Duomo - Chiesa di San Leoluca

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Duomo - Chiesa di San Leoluca
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Duomo di San Leoluca...
Duomo della città, eretta nel 1680 per volontà del Duca Pignatelli e il concorso concreto dei
cittadini, su una antica costruzione sacra annessa al cenobio basiliano dove era stato deposto il
corpo di San Leoluca, protettore della città. Fu progettata dal pittore, architetto e musico
Francescantonio Curatoli. L'atmosfera è solenne e basilicale, lo stile eclettico con prevalenza di elementi architettonici
neoclassicheggianti. Nel 1879 è stata ampliata e dal 1975 quasi totalmente rifatta ed abbellita
con cupole in rame, porte in bronzo dell'artista G. Niglia e vetri istoriati eseguiti da Mellini di
Firenze. Sui pannelli del grande portale in bronzo definito le "porte del tempo", lo scultore ha
narrato la storia della città. Spicca "l'Albero Falcone", cioè l'albero della libertà con i sette Martiri
vibonesi: Michele Morelli, l'arrivo trionfante di Gioacchino Murat, l'abbraccio della Città a
Garibaldi, Vito Capialbi, il Congresso Diocesano del 1950, la Trilogia Vibonese.
All'interno, nei due altari della navata sinistra, le tele di “S. Leoluca”, opera secentesca del
monteleonese Agostino Cannata, e di "Nostra Signora della Sanità" attribuita al fiorentino
Francesco Salviati (XVI sec.). Nella Cappella centrale si ammira un prezioso Crocifisso ligneo del Cinquecento di ispirazione
tardogotica pervenuto da un monastero dell'isola di Rosi. Nei due altari della navata di destra,
un “S. Romualdo parla ai monaci” tela di E. Paparo e “Madonna delle Grazie sorretta da angeli”,
statua lignea ottocentesca di Fabrizio Santafede. Nella Cappella, un busto ligneo dorato di S.
Leoluca, opera settecentesca dei fratelli Rubino. Le grandi nicchie della navata centrale recano
le statue in gesso di S. Francesco di Paola, S. Ignazio di Lodola, S. Filippo Neri e S. Rosalia,
opere settecentesche del Santulli. Di Paparo sono anche le dodici tele che abbelliscono la volta
e il secondo ordine della navata maggiore, le volte dei Cappelloni, la tela dell”Immacolata e
Santi” che costituisce pala d’altare nel Cappellone a destra del transetto. Splendida opera
barocca è l’Altare Maggiore, eseguita a intarsi policromi da maestranze locali nel primo
Settecento. Risaltano le colonne di morato di Spagna e lo stemma dei Pignatelli accanto al
paliotto. Proviene dalla vecchia chiesa dei Domenicani ed è dedicato alla Madonna della Neve,
di cui spicca la maestosa e preziosa statua in marmo bianco di Carrara, scolpita nel 1500. Il
Trittico di Gagini rappresenta un capolavoro unico in Calabria. Delle cinque statue marmoree,
solo tre sono sull’altare, poste in apposite nicchie inframezzate da quattro semicolonne di
ordine corinzio in marmo africano cipollino. Al centro la Madonna delle Grazie col Bambino, a
sinistra una Madonna sospesa per aria e sorretta da angeli inginocchiati in atto di ascendere al
cielo.
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