Cultivar, per i contadini, è una pianta che dà buoni frutti. Cultivar per
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Cultivar, per i contadini, è una pianta che dà buoni frutti. Cultivar per
Cultivar, per i contadini, è una pianta che dà buoni frutti. Cultivar per noi è metafora delle risorse, da cercare e coltivare insieme alla comunità locale per realizzare il progetto di rigenerare fiducia, creare valore e diffondere una positiva cultura dell’intraprendere e dell’innovare. Ecco cosa ci hanno raccontato i corsisti ed i mentori che li hanno accompagnati in questo percorso. Tra i giovani - Cos’è stato per te Cultivar? Luca Vettorello: “Cultivar è essenzialmente un'insieme di persone che hanno idee, voglia di fare ma soprattutto di mettersi in gioco. Grazie all'incontro e al confronto con realtà imprenditoriali piuttosto che sociali o del mondo scolastico posso dire di essere cresciuto personalmente e professionalmente. Spero che la nuova amministrazione continui il progetto per dare ad altri ragazzi la stessa possibilità che è stata data a noi” Antonio Cuomo: “esperienza positiva, interessante, che riesce a tirar fuori il meglio di se stessi e quindi l'input necessario a tirar fuori i sogni dal cassetto per mettersi seriamente in gioco nella vita”. Andrea Melegari: “Sarebbe riduttivo spiegare in poche righe cosa per me è stato Cultivar, ma posso dire che è stata un'esperienza altamente formativa ed arricchente. Sono entrato con un'idea e ne esco con un progetto, che spero possa concretizzarsi nel breve periodo. Ringrazio tutte le persone coinvolte per avermi dato spazio in questo percorso” Sara Lasagni: “Per me Cultivar è come un social network, ovvero una piattaforma su cui tutti (nessuno escluso) può condividere un proprio sogno che vuole realizzare nella sua vita. Non è, però, un semplice sogno: è il tuo sogno lavorativo, risponde alla domanda "cosa vuoi fare da grande?" e ti dà le giuste dritte, attraverso il percorso che i cosiddetti candidati frequentano e i mentori, per poterlo realizzare materialmente, ma anche per crescere mentalmente, cioè ti permette di scoprire meglio quello che vuoi davvero dalla tua vita (chi vuoi essere, quali valori ti porti dietro, perché vuoi fare un determinato lavoro e se in questo lavoro sei pienamente incluso). Personalmente, mi è servito molto a capire che ruolo voglio avere nella società in cui viviamo e il tipo di lavoro che voglio fare in futuro, mi ha aiutato ad aprirmi e a confrontarmi senza avere paura del giudizio degli altri e a raccogliere dalle esperienze altrui degli spunti e degli insegnamenti” Tra i mentori - Che cosa pensa di avere trasmetto a questi ragazzi in qualità di mentore? Aimone Storchi, Presidente Reggio Emilia Innovazione: “La vita offre mille opportunità , ma bisogna sapere ascoltare, riflettere, chiedere , confrontarsi, poi decidere su UNA strada e percorrerla con perseveranza. Una sconfitta non è la morte della vita, anzi può essere una buona occasione per analizzare attentamente le cause che hanno generato l’insuccesso , trarne insegnamento poi ripartire. L’idea, ritenuta geniale, non è detto che sia sempre realizzabile o possa portare profitto, comunque ha sempre bisogno di confronti e approfondimenti . Essere sempre “imprenditori” di se stessi. Non abbandonare mai la speranza”. Annalisa Corghi, Presidente della rete d’impresa PrecisioNet: “Fondamentale per raggiungere obiettivi importanti è credere fortemente nell’idea e lavorare seriamente e con impegno. Non si deve improvvisare, ma si deve progettare il proprio futuro utilizzando strumenti e preparandosi in maniera adeguata per ciò che si vuole affrontare. Oggi è molto difficile per i giovani realizzare un’idea di impresa, e il confronto con chi ha già realizzato progetti ed avuto esperienze può essere molto utile, essere fonte di ispirazione e di discussione e quindi occasione di crescita e sostegno. E’ un’esperienza interessante e una bella occasione per la comunità di restituire un po’ di fiducia e di aiuto sostenibile ai giovani, esperienza che può essere presa a modello per progetti futuri”. Stefania Sessi, Responsabile Credit Protection presso Cariparma: “parto da una citazione probabilmente non colta, ma che a me a suo tempo ha fatto riflettere: "Ho capito che nella vita devo fare quello che mi spetta, poi il resto si muove di conseguenza, ma il primo passo lo devo fare io. Non sono le cose che vengono verso di me, sono io che devo andare verso di esse." (Fabio Volo, da "E' una vita che ti aspetto"). Nell'esperienza di Cultivar spero di aver trasferito la consapevolezza dell'opportunità che hanno e l'importanza della capacità di saper sfruttare appieno qualunque risvolto attuale o futuro, professionale e personale. L'accettare la sfida con se stessi ed il mettersi sempre in gioco, in un rinnovamento costante. Più concretamente ho cercato di far emergere: - l'importanza della passione e del nostro modo di viverla, la storia che c'è dietro di noi e al nostro progetto; - il valore aggiunto del progetto, cosa è davvero distintivo ed ha valore/produce ricavi; - la necessità di lavorare per acquisire competenze tecniche e di promozione di sé (parlare in pubblico, marketing, web e social media, ecc); - ed infine quanto sia utile ed attuale la condivisione. il mettere a fattor comune conoscenze, abilità e percorsi di vita diversi”.