Biblio News maggio 2015
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Biblio News maggio 2015
maggio 2015 Biblio news Milano: si è aperto il MUDEC Dopo una gestazione di 15 anni, superati gli ostacoli per le non poche modifiche di indirizzo causate dai cambiamenti ai vertici comunali, non ancora superate le polemiche con l’architetto che l’ha progettato, David Chipperfield che contesta la qualità delle finiture, finalmente si è aperto (parzialmente) quel Museo delle Culture (MUDEC) che ancora mancava alla città di Milano. Per la verità non si possono ancora ammirare le collezioni etnografiche comunali ma si possono almeno visitare due mostre: Mondi a Milano Culture ed esposizioni 1874-1940 e Africa. La terra degli spiriti. A fine mese poi si rinnova l’ormai classico appuntamento di Piano City, l’evento che porterà le note dei pianoforti nei luoghi più belli e suggestivi di Milano. Milano ha un nuovo museo Con la pre-inaugurazione del Museo delle Culture si è aperto ufficialmente il progetto Expo in Città, concepito non per portare eventi di Expo al di fuori del perimetro della fiera – cosa proibita da capitolato del Bureau international des expositions, più noto come Bie, l’ente intergovernativo che regola in modo molto stringente tutte le esposizioni universali - ma per creare eventi paralleli all’Expo. Come dire: non di solo Expo vive il turista! Del MUDEC si è molto parlato in questi ultimi mesi a causa della polemica tra il progettista, l’archistar britannica Chippenfield, e il Comune di Milano, accusato di non aver controllato sufficientemente i lavori, in particolare la posa in opera dei rivestimenti in pietra sui pavimenti e su alcune pareti. Sarà perché il Comune spera che prima o poi il contenzioso si risolva e perciò si possa fare una vera inaugurazione con la presenza del progettista, sarà perché le collezioni del Comune, destinate a formare la parte museale vera e propria, non sono ancora pronte per essere esposte, si è scelto di stringere i tempi presentando per ora due mostre temporanee ossia Mondi a Milano - Culture ed esposizioni 1874-1940 (fino al 19 luglio 2015) e Africa. La terra degli spiriti (fino al 30 agosto 2015). Come sottolinea l’Amministrazione Comunale, il MUDEC è un raro esempio di collaborazione tra pubblico e privato nella realizzazione di un museo pubblico. Nel caso specifico il partner privato è 24 Ore Cultura, divisione dell’editoriale Il Sole 24 Ore che si farà carico della organizzazione delle mostre temporanee, mentre la parte delle collezioni permanenti sarà gestita direttamente da organi comunali, in stretta adesione alla politica di integrazione multiculturale dell’attuale Amministrazione comunale, come dimostra -tanto per fare un esempio particolarmente significativo- il coinvolgimento fin dall’inizio del progetto dell’Associazione Città Mondo che rappresenta 500 associazioni di altrettanti gruppi etnici presenti a Milano. Tra i risultati di questo coinvolgimento ci saranno, nel tempo, una serie di iniziative culturali organizzate negli spazi polifunzionali del Museo da Città Mondo. MUDEC – Museo delle Culture via Tortona 56 – Milano Infoline: 02 54971 Prenotazioni Orari lunedì dalle 14.30 alle 19.30 martedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle 9.30 alle 19.30 giovedì e sabato dalle 9.30 alle 22.30 Biglietto unico per l’accesso al museo ingresso intero: € 15.00 ingresso ridotto: € 13.00 Audioguida gratuita Riduzioni e visite speciali 2 Mondi a Milano - Culture ed esposizioni 1874-1940 Con questa mostra vengono ricordate alcune esposizioni che hanno avuto luogo a Milano nel pieno del nostro periodo coloniale e che hanno avuto l’Africa come punto di interesse principale. L’Esposizione storica d’arte industriale del 1874 si tenne al salone dei giardini pubblici. L’Illustrazione Universale testimonia l’impressione che l’evento fece sui milanesi: “c’è veramente materia da far meravigliare chicchessia... È una mostra nella quale figurano tutte le arti, tutti i Paesi, tutti i tempi...Scopo [dell’esposizione] è ... poter riprendere, se ci metteremo all’opera con tutta la costanza necessaria, il predominio sugli altri popoli nei prodotti artistici”. Il 5 maggio 1881 si apre l’Esposizione nazionale. Allestita nei giardini pubblici di via Palestro, su un’area di 162.000 metri quadrati, di cui 56.000 coperti, la manifestazione attira oltre 7.000 espositori e un milione e mezzo di visitatori. Nonostante si tratti di una mostra che si definisce nazionale, la rassegna è ricca di riferimenti internazionali che, per quanto superficiali e legati all’intrattenimento, portano a Milano le suggestioni di altre culture, in particolare del vicino oriente. Nella Esposizione delle Belle Arti, organizzata in contemporanea nel vicino Palazzo del Senato, sono numerose le opere di artisti fortemente ispirati da visioni e atmosfere orientali: tra questi Pompeo Mariani, Uberto Dell’Orto, Sallustio Fornara e Francesco Hayez. Dieci anni dopo, Il 16 maggio del 1891 la Mostra egiziana insedia all’Arena una vera e propria carovana beduina. I giornali raccontano della ricostruzione di una porzione di deserto con tanto di rovine di un grande tempio egiziano. In questi stessi anni continua il successo della pittura orientalista per lo più destinata alla committenza domestica come testimoniano le opere del pittore Gaetano Previati e di scultori quali Ernesto Bazzaro e Paolo Troubetzkoy. Le Esposizioni riunite del 1894 si estendono tra il Castello Sforzesco e il grande spazio del Parco Sempione. I temi sono l’innovazione e la modernità. Ci sono padiglioni dedicati alla comunicazione, ai viaggi intesi come rapporto con altri mondi e culture, alla riproducibilità meccanica di cose e immagini grazie alla fotografia. La prima vera Esposizione internazionale si apre nel 1906 e coincide con l’apertura del tunnel ferroviario del Sempione. L’estensione della manifestazione (un milione di metri quadrati complessivi, di cui 280.000 di superficie coperta) rende necessario operare in due distinte sedi, al Parco Sempione e nella nuova Piazza d’Armi, collegate da un’avveniristica ferrovia elettrica sopraelevata. Il carattere internazionale dell’evento è attestato dalla folta presenza di Paesi stranieri, tra i quali molti extraeuropei che spesso espongono i loro prodotti in padiglioni rievocanti i caratteri delle architetture d’origine. Per la prima volta, si portano a Milano testimonianze di Paesi remoti con la ricostruzione di un quartiere del Cairo, di un villaggio eritreo e con il Wild West Show di Buffalo Bill. A partire dagli anni Trenta si compie un salto di scala nei rapporti della cultura italiana con i suoi mondi coloniali: alla visione esotica dell’Africa come fonte di ispirazione estetica si sostituisce progressivamente quella di un continente che è quasi un prolungamento della sua economia produttiva. Si arriva così alla V Triennale del 1933 che presenta una nuova architettura lontana dagli stereotipi dell’esotismo d’inizio secolo e propone il razionalismo come linguaggio ufficiale dello Stato. Tra le opere esposte la ricostruzione di un segmento della casa smontabile disegnata da Paolo Masera e le proposte di Luigi Piccinato e Giuseppe Pagano che combinano modularità e standardizzazione con l’adozione di principi costruttivi tradizionali e materiali naturali. 3 L’Esposizione storica d’arte industriale (1874) L’Esposizione nazionale (1881) Esposizioni riunite (1894) Luigi Piccinato: Casa coloniale Africa. La terra degli spiriti Difficile presentare l’arte di uno sterminato continente come quello africano. E’ comunque ciò che si ripropone La terra degli spiriti, una mostra, peraltro non grandissima, che presenta 270 pezzi, raccolti in 6 sale, provenienti da musei e collezioni private di tutto il mondo. Si tratta soprattutto di statue ma sono esposte anche maschere, oggetti d’uso quotidiano, strumenti musicali, oggetti rituali, bambole, copricapi, che testimoniano la grande varietà di culture e civiltà del continente africano. L’arte africana, sottolinea uno dei curatori della mostra Claudia Zevi, per secoli è stata appannaggio dei soli studiosi di etnologia, fino ai primi anni del ‘900 quando ha colpito l’attenzione dell’avanguardia artistica parigina. “Vent’anni fa sembrava che l’arte moderna avesse esaurito le sue energie e stesse morendo per una lenta asfissia – scriveva nel 1926 il grande collezionista Paul Guillaume. L’ispirazione e la vitalità dell’Impressionismo se n’erano andate... È stato allora che, come per miracolo, l’arte di una regione lontana, incompresa e disprezzata, apparve all’orizzonte, e tutto quanto ne fu trasformato. In un tempo incredibilmente breve le energie compresse furono liberate, una nuova e intensa vitalità si manifestò in tutti i campi dell’estetica; e l’arte europea, che era sembrata appassita, fiorì una volta di più”. Il risultato fu subito evidente nelle opere dei principali artisti del tempo. Un esempio su tutti: Les demoiselles d’Avignon di Picasso. Molte sono le sculture esposte, spesso di piccole dimensioni, che però non sono modelli o abbozzi ma hanno una loro autonoma ragione di essere. Infatti, come spiegato nel catalogo, proprio in forza della loro concentrazione “sono spesso di una monumentalità che presenta, in versione miniaturizzata, le soluzioni formali dei ‘giganti’, conservandone l’alta qualità, al punto da far dimenticare la loro reale dimensione”. Per la maggior parte risalgono al XIX secolo o all’inizio del XX. Non mancano però esempi più antichi come una Maternità proveniente dal Mali del secolo XV. Sono state le potenze coloniali a far conoscere in Europa l’arte africana. A partire dalla fine del XV secolo, i navigatori portoghesi entrarono in contatto con gli abitanti della costa occidentale dell’Africa. Resisi conto delle capacità artistiche delle popolazioni, commissionarono opere in avorio per venderle ai maggiori sovrani europei. Come esempio di ciò, tra gli oggetti esposti in mostra vi sono cucchiai delle antiche collezioni medicee e un olifante, ossia un corno da caccia in avorio, con lo stemma dei Medici. Fu però solo verso la fine dell’800 che l’arte africana si diffuse in Europa. Infatti, nel 1897, una spedizione britannica conquistò il Regno del Benin e ne rase al suolo l’omonima capitale. Il bottino d’opere d’arte fu uno dei più grandi di tutti i tempi tanto che il governo inglese coprì i costi della spedizione vendendo le opere d’arte, soprattutto bronzi e avori, a vari musei e corti europee. Una sala è dedicata alla spiritualità delle culture africane. Tutte le tribù del tempo credono in un dio supremo creatore, che tuttavia non si occupa direttamente dei problemi degli uomini. Questi perciò si rivolgono a spiriti intermediari come gli spiriti della natura, che regolano gli 4 Coppia di gemelli Nigeria, inizio sec XX Maternità Congo, sec XIX Maschera Congo, inizio XIX sec equilibri delle piante, dei fiumi, delle montagne. Un culto particolare è riservato agli Antenati che vengono venerati e omaggiati per ottenere prosperità e continuità per l’intera comunità. All’epoca i re mantenevano alla loro corte atelier specializzati con scultori in legno, vasai, tessitori, fonditori e fabbri, che realizzavano oggetti prestigiosi, in particolare troni ricoperti di perle di vetro e conchiglie, nonché altri oggetti che davano lustro alla società di corte, rispecchiando la dignità e la grandezza del monarca. Accanto ai troni con cariatidi, tra i più diffusi simboli di prestigio ci sono anche le sfarzose mazze artisticamente lavorate, con figure intagliate nel manico o all’estremità, e alcune armi, come le asce da cerimonia dai foderi riccamente ornati. La mostra dedica un’attenzione particolare alle maschere anche se sono probabilmente tra gli oggetti esposti quelli più lontani dal loro aspetto originario perché mutilate dei corredi di piume, paglie e tessuti che celavano completamente il corpo del portatore. Le maschere assumono via via l’identità di spiriti, di antenati o di eroi fondatori; possono uscire durante le feste pubbliche o esibirsi solo per i membri di alcune società segrete. La loro varietà iconografica corrisponde alla molteplicità delle loro funzioni, passando da sembianze naturalistiche che raffigurano esseri umani o animali a forme puramente astratte. Cavaliere Mali, inizio sec XX Il Museo delle Culture Il patrimonio delle Civiche Raccolte di Asia, Africa, America e Oceania destinato a diventare il cuore del Museo delle Culture è formato da 7.000 oggetti che coprono un arco cronologico che va dal 1200 a.C. al Novecento, frutto di donazioni di missionari, esploratori, studiosi e collezionisti milanesi. Con il concretizzarsi del progetto del Museo delle Culture, altri lasciti e donazioni si sono aggiunti al nucleo storico tra le quali quella degli eredi Balzarotti e Fesce, quella di Aldo Lo Curto e depositi come le collezioni Passarè e Fardella, e la collezione Bassani di arte africana. Oggi il museo non è ufficialmente aperto al pubblico ma comunque l’intero patrimonio è accessibile su appuntamento nell’allestimento che sarà quello definitivo e che segue un criterio di natura geografica: Medio ed Estremo Oriente, America Meridionale e Centrale, Africa Occidentale e Centrale, Sudest asiatico e infine Oceania. Dal Giappone provengono più di 1500 manufatti che vanno dal periodo Momoyama (1573-1615) al periodo Meiji (1868-1912). Porcellana, tessuti e bronzi, corredi di armi, lacche, avori e oggetti strettamente legati alla tradizione giapponese permettono di documentare la storia delle arti e della cultura di questo paese. Le centinaia di opere cinesi sono per la maggior parte in terracotta e porcellana: si può tracciare la storia dell’uso di questi materiali dal periodo Tang (618-906 d.C.) fino al periodo Ming (1368-1644) per arrivare alle manifatture del Settecento e alla produzione tipo chine de commande, ossia enormi servizi fatti fabbricare in Cina su committenza occidentale. Altro nucleo molto cospicuo è quello della raccolta pre-ispanica e amerinda, le terrecotte, i tessuti e i manufatti nei più diversi materiali (piume, semi, avori, legni, metalli preziosi) testimoniano le diverse produzioni del continente, dai manufatti archeologici di area mesoamericana e andina a quelli moderni dell’Amazzonia. Le opere africane, il cui nucleo fondamentale è composto dalle sculture in legno provenienti dall’Africa sub sahariana del XIX e XX secolo, comprendono anche un cospicuo numero di oggetti d’uso raccolti sul campo dai viaggiatori ottocenteschi e alcune piccole statue in terracotta del IX - XVI secolo. Questo patrimonio, nel suo insieme, offre un quadro esaustivo delle civiltà autoctone e del mondo rituale e religioso dell’Africa Occidentale e Centrale. Le sezioni del Vicino Oriente e del Sudest Asiatico sono ricche di ceramiche e manufatti metallici ottomani e persiani ma soprattutto di tappeti, databili tra il XVI e il XIX secolo. La collezione del Sud Est Asiatico comprende armi ottocentesche, tessuti, abiti di fattura indiana e oggetti ornamentali provenienti dalle Isole Salomone. Completa la collezione un nucleo significativo di strumenti musicali provenienti da tutti i paesi del mondo. 5 E’ in arrivo la 4a edizione di Piano City Piano City Milano è una grande manifestazione gratuita di concerti per pianoforte, senza limiti di genere musicale,distribuita il tutta la città. Voluta quattro anni fa dal Comune di Milano, viene prodotta con cadenza annuale da Ponderosa Music&Art e Accapiù, con il sostegno di Edison e Intesa Sanpaolo e di partner operanti nello specifico settore dei pianoforti. Dopo l’edizione 2014, che ha visto la programmazione di 320 concerti, il coinvolgimento di più di 200 musicisti e la partecipazione di oltre 80.000 persone, quest’anno, dal 22 al 24 maggio, si terrà la quarta edizione che porterà le note dei pianoforti, suonati sia da grandi nomi della musica sia da giovani talenti o da semplici appassionati letteralmente in tutta Milano. Infatti sono confermati concerti nelle case e nei cortili, nei giardini, nei parchi, come pure i Piano Boat sui Navigli, i Piano Tram e i Piano Bici in giro per la città. Come novità ci saranno concerti nella darsena appena inaugurata e nel nuovo quartiere di City Life. Il centro ideale sarà nei giardini della Villa Reale dove saranno installate speciali strutture per le varie manifestazioni previste. L’inaugurazione sarà venerdì 22 maggio alle 20.45 all’Arena Civica con un’opera che il pianista tedesco Hauschka ha composto espressamente per l’evento. Si tratta di un’opera per 7 strumenti a tastiera, tra cui un pianoforte preparato, che si ripropone di tracciare una linea immaginaria tra l’Arco della Pace e l’Arco di Trionfo tra Milano e Parigi. Dopo studi di pianoforte classico e performance nei generi rock e hip-hop Volker Bertelmann (nato in Germania nel 1966) si dedica da alcuni anni, sotto il nome di Hauschka alla composizione di pezzi per “piano preparato” ossia da eseguirsi su pianoforti che (Immagini riferite a edizioni precedenti) Cosa trovi in biblioteca Museo delle culture Cossa, Egidio Arte africana AA.VV. Africa Del Boca, Angelo Gli italiani in Africa Orientale Bargna, Ivan L’arte in Africa Hugon, Anne L’Africa Bassani, Ezio Arte africana Incorpora, Giovanni Maria Sculture d’Africa Battaglia, Roberto La prima guerra d’Africa Mandel Sugana, Gabriele Arte etnica Beltrame, Massimo Expo Milano 2015 Monti, Franco Le maschere africane Centini, Massimo Africa nera Reader, John Africa 6 emettono un suono alterato a causa di oggetti come posate, strisce di feltro o di metallo posizionati tra le corde. Per strano che possa sembrare questo modo di modificare la naturale sonorità di un pianoforte, è stato utilizzato anche da compositori illustri come Heitor Villa Lobos e John Cage che viene riconosciuto come l’inventore di questa tecnica. Nel 2014 era stato Ludovico Einaudi a realizzare per Piano city “Le Piano Africain”, un progetto per 6 pianoforti, 2 Marimbe e 4 Balafon, strumento a percussione africano simile alla marimba e soprannominato Piano Africain per la sua antica parentela con il pianoforte. Al concerto tenuto nel cuore del parco Sempione, avevano partecipato oltre 25.000 persone. Quest’anno gli organizzatori puntano a un successo dello stesso ordine di grandezza, obiettivo difficile da raggiungere data la differenza di popolarità presso il pubblico italiano dei due autori. Tra gli eventi più interessanti i concerti di domenica pomeriggio presso la sede storica della Edison in Foro Buonaparte, sotto la volta in stile Liberty della Sala Azionisti. Tra gli artisti che parteciperanno ci saranno personaggi come il tedesco Thilo Schoelpen, e l’italiano Cesare Picco, artista che spazia dal jazz alla musica classica e pop e che vanta collaborazioni con importanti istituzioni musicali come I Pomeriggi Musicali di Milano, l'Arena di Verona, il Teatro alla Scala e collaborazioni con artisti come Antonio Ballista, Andrea Bocelli, Giovanni Sollima e Luciano Ligabue. Poi ci saranno artisti più specificatamente jazz come il norvegese Bugge Wesseltoft, lo svedese Martin Tingvall, il pianista e compositore franco-americano Dan Tepfer e Franco D'Andrea, uno dei più illustri jazzisti italiani. Chiuderà la manifestazione domenica 24 maggio Paolo Jannacci, con un concerto omaggio al padre. Il programma navigabile degli oltre 300 concerti è disponibile sul sito di Piano City. Piano City Cage, John Silenzio Sancristoforo, Giorgio Tech stuff Cerchiari, Luca Civiltà musicale afro-americana Charles, Philippe Dizionario del Jazz Ross, Alex Il resto è rumore Per bambini Sauerwein, Leigh I sogni di Cavallino 7 Biblioteca Comunale La Biblioteca Comunale di Segrate, presente sul territorio dal 1970, garantisce a tutti i cittadini la possibilità di informarsi attraverso la consultazione e il prestito di libri, quotidiani, periodici, dvd, cd musicali, cd-rom e risorse digitali. In biblioteca è possibile navigare in internet da postazioni multimediali fisse oppure attraverso la rete wireless gratuita e accedere alla biblioteca digitale per consultare online quotidiani italiani e stranieri, banche dati professionali, risorse audio e video, e-book. La biblioteca organizza iniziative per promuovere la lettura coinvolgendo lettori di tutte le età, dai bambini agli adulti, e favorisce lo scambio tra culture diverse e l’accesso alle risorse informative e culturali da parte di tutti i cittadini, senza distinzione di età, razza, sesso, religione, nazionalità, lingua o condizione sociale. I PERCORSI PIU' INTIMI DELLA FEMMINILITA' Per il ciclo di incontri “Una trama di fili colorati. Conversazioni, spunti e incontri intorno al femminile ieri e oggi”, giunto alla sua quarta edizione, venerdì 5 giugno alle ore 18.30 sarà presentato il nuovo romanzo UN AMORE SBAGLIATO di Giulia Alberici. Interviene l'autrice. Aria nuova in biblioteca Auditorium “Luigi Favalli” – Centro Civico “Cascina Ovi”, Via Olgia, 9 – Segrate Dal 3 marzo scorso la Biblioteca Comunale di Segrate e tutto il Sistema Bibliotecario Milano Est si è unita al Sistema del Vimercatese andando a costituire il CUBI, Culture Biblioteche, rete di 70 biblioteche in grado di offrire un catalogo di oltre un milione di documenti tra libri, riviste, film e musica e un più esteso servizio di prestito interbibliotecario. Tra le novità un nuovo e più efficiente catalogo on line e l’app SBVinTasca che permette di accedere da smartphone a tutti i servizi della biblioteca. Nei servizi on line segnaliamo Media Library, che permette tra l’altro il prestito di e-book, e Bibliomediablog, il blog delle biblioteche digitali pubbliche italiane. Ingresso libero INFORMAZIONI Biblioteca Comunale di Segrate Centro Civico “Giuseppe Verdi” Via XXV Aprile - Segrate (MI) Tel. 02 26902374 / 366 [email protected] www.comune.segrate.mi.it D COME DONNA Associazione di Promozione Sociale Centro d’ascolto, informazione, consulenza, solidarietà Centro Civico “Giuseppe Verdi” Via XXV Aprile - Segrate Tel. /Fax 02 2133039 [email protected] www.dcomedonna.it www.dcomedonna.it Biblioteca Comunale - Sede centrale Centro Civico Verdi - Via XXV Aprile 20090 Segrate Tel. 02 26902374 / 02 26902366 [email protected] Seguici su facebook 8