Lo scopo di questa revisione è quello di riassumere i dati di

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Lo scopo di questa revisione è quello di riassumere i dati di
OSSIX ed OSSIX PLUS - Revisione della letteratura
Lo scopo di questa revisione è quello di riassumere i dati di biocompatibilità e di efficacia riportati nella
letteratura scientifica relativa alla linea di membrane dentali OSSIX (OSSIX e OSSIX PLUS) fin dalla loro
immissione sul mercato nel 2001.
Le membrane barriera per la rigenerazione ossea guidata (GBR)
La GBR è una tecnica ben documentata per l’incremento osseo (Hammerle and Karring, 2000; McAllister and
Haghighat 2007). Essa richiede una esclusione sufficientemente lunga dei tessuti molli non desiderati (tessuto
connettivo ed epitelio) dagli spazi in cui è necessaria la formazione di osso. L’isolamento dovrebbe consentire agli
osteoblasti o alle cellule staminali mesenchimali di proliferare, migrare e differenziarsi in cellule che formano osso
(Owens and Yukna 2001; Oh et al 2003).Questo sito isolato dovrebbe rimanere tale fino a che il nuovo osso diventa
maturo e stabile con minimo riassorbimento. Tale risultato può essere raggiunto utilizzando una barriera che
bloccherà idealmente la migrazione di cellule e consentirà ancora ai fluidi ed ai nutrienti di raggiungere e nutrire il
tessuto rigenerato (Friedmann et al 2008).
Le barriere non riassorbibili sono ideali per quanto suddetto, pertanto le mebrane Goretex in e-PTFE
(politetrafluoroetilene espanso) sono ancora considerate lo standard migliore per la GBR. Tuttavia sono difficili
da maneggiare e richiedono competenze chirurgiche elevate; inoltre diversi studi hanno dimostrato un elevato
tasso di complicanze in questi casi . Quando esposte prematuramente richiedono di solito una rimozione
chirurgica immediata e la loro efficacia è significativamente ostacolata (Simion et al 1994). Per superare questi
punti di debolezza c’è un continuo sforzo teso allo sviluppo di una membrana ideale riassorbibile. Tra queste, le
membrane a base di collagene sono utilizzate comunemente in tutto il mondo. Uno dei più grandi deficit delle
membrane di collagene è l’assenza o un ridotto livello di reticolazione (cross linking) nella struttura del collagene
che collega le molecole di collagene adiacenti l’una all’altra e stabilizza le fibrille di collagene. Le membrane prive
o con poca reticolazione nella struttura del collagene sono meno resistenti agli enzimi tissutali o batterici che
degradano i dispositivi di collagene impiantati e compromettono il loro ruolo di barriera fisica. La reticolazione
nella struttura del collagene può essere ottenuta tramite metodi fisici o chimici, tuttavia ciò limita il livello di
reticolazione al di sotto della longevità desiderata del dispositivo.
Bibliografia per la GBR
1. Friedmann, A., Dehnhardt, J., Kleber, B. M. & Bernimoulin,J. P. (2008); Cytobiocompatibility of collagen and ePTFE membranes on osteoblast-like cells in vitro. Journal of Biomedical Materials Research A 86, 935–941.
2. Hammerle, C. H. & Karring, T. (2000); Guided bone regeneration at oral implant sites. Periodontology, 17, 151–175.
3. McAllister, B. S. & Haghighat, K. (2007) Bone augmentation techniques. Journal of Periodontology 78, 377–396.
4. Owens KW, Yukna RA. (2001) Collagen membrane resorption in dogs: A comparative study.
Implant Dent 10, 49-58.
5. Oh TJ, Meraw SJ, Giannobile WV, Wang HL. (2003) Comparative analysis of collagen membranes for the treatment of implant dehiscence defects. Clin Oral Implants Res 14, 80-90.
6. Simion M, Baldoni M, Rossi P, Zaffe D. (1994) A comparative study of the effectiveness of e-PTFE membranes with and without early
exposure during the healing period. Int J Periodontics Restorative Dent. 14, 166-180.
La famiglia dei biomateriali a marchio OSSIX®
La linea OSSIX® di membrane in collagene (OSSIX® e OSSIX® PLUS) si basa su di un naturale processo di reticolazione
noto come glicazione in cui il collagene è reticolato (cross-linkato) tramite zuccheri naturali.
Questa tecnologia unica e brevettata di proprietà della Datum Biotech, consente la produzione di matrici reticolate
controllate che vanno customizzate per ogni dispositivo medico, preservando le eccellenti proprietà biologiche
del collagene. OSSIX® e OSSIX® PLUS sono entrambe membrane reticolate con ribosio. OSSIX® PLUS, lanciata nel
2006, è costituita da collagene suino Tipo I ed è un prodotto di seconda generazione a marchio OSSIX®, in quanto in
precedenza ci si riferiva ad un prodotto costituito da collagene bovino ed immesso sul mercato nel 2001. In questa
revisione con il termine OSSIX si fa riferimento ad entrambe le versioni ® .
I vantaggi dell’utilizzo delle membrane OSSIX® sono stati dimostrati in molteplici studi preclinici e clinici nell’ultimo
decennio. Clinicamente, sono state impiantate in tutto il mondo più di 350.000 membrane.
Biocompatibilità
La capacità di OSSIX® di promuovere l’adesione e la proliferazione delle cellule in vitro è stata riportata da Rothamel et
al. (2004). In questo studio sono state testate quattro membrane di collagene (OSSIX, Bio-guide, Tutodent e BioMend) e si
è concluso che OSSIX, Bio-guide e Tutodent promuovono l’adesione e la proliferazione dei fibroblasti e degli osteoblasti,
mentre BioMend (una membrana cross-linkata a base di glutaraldeide) inibisce tale processo.
Rothamel et al (2005) utilizzarono il modello di impianto sottocutaneo nel ratto e confrontarono 8 membrane
(5 disponibili commercialmente e 3 sperimentali reticolate chimicamente con collagene suino). Essi conclusero che la
reticolazione chimica aveva come esito una reazione da corpo estraneo (BioMend, BioMendExtend, Tutodent e 2 prototipi
sperimentali). OSSIX dimostrò una biodegradabilità prolungata ed una bassa integrazione al tessuto ma nessun tipo di
reazione da corpo estraneo.
Ogawa et al (2008) compararono superfici non metalliche inclusa OSSIX ad altre superfici in titanio preparate con
nanostrutture per testare l’ipotesi che quest’ultimo potesse migliorare il contatto tra osso e impianto.
Conclusero che le auto-strutture nano-nodulari di titanio scoperte erano realizzabili su materiali biocompatibili diversi
dal titanio, offrendo nuove strade allo sviluppo di superfici implantari e di altri materiali impiantabili per una migliore
generazione ossea e potenziale rigenerativo.
Friedmann et al (2008) valutarono la citobiocompatibilità delle cellule osteoblastiche umane a proliferare sulle superfici
delle membrane OSSIX, Bio-guide e Goretex costituite da e-PTFE. Essi conclusero che la morfologia delle cellule e la
disposizione nello spazio indicavano che la vitalità era mantenuta . La diffusione attraverso le tre membrane valutate in
questo studio era un supporto sufficiente per la differenziazione cellulare degli osteoblasti.
Warnke et al (2009) testarono la capacità di OSSIX, Tutodent, Bio-guide e Condro-Gide a supportare e promuovere
la proliferazione delle cellule periostali umane. Riscontrarono che: “Le membrane di collagene possono essere
utilizzate come scaffold per lo sviluppo degli strati di periostio allo scopo di creare osso corticale utilizzando metodi di
ingegneriatissutale”.
Resistenza alla degradazione (Esposta)
In uno studio in vitro Sela et al (2009) esposero OSSIX, Bio-Gide e BioMendExtend ad enzimi batterici e conclusero
che le membrane reticolate con collagene aumentavano significativamente la resistenza agli enzimi batterici.
Tal et al (2008) in un modello animale (palato del gatto) confrontarono OSSIX e Bio-Gide in perforazioni intenzionali e
conclusero che entrambi le membrane non venivano identificate nei siti perforati.
Tuttavia, si deve notare che la ben nota forza meccanica della lingua del gatto non venne considerata, quindi l’esposizione
di ambo le membrane alle forze meccaniche distruttive può spiegare quanto riscontrato. Per quanto
su detto.
La resistenza alla degradazione venne indagata ulteriormente in uno studio clinico umano (Klinger et al 2010). I
n questo studio OSSIX, Biomend (reticolate con glutaraldeide) e Bio-Gide (nonreticolata ) venivano esposte alla
cavità orale. Essi conclusero che OSSIX era significativamente più resistente alla degradazione batterica in
condizioni che riproducono l’esposizione post chirurgica della membrana (un punteggio di 5 comparato al 2.25 di Biomend
e all’1.75 di Bio-Gide).
Resistenza alla degradazione (Sommersa)
Molti studi su animali hanno messo a confronto la degradazione di OSSIX® quando sommersa (coperta da tessuto molle).
Rothamel et al (2005) in un modello di impianto sottocutaneo nel ratto, hanno riportato soltanto piccole degradazioni
superficiali di OSSIX rispetto a tutte le altre membrane testate dopo 24 settimane e rispetto alle 4 membrane disponibili
da commercio.
Moses et al (2008) nel modello della calvaria di ratto, hanno messo a confronto OSSIX con Biomend (reticolata con
glutaraldeide) e Bio-Gide (senza alcuna reticolazione)e calcolato la percentuale del collagene residuo dopo 28 giorni.
Hanno riscontrato il 91.3% in OSSIX, il 24.7% in Biomend ed il 13.9% in Bio-Gide.
Tal et al (2008 II) in uno studio istologico sull’uomo, hanno messo a confronto le membrane OSSIX con Bio-Gide in 52
pazienti trattati con GBR e concluso che la membrana OSSIX era presente in tutti i siti non perforati mentre Bio-Gide non
è stata individuata in nessuno dei 18 campioni esaminati.
Moses et al (2009) nel modello della calvaria di ratto esaminarono l’effetto della tetraciclina sistemica (TC) sul tasso di
riassorbimento di OSSIX, BioMend e Bio-Gide. Hanno concluso che la TC riduceva i tassi di riassorbimento di BioMend e
Bio-Gide, ma non di OSSIX, che non si riassorbiva.
Istologia degli animali (Efficacia ed ossificazione)
Veis et al (2006) in un modello di tibia di coniglio hanno riempito i difetti dimensionali con Biogran II e coperto gli
stessi con OSSIX®. Essi hanno analizzato le sezioni istologiche dopo 8 settimane e concluso che: “La formazione
di nuovo osso all’interno della sacca protettiva interconnessa con il nuovo osso circostante era stata osservata
esclusivamente nelle particelle sferiche di Biogran II”.
Schwarz et al (2006) fecero una valutazione immunoistochimica dei pattern di angiogenesi di membrane in collagene
nativo e membrane cross linkate a seguito di impianto sottocutaneo su ratti. Inclusero cinque membrane disponibili
in commercio e tre sperimentali (VN): (1) Bio-guide (BG), (2) BioMend (BM), (3) BioMend Extend (BME), (4) OSSIX (OS),
(5)TutoDent (TD), e (6-8) VN (1-3). I campioni erano disposti in modo casuale in tasche sottocutanee tra loro non
connesse (n=4) chirurgicamente separate sul dorso di 40 cavie da laboratorio, divisi in 5 gruppi da 8 esemplari (2, 4, 8,
16 e 24 settimane). La sezione trasversale – e longitudinale – media dei vasi sanguigni (%) risultava più alta per VN (3)
(5.27+/-2.73), seguita da BG (2.45+/-0.88), VN (1) (2.07+/-0.29) VN(2) (1.91+/-0.55), TD (1.44+/-0.53), BME (0.35+/-0.29)
e BM (0.25+/-0.4). A differenza di BG e VN (1-3), BM, BME e TD mostrarono un’omogenea formazione transmembranea
di vasi sanguigni solamente a 4 – 8 settimane dall’impianto. OS non manifestò alcun segno di angiogenesi durante
l’intero periodo di studio. Le conclusioni furono che, nei limiti del suddetto studio, le membrane analizzate
presentavano pattern di angiogenesi transmembranea marcatamente diversi tra loro.
Zubery et al (2007) in un modello di GBR della mascella del cane, hanno confrontato OSSIX con Bio-Gide nei difetti a
forma di L.
Essi riscontrarono che sebbene ambo le membrane performavano bene nei difetti di chiusura, OSSIX stessa era
sottopostoa ad ossificazione. Essi conclusero: “Questo è il primo rapporto sulla ossificazione completa di una
membrana barriera di collagene per la procedure GBR”.
Schwarz et al (2008) compararono l’uso di BioOss Collagen (BOC) da solo e combinato con cinque diverse membrane
GBR (Bio-guide, un prototipo VN, BioMend Extend, OSSIX, Bio-guide titanium reinforced e GoreTex) su impianti con
difetti di deiscenza. Raccolsero blocchetti per biopsie dopo 1, 2, 4, 6, 9 e 12 settimane di guarigione sommersa,
i blocchi dissezionati furono preparati per analisi immunoistochimiche (osteocalcina – OC, transglutaminasi II –
angiogenesi) e istomorfometriche [ e.g., contatto osso-impianto (BIC), aree di nuovo tessuto osseo (BF)]. Conclusero
che (i) l’angiogenesi giocava un ruolo cruciale nella GBR e (ii) che tutte le membrane analizzate favorivano allo stesso
modo la rigenerazione ossea.
Park et al (2009) valutarono quattro diversi campioni quali controllo, membrana OSSIX®, film PLGA, e film HA-PLGA/
PLGA come membrane di barriera parodontali in difetti ossei critici su calvaria di cavie da laboratorio. Analisi
istologiche e istomorfometriche rivelarono che il film HA-PLGA/PLGA risultava il più efficace nella rigenerazione
ossea rispetto agli altri campioni, con tessuto osseo rigenerato a copertura del 63,1% dell’area del difetto.
Istologia dell’uomo (Efficacia ed ossificazione)
Friedmann et al (2001) in una serie di casi di 16 pazienti consecutivi con creste edentule atrofiche, trattate con
membrana OSSIX per l’aumento laterale precedente al posizionamento dell’impianto. Sono state scattate fotografie
digitali a 2 e 4 settimane e poi a 7 mesi ed è stata misurata la deiscenza alveolare utilizzando un software. Alle
riaperture, sono stati prelevati i resti delle le membrane per analisi istologica. Essi hanno evidenziato che: “Il
collagene e l’apposizione di osso visibili sui resti delle membrane documentano l’elevato grado di biocompatibilità
della barriera”.
Friedmann et al (2002) hanno comparato campioni istologici umani con casi di aumento laterale di membrane OSSIX
vs. e-PTFE. Hanno concluso che: “La nuova barriera di collagene combinata con DBBM forniva una rigenerazione
qualitativa dell’osso paragonabile al materiale standard con e-PTFE combinato con lo stesso minerale” Kim et al
(2007) hanno trattato i difetti ossei pre impianto con Regenaform e la membrana OSSIX. Ad un secondo intervento
chirurgico hanno rimosso le membrane e fatto delle biopsie. Hanno riportato una densità dell’osso del 23-42%.
Tal et al (2008 II) in uno studio istologico umano misero a confronto OSSIX con Bio-Gide in 52 pazienti trattati con GBR
e conclusero che la membrana OSSIX era presente in tutti i siti non perforati mentre Bio-Gide non è stata individuata
in nessuno dei 18 campioni esaminati. Hanno inoltre riscontrato che: “Nei siti non perforati, è stata osservata
occasionalmente l’ossificazione con OSSIX al di sopra o all’interno della membrana stessa”.
Zubery et al (2008) hanno descritto nella letteratura istologica di una serie di 10 casi che OSSIX ha mantenuto il suo
effetto barriera in cinque dei sette casi per 25 settimane e indotto alla formazione di nuovo tessuto osseo denso lungo
la sua interfaccia con i tessuti sottostanti. Hanno concluso che: “Questo è il primo report sull’ossificazione di OSSIX
nell’uomo con apposizione minerale diretta sul collagene glicato”.
Artzi et al (2008) hanno esaminato l’efficacia di sostituiti ossei sintetici HA/TCP nell’uomo nelle procedure di rialzo del
pavimento del seno mascellare. Hanno posizionato le membrane OSSIX al di sopra della cavità buccale e descritto che
i rari residui di membrane erano presenti sull’ osso impiantato. In un caso hanno descritto l’ossificazione dei residui
della membrana OSSIX.
Friedmann et al (2009) hanno raccolto biopsie da 5 pazienti sottoposti ad di aumento del seno mascellare in due fasi,
aumento laterale della cresta in due fasi e ad aumento laterale in una fase utilizzando calcio fosfato dibasico coperto
con membrane di collagene OSSIX o Bio-guide. Hanno concluso che gli ottimi risultati per il nuovo osso e per quello
a contatto con l’innesto, erano simili ai risultati degli studi in cui erano utilizzate le membrane non riassorbibili, e
possono essere attribuiti al lungo effetto barriera della membrana Ossix.
Le et al (2010) in uno studio clinico prospettico hanno analizzato 15 casi di incremento della cresta verticale
utilizzando OSSIX e viti di sostegno. Hanno descritto un grande successo degli impianti posizionati nel nuovo tessuto
osseo formatosi. Le analisi istomorfometriche hanno rivelato che “Le analisi istomorfometriche dei 7 campioni
hanno rivelato un contenuto medio di osso del 43%. Di questa percentuale di osso, il contenuto medio di tessuto
osseo vitale era l’81%. Kim et al nel 2010 hanno riferito di 14 tipi di difetti di deiscenza trattati con innesto di tessuto
osseo e OSSIX. Hanno concluso che: “L’uso della GBR composta da membrane OrthoblastII e OSSIX ha causato
una formazione favorevole di osso durante i 6 mesi di guarigione evidenza dell’aumento del rimodellamento e della
maturità dell’ osso così come il riassorbimento continuo dei materiali innestati”.
Neiva et al (2011) hanno descritto 10 casi clinici sull’uomo in cui i denti erano estratti e le cavità coperte con OSSIX
(nessun riempimento osseo). 12 settimane dopo è stata fatta una biopsia, analizzata poi istologicamente con micro
CT. Hanno concluso che: “Una formazione ossea adeguata per il posizionamento di un impianto si verifica già nelle 12
settimane successive all’estrazione dentaria con cambiamenti minimi nelle dimensioni della cresta alveolare. Non è
stata osservata evidenza di ossificazione della membrana”.
Capri et al (2012) inserirono innesti ossei e membrane OSSIX in una serie di 4 casi con siti implantari di dimensioni
insufficienti. Descrissero clinicamente la durata di OSSIX per più di 9 mesi dall’impianto e due casi di ossificazione.
Ricavarono agobiopsie prima di inserire l’impianto e osservarono apposizione ossea e rimodellamento degli innesti
ossei. Conclusero con un risultato favorevole all’uso della GBR per un migliore posizionamento dell’impianto.
Notarono inoltre che la degradazione di OSSIX era più lenta rispetto alle altre membrane in collagene, consentendo
quindi un effetto barriera più duraturo nel tempo.
Hoang e Mealey (2012) hanno confrontato gli innesti ossei alloplastici nelle procedure di e della cavità. Hanno
utilizzato OSSIX in casi con grave deiscenza del tessuto osseo lasciando la membrana esposta. Visto il numero
simile di siti trattati con OSSIX in ambo i gruppi, non sono state riscontrate differenze significative tra i gruppi.
Cook e Mealey (2013) in uno studio istologico hanno comparato una matrice mineralizzata a base di collagene
(HEALOS) coperta con OSSIX , con Bio- Oss Collagen coperto con Bio-guide nelle procedure di preservazione della
cavità in 44 pazienti. Hanno descritto che BioOss Collagen + Bio-guide hanno mostrato una media di 32.83±14.72% di
tessuto osseo vitale, il 13.44±11.57% di materiale di innesto residuo ed il 53.73±6.76% CT/altro.
HEALO + OSSIX hanno mostrato una media di 47.03±9.09% di tessuto osseo vitale, nessun materiale di innesto
residuo ed il 52.97±9.09% CT/altro.
Friedman et al (2014) hanno comparato istologicamente del calcio fosfato bifasico coperto con OSSIX o Bio-guide.
Nello studio sono stati inclusi 12 pazienti, inseriti impianti in 38 siti, ed eseguite 13 biopsie. Hanno riportato un alto
tasso di esposizione in tutti i siti, e dell’intero sito in 23 casi. Hanno concluso che: i risultati istologici di questo studio
indicano una natura osteoconduttiva del BCP impiegato. L’esposizione prematura del sostituto osseo riduce la
formazione di nuovo tessuto osseo e può comportare il rischio di reazioni infiammatorie e da corpo estraneo.
Hans Dieter (2014) raccolse biopsie da una cavità vestibolare del seno coperta con membrana OSSIX. Mostrò
ossificazione della membrana e nuovo tessuto osseo denso intorno alla membrana.
Studi clinici
Moses et al (2005) hanno messo a confronto le membrane OSSIX, Bio-guide e e-PTFE negli impianti con difetti di
deiscenza alveolare. Hanno descritto una riduzione significativa nell’area del difetto rispettivamente del 91%, 71% e
73%. Hanno concluso che in casi di esposizione prematura: “Le membrane OSSIX sono apparentemente in grado di
supportare la guarigione gengivale anche quando prematuramente esposte, ciò potrebbe essere vantaggioso nelle
procedure GBR”.
Llambes et al (2007) hanno descritto casi di 11 pazienti con incremento verticale tramite OSSIX nel momento del
posizionamento dell’impianto dentale. In un caso il quadro istologico ha mostrato nuovo osso trabecolare. Sono state
evidenziate complicanze minime e solo in un caso c’è stato un fallimento. Hanno concluso che: “Le membrane di
collagene a lento riassorbimento hanno il potenziale per favorire l’incremento delle creste verticali quando utilizzate
con osso autologo al momento del posizionamento dell’impianto”.
Ko et al (2008) valutarono i tassi di sopravvivenza dell’impianto e la formazione ossea, per analizzare i fattori che
contribuivano al fallimento. Compararono OSSIX e BioMend a Goretex e BioMesh in combinazione con innesti di
osso autologo o BioOss. Constatarono che l’esposizione precoce della membrana condizionava significativamente
la formazione di tessuto osseo (p<0.05). Membrane non riassorbibili mostrarono maggiori esposizioni e inferiori
percentuali di successo nella formazione di tessuto osseo rispetto alle membrane riassorbibili (p<0.05). L’utilizzo di
osso autologo o di materiali da innesto nella formazione di tessuto osseo non mostrò alcuna differenza in termini di
percentuali di successo. Conclusero che le percentuali di successo nella formazione di tessuto osseo durante la GBR
sono influenzate dall’esposizione precoce della membrana, dal tipo di membrana e dal tipo mandibola/mascella.
Le et al (2008) hanno valutato l’efficacia dell’utilizzo di innesti corticali a blocco prelevati intraoralmente in
combinazione con innesto di particolato umano mineralizzato, in una struttura “a tenda”, per espandere grossi difetti
in cresta alveolare atrofica per posizionare l’impianto. Hanno espanso i siti con l’uso di innesti ossei autologhi di
membrana corticale prelevati in sito orale, in modo che tessuti molli e il periostio lasciassero il posto all’adiacente
alloinnesto di particolato. I siti sono stati coperti con membrane OSSIX. Le creste sono state valutate clinicamente
4 - 5 mesi dopo l’espansione, e in quel momento sono stati posizionati 42 impianti. Hanno concluso che questa tecnica
offre funzionalità predicibile e ricostruzione estetica di difetti estesi, senza vasti impieghi di osso autologo. Quanto a
funzionalità ed estetica, fornisce risultati migliori rispetto a innesti di solo innesto corticale o particolato.
Kim et al (2008) hanno riportato risultati clinici ed istologici di rialzi di seno con OSTEON dopo 4 o 6 mesi; in tutti i
casi era stata utilizzata OSSIX per coprire la fenestrazione. Analisi statistiche non indicano differenze significative (p
= 0.135) nel nuovo osso formatosi tra i due periodi post-operatori. Il rapporto LB (osso lamellare)/WB (osso fibroso)
a 4 e 6 mesi dalla chirurgia era rispettivamente 0.14 e 0.45, con differenze significative osservate nei due periodi
post-operatori (p = 0.027). Inoltre, il rapporto NB (nuovo osso)/GM (materiale da innesto) a 4 e 6 mesi dalla chirurgia
era rispettivamente 1.95 e 7.72, con differenze significative osservate nei due periodi post-operatori (p = 0.046).
Hanno concluso che l’applicazione di OSTEON è adatta per il rialzo del seno visto che sono stati dimostrati risultati
apprezzabili nel tempo.
Urban e Wenzel (2010) hanno riportato di dolore, gonfiore e sanguinamento in alcuni pazienti dopo l’estrazione del
molare, il posizionamento immediato dell’impianto e l’aumento con tessuto osseo autologo (AB), AB con OSSIX o
soltanto OSSIX. Hanno descritto: “Un dolore da leggero a moderato, in combinazione con gonfiore marginalmente
severo e leggera trasudazione”, con nessuna differenza tra le tre tecniche.
Beitletum et al (2010) hanno messo a confronto l’aumento del tessuto osseo con un alloinnesto liofilizzato con e senza
l’aggiunta di frammenti di tessuto autologo coperto con membrana OSSIX. Hanno concluso che: “Ampi difetti verticali
e/o orizzontali della cresta possono essere trattati, ottenendo buoni risultati clinici, con FDBA e membrane barriera
di collagene reticolate con ribosio. Non può essere dimostrato alcun effetto ulteriore sull’applicazione di uno strato
di tessuto osseo autologo in queste procedure di incremento. L’esposizione spontanea della membrana era l’unico
parametro ad incidere sul livello di nuova formazione di tessuto calcificato”.
Urban et al (2011) hanno descritto 109 impianti consecutivi immediati posizionati nella regione molare con aumento
dei difetti residui con l’osso autologo (AB), AB con OSSIX o soltanto OSSIX. Hanno concluso che: “Gli impianti
posizionati immediatamente dopo l’estrazione di un molare erano associati ad un alto rischio di fallimento nella fase
di posizionamento del moncone. Non c’era differenza nel livello di fallimento tra le tre tecniche ricostruttive dell’osso”.
Nissan et al (2011) eseguirono aumento di creste mascellari atrofiche su 31 pazienti con alloinnesti liofilizzati
spugnosi in blocchi, i blocchi sono stati coperti con 3 membrane in collagene OSSIX, OSSIX PLUS e Bio-guide. Dopo
sei mesi di guarigione hanno posizionato 63 impianti, che sono stati protesizzati dopo 6 mesi. Riportarono che
l’incremento osseo medio era 5 ± 0.5 mm. orizzontalmente, e 2 ± 0.5 mm verticalmente. Il riassorbimento osseo
vestibolare medio era 0.5 ± 0,5 mm. all’inserimento dell’impianto, e 0.2 ± 0.2 mm al secondo intervento chirurgico. La
densità ossea vestibolarmente al collo dell’impianto era 2.5 ± 0.5 mm all’inserimento dell’impianto, e 2.3 ± 0.2 mm al
secondo intervento chirurgico. Non c’erano prove di perdita di osso verticale tra il posizionamento dell’impianto e il
secondo intervento chirurgico. Il tasso di sopravvivenza dei blocchi e degli impianti era rispettivamente del 95.6 e del
98%. A tutti i pazienti sono state caricate protesi fisse su impianti.
Nissan et al (2011) hanno trattato 12 pazienti affetti da edentulia congenita con alloinnesti liofilizzati spugnosi in
blocchi, BioOss e membrane OSSIX. Hanno posizionato 21 impianti e li hanno controllati per 30 ± 16 mesi. Il tasso di
sopravvivenza dei blocchi e degli impianti è stato rispettivamente del 100% e 95.2%. L’incremento osseo medio è stato
statisticamente significativo (P<.001):5± 0.5 orizzontalmente e 2 ± 0.5 mm verticalmente. A tutti i pazienti sono state
caricate protesi fisse su impianti. 4 pazienti (30%) hanno riportato complicazioni a livello dei tessuti molli. 1 impianto
(4.8%) ha avuto complicazioni a seguito della cementazione della corona. Tutti gli impianti sono rimasti clinicamente
osteointegrati fino al termine del periodo di osservazione. Non vi è stata perdita di cresta ossea intorno agli impianti
oltre la prima spira. Hanno concluso che alloinnesti liofilizzati spugnosi in blocchi possono essere utilizzati con
successo nei restauri su impianti, in pazienti con edentulia congenita.
Nissan et al (2011) hanno aumentato creste mandibolari atrofiche con alloinnesti liofilizzati spugnosi in blocchi sulla
mandibola posteriore atrofica, seguita dal posizionamento di impianti su 21 pazienti. Hanno coperto i blocchi con
BioOss e tre membrare in collagene prese casualmente OSSIX, OSSIX PLUS, e Bio-guide. Il controllo è stato a 37
mesi. Il tasso di sopravvivenza dei blocchi è stato 79.3%. L’incremento osseo medio orizzontale e verticale è stato
rispettivamente di 5.6 e 4.3 mm. Il riassorbimento osseo vestibolare medio era 0.5 mm all’inserimento dell’impianto e
0.2 mm al secondo intervento chirurgico. In totale sono stati posizionati 85 impianti. La densità ossea vestibolarmente
al collo dell’impianto era 2.5 mm all’inserimento dell’impianto, e 2.3 mm al secondo intervento chirurgico.
Hanno concluso che posizionare impianti su mandibola posteriore atrofica, a seguito di rialzo con alloinnesti
liofilizzati spugnosi in blocchi, può essere un attuabile trattamento alternativo.
Friedmann et al (2011) hanno confrontato OSSIX con Bio-Gide in una valutazione morfometrica delle alterazioni delle
creste alveolari 6 mesi dopo l’incremento con una fase della deiscenza del tessuto osseo.
I loro risultati indicano che: “L’accrescimento nei tessuti nuovamente mineralizzati a livello della cresta è
significativamente più alto nel gruppo test (OSSIX) nelle dimensioni laterali (1.8 versus 0.7 mm; p=.046) e quelle
verticali (1.1 versus 0.2 mm; p=.035) comparato con i gruppi controllo (BG)”. E che: “OSSIX ha supportato il processo
di mineralizzazione e rimodellamento anche in zone che mostrano una guarigione compromessa come indicato dai
risultati morfometrici”.
Kaner e Fiedmann (2011) hanno trattato 12 pazienti con espansore tissutale osmotico e rialzo osseo verticale con
blocchi autologhi coperti con minerale osseo bovino e membrana OSSIX. Il trattamento combinato ha portato a
incremento verticale di osso ben strutturato e può essere utile per migliorare ulteriormente la riuscita e predicibilità
della terapia implantare in pazienti con importante riassorbimento osseo.
Le e Borzabadi – Farhani (2013) hanno esaminato la relazione tra il difetto di dimensione dell’osso alveolare verticale
ed il risultato del posizionamento di un impianto con singola fase (non-sommerso) e simultaneamente l’aumento delle
aree con alloinnesto con particelle mineralizzate (Puros Cancellous) utilizzando membrane di collagene (OSSIX PLUS).
Essi hanno posizionato 156 impianti Straumann a livello del tessuto in 108 pazienti con difetti dell’osso alveolare
verticale. Hanno valutato i difetti pre e post chirurgici con CT cone beam. Hanno riscontrato la totale correzione
dei difetti in 66 (61.1%) pazienti seguiti da un miglioramento dei margini delle creste in 38 pazienti. Hanno concluso
che il posizionamento dell’impianto a fase singola e contemporaneamente il trapianto con alloinnesti di particelle
mineralizzate ha mostrato risultati promettenti nella correzione di piccoli e medi difetti delle pareti ossee dell’osso
alveolare verticale (<5mm).
Kim et al (2013) valutarono in casi di inserimenti di impianti conici, la percentuale di successo dell’impianto, il tasso di
sopravvivenza, il riassorbimento osseo marginale, e il riassorbimento del materiale da innesto.
Valutarono 50 impianti con un periodo di controllo medio pari a 19 mesi. 14 impianti erano posizionati in zona
premolare mascellare, 36 in zona molare mascellare; sono stati inclusi 24 seni. In 17 casi è stata posizionata OSSIX
PLUS sulla finestra vestibolare, 1 con TR-Gore-tex e 6 senza membrana. La percentuale di successo era del 92%,
e il tasso di sopravvivenza del 96.0%. Il rialzo di seno medio era 12.35 ± 3.27 mm. Il riassorbimento del materiale
da innesto un anno dopo l’intervento era 0.97 ± 0.84 mm; che diventa 0.91 ± 0.86 mm per gli impianti immediati, e
1.16 ± 0.77 mm per i differiti. Tuttavia, la differenza non era statisticamente significativa. Il riassorbimento osseo
marginale medio ad un anno dal restauro era 0.17±0.27 mm (0.12 ± 0.23 mm per gli impianti immediati, 0.40 ± 0.33 mm
per i differiti); è stata osservata una differenza statisticamente significativa tra i due gruppi. Hanno concluso che gli
impianti conici possono essere utilizzati su creste mascellari posteriori edentule che necessitano di rialzo del seno
con materiale da innesto.
Ghaly et al (2013) hanno comparato in procedure GBR due materiali barriera in calcio fosfato e OSSIX PLUS. Hanno
eseguito l’aumento di 18 difetti ossei con una miscela 1:1 di DFDBA coperta con OSSIX PLUS o CalcigenOral. 4-6 mesi
dopo hanno posizionato impianti nelle creste aumentate e misurato nuovamente l’incremento osseo orizzontale e
verticale. Il gruppo trattato con OSSIX presentava incremento orizzontale di 1.06+1.01mm e verticale di 0.19+1.11 mm,
rispetto al gruppo trattato con CalcigenOral che riportava perdita ossea orizzontale di 0.14+0.74 mm e verticale di 0.19
e + 0.74 mm. Hanno concluso che il calcio fosfato ha un uso limitato come barriera per l’aumento di cresta.
Lee et al (2013) hanno messo a confronto le membrane reticolate (OSSIX 24 difetti) con quelle non reticolate (Bioguide 25 difetti) nel trattamento dei difetti di deiscenza. Essi hanno valutato la riduzione dei difetti e del tessuto
osseo tramite radiografia e non hanno riscontrato differenze tra i gruppi. Hanno concluso che: “il successo della
rigenerazione guidata del tessuto osseo è stata eseguita contemporaneamente per i difetti di deiscenza intorno
all’impianto, ed è stata indipendente dal fatto che le membrane di collagene fossero o non fossero reticolate”.
Tuttavia hanno escluso i casi di esposizione prematura dall’ analisi.
Le e Borzabadi-Farahani (2014) hanno valutato la relazione tra la dimensione di difetti verticali vestibolari e la
riuscita del posizionamento di impianti con singola fase (non-sommersi) con concomitante accrescimento dei siti
con alloinnesto di particolato mineralizzato (Puros Cancellous) utilizzando membrane in collagene (OSSIX PLUS).
Hanno esaminato scansioni CBCT di 108 pazienti con 156 impianti Straumann Tissue Level. Hanno concluso che il
posizionamento di impianti con singola fase con concomitante alloinnesto di particolato mineralizzato si dimostra
promettente nella correzione di piccoli e medi difetti ossei verticali vestibolari (<5 mm).
Casi clinici e relativi report
Testori et al (2005) hanno descritto l’uso di membrane OSSIX per preservare l’osso alveolare dopo il posizionamento
degli impianti nella zona estetica.
Gernhart e Bekes (2006) hanno descritto casi trattati con OSSIX.
Nart et al (2007) hanno descritto un caso in cui la membrana OSSIX veniva usata per rigenerare il parodonto ed il
tessuto osseo seguendo procedura di rimozione di cisti parodontale laterale.
Scala et al (2007) hanno descritto un metodo originale per trattare la fistola oroantrale in 13 pazienti mediante
cryoplatelet gel mescolato a diversi tipi di materiale da innesto. In ogni paziente, è stata eseguita una CT dopo 8 e 12
mesi dall’operazione, che mostrava normale pneumatizzazione con ricostruzione del fondo del seno mascellare.
In 2 pazienti è stata utilizzata OSSIX sopra il materiale da innesto. Anche se preliminari, questi risultati sembrano
indicare che l’uso di materiali di bioingegneria combinato con fattori di crescita e cellule osteoprogenitrici può
rappresentare una valida alternativa al trapianto di osso autologo per la ricostruzione del seno mascellare.
Adornato et al (2007) hanno trattato 12 pazienti con osteonecrosi della mascella/mandibola da bifosfonati con
resezione ossea, membrana OSSIX PLUS con inserimento di PDGF e PRP. 10 pazienti sono guariti completamente.
Hanno concluso che questa modalità si è dimostrata efficace nel trattamento di BON e può essere un’utile alternativa
alle strategie esistenti.
Kontovasanitis et al (2008) hanno riportato due casi di recessione gengivale trattati con concentrato piastrinico
coperto con membrana OSSIX. Hanno riportato che: “L’uso di concentrato piastrinico in gel combinato con i principi
della GTR può essere un modo efficace e meno invasivo di trattare i difetti da recessione gengivale.”
Fagan et al (2008) hanno descritto una tecnica rigenerativa per impianti posizionati in zona estetica in 37 casi
consecutivi. Hanno utilizzato OSSIX in diversi casi con un’alta percentuale di successo.
Smukler, Capri e Landi (2008) hanno descritto una tecnica di incremento osseo di cresta atrofica con osso autologo
prelevato tramite carotatore, raccoglitore d’osso e grattini ossei. È stato coperto con membrana OSSIX PLUS fissata
da sutura periostale. Hanno trattato 9 pazienti per un periodo di 2 anni. Hanno concluso che questa tecnica è un
metodo sicuro e predicibile per aumentare difetti di cresta in preparazione di impianti dentali endossei.
Griffin e Cheung (2009) hanno descritto l’uso di OSSIX nelle procedure di copertura della radice in sei pazienti.
Hanno concluso che: “Il trattamento di una recessione radicolare con tecnica basata sulla GTR e sul trapianto PC è
stato efficace ed è una valida alternativa. I risultati sono rimasti stabili per 3 anni”.
Lupovici (2009) ha esaminato la possibilità di diverse combinazioni di barriere riassorbibili e innesti ossei per
aumentare con successo il tessuto osseo per il posizionamento dell’impianto e ha concluso che: “Le membrane
reticolate con collagene hanno la possibilità di fornire la maggior parte dei benefici delle membrane non riassorbibili
senza gli inconvenienti da queste provocate”.
Lupovici (2009) ha descritto due dei tre casi in cui OSSIX viene utilizzata con eccellenti risultati clinici ed istologici.
Chaushu et al (2009) hanno riportato di 28 pazienti consecutivi sottoposti a rialzo del pavimento del seno tramite
finestra laterale con alloinnesti e impianti di tessuto osseo.
Le membrane di collagene riassorbibili, incluse quelle le OSSIX sono state utilizzate per coprire la parete laterale del
seno. Hanno riportato un elevato successo per gli impianti, con riduzione delle complicazioni.
Tischler (2009) in un articolo di revisione ha descritto casi in cui OSSIX veniva utilizzata insieme a materiali per
l’innesto osseo con risultati eccellenti.
Le (2010) ha descritto una tecnica di aumento del tessuto osseo intorno ad un impianto posizionato con procedura con
singola fase utilizzando MinerOss ed OSSIX.
Anzalone e Vastardis (2010) hanno riportato una complicazione causata da una mascherina a pressione positiva per
apnea del sonno a seguito di rialzo del seno con osso autologo e membrana OSSIX. La complicazione è stata trattata
con successo.
Toffler (2010) ha descritto una tecnica di rialzo del pavimento del seno mascellare per via crestale. Le aree di tessuto
osseo create tramite lo spostamento crestale erano coperte da OSSIX. La scelta di OSSIX è data dal suo prolungato
effetto barriera.
Castillo (2010) ha relazionato su due casi nella zona estetica, dove ha utilizzato OSSIX come barriera a lento
riassorbimento e l’ha coperta con Bio-Gide in una procedura di aumento in due fasi, anteriore al posizionamento
dell’impianto.
Hur et al (2010) hanno descritto un modello di incisione a doppio lembo per la rigenerazione guidata dell’osso
utilizzando diverse membrane-barriera compresa OSSIX. La tecnica, come osservato dagli autori, ha avuto come
conseguenza una ridotta frequenza degli effetti collaterali, in particolare della deiscenza dei lembi.
Lee e Kim hanno descritto casi di grave atrofia alveolare trattata con procedure di aumento con membrana OSSIX.
Toscano et al (2010) hanno descritto una serie di 73 casi consecutivi di aumento laterale eseguito su 67 pazienti
trattati con Regenaform RT e OSSIX. Hanno riportato un incremento medio dell’ampiezza orizzontale della cresta di
3.5 mm (range 3 – 6 mm). È stata registrata densità ossea di tipo 2 o 3, ove p il tipo 3 era quello predominante. Questa
serie retrospettiva di casi a cura di 5 professionisti privati suggerisce che l’uso di un materiale composito a base
di alloinnesto liofilizzato demineralizzato, frammenti di osso spongioso mineralizzato, e un carrier termoplastico
biologicamente degradabile, coperto con una membrana in collagene riassorbibile per GBR, è un metodo efficace per
l’aumento orizzontale di cresta.
Hurzeller et al (2010) hanno descritto una nuova tecnica di chirurgia implantare a due fasi in zona estetica che
comporta il posizionamento di due membrane in collagene Bio-guide e OSSIX.
Wallace e Gellin (2010) hanno riportato una serie di casi in cui sono stati utilizzati blocchi di osso spongioso liofilizzato
su aumenti orizzontali di creste sottili, coperti con membrare OSSIX PLUS. Hanno riportato che gli innesti spongiosi a
blocchi possono costituire un’alternativa a innesti autologhi o innesti di corticale a blocchi nel trattamento di difetti
in creste alveolari mascellari per consentire un conseguente posizionamento dell’impianto nella zona mascellare in
posizione ottimale.
O’Neil e Al-Hezaimi (2011) hanno descritto il trattamento con innesto Puros e membrana OSSIX di un difetto derivato
dalla rimozione di una cheratocisti odontogena. Al controllo dopo 1 anno, il paziente stava bene ed era evidente la
completa risoluzione della patologia radiolucente.
Kim et al (2013) hanno descritto una serie di 23 casi di rigenerazione ossea guidata con innesti ossei allogenici. In 9
casi non sono state utilizzate membrane, ma in un caso di aumento osseo esteso hanno utilizzato la membrana OSSIX
PLUS. Hanno riportato che AlloMatrix è un materiale da innesto che può essere facilmente manipolato. Non richiede
l’uso di membrane barriera, ed è possibile raggiungere nel tempo una buona rigenerazione ossea.
Froum et al (2012) hanno riportato i risultati del trattamento di 51 difetti peri-implanari consecutivi, utilizzando un
approccio rigenerativo con OSSIX, Bio-guide o Mucograft come materiali per il contenimento dell’innesto e funzione
barriera. Hanno riportato che la riduzione della profondità di sondaggio al controllo da 3 a 7.5 anni era 5.4 e 5.1 mm
rispettivamente nel gruppo 1 e 2. Il concomitante accrescimento osseo era 3.75 mm nel gruppo 1 e 3.0 mm nel gruppo
2. Durante l’intera durata dello studio nessun impianto dei due gruppi ha presentato perdita ossea. Alla data dello
studio i risultati di questo approccio rigenerativo per il trattamento delle periimplantiti appare incoraggiante.
Jeong et al (2013) hanno analizzato il trattamento di difetti da schisi alveolare. Tre casi sono stati trattati con innesti
ossei dal mento e due con innesti AutoBT (Autogenous tooth bone). Hanno concluso che entrambi gli innesti, dal
mento e AutoBT mostravano riuscita positiva nella ricostruzione di difetti alveolari da schisi alveolare. Gli innesti ossei
da denti autologhi estratti offrono la possibilità di evitare il reperimento di osso autologo con complicanze e malattie.
Kim et al (2013) Uno studio condotto su 12 pazienti trattati con procedure di rigenerazione ossea guidata, innesto
alveolare, innesto osseo su seno, ed espansione di cresta utilizzando materiale da innesto da dente autologo.
Hanno riportato per tutti i casi risultati di successo dell’innesto osseo. Un paziente ha sviluppato deiscenza
della ferita dopo l’intervento, tuttavia in un secondo momento ha raggiunto guarigione positiva. Per un impianto
l’osteointegrazione non è andata a buon fine. Dopo 2.5 mesi è stato condotto un esame istopatologico, che ha
mostrato un’eccellente guarigione grazie all’osteoconduzione. Il blocco AutoBT era incorporato nel tessuto molle
superiore, aponeurosi, e osso ricevente inferiore. Hanno concluso che non vi erano complicanze rilevanti associate ai
materiali da trapianto osseo. Il blocco AutoBT è clinicamente utile per una molteplicità di innesti ossei.
Lee et al (2013) hanno trattato 9 pazienti con aumento di cresta verticale o orizzontale utilizzando AutoBT coperto da
una delle 3 membrane: OSSIX, Bio-guide o Gore-tex. Non hanno riportato alcuna complicazione collegata al materiale
da innesto, come un’infezione. La perdita d’osso marginale media ad un anno dal carico era 0.12 ± 0.19 mm. Hanno
concluso che si può dire di aver ottenuto risultati clinici eccellenti nell’espansione di cresta verticale e orizzontale
utilizzando materiale da innesto da denti autologhi.
Froum (2013) ha descritto due casi di successo di procedure rigenerative in impianti con perdita ossea dovuta a
periimplantite. OSSIX è stata utilizzata come membrana barriera in un caso, seguito per 7 anni.
Clem e Hinds (2013) hanno descritto i principi del trattamento della mancanza congenita di incisivi laterali e un caso in
cui è stata utilizzata con successo OSSIX per l’espansione ossea.
Froum e Rosen (2014) hanno descritto una serie di 12 impianti con una perdita di tessuto osseo che andava da 3 a 12
mm trattati con procedure di GBR ed esaminati 6-9 mesi dopo. Essi hanno riscontrato al termine di questo periodo, un
riempimento osseo di 2-9mm (40%-100%)- Essi hanno concluso che i risultati sono incoraggianti.
Sheyer e McGuire (2014) hanno descritto una serie di 9 casi consecutivi con difetti di deiscenza sul lato alveolare degli
impianti. Dopo il posizionamento degli impianti, sono stati posizionati un materiale osseo e OSSIX ed i pazienti seguiti
per 6 mesi.
Al termine di questo periodo tutti i difetti di fenestrazione e deiscenza sono stati eliminati con conseguente
formazione di nuovo osso rigenerato a coprire le spire dell’impianto precedentemente esposto. Durante questo studio
non si è verificata esposizione della membrana. Essi conclusero che risultati soddisfacenti con la GBR possono
essere raggiunti evitando l’esposizione prematura della membrana. Tuttavia la reticolazione del collagene può essere
associato ad una aumentata deiscenza della mucosa, la membrana reticolata con ribosio esaminata in questo studio
può aiutare a promuovere risultati rigenerativi da una sostenuta integrità funzionale e strutturale ed una riduzione
nell’incidenza di esposizione della membrana.
Kim et al (2014) hanno descritto una serie di 8 casi con estesa perforazione della membrana sinusale durante
procedure di espansione di seno. Hanno utilizzato una bolla di Bichat peduncolata e membrana OSSIX PLUS sulla
membrana sinusale perforata e posizionato 12 impianti su 6 casi, 3 sono falliti. Hanno concluso che le perforazioni
estese della membrana sinusale possono essere gestite con successo con la tecnica sopra riportata.
Kim et al (2014) hanno riportato 2 casi di incremento osseo in cui hanno utilizzato dentina di denti estratti da
familiari. In un caso la membrana OSSIX PLUS è stata usata per coprire il sito aumentato. Hanno riportato risultati
soddisfacenti in entrambi i casi.
Funato et al (2014) hanno descritto due casi complessi in cui hanno utilizzato raggi ultravioletti per la
fotofunzionalizzazione di impianti e mesh in titanio prima del posizionamento in siti che necessitavano aumento,
alveoli estrattivi, rialzi di seno e zona estetica. Sostenevano che la fotofunzionalizzazione facilitava la riuscita del
trattamento e consentiva protocolli di carico immediato e precoce.
Engler-Hamm e Heinz (2015) hanno descritto due casi di trattamenti di lesioni endo-parodontali con OSSIX PLUS
(Tedesco).
Landsberg e Sawdayee (2015) hanno descritto un caso di aumento di cresta con membrana OSSIX PLUS prima del
posizionamento dell’impianto in posizione di incisivi centrali e laterali.
Levin (2015) ha descritto una tecnica di preservazione dell’alveolo utilizzando OSSIX con esposizione intenzionale
(Tedesco).
Zubery (2015) ha descritto casi di esposizione precoce di siti di GBR trattati con OSSIX e la sua conseguente
resistenza all’esposizione e guarigione finale (Tedesco).
Fathima e Harish (2015) hanno descritto un caso di posizionamento di impianto in un alveolo fresco di estrazione e
correzione delle deiscenze ossee riscontrate durante il posizionamento dell’impianto con procedure GBR utilizzando
membrane OSSIX PLUS.
Sterio (2016) ha descritto due casi di procedure GBR complesse con membrana OSSIX PLUS. Ha concluso che:
“L’integrazione di OSSIX PLUS nell’osso sottostante e tempo di riassorbimento predicibile, anche con esposizione alla
cavità orale. Per queste ragioni, è la membrana che scelgo per le mie applicazioni di rigenerazione guidata di osso e
tessuti.”
Wallcamm (2016) ha descritto due casi di preservazione dell’alveolo negli incisivi superiori trattati con calcio
fosfato bi-fasico e OSSIX PLUS, con esposizione intenzionale. Ha concluso che questa è una tecnica breve, rapida e
prevedibile (Tedesco).
Revisioni
McAllister BS and Haghighat K. (2007).
Bashutski and Wang (2009).
Hitti RA and Kerns DG (2011).
Horowitz et al (2014)
In queste revisioni OSSIX viene descritta come una delle membrane di collagene disponibili sul mercato per le
procedure con GBR e GTR.
Sanz-Sànchez et al (2015) in una revisione sistematica ha utilizzato meta-analisi per verificare l’efficacia delle
procedure di aumento laterale analizzando dati da 40 studi clinici che valutavano l’incremento osseo attraverso
l’approccio simultaneo o differito. Hanno concluso che l’intervento che combinava innesti ossei con membrane
barriera era associata a riuscite migliori. Uno degli studi selezionati per la meta-analisi era Friedmann et al 2011,
che comparava OSSIX PLUS a Bio-guide nelle procedure di aumento laterale.
Wang et al (2016) ha recensito le membrane in polimeri biodegradabili disponibili per procedure GBR/GTR. Ha
enfatizzato l’importanza del collagene cross-linkato per la capacità di mantenere gli spazi e per le proprietà
meccaniche delle membrane in collagene.
Capitoli
Wallace et al (2006) hanno descritto il ruolo delle membrane barriera sulla botola nelle procedure di rialzo di seno.
Tal et al (2011) in due capitoli del libro hanno descritto i vantaggi di OSSIX sia nei modelli animali, che in studi clinici
sull’uomo.
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