Individui versus gruppi

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Individui versus gruppi
Individui versus gruppi
La produttività
„
Che differenza c’è fra compiti eseguiti
individualmente o in gruppo?
„
Come cambia la produttività degli individui in
queste situazioni?
La presa di decisioni:
„
Che rapporto c’è fra opinioni individuali e
accordo di gruppo
„
Come vengono prese le decisioni in un gruppo?
La semplice presenza di altri incide sulle prestazioni di un individuo, lp5
favorendole in caso di compiti semplici e limitandole in compiti
complessi
„ Le cause sono di natura cognitiva (aumento dell’attivazione e
restringimento dell’attenzione) e sociale (aspettative su di se e
possibilità di un confronto sociale).
Ma che differenza c’è fra compiti eseguiti
individualmente o in gruppo?
…
molto dipende dal tipo di confronto: cfr individuo medio /gruppo
reale / gruppo statistico
„
…
es. tiro alla fune, problemi logici, compiti di memorizzazione,
brainstorming
I risultati danno un quadro confuso con discrepanze che variano
da compito a compito. Molti dati sostengono teorie del deficit di
gruppo
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lp5
non necessariamente in forma competitiva ma di semplice esecuzione in contemporanea di attività
laura.palareti2; 22/02/2006
teorie del deficit di gruppo
(Steiner)
Nei gruppi la produttività effettiva non può MAI superare quella
potenziale poiché i membri non riescono ad utilizzare le loro risorse
in modo ottimale (coordinamento).
(Latané et al.)
Nei gruppi si verifica un calo di motivazione dovuto al fatto che l’effetto
delle istruzioni dello sperimentatore è “diluito” fra i membri del
gruppo. Fenomeno di inerzia sociale (social loafing).
Il social loafing può essere ridotto (es. identificando il contributo dei
singoli), ma in ultima analisi lo sforzo individuale in compiti collettivi
non può MAI superare quello espresso in compiti individuali.
I benefici del lavorare in gruppo
Le teorie precedenti si basano su una concezione piuttosto
individualistaca dell’attività umana (individuo come
economizzatore di sforzi).
Le spiegazioni fornite misconoscono il possibilità che la
motivazione possa derivare da fonti sociali e che i gruppi
possano pervenire a forme di “valore aggiunto”.
Per quanto il social loafing sembra essere un fenomeno
pervasivo (presente almeno nell’80% di dati
sperimentali), sono state individuate condizioni in cui
esso scompare o, addirittura, lascia spazio ad un effetto
opposto: il social labouring
Tre elementi sono rilevanti in tal senso:
1) La complessità del compito e la sua
capacità di coinvolgere
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„
In generale la percezione di una certa
disomogeneità di abilità aumenta l’impegno
dei membri se il compito è sufficientemente
significativo da meritare l’interesse per il
risultato del gruppo
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evidenziando l’interdipendenza fra membri
laura.palareti2; 09/02/2006
2) Importanza psicologica del gruppo
„
Sulla base della teoria dell’identità sociale
la concezione di sé è legata ai gruppi di
apparteneza e le capacità del gruppo
modificano l’opinione di sé;
„
gli individui sono motivati a fare in modo
che lo status del proprio gruppo si rafforzi
aumentando i propri sforzi in condizioni di
confronto intergruppi.
3) Presenza di valori collettivistici o
individualistici
lp7
„
Le teorie deficitarie si sono sviluppate in culture
occidentali. Quando le ricerche sono uscite da
quest’area geografica i risultati sono cambiati.
„
Nella misura in cui l’obiettivo del gruppo è ben
definito, esso tende ad essere interiorizzato e
perseguito soprattutto in culture collettivistiche,
col risultato che il calo di prestazioni dovuto al
social loafing è un evento quasi eccezionale.
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lp7
partire da qua, saltando il titolo
laura.palareti2; 22/02/2006
Esempio (da Earley 1993) con un compito realistico di
office simulation
Soggetti:
„ cinesi,
israeliani (cult. collettiviste)
„ americani
(culture individualiste)
Compito eseguito:
„
individualmente
„
in gruppo:
- con altri della propria regione (ingroup)
- con persone di regione diversa (outgroup)
Social
labouring
Social
loafing
Processi decisionali nei gruppi
lp2
„
Nella vita quotidiana i gruppi si trovano ad affrontare
problemi la cui soluzione non prevede un processo o un
risultato ben definito ma che richiedono di scegliere fra
diverse opzioni, ognuna delle quali può avere un diverso
valore soggettivo.
„
Qual è la relazione fra le opinioni individuali e il punto di
vista espresso dal gruppo?
„
Quali sono i processi psicosociali che regolano le
decisioni di gruppo?
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lp2
introduzione
laura.palareti2; 13/02/2006
Teoria degli schemi di decisione sociale
„
L’osservazione diretta dei gruppi produce spesso dati
difficili da interpretare, perciò questa teoria parte
costruendo diversi modelli matematici che simulano la
realtà e che vengono confrontati con dati reali:
Si immaginano tutti i diversi modi in cui un gruppo potrebbe
lavorare a un compito: modelli di “regole di decisione” (es.
“maggioranza”, “uniformità”, “trionfo della verità”…)
2. Si inseriscono informazioni sulla capacità (reali o ipotetiche)
degli individui di risolvere il compito
3. Applicando tecniche matematiche si calcolano i risultati
probabili dei diversi modelli
4. Si confrontano questi risultati ipotetici con campioni di gruppi
reali, supponendo che il modello di decisione utilizzato dal
gruppo è quello che meglio corrisponde al pattern ipotizzato.
1.
Risultati:
„
non sempre nella soluzione di problemi logici che
prevedono una risposta esatta e vanno articolati in varie
fasi predominano la ragione e la logica: il modello
“egualitario”, in cui interagiscono tutti i membri più o
meno uniformemente qualunque sia l’efficacia del loro
contributo, prevale sul modello “gerarchico”.
„
Nel caso di compiti intellettuali lo schema di decisione
che più si adatta ai dati osservati è quello della “verità
convalidata da terzi” (la risposta giusta prevale solo se
almeno in due la difendono)
lp3
…
Gruppi molto piccoli (2/3) con compiti molto difficili: prevale il
modello del “trionfo della verità”.
…
Quanto più ci si allontana da compiti che prevedono una risposta
dimostrabilmente corretta, tanto più predomina il modello
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maggioritario.
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lp3
lp4
non quindi un singolo parere a favore della verità o una maggioranza a favore di una risposta sbagliata
laura.palareti2; 15/02/2006
tutti questi conclusioni riguardano studi in cui era possibile identificare una risposta esatta
laura.palareti2; 15/02/2006
Problemi che NON prevedono una risposta esatta.
Fino al ’60 si riteneva che la decisione di un gruppo corrispondesse alla
media delle opinioni dei singoli membri (compromesso attorno alla “via
di mezzo”).
Stoner, nel 1961, mostrò per primo che le decisioni di gruppo di fronte a
dilemmi sociali erano quasi sempre meno caute e più orientate al rischio
di quelle espresse individualmente prima della discussione di gruppo.
In realtà centinaia di studi hanno dimostrato che esiste un
effetto di POLARIZZAZIONE:
la decisione collettiva in un gruppo è più estrema della
media delle opinioni individuali nella stessa direzione
(può quindi risultare più cauta o rischiosa)
„
La polarizzazione è una conseguenza diffusa
dell’interazione di gruppo. È stata osservata non solo nei
dilemmi di natura economica, ma anche nelle decisioni
delle giurie, nelle decisioni di gioco, nelle valutazioni
sugli effetti autocinetici, nei giudizi sull’attrattiva fisica.
„
Tuttavia si tratta per la maggior parte di studi di
laboratorio o con gruppi costruiti ad hoc. Negli studi di
tipo naturalistico non è risultata sempre visibile.
„
È possibile che si verifichi soprattutto negli stadi iniziali
della vita di un gruppo, o quando esso affronta una
nuova situazione.
Le spiegazioni della polarizzazione
1.
Polarizzazione mediante confronto sociale:
La polarizzazione è causata dalla competizione esistente tra i
membri per sostenere le opinioni più socialmente desiderabili
2.
Teoria degli argomenti persuasivi:
Nella discussione vengono alla luce argomenti e prove nuovi; i
membri del gruppo valutano i contenuti e si comportano come
elaboratori razionali di informazioni: la polarizzazione è in
rapporto alla proporzione di argomenti pro o contro l’oggetto di
discussione
3.
Polarizzazione come differenziazione intergruppi
La polarizzazione si verifica quando la situazione rende più
rilevante l’identità ingroup: i membri tendono ad avicinarsi agli
atributi principali e atteggiamenti normativi del proprio gruppo
quando l’appartenenza diventa saliente o è in qualche modo
minacciata
Nel mondo reale sono presenti tutti e tre i processi
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Ogni argomento tende ad essere associato a diversi valori sociali (es mostrare riguardo x gli altri, non mettere a rischio la propria salute...);
presi congiuntamente questi daranno luogo ad una preferenza per un certo risultato piuttosto che un altro. Ognuno tende a percepire sé stesso
come più vicino a tale risultato.
sottolinea il bisogno di autopresentazione e valorizzazione della pr immagine
laura.palareti2; 23/02/2006
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ha ricevuto molte conferme sperimentali, anche se non sempre le cose tornano: ad es i membri passano molto più tempo a discutere delle
informazioni che hanno piuttosto che a cercare info che mancano.
laura.palareti2; 23/02/2006
Esperimento di Stasser e Titus (1985)
Candidati scelti %
condizione
A
B
8+,
4+,
4n, 4- 8n, 4-
C
4+,
8n, 4-
Preferenze dei singoli
informazione condivisa
65
17
17
(prima della discussione di
gruppo)
informazione non condivisa
25
61
14
83
11
6
24
71
5
Preferenze del gruppo informazione condivisa
informazione non condivisa
RISULTATO: ci si concentra più facilmente sulle informazioni in comune,
lasciando nell’ombra quelle nascoste o non condivise.
La qualità delle decisioni: il groupthink
„
„
„
„
Janis definì “pensiero di gruppo” il processo che porta un gruppo a
prendere decisioni imperfette.
Studiò le decisioni USA in politica estera dal 1940 al 1980: nei casi in
cui le cose andarono male il processo presentava 5 caratteristiche:
1. Gruppo molto coeso
2. Gruppo isolato da informazioni provenienti dall’esterno
3. Di rado i decisori valutavano diverse alternative
4. Pressione per una decisione rapida
5. Leader molto direttivo
I sintomi del groupthink: pressioni sui devianti affinchè si conformino,
illusione di unanimità e correttezza, stereotipi negativi sull’outgroup.
L’insieme di tali sintomi è l’opposto di un buon processo decisionale e
perciò ci possiamo aspettare che porti a risultati inferiori, anche se
esistono altri fattori esterni che pssono intervenire.
„
„
„
1.
2.
3.
„
Lo studio di Janis risente probabilmente di alcune limitazioni
metodologiche e può aver troppo enfatizzato l’importanza dei processi
psicosociali misconoscendo il ruolo di più ampi fattori sociali e politici.
Ricerche più controllate e altre analisi storiche hanno confermato, pur con
alcune modifiche, il suo modello.
È importante individuare procedure per ridurre i rischi nei casi di decisioni
di gruppo. Tre sono i fattori principali:
Stile di leadership non eccessivamente direttivo ma che incoraggi
l’espressione dei vari punti di vista (NB: la leadership più efficace è però
anche in relazione alla situazione)
La coesione non è un fattore negativo: o non ha effetto sulla qualità della
decisione o è associata a un migliore processo decisionale.
Ridurre la tendenza delle informazioni non condivise a restare nascoste.
Una tecnica efficace consiste nell’assegnare esplicitamente ruoli diversi e
far sì che ciascuno sia consapevole di questa divisione del lavoro e
dell’esperienza.
Ci sono prove del fatto che i gruppi possono essere formati ad assumere
decisioni migliori.