volley: toglie un ragazzo per giocare alla pari e perde, ma è festa

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volley: toglie un ragazzo per giocare alla pari e perde, ma è festa
VOLLEY: TOGLIE UN RAGAZZO PER GIOCARE
ALLA PARI E PERDE, MA È FESTA PER TUTTI
In un torneo giovanile la squadra bergamasca, causa infortunio, avrebbe vinto per impossibilità dell’altra formazione di scendere in campo. Così l’allenatore toglie un ragazzo ai suoi, gioca ad armi pari e perde la finale. La festa comune sul palco 3 giugno 2014 ‐ MILANO Ormai da tempo lo sport si riempie la bocca di termini del tipo “Terzo tempo”, “codice etico” o di frasi fatte come “l’allenatore deve essere un educatore”. Ma spesso questi discorsi, restano solo campagne morali a uso e consumo dei vertici sportivi. Domenica ad Ascoli Piceno è invece successo quello che nessuna campagna etica, nessun ideologo‐dirigente poteva immaginare. Si è girato un film dal titolo “Lo sport che vorrei”. E beati i presenti al palasport marchigiano che potranno dire “quel giorno io c’ero”. Domenica si giocava la finale dei campionati italiani 3x3 maschili di volley che da quest’anno prevede l’obbligo di avere 4 giocatori a referto con l’obbligo di rotazione in campo di tutti i componenti della squadra. La sfida decisiva per il tricolore è quella tra Serteco Volley School Genova e Nuova Almevilla (Villa d’Almè, Bergamo). La premiazione congiunta
INFORTUNIO — Sfida che ha rischiato di non andare in scena dal momento che durante il riscaldamento Giacomo Nebbia, giocatore della squadra ligure, si procura una distorsione a una caviglia. Un imprevisto che potrebbe regalare la vittoria a tavolino alla squadra lombarda: “Non sarebbe stato bello vincere così – spiega Stefano Rota, allenatore della Nuova Almevilla ‐. Così ho subito chiesto alla commissione federale presente di poter escludere anch’io un giocatore. Dopo più di 30’ è arrivato il sì e ho provveduto a spiegare al ragazzo prescelto la mia decisione”. Così Gabriele Ravasio è andato a fare compagnia a bordo campo al compagno‐rivale. La finale per la cronaca è stata vinta da Genova “ma abbiamo vinto tutti – sottolinea Rota ‐. A fine partita l’allenatore dei liguri ci ha chiamato sul podio con loro per festeggiare insieme. La coppa non si poteva dividere, ma abbiamo fatto una foto tutti insieme per immortalare questo momento”. E il ragazzo escluso? “Ha capito, ha condiviso con me la decisione. E poi… a fine partita è stato chiamato in mezzo al campo per ricevere l’applauso del pubblico e non ha retto dall’emozione ed è scoppiato in un pianto liberatorio”. Nella domenica dello sport dove 60 milioni di commissari tecnici ha iniziato a discutere se l’esclusione dal mondiale di calcio di Giuseppe Rossi si giusta o sbagliata, se l’infortunio a Riccardo Montolivo sia una tegola o meno per le velleità iridate dell’Italia di Prandelli, Ascoli ci riconsegna il significato più profondo della parola sport: giocare con lealtà. E meno male che in finale c’era Villa d’Almè con il tecnico Rota. Un tecnico che è riuscito a mettere da parte le velleità personali e di squadra (“se il ragazzo si fosse rimesso in piedi dopo il problema alla caviglia, avrei fatto fatica a non dire ai miei di battere su di lui”) e ha trasmesso un insegnamento straordinario ai propri atleti. Il lieto fine del pomeriggio sportivo marchigiano è stato bagnato da lacrime di gioia sia sul parquet di gioco che sulle tribune. E se a Villa d’Almè nei prossimi giorni, in vista della nuova stagione sportiva, ci sarà la coda per iscrivere bambini ai corsi di minivolley non ci sarà da stupirsi. Forse i propri figli non diventeranno i nuovi Bernardi (difficile trovarne altri), ma di sicuro potranno essere tranquilli: almeno in quella società si trasmettono valori… positivi. ARTICOLO ESTRATTO DA MARCHE VOLLEY:
FINALE U13 3X3 KINDER+SPORT/ PROTAGONISTI
E VIP ALL’UNISONO: FANTASTICA FINALE!
La Finale U13 3×3 Kinder+Sport non poteva che chiudersi col bilancio dell’organizzatore, la Fipav Marche del
presidente Franco Brasili che la ritiene una manifestazione così bella ed intensa da meritare molti grazie: “ai genitori,
agli allenatori e ai
dirigenti di questi giovani protagonisti in campo; ai dirigenti federali e societari per quello che hanno fatto per il
funzionamento dell’evento. Grazie alla città di Ascoli che abbiamo scoperto essere bellissima di giorno come di notte e
che ci ha dato davvero molto in queste giornate: il sole ce lo darà in occasione del prossimo evento”.
Gli fa eco Adriano Bilato (consigliere nazionale Fipav e responsabile delle manifestazioni giovanili): “Sono davvero
orgoglioso di tutte quelle persone che con passione, umiltà e dedizione si sono adoperate perché la manifestazione
riuscisse
al
meglio,
ovviando
ad
ogni
problema,
pioggia
compresa”.
Alla pioggia si è aggiunto un altro problema sotto forma di infortunio a Nebbia della Serteco con conseguente beau
geste dell’Almevilla sottolineato anche dal presidente della Provincia di Ascoli Piceno Piero Celani: “Il nostro territorio
ogni volta accoglie avvenimenti come questo con grande entusiasmo, non solo perché sono momenti di promozione, ma
soprattutto perché sono occasioni di crescita per lo sport piceno. In questa finale abbiamo assistito ad una grande pagina
di sport. Diceva Papa Paolo VI che nella vita i ragazzi hanno bisogno non solo di grandi maestri ma anche di grandi
esempi. Oggi ne abbiamo avuto la conferma.
Protagoniste di questa conferma la Serteco e l’Almevilla i cui coach hanno la stessa visione “sportiva”.
Piero Merello (coach Serteco Volley School Genova): “Questo successo va condiviso con la Nuova Almevilla: il
gesto di rinunciare ad un giocatore per far svolgere la finale lo portiamo nel cuore. Il settore maschile della Serteco è
nato solo da due anni e vincere subito un titolo italiano è una cosa straordinaria: merito ai ragazzi di aver sempre
creduto in quello che fanno tutti i giorni in palestra. Mi hanno sorpreso ad ogni partita, mostrando un rendimento
costante in tutti i tre giorni di gara”.
Stefano Rota (coach Nuova Almevilla Bg): “Da quando il dt Mauro Berruto ha voluto questa formula di gioco,
fairplay è stata la nostra parola d’ordine. Non a caso la finale regionale è stata disputata senza arbitro, con gli stessi
ragazzi in campo giudici di se stessi. Giocare in tre anziché in quattro è stato un gesto naturale, mi hanno fatto molto
piacere le parole dette a fine partita dal tecnico di Genova in un momento per loro di gioia. Complimenti alla Serteco:
ha dimostrato di essere la più forte e di meritare il successo. La finale persa nulla toglie al grande torneo disputato dai
miei ragazzi”.