Corso di pesca Il galleggiante in deriva

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Corso di pesca Il galleggiante in deriva
Corso di pesca
Il galleggiante
in deriva
di Riccardo Zago
U
na tecnica di pesca
da riva, non molto
diffusa tra i pescatori
per diletto ma sicuramente vincente nelle gare,
è quella con il galleggiante
derivato. Il sistema nasce dalla
necessità di lanciare a buona
distanza galleggianti di grammatura minima. Andiamo a
scoprire passo dopo passo questa tecnica che, se usata nel
giusto modo, può esaltare una
pescata che sembrava invece
destinata a un nulla di fatto.
Per il derivato conviene usare una canna bolognese robusta e non più lunga di 6 metri, altrimenti si potrebbe spezzare durante il lancio
a causa del notevole peso della lenza
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Corso di pesca
Quello che serve
La pesca con il derivato può
essere effettuata tutte le volte
che si presenta la necessità di
lavorare in superficie con
lenze leggere e sottili, specialmente di fronte a pesci
diffidenti, a 15 o più metri di
distanza dalla postazione. Trattandosi di una tecnica di pesca
a lancio, occorre una canna
con il mulinello… insomma,
una bolognese piuttosto potente. La lunghezza dell’attrezzo è soggettiva e può variare da pescatore a pescatore.
In tutti i casi, però, scegliamone una che sia maneggevole e non più lunga di 6
Se non vogliamo trafficare nell’autocostruzione del nostro galleggiante da montare in
deriva, dobbiamo cercare i modelli già pronti nei migliori negozi di articoli da pesca
metri (solitamente si utilizza
una 5 metri). Il mulinello sarà
per portare lontano il calaDue lenze in una
di piccole dimensioni, in momento: a farci avvistare la
Se qualcuno si domandasse
do da bilanciare perfettamente
mangiata ci penserà un sel’origine
del
nome
di
questa
l’attrezzo. Molto dipende dal
condo galleggiante, molto
montatura, sappia che viene
monofilo che carichiamo in
piccolo, del tutto simile ai sedal fatto che il galleggiante
bobina: un diametro sottile
gnalatori che si usano nelle
non
è
montato
direttamente
ci permetterà lunghi lanci anacque interne per la pesca
sulla
lenza
madre
ma
su
uno
che con galleggianti di gramalla trota. Il galleggiante sespezzone di nylon aggiuntivo:
matura ridotta. In gara, per
gnalatore è solitamente sferico,
per l’appunto, la “deriva”. Il
esempio, vengono utilizzate
di sughero o polistirolo, e ha
galleggiante
dovrà
essere
di
lenze da 0,12-0,14 millimetri
un diametro massimo di 1,5
tipo piombato (15 grammi
di diametro, ma per la pesca
centimetri. Scegliamone uno
vanno bene) e servirà solo
di tutti i giorni
dai colori sgaranche uno 0,16 o,
gianti, per poterlo
al massimo, uno
vedere bene anche
0,18 andranno beda lontano.
nissimo. Altrettanto importante è
Pronto
caricare perfettao fai da te
mente il mulinelUn galleggiante
lo, con il monofilo
derivato vero e
parallelo ai bordi
proprio
viene
della bobina. Ma
commercializzato
attenzione a non
in Italia dalle
eccedere in metri,
aziende più imaltrimenti c’è il riportanti di attrezschio di fare grozature e si trova
vigli al momento
nei migliori nedel lancio.
Un cefalo appena pescato
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gozi di pesca in modelli da 3
a 25 grammi. Se invece vogliamo ricorrere al fai-da-te,
possiamo modificare delle
bombarde galleggianti oppure
aggiungere un poco di zavorra
ai più comuni galleggianti
piombati sferici. I primi modelli di derivati sono stati costruiti dai garisti partendo
proprio da galleggianti piombati, asportando la zavorra al
loro interno e sostituendola
con una leggermente più pesante, in modo che una volta
in acqua il derivato restasse
quasi completamente sommerso. Questo galleggiante,
che possiamo definire anche
“trasportatore”, viene collegato
a uno spezzone di nylon di
grosso diametro (solitamente
uno 0,40 millimetri) di lunghezza compresa tra 20 e 25
centimetri. Dall’altro capo va
creata una piccola gassa, effettuando un nodo a scorrere
che stringeremo attorno a
una spilla. Togliendo quest’ultima, otterremo un’asola
nella quale inserire la lenza
madre. Una piccola perlina
in vetro o in plastica incollata
sulla madre con colla cianoacrilica servirà da punto di battuta per il derivato.
La lenza giusta
Sempre sulla lenza madre inseriremo il secondo galleggiante, che fa la parte del
“passeggero” o del “rimorchio” del derivato. Gli spetta
la funzione di segnalarci le
tocche e le abboccate dei
pesci. Bloccheremo il galleggiante “trasportato” a circa
1,5 metri e, sotto, monteremo
il terminale del tipo a forcella
lenza madre
galleggiante
perlina incollata
cm 20 ∅ 0,30-0,40
derivato
cm 130
terminale a forcella
cm 100
Ecco lo schema di lenza per la pesca con il galleggiante in deriva
o, se abbiamo problemi di
ingarbugliamento durante il
lancio, anche in un unico
spezzone in nylon. Se optiamo
per quello a forcella, i braccioli
saranno lunghi rispettivamente 100 e 130 centimetri;
se invece scegliamo lo spezzone singolo, lo faremo da
130 centimetri. Il diametro
del monofilo impiegato per
il terminale varierà a seconda
delle prede che vogliamo catturare e, comunque, da uno
0,08 a uno 0,14 millimetri.
Gli ami saranno di misura
compresa tra i numeri 18 e
10. Un consiglio da garisti è
far terminare la deriva con
una piccola girella che ci darà
la possibilità di cambiare il
derivato durante la pesca in
funzione delle condizioni atmosferiche. Anche se il sistema è nato essenzialmente per
la pesca delle aguglie e dei
cefali in superficie, in realtà
ci permette di catturare molte
prede diverse, tra cui occhiate,
boghe e lecce stella.
Occhio ai garbugli
La pesca con il derivato non
è tanto facile e ai primi lanci
sarà probabile incontrare qualche problema. Basta pensare
un attimo a come si comporta
questa lenza in fase di lancio:
il “trasportatore” si sposta a
velocità sostenuta, seguito
dal piccolo galleggiante e dal
terminale. Se lasciassimo cadere in acqua il tutto senza
effettuare alcuna manovra, il
risultato sarebbe una... parrucca colossale! Quindi, dobbiamo cercare di stendere la
lenza, frenando il filo ancora
nel mulinello prima che il
complesso pescante arrivi in
acqua. Così facendo otterremo
un ribaltamento completo di
tutto il finale e la lenza entrerà
in pesca liscia.
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