Piemonte Rurale n. 08/2013

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Piemonte Rurale n. 08/2013
n. 8/2013
Torino, 14 maggio 2013
Sommario:
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Due sfide non rimandabili per il Governo Letta: creare lavoro e abbattere le
tasse;
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Sull’Imu, Sergio Marini: “vanno subito restituiti agli agricoltori i 45 milioni pagati
in più nel 2012”;
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Domenica 19 maggio a Torino con Coldiretti, grande manifestazione sul tema “la
montagna vuole vivere”;
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Stefania Grandinetti nella Giunta Nazionale di Terranostra
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Pac: continua il dibattito UE su agricoltore attivo, giovani agricoltori, piccoli
agricoltori;
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UE: regole intelligenti per cibi più sicuri, tagli a costi e burocrazia nel settore
agroalimentare;
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Piemonte: approvate le linee guida per il contenimento dei cinghiali;
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Operativa la cooperativa agricola Lolacoop per la commercializzazione di vacche
da latte fine carriera;
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Completato il rinnovo cariche di Compral Latte;
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Frutta estiva: in Europa in calo le albicocche, si stima un raccolto di 3 mln di
tonnellate per nettarine e albicocche (+4% rispetto al 2012);
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Andamento del settore risicolo sul mercato nazionale, europeo e internazionale;
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Diminuzione della produzione di latte a livello mondiale;
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Nell’Alessandrino, la grandine causa danni irreversibili a mais e grano. Nel
Cuneese danni alle produzioni ortofrutticole
DUE SFIDE NON RIMANDABILI PER IL GOVERNO LETTA: CREARE
LAVORO E ABBATTERE LE TASSE
All’indomani dell’insediamento del governo presieduto da Enrico Letta è circolata fortemente la
notizia che sarebbe stata tolta l’IMU.
Nei giorni successivi sono emerse anche voci contrarie che arrivavano dall’ANCI: togliere l’Imu
equivale a far fallire i Comuni, piccoli o grandi che siano. Di qui, il ridimensionamento della
proposta: l’Imu potrebbe restare, ma con un’applicazione ridotta per la prima casa. Mentre il
dibattito è in corso, è intervenuta anche l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo
sviluppo economico) sostenendo che in Italia occorre abbassare le imposte sul lavoro piuttosto
che agire su altri fronti. Una patata bollente che il governo Letta si trova ad affrontare il giorno
dopo il suo insediamento, con un Pdl che rivendica fortemente quanto promesso in campagna
elettorale. Intanto, la Bce (Banca Centrale Europea) ha deciso di tagliare il tasso di
rifinanziamento dell’Eurozona, portandolo al nuovo minimo storico dello 0,5%.
L’obiettivo annunciato dal presidente Mario Draghi è di rilanciare il credito. L’Ocse da una
parte e la Bce dall’altra impongono al governo italiano una strada obbligata: la ripresa
dell’economia passa attraverso il rilancio delle imprese con un credito maggiormente
accessibile e attraverso la riduzione del costo del lavoro a carico delle aziende, le cui imposte
pagate spesso non vanno a beneficio del lavoratore. Negli ultimi due anni, la politica della Bce
di concedere alle banche fondi allo 0,75% avrebbe già dovuto consentire alle imprese di
ottenere fondi per affrontare il difficile mercato. In realtà, a finanziarsi sono state le banche
che hanno acquistato titoli di Stato. La Bce ha chiuso gli occhi di fronte a questi atteggiamenti,
poiché la pressione dei tedeschi orientata al risanamento dei bilanci piuttosto che alla ripresa
economica, ha consentito la difesa dell’euro e il contenimento dell’inflazione. Ora però l’Europa
è ben consapevole che l’impostazione della Germania non risolve i problemi dell’occupazione e
quindi si pensa ad un abbattimento dei costi del lavoro ed a un ritorno degli investimenti in
modo agevolato da parte delle imprese. Questa inversione di tendenza potremmo definirla
come un ritorno all’economia reale piuttosto che restare nel mondo della finanza fatta di titoli
di Stato. La conferma di quanto è successo a livello europeo ce l’abbiamo anche a livello locale.
In Piemonte, gli Istituti di Credito hanno preferito fare utili e consolidare il loro patrimonio,
acquistando titoli di Stato, piuttosto che rischiare con le imprese. Gli investimenti finanziati
sono stati quelli super garantiti mentre la stretta creditizia si è fatta sentire soprattutto nei
confronti delle imprese particolarmente esposte od operanti in settori come l’edilizia dove la
sicurezza del rientro del credito concesso era molto scarsa. Né più né meno di quanto avvenuto
a livello europeo. L’indagine Bce - Commissione Europea svolta su settantacinquemila aziende
tra ottobre 2012 e marzo 2013 dimostra che la mancata concessione di credito alle imprese
non è un problema di domanda da parte delle stesse, quanto degli Istituti di credito restii ad
aprire i cordoni della borsa. In buona sostanza, parte una nuova stagione in cui i
condizionamenti europei si stanno facendo sentire in modo decisivo.
“Dal punto di vista agricolo, il taglio dei tassi è una boccata di ossigeno che ci auguriamo possa
favorire l’accesso al credito delle PMI per le quali, secondo la stessa Banca Centrale Europea,
c’è stato ‘un aumento delle necessità di finanziamento’ accoppiato a ‘un peggioramento della
disponibilità di prestiti bancari’, ha affermato il presidente di Coldiretti, Sergio Marini,
evidenziando che “il credito agrario erogato alle aziende agricole ha subìto un taglio del 22 per
cento nel 2012 con il valore delle erogazioni sceso al livello più basso dal 2008”. L’effetto
‘credit crunch’ si è fatto sentire anche nel settore agricolo, dove sono calati i finanziamenti e
sono aumentate le sofferenze: nel 2012 è stato erogato un monte-crediti all’agricoltura di 2,11
miliardi di euro, contro i 2,73 miliardi circa registrati nel 2011. In agricoltura c’è ancora voglia
di investire, ma dall`inizio 2013 si è verificato un netto rallentamento della gestione dell`iter
istruttorio presso le maggiori banche attive nel settore del credito agrario, con un
preoccupante blocco dei processi di investimento, in particolar modo legati ai rinnovi degli
impianti e dei macchinari.
SULL’IMU, SERGIO MARINI: “VANNO SUBITO RESTITUITI AGLI
AGRICOLTORI I 45 MILIONI PAGATI IN PIU’ NEL 2012”
In attesa che si proceda ad una revisione complessiva dell’imposta, “E’ necessario che lo Stato
rispetti l’impegno sancito per legge a restituire i 45 milioni di extragettito pagati in più dagli
agricoltori lo scorso anno”, lo afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini, che ha fatto
gli auguri di buon lavoro al ministro Nunzia De Girolamo. “Se non si interverrà
adeguatamente, le imprese agricole saranno costrette ingiustamente a versare a giugno una
rata ancora ‘gonfiata’ pari a 346 milioni tra terreni e fabbricati strumentali”.
DOMENICA 19 MAGGIO A TORINO CON COLDIRETTI, GRANDE
MANIFESTAZIONE SUL TEMA “LA MONTAGNA VUOLE VIVERE”
Coldiretti Piemonte ha indetto per domenica 19 maggio con inizio alle 10.30 la giornata della
montagna piemontese dal titolo “ La Montagna vuole vivere”.
L’iniziativa si svolgerà presso i Giardini Reali a Torino dove arriverà una mandria di bovini di
razza piemontese ed un gregge di pecore.
In un altro spazio sarà allestito uno spazio per la degustazione di formaggi tipici della
montagna piemontese.
La manifestazione, che vedrà la presenza di una numerosa delegazione di imprenditori agricoli
piemontesi che operano nelle zone montane e pedemontane, è aperta a tutti i cittadini.
“L’obiettivo della manifestazione, dicono Roberto Moncalvo e Bruno Rivarossa - presidente
e direttore di Coldiretti Piemonte – è di continuare a tenere alta l’attenzione della politica, delle
istituzioni e dei cittadini nei confronti delle persone che vivono ed operano con le loro imprese
in montagna.
Lo spopolamento a cui abbiamo assistito negli scorsi anni oggi pare si sia fermato. Sono però
messi spesso in discussione il mantenimento dei servizi e le agevolazioni concesse alle imprese
che sono rimaste a produrre nelle zone montane, mantenendo e preservando l’ambiente e il
territorio.
Il nostro obiettivo è che tutti prendano atto che le aree montane non possano ulteriormente
impoverirsi di presenza umana, pena il degrado e l’inselvatichimento, ma occorre agire per la
tutela delle persone che sulla montagna e di montagna vivono.”
Di qui la necessità del mantenimento e potenziamento dei servizi alla persona anche in sinergia
con consorzi socio assistenziali e associazioni di volontariato, di favorire l’attività dei margari
evitando le speculazioni finanziarie in atto in alcune zone da parte dei comuni relativamente ai
pascoli di proprietà comunale, di prevedere un ritorno economico alla montagna quando sono
utilizzate risorse primarie come l’acqua sia per fini civili che per la produzione di energia
alternativa, di favorire forme imprenditoriali di valorizzazione del paesaggio e del territorio
attraverso l’agriturismo e l’enoturismo e il contenimento delle specie selvatiche che
danneggiano l’agricoltura.
Inoltre occorre che gli oneri sociali siano contenuti per rendere competitive le imprese che
anche stagionalmente offrono reali possibilità di occupazione.
Infine è necessaria
una maggior sinergia tra Enti. Oggi sui territori montani del Piemonte
operano una serie di soggetti pubblici e privati che necessitano di meglio interagire tra loro
generando momenti sinergici positivi con le imprese di tutti i settori produttivi che nonostante
tutto resistono nelle aree montane e svantaggiate in genere.
STEFANIA GRANDINETTI
TERRANOSTRA
NELLA
GIUNTA
NAZIONALE
DI
Stefania Grandinetti, presidente di Terranostra Piemonte, operatrice agrituristica con fattoria
didattica di Alessandria e con un allevamento di suini allo stato brado è stata eletta nella
giunta nazionale di Terranostra.
Il Consiglio di Terranostra regionale, che rappresenta quasi 300 agriturismi di Coldiretti,
l’aveva
eletta
presidente
di
Terranostra
Piemonte
a
settembre
dello
scorso
anno.
Stefania Grandinetti nel suo intervento di insediamento, aveva evidenziato la progettualità
degli Agriturismi di Campagna Amica come centrale per il percorso futuro: tale progetto si
inserisce nella più ampia progettualità dove l’elemento essenziale è la filiera agricola e tutta
italiana anche nel settore della ricettività turistica.
“L’insediamento della nuova giunta nazionale di Terranostra avviene in un momento di grandi
cambiamenti sul modo di fare la spesa degli italiani dicono Roberto Moncalvo e Bruno
Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Piemonte -. Terranostra ha saputo interpretare
le esigenze dei cittadini proponendo cibi locali e valorizzando l’ospitalità rurale in ogni angolo
della nostra Regione”.
Gli Istituti di Statistica hanno rilevato che crollano del 4 per cento gli acquisti di piatti pronti
surgelati e del 3 per cento quelli delle merendine, mentre fanno registrare un vero boom quelli
di uova e farina (+6 per cento) e addirittura dell’8 per cento i preparati per dolci che insieme al
miele (+10 per cento) sono i prodotti che mettono a segno il balzo positivo maggiore, come
mai era avvenuto dal dopoguerra. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti relativa al
primo trimestre del 2013 sulla base dei dati elaborati da Coop Italia.
Conclude Stefania Grandinetti: “Il risultato è che è aumentato il tempo trascorso ai fornelli
dagli italiani che è salito in media 56 minuti al giorno nei giorni feriali che salgono ad oltre 69
minuti la domenica o nei giorni festivi, per un totale di oltre sette ore alla settimana. Con i
nostri agriturismi e con la grande progettualità di Campagna Amica abbiamo ottenuto che in
tavola le abitudini degli Italiani si modificassero, valorizzando il Made in Italy ed il prodotto
locale”.
PAC: CONTINUA IL DIBATTITO UE SU AGRICOLTORE ATTIVO,
GIOVANI AGRICOLTORI, PICCOLI AGRICOLTORI
Prosegue il dibattito in sede Europea per la riforma della PAC: agricoltore attivo, regime per i
giovani agricoltori e regime per i piccoli agricoltori sono stati al centro della discussione che si
è svolta lunedì 13 maggio in Consiglio Agricolo. Sulla riforma, sono in corso i negoziati
-
triloghi - tra Consiglio, Parlamento e Commissione e il presidente di turno del consiglio Simon
Coveney ha chiesto ai Ministri dell'Agricoltura dei ventisette membri di chiarire i margini di
trattativa su questi temi. “La Commissione - ha detto il commissario europeo Dacian Ciolos è disponibile a modifiche, ma la lista negativa di attività che non consentono di ricevere aiuti
diretti deve essere obbligatoria a livello comunitario, pur con una certa flessibilità per gli stati
membri, così come devono essere obbligatori i programmi per i giovani ed i piccoli agricoltori”.
Dal dibattito sono emerse le posizioni più varie: la Danimarca chiede che sia la lista negativa
sia gli schemi per piccoli e giovani agricoltori siano volontari a chi chiede l'obbligatorietà per
alcuni e la volontarietà per altri, a chi, come la Spagna, dichiara di non ritenere rilevante se
siano o meno obbligatori. Per l'Italia, il rappresentante permanente aggiunto Marco Pertinaci
ha affermato che la definizione dell'agricoltore attivo è un tema particolarmente sensibile per
l'Italia e che la formulazione stabilita a marzo dai ministri agricoli è "quella oggettivamente
meglio applicabile". Per quanto concerne la lista negativa, l'Italia preferirebbe che fosse
facoltativa, ma non si oppone al fatto che sia obbligatoria”.
UE: REGOLE INTELLIGENTI PER CIBI PIU’ SICURI, TAGLI A COSTI
E BUROCRAZIA NEL SETTORE AGROALIMENTARE
Controlli ufficiali, regolari e senza preavviso, con sanzioni pecuniarie salate, calcolate sul
vantaggio economico tratto da chi ha violato le regole truffando o mettendo in pericolo la vita
dei consumatori, ma anche meno burocrazia con la soppressione di più del 90% delle norme
UE e tagli netti sui costi soprattutto per le Pmi e le microimprese.
Sono alcuni elementi della proposta varata dalla Commissione Europea per “modernizzare,
semplificare e rafforzare la catena agroalimentare in Europa” affinché non si ripetano più frodi
come quella della carne di cavallo finita, perché meno cara, nei piatti preparati che avrebbero
dovuto contenere solo la carne di manzo: “Siamo ancora lontani dalla tracciabilità e
dall’etichettatura obbligatoria che sono necessarie per tutelare il Made in Italy e i consumatori,
dalle truffe alimentari a danno dei cittadini italiani ed europei, evidenziano Roberto Moncalvo
e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Piemonte, ma è comunque un primo
passo nella direzione sostenuta fortemente da Coldiretti, con la presa d’atto che la normativa
attuale non è sufficiente a contrastare da un lato chi aggira le norme a tutela della salute, e
dall’altro a difendere gli imprenditori agricoli da una burocrazia che soffoca le imprese”.
PIEMONTE: APPROVATE LE LINEE GUIDA PER IL CONTENIMENTO
DEI CINGHIALI
Dopo la decisa presa di posizione di Coldiretti, la giunta regionale ha approvato le nuove linee
guida per la gestione della presenza del cinghiale, su proposta dell'assessore all'Agricoltura,
Claudio Sacchetto. L'obiettivo è la riduzione dei danni alle produzioni agricole e del numero
di incidenti stradali. La novità è data dal fatto che la caccia al cinghiale potrà essere esercitata
anche secondo il metodo della selezione, che si aggiunge a quelli della battuta o braccata, della
girata e della cerca.
OPERATIVA LA COOPERATIVA AGRICOLA LOLACOOP PER LA
COMMERCIALIZZAZIONE DI VACCHE DA LATTE FINE CARRIERA
Dopo poco più di un mese dalla sua costituzione, entra nel vivo l’operatività della Cooperativa
Agricola Lolacoop creata per fornire alle aziende associate la possibilità di conferire le vacche di
razze da latte fine carriera con il fine di valorizzarle tramite un sistema assolutamente
trasparente. Il servizio inizialmente verrà garantito alle aziende presenti all’interno delle
province di Cuneo e di Torino con la volontà di estenderlo all’intera Regione. La Cooperativa
nasce in seguito alla richiesta del gruppo Cremonini – Inalca di reperire questa tipologia di
vacche sul territorio piemontese da destinare al macello di Ospedaletto Lodigiano per la
produzione di hamburger. Il prezzo delle vacche sarà calcolato a peso morto in base alla
classificazione ufficiale europea (Griglia SEUROP), secondo il Listino Vacche Inalca aggiornato
alla settimana di consegna. A questo prezzo così determinato verrà sottratto il costo del
trasporto del capo fino al luogo di destinazione che verrà chiaramente indicato. L’allevatore
riceverà il pagamento mediante bonifico bancario entro 10 giorni dal carico insieme a copia
della classificazione (categoria) della vacca conferita con l’indicazione del peso morto con la
chiara indicazione del prezzo/kg applicato da Inalca.
La cooperativa LolaCoop è in grado di fornire ai propri associati il servizio legato alla gestione
delle emergenze e delle urgenze. Sono già stati infatti presi accordi con macelli locali in grado
di ritirare e gestire questa tipologia di vacche.
La cooperativa sarà inoltre in grado se necessario di raccogliere i vitelli dalle aziende associate
che conferiscono le vacche. I vitellini verranno ritirati con un peso di almeno 45 chili e saranno
pagati a prezzo di mercato al quale verrà sottratto il costo del trasporto.
Le vacche saranno caricate da trasportatori locali convenzionati con Lolacoop ed i giorni di
raccolta saranno concordati con gli allevatori interessati.
COMPLETATO IL RINNOVO CARICHE DI COMPRAL LATTE
Si è svolto lunedì 6 maggio il CdA della Compral-latte, il primo dopo il rinnovo delle cariche.
Alla presenza dei 13 consiglieri eletti (Bernardo Ambrogio, Ernesto Bertola, Gianpiero Burdisso,
Roberto Chialva, Livio Diale, Giuseppe Feira Cottino, Mario Gianoglio, Michele Giuseppe Giletta,
Andrea Magliana, Renato Nasime, Elio Pettiti, Raffaele Tortalla, Roberto Tortone) il nuovo CdA
ha provveduto all’elezione del presidente Roberto Chialva e del vice presidente Raffaele
Tortalla, rinnovando la fiducia già espressa nel precedente triennio. È stato nominato un
comitato esecutivo composto di 5 persone a supporto del presidente e vice. I componenti del
comitato comprendono il presidente e il vice, Ernesto Bertola di Candiolo, Dino Ambrogio di
Fossano e Michele Giletta di Revello.
Nella riunione del Cda, che completa il percorso iniziato martedì 23 aprile con l’assemblea degli
oltre 250 soci a Cussanio in cui, si è preso atto con soddisfazione che l’adesione alla filiera del
latte piemontese ha già raggiunto l’85% sul totale del latte conferito.
FRUTTA ESTIVA: IN EUROPA IN CALO LE ALBICOCCHE, SI STIMA
UN RACCOLTO DI 3 MLN DI TONNELLATE PER NETTARINE E
ALBICOCCHE (+4% RISPETTO AL 2012)
Secondo le prime stime da parte dell’Unione Europea sulla produzione di pesche, nettarine e
albicocche, vi è un calo soprattutto per le albicocche, ma la situazione è in crescita per pesche
e nettarine.
Il raccolto europeo di albicocche, secondo i dati presentati dall’Unione Europea, dovrebbe
ammontare complessivamente a poco meno di 500 mila tonnellate (498.868 tonnellate),
ovvero il 17% in meno rispetto ai livelli del 2012 (604.594 tonnellate), ritornando alla media
registrata tra il 2007 e il 2011. L'Italia ha stimato una produzione di 214.100 tonnellate (15%), la Francia di 160.150 tonnellate (-13%) e la Spagna di 83.118 tonnellate (-13%). La
Grecia, infine, ha anticipato il calo produttivo più significativo con una previsione di 41.500
tonnellate, - 42% rispetto all'anno scorso. Sul fronte della raccolta di pesche e nettarine, in
generale ritardo compreso tra 5 e 12 giorni, è atteso un lieve calo produttivo per Grecia,
Francia e Italia che oscilla dal 2 al 6% rispetto la passata stagione. La Spagna, invece, ha
presentato stime in netto aumento rispetto alla raccolta 2012, con una crescita del 20%. In
totale il raccolto di questa campagna è stimato in oltre 3 milioni di tonnellate (circa 3.012.487
tonnellate), il 4% in più rispetto al 2012 (2.909.432 tonnellate).
ANDAMENTO DEL SETTORE RISICOLO SUL MERCATO NAZIONALE,
EUROPEO E INTERNAZIONALE
Il Servizio Economico regionale di Coldiretti informa che sul mercato italiano la scorsa
settimana, i produttori hanno venduto 12.619 tonnellate di “lunghi A”, 6.688 tonnellate di
“tondi”, 5.802 tonnellate di “lunghi-B” e 480 tonnellate di “medi”, per un totale di 25.589
tonnellate. Rispetto all’anno scorso, risultano maggiori vendite per 65.052 tonnellate (+6,1%).
Dall’inizio della campagna, il collocamento ha interessato circa il 68,4% della disponibilità
vendibile, con un valore massimo del 71,7% per i “lunghi B” ed un valore minimo del 65,9%
per i “lunghi A”. Presso la Borsa Merci di Vercelli non sono risultate variazioni per le quotazioni
di riferimento: Selenio a 290 €/t, Arborio a 330 €/t, Thaibonnet a 293 €/t e Loto a 290 €/t.
Andamento del mercato Europeo: le importazioni totali si attestano a 562.134 tonnellate,
base lavorato, a fronte delle 554.057 tonnellate di un anno fa; ne consegue un aumento di
8.077 tonnellate (+1,5%). L’import di riso semigreggio risulta in calo dello 0,9%, mentre le
importazioni di riso lavorato fanno segnare un aumento del 3,8%. Le importazioni di riso
semigreggio basmati, in aumento del 21,3%, riguardano per l’85% il prodotto proveniente
dall’India e per il restante 15% il prodotto proveniente dal Pakistan. Per quanto concerne
l’export, rispetto all’anno scorso, risultano minori esportazioni per 12.220 tonnellate (-10,6%),
essendo passate da 115.181 a 102.961 tonnellate. Vietnam: in calo i prezzi vietnamiti poiché
la domanda è limitata e la disponibilità in crescita in seguito all’arrivo del nuovo raccolto. Il
Vietnam ha sinora esportato circa 2,2 milioni di tonnellate, ma a causa della mancata richiesta
da parte di Filippine e Indonesia, è improbabile che nel secondo trimestre 2013 ci siano volumi
consistenti di esportazione.
DIMINUZIONE
DELLA
PRODUZIONE
DI
LATTE
A
LIVELLO
MONDIALE
Nei primi due mesi dell'anno, il Servizio Economico di Coldiretti Piemonte si riscontra un calo
del 2% della produzione lattiera, pari a 1,5 milioni di tonnellate in meno nelle cinque più grandi
regioni del globo: la Nuova Zelanda, che da sola realizza un terzo delle esportazioni mondiali,
l'Unione Europea, gli Stati Uniti, l'Australia e l'Argentina, che assicurano tra l'80 e l'85% delle
vendite mondiali di latte.
Ragioni climatiche ma anche strutturali, come l'aumento del prezzo dei cereali spiegano il calo,
che coincide con il fatto che la domanda di latte è in forte crescita, soprattutto in Asia, dove le
importazioni fra il 2010 e il 2012 sono aumentate del 33%. Visto che gli stock mondiali sono ai
minimi, si prevede una penuria nei prossimi mesi, pari a circa 4 milioni di tonnellate. Bisognerà
attendere la primavera australe, che coincide con il picco di produzione annuale della Nuova
Zelanda, per vedere se la produzione aumenterà. Nel frattempo i prezzi sono in rialzo. A fine
aprile salgono le quotazioni del burro in Olanda, +1,8%, in Polonia, +3,6%, e in Oceania,
+3,7%, mentre negli Usa perde il 4,6%. Il latte scremato in polvere perde il 5,2% in Oceania,
in Germania, invece, sale del 3,4%. Per quanto riguarda il latte intero in polvere si osserva un
rialzo del 2,7% in Oceania. Sale il prezzo del Cheddar negli Stati Uniti, +3,6%, e dell’Edam in
Polonia, +0,6%. Anche a livello nazionale il prezzo del burro quotato a Milano aumenta del
3,2% (3,20 €/kg) dopo essere rimasto per diverse settimane fermo a 3,10 €/kg. Invariate
invece le altre principali quotazioni nazionali.
NELL’ALESSANDRINO,
LA
GRANDINE
CAUSA
DANNI
IRREVERSIBILI A MAIS E GRANO. NEL CUNEESE DANNI ALLE
PRODUZIONI ORTOFRUTTICOLE
Alessandria e provincia conta i danni procurati dalla violenta grandinata che ha colpito il
territorio nella notte tra sabato e domenica causando diversi disagi alla circolazione locale.
La grandezza e la persistenza dei chicchi di grandine hanno permesso che il paesaggio
notturno si imbiancasse nel vero senso della parola, con diversi mucchi di ghiaccio che si sono
accumulati sulle strade con circa 5-6 centimetri di spessore.
La grandinata ha provocato numerosi danni all’agricoltura. “La zona più colpita è stata quella di
Alessandria: al momento le preoccupazioni maggiori sono per il mais appena nato e per il
grano in fase di fioritura – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina
Roberto Paravidino e Simone Moroni – . La grandine ha colpito la provincia a macchia di
leopardo. In questa fase stagionale è, infatti, proprio la grandine la più temuta dagli
imprenditori agricoli che rischiano di perdere l'intero raccolto dopo che le precipitazioni record
della primavera hanno reso difficoltose le semine e i trapianti per tutte le colture, dal mais al
pomodoro alle verdure. A preoccupare sono anche gli effetti che i forti temporali, soprattutto
se si manifestano con precipitazioni intense, rischiano di provocare sulla stabilità idrogeologica
dei terreni con frane e smottamenti in un Paese come l'Italia dove il territorio di sette comuni
su dieci è a rischio frane o alluvioni".
Solo nelle prossime ore sarà possibile una prima valutazione dei danni che si sommerà alle
difficoltà ed ai ritardi, almeno cinquanta giorni in media, delle operazioni colturali che
quest’anno si sono registrati a causa dell’intenso periodo di piogge che sta caratterizzando la
provincia alessandrina.
“Unico dato positivo il fatto che – concludono Paravidino e Moroni - la situazione di piogge
prolungate consente di ricaricare le falde ed i bacini e dovrebbe quindi essere scongiurato il
rischio della siccità estiva nei mesi di luglio ed agosto, quando si concentra la domanda di
acqua per la crescita delle colture”.
Nel Cuneese, “la situazione è grave – commentano Marcello Gatto e Bruno Rivarossa,
presidente e direttore di Coldiretti Cuneo - decine di ettari di frutta e produzioni orticole sono
stati compromessi: le località più colpite, dopo l’allagamento dei giorni scorsi a Farigliano, di
cui hanno fatto le spese diversi allevamenti e aziende agricole, sono Boves, Peveragno, Borgo,
San Rocco Castagnaretta e Vignolo: le più danneggiate sono le coltivazioni di fragole e frutta,
ma anche castagneti, mele e foraggi”.