocatore 2 Coopera Coopera Non coopera (a+b)C, (a+b)C aC+bD,aD+bC aD+bc,Ca+bD (a+b)D, (a+b)D Giocatore 1 Non coopera Supponiamo che il gioco di partenza sia un DP, ovvero, (D,C)>(C,C)>(D,D)>(C,D). L’esistenza di altruismo cosa cambia? Lezione V: la comunità Giocatore 2 Coopera Coopera Non coopera (a+b)3, (a+b)3 a1+b4,a4+b1 a4+b1,a1+b4 (a+b)2, (a+b)2 Giocatore 1 Non coopera Supponiamo per semplificare che a=1. Allora la funzione di utilità per i diventa: Ui = pi+bjpj (dove i,j=1,2; e 0<bj<1) . Quanto deve essere b per produrre un EN di mutua cooperazione? Lezione V: la comunità Giocatore 2 Coopera Coopera Non coopera (a+b)3, (a+b)3 a1+b4,a4+b1 a4+b1,a1+b4 (a+b)2, (a+b)2 Giocatore 1 Non coopera Supponiamo per semplificare che a=1. Allora la funzione di utilità per i diventa: Ui = pi+bjpj (dove i,j=1,2; e 0<bj<1) . Quanto deve essere b per produrre un EN di mutua cooperazione? b>1/2. Ovvero il giocatore i deve essere almeno un po’ altruista Lezione V: la comunità Giocatore 2 Coopera Coopera Non coopera (a+b)3, (a+b)3 a1+b4,a4+b1 a4+b1,a1+b4 (a+b)2, (a+b)2 Giocatore 1 Non coopera Supponiamo che a=0 e b>0 (i è un puro altruista positivo). Assumiamo che b=1. Quale equilibrio? E se b=-1 (ovvero i è un puro altruista negativo)? Lezione V: la comunità Giocatore 2 Coopera Coopera Non coopera a3-b3, a3-b3 a1-b4,a4-b1 a4-b1,a1-b4 a2-b2, a2-b2 Giocatore 1 Non coopera Un esempio tratto dalle relazioni internazionali. Cosa succede se i due giocatori sono rivali e sono interessati a massimizzare la differenza del payoff che ottengono? Sono cioè interessati ai guadagni relativi rispetto ai guadagni assoluti? Ui = max (aipi-bjpj) Lezione V: la comunità • Indebolire l’egoismo: • Cosa abbiamo appreso? Con la giusta funzione di utilità, o, e in modo equivalente, con le giuste regole morali, il Dilemma della Cooperazione può essere risolto Lezione V: la comunità • Una valutazione complessiva della soluzione della comunità • I rischio di spiegazioni triviali e tautologiche. Spiega troppo? Spiega tutto (eliminando il problema)? • “To assume altruism or unselfishness would prevent the construction of theory about how persons come to act on behalf of others or on behalf of a collectivity when it goes against their private interests” (Coleman 1990): la lezione dei Founding Fathers Lezione VI: il contratto Lezione VI: il contratto • Contratto: ordine pianificato e spontaneo • Dalla mano invisibile a quella visibile: Nel mercato i cooperatori potenziali agiscono in modo indipendente in una situazione interdipendente Nel contratto, i partecipanti cercano di sviluppare le proprie regole e le proprie istituzioni per evitare il problema del free-riding • Una visione ottimistica dell’agire umano Lezione VI: il contratto • L’auto-governo richiede: 1. Disegnare le regole 2. Modificare le regole 3. Risolvere le dispute 4. Monitorare le regole 5. Applicare le regole • Come far aderire nel tempo le persone al contratto senza ricorso alla gerarchia? Lezione VI: il contratto • Elinor Ostrom (Premio Nobel 2009) nel suo libro Governing the Commons discute diversi esempi di tentativi di gestire problemi di azione collettiva, in particolare in relazione alla gestione dei commons • Uno degli aspetti più rilevanti dei casi studiati da Ostrom è la loro varietà: alcuni tentativi hanno successo, altri no • La maggior parte dei tentativi di successo ha sfruttato alcune caratteristiche del contesto locale per gestire in un modo appropriato il sistema di interdipendenza • In particolare, possiamo identificare alcuni aspetti ricorrenti di tali tentativi Lezione VI: il contratto 1. E’ fondamentale presentare un gruppo di potenziali partecipanti identificabili e stabile 2. E’ molto importante che i membri del gruppo possano comunicare facilmente tra loro 3. I benefici della cooperazione devono essere sufficientemente rilevanti da rendere accettabile il costo del monitoraggio del comportamento altrui e dell’applicazione delle regole di cooperazione • Perché questi fattori sono importanti? E perché in alcuni casi non sono sufficienti? Lezione VI: il contratto • • • Spesso i giochi (ovvero le interdipendenze strategiche) sono giocati più di una volta! In effetti, gli attori entro un dato contesto, si trovano normalmente ad affrontare lo stesso problema di azione collettiva periodo dopo periodo. In queste situazioni, delle azioni non coordinate possono produrre dei costi considerevoli L’esistenza di interazioni ripetute introduce una dimensione completamente nuova ai problemi che abbiamo sinora affrontato. Perchè? Lezione VI: il contratto • Quando un gioco è giocato ripetutamente, un giocatore deve confrontare la tentazione del free-rider nel breve periodo con le probabili conseguenze (o ritorsioni) nei periodi futuri da parte di chi è stato vittima di tale comportamento • In altri termini la ripetizione del gioco permette ai giocatori di adottare una strategia condizionale (rispetto alla storia del gioco, e alle strategie proprie ed altrui) Lezione VI: il contratto • I giochi ripetuti • In un gioco ripetuto, una strategia rinvia all’intera serie di azioni da compiere lungo il gioco • Immaginate un DP ripetuto ma in cui i giocatori sanno quando finirà l’interazione. E’ sufficiente questa ripetizione per influenzare le aspettative e il comportamento individuale? Lezione VI: il contratto • I giochi ripetuti • In un gioco ripetuto, una strategia rinvia all’intera serie di azioni da compiere lungo il gioco • Immaginate un DP ripetuto ma in cui i giocatori sanno quando finirà l’interazione. E’ sufficiente questa ripetizione per influenzare le aspettative e il comportamento individuale? •No! Se i giocatori sanno esattamente quando il gioco finirà, allora avranno un incentivo a defezionare nell’ultima tornata del gioco. Ma allora la strategia dominante nel penultimo turno sarà quella di defezionare a sua volta. E così via per tutti i periodi precedenti Lezione VI: il contratto • I giochi ripetuti • Gioco infinito e/o gioco la cui fine è incerta sono sostanzialmente equivalenti • Il ruolo delle preferenze temporali e del fattore di sconto: persone pazienti e persone impazienti: meglio un uovo oggi o la gallina domani? • Il tasso (o fattore) di sconto al tempo t del giocatore i: dti, dove 0< dti,<1, ci indica il valore all’oggi del pagamento ad i che verrà effettuato a t periodi dal tempo presente (dove t può riferirsi a giorni, settimane, mesi, ecc.) • Come calcolare una somma ripetuta all’infinito Lezione VI: il contratto • I giochi ripetuti • Quattro scenari • Primo: VA (valore attuale) = a+ad+ad2+ ad3+…+ adn è VA=a/(1-d) •Secondo: VA (valore attuale) = ad+ ad2+ ad3+…+ adn è VA=ad/(1-d) •Terzo: VA (valore attuale) = a +ad2+ ad4+…+ adn è VA=a/(1-d2) •Quarto: VA (valore attuale) = ad +ad3+ ad5+…+ adn+1 è VA=ad/(1-d2) Lezione VI: il contratto • I giochi ripetuti • Lo spazio per delle strategie condizionali: trigger stategy; grim strategy; tit-for-tat (o del “dente per dente”) • Questa ultima strategia richiede che un giocatore inizi a giocare cooperando, e successivamente copi la strategia adottata dall’altro giocatore nel turno precedente. Con tale strategia, una defezione viene quindi immediatamente punita. Tale punizione è applicata fino a quando non si produce una risposta cooperativa da parte dell’altro giocatore •La superiorità del tit-for-tat sulla grim-strategy Lezione VI: il contratto • Tit-for-Tat a due giocatori: • Dato che alter gioca tit-for-tat, quale è la best-reply per ego? • Le condizioni per rendere la cooperazione condizionale una strategia ottima per ego, dato il comportamento degli altri Lezione VI: il contratto Possiamo comprendere il tutto meglio usando al posto dei numeri dei parametri Indichiamo con F il payoff del free-rider (“faccio il furbo”), con C quello che ottengo quando cooperiamo entrambi (“coopero”), con N quello che ottengo quando entrambi non cooperiamo (“non coopero”) e con T il payoff che ottengo quando io coopero e l’altro no (“vengo tradito”) Affinchè ci sia un DP, deve essere vero che F>C>N>T Lezione VI: il contratto Attore B Cooperare Cooperare Non Cooperare C,C T,F F,T N,N Attore A Non Cooperare Lezione VI: il contratto • Ammettiamo che il giocatore B giochi tit-for-tat. Quale è la risposta ottimale del giocatore A? • Affinchè il giocatore A abbia un incentivo a giocare cooperativo, deve essere vero che: d>(F-C)/(F-N) • Quindi, la probabilità di cooperare cresce quando: 1) d ↑; 2 C ↑; 3) N ↓ • Come questi risultati si collegano ai fatti empirici notati in precedenza Lezione VI: il contratto • Tit-for-Tat: alcuni spunti • La cooperazione, anche in un DP, può emergere su basi egoistiche: i giocatori utilizzano una strategia dominata nel breve ma non nel lungo periodo • Il Tit-for-Tat è backward looking e forward looking • La razionalità coinvolge delle preferenze temporali oltre che delle aspettative sul comportano altrui • Norme di reciprocità Lezione VI: il contratto • Altre soluzioni intorno al contratto: •Il logrolling nello spazio (es. i giochi paralleli) •I giocatori non solamente interagiscono nel tempo. A volte possono giocare più giochi nello stesso momento • L’esempio delle imprese giapponesi. Per quali ragioni incentivano (incentivavano) i propri dipendenti ad impegnarsi assieme in attività sociali fuori dal lavoro? • Abbiamo due giochi ora. Il gioco del lavoro e quello dell’interazione sociale Lezione VI: il contratto • Affinchè il giocatore A abbia un incentivo a giocare cooperativo in un singolo gioco ripetuto se il giocatore B gioca condizionale, deve essere vero che (come già visto): d>(F-C)/(F-N). Ma adesso i giochi sono due! • Ora la strategia condizionale non è solo legata al tempo, ma anche a quello che i giocatori fanno nell’altro gioco •Una tipica strategia condizionale richiede ora di collegare il comportamento di un giocatore a quello che l’altro giocatore farà in entrambi i giochi Lezione VI: il contratto • Assumiamo che nel secondo gioco (quello sociale) la cooperazione è sostenibile, ovvero : d>(F-C)/(F-N), mentre nel primo gioco (quello lavorativo) no, ovvero: : d<(F-C)/(F-N) • Chiamiamo Bs i benefici netti della cooperazione nel secondo gioco (Bs = C/(1-d)-[F+dN/(1-d)]) e Ps le perdite nette della cooperazione nel primo gioco (Ps = [F+dN/(1-d)]-C/(1-d)) • Se Bs>Ps, allora per il fatto di aver collegato i due giochi, la cooperazione del secondo gioco rende possibile la cooperazione anche nel primo gioco • Tuttavia, se Bs<Ps, collegare due giochi distrugge la cooperazione anche nel secondo gioco Lezione VI: il contratto • • • • • Vediamo la rilevanza di quanto appena visto I dettagli a volte fanno la differenza! Un esempio assai utile: i sistemi di irrigazione in Nepal L’intervento da parte dell’Agency Managed Irrigation Systems negli anni settanta: per migliorare la produttività dell’agricoltura, numerosi sistemi di irrigazione tradizionali, normalmente gestiti dalle stesse comunità di agricoltori, vennero sostituiti da sistemi nuovi con una struttura permanente di cemento Oltre ad essere più moderne, le nuove strutture richiedevano anche meno manutenzione da parte degli agricoltori per mantenerle in uno stato efficiente Lezione VI: il contratto • I risultati: in media, i sistemi di irrigazioni nuovi (e più moderni) dopo pochi anni incominciarono a funzionare molto peggio di quelli tradizionali. Per quale ragione? • Concentrarsi solo sulla tecnologia e sul capitale fisico può risultare una strategia poco lungimirante se si trascurano completamente le caratteristiche delle interazioni locali preesistenti: le infrastrutture possono risultare insostenibili senza l’approccio di appropriate istituzioni (informali) Vediamo perché Lezione VI: il contratto • • 1. 2. 3. 4. Come generare delle asimmetrie dannose come effetto nonintenzionale di un intervento ben-intezionato dall’esterno Affinchè un insieme di agricoltori possa considerare la possibilità di creare anche una debole forma associativa tra di loro al fine di costruire un sistema di irrigazione, alcune condizioni devono essere soddisfatte: Possesso di un terreno sufficiente per presumere di beneficiare nel lungo periodo dalla loro azione collettiva La capacità di comunicare tra di loro in forma continuativa Una comprensione reciproca del fatto che ciascuno di loro deve ottenere dei benefici maggiori dei costi dalla azione collettiva Una comprensione reciproca del fatto che sono loro stessi quelli che devono applicare le regole su cui si sono accordati per la gestione del sistema di irrgazione, senza una qualche interferenza esterna Lezione VI: il contratto 5. Una comprensione reciproca dell’insieme di regole che, se applicate, possono dissuadere il comportamento di free-riding individuale (ovvero i guadagni di breve-periodo a scapito di quelli di lungo periodo) 6. Una comprensione reciproca del fatto che se si accordano su un insieme di regole e decidono di seguirle, ciascuno si impegnarà a farlo o altrimenti sarà sanzionato dagli altri 7. Fiducia che la maggior parte degli agricoltori, che si sono accordati su un insieme di regole condivise, effettivamente seguirà queste regole, in modo tale da rendere il costo del controllo e della applicazione di tali regole poco rilevante • Se questo insieme di credenze e di aspettative non è alterato dall’esperienza, un tale insieme di agricoltori potrebbe essere nelle condizioni di costruire un sistema di irrigazione e operare per mantenerlo nel lungo periodo Lezione VI: il contratto • Di conseguenza, un accordo istituzionale (ovvero, l’insieme di regole che saranno usate per allocare i benefici di una infrastruttura fisica e per assegnare la responsabilità del costo di tale infrastruttura) ha successo non semplicemente perchè crea dei mutui benefici. Ha successo quando chi è chiamato a contribuire/cooperare al suo mantenimento si aspetta dei benefici netti rispetto alle potenziali alternative a lui disponibili • Niente è automatico o deterministico in un simile processo. Ciò che è cruciale è che gli agricoltori credano che i loro benefici di lungo periodo eccedano i loro costi di lungo periodo, che definiscano un insieme di regole su cui accordarsi e che non adottino strategie che mettano in dubbio il delicato equilibrio di aspettative reciproche che devono presentare al fine di preservare il sistema nel lungo periodo • In questo scenario, alcuni agricoltori potrebbero anche beneficiare meno di altri. Tutti, comununque, devono percepire di stare ottenendo un vantaggio dalla partecipazione, altrimenti smetterebbero di cooperare In questo senso gli incentivi individuali dipendono dalla aspettative degli agricoltori, dalla esistenza di regole da loro stabilite, e dalle loro credenze sulla distribuzione dei benefici e dei costi Lezione VI: il contratto • Assumiamo che ci sia un torrente di montagna e che un gruppo di agricoltori ha un interesse a deviare tale torrente per farlo arrivare sui loro terreni. Introduciamo inoltre una asimmetria tra gli agricoltori legata alla localizzazione fisica del sistema di irrigazione che hanno intenzione di costruire e di preservare nel tempo (una situazione tipica in Nepal, dato il suo territorio montagnoso) • Quando questo accade, alcuni terreni riceveranno acqua prima degli altri da parte dei canali del sistema di irrigazione. In altri termini, chi è localizzato alla fonte del sistema (piuttosto che alla foce) presenta notevoli vantaggi: a) può avere accesso all’acqua prima degli altri, e quindi può essere portato a non riconoscere pienamente il costo di uno sfruttamente eccessivo del canale stesso prodotto dalla sue azioni; b) inoltre, beneficia in modo proporzionalmente minore dai vantaggi legati a un efficiente mantenimento di quel tratto di canali che si trova dopo il suo terreno • Queste asimmetrie sono una fonte di considerevole conflitti in molti sistemi di irrigazione Lezione VI: il contratto torrente Alcuni agricoltori vivono qui Alcuni agricoltori vivono qui Lezione VI: il contratto • Esiste perciò una stretta connessione tra la volontà di investire nel mantenimento del sistema, le aspettative degli agricoltori sulla possibilità di ottenere l’accesso all’acqua, le loro aspettive circa la volotà degli altri di contribuire al buon mantenimento del sistema stesso e le tensioni che possono esistere entro il gruppo • Come risolvere questa situazione? Un modo per farlo è di creare delle regole che in effetti creino, collegando tra di loro, due giochi differenti: il gioco dell’accesso all’acqua e il gioco del mantenimento del sistema. • Perché collegare tra loro questi due giochi dovrebbe risolvere i problemi? • Che strategie (credibili) questo collegamento rende possibili? Lezione VI: il contratto • Il collegamento tra i due giochi rende possibile il seguente comportamento: • Chi sta alla fonte del sistema si impegna a non prendere troppa acqua nel primo gioco, mentre chi sta alla foce dello stesso si impegna a fornire una quantità molto maggiore degli altri nel mantenimento del sistema di irrigazione nel secondo gioco • Entrambi gli impegni sono credibili perchè mantenere un sistema di irrigazione tradizionale in buone condizioni richiede una grande quantità di lavoro • Ovvero per entrambi i gruppi è vero che Bs>Ps una volta che i due giochi diventano connessi/collegati tra di loro Lezione VI: il contratto •Naturalmente, gli agricoltori che stanno alla foce del sistema hanno maggiore potere contrattuale nei confronti di chi sta alla fonte dello stesso se l’ammontare di risorse richieste per il mantenimento dello stesso in buone condizioni è relativamente grande •Questa analisi ci fornisce una risposta al perchè molti sistemi di irrigazione gestiti in precedenza in modo efficace sono collassati una volta che sono stati modernizzati attraverso un intervento esterno (e ben intenzionato…) Perché? Lezione VI: il contratto • Chi ha pensato a una tale politica di sviluppo, considerava ogni riduzione nella quantità di lavoro necessaria al mantenimento in buone condizione del sistema di irrgazione come un (ulteriore) beneficio del progetto • Al contrario, l’impatto potenziale di questa scelta sul relativo potere contrattuale dei diversi gruppi di agricoltori (e sul suo cambiamento) era una questione completamente trascurata Lezione VI: il contratto • Quello che tuttavia è successo è che la credibilità delle precedenti regole è collassata, dato che Bs<Ps almeno per chi stava alla fonte del sistema • Questo ha implicato che questi ultimi hanno avuto meno incentivi a considerare compiutamente le conseguenze delle loro azioni (in termini di acqua acquisita o di mancanza di investimento nel mantenimento del sistema) sugli altri. Infatti, proprio perchè più efficienti e costruite in cemento, la struttura di canali era nelle condizioni di funzionare bene per alcuni anni senza alcun intervento di manutenzione. Ma allora anche per chi stava alla foce del sistema Bs<Ps • Naturalmente, presto o tardi la produttività del sistema è diminuita drasticamente, ad un livello inferiore a quello che succedeva prima dell’intervento esterno. E questo può creare delle notevoli tensioni entro una comunità che riusciva a lavorare assieme in precedenza grazie a un delicato insieme di aspettative Lezione VI: il contratto • Se gli agricoltori avessero dovuto ripagare il costo dell’investimento in capitale fisico in qualche modo (attraverso tasse o altro), allora il gruppo di agricoltori alla foce del sistema si sarebbe di nuovo trovato in una migliore relazione contrattuale con chi stava alla fonte del sistema. In altri termini è stato proprio il fatto di essere “gratuito” che ha reso le conseguenze dell’intervento esterno così dannose Lezione VI: il contratto • Cosa abbiamo appreso in termini di progettazione di politiche per lo sviluppo? • Le politiche e i programmi per lo sviluppo non devono essere pianificati senza considerare le caratteristiche specifiche del contesto in cui tali programmi dovranno essere implementati (incluso l’esistenza di istituzioni pre-esistenti). Al contrario dovrebbero sfruttare tali caratteristiche •Quando un programma fornisce dei beni o servizi privati, il dilemma della cooperazione è meno rilevante rispetto a quelle situazioni in cui quello che è in gioco sono dei beni o servizi collettivi •Questo aspetto diventa ancora più urgente una volta che consideriamo la popolarità che godono concetti quali coproduzione, sviluppo partecipato, progetti bottom-up nella più recente letteratura (e nelle OI) Lezione VI: il contratto • Una valutazione complessiva della soluzione del contratto 1. Tutte le strategie condizionali richiedono molte informazioni e delle persone pazienti (e in gruppo di dimensioni elevate questo è difficile…) 2. Il problema della credibilità della punizione 3. Strategie ottimali e strategie dominanti: dal Folk Theorem agli equilibri multipli •La soluzione del contratto è come le precedenti incompleta…necessita ad esempio della comunità Il dilemma della cooperazione • Riassumendo 1. Ogni volta che un gruppo di individui è chiamato ad impegnarsi in una azione collettiva, la tentazione del free-rider è sempre presente 2. Questo implica che l’esistenza di benefici mutui della cooperazione di per sé non garantisce il successo di una azione collettiva 3. Detto questo, gli individui non sono intrappolati sempre in un equilibrio di mutua defezione. A seconda delle caratteristiche e delle condizioni interne ed esterne, la cooperazione è possibile 4. Noi abbiamo visto delle potenziali soluzioni al problema. Quello che abbiamo appreso è che non sempre sono sufficienti, e spesso per avere successo, richiedono di complementarsi a vicenda