Le specie emergenti del mercato ittico ed i prodotti dell`acquacoltura
Transcript
Le specie emergenti del mercato ittico ed i prodotti dell`acquacoltura
Le specie emergenti del mercato ittico ed i prodotti dell’acquacoltura nazionale: qualità alimentare a confronto. Lo studio dell’INRAN conferma l’elevato valore nutrizionale delle produzioni ittiche nazionali Il consumo di pesce in Europa ed in Italia è aumentato anche per l’aspetto salutistico che medici nutrizionisti attribuiscono ai prodotti ittici. Il mercato risulta caratterizzato da un eccesso di domanda, rispetto all’offerta interna, al cui soddisfacimento si provvede mediante un crescente ricorso all’importazione dall’estero. Il prezzo poco elevato ed il grande valore aggiunto, dovuto alla filettatura, ha visto la presenza di specie emergenti come il persico del Nilo (Lates niloticus) dalla Tanzania, il pangasio (Pangasius hypophthalmus) allevato in Vietnam. Il pangasio (Pangasius bocourti/ P. hypophtahlmus), proveniente dal Sud-Est Asiatico, è presente soprattutto nel bacino del fiume Mekong ma è stato largamente introdotto anche in altri fiumi a scopo di acquacoltura. L’alimentazione di questa specie onnivora viene effetuata impiegando sottoprodotti dell’agricoltura (principalmente dal riso) e scarti di pesce, ma le tecnologie di allevamento sono in continua evoluzione come pure le tecnologie di conservazione e trasformazione soprattutto per il prodotto da esportare. Russia ed Unione Europea, al 2006, costituiscono i 2/3 delle esportazioni Vietnamite di questa specie. In Italia, commercializzato soprattutto in filetti di peso variabile (120-220 g), congelati, glassati, venduti sfusi o in buste da 1 kg contenenti filetti della stessa pezzatura (spesso viene dichiarata in etichetta l’aggiunta di E451 cioè tripolifosfato di Sodio o di potassio), ma anche decongelato presso i mercati e i supermercati della Grande Distribuzione, il pangasio crea competizione con prodotti di acquacoltura nazionali, interi o filettati (es. trota bianca e salmonata). Tale prodotto è apprezzato dal consumatore e molto diffuso anche presso la ristorazione collettiva, mense aziendali e scolastiche per la sua versatilità e praticità e basso costo. La qualità ed igienicità di tale prodotto è dipendente dalla filiera produttiva. In primo luogo dalla qualità dell’acqua dove vengono allevati, dalla composizione ed igienicità dell’alimentazione, dal trattamento di filettatura e congelamento, trasporto e durata di conservazione fino al piatto del consumatore. Dati questi presupposti, nell’ambito di un monitoraggio costante della qualità e sicurezza d’uso dei prodotti ittici che l’INRAN da anni ha intrapreso, è stato effettuato uno studio comparativo sugli aspetti nutrizionali di filetti di pangasio prelevati da differenti supermercati della grande distribuzione e trote bianche e salmonate provenienti da allevamenti nazionali. Risultati La composizione chimico-nutrizionale dei filetti di pangasio a confronto con quelli di trota e trota salmonata (Tabella 1) mostra un tenore in acqua elevato (80-85 g/100 g) ed un modesto contenuto in proteine (12.6-15.6 g/100 g) e grassi (1.1-3.0 g/100 g). Per quanto riguarda gli elementi minerali, rispetto alla trota, i filetti di pangasio hanno mostrato un più elevato tenore in sodio, valore da addebitarsi anche al tripolifosfato di sodio (E451), spesso aggiunto in fase di trasformazione allo scopo di aumentare la ritenzione idrica delle proteine e migliorare la qualità e consistenza dei filetti allo scongelamento. I livelli di potassio, magnesio e calcio nel pangasio sono risultati invece inferiori a quelli ritrovati nelle trote. segue a pagina 6 RAPPORTO SUI CONSUMI API/AC-NIELSEN – ottobre 2007 Mare Dopo una piccola ripresa a cavallo del periodo estivo, si registra un netto calo degli acquisti nel breve periodo del pesce marino fresco, abbastanza generalizzato nelle 4 aree e maggiormente accentuato nelle pescherie ,pur nel contesto di una certa stabilità su base annua. All’andamento negativo fanno eccezione Branzino e Spigola , Triglia e Merluzzo. Tenuta dei Crostacei e frenata dei Molluschi. Fiume Lieve calo dopo un buon periodo di ripresa generale, fatto salva l’Area 4 (Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia) in sensibile controtendenza; trend contrapposti in pescheria e super, bene questi ultimi. Si mantengono positivi gli acquisti di filetti di trota e del persico. Prezzi L’andamento dei prezzi risulta contenuto pur con differenti caratterizzazioni geografiche. Il prezzo del “fiume” continua a diminuire, con un andamento elastico se confrontato con il suo trend positivo di acquisti. TOTALE CONSUMO MANGIME PER TROTE (TON.) CUCINA DELLE “ACQUE DI MEZZO” di Sandro Bignami 5000 Continua il lavoro di Sandro Bignami alla ricerca della cucina della tradizione. La sua ultima fatica, la pubblicazione “Ricette di cucina delle “Acque di mezzo” recupera una cultura gastronomica radicata nel territorio emiliano romagnolo raccontando tradizioni popolari gustose ed originali. Il volume spiega, attraverso ricette di cucina, il legame che esiste tra la tradizione popolare e la cultura gastronomica di una Regione ricca di una fauna ittica pregiata come anguille, branzini, orate e cefali, anche di produzione di acquacoltura, dell’area che Bignami definisce “Acque di mezzo”. Proprio per valorizzare la gastronomia di queste specie ittiche che la Regione Emilia Romagna ha voluto editare questa raccolta di ricette, alla quale hanno contribuito con loro originali proposte cuochi professionisti. 4500 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 ottobre '06 novembre dicembre gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre '07 TOTALE CONSUMO MANGIME MARINO (TON.) 4500 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 o tto bre '06 no vembre dicembre gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio ago sto settembre o tto bre '07 I P.M.C. IN ACQUACOLTURA: L’UTILIZZO DELLA FORMALINA Premessa In acquacoltura l’utilizzo di Presidi Medico Chirurgici e sanitizzanti è ammesso per la sola disinfezione delle attrezzature allo scopo di ridurre la trasmissione di agenti infettivi. Non è invece ammesso dalle normative attualmente vigenti l’utilizzo diretto sui pesci allevati di alcun disinfettante o PMC. Si deve poi sottolineare che tutti i contenitori dei disinfettanti devono essere ben identificati dall’etichetta (che ne specifica il contenuto); è inoltre opportuno conservare tutta la documentazione (bolle d’accompagnamento, fatture, etc.) attestante il regolare acquisto e provenienza oltre a copia delle schede di sicurezza per lo sostanze che lo prevedono. L’utilizzo della formalina La formalina è il prodotto commerciale derivato da formaldeide (o aldeide formica) in soluzione acquosa al 37%. Le sue proprietà disinfettanti rendono la formaldeide una sostanza molto sfruttata come disinfettante nei prodotti destinati alla pulizia domestica e come conservante anche di materiale biologico. La Formaldeide è sostanza potenzialmente molto pericolosa, tanto che, a livello nazionale ed internazionale la sua evidenza cancerogena è messa in risalto da diverse classificazioni; ciononostante l’Unione europea non ha ancora adottato specifici limiti di esposizione armonizzati e, ad oggi, la sostanza è formalmente classificata con categoria di rischio 3 (possibilità di effetti cancerogeni) seppure per la frase R40 (prove insufficienti). In merito all’utilizzo quale sostanza disinfettante (formalina) ed antibatterica, non sembra allo stato attuale che nella legislazione interna e comunitaria vi sia un formale ed esplicito divieto di utilizzo quale disinfettante di attrezzature e strutture. La normativa di riferimento di stampo comunitario è il Reg. CEE 2377/90 che, trattando dei limiti massimi residui (LMR) di medicinali veterinari negli alimenti di origine animale (in cui rientrano per certo i prodotti dell’acquacoltura), individua quali sostanze farmacologicamente attive (tra cui rientra la formaldeide) possano residuare in animali o prodotti di origine animale destinati al consumo umano. La Formaldeide, invece, trova collocazione nell’allegato II punto 3 “Sostanze generalmente riconosciute sicure” in relazione a tutte le specie da produzione alimentare. Merita un accenno il fatto che caratteristica peculiare dell’aldeide formica è la rilevante instabilità: a ciò consegue la profonda capacità mutagena della stessa che ne può comportare la mutazione in composti chimici diversi per riduzione (metanolo) ovvero ossidazione (acido formico). L’all. II del Reg. CEE 2377/90 include tra le sostanze generalmente riconosciute sicure anche l’acido formico. Per quanto attiene alla legislazione interna, posta la diretta ed immediata applicabilità del regolamento CEE 2377/90, che non necessita di alcuna normativa di attuazione, assume rilievo in materia il d.lgs. 16.03.2006 n°158 che, abrogando e sostituendo il precedente d.lgs. 336/99 che attuava le direttive 96/22/CE e 96/23/CE, costituisce oggi la normativa attuativa interna in relazione ai campionamenti ufficiali finalizzati alla ricerca di LMR di medicinali veterinari negli alimenti. Il decreto prevede espressamente l’adozione da parte del Ministero della Salute di un piano nazionale residui (PNR) ad aggiornamento annuale attraverso cui svolgere la necessaria sorveglianza e nel quale evidenziare quali siano i rischi potenziali (anche in relazione alle verifiche degli anni precedenti) per la salute e a quali sostanze debbano essere indirizzati i campionamenti ufficiali in relazione alle indicazioni contenute nell’Allegato I del decreto in base al piano di ricerca per tipologia di animale di cui all’Allegato II. Il PNR non prevede la ricerca di formaldeide. Ad ulteriore suffragio della liceità di utilizzo della formaldeide, si ponga mente al fatto che il Reg. CEE 2092/91 relativo al metodo di produzione biologico indica espressamente la formaldeide tra i prodotti autorizzati per la pulizia e la disinfezione dei locali di stabulazione e degli impianti. Dall’utilizzo della Formaldeide nasce un’ulteriore problematica: l’inquinamento ambientale. Il d.lgs. 152/06 (che riprende sul punto il precedente d.lgs. 152/99) individua tra le sostanze per cui sono previsti limiti di emissione in sede di scarico sia gli “aldeidi” (alla cui famiglia appartiene l’aldeide formica) che le sostanze classificate contemporaneamente come “cancerogene” (R45) e “pericolose per l’ambiente acquatico” (R50 e R51/53) ai sensi del d.lgs. 52/97 e s.m.i.. La formaldeide, ad oggi, sembra non integri gli estremi sopra richiamati: l’elenco delle frasi di rischio, infatti, è pur sempre di stampo comunitario e, in tale sede, non sono ancora state recepite le più recenti valutazioni internazionali sul punto. A ciò si aggiunga, inoltre, che ogni prodotto a base di Formaldeide può avere una diversa classificazione nelle frasi di rischio. In conclusione, al ritrovamento di formaldeide negli scarichi di acque derivanti da impianti di acquacoltura in quantitativi superiori al consentito (ovvero come parte di aldeidi totali superiori a 0,5 mg/l sul suolo, 1 mg/l in acque superficiali e 2 mg/l in fognatura) potrà conseguire la contestazione amministrativa di cui all’art. 133 d.lgs. 152/06, mentre sembra potersi escludere la configurabilità di tale ipotesi come fattispecie di natura penale. Avv. Gaetano Forte Avv. Samantha Nesi Decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 193 E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (GU n. 261 del 9-11-2007 - Suppl. Ordinario n.228), il decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 193 “Attuazione della direttiva 2004/41/CE relativa ai controlli in materia di sicurezza alimentare e applicazione dei regolamenti comunitari nel medesimo settore. “. entrato in vigore dal 24 novembre. Detto decreto reca disposizioni che abrogano la normativa nazionale che attuava direttive a loro volta abrogate dall’entrata in vigore del pacchetto igiene (regolamenti (CE) 852/2004, 853/2004, 854/2004 e 882/2004). Il provvedimento, disciplina le macellazioni d'urgenza al di fuori del macello degli ungulati domestici (bovini, suini, ovi-caprini), introduce modifiche alla normativa in materia di scambi ed importazioni, ma soprattutto stabilisce le sanzioni e le disposizioni relative al riconoscimento degli stabilimenti di macellazione, trasformazione e lavorazione dei prodotti di origine animale, ivi compresi i prodotti dell’acquacoltura. Pubblicato il Decreto Ministeriale 27 settembre 2007 sulla tassazione catastale delle società agricole (Snc, Sas, S.r.l.) È gradito comunicare che la Gazzetta Ufficiale n° 266 del 15 novembre u.s. ha pubblicato il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, emanato in concerto con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali relativo al “Regolamento recante modalità applicative per l'opzione per l'imposizione dei redditi ai sensi dell'articolo 32 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, in attuazione dell'articolo 1, commi 1093 e 1095, della L. 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007)”. Questo intervento legislativo consente l’applicazione, a valere dal periodo d’imposta 2007, della tassazione delle società agricole in base al reddito agrario. Il provvedimento, frutto anche della azione della Confagricoltura, era fortemente atteso dai soggetti interessati, vista la rilevanza in termini di contenimento del carico fiscale sulle società e del conseguente incentivo allo sviluppo degli investimenti e delle nuove attività agricole connesse. La tematica fiscale contenuta nel suddetto Decreto Ministeriale è stata illustrata nei numeri 7/8 (luglio/agosto 2007) e 9 (settembre 2007) di questo notiziario. Con la riserva di tornare sull’argomento non appena in possesso di ulteriori approfondimenti del Servizio Fiscale della Confagricoltura, si ricorda che il suddetto documento è disponibile nell’area legislativa del sito della nostra Associazione (www.apionline.it). I NOSTRI SITI Ti va di entrare?...Clicca sull’immagine! PREZZI MEDI AL CONSUMO NELLA G.D. - G.D.O. RAPPORTO CONSUNTIVO DAL 9 AL 22 LUGLIO 2007 Allo Scopo di fornire una più esauriente panoramica delle dinamiche del mercato dei prodotti del nostro comparto proseguiamo la pubblicazione dei dati, ricavati dal “Sistema di monitoraggio del mercato dei prodotti ittici di acquacoltura in Italia”, sui prezzi medi al consumo rilevati nei punti vendita della G.D. e G.D.O., dal 3 al 16 settembre 2007. Prezzi medi dal 3 al 16 settembre 2007 PESCE FRESCO ORATA SPIGOLA / BRANZINO TROTA TROTA FILETTO TROTA INTERA TROTA INTERA BIANCA AGORA' NETWORK SRL 9,21 11,40 9,90 8,19 11,15 6,22 6,38 TROTA INTERA SALMONATA TROTA INTERA SALMONATA EVISCERATA 5,90 6,85 7,95 7,95 5,74 5,74 5,49 5,99 10,08 10,36 12,28 7,57 9,30 5,84 4,75 6,93 COOP ITALIA 9,31 11,00 11,49 7,46 10,88 5,58 5,26 5,69 DESPAR SERVIZI 7,60 7,82 8,73 6,68 8,65 5,11 3,92 5,90 ESSELUNGA 9,65 10,91 12,45 7,65 10,81 6,28 5,57 7,07 7,05 FINIPER 9,50 10,28 10,74 8,46 13,05 6,29 6,38 6,34 6,10 GRUPPO AUCHAN 8,31 8,61 9,12 7,76 11,14 6,18 5,87 6,30 6,48 GRUPPO CARREFOUR IT 8,72 9,48 9,82 7,49 12,10 5,69 5,40 5,85 6,50 GRUPPO LOMBARDINI 7,55 6,90 7,50 7,90 10,90 4,90 GRUPPO PAM 8,46 8,96 9,50 7,62 10,46 6,34 GRUPPO SUN 9,01 10,15 9,50 7,93 11,50 IL GIGANTE SPA 9,21 13,33 8,23 6,07 6,07 INTERDIS 8,20 6,90 9,50 6,90 6,90 REWE 8,26 8,16 10,02 7,48 11,05 5,28 4,99 5,46 5,99 SELEX COMMERCIALE 9,14 8,71 11,43 7,80 10,43 5,56 5,50 5,57 5,60 10,10 10,40 11,80 9,10 13,30 4,90 C3 CONAD SIGMA Prezzi medi dal 3 al 16 settembre 2007 6,39 4,90 6,48 6,15 6,07 6,82 6,15 5,90 6,40 6,90 4,90 TOTALE ITALIA AREA1 AREA2 AREA3 AREA4 AREA5 Pesce Fresco 8,89 9,09 8,88 8,92 7,65 6,53 PESCE ORATA 9,69 9,92 9,94 9,38 7,90 8,29 10,37 7,64 11,13 5,90 5,57 6,03 6,41 10,69 7,91 11,84 6,09 5,75 6,22 6,71 10,24 7,63 10,75 5,64 5,31 5,84 5,85 10,55 7,04 9,55 5,72 5,50 5,84 9,02 6,03 7,70 5,73 3,98 5,91 6,63 5,60 7,95 5,13 4,66 5,84 PESCE SPIGOLA / BRANZINO PESCE TROTA FILETTO INTERA INTERA BIANCA INTERA SALMONATA INTERA SALMONATA EVISCERATA Legenda: Area 1: Lombardia, Piemonte, Liguria e Val D’Aosta; Area 2: Veneto, Trentino, Friuli, ed Emilia Romagna; Area 3: Toscana, Marche, Umbria e Lazio; Area 4: Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia; Area 5: Sardegna. Segue da pagina 1. Le specie emergenti del mercato ittico ed i prodotti dell’acquacoltura nazionale: qualità alimentare a confronto. Da un confronto fra la composizione della frazione lipidica insaponificabile di trota bianca, trota salmonata e pangasio (Tabella 2), emerge il ridotto livello di colesterolo del pangasio (2139 mg) ma anche di vitamina E (alfatocoferolo), importante per la sua azione antiossidante, e squalene. I lipidi del pangasio sono inoltre caratterizzati da un profilo in acidi grassi (Tabella 3) in cui predominano i saturi (41.1-47.8% degli acidi grassi totali), che qualora in eccesso sono correlati positivamente alle malattie cardiovascolari, rappresentati soprattutto da acido palmitico (C16:0) e stearico (C18:0). Nella trota, invece, sia bianca che salmonata, gli acidi grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi sono percentualmente distribuiti in modo omogeneo (circa il 30%). Nel pangasio, inoltre, i polinsaturi (PUFA) sono presenti in percentuale molto bassa (12.5-18.8% degli acidi grassi totali) rispetto alla trota bianca (30-36%) e salmonata (30-33%). In particolare, nel pangasio i polinsaturi della serie n-3, importanti per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, sono contenuti in quantità minima (2.6-6.7% degli acidi grassi totali contro il 22-27% della trota). Ne consegue che il rapporto n-3/n-6 è estremamente basso nel pangasio (0.2-0.6) rispetto a trota bianca (2.73.9) e salmonata (2.6-4.4). Il particolare profilo lipidico del pangasio e la carenza in vitamina E può essere dovuta alla composizione dell’ alimentazione somministrata ai pesci negli allevamenti anche se non si può escludere una perdita di nutrienti dovuta alla lunga filiera produttiva (pesca, filettatura, congelamento, trasporto,durata di conservazione allo stato congelato o decongelamento, vendita). I filetti non contengono spine o pelle alla cottura possiedono poco sapore e conservano una consistenza soda ed elastica. In conclusione, dal punto di vista nutrizionale le trote di allevamento nazionale, oltre ad un elevato valore nutrizionale, assicurano la tracciabilità del prodotto e controlli igienici lungo tutta la filiera produttiva. L’apertura al commercio mondiale ha portato alla presenza di prodotti di nuova formulazione e prodotti che spesso, pur provenendo da stabilimenti riconosciuti, tuttavia provengono da Paesi che ancora sono in via di adeguamento alle Normative di qualità e sicurezza dell’UE. Qualora si trattino di specie già ridotte in filetti o tranci l’identificazione corretta della specie e la valutazione della loro qualità e sicurezza d’uso sono fondamentali in quanto il modificato stile di vita porta a consumare il pasto di mezzogiorno fuori casa e tali prodotti sono molto usati nella ristorazione collettiva, mense aziendali e scolastiche. Elena Orban ([email protected]) Direttore dell’Unità di Tecnologie Alimentari e dell’Area di Studio sui Prodotti Ittici INRAN (Ist. Nazionale di Ricerca Alimenti e Nutrizione- Roma) A Grado si è tenuta dal 17 al 22 settembre la 13th International Conference of the EAFP Durante il convegno della European Association of Fish Pathologists (EAFP) del 2003 a Malta, il prof. Marco Galeotti, Branch Officer per l'Italia, avanzò la candidatura di Grado (GO) quale sede per un congresso della Società, poiché l'Italia non aveva mai ospitato, in passato, questo evento, uno dei più rilevanti meeting internazionali di ittiopatologia. Il Consiglio Direttivo della Società ha accettato, in seguito, la candidatura di Grado, dove si è svolta la 13th International Conference of the EAFP on "Diseases of fish and shellfish" dal 17 al 22 settembre 2007. L’organizzazione di questo evento è stata affidata al comitato locale, coordinato dal prof. M. Galeotti (Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Udine) e dal suo staff (P. Beraldo e D. Volpatti), coadiuvato dal dr. G. Bovo (Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie), dr. C. Ghittino (Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria-Marche, Perugia) e dalla prof.ssa Maria Letizia Fioravanti (Facoltà di Medicina veterinaria dell’Università di Bologna) e sotto la supervisione del Presidente (dr D. Alderman) e del Segretario meeting (dr. S. Feist) della Società. L’attività di segreteria per l’evento è stata gestita in modo eccellente dalla società New Team del dr. Montanari (Parma). Il congresso si svolto presso il Palazzo dei Congressi di Grado, dove sono confluiti 404 partecipanti, provenienti soprattutto dall’Europa (Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Olanda, Norvegia, Polonia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito) ma anche dall’Asia (Corea del Nord, Corea del Sud, Giappone, Taiwan, Iran, Israele, Russia, Singapore, Turchia, Ucraina), dall’America del Nord e del Sud (Canada, Stati Uniti, Messico, Cile, Argentina), dall’Oceania (Australia, Nuova Zelanda) e dall’Africa (Egitto), come illustrato dal grafico accanto. Tra i paesi europei più rappresentati la Norvegia (30.8%), a seguire il Regno Unito (18%), e poi la Spagna (9.4%) e l’Italia (9%). Grado ha splendidamente fatto da cornice ad un evento, reso internazionale dai numerosi iscritti extra europei, e che ormai, rappresenta un’opportunità straordinaria per incontrare vecchi e nuovi colleghi del settore con i quali fare il punto della situazione di ricerche comuni o gettare le basi di nuovi sodalizi per fruttuose attività scientifiche. La programmazione dell’evento, nella sua componente sociale, ha ufficialmente preso inizio domenica 16 settembre, quando nella sede congressuale è stato offerto il Get-together per l’accoglienza dei congressisti appena giunti a Grado. Le cantine di Ca’ Tullio (Terzo di Aquileia) hanno, invece, magnificamente ospitato il ricevimento di benvenuto dato a tutti i congressisti dal prof. M. Galeotti e il Presidente D. Alderman, e durante il quale sono intervenute diverse Autorità per i saluti, tra cui il Magnifico Rettore dell’Università di Udine prof. F. Honsell, il Presidente della provincia di Gorizia E. Gherghetta, il presidente dell’API P. Salvador, la Fondazione CRUP e il Comune di Grado. A Villa Romano a Manzano (UD), scenografia raffinata e resa magica dalla sapiente organizzazione di M. Osso (curatore di tutti i momenti eno-gastronomici durante il congresso), ha ospitato l’evento sociale più conviviale, ovvero la cena sociale, che ha visto la partecipazione di più del 50% degli iscritti al Congresso. Gli avvenimenti sociali si sono conclusi il giorno 21 settembre con la visita studio che ha avuto quale meta una vallicoltura e un impianto per la produzione di vongole a Marano (UD). L’attività scientifica è iniziata il 17 settembre con l'avvio ufficiale dei lavori e la relazione di apertura affidata al prof. P. Smith, intitolata “Fish vaccines- a short but remarkable journey”, e sono terminati il 20 settembre. La presentazioni dei lavori è stata pianificata in sessioni e workshop che si svolgevano contemporaneamente in tre sale. Gli argomenti delle diverse sessioni sono stati: Virus and viral diseases, Epidemiology, Host parasite interactions, Immunology, Diseases of amphibians and wild fish, Bacteriology, Crustacean diseases, Idiopathic diseases and environmental influences, Parasitic diseases in aquaculture, Bivalve mollusc diseases, Vaccines and vaccination, Prophylaxis and therapy, Molecular epidemiology e Diagnostic methods. Contemporaneamente alle sessioni si sono svolti 7 workshops che hanno discusso su tematiche specifiche ed estremamente attuali quali: Antimicrobical susceptibility testing, Koi herpesvirus, Skin diseases of salmonids, Viral nomenclature, VHS, New EU directive on fish health e Aquatic health in an enlarged Europe. La sessione dedicata ai poster era prevista ogni giorno prima delle sessioni pomeridiane. In totale sono stati presentati 359 lavori di cui 4 relazioni introduttive, 131 comunicazioni orali e 224 poster. Come di consueto, si è, inoltre, tenuta la giornata studio dedicata all’istopatologia, che, per quest’edizione, aveva quale argomento la patologia cardiovascolare nei pesci. Tale evento si è svolto sabato 22 settembre 2007, presso il polo scientifico dell’Università degli Studi di Udine, con il patrocinio dalla Facoltà di Medicina Veterinaria. L’organizzazione del workshop EAFP è affidata da diversi anni a dr. D. Bruno, dr. B. Novak e dr D. Elliott, i quali hanno efficacemente diretto i lavori, a cui hanno partecipato 28 soci EAFP, provenienti dall’Europa, Stati Uniti, Cile, Argentina, Israele e Australia. L’organigramma ha previsto una relazione di apertura magistralmente affidata al dr. Trygve T. Poppe, della Norwegian School of Veterinary Science di Oslo (Norvegia) e il susseguirsi delle dissertazioni su casistica cardiovascolare nei pesci. Il workshop, che si è dipanato sull’intera giornata, è apparso interessante, dinamico e ricco di spunti per la discussione tra esperti istopatologici del settore. Il comitato Direttivo della Società e molti partecipanti hanno espresso apprezzamenti e ringraziamenti per la qualità dell’organizzazione dell’evento, favorito anche dalle numerose sponsorizzazione tra cui: API, Università di Udine, Ente Regionale di Sviluppo Rurale (ERSA, FVG), Fondazione CRUP, Fondazione EUROPA CARIGO, Provincia di Gorizia e Comune di Grado, Schering-Plough Aquaculture, 75% Skretting, Fatro Group, Pharmaq As, Biomar S.A.. OCEANIA 5% AFRICA 0.2% ASIA 12% AMERICA SUD 1% AMERICA NORD 7% Beraldo Paola Volpatti Donatella Galeotti Marco Dipartimento di Scienze Animali Università di Udine