Harambee Aman Iman Niger - Fondazione Brownsea ONLUS
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Harambee Aman Iman Niger - Fondazione Brownsea ONLUS
Newsletter n. 14 FONDAZIONE BROWNSEA 28 novembre 2007 Harambee Aman Iman Niger La mia esperienza in NIGER Cecilia Peduzzi, volontaria e animatrice del nuovo Progetto Harambee NIGER, dopo quattro anni di vita in Niger, ci propone alcune considerazioni sulla situazione sociale e politica di questo Paese, sul ruolo giocato dalle ONG, dalle agenzie Onu e dal FMI. Lei personalmente si è fatta una precisa idea su come si possa più efficacemente operare, per aiutare le persone di questo Paese molto povero a trovare una via verso un proprio autosviluppo. E questa idea appare concorde con uno dei principi basilari da sempre di tutta l’azione educativa e pratica dei Progetti Harambee. E' da quattro anni che vivo in Niger e conosco Seidi Mohamed, ma è solo da ottobre 2006, dopo il nostro matrimonio, che mi sento compartecipe e condivido la vita della popolazione fra cui viviamo. Nei primi tre anni le azioni che siamo riusciti a realizzare (grazie al sostegno di alcuni amici), pur nascendo dall’incontro con la popolazione, non nascevano dalla condivisione quotidiana della vita, benché Seidi provenga da questa realtà; le azioni erano guidate dal nostro modo di percepire, di vedere, di immaginare la realtà. Quando ci siamo sposati ed abbiamo scelto di vivere assieme alle famiglie di pastori di Tan Barogane, siamo “entrati” nelle vite delle famiglie e ci siamo resi conto che dovevamo ricominciare tutto da capo! Abbiamo cominciato a conoscere i volti e le storie delle persone; al contempo abbiamo toccato personalmente la corruzione presente nell'amministrazione nigerina e la totale mancanza di opportunità, in campo educativo e sanitario. In Niger sembra infatti di vivere nella jungla, dove vige la legge del più forte e del più scaltro e tutto, compreso il Parlamento, è in mano a ricchi commercianti che fanno le leggi secondo i loro interessi. Abbiamo cosi potuto comprendere la frustrazione e la totale mancanza di fiducia e di speranza, che vive la maggior parte della popolazione; abbiamo capito che non può esservi vero sviluppo in una società, se le persone non possono mettere a frutto i propri talenti e quindi siamo ormai sicuri che non darà frutti duraturi qualsiasi azione, che non parta dall'attenzione alla singola persona. Newsletter n° 14 2 28 novembre 2007 Bisognerebbe in proposito riflettere sul fallimento, in Niger, dei progetti di cooperazione internazionale, attuati da piccole-grandi ONG e dalle agenzie dell’ONU (UNICEF, FAO, UNDP) tenendo presenti le ingenti somme investite. Si ha paura di riconoscere e guardare questo fallimento, perchè rimetterebbe in causa tutto un sistema di privilegi, che non si vogliono toccare. La colonizzazione storica, che gli Stati subsahariani hanno vissuto, nella pratica sta continuando oggi in maniera più subdola e quindi più difficile da eliminare. Se pensiamo allo sviluppo delle società europee per esempio, ci rendiamo conto che le fasi di passaggio, che hanno portato ad un miglioramento di vita, sono state innescate dal libero sviluppo dei talenti delle persone. Pensiamo alla nascita dei comuni del 1200, grazie all’iniziativa dei mercanti. Se come cristiana penso alla storia della Chiesa, mi accorgo come le vite dei Santi l’abbiano aiutata a crescere (basta pensare a S. Francesco). C'è un bisogno urgente di ripartire dalle persone e non dai numeri. E ciò è possibile solo quando esiste una vera condivisione quotidiana. Certo questo approccio richiede pazienza e umiltà. Vivendo a contatto con i bambini, che sono stati i primi a costruire un rapporto sincero con me (gli adulti, a causa dei pregiudizi creatisi con l'arrivo della cooperazione internazionale, non riescono ad instaurare con me un rapporto sincero, tranne rarissimi casi di genitori dei miei alunni) è attraverso i loro occhi che guardo la povertà, che loro vivono. Credo che sia necessario ripartire proprio dai bambini se vogliamo seminare la speranza, perchè sono loro i “puri di cuore”, che con la loro semplicità riescono a “muovere le montagne” e potranno toccare i cuori degli adulti, che sono bloccati nella frustrazione e nel senso di impotenza, che si vive di fronte ad una società, in cui non vi sono opportunità né diritti. Allora credo che le fondamenta di questo processo siano ripartire dai bambini e ripensare l'educazione primaria; proprio il contrario di quanto il Governo nigerino sta facendo. A causa dei Piani di Aggiustamento Strutturale imposti dal FMI e della mancanza di volontà politica, mentre a livello liceale e universitario le risorse vengono utilizzate, a livello primario è un continuo gioco al ribasso, che fa sì che avranno opportunità solo i pochissimi, che possono permettersi costose scuole private, mentre tutti gli altri –la maggioranza, soprattutto chi vive fuori dalle città- sono completamente esclusi dal gioco. Alla scuola elementare non vengono assunti insegnanti qualificati (con livello liceale), ma vengono assunti, con stipendio più basso e senza coperture sanitarie, ragazzini con il solo livello di scuola media e senza motivazione all’insegnamento, che vengono pagati direttamente dal FMI. Le conseguenze sono un livello bassissimo di insegnamento e frequenti assenze di questi insegnanti- ragazzini, che spesso non si recano a scuola non essendo controllati. Ne deriva un altissimo livello di abbandono scolastico, che non appare nelle statistiche pubblicate. Non esistono bocciature durante i 6 anni di scuola inferiore; lo studente non ha quindi l'opportunità di essere seguito singolarmente dal maestro e deve arrangiarsi da solo ad arrivare all'esame finale. Chi soffre di più sono i bambini, che vivono difficili realtà famigliari e che non hanno le risorse economiche. Credo che se non cominciamo ad investire energie nell’educazione primaria non possiamo attenderci nessun cambiamento in Niger. Per fare ciò bisogna andare controcorrente: quello che i bambini possono osservare è che chi riesce ad arricchirsi di più, spesso non ha studiato; è stato sufficiente avere le giuste “conoscenze” e un po’ di potere. D'altronde basta osservare la maggior parte dei Parlamentari, che sono ricchi commercianti, che non hanno neanche il livello di istruzione primaria! Dobbiamo allora offrire ai bambini una diversa immagine della scuola. Per loro la scuola deve essere un luogo dove: • imparare a crescere insieme, nell’accoglienza; Newsletter n° 14 • • • • • 3 28 novembre 2007 tutti siano accettati (anche chi soffre di disturbi mentali o handicap o chi è figlio illegittimo); si impari a conoscere la realtà che ci circonda, anche quella che ci è lontana; ogni bambino possa costruirsi una propria coscienza: la capacità di pensare, riflettere, farsi una propria opinione; si inizi a conoscere e a valorizzare i talenti di ciascuno, per riuscire poi a metterli a disposizione di tutti (“in ogni bambino, anche in chi apparentemente sembra negativo in tutto, è presente un 5% di buono, che deve essere valorizzato, affinché possa crescere” B. Powell); si possa avere una reale opportunità di crescere liberamente, per poter poi essere capaci di vivere dignitosamente. E' una lunga strada, ma è l'unica che possa veramente seminare speranza e costruire la pace, che è frutto della giustizia. Non ci può essere giustizia quando un bambino non può essere libero di crescere con i propri talenti. Siamo coscienti che è immenso il numero di bambini che non hanno questa opportunità, ma al tempo stesso in questi anni abbiamo capito che bisogna cominciare dal micro per dare frutti e per far sì che questi frutti si moltiplichino. E' una tentazione occidentale quella di volere cambiare “in grande”. Io stessa ho avuto questa tentazione all’inizio quando, arrivata in Niger, avrei voluto aiutare tutti. Solo quando ho cominciato a vivere in mezzo a loro, ho capito che bisogna farsi piccoli e cominciare con dei volti concreti. Finché i cittadini nigerini non costruiranno da soli una società migliore, nel loro quotidiano non ci sarà miglioramento. Sono le persone che cambiano la realtà, non le strutture. Finora in questo paese si è investito sulle strutture, di ogni tipo; ma siccome le persone che le compongono pensano solo a se stesse, ad arricchirsi, il risultato è nullo. Se invece puntiamo sulle persone, queste a loro volta potranno cambiare la realtà che li circonda e farsi moltiplicatrici di cambiamento. Cecilia Peduzzi Newsletter n° 14 4 28 novembre 2007 Harambee Day Domenica 28 ottobre si è svolto l’Harambee Day. Come previsto, domenica 28 ottobre si è svolto l’Harambee Day nella Casa Scout del Gruppo di Lonate Pozzolo. Vi hanno partecipato una trentina di persone, dai membri del Consiglio Direttivo della Fondazione Brownsea ai Rappresentanti dei Gruppi operativi dei vari Progetti della Fondazione stessa. Erano presenti anche alcuni membri della Associazione Harambee di Roma, i quali venivano a salutarci, dato che intendevano conclusa questa loro esperienza di collaborazione con la F.B. Il contributo del Gruppo Operativo di Roma è stato veramente prezioso e ci auguriamo che si possano ristabilire le condizioni per nuove forme di compartecipazione ad un comune progetto. Si è trattato fondamentalmente di una riunione organizzativa, in cui i Responsabili dei vari Progetti insieme ai loro più stretti collaboratori hanno illustrato la situazione attuale di ogni Progetto e hanno indicato le prospettive di sviluppo a medio e lungo termine. Guido Monti, in qualità di Presidente della F.B. ha salutato e ringraziato tutti per la viva collaborazione. Ha poi manifestato l’intenzione della Fondazione di organizzare un tesseramento Soci, per rendere più forte ed efficace la Fondazione stessa e per stringere sempre più i legami di lavoro e di informazione tra tutti i collaboratori ai vari Progetti. [Di questa iniziativa di tesseramento si è già data notizia in una precedente newsletter e a breve si invieranno informazioni precise, a tutti coloro che lo desiderano]. Poi tra mattinata e pomeriggio i Responsabili operativi dei vari gruppi (Antonio per Progetto Harambee Gwassi, Alessandra Carelli per il Progetto Etiopia, Monika Martens per Progetto Costa Kenya, Claudio, Cecilia e Dario per il Progetto Niger, Gabriela Cattaneo per il Progetto Harambee Educational, Guido Monti per Progetto Biuse) insieme alla loro staff hanno illustrato la situazione dei vari Progetti. Non ritengo opportuno fornire qui un breve resoconto o verbale dell’incontro, perchè sarebbe necessariamente troppo sintetico e incompleto. Rimando per informazioni ampie e complete alle ultime newsletter (quelle precedenti e quelle che seguiranno). In conclusione, ritengo utile proporre alla riflessione di tutti una osservazione, che diversi di noi hanno fatto in questa circostanza. Perché non organizzare un Harambee Day più “allargato”, aperto a tutti coloro che in vario modo hanno collaborato e/o ancora collaborano ai Progetti della Fondazione Brownsea, in particolare ai giovani? Ci si può così sentire più numerosi e più forti nell’affrontare le tante difficoltà, ma anche si può essere più contenti insieme dei risultati raggiunti. Inoltre sembra opportuno organizzare almeno due Harambee Day ogni anno. Forse con la nuova organizzazione che la F.B. intende darsi sarà possibile raggiungere un maggior numero di persone e si potranno anche migliorare nuovi momenti di incontro. Carlo Capello Newsletter n° 14 5 28 novembre 2007 Harambee Gwassi Il Progetto Irrigazione in mostra a Ecomondo Dal 7 all’11 novembre si è svolta, a Rimini, Ecomondo: Fiera Internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile. Fra gli espositori c’è stata Petroltecnica, l’azienda che ha sponsorizzato e realizzato insieme alla Fondazione Brownsea l’impianto di irrigazione nella Piana di Nyandiwa, attivato lo scorso mese di luglio. Una parte dello stand di Petroltecnica è stata dedicata a tale progetto. Un grande manifesto e la proiezione continua di un filmato dell’opera hanno attratto molti visitatori. Antonio Labate Newsletter n° 14 6 28 novembre 2007 LA COMUNITA' MASCI “BORGOLOMBARDO 1” E IL PROGETTO "HARAMBEE" La Comunità MASCI - Borgolombardo l con sede a Viboldone in via Folli 3, ritenendo, sin dal principio della sua costituzione, prioritario l'impegno nei confronti del mondo della solidarietà, ha posto al centro delle sue iniziative, ormai da molti anni, la collaborazione alla realizzazione del Progetto Harambee nell' ambito del programma Italian-Kenyan Scout Development Project (IKSDP). L'adesione della Comunità Borgolombardo l a tale progetto ha addirittura comportato l'assunzione del nome Harambee per la nostra Comunità. In misura molto sintetica, ricordiamo le principali operazioni nelle quali siamo stati coinvolti e per le quali abbiamo cercato di coinvolgere altri volontari. 1) Allestimento ed invio di container carichi di oggetti e materiale utili al villaggio: • Ricerca dei materiali necessari. • Stoccaggio prima della partenza. • Sponsorizzazione delle spese di spedizione. 2) Finanziamento per l'acquisto di una barca a motore per il trasporto di persone e cose: • Promozione di iniziative per la raccolta fondi. 3) Reperimento, costruzione e spedizione delle fontane per l’acquedotto costruito dal Progetto Harambee nella regione dei Gwassi (Kenya) per l’approvvigionamento di acqua potabile dei villaggi: • Promozione di iniziative per la raccolta fondi. • Montaggio delle parti meccaniche delle fontane. • Spedizione dei materiali in Kenya. 4) Costruzione ed invio di infissi da noi realizzati in metallo per il dispensario del villaggio di Newsletter n° 14 7 28 novembre 2007 Kisaku: • Acquisizione dei materiali. • Costruzione delle finestre. • Spedizione in Kenya 5) Formazione e missione di nostri volontari in loco, in diverse spedizioni estive: • Partecipazione di alcuni membri della comunità ai corsi di formazione organizzati dal Progetto Harambee. • Partecipazione ai campi di lavoro in Kenya. 6) Attività di raccolta fondi ed iniziative culturali a scopo di sensibilizzazione della nostra popolazione: • Vendita di oggetti di artigianato africano. • Allestimento di mostre promozionali. • Organizzazione di spettacoli teatrali. • Organizzazione di pranzi e cene a scopo di autofinanziamento. 7) Solidarietà concreta nei confronti delle donne locali, rimaste vedove a causa di malattie infettive, prima fra tutte l'AIDS, che, colpendo i mariti, le lasciano senza alcun sostentamento; all'uopo sono stati avviati alcuni progetti agricolo-zootecnici a dimensione familiare, che permettano la vendita dei prodotti ed il realizzo di una pur minima fonte di reddito: • Contributo finanziario per un allevamento di galline. La Comunità MASCI Borgolombardo l "HARAMBEE" Harambee Ieri Fedeltà alle origini La filosofia e lo stile di intervento del nostro progetto sono: lavorare con la popolazione locale, anziché solo per la popolazione locale. Ciò vuol dire impegnarsi affinché sia proprio la gente di quella terra a migliorare la qualità della propria vita, essendo essi stessi artefici del loro progresso. Da: harambee notizie Bollettino informativo dell’italian kenyan scout development project Anno I - n° 3 - Aprile 1987 Notiziario interno della “Fondazione Brownsea” a cura del Gruppo Comunicazione via Burigozzo 11 - 20122 Milano fax 02 45490192 - e-mail: [email protected] - web: www.brownsea.it