le targhe “ scv 1 “
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LE TARGHE “ S.C.V. 1 “ di MARCELLO GALLINA Il servizio delle carrozze a cavalli fu abolito in Vaticano il 1° gennaio 1928, ma in realtà l’automobile vi era entrata molto tempo prima: nel 1909 la Rimessa dei palazzi apostolici aveva accolto una Itala 20/30 carrozzata a Torino da Locati e Torretta, offerta dal vescovo di New York mons. Farlen a Pio X (pontefice dal 1903 al 1914). Né il Papa Santo né il suo successore Benedetto XV (pontefice dal 1914 al 1922) fecero mai personalmente uso dell'automobile. L'auto iniziò a partecipare attivamente agli eventi del Vaticano con Pio XI (pontefice dal 1922 al 1939 ): la prima auto a disposizione di Papa Ratti fu una Bianchi tipo 15 donata nel 1922 dalle dame milanesi, cui si affiancò nel 1926 una Bianchi tipo 20. Entrambe erano immatricolate con targa italiana C.D. Il 31 gennaio 1930 il Decreto vaticano N. XII, “Regolamento per la circolazione degli autoveicoli”, introdusse ufficialmente le targhe SCV ed i primi veicoli ad esserne dotati furono proprio quelli già a disposizione del pontefice: tre erano le auto in dotazione al “garage pontificio”: una Fiat 525N offerta dalla casa torinese nell'aprile 1929, una Isotta Fraschini tipo 8A carrozzata Sala, donata dall'ACI di Milano nel maggio 1929 e una Graham Paige tipo 837, offerta ancora nel 1929 dai costruttori, i ferventi cattolici americani fratelli Graham. Resta da verificare se da aprile-maggio 1929 a gennaio 1930 , ovvero prima della targatura SCV, queste auto fossero targate o no: nelle fotografie dell'epoca relative alle cerimonie di presentazione al pontefice Pio XI le auto appaiono sempre senza targa. Dopo potrebbero essere rimaste tali oppure avere ricevuto targhe e immatricolazione italiana CD. Fin dagli inizi fu adottato il criterio di montare la targa SCV 1 di volta in volta sull'auto che usciva dal Vaticano con a bordo il pontefice. Pertanto nei documenti ufficiali del Registro Vaticano vi era una sfasatura tra numero di matricola del libretto e numero di targa nel senso che la targa SCV 1 non corrispondeva ad alcuna specifica auto: Matricola RAV numero 1 : Fiat 525 targa SCV 2 data: 21 aprile 1929 Matricola RAV numero 2: Isotta Fraschini targa SCV 3 data: 1° maggio 1929 Matricola RAV numero 3: Graham Paige 837 targa SCV 4 data: 22 dicembre 1929 Il 9 giugno 1930 la Citroen italiana di Milano donò a Pio XI una vettura Citroen C6E denominata “Lictoria Sex” in ossequio al regime fascista vigente in Italia. Derivata dalla Prima edizione 2008 pag. 1 di 5 versione maggiorata ( E = elargèe) del tipo base C6 del 1928, l'auto, di colore amaranto con filettature dorate, pur mantenendo immutata all'esterno la sua configurazione classica, fu completamente rifatta nell'allestimento interno e minuziosamente curata nei dettagli. L'interno, preparato sontuosamente con tanto di tronetto, cielo e suppedaneo, era caratterizzato da una cromatica estremamente varia, dall'amaranto delle stoffe al rosso del velluto, dal colore oro dei ricami all'argento ad arazzo del soffitto. L'auto fu immatricolata il 13 giugno 1930 col numero di targa SCV 5 e matricola RAV numero 4. La “ Lictoria Sex “ non fu mai apprezzata dal pontefice, che vi salì solo una volta oltre alla presentazione, il 12 maggio 1936 per un breve tragitto con il conte Bezzi Scali alla guida. Nel 1996 l'auto dopo quattro anni di minuziosi restauri presso la Casa madre è stata riconsegnata in Vaticano ed è esposta attualmente al Museo Storico. Quando iniziarono i lavori il chilometraggio era di soli 160 chilometri, tutti percorsi all'interno dello Stato vaticano col solo intento di far muovere il mezzo a scopo di manutenzione. Successivamente entrarono nel parco auto pontificio due Mercedes Benz, una tipo Nurburg il 17 novembre 1930 e, nel 1937, una “290” versione Castagna, omaggio quest’ultima del Cav. Leone Castelli, amico personale di Pio XI. La “290” fu targata SCV 2, dunque subentrò alla Fiat 525 mentre la Nurburg fu targata SCV 4 ma non subentrò alla Graham Paige che rimase invece in uso sino al 1958, risultando la preferita dal successivo pontefice Pio XII (Papa Pacelli, pontificato dal 1939 al 1958). Dunque la Graham Paige, lasciata la targa SCV 4 o passò a SCV 3 al posto della Isotta Fraschini oppure potrebbe avere semplicemente assunto la SCV 1 in modo permanente: ciò per due motivi: perché, come detto, fu l'auto di prima scelta di Pio XII e perché risulta che l'abitudine di spostare la targa SCV 1 di volta in volta su auto diverse finì per essere abbandonata, probabilmente tra la fine degli anni ’30 e il periodo bellico. Esistono effettivamente numerose fotografie dell'auto americana con targa SCV 1. Negli anni del conflitto mondiale il garage pontificio rimase numericamente molto esiguo: in pratica papa Pacelli utilizzò, per le sporadiche uscite dallo Stato, esclusivamente la Graham Paige. Solo nella prima uscita per prendere possesso della Basilica Lateranense il 18 maggio 1939 egli si servì della Mercedes Benz 290. Passo ora alla descrizione delle targhe “pontificie” dal 1930 al 1947. La targa posteriore segue uno schema costante: i caratteri, disposti su di una sola fila, sono, da sinistra, lo stemma pontificio, la sigla SCV sempre puntata e il numero di serie da 1 a 5. Nelle targhe 4 e 5 si osserva un elemento in più, un trattino tra la sigla e la cifra. Lo sfondo è bianco e i caratteri rossi; talvolta è presente un bordo di contorno, anch’ esso rosso. Lo stemma , realizzato con cura in metallo a sbalzo, è dorato. La targa anteriore presente le stesse caratteristiche di quella posteriore ed è di dimensioni ridotte. E’ possibile che nei primi anni, sicuramente non oltre il 1935, la targa anteriore non fosse utilizzata. Una foto della Isotta Fraschini del 1929 mostra la targa posteriore SCV 3 differente, più Prima edizione 2008 pag. 2 di 5 semplice perché senza lo stemma. Ho già accennato al fatto che la coppia SCV 1 veniva montata di volta in volta sull'auto prescelta per l'uscita dal Vaticano, ma tale pratica non sembra fosse assoluta dal momento che vi sono fotografie che documentano, ad esempio, la presenza del pontefice sulla Mercedes “290” munita della targa propria SCV 2 invece di quella “trasportabile” SCV 1. La serie numerica riservata ai veicoli del garage pontificio andava da SCV 1 a SCV 10 ma non ho mai trovato fotografie che dimostrino esistenza delle targhe SCV 6 - SCV 10. Nel primo dopoguerra si rinnovò il parco veicoli a disposizione del pontefice, così come avvenne per i veicoli ordinari. La serie numerica SCV 2 - SCV 10 fu abbandonata e la targa SCV 1 cominciò ad essere applicata contemporaneamente su tutte la auto del garage pontificio. Inoltre fu definitivamente rimosso dalle targhe lo stemma dello Stato. Nel settembre 1947 entrarono nella dotazione due Cadillac carrozzate Derham, una modello 75 ed una modello 49. In entrambe le auto comparvero targhe diverse dalle precedenti, ancora in rosso su bianco ma con la sigla SCV, puntata, preceduta anziché seguita dal numero 1 : 1 S.C.V. Le immagini disponibili riguardano solo la targa anteriore per cui non posso affermare che anche la posteriore seguisse questo schema. In ogni caso nel 1954 la nuova Chrysler Imperial carrozzata Ghia ripresentava le targhe, sia anteriore che posteriore, nello schema classico S.C.V. 1. Alcune osservazioni: in entrambe si nota tra sigla e numero un punzone ufficiale, ed è la prima ed unica volta nella storia delle auto papali ( con riferimento solo alle SCV 1, non alle “papamobili” ); la forma è rettangolare ma si avvicina al quadrato perché l'altezza è molto maggiore, per così dire, del previsto: grosso modo la lunghezza è di mm 260 e l'altezza di mm 140; prima del 1960 le targhe vennero sostituite e quelle nuove presentavano dimensioni e grafica decisamente più moderne, avviando quasi lo stile attuale. Papa Giovanni XXIII ( Roncalli, pontefice dal 1958 al 1963 ) si servì delle due Cadillac e della Imperial, ed è durante il suo pontificato che la Mercedes Benz riprese il ruolo ufficiale di fornitore della Santa Sede. Il 17 dicembre 1960 la Casa di Stoccarda donò un’ auto tipo 300D Landaulet (cioè con tetto fisso anteriore e capote posteriore rialzabile). Le due targhe erano identiche, in rosso su bianco. Con la sigla S.C.V. davanti alla cifra 1, la grafica era ormai moderna, con i margini laterali ampi e i caratteri abbastanza alti: lo si può dedurre osservando la “S”, che ha la parte centrale slanciata verticalmente. Papa Paolo VI (Montini, pontificato dal 1963 al 1987) utilizzò ancora, oltre alla 300D, la vecchia Chrysler Imperial, ma nell'ottobre 1965 entrò in servizio una nuova Mercedes Benz, la 600 Pullman Landaulet. Nelle prime immagini relative alla presentazione Prima edizione 2008 pag. 3 di 5 dell'auto le targhe S.C.V. 1 si presentavano molto simili a quelle appena descritte, cioè a caratteri grandi, ma in immagini successive è evidente che l'auto montava nuove targhe, di dimensioni invariate e con caratteri vistosamente rimpicciolisti: anche in questo caso è da osservare la lettera “S” che mostra appunto il suo abbassamento nel tratto centrale, ora più orizzontale. Seguì nel 1966 la consegna di un’ ulteriore auto, una Mercedes Benz 300SEL Landaulet, con targhe più corte rispetto al modello del 1965 e con i caratteri nel formato “basso”. Anche l'altezza della targa venne ridotta, direi a mm 110. Con Giovanni Paolo II (pontificato dal 1978 al 2005) troviamo le ultime consegne della Casa tedesca: nel luglio 1985 una 500SEL Limousine e nel marzo 1997 una S500 Landaulet. Le relative targhe si presentano nel formato corto appena descritto, unico dettaglio degno di nota è che la cifra 1 appare leggermente più distanziata dalla lettera V. Il 23 dicembre 1999 la Fiat ha fatto omaggio a Giovanni Paolo II di un’ auto in esemplare unico, una Lancia Dialogos allestita in versione “Giubileo”, con interni curati in ogni dettaglio per il comfort dell'illustre passeggero. La consegna, effettuata dal presidente Fresco, ha destato non poche polemiche visto il costo del mezzo, tre miliardi di lire. Il dono è stato fatto in occasione del Giubileo e per commemorare i 100 anni della Fiat. E’ stato consegnato al pontefice uno scrigno contenente una pergamena con i nomi di tutti gli operai che vi hanno lavorato e la targa SCV 1, che effettivamente è stata montata. Non vi è targa anteriore. La Dialogos è stata scelta in poche occasioni, ad esempio per il trasferimento di Giovanni Paolo II dal Vaticano a Castelgandolfo il 10 luglio 2003, mentre l'8 dicembre 2006 è stata utilizzata per condurre Benedetto XVI all'annuale cerimonia religiosa della festa dell'Immacolata in Piazza di Spagna a Roma. Nel 2007 la Mercedes Benz ha consegnato a Benedetto XVI l'ultima versione del modello S 500. Il dato importante è che, mentre la targa anteriore è nel consueto formato “corto”, la targa posteriore ha la stessa lunghezza delle targhe italiane, ovvero mm 520 e, presumibilmente, anche la stessa altezza, mm 110. Non cambia invece la grafica, con la scritta S.C.V. 1, in rosso su bianco, disposta al centro , e con due ampi spazi laterali ed un altrettanto ampio spazio tra sigla e cifra. Periodicamente al pontefice vengono regalati i più svariati modelli di auto, e negli ultimi anni il fenomeno si è notevolmente accentuato. Gli omaggi provengono per lo più da Case automobilistiche ma non mancano doni di privati. Secondo alcuni blog della rete - che cito per dovere di cronaca senza concedere loro alcun credito per i toni frequentemente polemici - si tratterebbe di più di cento automobili. Alcuni dati mi sono noti: 1979: Prima edizione 2008 BMW 733i pag. 4 di 5 6 ottobre 2005: BMW X5 28 giugno 2006: Volvo XC 90 18 ottobre 2006: Volkswagen Phaeton 6.0 La BMW dal canto suo ha donato al Vaticano in pochi anni una vera e propria piccola flotta di auto di prestigio: tre C1, una 525ix e una 740i. Queste auto non vengono mai dotate di targhe SCV 1, con pochissime eccezioni come la BMW del 1979, che peraltro non mi risulta sia mai stata impiegata. Vengono invece targate SCV perché genericamente assegnate allo Stato: la BMW dell'ottobre 2005 risulta targata SCV 00886. A volte invece si ricorre a targature CV, ad esempio la Phaeton dell'ottobre 2006, targata CV 03698 e la Volvo del giugno 2006, targata CV 03697. L’assegnazione dei veicoli a un determinato servizio dipende dalle esigenze del momento o da particolari circostanze: recentemente una Volvo sport utility donata al pontefice è stata assegnata al personale addetto alla sicurezza vaticana. Molte di queste auto però sono sostanzialmente regali inutili. Non servono al garage pontificio, servito ufficialmente dalla Mercedes Benz ormai dal 1959, e non servono al parco veicoli dello Stato, i cui acquisti sono adeguatamente coordinati e gestiti dalla Direzione dei Servizi Generali - Servizio della Motorizzazione, che dipende dal Governatorato, presieduto dal Cardinale Giovanni Lajolo. Dunque i lussuosi regali spesso vengono “esportati” in Italia e rivenduti, con totale riserbo e discrezione, a privati o a concessionarie della capitale. Concludo con un aneddoto: nel marzo 1959 la Fiat donò a Giovanni XXIII una berlina 2100, che fu targata SCV 1 ma usata poi in rarissime occasioni. Il pontefice la regalò successivamente a Mons. Pietro Iotti, suo amico personale, il quale la mantenne in ordine per decenni, sino al 2000 quando la volle utilizzare per una singolare iniziativa: un tour nei Giardini Vaticani riservato a giovani pellegrini disabili, una volta alla settimana per tutto l'anno del Giubileo. Prima edizione 2008 pag. 5 di 5