Autostima, lavoro, realizzazione di sé

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Autostima, lavoro, realizzazione di sé
ASPIC LAVORO: La bacheca delle competenze
Autostima, lavoro, realizzazione di sé
L'autostima è un senso soggettivo e duraturo di riconoscimento e approvazione del proprio valore
personale basato su appropriate percezioni di sé. Avere una positiva estabile stima di sé è essenziale per
la sopravvivenza psicologica. In essa si riflette la coesione e stabilità del Sé, della propria identità
sviluppata durante gli anni formativi dell'infanzia e dell'adolescenza.
Benché le sue radici affondano nelle esperienze di accettazione, amore e valorizzazione vissute con le
persone significative a partire dall'infanzia, l'autostima si rafforza e si trasforma lungo l'intero arco della
vita.
Una sana autostima è motivante, incoraggiante e fortificante: permette di identificare e perseguire i
bisogni di autorealizzazione più autentici. Avere una buona autostima vuol dire avere fiducia in se stessi
e nutrire sentimenti di adeguatezza nell'affrontare le diverse circostanze della vita. Al contrario,
un'autostima fragile porta a “fluttuare” nell'incertezza, tra sentimenti alternanti di adeguatezza e
inadeguatezza.
L'opinione e i sentimenti che nutriamo per noi stessi influenzano fortemente la nostra vita e il modo in
cui ci comportiamo nel lavoro, nello studio, nella vita affettiva e sociale.
Senza amore di sé e fiducia nelle proprie abilità e qualità positive e senza una profonda convinzione di
essere meritevoli e competenti, si può anche essere produttivi, rimanendo tuttavia ostacolati nella
creativa realizzazione di sé.
Gli stati di disagio e di inibizione che derivano da giudizi negativi e da una svalutazione di sé possono
essere intensi e compromettere la vita relazionale e lavorativa. Nel tentativo di evitare qualsiasi
esperienza che possa in qualche modo rinnovare o intensificare i dubbi su di sé e la sofferenza si
corrono meno rischi sociali o professionali. Si rinuncia, mettendo in atto strategie di auto-sabotaggio,
limitando la propensione ad aprirsi agli altri, di chiedere supporto, di proporsi... Collegata a una bassa
autostima è anche la tendenza a rinviare, a procrastinare azioni e attività importanti per sé o per il
contesto che ci circonda (Giusti, 2013).
E' evidente quanto le risposte alle varie situazioni possano incidere sullo slancio, la fiducia e la
determinazione nella scelta e attuazione di un percorso di studi o di lavoro che permetta di realizzare le
potenzialità e aspirazioni più autentiche e di dare significato alla propria vita.
L'autostima si riflette anche nelle modalità di risposta al feedback negativo, alle avversità, alla critica.
Avere una sana autostima significa accettare se stessi, nei successi e negli insuccessi, nella certezza di
potersi rialzare con rinnovata determinazione, avendo appreso dall'esperienza.
In particolare, quando si affronta una situazione nuova o difficile, che rappresenta una sfida, è
importante riconoscere le proprie risorse legittimandosi a manifestarle, conservando il ricordo di
ostacoli già superati e dei successi conseguiti in pccasioni passate.
Nello studio e nel lavoro, l'autostima è strettamente connessa alla percezione delle proprie prestazioni.
Una buona autostima consente di andare oltre una valutazione di sé basata solo su queste ( ciò che si fa)
per includere un profondo riconoscimento di ciò che si è (la propria unicità, i propri valori, le relazioni).
Un atteggiamento di questo tipo verso di sé si traduce in cura di sé, in abitudini di vita sane, in amore e
cura del proprio corpo e della propria psiche.
Rafforzando l'autostima ci si apre al cambiamento, si è più inclini a stabilire contatti e creare relazioni, a
confrontarsi, affrontare, andare incontro a situazioni nuove e ignote.
Il cambiamento e la possibilità di attuare una trasformazione nella propria vita possono essere fonte di
disorientamento. A volte il disagio può emergere proprio nelle transizioni esistenziali, lavorative e nelle
scelte che riguardano la propria evoluzione personale, in quanto richiedono una ridefinizione di sé e
del proprio rapporto con la realtà circostante. Ne sono esempio, i “riti di passaggio” che oggi possono
trovare corrispondenza nelle fasi di cambiamento/transizione esistenziale, nel lavoro e negli studi. Può
esservi il timore di:
 affrontare l'ignoto;
 andare incontro all'autonomia;
 crescere, di cambiare e scoprire lati sconosciuti di sé,
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diventare indipendenti dalla propria famiglia o da altri ambienti di supporto;
non farcela, di andare incontro all'insuccesso o al fallimento.
L'interrogativo che ci si pone interiormente può essere: come reagiranno gli altri al mio cambiamento
Un cambiamento riuscito dipende in parte dalla capacità di accettare il temporaneo disorientamento
come una tappa inevitabile della crescita.
Il processo di rafforzamento dell'autostima può essere facilitato da una relazione d'aiuto (Rogers) che
permetta alla persona di imparare a determinare responsabilmente le mete personali e ad agire per
raggiungerle (Giusti, Montanari, Montanarella, 1995).
Attraverso un percorso di autoconoscenza e di orientamento esistenziale e professionale è possibile:
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identificare e superare gli ostacoli che impediscono di compiere scelte e di vivere in modo
pienamente consapevole;
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riconoscere le proprie potenzialità, tollerando l'ansia della novità e dell'ignoto nel ricercare
attivamente e nel cogliere opportunità come anche nell'affrontare il cambiamento.
Sviluppo dell'autostima e crescita emotiva sono indissolubilmente legati e la trasformazione produce
cambiamenti in molte aree della propria vita.
Il cambiamento è possibile! Si può recuperare l'amore per se stessi e un sano apprezzamento delle
proprie qualità e potenzialità migliorando la propria vita e ampliando le opportunità di realizzarsi in
attività utili e realizzative per sé e per gli altri.
Spunti per la consapevolezza e la riflessione
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Come percepisco il mio impegno professionale?
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Quali sono le mie potenzialità?
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Sto lavorando secondo il mio potenziale?
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A chi attribuisco solitamente il merito dei miei successi (a me stesso/a o ad altre
persone o fattori impersonali) o dei miei insuccessi?
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 In che misura e in che modo riconosco e faccio tesoro dei miei conseguimenti?
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A cura di Ekaterini Anagnostopoulos, psicologa, consulente per l'orientamento, formatrice
Riferimenti bibliografici:
Giusti E. (1995), Autostima, Sovera, Roma.
Giusti E. (2013), Rinviare mai più!!! Terapia della procrastinazione, Sovera, Roma.
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