geronimo prova la stelvio
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geronimo prova la stelvio
GERONIMO PROVA LA STELVIO Cogliendo al volo l’occasione che la Casa Madre ha lanciato per il fine settimana del 15 marzo 2008, mi precipito dal Concessionario Moto Guzzi della mia città che ha aderito all’iniziativa. Per evitare code o attese inutili sono le 9.30 quando giungo sabato : non c’è praticamente nessuno ed il proprietario aiutante stanno giusto tirando fuori alcune moto tra cui una Stelvio color nero,mentre quella di colore rossa a disposzione già bella pronta con le chiavi nel quadro. in officina di con un suo recentissima per il test è “Buongiorno” - mi sorridono entrambi gentilmente - “Buongiorno” ricambio cortesemente,ma la cosa sembra morire lì,strano,io non sono un cliente abituale; quando terminano di mettere le moto sui cavalletti,il dialogo continua : “posso esserLe utile ?” - “Sarei venuto a provare la Stelvio ! “ “Benone,le chiavi sono sul quadro, vada pure......”. Rimango un po’ perplesso dalla mancanza di ogni formalismo e dalla disponibilità direi totale : “attendo un amico che dovrebbe essere qui a minuti...”. E’ vero, ho incastrato il buon Orso Grigio per farmi le foto di rito,pensando che anche lui fosse curioso di fare una prova della endurona mandellese,ed invece me lo vedo arrivare a bordo di una quattroruote in abiti civili,non certo da centauro ! Non indago sulla sua rinuncia (avrà i suoi buoni motivi),ma sono lieto che abbia lui una macchina fotografica digitale in quanto la mia fa le bizze (tsè, roba giapponese....pfui !) per cui il reportage toccherà a lui. Dopo i primi commenti e le attente osservazioni ritorna il concessionario che mi da’ il via : “...e’ come la sua Norge per quanto concerne i comandi, per cui vada pure...”. In realtà salirci sopra non è certo agevole per il mio metroesettantascarso ed il fatto che la sella sia al punto più basso della regolazione mi fa riflettere : quando provai un GS 1200 lo scorso anno mi sembrò più facile salirci sopra. La sella è imponente per il passeggero,direi regale,ma la sensazione che provo appena salito è da esaltazione : ma che postura comoda !!! Dopo 10 anni sui California il passaggio sulla Norge non è stato dei più agevoli in quanto ti senti incastrato dentro la moto, qui sulla Stelvio invece sei seduto bello dritto con le mani belle larghe su questo manubrione,le gambe belle distese e non rattrappite,insomma mi sento proprio a mio agio! Accendo il motore evvia !! Il cambio è ancora meglio della Norge,un vero orologio svizzero in quanto a precisione ed entro nel traffico del sabato come se questa moto la guidassi da anni o fosse mia,la sento subito,è intuitiva,facile,maneggevole. Il motore a 4 valvole da’ una stranissima sensazione : sembra quasi che frulli ai bassi regimi ed il ticchettio delle valvole si unisce ad un profondo suono baritonale che esce dalla enorme marmitta,sicuramente meglio riuscita che non nei primi prototipi visti a Berlino lo scorso anno. La lancio un po’ sul rettilineo dietro al carcere e la moto mi sorprende: il motore risponde subito con prontezza ma docile senza strappi, con forza sicura ma senza dare l’impressione che sia la moto a prendere il sopravvento,rimani sempre padrone della situazione. Mi butto in un itinerario collinare (Pollone) alla ricerca di tornantini e curve strette per apprezzarne la docilità e l’intuizione: la sensazione è sempre quella di una moto leggera,e nelle strette curve delle “Ramazze” per andare a Favaro mi sembra di avere un ciclomotore tra le gambe più che un’endurona da 250 kg. ! Incredibile anche il lavoro fatto per l’aerodinamica: ho il casco modulare aperto (ahiahiaiai!) ma il cupolino in plexiglass non mi fa arrivare aria di disturbo alle velocità a cui sto viaggiando. Apprezzo sospensioni e telaio su alcuni dossi che prendo di seguito a velocità abbastanza sostenuta: la moto non si scompone per nulla e da’ una forte idea di robustezza. La strada per Oropa va via veloce ed in poco tempo sono al Santuario Mariano,mi fermo nel parcheggio e qui scopro il lato negativo di questa moto,anzi il MIO: mi mancano almeno un cinque centimetri per toccare terra con sicurezza e per un attimo il mio piede vagola nel vuoto,poi inclino un po’ la moto verso sinistra e l’appoggio è sicuro. La strumentazione è molto leggibile,essenziale,razionale,direi teutonica nel suo disegno ed ai numeroni del tachimetro ci si abitua subito: sono curioso di leggere cosa diranno i beta-tester germanici di questo modello di casa Guzzi,ma tutto mi fa credere che ne saranno entusiasti, sembra più tedesca di molte ......tedesche ! Scendo i dodici chilometri della strada tanto cara ai ciclisti di tutt’Italia e spingo un po’ il motore,vista la confidenza : la moto praticamente piega da sola e così testo sia i freni che le scalate con il freno motore. Stabile,pronta,questa moto da’ una sicurezza che non mi aspettavo vedendola ferma a terra dove mi sembrava quasi piccola rispetto alle foto: gran bel lavoro è stato fatto e certamente il merito va ad un motore che è la giusta evoluzione del bicilindrico di Giulio Cesare Carcano ! Quando giungo dal concessionario (ho fatto violenza a me stesso per non proseguire su altri itinerari...) mi aspetta un curiosissimo Orso Grigio ; come direbbe il mitico Greg di “Lillo & Greg” citando il mio collega pellerossa : “....Estiqquatsi ha detto : Estiqquatsi,’sta Stelvio !!”. Ci sono altri centauri in attesa della prova, tra cui proprietari della nota casa bavarese: se non avessi fretta mi sarebbe piaciuto sentire i loro commenti,ma nel frattempo,entusiasta,scambio le mie impressioni con il concessionario locale ed il buon Fausto (Orso Grigio è chiaramente un soprannome...), che continua con le sue foto di rito. La moto è ben fatta anche se qualche migliorìa (saldature del telaio,copri coppa inferiore) sarebbero d’obbligo e la componentistica è di prim’ordine vuoi come forcella,mono-posteriore,impianto frenante,sella,etc..,insomma tutto di qualità a conferma di un costo che certamente non è uno dei più aggredibili ma tutto sommato in linea con prodotti di analogo livello. Sono curioso di vedere come la si potrà dotare per quanto concernente accessori per i lunghi viaggi,anche perchè la marmittona alta costringerà a scelte analoghe a quellle già note per il GS (borsa più piccola). Confermo che un serbatoio più capiente (soli 18 lt.) non mi sarebbe dispiaciuto nell’ottica di trasferte avventurose e di certo una versione più accessoriata per i più esigenti sarà d’obbligo (come una più semplice e meno costosa con motore da 850 cc.). Il motore mi è molto piaciuto,sia come sonorità,come comfort di guida,prontezza ed elasticità (non esiste più il fastidioso on-off di Breva,Norge,etc,) : un notevole balzo in avanti rispetto al classico 2 valvole! A questo punto sarebbe utile una prova con gomme tassellate su un bel percorso di ampio respiro per molti e molti chilometri per capirne consumi ed affidabilità nei primi 50.000 km.: spero di poter leggere qualche articolo in merito,magari fatto con una valutazione reale e non come sovente capita,con mille pregiudizi e sottolineature a volte inutili ! Che dire : PROVATELA ! Anzi provate TUTTE le Guzzi,vi stupirete certamente se l’ultima che vi ricordate magari è un SP degli anni ‘70/’80, o un V 35 dell’era De Tomaso: le motociclette che escono oggi da Mandello del Lario sono un pallido ricordo di quelle di allora, pur mantenendo (intelligentemente) la tradizione di un motore che ha fatto la STORIA ! Ad maiora ! “Geronimo”