Scarica Scheda - I Musei Officine Creative
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Numero Numero Catalogo Sirpac OSIMO - 13 - Titolo Resurrezione della figlia di Jairo Autore Lin Delija Anno di realizzazione XX secolo Riferimenti presenti sull’opera - Collocazione nel Museo Tipologia di opera Sezione contemporanea Dipinto Tecnica Olio si tela Misure cm 112 x 117 Soggetto Descrizione dell'opera Gesù resuscita la figlia di Jairo alla presenza di sei persone I Vangeli narrano che Jairo “uno dei capi della sinagoga”, chiese a Gesù di guarire la figlia malata. Giunto nella sua casa, risuscitò la ragazza, che nel frattempo era deceduta. La scena rappresentata da Lin Delija si svolge all’interno dell’abitazione: la ragazza è distesa sul letto e accanto a lei Gesù, vestito di bianco, le pone le mani sul volto, mentre intorno sei figure attendono fiduciose il miracolo. La scena centrale è avvolta da un clima di speranzoso rispetto, rappresentato attraverso l’impiego di tinte chiarissime, bianche e dalla delicatezza delle due figure, evidente nello specifico nel corpo minuto della ragazza e nel gesto del Signore. Tutt’intorno dominano sentimenti contrapposti: disperazione, senso di vuoto per la perdita della ragazza e nello stesso tempo fiduciosa attesa, speranza nell’uomo vestito di bianco. Tale turbinio di pensieri ed emozioni forti si riflettono nei loro volti, rappresentati con un’energia tale da deformarne l’aspetto. Informazioni sull'artista Lin Delija nasce a Scutari nel 1926, secondogenito di sei figli. La famiglia lo indirizza verso un’educazione cattolica, iscrivendolo, nella sua città natale, al liceo classico gestito dalla locale comunità dei Francescani. Diciottenne, viene arruolato nell’esercito. La forte avversione verso un regime totalitario conducono il giovane Lin Delija a disertare e fuggire verso la Jugoslavia. Arrestato, viene indagato per spionaggio e minacciato di morte, ma grazie ad un funzionario jugoslavo viene liberato nel 1950 e condotto a Zagabria, dove trova rifugio presso un convento di suore. Nella città si iscrive all’Accademia di Belle Arti. Nel 1954 è a Roma per frequentare la Scuola del Nudo e l’Accademia di Belle Arti, dove segue i corsi tenuti da Amerigo Bartoli e Mario Mafai, grandi maestri della Scuola Romana. L’arrivo in Italia sarà un punto di svolta per l’artista albanese. Diplomatosi nel 1959, agli inizi degli anni sessanta si trasferisce in provincia, ad Antrodoco (Rieti). Qui fonda, presso la sede della panoramica Villa Mentuccia a pochi chilometri della città, la libera Accademia intitolata al seicentesco artista “Carlo Cesi”. Insegna disegno e pittura e ne è direttore fino al 1993. Colpito da un ictus, muore a Roma nel 1994, lasciando una vastissima produzione pittorica, esposta presso i maggiori musei d’arte sacra italiani e presso collezioni private. Grande conoscitore della Storia dell’Arte, da quella classica a quella contemporanea, come manifestano le sue opere, non è collocabile all’interno di movimenti artistici; la sua arte non è legata alle mode del tempo e quanto meno dipendente dal mercato e dalla critica. Le composizioni sono complesse e potenti: forte componente religiosa, acceso coinvolgimento alla vita politica albanese, paesaggi e immagini legate alla terra natia, scene di vita quotidiana nella campagna reatina si mescolano per dare vita ad immagini intense, dalla violenta carica emotiva, dove il sentimento ha il sopravvento sull’aspetto formale. La sue arte dunque può essere considerata il punto di incontro delle sue vicende esistenziali. Proprietà Bibliografia di riferimento Comune di Osimo (opera donata nel 2001 dalla famiglia Roncaglia) Lin Delija, Percorsi paralleli, catalogo della mostra, a cura dei Prof. Assoc. Dr. Ardian Ndreca e Persida Asllani, Tirana, giugno 2010; Lin Delija, testi di Anna dell'Agata e Amedeo Graziani, Antrodoco: Il Carrozzone; Lin Delija, le ultime 7 parole del nostro redentore sulla croce, catalogo della mostra, novembre 2007, Potenza. Osimo Museo Civico, piccola guida, a cura di Ivana Lorenzini, Osimo, 2006; Lin Delija: all'incrocio degli sguardi, Roberto Bua, Silvia Cuppini, Bologna, 2003; Note Immagine n° OSIMO - 13 Miniatura immagine Anna Chiara Broggi