I ragazzi guardano le Stelle - ping

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I ragazzi guardano le Stelle - ping
I ragazzi guardano le Stelle
Ping-Pong
di Enzo Pettinelli
con la consulenza di Nicola Falappa
Senigallia, Giugno 2011
I ragazzi guardano le Stelle
Tutti i diritti letterari di quest’opera sono di esclusiva proprietà dell’autore.
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Enzo Pettinelli
Presentazione
Presentare una nuova fatica letteraria di Enzo Pettinelli è per me
sempre un grande onore, sia dal punto di vista personale che
istituzionale. Il nuovo lavoro, dal titolo “I ragazzi guardano le stelle”,
che avrà diffusione esclusivamente per via informatica, coniuga
perfettamente due aspetti fondamentali del tennistavolo che Enzo
Pettinelli, dall’alto della sua esperienza, ben conosce. Il coniugare
infatti il grande mondo dei campioni, che hanno timbrato con la loro
presenza e le loro prestazioni indimenticabili, le più importanti
manifestazioni mondiali, con il mondo dei ragazzi che nel tennistavolo
vedono anche un modo per giocare, divertirsi e sognare, mi sembra
veramente una mirabile intuizione che certamente sarà da tutti
apprezzata. Il lavoro di Enzo, con cui l’autore vuole anche celebrare a
suo modo il 150° dell’Unità d’Italia, si colloca come importante
progetto culturale, all’interno della rafforzata collaborazione in atto tra
la nostra federazione, il TT Senigallia ed il Centro Federale della città
marchigiana. Passione ed emozioni da una parte, tecnologia ed
innovazione dell’altra sono le componenti fondamentali di un’idea cui
auguro tutto il successo che merita anche nell’interesse del nostro
amore comune per il tennistavolo.
Franco Sciannimanico
Presidente Fitet
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I ragazzi guardano le Stelle
Note dell’autore
Non è solo ping-pong o tennistavolo. È un’avventura vissuta dai
bambini, attraverso il loro modo d’essere. L’amore, la crudeltà, la storia
dei grandi campioni di tutto il mondo, stimola la loro creatività.
Il racconto è scritto con lo stile del romanzo. La storia è realmente
accaduta. Sogni, realtà, obbiettivi, morale, ricerca di se stessi, sono gli
ingredienti. L’avventura è vissuta in uno spazio senza tempo.
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Enzo Pettinelli
Se pensate che per migliorare, bisogna sempre giocare con i più
bravi, il più bravo della vostra società come ha fatto a diventare più
bravo di voi?
1961 - In Cina giocano 200 milioni di persone
In un paese italiano, bagnato dal mare Adriatico, una decina di
bambini giocano a ping-pong con racchette un po’ malandate. La
società è ancora giovane come anche i suoi dirigenti e tecnici. C’è solo
un tavolo. Tutto il pomeriggio, bimbi bagnati di sudore, parlano, urlano
e si sfidano. All’improvviso dall’ingresso entra un loro compagno.
Eccitato grida: “E’ un cinese, Chuang Tse-Tung è il nuovo campione del
mondo!”.
Si interrompe la partita. Tutti gli vanno incontro. Vogliono
conoscere come gioca, chi ha battuto in finale. Alcuni dicono che non
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abbia mai perso un set, altri sostengono che in Cina giocano più di 200
milioni di persone. E tutti sanno che, in Cina, il ping-pong è come da noi
il calcio. Poi riprendono le sfide. Uno gioca impugnando a penna,
pensando che l’impugnatura nasconda qualche segreto. Prova ed
inventa qualche tiro. I ragazzi che attendono il loro turno di gioco
continuano a discutere: “La Cina ha una popolazione di un miliardo di
persone! Mao-Tse-Tung, capo del governo, gioca tutti i giorni a pingpong! A scuola si gioca sempre a ping-pong. Se uno gioca bene viene
promosso!”. Gli amici: “Allora, andiamo tutti in Cina!”. Intanto il
piccolo club trova i soldi per poter partecipare a qualche torneo
nazionale. Due giovani promesse si mettono subito in evidenza e
vengono convocati dalla nazionale per partecipare ad una gara
internazionale. Nel gruppo è subito sorpresa e festa.
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Enzo Pettinelli
CHUANG TSE-TUNG (Zhuang Zedong)
Il Genio
Pechino: Chuang vince il suo primo titolo mondiale
Chuang Tse-Tung, il più grande talento di tutti i tempi. Inizia a
giocare a ping-pong sui marciapiedi. Disegna un rettangolo e, con dei
mattoni, costruisce la rete. Chuang, quando usciva di casa, aveva
sempre una pallina in tasca. Questo lo faceva sentire felice. Con gli
amici frequentava un parco dove c'erano decine di tavoli all'aria aperta.
Con l'arrivo dell'inverno invece si trasferivano nella casa del popolo.
Qui per la prima volta ha giocato con avversari più grandi di lui. Loro gli
hanno dato i primi consigli e con loro ha fatto i primi allenamenti. In
tutta la Cina, nelle case del popolo del partito comunista, ci sono tavoli
da ping-pong. E' il partito che l'ha voluto.
A 13 anni vince il primo torneo importante. Entra nella scuola di
stato di tennistavolo. E' insofferente nel fare schemi ripetitivi. Quando
l'allenatore si allontana, fa partite con i compagni. Il vincitore viene
chiamato, fino alla prossima sfida, "grande fratello". L'allenatore si
accorge ma lo lascia fare. Alla fine della partita l'allenatore gli chiede di
ripetere quel bel tiro che aveva fatto. Chuang ci riprova, ma non ci
riesce. L'allenatore coglie l'occasione per spiegargli a cosa servono gli
allenamenti. Gli spiega anche il socialismo e l'importanza di
rappresentare il suo paese nel mondo, attraverso i sacrifici.
Un bambino un po’ pazzo
Chuang non trascura la scuola. A casa ripete i gesti di gioco
davanti allo specchio; la madre affettuosamente dice che ha un bimbo
un po' matto anche perché parla da solo mentre si corregge.
Durante una visita in palestra di un famoso allenatore Chuang
vede eseguire dei servizi con lancio di pallina molto alto. Questo lo
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colpisce molto. Gli viene regalata una racchetta il giorno prima di una
gara. La prova sulla mano mentre è a letto e ci si addormenta. Il giorno
dopo vince il torneo. E' molto felice che il partito e lo Stato abbiano
tanta cura dei giovani. Un giorno arriva agli allenamenti bagnato
fradicio per la gran pioggia. E' presente solo lui. L'allenatore allora,
commosso, lo asciuga. Per Chuang è un grande giorno, può giocare con
il suo allenatore. A Pechino, nel '58, disputa il primo incontro
amichevole contro l'Ungheria, e vince.
Il passaporto
Arriva il giorno del passaporto. Si apre la porta della grande
muraglia. Prima trasferta, Oxford. Lo colpisce il traffico di auto. I bus a
due piani, i negozi. I cagnolini portati al guinzaglio. Le persone vestono
tutte diverse. Le donne con collane, braccialetti, anelli e così curate da
dare l'impressione di non avere mai lavorato. Ha stretto centinaia di
mani, tutte morbide, senza calli. Trova le persone cordiali e gentili. Il
luoghi sono lussuosi e abbaglianti. Chuang sa che da qualche parte
qualcuno lavorava per loro. Gioca nella terra dell'imperialismo. Chuang
è emozionato, sente una grande responsabilità.
Prima gara lontano dalla patria
Perde il primo set. Nel secondo sta perdendo per 15 a 2. Si ferma
un attimo. Sente una voce che gli nasce da dentro e che gli dice: anche
se tu non vuoi vincere, il tuo paese lo vuole. Si sente subito bene, non
ha più paura. Porta il punteggio sul 19 pari, poi con due schiacciate
vince 21 a 19. Vince anche alla bella. Questa vittoria colpisce molto gli
avversari e riempie di orgoglio la delegazione cinese. La preparazione
cinese prevede anche un torneo in Scandinavia, 1959. Chuang vince
ancora.
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Preparazione ai mondiali
La Cina si allena per i Mondiali che si terranno a Pechino nel '61.
Corrono voci che in Giappone c'è un giovane molto forte, Hasegawa,
che in seguito verrà chiamato "leone selvaggio". I tecnici cinesi sono
preoccupati. Sanno che Hasegawa ha battuto gli ungheresi e gli
jugoslavi con il "looping", un colpo che i cinesi non conoscono.
Decidono di mandare degli osservatori in Giappone per studiarlo e
capire. Al ritorno, i tecnici decidono di far giocare alcuni allenatori
cinesi nello stesso modo di Hasegawa. Chuang e il resto della nazionale
completano così la preparazione.
Pechino: campionati del mondo
Chuang è emozionatissimo. Non può fallire. Sa che milioni di cinesi,
in diretta radio, seguono l'avvenimento minuto per minuto. Ci sono Tv
e giornali da tutto il mondo. I cinesi temono anche il giapponese
Ogimura, chiamato "il cervello", campione del mondo del ’54 e '56. E'
dato per favorito. Chuang incontra il "leone selvaggio". Perde il primo
set e nel secondo è 0 a 7. Concede troppo tempo all'avversario, che ha
un gioco potente ma con movimenti lunghi. Chuang sa che deve
anticipare. Anticipa, serve veloce e attacca. Hasegawa è sorpreso.
Chuang mette a frutto quello che aveva preparato negli allenamenti.
Vince. Anche Ogimura cederà le armi. Chuang arriva primo e i cinesi
occuperanno i primi quattro posti. I 5 mila spettatori acclamano
Chuang. Lui, composto, saluta il pubblico. Sa di aver fatto il suo dovere.
E' modesto. Secondo gli insegnamenti di Mao, non si esalta quando
vince e non si abbatte quando perde. E' considerato il genio del
tennistavolo. Quando ritorna dalle gare, nella sua città, la prima visita
la fa sempre al suo primo vecchio maestro di tennistavolo. E non
dimentica di portargli un piccolo dono. Vincerà 3 titoli nel singolo, 3 a
squadre e 1 nel doppio maschile.
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Dal 1961 al 1966 è numero uno della classifica mondiale. La
grande carriera si interrompe. La Cina si isola dal mondo. Si chiude
dentro la grande muraglia e dà inizio alla rivoluzione culturale.
Ritornerà nel '71 a Nagoya dove i cinesi inviteranno una delegazione
con giocatori americani. Questa operazione verrà definita dalla stampa
mondiale come la diplomazia del ping-pong. La Cina otterrà alla fine il
riconoscimento all'ONU al posto di Formosa, oggi Taiwan.
Chuang, in seguito, diventerà ministro dello sport. Durante la
rivoluzione culturale Chuang viene accusato di appartenere alla "gang
dei quattro", gruppo politico anti - maoista. Perde l'incarico e viene
allontanato dalla città di Beijing (Pechino) dove c'è l'università del
tennistavolo. In seguito, grazie ad un amico, viene riabilitato.
I cinesi, nel tennistavolo, interromperanno il dominio. Dovranno
aspettare 8 anni prima di riprendere il titolo lasciato da Chuang. Nel
frattempo, con il cambio della scrittura, Chuang Tse-Tung diventa
Zhuang Zedong.
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Forse la sua posizione d'attesa con la faccia della racchetta
frontale gli permetteva di prepararsi velocemente per eseguire colpi
potenti anche di rovescio. La racchetta viene posizionata vicino al
corpo e il braccio sinistro, poi viene spinta avanti alto.
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Se quando perdete vi viene da ridere, avete un futuro pieno di allegria.
1964 - Schiaccia le palline a 100 chilometri all'ora
Dal Giappone sono arrivate le racchette Sandwich. I ragazzi ora
pensano solo a giocare di top-spin, a far girare la pallina. Arriva la
notizia che uno svedese è diventato Campione d’Europa. Schiaccia le
palline a 100 chilometri all’ora! I ragazzi che hanno partecipato alla
gara internazionale, aggiungono: “I giocatori svedesi ed ungheresi
giocano solo con colpi d’attacco, senza perdere tempo con il palleggio.
Sono giocatori possenti fisicamente che hanno il braccio destro grande
il doppio del sinistro!”.
Nei racconti c’è un misto di realtà e fantasia. Intanto i ragazzi
controllano se il loro braccio è più grosso, si confrontano mostrando il
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muscolo e si prendono in giro. Qualcuno fa lo sbruffone. Altri,
amareggiati, fanno finta di niente. Il ragazzo che ha scelto di giocare
come i cinesi, dice: “I cinesi sono piccoli fisicamente, però sono i
migliori al mondo”. E con pazienza gioca con l’impugnatura a penna,
sicuro che prima o dopo batterà tutti.
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KJELL JOHANSSON
L'aggressività
Malmoe: Johansson diventa campione d'Europa
Alto asciutto, longilineo, con gambe da levriero. Capelli castani,
lisci, a caschetto. Scambio anticipato e veloce. La schiacciata è perfetta:
è come la corda di un arco che si tende e carica. Poi parte e non vedi il
percorso. Non lo conoscevo. Quando sentivo parlare di lui mi dicevano:
schiaccia tutto. È un fenomeno. Non avevo mai visto uno straniero
giocare. Ero molto curioso. Chiedevo sempre i particolari. Ma su
Johansson, la risposta era sempre la stessa: schiaccia tutto.
Johansson è stato preso come oggetto di studio gestuale e noi lo
conoscevamo attraverso i fotogrammi. La nostra società, a quei tempi,
aveva studiato il tennistavolo attraverso la rivista giapponese Butterfly
che pubblicava regolarmente le sequenze di gioco dei migliori giocatori
del mondo. Tutto veniva studiato, in questo modo, nei dettagli. La
schiacciata di diritto di Johansson per esempio, la conoscevo nei
minimi particolari. Così anche quella di rovescio, che aveva la stessa
eleganza. Negli anni '60 Johansson era la massima espressione
occidentale del gioco moderno. Un modello che non poteva essere
copiato. Poteva solo ispirarti come tutti i fuoriclasse. Come capitava
spesso, in società si parlava d'ogni novità raccolta, anche verbale. Poi
l'entusiasmo, la voglia di crescere, e giù tutti a provare. Ed era così
bello schiacciare. Sentivi che dentro di te qualcosa si liberava e poi
usciva. Quando schiacciavi ti sentivi bene. La cosa non poteva durare.
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Johansson schiacciava tutto, allora anche noi, appena uno batteva,
BUM, subito la schiacciata. Poi col passare del tempo, nessuno aveva
più voglia di raccogliere la pallina, perché chi raccoglieva batteva. Poi si
è scoperto il rimedio: il servizio corto, cortissimo, non si poteva
schiacciare. Un vero e proprio ostruzionismo. Però Johansson
schiacciava tutto, quindi un sistema c'era.
Per la verità non era vero che schiacciasse sempre. Non sarebbe
stato possibile. Ma era il colpo che ti rimaneva scolpito sulla mente.
Così si decise di fare solo partite, per servire un po’ ciascuno. A
nessuno interessava più vincere. L'importante era schiacciare. Col
passare del tempo e con i servizi sempre più corti la schiacciata si è
trasformata in top spin anticipato, con partenza alta. Questo colpo con
grande meraviglia iniziò a funzionare, diventando un colpo nuovo che
rappresentò la base della nostra scuola senigalliese e che noi,
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successivamente, scoprimmo essere il famoso looping che eseguiva il
"leone selvaggio" Hasegawa.
Johansson lentamente svaniva dalla nostra mente, insieme a
quell'immagine d'aggressività pura. Lui aveva un gioco che tendeva alla
purezza, molto veloce, con uso della rotazione. Come sistema era
molto vicino alla scuola cinese.
Ricordo
Lo ricordo agli europei del '74 a Novi Sad, terzo nel singolo.
Secondo nel doppio con Bengsson. Primo a squadre con Bengsson e
Wikstrom. Nel '64 e nel '66 è stato campione d'Europa nel singolo.
Ricordo le gare a squadre dove la Svezia vince e deve tutto a
Wikstrom, numero tre della formazione svedese. Johansson - Orlowski
nella semifinale a squadre contro la Cecoslovacchia è stata la più bella
partita. Johansson imposta il gioco sulla velocità. Orlowski ha una
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puntinata sul rovescio, e scambia. Il diritto di top spin è potente e
veloce. Robusto nelle gambe. Johansson non dà il tempo all'avversario
di rispondere come desidera. Johansson prevede la risposta e parte. Il
braccio e l'avambraccio a "V", in verticale, parallelo al corpo e
racchetta alta. Il piede sinistro si sposta e batte sul parquet. La gamba
destra calcia all'indietro e il corpo si avvita. Il gomito destro, le spalle
destra e sinistra e il braccio sinistro sono sulla stessa linea che traccia la
pallina schiacciata. La racchetta finisce leggermente piegata quasi
sopra la spalla sinistra. Poi la figura finale elegante, scolpita, è
un'immagine che compare come dal nulla, improvvisa. Lui fermo e
statuario. È un attimo, un'esplosione. La palla già rotola impazzita sulla
transenna di fondo. È un colpo micidiale. Vedi bene la partenza e
l'arrivo. Il resto lo devi costruire nella mente.
Ma oramai il gioco si è perfezionato nell'utilizzo del top spin di
diritto con potenti rotazioni. E Orlowski lo interpreta bene. Su queste
palle diventa sempre più difficile schiacciare. Così Johansson, in ogni set,
schiaccia sempre meno, forse anche per l'età. La stella Johansson
lentamente perde la sua luce: alla fine dovrà cedere le armi ad Orlowski,
che poi vincerà anche il singolo diventando campione d'Europa.
L'incontro a squadre sarà salvato da Wikstrom, con un gioco simile a
Johansson, più giovane, con riflessi più freschi e forse con meno
responsabilità. È l'unico erede nella schiacciata, un po’ anche nel gioco,
ma la storia non si ripete. Per Wikstrom sarà il momento più alto e
sicuramente il più bel ricordo. Per Johansson, il declino è iniziato e con
lui porterà con sé quella schiacciata che faceva incantare per la sua
bellezza estetica e la sua rapidità. E non vedremo più quel viso,
dall'espressione liberatoria, accompagnata da un ghigno a bocca
leggermente aperta.
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Ho giocato con uno che schiacciava sempre. Ricordo più le transenne
che il tavolo.
1967 - Ho battuto un cinese
Si rigiocano i mondiali, questa volta in Europa. A sorpresa vince un
giapponese. I ragazzi sono affascinati quando vengono a sapere che
gioca con un’impugnatura come la loro. Prendono in giro il loro
compagno “cinese”. Che si difende dicendo: “anche i giapponesi
giocano a penna, e sono più bravi degli europei”.
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Poi riprendono le sfide e decidono che chi arriverà primo, sarà
campione del mondo. Il ragazzo che gioca come un cinese, è stato
soprannominato “cina”, e quando gli altri lo vincono, ad alta voce,
divertiti dicono : “ Ho battuto un cinese!”.
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NOBUHIKO HASEGAWA
L'armonia
Stoccolma: il giapponese Hasegawa trionfa ai mondiali
Questi mondiali si dovevano svolgere in Australia. In quel periodo
c'era la guerra del Vietnam. Gli australiani appoggiavano gli americani,
impegnati nel conflitto. Per evitare la rinuncia del Vietnam e di
eventuali altre delegazioni, decisero di spostare le gare in Svezia.
Hasegawa ha il culto del fisico. Sa che il suo pensiero non si
traduce in azione se il suo corpo non è perfetto. Pratica yoga. Fa
meditazione. Corre all'aria aperta. Fa ginnastica. Quando si trasferisce
in aereo, per le gare, lo puoi vedere serio, nel corridoio dell'aereo, a
fare flessioni. In finale batte il suo compagno di squadra Kohno.
Hasegawa ha già vinto il titolo a squadre e il doppio misto. Tre ori. Un
vero trionfo.
Hasegawa ha un gioco molto classico, che nasce da dentro. Ha un
portamento elegante, una muscolatura forte e ben modellata. Il suo
gesto di gioco è plastico e ovalizzante. Non ci sono frenate brusche,
non ci sono spigoli. Il suo moto si arrotonda. Ogni sua azione sembra
una figura di danza. Il top di rovescio precorre i tempi. Nessuno lo
usava, così completo. La sua impugnatura è quasi europea. Tiene
l'indice appoggiato al centro e longitudinale alla racchetta. Il dito è il
prolungamento della mano, in linea con il braccio. Hasegawa usa due
gomme sandwich.
Non ti accorgi che gli spostamenti vengano fatti con le gambe.
Tutto avviene senza sforzo. La centralità spettacolare delle sue azioni
sta nelle braccia, come per il volo di un gabbiano sta nelle ali. Le donne
giapponesi non gli danno pace e impazziscono per lui. Il suo gioco è
estetico, puro: le palline e il tavolo, un mezzo.
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Movimento e musica
È in contro-tendenza
con la scuola tradizionale e
utilitaristica del Giappone.
Quando lo vedi giocare puoi
fare a meno di guardare la
traiettoria della palla. Anzi
se ne fai a meno, e lo guardi
come gioca, poi non riesci a
staccargli gli occhi di dosso.
Hasegawa si muove ed è
musica. La racchetta si
trasforma in un attrezzo di
danza. Gioca di top spin di
rovescio con la stessa
facilità del diritto. Gli
europei per il 90% usano i
puntini sul rovescio. Fra il
gioco di diritto e di rovescio
c'è simbiosi. Le due braccia,
aprendosi e chiudendosi,
armonizzano e riempiono la scena. Il percorso dell'estremità iscrive
nell'aria curve magiche. Quando torni a guardare gli altri giocatori,
sembrano monchi o dei granchi impacciati e impauriti.
Hasegawa resterà nella storia per la sua armonia che espone,
esalta, esaspera. Per l'estetica del gesto Hasegawa poteva anche non
diventare campione del mondo, come altri grandi simili a lui, Surbek,
Secretin, Stipancic, Schöler, Johansson, Bercic, ecc... ma ci saremmo
ricordati ugualmente per lo straordinario contributo estetico che ha
dato allo sport.
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Se perdete un incontro e l’avversario vi dice che siete stati bravi, non ci
cascate: lo dice per incoraggiarvi a giocare sempre come avete fatto.
1968 - Il gruppetto cresce d'età
Un ragazzo più grande frequenta l’università in una città
importante, dove il ping-pong è giocato anche nei circoli universitari.
Questi portano la notizia di aver visto i campionati europei. Uno
Jugoslavo ha vinto il titolo. Così inizia il racconto.
Tutti ascoltano a bocca aperta: “Surbek il campione, prima di
giocare, rimane per un’ora fermo a fissare la pallina per concentrarsi”.
Qualcuno ci prova, dopo poco si riprendono le sfide. Alcuni pensano già
di giocare meglio. Il gruppo è stimolato da ogni notizia che proviene
dall’estero. Inoltre i dirigenti e tecnici si sono dati un’etica morale e
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stanno studiando un modello tecnico di gioco, che tutti seguono con
entusiasmo.
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DRAGUTIN SURBEK
La tigre di Zagabria
Lione: Surbek diventa campione d'Europa contro il difensore Börzsei
Croato, alto 1.85, muscolatura forte e ben in evidenza, senza un
filo di grasso. Spalle grandi. Vita sottile. Cosce esplosive. Quando si
abbassa e aspetta il gioco sembra un lottatore di Sumo. La sua prima
passione, i 400 piani. La seconda, il tennistavolo. Giocherà ai vertici
mondiali ben oltre i 40 anni d'età. Dragu, questo è il suo soprannome
di battaglia. Alle Olimpiadi di Barcellona, porta la bandiera per la
Croazia alla sfilata d'apertura dei giochi. Col rovescio gioca di controllo
e di preparazione all'attacco. Col diritto apre il gioco e ingaggia vere e
proprie battaglie soprattutto sul piano fisico. L'apertura di top spin con
il diritto è esemplare. Porta la racchetta verso il basso e la lancia con
movimento veloce di avambraccio sulla palla. Poi si ferma subito. Non
porta il movimento in alto. Non è così veloce per riabbassarla e giocare
la risposta. Pure il corpo rimane basso, si sposta indietro. Ed è pronto a
ripartire. La sua mole non può esprimersi sulla velocità, vicino al tavolo,
a meno che non riesca subito a far indietreggiare il suo avversario. Il
suo gioco migliore è nella media e lunga distanza.
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Surbek invade i campi
Lotta sempre su tutte le palle. Non ne lascia mai passare una
senza che non l'abbia rincorsa per acciuffarla. Non importa come. Ci si
tuffa come una tigre sulla preda. Se passa alta a molti metri d'altezza e
attraversa la volta per andare a cadere lontana, lui sotto. Corre
all'indietro. Si gira. Scavalca le transenne. Invade i campi da gioco degli
altri. Evita, salta gli ostacoli. Abbraccia qualcuno per non atterrarlo.
Allora tutti i giocatori del "parterre" si fermano. Lo guardano. Non
sono scocciati. Sono divertiti. Surbek può sempre fare un gran numero.
Meglio non perderlo. Lui, Surbek con il naso all'insù che corre. Cerca di
capire se sotto ci sono ancora ostacoli. Lui guarda sempre in alto. La
palla che attraversa. Tutto in pochi secondi. Quando riscenderà lui
dovrà rilanciarla. Laggiù dove ha lasciato il tavolo. E dove l'avversario è
già pronto per colpire ancora. Allora per avere più tempo, rilancerà più
alto possibile. Così avrà più tempo per muoversi. Non solo alto, ma con
effetto di top spin. Così quando la palla toccherà il tavolo farà un
rimbalzo più veloce, più alto e più lungo. E questo gioco può durare
2,3,5,8 volte di seguito. Il pubblico, trattiene il respiro, vorrebbe
applaudire. Ma nel tennistavolo si applaude solo a gioco fermo. Però
con Surbek spesso non si resiste. Il gioco sembra finito. Il pubblico
parte con l'applauso. Però Surbek rimette una palla perduta. Allora
dalle tribune l'applauso si trasforma in boato, là sotto c'è un gigante
che non può più fermarsi, che rilancia, che corre. In avanti, all'indietro,
di lato, poi a terra, si rialza e poi si rimette a correre. Alla fine, non
importa chi abbia fatto il punto, l'applauso è sempre per lui, l'applauso
che alla fine si muta in un coro: Dragu, Dragu, Dragu. È uno spettacolo
vederlo, il gigante che corre con il naso all'insù: in estasi. Con la faccia
serena, come un bambino che apre il suo dono. Allora pensi al suo
cuore e non alla sua forza e alla sua mole.
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Se perdo a ping-pong sono amareggiato. Se prendo un voto brutto,
sono amareggiati i miei genitori. Che famiglia snaturata.
1969 - L'arrivo a Monaco
Il ragazzo che studia all’università è di ritorno dai mondiali di
Monaco. Questa volta aveva con sè una telecamera da 8 millimetri. La
proiezione. Emozione ed attesa. Immagini dal treno, l’arrivo a Monaco.
Il palazzetto del ghiaccio è allestito per il grande evento. Una marea di
persone all’ingresso. Il destino però gioca un brutto scherzo agli
organizzatori, racconta l’universitario. La stagione della primavera è in
ritardo. I primi giorni si soffre il freddo, si ha l’impressione che ci si trovi
ancora sopra il ghiaccio. I tedeschi corrono ai ripari. Come è naturale
un palazzetto del ghiaccio non è dotato di riscaldamento. Così
rimediano, portando centinaia di stufette elettriche e le posizionano nel
perimetro del grande impianto. Nel filmato si vedono migliaia di
spettatori.
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I ragazzi sono sorpresi nel vedere tanti adulti. Sono colpiti da come
si muove Hasegawa, che apre e chiude le braccia ad ogni colpo. I
ragazzi gli danno il soprannome di gabbiano. Poi vedono Scholer, e si
stupiscono ancora, perché lo vedono giocare, nei primi turni, come
un’attaccante, sapendo che è il più grande difensore del mondo. E poi….
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I ragazzi guardano le Stelle
SHIGEO ITOH - EBERHARD SCHöLER
La fine delle difese
Monaco: finale per il titolo mondiale
Si trovano di fronte il padrone di casa Schöler, 29 anni autodidatta
e il giapponese Itoh, 24 anni. Per la prima volta nella storia in finale
arrivano due giocatori con gli occhiali da vista.
Schöler è pronto a scendere in campo: alto, moro, sempre curato
nel fisico e elegante sia fuori che nel gioco. È un difensore di gran
classe. Quando incontra giocatori non fortissimi esprime un gioco
d'attacco essenziale e risolutivo.
Però la massima espressione la sviluppa nella difesa tagliata, il
gesto è limpido. Lancia la racchetta dietro e la spinge in avanti, la
ferma quando tocca la palla. Sembra un affondo di fioretto. Braccio
destro e gamba destra in avanti e braccio sinistro alto, dietro. Lui
immobile, e la palla parte dove si ferma la racchetta. Intercala colpi
improvvisi d'attacco, fingendoli con un movimento difensivo,
sorprendendo pubblico e avversario.
Gioca lontano dal tavolo e usa una racchetta con gomme lisce,
(non da difensore). L'impostazione è originale, sempre la gamba destra
in avanti (giocatore destro) sembra uno spadaccino. Non lo si vede
correre dietro la pallina in affanno o in difficoltà; è sempre pronto a
colpire da fermo con stile ed eleganza.
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Enzo Pettinelli
Il pensiero di Schöler
In un intervista gli
hanno chiesto come mai
abbia questa capacità; lui ha
risposto che non è lui che va
incontro alla pallina, ma è la
pallina che viene da lui. In
realtà, dopo ogni colpo, si
muove velocemente per
andare dove gli ritornerà la
pallina.
Gli
spettatori
guardano la pallina che va
dall'altra parte, quindi non si
accorgono
dello
spostamento di Schöler. Poi quando questa viene colpita
dall'avversario, Schöler fa l'ultima correzione, così agli occhi del
pubblico appare fermo con le gambe durante il movimento del braccio.
Il pensiero di Itoh
Itoh è l'ultimo erede
giapponese
della
rivoluzione tecnica della
gomma liscia. Gioco
prevalentemente di solo
diritto e usa una sola
parte della racchetta.
Spostamenti
laterali
impressionanti. Impugna
a penna con esecuzioni
d'attacco
ampie
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I ragazzi guardano le Stelle
potenti di top spin.
Il suo pensiero: un atleta giapponese è capace di diventare forte
"nello spirito" perché con immensa serietà lotta sempre per riuscire
sempre più a sapere "come dovrebbe essere un uomo" nel
tennistavolo. Ha provato cinquanta racchette in un anno.
L'incontro si svolge nel palaghiaccio, gli spalti sono gremiti, molti
spettatori si dovranno accontentare della TV.
I primi due set scorrono lisci, il tedesco controlla l'aggressività
dell'avversario. Schöler conquista un punto saltando le transenne di
fondo del rettangolo di gioco, difendendosi con colpi di taglio micidiali.
Poi salta nuovamente all'interno del rettangolo e con un colpo
d'attacco, conquista il punto. Il pubblico in piedi lo applaude per oltre 5
minuti. È un'ovazione. Forse su questo punto si è giocato il titolo
mondiale. La gratificazione, l'interruzione troppo lunga, non favorisce
nel tennistavolo la concentrazione.
I due set sono terminati. Due a zero per Schöler. Si riprende
l'incontro, è il terzo set. L'incontro è pieno di suspense. Il pubblico
tedesco pregusta il primo titolo che potrebbe vincere nella sua storia.
Schöler a fine set conduce per 19 a 18. Poi Schöler cederà per 21 a 9.
Itoh chiede una sosta
Siamo due set a uno per Schöler. Itoh chiede 5 minuti di riposo
(oggi questa pausa non è più consentita). Si siede a terra nell'angolo
del rettangolo di gioco, si copre con un asciugamano e estrae un
piccolo libro dalla borsa e lo legge fino al termine della pausa. Non si
saprà mai il contenuto.
Itoh nel 4° set macina top spin con movimento a ventaglio
impressionanti. Le gambe tozze, sempre cariche si spostano
continuamente da sinistra a destra e viceversa, come nessun europeo
si sognerebbe mai di fare. Poi si avventa sulla palla piegandosi in avanti
31
Enzo Pettinelli
come se colpisse con un'ascia, mandando all'indietro con un calcio la
gamba destra. Schöler percorre tutto il suo rettangolo di gioco in tutte
le direzioni senza essere visto. Poi il pubblico, lo rivede fermo, come un
bersaglio che deve essere battuto. Schöler taglia e la palla sembra che
corra su un filo, poi lo si vede sorgere ancora, sempre in punti diversi
nella sua area di gioco. Composto, elegante, distaccato, forse già con
un dolore dentro. Perderà anche il 4° set. 2 a 2. Nel quinto set Schöler
sente che la storia oramai è stata scritta. È stanco, Itoh colpisce la palla
sempre con più violenza. Per il pubblico finisce l'incantesimo. La palla
non va più da Schöler, che ora è lontano, esausto e non più in sintonia
con il gioco.
Schöler con onore
Nessuno meglio di lui saprà onorare la fine della difesa classica.
Cederà il quinto set per 21 a 9. Schöler perderà la finale mondiale e
senza battere ciglio stringerà la mano al suo avversario. Il pubblico
sportivamente applaude, ma sente sulla pelle che un sogno è andato
perduto per sempre. Itoh, nonostante la vittoria, cade in lacrime e
viene portato in spalla dai compagni.
Con l'avvento delle nuove gomme, nessun difensore arriverà così
vicino al titolo mondiale e lentamente spariranno tutte le difese dalla
parte alta della classifica mondiale.
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I ragazzi guardano le Stelle
Dopo ogni lezione, pago. L’allenatore mi sorride e mi dice grazie.
Proprio come la signora del ristorante.
1971 - Si commuove e regala 3 tavoli
I ragazzi del piccolo Club fanno festa. Per loro viene coperto un
piccolo cortile. Un rappresentante di articoli sportivi capita lì per caso.
Vede tanti bambini giocare su un vecchio tavolo. Si commuove e ne
regala 3 nuovi. Così la favola continua. Sarà la svolta per tutto il Club.
All’improvviso la palestra si riempie. Tutti vogliono giocare. È la
diplomazia del ping-pong…
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Enzo Pettinelli
LA DIPLOMAZIA DEL PING-PONG
Nagoya – Giappone
Clenn Cowan, capitano della squadra americana di tennistavolo,
viene invitato dai giocatori cinesi per una tournée in Cina. Siamo ai
campionati del mondo di Nagoya. A squadre vincono i cinesi. Nel
singolare vincerà lo svedese appena diciottenne Bengtsson.
La Cina, per la rivoluzione culturale di Mao, aveva interrotto i
rapporti politici, culturali e sportivi con tutto il mondo. Aveva lasciato
la porta aperta solo alla federazione mondiale di ping pong. Ma erano
quasi 10 anni che la Cina non si presentava alle gare. A Nagoya quindi il
grande evento mondiale. Saltando tutti i canali diplomatici ufficiali, la
Cina utilizzerà il canale della gente comune e si presenterà ai mondiali.
Con estrema cordialità il Primo Ministro cinese Ciu En-Lai, aveva fatto
capire durante un'intervista ad Edgar Show, che il messaggio
d'apertura era rivolto da un popolo all'altro, invece che tra governi.
La Cina nel mondo da 10 anni era come un'isola: non si entrava e
non si usciva. La grande muraglia era ritornata il simbolo
dell'incomunicabilità. All'ONU c'era Formosa che rappresentava la Cina.
Si aprono le porte della muraglia
Con l'isolamento prima e con la sorpresa dell'invito fatto ai
giocatori americani (con effetto dirompente), si inaugura la diplomazia
del ping-pong. Il caso è subito clamoroso in tutto il mondo. Seguirà
l'accoglienza calorosa della squadra USA in Cina e sarà un successo
pubblicitario e politico. Giornali e TV di tutto il mondo ne parlano.
Intanto il presidente americano Nixon avvia la normalizzazione dei
rapporti. I cinesi concludono la loro strategia diplomatica, con una
tournée che toccherà molte nazioni. L'ex tre volte campione del
mondo Chuang Tse-Tung (oggi Zhuang Zedong, per il cambio di
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I ragazzi guardano le Stelle
scrittura) andrà in tournée in Svezia e chiuderà la carriera senza
perdere mai un incontro in 10 anni.
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Enzo Pettinelli
Mi hanno fatto l’ultimo punto di retina e spigolo. Cosa racconterò al
mio allenatore degli altri dieci punti?
1971 - Arriva una notizia eccitante
Arriva un po’ di benessere. I giovani hanno un percorso scolastico
fino ai 18 anni. Si prolungano gli anni di gioco. Arriva una notizia che
eccita il gruppo. A casa di un amico si prende un canale televisivo
straniero, che trasmette sempre sport. Questa volta trasmetteranno la
finale per il titolo Mondiale di ping-pong che si svolgerà in Giappone.
Andiamo tutti all’appuntamento e attendiamo. Qualche
pronostico azzardato, molta emozione. Un momento di panico, per la
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I ragazzi guardano le Stelle
nebbia, sullo schermo. Poi l’immagine. Un’ovazione di sollievo.
Silenzio...
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Enzo Pettinelli
STELLAN BENGTSSON
Volontà e giovinezza
Nagoya: Stellan Bengtsson diventa campione del mondo a 18 anni
battendo il giapponese Shigeo Itoh, campione in carica
Il piccolo Stellan si avvicina allo sport a 7 anni. Pratica la lotta
libera, la pallamano e il tennistavolo. A 12 anni decide per il
tennistavolo. Questo sport, dove non c'è contatto fisico, esalta le sue
capacità di destrezza e sensibilità. A 15 anni, durante una lezione di
ginnastica a scuola, cade e si frattura il gomito sinistro. Capisce subito
che è una cosa grave soprattutto perché lui è un giocatore mancino.
Viene ricoverato per due settimane. Subisce tre interventi chirurgici.
Gli mettono una placca d'argento nel gomito. Non riuscirà più a
distendere il braccio completamente.
Il sogno
Nella notte del terzo intervento fa un sogno: si trova in un campo
di atletica. Ha due racchette, una in ogni mano; le alza e le muove. Si
solleva da terra e poi, con meraviglia, inizia a volare. Pensa: quante
cose si possono fare con le racchette da ping pong. Lascia il campo
d'atletica. Si trova a volare tra i palazzi. Le finestre sono illuminate.
All'interno di ogni finestra dei bambini giocano a ping pong. Pensa
subito al braccio sinistro che non gli fa più male. E' tentato di entrare
da una finestra per giocare. Sente però che è più bello volare. Muove
ancora le braccia. Si alza ancora, è sopra le case, si sente leggero e
felice. Sopra i tetti ci sono dei nidi. Sono tutti pieni di palline da ping
pong. Non gli sembra una cosa strana. I bambini che giocano nel
palazzo hanno bisogno di palline. Poi pensa che deve tornare, è troppo
tempo che manca da casa. Ha tante cose da raccontare, il braccio è
guarito...
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I ragazzi guardano le Stelle
Di colpo si sveglia. E' solo un sogno. Il braccio sinistro è appoggiato
sul letto, immobile. Ci vorranno tre mesi di rieducazione prima di
riprendere la condizione normale.
I medici gli consigliano di continuare a giocare per favorire la
riabilitazione. A Stoccolma si svolge uno stage fra Svezia e Giappone.
Stellan non salterà un solo allenamento, come osservatore. E' curioso e
si fa molte domande. Poi fa amicizia con Ogimura. Prima dell'incidente
aveva il diritto molto più forte del rovescio. Però ora non riesce a
forzare il diritto perché sente dolore, mentre può liberamente giocare
con il rovescio. Si mette al centro del tavolo e favorisce questo gioco.
Col passare del tempo, lentamente, inserisce il gioco di diritto. Impara
a muovere bene le gambe. Non può più allungare il braccio come
prima.
Abbandona gli studi e a 17 anni la Federazione Svedese lo manda
per tre mesi e mezzo in Giappone. Per lui sarà la svolta. Gioca con una
gomma liscia sul diritto e una puntinata sul rovescio. Il primo mese si
allena all'Università di Nichidai. Batte tutti gli avversari. Poi passerà di
città in città. Si allena e fa partite con Tasaka, Inoue, Kimura e
Takahashi. L'amicizia con Ogimura si rivela importante e sorprendente.
Gli dà consigli tecnici, psicologici e scientifici sul gioco. Gli insegna
come nella cultura orientale sia importante il rispetto dell'avversario.
Gli fa capire che quando si vince non bisogna esaltarsi, ma che è solo
una tappa e bisogna sempre guardare avanti. Poi si allena con Itoh e
Hasegawa. Diventano amici. Stellan ha molto rispetto per il loro
comportamento, sia in gara che fuori. Fannno anche molte partite.
Batte una sola volta Hasegawa. Con Itoh invece non vincerà mai.
Stellan si allena bene, resiste senza difficoltà a 6 ore di allenamento al
giorno. Osserva tutto e la sera, prima di dormire, prende appunti e
riordina le idee.
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Enzo Pettinelli
Il grande giorno
Arriva il grande giorno dei mondiali di Nagoya.
L'organizzazione è perfetta. Il campione in carica è Itoh, suo
compagno di allenamento nello stage giapponese terminato da poco
tempo. Stellan non si concede riflessioni sul pronostico. Non è
interessato al percorso che gli potrà riservare il tabellone. Ogimura gli
ha dato tutti i consigli per migliorare il suo gioco. Ma soprattutto gli ha
dato serenità e gli ha parlato come un amico.
Iniziano le gare di singolo. Il tabellone si sfoltisce. Esce Hasegawa.
Bengtsson batte in semifinale il cinese Xi Ehting. Itoh batte lo jugoslavo
Surbek. E' arrivato il momento della verità. Bengtsson ha di fronte Itoh.
Non sente emozioni, è concentrato sulla tattica. Sa che con il rovescio
dovrà angolare le sue risposte sia a destra che a sinistra. Il palazzetto è
gremito. Il pubblico è quasi tutto giapponese. Anche Ogimura a Londra,
nel '54, aveva tutto il pubblico contro. Primo set 21 a 17 per Bengtsson,
secondo set per Itoh. Bengtsson, appena diciottenne, non ha un
cedimento, toglie il tempo all'avversario. Il pubblico giapponese
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I ragazzi guardano le Stelle
sostiene il proprio beniamino fino al termine dell'incontro, anche se
Bengtsson lascerà il suo avversario, nei due set successivi, a 13 e a 10.
3 a 1 per Bengtsson. L'Europa fa festa e invade la panchina
svedese. Era dal 1953 che l'Europa non vinceva più. Quando nasceva
Bengtsson l'Europa perdeva il dominio mondiale. Con i suoi 18 anni
Bengtsson diventerà l'idolo dei giovani.
Per gli orientali invece è stata la fine del loro potere veder salire
sul gradino più alto del podio quel piccolo "samurai" venuto dal freddo
del Nord, dove le notti sono illuminate dai fantastici colori delle aurore
boreali.
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Enzo Pettinelli
Se pensate che la sconfitta non sia utile, parlate con il vostro avversario.
1973 - Voglio andare in Russia
Nel gruppo, nasce un problema che preoccupa. Quando
partecipano alle gare, scoprono che alcuni giocatori usano una gomma
chiamata “anti-top”. Il gioco che sanno fare, non funziona più. Perdono
e sono delusi. Giocatori prima incapaci, vincono. Ora sono il terrore di
ogni torneo. Ne parlano fra loro. Uno dice : “erano antipatici prima, ora
sono diventati odiosi”. Un altro aggiunge: “perché non fanno come nel
tennis, dove giocano tutti con la stessa racchetta?”. Un terzo ancora
dice : “un amico ha smesso, perché con questa gomma non è ping-pong.
Questa gomma serve per salvare qualche giocatore incapace, ma ne fa
allontanare migliaia di nuovi”.
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I ragazzi guardano le Stelle
Fra i ragazzi si parla anche della diffusione di questo sport nel
mondo. Ancora commenti su Bengtson che ha diciotto anni. Lo sentono
vicino a loro. Una notizia importante, vengono a sapere che,
nell’Unione Sovietica, ci sono 2 milioni di tesserati. E dicono subito:
“solo da noi il ping-pong non è considerato, è colpa della federazione! È
colpa del calcio!”. Poi: “in Russia un giocatore di ping-pong viene
considerato come un’atleta di qualsiasi disciplina”. La notizia li fa
sentire bene. I migliori di ogni sport vengono assunti nelle fabbriche
con il compito di lavorare mezza giornata e il resto del tempo giocano a
ping-pong. Ai ragazzi sembra un sogno, giocare ed essere pagati. Uno
dice: “voglio andare in Russia”. Altri anch’io, anch’io!
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Enzo Pettinelli
SARKIS SARKHAJAN
Talento e purezza
È nato nel 47, in Georgia (URSS). Da piccolo fa atletica leggera e
calcio. Il ping-pong per lui è come un passatempo. Poi, a 11 anni,
decide che il tennistavolo sarà il suo sport. Si mette subito in luce. A 19
anni viene convocato per gli Europei di Londra. Nel primo incontro a
squadre l’URSS deve incontrare la grande Jugoslavia. Non ci sono
speranze. Sarkis, in una riunione tra giocatori, dice che si può vincere.
L'allenatore, un po' per gioco e un po' per sfida, lo mette in squadra.
Sarkis farà tre punti e l’URSS vince l'incontro per 5 a 2. Non uscirà più
dalla nazionale. Agli Europei l’URSS perderà solo con la Svezia, in finale.
Mancino, introverso, talento naturale. Supera tutti nelle selezioni
dei migliori giocatori dei 15 paesi dell'Unione Sovietica. Sarkis, non ha
né tecnica europea, né asiatica. Gioca con gomme lisce e consumate.
Le cambia quando si ricorda. È come correre in auto, con pneumatici
senza battistrada. Il suo gioco è d'attacco. Non fa preparazione fisica.
Non fa footing. Non ha schemi di allenamento. Non usa il top spin. Fa
l'impossibile per semplificare il gioco. Si affida solo al suo talento.
Sembra il prodotto di una rivoluzione, lontana e dimenticata; solitario
e stanco non ha più voglia di novità.
Sembra che viva alla giornata. Il gioco d'istinto tende alla sua
conservazione. Nel suo paese è un mito. L’URSS ha più di due milioni di
tesserati. Gli allenatori vengono incaricati dal partito. Non conoscono il
tennistavolo. Non serve per mantenere il posto. Danno una racchetta a
"Tolstoi" e aspettano l'opera.
Sarkis, la grande occasione
1973, Sarajevo: mondiali. Per l’assegnazione del titolo a squadre,
si gioca in due gironi d’eccellenza. Nel primo: Cina, Svezia, Ungheria,
Corea del Sud, India, Indonesia, Austria. Nel secondo: Giappone,
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I ragazzi guardano le Stelle
Jugoslavia, Germania, Francia, Inghilterra, Cecoslovacchia, URSS. I
primi due di ogni girone, in una finale a quattro, giocheranno per il
titolo. Dopo una prima fase le quattro squadre promosse: Svezia, Cina,
Giappone e Russia si trovano ancora in parità.
Arriva il momento più importante per l’URSS: bisogna battere la
Cina per salire nel gradino più alto del podio. Gli incontri a squadre si
svolgono in questo modo: tre giocatori cinesi contro tre giocatori russi.
Ogni giocatore deve incontrare uno alla volta i tre avversari, per
un totale di nove incontri. La squadra che arriva a cinque vince. Ogni
partita si gioca al meglio di due set su tre. Per la Russia scende
Sarkhajan. Per la Cina Hsu Shao-Fa, famoso nel mondo per i servizi con
palla lanciata in alto, a più di 3 metri d'altezza. Sarkhajan soffre proprio
i servizi nel primo set, ma vince l'incontro per 2 a 0. 1 a 0 per la Russia.
Secondo incontro, Strokatov - Li Ching-Kuang, 2 a 0. Terzo incontro
Gomozkov - Tiao Wen-Yuan, 0 a 2. 2 a 1 per la Russia. Sarkhajan vince
con facilità anche contro gli altri due cinesi, mentre i suoi compagni
non porteranno più un punto. 5 a 4 per la Cina.
Sarkhajan cade in lacrime: la sua grande prestazione è stata vana.
La porta della finale si è chiusa. Forse è stato il più grande talento di
tutti i tempi. Non si affida alle nuove gomme che hanno rivoluzionato il
tennistavolo. I suoi avversari le cambiano dopo dieci ore di gioco. Le
sue gomme sono decrepite e ingiallite. I suoi compagni dicono che non
le cambia da tre anni. Sembra che abbia paura della contaminazione
del nuovo. Ti dà l’impressione che voglia scrollarsi di dosso cultura e
regole imposte. È alla continua ricerca di se stesso, della verità
primordiale, senza mediazioni. È alla scoperta del primo giorno di vita,
per conoscere la sua vera identità, preculturale. Questo suo fatalismo,
o paura del nuovo, lo penalizza. Lui l'avverte. Ma il suo modo d'essere
è puro. Il suo gioco sembra da oratorio. Controlla gli attacchi avversari
con risposte semplici e imprevedibili.
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Enzo Pettinelli
Praga ‘76
Durante i campionati europei di Praga 1976, ho parlato con un
giocatore prima che incontrasse Sarkhajan nel singolo: era sconvolto al
solo pensiero di giocarci contro. I due sono i leader della propria
nazione. Ma il primo, al contrario di Sarkhajan, aveva adottato le
gomme "della rivoluzione", sempre nuove. Le accarezzava
continuamente, per togliere le impurità che la pallina lasciava durante
il gioco. Si era affidato al nuovo, e chiedeva solo il nuovo. Il suo gioco
era ripetitivo, dispendioso e monotono. Durante l'incontro correva,
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I ragazzi guardano le Stelle
correva e non arrivava mai sulla palla. Sarkhajan invece sembrava che
pensasse ad altro e, distratto, spingeva la palla a destra e a sinistra.
L'avversario, sudato e rosso in viso, correva, imprecava, correva,
imprecava e correva. 3 a 0, aveva smesso di correre, e ancora più rosso,
a testa china, imprecava e imprecava. Sarkis forse non ha mai vinto
un’individuale nelle gare internazionali, perché nel suo paese non
usavano le gomme moderne. Lo sforzo per adattarsi continuamente ad
ogni avversario, alla fine gli è costata troppa fatica di concentrazione.
A livello mondiale Sarkis Sarkhajan è temuto come il grande
talento. Per la Russia il suo talento è visto come un dono divino. Nulla
deve fare per vincere. Quasi immobile, al centro del tavolo. Senza
fatica. Con il record di 28 medaglie d'oro nei campionati sovietici
diventa per il ping-pong lo zar di tutte le Russie.
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Enzo Pettinelli
A Natale mi hanno comperato un racchetta nuova, facendomi
promettere che sarei migliorato a scuola. Non capisco come possano
pensare che, giocando a ping-pong, possa diventare più bravo negli
studi?!
1974 - I ragazzi fanno qualche battuta
I ragazzi partecipano con successo alle gare regionali e nazionali. I
più bravi addirittura fanno attività internazionale con il club e con la
nazionale. Così hanno modo di confrontare la loro scuola. Il nuovo
campione d’Europa è un cecoslovacco. Robusto fisicamente. Ha un
gioco regolare. E’ sempre circondato da belle ragazze bionde.
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I ragazzi guardano le Stelle
I ragazzi fanno qualche battuta, ma la notizia piace. Pensano che
con il ping-pong si possano fare delle conquiste. Infine uno dice al suo
compagno: “ma tu non sai giocare, e non sei neanche bello”.
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Enzo Pettinelli
MILAN ORLOWSKI
Il bello
Novi Sad: Orlowski diventa campione d'Europa
Orlowski, cecoslovacco, bel sorriso, faccia pulita da adolescente.
Fisico potente da velocista, giocatore d’attacco e forte scambista. Piace
alle donne. Quando gioca c'è sempre un piccolo gruppo femminile che
assiste e lo applaude.
Orlowski batte in semifinale Johansson (Svedese), già campione
nel '66. Nell'altra semifinale Gergely batte il padrone di casa, Surbek. Il
palazzetto è sempre gremito. La Jugoslavia è terra di grandi tradizioni,
di giocatori e di manifestazioni. La TV, in diretta, fa vedere sempre
tutto il ping pong, giocato sia in patria che fuori. Il pubblico è
competente, caloroso, con frequenti espressioni di colore e non è
schierato.
Finale per il titolo
Titolo in palio. Orlowski scende in campo. Mentre si avvia al tavolo
da gioco si gira verso la tribuna dove un gruppo di ragazze lo applaude
come se avesse già vinto. Sorride. Gergely, il suo avversario, scambia
due parole con l'allenatore e una, sembra, ironica con Jonyer. Sono in
campo, alla battuta Gergely è subito in vantaggio 5 - 0. Durante un
servizio farà net 3 volte consecutive (nel tennistavolo non c'è limite, si
può fare net all'infinito, si ripete sempre). Poi Gergely porta il
punteggio sull'11 a 1. Orlowski è in crisi, perde il primo set. Ma si
riprende e vince il secondo. Si va a fasi alterne. Si arriva sul due set pari.
Poi la bella, quinto e ultimo set per il tetto d'Europa. Servizio Gergely.
Le fans di Orlowski fanno un tifo indiavolato. Non si riesce a calmare.
Gergely aspetta impaziente, (nel tennistavolo si gioca in silenzio). Il
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I ragazzi guardano le Stelle
pubblico forse non gradisce la scena. Si schiera con Orlowski. Torna a
fatica il silenzio. Gergely parte. Orlowski gioca più potente e sicuro.
Dalle tribune il silenzio. Dal tavolo, il tintinnio della pallina. I suoni del
ping, pong, ping, pong inesorabili si sommano, come i secondi
dell'orologio, verso l'epilogo. Gergely sembra voler ritardare. Orlowski
accelerare. 21 a 15 per Orlowski. Immerse nell'applauso alcune fans si
fanno largo e si precipitano dalle tribune per invadere il campo.
Orlowski scappa verso la panchina. I compagni lo prendono di peso e lo
lanciano verso l'alto. Lui sorride felice. Le fans sotto fanno circolo,
attendono e strillano. Sopra c'è il paradiso, sotto, un chiasso d'inferno.
In questo anno Orlowski avrà la sua migliore classifica mondiale,
raggiungerà la 3ª posizione.
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Enzo Pettinelli
Se un vostro compagno di squadra non vuole giocare con voi,
adducendo che lo mettete fuori palla, lasciate che lo faccia il suo
avversario.
1975 - Un nuovo colpo
Come un’onda lunga arriva la notizia che un ungherese diventa
Campione del Mondo. Le notizie sul suo gioco affascinano la fantasia
del gruppo. Un ragazzo dice: “ha inventato un nuovo colpo!” Poi spiega
la novità.
La pallina non fa più la parabola come un top-spin, questa fa una
parabola orizzontale. I ragazzi provano con impegno e con speranza di
scoprire i segreti del nuovo colpo.
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I ragazzi guardano le Stelle
ISTVAN JONYER
L'inventore del Sidespin
Calcutta: Jonyer campione del mondo
Istvan Jonyer, 25 anni, n° 9, ungherese, diventa campione del
mondo. In finale batte Stipancic, jugoslavo, per 21 a 19 alla quinta
partita. Jonyer, da ragazzo giocava a calcio. A 14 anni si è avvicinato al
tennistavolo e ha imparato ascoltando i consigli degli amici. Non ha
avuto subito un allenatore. La sua armonia non passa attraverso figure
obbligate. Jonyer non ha un'impugnatura di gioco. La racchetta non è
ferma sulla mano. La muove in continuazione, sembra che gli possa
sfuggire da un momento all'altro. Quando parte per colpire la palla non
si sa se la racchetta si trova nella posizione giusta. Se ci giochi contro
senti un po’ di disagio. Però se lo osservi dalla tribuna vedi solo
l'evoluzione dei gesti.
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Enzo Pettinelli
Gioca un po’ arretrato rispetto alla media, così anche i gesti sono
più ampi. Un po’ come i fuochi d'artificio, prima bassi, intensi, che poi
esplodono alti in tutte le direzioni. Avere molte impugnature fa
perdere tempo. Però puoi avere nel gesto una maggiore libertà
d'evoluzione.
Giocatore totale
Jonyer non poteva realizzarsi giocando solo con i piedi. La sua
mente dialoga con tutto il suo corpo. Con le dita in continuo
movimento sulla racchetta sembra che voglia modificare l'attrezzo per
ogni evenienza. I suoi colpi di gioco sono sempre delicati. I tiri potenti
sono fatti con gesti lunghi, accarezzati. Non picchia la pallina, la fa
volare, gli dà sempre l'effetto di rotazione che viene usato come
motore per la traiettoria, non per far sbagliare l'avversario o per fare
una parabola illogica. Il suo gioco aereo sembra telecomandato, le
curve geometriche sono belle, esaltanti. Passano tutte sopra il tavolo
da gioco veloci e luminose. Quando l'incontro è finito alcune parabole
rimangono impresse nella mente, scolpite, ancora in moto. Insieme ad
un viso divertito con una borsa a tracolla, un po’ dondolante che si
allontana dal campo di gioco.
Il nuovo colpo
Molti hanno provato ad imitarlo. Dopo la vittoria del titolo
mondiale, il side spin ha fatto il giro del mondo. Ad ogni torneo si
vedevano giocatori che lo usavano a sproposito. Si sentivano tutti dei
piccoli Jonyer. È stato il campione più visibile per noi europei. Il suo
gioco arretrato permetteva di avere più tempo per osservarlo. Fisico
robusto, alto, con muscolatura rotonda. Viso luminoso con espressione
da buono, sempre pronto al sorriso. Quando si ferma a conversare e
prende la parola, alla fine il suo discorso termina sempre in allegria.
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I ragazzi guardano le Stelle
Quando è in difficoltà nel gioco, lo guardi in faccia e sembra divertito.
Sembra che pregusti il piacere di vedere le facce degli altri se riuscirà a
cambiare il pronostico.
Ricordo Jonyer, 1985
a Senigallia
Dopo
aver
visitato il Centro
Olimpico ancora in
costruzione,
con
Costantini
siamo
andati a fare un
allenamento
nella
piccola palestra di San
Martino. Era estate:
in quel periodo si
giocava poco. La
palestra era impolverata. Jonyer, con la massima disinvoltura, aveva
chiesto una scopa. Nell'attesa ci siamo messi a chiacchierare su come
giocano gli italiani. Per la condizione della palestra mi sono sentito un
po’ imbarazzato. Un bambino ci ha portato una scopa. Jonyer,
d'anticipo, l'ha presa e appoggiandosi, ha continuato a parlare. Poi si è
rivolto a me chiedendomi: perché in Italia tirate sempre così forte?
Vorrei spiegargli che tutto nasce dall'impiego di allenatori cinesi che
dal '79 "obbligano" tutti i giocatori a concludere in 3 scambi, ma
preferisco tacere. Jonyer ci ha spiegato che il gioco va preparato e ci ha
portato come esempio l'Ungheria, campione del mondo a Pyongyang,
con Gergely e Klampar. Jonyer intanto aveva iniziato a pulire la
palestra, con semplicità e naturalezza. Un grande esempio, che non
dimenticherò mai. Poi ci fu l'allenamento. Jonyer era sempre delicato
nel suo gioco di preparazione, seguito da accelerazioni progressive fino
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Enzo Pettinelli
alle fiondate da lunghe distanze. In quel gioco c'era la risposta a tutto
quello che non riusciva a capire del nostro gioco.
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I ragazzi guardano le Stelle
La gara di doppio è la più ingrata. Il mio compagno mi fa perdere
sempre.
1975 - I ragazzi con gentilezza
Da qualche tempo si sono avvicinate alcune ragazze. I ragazzi, con
gentilezza, fanno un po’ di spazio.
Con il tempo se ne pentono. Si rendono conto che i tavoli sono
troppo affollati, e togliere un tavolo ad una ragazza non è proprio
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Enzo Pettinelli
facile. Però anche nel settore femminile arrivano risultati che danno
completezza alla società.
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I ragazzi guardano le Stelle
STANSLAV GOMOZKOV
Il pilota
Calcutta: Gomozkov campione del mondo di doppio misto
Gomozkov, russo, numero 5 delle classifiche mondiali nel 67.
Campione di doppio misto con la compagna Ferdman.
Faccia rotonda, alto, corporatura forte. Il suo gioco non è potente.
Si piazza al centro del tavolo e pilota il gioco. Apre di top spin e passa al
gioco di scambio. Gioca bene sia di diritto sia di rovescio. Rispetto ai
giocatori in circolazione, quando gioca di rovescio, ti può portare via il
punto senza che tu te ne accorga. Il rovescio forte è la caratteristica dei
russi. Ha un gioco tattico, intelligente che mette a frutto soprattutto
nei doppi.
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Enzo Pettinelli
Nei campionati europei vince 4 titoli di misto. Quando gioca le
gare di misto fa "impazzire" le donne avversarie che non riescono a
prevedere i suoi colpi. Nel singolo è troppo studiato dagli avversari,
non può sorprenderli. Il suo gioco è standardizzato, non basta il talento
per superare tutti gli ostacoli. Poi Gomozkov viene incaricato come
allenatore. Così termina la sua carriera di pluri-medagliato dell'URSS.
Anche i cinesi hanno una loro scuola, ma presentano
continuamente interpreti diversi. Per i russi, nonostante gli oltre due
milioni di tesserati, sono sempre Gomozkov e Sarkhajan i
portabandiere. È una scuola che non si evolve. Eppure il modello di
gioco è interessante. Sembra che ci sia un rifiuto del nuovo. Sia come
suggerimento dall'esterno che come ricerca all'interno.
Le gomme Sandwich in Russia arrivano in ritardo. Forse dipende
dai costi. Per tanti giocatori potrebbe essere una questione economica.
La Russia ha una politica autarchica. Forse è questo il problema. Poi
arriva la Butterfly,(ditta leader mondiale nell'attrezzatura da pingpong), che sponsorizza anche giocatori russi. Ormai è troppo tardi. Lo
sviluppo nel mondo è avvenuto già da tempo. Ora bisogna recuperare.
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I ragazzi guardano le Stelle
Se avete un avversario antipatico, quando ci giocate battetelo. Vi
accorgerete che aveva la simpatia repressa.
1975 - E quando perdono...
Nel piccolo club, arriva una notizia che sconvolge tutti. I cinesi
hanno inventato una gomma che lascia a zero l’avversario. I ragazzi
sono prima increduli, poi curiosi. Vorrebbero provare la nuova gomma.
I meno bravi pensano subito di risolvere così i loro problemi, e
vendicarsi sui più bravi. E quando perdono, dicono: “ridi, ridi, quando
arriverà la nuova gomma, ti lascio a zero”.
61
Enzo Pettinelli
Uno dei ragazzi ha uno zio che, per lavoro, va spesso in Cina.
Segretamente dagli amici, gli chiede il grande regalo.
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I ragazzi guardano le Stelle
L’AVVENTO DELLA GOMMA CON PUNTINI LUNGHI
LUBIANA: si svolgono i Mini-spens. Una prova generale prima dei
successivi campionati del mondo che si svolgeranno a Birmingham. La
Cina non vince un titolo mondiale di singolo dal 1973. Gli europei
oramai hanno assimilato il gioco delle nuove gomme. Inoltre hanno
iniziato ad utilizzare la gomma liscia anche per il gioco di rovescio.
All'inizio, pur avendo un'impugnatura diversa dai giapponesi, avevano
copiato il loro gioco, mantenendo però la gomma con puntini sul
rovescio. Poi lentamente l'hanno sostituita con quella liscia,
sviluppando anche un gioco d'attacco.
I Cinesi invece producono giocatori con ogni tipo di gomma e nelle
gare internazionali presentano sempre nuovi giocatori con
caratteristiche diverse e con servizi micidiali. La strategia del gioco
Cinese si basa sul fatto che al terzo scambio il gioco deve concludersi.
Quando i cinesi hanno il servizio in mano, cinque servizi, devono
realizzare dai quattro ai cinque punti. Più difficile è quando serve
l'avversario. L'importante è comunque forzare il gioco.
63
Enzo Pettinelli
La Cina lancia un nuovo giocatore, Huang Liang
Ritorniamo a Novi Sad. La Cina fa scendere un nuovo giocatore
che impugna all'europea e con una gomma sconosciuta. Da un lato ha
una gomma liscia, dall'altra parte, una gomma che ha puntini molto
lunghi. Huang Liang è il nuovo prodotto cinese. Lo si vede nella hall
dell’albergo con un gruppettino di cinesi. Sempre insieme che
discutono e ridono. Vestiti come dei seminaristi, grigio scuro con
pantaloni un po’ abbondanti. Però Huang Liang rompe la tradizione,
vestito chiaro un po’ luccicante. Attira l'attenzione, a qualcuno viene
da sorridere, ma è meglio far finta di niente. Quando sono presenti alle
gare incutono sempre timore. Huang Liang è anche il più alto. Ha un
viso scavato rispetto al gruppo. È più magro, nervoso nel fisico. Poi nel
gioco si vedrà. Muscolatura lunga, non compressa. Rapido e tempista.
Nel gioco ruota il manico sulla mano e risponde sia con una faccia che
con l'altra, con la stessa disinvoltura. Non si allontana dal tavolo e i
tagli sono anticipati. Quando gli ritorna una palla alta, schiaccia. Tutti i
migliori giocatori europei, Surbek, Bengtsson, perdono malamente,
Huang Liang non perderà un solo set. Perderà solo con il compagno di
squadra in semifinale, Go Jao Hua per 3-1.
Questa nuova gomma si è diffusa rapidamente fra i giocatori di
difesa, e fra i vecchi palleggiatori, rilanciandoli agonisticamente a
scapito però del bel gioco. La difficoltà nel giocare contro questa
racchetta era che non sempre si riusciva a vedere con quale faccia il
giocatore rispondeva e così era impossibile eseguire una risposta
voluta.
Difesa con puntini lunghi. Difesa sporca
Huang Liang - Surbek. Sembra una partita come tante altre. Con i
cinesi si perde quasi sempre; quando ci si vince si fa sempre festa.
Surbek è pronto. È abituato a dare sempre battaglia. Huang Luang è al
servizio. Parte con un taglio veloce di rovescio a ventaglio davanti al
64
I ragazzi guardano le Stelle
corpo. Surbek apre di top spin di diritto. La palla tocca la racchetta e
scivola verso il basso. Non c'è l'aggancio. Surbek guarda subito se la
racchetta è bagnata, ci passa la mano sopra con una leggera carezza,
tutto è regolare. Si rimette in posizione per ricevere il secondo servizio.
Il cinese riparte, stesso servizio. Surbek, più attento, ripete l'apertura,
ma la palla ricade a terra. Il pubblico si accorge subito che sta
succedendo qualcosa di strano, si sentono dei mormorii. Surbek
guarda ancora la racchetta, è un gesto automatico, ma capisce che c'è
qualcosa di nuovo. Lancia uno sguardo verso la sua panchina. Fanno
cenno di non capire.
Al servizio Huang Liang, stesso gesto, stessa velocità e stessa
posizione al tavolo. La palla parte; stesso rimbalzo. Surbek, con
attenzione assoluta, lancia il suo colpo di top spin. E' noto in tutto il
mondo per questa sua capacità. Si avvicina con prudenza e tocca la
palla, questa volta invece di essere tagliata, la palla si innalza
lentamente, sembra con moto proprio e passa alta due metri sopra il
tavolo, sopra e dietro la testa di Huang Liang. Dal pubblico,
un'esclamazione di sorpresa che avvolge il palazzetto. Nulla di simile si
era mai visto prima. Surbek, sconcertato, incuriosito e sorpreso, dopo
aver gironzolato per l'area di gioco del suo campo, si avvicina a Huang
Liang e gli chiede di mostrargli la racchetta. Huang Liang senza
avvicinarla troppo, gli mostra velocemente le due facce. Una liscia, una
puntinata. Forse avrà avvertito che i puntini erano più lunghi, ma
capire e trovare subito le contro misure non è cosa facile.
Il primo set finirà per 21 a 4. Stesso punteggio allo svedese
Johansson. All'ex campione del mondo Bengtsson 21 a 5. Un terremoto
prodotto dalla Cina in Europa. Gli europei sembrano ricacciati negli
oratori delle parrocchie o nei circoli ricreativi. Bengtsson, il re di sei
anni prima è seduto solo, con le mani fra i capelli, al ristorante. E
guarda il tavolo con la testa china.
65
Enzo Pettinelli
La nuova gomma invade il mondo
Da questo momento è nata ufficialmente una nuova gomma. Ha
puntini lunghi 2, 3 volte quelli normali. Quando la gomma colpisce la
pallina, i puntini, come tanti piccoli cilindri, si piegano su se stessi e la
palla scivola come una frenata sul bagnato. Se la palla viene colpita per
darle un taglio, non lo prende. Se con questa gomma rispondi ad un
colpo di top spin, la palla ritorna con la stessa rotazione di top spin,
però si trasforma in palla tagliata. La racchetta che ha da una parte
questa gomma e dall'altra una gomma d'attacco, diventa micidiale.
Huang Liang aveva la racchetta con le due gomme di colore nero.
Quando serviva, partiva con la racchetta sotto il tavolo così l'avversario,
per la velocità del movimento, non riusciva a vedere con quale gomma
era stata colpita la pallina. La partita si era trasformata in un gioco di
prestigio.
Surbek è un giocatore che non si arrende mai, dà sempre tutto
quello che ha, cerca sempre il suo diritto per far esplodere i suoi
potenti top. Se serve, va volentieri in difesa alta. Invade i campi
avversari per riprendere la pallina. Si tuffa come un portiere di calcio.
Ma con Huang Liang non si vedrà. È una specie di gioco invisibile.
La nuova gomma rilancerà a livello mondiale tutti quei giocatori di
difesa che, con lo sviluppo del top spin, erano stati emarginati nelle
basse classifiche o avevano smesso. Ma nel 1983, al congresso di Tokyo,
si decide che la racchetta deve avere due colori. Rossa da un lato e
nera dall'altro. Così, lentamente,si mette fine al dilagare di gomme che
servivano solo per non far giocare l'avversario.
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I ragazzi guardano le Stelle
Quando gioco con un giocatore che non conosco ci perdo sempre.
Cribbio, gli altri come faranno?
1976 - Questa volta è un francese
Nuovo campione europeo. I ragazzi si rendono conto che c’è
sempre un nome nuovo che emerge. Questa volta è un francese. Anche
questo giocatore è molto diverso dagli altri. Fa attaccare gli avversari e
lui difende. Esattamente quello che loro non fanno mai. Rimanda la
pallina alta. Così il suo avversario schiaccia in continuazione. Però lui la
prende sempre e non sbaglia mai.
Anche i ragazzi ci provano, si accorgono che è un gioco molto
divertente. Così, a turno, si sfidano. Uno difende, uno attacca. Questo
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Enzo Pettinelli
gioco viene ripetuto anche nei giorni seguenti. I tecnici li assecondano,
aiutandoli tecnicamente.
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I ragazzi guardano le Stelle
JACQUES SECRETIN
Il Re della difesa alta
HANNOVER: ci trovavamo alla gara internazionale di Hannover,
fine febbraio 1976. Secretin, francese, mancino, perde in finale con
Johansson 3 a 0 (17, 19, 17); il mese dopo ci saranno gli Europei.
Secretin perde abbastanza nettamente. Durante la festa finale, dove
tutto sfuma e ci si rilassa, mi siedo accanto a lui con un cenno di saluto.
L'uomo giusto
È da tempo che la Francia aspetta
un titolo Europeo, Secretin parrebbe
l'uomo giusto. Il suo gioco è unico: si
affida alle difese alte. Con giocatori
forti preferisce arretrare e alzare la
pallina che passa sopra la rete a circa 8
metri di altezza. L'avversario è
costretto a schiacciare continuamente.
Lui ingaggia un gioco di gambe che
vanno spesso a saltare le transenne del
suo rettangolo di gioco; al suo
passaggio ha sempre bisogno di spazio.
È uno sforzo fisico da maratoneta,
misto a scatti da centometrista. Le palle
che rinvia sono sempre liftate e
colpiscono il fondo del tavolo con
precisione assoluta, e schizzano alte e
lunghe per l'effetto. È duro vincere un
torneo con questo gioco. Ci vuole una
grande preparazione fisica. La sua
specialità è il doppio misto dove mette in difficoltà soprattutto la
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Enzo Pettinelli
donna
avversaria.
"Oggi so che posso giocare con tutti"
Nel '77 vincerà il titolo del mondo nel misto. Dopo aver scambiato
due parole di circostanza, gli chiedo che cosa pensa di fare ai prossimi
campionati europei. La sua risposta mi colpisce. Non c'è tensione, non
c'è voglia di vincere. Non c'è paura di perdere. Mi dice semplicemente:
"Oggi so che posso giocare con tutti". Secretin esprimeva un gioco
fatto di talento e di necessità interiore non trasferibile ad altri. Tutti i
grandi esprimono queste qualità, ma lui percorreva una strada che
puntava ad un grande spettacolo. Sapeva esaltare il pubblico.
Campionati europei
Siamo a Praga in una splendida giornata di sole. Iniziano i
Campionati Europei Individuali. Secretin apre le gare con l'austriaco
Weinmann ed è subito 3 a 0. Poi Barner, ungherese, ancora 3 a 0. È la
volta del grande Stipancic, jugoslavo, l'unico europeo che lotta alla pari
con i cinesi, Secretin vince 3 a 1.
Ora c'è l'incontro più difficile, siamo in semifinale, l'avversario è
Milan Orlowski, praghese. Il pubblico che gremisce gli spalti è tutto per
lui. Ci vorranno 5 set per domarlo. Secretin è solo. Orlowski è in
vantaggio per 2 set a 1. Il pubblico si esalta, sembra fatta. Secretin, non
sbaglierà più niente. Negli altri due set, lascerà l'avversario a 17 e a 13.
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I ragazzi guardano le Stelle
Finale: Secretin - Strokatov
Nella finale, ha di fronte Strokatov, russo, che proviene dalla parte
alta del tabellone. Quando si presentano in campo, il pubblico si
schiera subito con Secretin. Hanno già dimenticato lo "sgarbo".
L'avversario è russo. Si sente subito che l'incontro ha un sapore politico.
La guerra fredda e la cortina di ferro imposta dai russi non è gradita ai
cecoslovacchi. Per loro è un momento liberatorio. Secretin vince il
primo set. Poi perde il secondo per 24 a 26. Il terzo set lo vince 21 a 14.
Il quarto ancora per il russo 21 a 13.
Siamo al quinto set. Il pubblico è scatenato, accompagna Secretin
ad ogni suo punto, ci sono momenti di alta spettacolarità. Il russo
rimane freddo, ma sente che quel luogo gli è ostile. Secretin percorre
in continuazione la sua area di gioco e alza la palla alle stelle. Strokatov,
colpisce con violenza, ma oramai la sua azione si è appesantita.
Secretin, invece è sempre veloce negli spostamenti. La palla vola
sempre più alta e con precisione per finire sempre sul tavolo
dell'avversario. Per Strokatov è la fine. Rimarrà a 12. Il pubblico
accompagna Secretin con ovazioni a applausi sino al suono della
Marsigliese che lo incoronerà campione d'Europa. Gli spettatori
emozionati, attribuiscono alla vittoria del francese un significato di
libertà.
Il momento è arrivato senza arroganza, né tensione e con grande
rispetto per gli avversari. L’anno dopo, nel 1977, diventerà campione di
doppio misto giocando insieme a Bergeret.
71
Enzo Pettinelli
Se mentre giocate, l’allenatore vi dice che siete fermi con le gambe, è
perché non tiene conto che siete sfiniti a forza di andare a raccogliere
la pallina.
1976 - È una questione di sintonia
Un ragazzo porta la notizia che il nuovo campione d’Europa, lo
jugoslavo Stipancic, vince con un gioco opposto a quello del francese.
Questo si mette al centro del tavolo e, senza muoversi, gioca come una
mitraglia. L’universitario più grande e esperto dà qualche esempio. Così
si passa la serata a fare prove e a discutere. Non c’è un modello di
gioco che va bene per tutti. Ogni giocatore deve fare il gioco che si
sente. Un giocatore che vince poco, dice: “io mi sento di vincere, però,
non vinco mai”.
Uno di loro gli dice : “perché non fai l’arbitro?”. Il filosofo del
gruppo dice: “il gioco è come quando scegli un cane. Questo
rassomiglia sempre al padrone. E’ una questione di sintonia”. I ragazzi
72
I ragazzi guardano le Stelle
dicono: “è vero, a volte sembrano gemelli”. Poi riprende il gioco. Però
un ragazzo dopo aver vinto, chiama l’avversario “barboncino”,
“cucciolo”. Altri “peluche”. I vincitori con orgoglio si proclamano “lupo”,
“mastino”, etc, etc. Inizia una serie interminabile di soprannomi, che si
trasformeranno in: “tartaruga”, “leone”, “elefante” “babbuino”,
“cobra”. Così chiudono la serata.
73
Enzo Pettinelli
ANTON STIPANCIC
Il flipper
Praga: Stipancic campione d’Europa a squadre
Stipancic, jugoslavo, mancino, faccia forte e squadrata. Capelli
abbondanti, girano a ferro di cavallo fino a coprirgli le orecchie.
Diventa campione d'Europa a squadre (con Surbek e Karakasevic)
contro la Svezia. A Pyongyang nel '79 è campione di doppio con Surbek.
Si allena spesso con Karakasevic, suo compagno di nazionale.
Quest'ultimo impugna a penna, ha un'impostazione di gioco orientale.
Avere nella società dei giocatori che assomigliano agli avversari
favorisce la preparazione. Stipancic è noto come il castiga orientali.
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I ragazzi guardano le Stelle
La mitraglia
Quando è in gara sembra un armadio con braccia snodate che si
mette al centro del tavolo. Respinge la palla come il funghetto di un
flipper. Il polso si adatta a tutte le posizioni e respinge a mitraglia,
anticipando appena dopo che la palla ha colpito il suo tavolo. Ha
un'armonia complessa, non facile da apprezzare. Si vede bene solo il
prodotto. E ci si chiede sempre come faccia, quell'armadio fermo al
centro del tavolo, a giocare in quel modo. Con la racchetta incassata
nella mano è sempre sulla palla, non appena rimbalza sul suo tavolo.
Poi sempre a spingere in avanti, con top spin anticipati verso il suo
avversario. Quando lo guardi ti toglie il respiro.
Diventa anche due volte campione d'Europa nel doppio maschile
con l'amico inseparabile Surbek e una volta nel misto con la Palatinus.
Nei mondiali di Calcutta nel 1975 vince l’argento ed è battuto in
finale da Jonyer 21 a 19 alla bella.
75
Enzo Pettinelli
Il mio allenatore mi dice che l’importante è vincere. I miei genitori mi
dicono la stessa cosa. Cribbio! Ci sarà pur qualcosa di meno importante
che possa fare per loro?!
1977 - Loro non l'avrebbero mai fatto
Nel piccolo gruppo si forma tecnicamente anche una ragazza di
un’altra società. Così in tre parteciperanno con la nazionale ai
Campionati del Mondo in Inghilterra. Un giapponese diventa campione
del mondo battendo in finale un cinese. Corrono molte voci che i cinesi
abbiano fatto vincere un giapponese per ragioni diplomatiche. I ragazzi
rimasti a casa, non ci possono credere, loro non l’avrebbero mai fatto.
Continua il racconto: nei tempi di attesa, i giocatori orientali
formano gruppi per nazioni e sono sempre molto seri. Al contrario gli
europei, si mescolano fra di loro, discutono e sono allegri. Si ha
76
I ragazzi guardano le Stelle
l’impressione di assistere alla vita di due mondi completamente diversi.
I cinesi, nel gioco, battono e sparano, è il cosiddetto gioco “della terza
palla”: servizio, risposta e tiro a punto. Gli europei giocano di fantasia.
77
Enzo Pettinelli
MITSURU KOHNO
Gioco a doppia ala
Birmingham. 34esimi Campionati del Mondo
È allestita una fiera enorme. Si gioca, si mangia, ci si riposa, si
gioca e si rigioca. Fino alla cena. L'albergo è lontano, un'ora e più di
pullman. Così per dieci giorni. 30 tavoli da gioco. 70 tavoli da
riscaldamento,
che
montano in continuazione.
Kohno,
giapponese,
diventa campione del
mondo contro il cinese
Guo Yuehua. Kohno,
occhiali da vista, spalle
grandi, robusto in tutto il
fisico. Gioca a penna con
puntini. Il suo aspetto
calmo, riflessivo e preciso
nei gesti, ti fa pensare
all'ormai
tramontato
samurai. È diverso nel
gioco dai suoi compatrioti
giapponesi. Nel rovescio
ha
l'arma
più
sorprendente. Si china
avanti - sinistra, poi si
apre e spara bordate. Col
braccio libero armonizza
bene il gesto.
78
I ragazzi guardano le Stelle
In semifinale batte per 3 a 0 Huang Liang, il cinese che con i
puntini lunghi ha sconvolto l'Europa due mesi prima. Il suo passaggio è
stato come una meteora.
Titolo in palio
Kohno scende in campo e fa due palleggi di riscaldamento. Gli
arriva una palla sul rovescio, con movimento dall'alto verso il basso,
esegue un bloc che rinvia tagliato. La palla sembra giocata con un
antitop. Fra il pubblico c'è sorpresa e meraviglia. Si crea un'aspettativa.
Non lo farà più.
Scaduti i 3 minuti regolamentari, l'arbitro ferma il gioco. Lancia la
moneta, per il sorteggio: chi vince può scegliere il lato dove giocare o il
servizio. Poi l'arbitro, con la mano, invita a dare inizio al gioco. Non si
avvertono emozioni. Nelle due panchine, allineati, tecnici e giocatori
iniziano a muovere con sincronismo le teste. Il pubblico fa altrettanto.
Kohno, nel gioco, spinge in avanti la racchetta, sia col diritto che col
rovescio. È piazzato al centro del tavolo e fa un gioco lineare come se
giocasse a tennis. Quando tira il diritto il movimento del corpo è
impercettibile. Con il rovescio, pur scorrendo, il gesto è elaborato.
Veloce inchino e veloce ritorno verticale del corpo. Il braccio scorre
bene. Non c'è volume di gioco di gambe. Sembra un gioco fatto solo
d'inchini.
È passato molto tempo, da quando l'avevo visto giocare. Nella
mente conservo ancora il ricordo; il luccichio degli occhiali. Un fisico
robusto. Un gran numero d'inchini che faceva all'avversario. Il più lento,
il più lungo, il più bello, il più gentile, l'ha fatto stringendo la mano al
cinese alla fine dell'incontro. Alcuni dicono che i cinesi avevano deciso
di farlo vincere. Guo Yuehua in difficoltà, non aveva l'anticipo.
Sembrava rassegnato. Nella storia delle finali mondiali i giapponesi
incontrano due volte i cinesi e vincono.
79
Enzo Pettinelli
Se penso di vincere, perdo. Se penso di perdere, perdo. Non so più cosa
pensare.
1978 - Tutti vogliono provare
Agli europei emerge un ungherese. Si torna a parlare di questa
scuola di pensiero dove i giocatori tirano colpi con il braccio teso. C’è
stato qualche allenatore dalle nostre parti che ha infilato un tubo di
cartone nel braccio dei suoi allievi per bloccare il gomito e tirare colpi di
top-spin potenti. Anche i ragazzi provano e riprovano. Qualche colpo
riesce, ma lentamente ritornano al loro gioco.
Finalmente arriva la gomma dalla Cina. Il ragazzo si presenta con
la nuova racchetta, senza dire niente. Sfida subito il più bravo, però non
riesce nemmeno a battere. Sbaglia subito. Il gioco un disastro. Gli amici,
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I ragazzi guardano le Stelle
si accorgono e lo prendono in giro. Lui deluso confessa. Però tutti
vogliono provare la nuova gomma. Si rendono conto che occorre
conoscere come si utilizza. Così provano e riprovano, cercando di capire.
81
Enzo Pettinelli
GABOR GERGELY
L'estroverso
Duisburg (Germania): Gergely diventa campione d'Europa
Gergely, Jonyer e Klampar, ungheresi. A Pyongyang 1977,
campioni del mondo a squadre. Tre nomi, tre giocatori. Una scuola,
quella ungherese. Tre modi diversi di giocare. In comune hanno nel top
spin la partenza dal ginocchio, il movimento ampio, la conclusione alta.
Gergely, allegro, estroverso. Baffi alla Gengis Khan, occhi scuri e
profondi, viso simpatico. Capelli abbondanti e ricci che sembrano
cotonati. Solo lui li sa portare con disinvoltura, un altro si sentirebbe
imbarazzato. È il biglietto da visita della sua esuberanza, della sua
creatività.
Il suo gioco
Il top di rovescio finisce alto, a braccio teso, verticale sopra il
corpo in estensione massima. Sembra che voglia salutare qualcuno.
Qualcuno che sta lontano, lontano al di là della folla. È unico in questo
colpo. Gli altri nemmeno gli si avvicinano. È la sua invenzione, non
sembra che abbia una logica quel gesto. Ma è un colpo micidiale. Per
quei tempi il top di rovescio era un colpo da non fare. Si preferiva
spostarsi e colpire di diritto. Invece lui si esalta, quando parte dal basso
e va in verticale, verso il cielo.
Personalità
Negli anni '70 Gergely è uno dei precursori del gioco totale. Nel
'75 l'Ungheria ha imposto la propria scuola con Jonyer, campione del
mondo di singolo. Ma gli ungheresi si erano preparati nel gioco corto,
82
I ragazzi guardano le Stelle
sotto rete. I servizi con poco effetto, ma più corti possibile. Il gioco è
costituito da colpi larghi e di lunga esecuzione.
Il viso di Gergely partecipa al gioco, cambia espressione, storce la
bocca, il naso, poi si riapre, si distende, burbero, sorride, un'altra
smorfia, è il viso che mima ogni colpo. Ti trasmette la sua emozione, il
suo stato d'animo, la sua concentrazione, la sua meraviglia.
Nei mondiali di Pyongyang, nel '79, la squadra ungherese batte la
Cina per 5-1: è un punteggio sconvolgente. La Cina da diversi anni
sperimenta con successo la teoria della terza pallina, che significa
ottenere il punto nel più breve tempo possibile. Studio di un anziano
professore cinese.
Cina - Ungheria
Siamo in finale. L'Ungheria schiera: Gergely, Jonyer e Klampar. La
Cina: Guo Yuehua, Lu Oiwei e Li Zhenshi. Il palasport è gremito. I
83
Enzo Pettinelli
ventimila posti sono già stati occupati da diverse ore. Il pubblico è
tutto per la Cina. L'Ungheria è una nazione che si perde nell'Europa. È
poco conosciuta. Scendono in campo per il primo incontro, Gergely e
Guo Yuehua. Gergely al servizio, la Cina è pronta a sferrare l'attacco;
palla corta, lenta e che sembra priva d'effetto. Guo s'avventa, e lancia
il suo attacco, fuori. La palla sembra senza peso. Il cinese guarda subito
la panchina, parte un cenno incomprensibile. Le cose non cambiano,
Guo è disorientato. 4 -1. Serve Guo, servizio veloce, è subito pronto
all'aggressione. Gergely ritarda la risposta, rinvia lento e carico di top
spin. Guo scalpita, la palla non gli arriva mai. Il ritmo di gioco è troppo
lento, non ce l'ha scritto nel DNA, lui è frutto della selezione ritmica
della terza palla. Selezione scandita a tempo di rock, emotiva, senza
pensiero. Risponde, la palla rotola a rete. Fuori tempo. Gergely impone
un gioco di valzer. Strauss sembra il suo maestro: c'è tempo di pensare
e di vedere. Anche i capelli da musicista eccentrico gli si addicono. Alla
fine dell'incontro Jonyer lascia la bandiera a Guo Yuehua e Klampar
contro Lu Qiwei, vince alla bella per 21 - 10 facendo esplodere il
rovescio e la panchina ungherese, in un fragore di urla e di gioia. Il
pubblico applaude ma è amareggiato per la prestazione della vicina e
amica Cina. Lascia il palasport, con la confusione nella mente. Il modo
e il gioco scioccante degli ungheresi ha sconvolto il pubblico di casa.
Dopo la sconfitta di Pyongyang i cinesi abbandonano la teoria della
terza palla. E danno inizio allo studio dell'impugnatura europea, che
apre il gioco anche al top spin di rovescio, che è stata l'arma efficace e
spettacolare del successo ungherese.
Gergely termina felice il suo incontro. E' sereno anche quando non
esce vincitore. Non trasmette mai la sofferenza dello sconfitto. È
generoso, è onesto, sa che anche il suo avversario può vincere. Sa che
in questo sport non ci sono furbi. Vive il gioco con lealtà trasparente.
Quando perde non soffre, gli dispiace. Dispiace anche al pubblico che
lo segue sempre con simpatia.
84
I ragazzi guardano le Stelle
Però se lo guardi, ti sorride ugualmente. E sei contento di
contraccambiare.
85
Enzo Pettinelli
Da quando ho messo la racchetta nel microonde e vinco, non faccio più
ridere nessuno. E pensare che prima ero famoso per le mie battute
spiritose.
1980 - Non è una gomma cinese misteriosa
Nella piccola palestra, irrompe una notizia devastante. Un inglese
vince il titolo europeo, con una racchetta che annulla l’efficacia del topspin. I ragazzi sono disorientati. Il modello di gioco ungherese che ha
tanto incuriosito, ora viene annullato. C’è un momento di confusione.
Il gruppo, che ha un gioco, ben formato e ormai importante, è un
po’ preoccupato. Si dice che l’inglese abbia usato una gomma anti-top,
che loro già conoscono, e non è una gomma cinese misteriosa. Sorpresi
si chiedono come abbia fatto...
86
I ragazzi guardano le Stelle
JOHN HILTON
Dalla polvere all’altare
Berna (Svizzera): John Hilton campione europeo
L'inglese John Hilton, nella vita assicuratore, 32 anni, robusto,
lineamenti marcati, capelli alla Beatles. Diventa campione d'Europa
battendo in finale il ceco Dvoracek, per 3 a 0.
Gentile e elegante nei modi, un vero gentleman. Nel gioco è il
"brutto anatroccolo". Usa una gomma antitop e una liscia. Gioca vicino
al tavolo, con grande sensibilità. Gira la racchetta sulla mano,
velocemente e risponde alternando le due facce. Le gomme hanno lo
stesso colore nero (nell'82 il regolamento imporrà il doppio colore per
la racchetta, una faccia nera e l'altra rossa). Capisci quando ha risposto
con l'antitop perché la palla arriva più lenta e più corta. E' sempre
troppo tardi per una buona risposta. Devi fare attenzione poiché la
palla può ritornarti, oltre che a destra, anche a sinistra, a sorpresa,
lunga o corta. A queste sorprese eravamo abituati dai cinesi, non da un
gentleman. è stato il primo ad usare l'antitop in questo modo.
Quando lo guardi in viso, in gioco, è rassicurante, saresti felice di
stipulare una polizza con lui. Se gli guardi la racchetta e il modo
"sbirolo" con cui risponde in gioco, pensi subito che hai fatto bene a
non sottoscriverla. Prima di arrivare in finale ha dato 3 a 0 a Parietti (Fr)
e a Grimtsrup (Dan) e 3 a 1 a Lieck e a Kreiz (ungherese). Solo Gergely,
in semifinale, è arrivato alla quinta partita.
87
Enzo Pettinelli
La vita sportiva
Ha iniziato a giocare a 17 anni. Dopo qualche anno sospende e per
due anni fa un po' tutti gli sport, soprattutto la ginnastica. A 23 anni si
trasferisce in Austria dove gioca in un club e allena bambini.
Ritorna a 25 anni in Inghilterra. Dai 25 anni fino ai 31 passa, via via,
dal 16esimo al 3° posto della classifica inglese ed entra nella rosa della
nazionale. Dopo la vittoria del titolo europeo dichiara: “Non riesco
ancora a crederci, sono felice soprattutto per l'Inghilterra. Questo
titolo è importante per il nostro tennistavolo; forse domani lo sarà
anche per me”. E' arrivato 5° nelle classifiche mondiali nel 1981.
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I ragazzi guardano le Stelle
Da quando ho iniziato a frequentare amici che hanno gli stessi miei
difetti, non ho avuto più il problema di correggerli.
1981 - Poi si è diffuso nel mondo
Un ungherese vince la coppa del mondo. Si racconta che, prima di
un allenamento, abbia incollato le gomme troppo in fretta. Così la colla
non si era asciugata bene. E si è accorto che la pallina andava più
veloce, con meno fatica. Il segreto è rimasto qualche tempo in
Ungheria. Poi si è diffuso nel mondo.
La novità ha portato due cambiamenti inaspettati. Il primo, ha
allungato la vita agonistica dei giocatori maturi. Il secondo è che i
giovani che stavano imparando a giocare, hanno cominciato a dare
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Enzo Pettinelli
strati su strati di colla. Inaugurando un periodo di imbarbarimento.
Come se questa fosse l’unica soluzione ai loro problemi tecnici. Così, in
Europa, il tempo si è fermato. Mentre nel mondo misterioso della Cina
non si avvertono mutamenti.
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I ragazzi guardano le Stelle
TIBOR KLAMPAR
Genio e sregolatezza
Kuala Lampur: Klampar vince la coppa del mondo
Gara con rappresentanza di giocatori continentali con inserimento
dei migliori del mondo per un totale di 16 partecipanti.
Altezza media. Magro, compatto. Muscolatura lunga. Torace
rotondo con spalle un po’ ricurve. Faccia monoespressiva. È un incrocio
fra un gitano triste e un mongolo. Capelli scuri corti, ricurvi in avanti. In
gara e fuori non ride mai.
Quando gioca il doppio maschile si "becca" sempre col suo
compagno. Quando gioca il misto, com'è successo agli europei del '78 a
Duisburg, la compagna entra, gioca, esce in lacrime. E lui la rimprovera
sempre, andandogli dietro, come un segugio, anche quando va a
raccogliere la pallina. Lei ha gli occhi rossi, la testa bassa, è sconvolta,
imbarazzata. Lui è sempre serio, convinto, non sente che dalle tribune
tutti lo guardano. La naturalezza del suo comportamento così forte, un
po’ ingenuo, gli dà un tocco di genuinità. La malcapitata non
rappresenta più la vittima, diventa un mezzo che esalta la sua
autenticità, come in gara. Lui è intollerante nel gioco costruito, salta i
passaggi intermedi e va subito al sodo. Nel gioco è la sua caratteristica.
Si può sentire, guardandolo giocare, un misto fra disagio e meraviglia.
Si muove lo stretto necessario. Sembra al rallentatore. Non fa
movimenti inutili. Utilizza scorciatoie. Avverti delle vibrazioni. Gli altri
corrono, lui cammina. Se c'è un insetto che gironzola e infastidisce, gli
altri lo scacciano, lui l'ha già afferrato.
In questo gioco scarno e rallentato i suoi colpi in fase d'attacco,
quando la pallina lascia la racchetta, partono come proiettili. C'è
qualcosa che non si capisce. Come può una racchetta colpire a
rallentatore e far partire una pallina così veloce? Pensi all'anomalia del
personaggio. Però non può essere una spiegazione. Lui tocca piano, si
91
Enzo Pettinelli
avverte una specie di vibrazione in tutto il suo corpo, e la palla scatta
veloce.
Una partita di biliardo
Ricordo la prima volta che ho visto una partita di biliardo. La biglia
rossa si avvicinava piano piano verso il pallino. Punto fatto, mi sono
detto. Però tocca il pallino e questo parte, parte più veloce della spinta.
Punto perso. Come mai il pallino parte più veloce della spinta? La
stessa cosa si può osservare anche nel gioco delle bocce. Quando la
boccia tocca il pallino, questo parte di scatto, veloce, sembra impazzito.
La stessa emozione l'ho avvertita quando ho visto la prima volta
giocare Klampar. Novi Sad '74, dove vince il doppio con Jonyer. Quando
un oggetto più pesante si scontra con uno più leggero, quello più
pesante trasmette la propria velocità, aumentandola in proporzione
alla differenza del peso. Ma Klampar quando gioca fa sentire tutto il
suo peso del corpo nel momento dell'impatto con la pallina.
Klampar, con Jonyer e Gergely diventa campione del mondo a
squadre nel '79 a Pyongyang e d'Europa nel '78 a Duisburg e nell'82 a
Budapest. Il destino gli consegna i premi più belli da dividere con i
compagni. E da solo nelle gare individuali, vincerà la coppa del Mondo
nell'81. Sarà il suo migliore risultato.
Mondiali di Birmingham
1977, Birmingham: semifinale a squadre: Ungheria - Giappone.
Primo incontro Klampar - Takashima.
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I ragazzi guardano le Stelle
Stavo seguendo da qualche giorno Takashima, difensore con
gomme lisce. Mi aveva impressionato perché, dopo il terzo o quarto
taglio lontano dal tavolo, si avvicinava rapidamente, con racchetta già
alta, pronto a schiacciare la risposta. Mi aveva colpito perché ogni
taglio passava a fil di
rete e l'avversario
rispondeva con top
spin molto lavorati e
alti. Sempre uguale con
tutti, sempre lo stesso
copione. Torniamo a
Klampar - Takashima.
Servizio, primo taglio di
Takashima
senza
problemi. Top Spin di
diritto di Klampar,
secondo
taglio
di
Takashima. La palla
non sfiora più la retina.
Passa più alta. Nel
terzo taglio la palla è
ancora
decisamente
alta. Al quarto, alta,
lunga e fuori. Per me è
stato impressionante.
Quando
Klampar
faceva il top spin di diritto io vedevo perfettamente la lentezza del
gesto. Il percorso del braccio e la racchetta che partiva dal ginocchio,
per andare alta, larga e un po’ sopra la testa.
93
Enzo Pettinelli
Personalità
Quando esegue il servizio di diritto con gambe e corpo, in linea col
prolungamento longitudinale della parte sinistra del tavolo, è
essenziale. Appena toccata la palla sposta la gamba destra verso il
centro del tavolo, ed è già pronto per la sua azione. Mentre attende il
servizio, non sta mai fermo. Porta la mano sul collo. Muove la
racchetta con gesti rapidi. Fa cadere la testa in tutte le direzioni. Alza
un piede. Dà una scrollata alle spalle. Poi all'improvviso esplode. Tocca
la palla. Per un attimo si blocca. Poi riparte improvviso, poi si riblocca.
Poi riparte.
Nell'86 a Roma nell'incontro Europa-Asia sconfigge tre asiatici:
Vong Ju Veng (Hong Kong), Pooi He Zhiwen (Cina), infine Chan Kong
Wah (Hong Kong). Durante ogni incontro muove la testa in segno di
approvazione, quando sbaglia. Invece, dondola la testa e muove le
braccia in segno di sconforto, quando fa punto. Tibor Klampar, genio e
sregolatezza.
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I ragazzi guardano le Stelle
Mia nonna mi ha regalato una pallina da ping-pong. Poi si è
raccomandata: “ci devi giocare solo te”. Cribbio!! Come faccio?
1982 - Di sicuro si vede meglio
Oltre di racchette e gomme, i ragazzi parlano spesso della nuova
pallina più grande che la federazione mondiale vuole adottare. I
migliori del mondo sono contrari. Alcuni pensano serva per rallentare il
gioco e battere i cinesi.
Riusciamo a procurarci un paio di palline e ci giochiamo. Di sicuro
si vede meglio, quando si gioca.
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Enzo Pettinelli
BETTINE VRIESEKOOP
Potenza e femminilità
Budapest: Bettine campionessa d’Europa
Bettine Vriesekoop, 21 anni, olandese, batte Mannersley
(Inghilterra) al quinto set per 21 a 16 e si laurea campionessa d'Europa.
Corpo atletico che non guasta nella donna. Lineamenti regolari, capelli
a caschetto. La posizione al tavolo è centrale. Gambe ben modellate.
Posizione dinamica, composta e gradevole in attesa del servizio. Si
muove con eleganza. Nel gioco è veloce e sicura. Nel viso c'è forza e c'è
grinta. Il top di diritto è bello e potente. Il rovescio è anticipato di
scambio. Quando non gioca, non è ferma. Si muove, cammina ai bordi
dei campi da gioco.
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I ragazzi guardano le Stelle
Cammina, cammina. Ogni tanto si ferma, con occhi profondi
guarda lontano. Come se aspettasse qualcuno che sta ritardando. Poi si
riprende, si muove e cammina, con viso aggraziato e un po’
preoccupato. Non ha il gioco usuale di chi taglia, palleggia e poi attacca
improvviso o di chi scambia veloce, in modo asfissiante. Oppure di chi
attacca con gesti "guastati" e con faccia irritata. Lei ha il gioco
dell'uomo che interpreta bene col corpo di donna. Questo è uno sport
anomalo. Le società sono miste. L'uomo fa scuola. Le donne subiscono
lo stile. Non ci sono ancora donne che hanno studiato il gioco sul corpo
di donne. E questo si sente.
A distanza di 10 anni Bettine vince il secondo titolo europeo. Le
donne, nel gioco, si sono un po' ingentilite. Nel '92, a Stoccarda, sale
nuovamente sul gradino più alto d'Europa.
Dopo 16 anni in Olanda
Ho conosciuto Bettine
personalmente in Olanda, nel
'98. Sabrina Moretti, dopo il
successo del body, è stata
invitata per un'esibizione. (La
ragione dell’invito è che
questa ragazza, durante una
gara ha indossato un body.
L’arbitro l’ha invitata a
cambiare abbigliamento. Ne è
nato un caso, prima nazionale,
poi internazionale.
Dopo
lunghe pressioni da parte della
stampa nei tornei nazionali il
body è stato accettato.
Enzo Pettinelli
Televisioni e stampa di tutto il mondo ne hanno parlato per molti anni).
La manifestazione presenta le squadre olandesi all'inizio del
campionato. L'esibizione è un'invenzione della Vriesekoop. È un teatro
stracolmo, un tavolo sul palco. Si spengono le luci. È tutto in penombra.
Le luci sono psichedeliche. Nel sottofondo una musica di Madonna,
ritmata. Dall'alto cadono, scendono e poi rimbalzano dei palloncini
bianchi. Bettine e Sabrina Moretti entrano in scena ballando. Indossano
dei body disegnati da Bettine. Hanno fasce fosforescenti. Anche le
scarpe e i polsini sono fosforescenti. Al tavolo le due prendono un
palloncino e giocano a ping pong. I gesti sono lenti. Si intravede bene la
figura femminile. Il movimento rallentato è piacevole. Ti fa capire
quanto è complesso un gesto.
Osservi chi colpisce e chi si prepara. Le luci e la musica
accompagnano ogni movimento. Il palloncino danza dalla racchetta al
tavolo. Al rallentatore. Puoi spostare la vista senza perdere la scena. È
una danza fatta con i gesti del tennistavolo (che hai visto sempre
troppo veloci). Così sono belli. Hai guardato sempre la pallina, come
protagonista. Ora sono loro al centro dell'attenzione. Diventa un gioco
da gustare. Ti rilassa corpo e mente. Sono gesti per chi vuole imparare.
È un'atmosfera irreale, onirica. Poi la fine. Le luci. Con le luci tutto
svanisce. Il pubblico aveva trattenuto l'applauso, sorpreso, per non
disturbare. Poi si libera. Sul palco, un tavolo, un arbitro. Una pallina
sperimentale. Quaranta millimetri di diametro invece di 38. Seconda
esibizione. Gioco veloce, la pallina ridiventa protagonista. I gesti delle
atlete, anche per il contrasto, svaniscono, ti senti un po’ male.
A cena, tutti invitati. Una cena all'italiana. Con Bettine abbiamo
parlato del valore didattico e spettacolare dell'esibizione. Abbiamo
pensato di riproporlo altrove. Ne abbiamo parlato anche con Peter Paul
De Vriend, segretario mondiale dei giocatori. Lo abbiamo ringraziato
per l'organizzazione. Ho trovato Bettine intelligente e attenta. E ho
visto che i suoi occhi non cercano più lontano. Forse ha trovato quello
che cercava.
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I ragazzi guardano le Stelle
Se il vostro avversario vi ripete in continuazione un colpo a cui non
sapete rispondere, non arrabbiatevi. Ci mette tanta buona volontà nel
ripeterlo sempre uguale.
1982 - I misteri che racchiude la Grande Muraglia
Svedesi primi e secondi agli europei. E’ da tempo che si aspetta un
risultato della scuola svedese. Gioco veloce, bello e stilisticamente
composto. Uno dei due è giovanissimo. Ha solo 15 anni! Il vincitore è un
mancino.
I ragazzi, e con loro tutta l’Europa, sperano di vederlo presto
contro un cinese. La cina non ha mai vinto un titolo mondiale con un
mancino. Forse dipende dall’impugnatura? Non si conoscono le ragioni.
Sembra un altro dei tanti misteri che racchiude la grande muraglia.
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Enzo Pettinelli
MIKAEL APPELGREEN
L'incrollabile
Budapest: Appelgreen campione europeo contro il quindicenne
Waldner
Mikael Appelgreen, svedese, mancino. Atipico per la scuola
moderna svedese. Gioca molto di braccio. Il corpo partecipa con
movimenti brevi e forti alle azioni. Si sposta con passi decisi. Il fisico
non è appariscente. Il viso e l'espressione sono da bravo ragazzo. E
questo può ingannare. Dentro è forte, risoluto. Per la Svezia
rappresenta la solidità e la sicurezza. Quando è indietro con il
punteggio sai che può rimontare. Quando è avanti ti puoi rilassare,
tanto all'avversario non regalerà nulla.
Il suo gioco
Gioca da media distanza e spesso si allontana. Aspetta sempre di
avere la pallina vicino al corpo. Poi la gioca. Non cerca l'anticipo. Non
mette velocità al gioco. Alla velocità dell'avversario aggiunge la sua
forza e la rotazione. Col rovescio sfrutta la velocità della palla in arrivo.
La piazza bene con un po’ di rotazione. Oppure la respinge a foglia
morta per non regalare potenza all'avversario. Ricalca Alsér, campione
europeo svedese del '62. Col diritto è potente. Si trova bene anche in
difesa alta.
Ricordo Alsér quando lo incrociavamo con i giocatori della
nazionale svedese nel corridoio esterno ai tavoli da gioco durante le
gare internazionali. Io mi trovavo con le ragazze della nazionale
italiana, poiché in quel periodo ero C.T.
Alsér, sempre sereno e gioviale, ci regalava un bel sorriso che noi
contraccambiavamo con piacere. Le ragazze erano molto affascinate
dal suo andamento un po’ dondolante e dall’espressione scanzonata.
100
I ragazzi guardano le Stelle
Mi aveva colpito una sua frase: “Quando un giocatore in gara non
riesce a seguire i consigli dell’allenatore, è meglio lasciarlo giocare
come vuole.” Io ne ho fatto tesoro.
Roma 1979
Agli europei giovanili di Roma, nel '79, Waldner era diventato
campione europeo allievi mentre nella gara juniores a squadre la
Svezia aveva vinto l'oro con Appelgreen, Persson e Lind.
Questi tre giocatori insieme a Waldner, rappresenteranno in
seguito la grande riscossa svedese a livello mondiale.
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Enzo Pettinelli
1982, Budapest: campionati europei
Appelgreen, 21 anni, ha di fronte Waldner, anche lui svedese, di
appena 15 anni e considerato il nuovo fenomeno mondiale.
Titolo europeo assoluto. Waldner scende in campo un po’ assente
e distratto. Forse sente che questa finale è arrivata troppo presto per
la sua età. Appelgreen è già concentrato. Determinato. Sono anni che i
due si allenano insieme. Appelgreen sa che in gara Waldner può
inventarti qualcosa di nuovo. L'ha già sperimentato in allenamento.
Waldner parte subito con un gioco delicato, leggero. Appelgreen non ci
casca, punta sulla regolarità. Waldner sviluppa un gioco spettacolare,
fresco. Il pubblico è tutto per lui. Due set a zero per Waldner.
Appelgreen non è il tipo che si scoraggia. Sa anche che Waldner
può perdere l’ispirazione. Riparte come se nulla fosse successo, come
una macina gioca e rimette la palla sempre sul campo avversario.
Due pari. Alla bella, con gioco un po’ alterno, vince Appelgreen per
21 a 19. Il pubblico applaude il vincitore e lo sconfitto. Per otto anni
consecutivi questo titolo sarà della Svezia. Appelgreen gli dà la mano,
gli sorride e gli dice: ci hai provato? Waldner sorride e fa finta di niente.
Poi si abbracciano.
102
I ragazzi guardano le Stelle
Se siete tentati di parlare dopo una sconfitta, non preoccupatevi. Tanto
quello che direte non lo ricorderà nessuno. Mentre della sconfitta si
ricorderanno tutti.
1983 - Nel gruppo c'è interesse per la novità
Da Tokyo arriva la notizia che un cinese è diventato campione del
mondo. Ha un gioco meno aggressivo dei suoi connazionali. Alcuni
pensano che i cinesi stiano preparando il gioco per la nuova pallina, che
avrà un diametro di 40 millimetri anziché 38 millimetri.
Nel gruppo c’è interesse per la novità. I meno bravi sperano di
avere dei vantaggi dalla novità. I più bravi sono perplessi. Le discussioni
sono molto accese in tutto il mondo. Alcuni giocatori si sono trasferiti e
giocano in altre città. La vita dei giovani continua.
103
Enzo Pettinelli
GUO YUEHUA
L'infedele
Tokyo: campionati del mondo
Guo, capelli scuri, mascella forte, viso scavato. Quattro mondiali,
quattro finali consecutive. Due argenti e due ori. Non è un cinese
quando gioca. È cresciuto immerso nel ritmo della terza palla. Forse si
è ribellato o forse gli è fuggito dal sangue. È Guo che ha perso il primo
punto, con Gergely, a Pyongyang nell'incontro a squadre, dove
l'Ungheria ha fermato l'onda gialla e travolgente della Cina. Forse ne
ha fatto tesoro. Guo accetta e si confronta col pensiero dell'avversario.
Rispetto alla tradizione è un infedele. Il fisico è compresso ma non
esplode, è come una palla che si muove in tutte le direzioni con
rapidità, senza sforzo apparente. Impugna a penna e usa una gomma
liscia. Col diritto gioca in progressione, dove è meglio non accettare lo
scambio. Colpisce la palla con il movimento di un discobolo. Nel
rovescio gioca sia vicino che lontano. Quando è lontano dal tavolo, con
torsione del corpo, colpisce e spinge, come una molla che
all'improvviso si libera. Quando meno te l'aspetti si sposta e spinge con
il diritto, con potenza, come fa un tennista da fondo campo. Il
movimento è a braccio teso e ruota in avanti con estensione.
Titolo mondiale
Al terzo turno incontra Bengtsson, già iridato nel 1971. 2 set a 0
per Guo. Al terzo set conduce per 20 a 17. Guo al servizio, Bengtsson
alza la mano, non è pronto per ricevere (chi serve deve attendere che
l'avversario sia pronto). Bengtsson si concentra, si prepara come se
ancora fosse all'inizio di gara. Guo serve, Bengtsson palleggia di
rovescio, Guo chiude partita e incontro con un diritto micidiale.
Bengtsson è un duro, oppone sempre una resistenza incrollabile. Con
104
I ragazzi guardano le Stelle
Guo non c'è niente da fare. Ha un gioco arioso e, in fatto di durezza,
non prende lezioni da nessuno.
Ottavi. Ha di fronte l'americano Boggan, non è più tempo della
diplomazia del ping-pong: 3 a 0. Quarti: ora ha un cinese, Fanchamao,
pennaiolo e praticante della terza palla. Lo batte per 3 a 1. Semifinali:
se la deve vedere con il rampollo della nuova dinastia del tennistavolo
cinese, Jiang Jialiang.
105
Enzo Pettinelli
La cacciata dal tempio
Quando ha iniziato a giocare, la cultura della terza palla regnava
incontrastata in tutta la Cina. Ci vorranno 5 set per domarlo. Ancora un
altro cinese. E' la finale; Cai Zhenhua, campione del mondo a squadre è
il punto di forza della Cina per questi incontri. Guo invece non è
utilizzato volentieri dalla squadra. Cai, mancino, impugna all'europea,
usa una liscia e una antitop. Ricalca le orme di gioco cinesi della teoria
della terza palla. È una variante del non gioco, del non dialogo. E' un
fedele. Guo parte sicuro, contro quel gioco ha troppe risorse. Lo
martella e, come ha fatto con gli altri cinesi, lo caccia dal tempio e lo
mette in ginocchio. Guo ha espresso libertà di gioco e di pensiero. Per
il mondo, forse, è un altro cinese che vince. Per i cinesi, forse è
l'infedele al trono.
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I ragazzi guardano le Stelle
Se nella vostra società c’è un giocatore che è antipatico, fate in modo
che non se ne vada, potreste essere voi a prendere il suo posto.
1985 - Sono figli del benessere
Ora il piccolo gruppo ha una nuova palestra con 9 tavoli. Un
ragazzo arriva in palestra e dice: “Waldner ha perso in finale, contro un
cinese”. Il gruppetto che si allenava interrompe il gioco. Sono tutti
dispiaciuti. Speravano nel loro idolo. Chiedono più notizie, ma il ragazzo
non conosce altro. Per sapere di più dovranno aspettare un loro
compagno di società che ha partecipato alle gare. Però il gruppo non è
più lo stesso. Se ne è andato lo sponsor. Molti giocatori lasciano o
vanno a sistemarsi in altre società. La società ora ha una palestra con 9
tavoli. La scuola prosegue con nuovi giovani. L’allenatore continua il
suo lavoro. I nuovi arrivati sono figli del benessere. Occorrono nuove
riflessioni e adeguarsi ai tempi. Uno dei nuovi arrivati chiede: “come
posso vincere, faticando il meno possibile?”.
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Enzo Pettinelli
Dopo una sfida fra i due migliori del gruppo si riparla del titolo
mondiale che si è svolto a Nuova Delhi. In questa occasione, ben 3 del
gruppo hanno fatto parte della nazionale. Al ritorno raccontano:
“durante le gare, nel palasport ,si sono rotti alcuni vetri. Così durante il
gioco si vedevano piccioni, che volavano e rincorrevano le palline per
aria. Ad un arbitro, con la faccia rivolta in su per guardare una pallina
giocata alta sopra il tavolo, è caduto un escremento in un occhio. Così
hanno dovuto sostituire l’arbitro”. I ragazzi tutti a ridere e ripetono il
nome di un arbitro antipatico di loro conoscenza...
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I ragazzi guardano le Stelle
JIANG JIALIANG
L'americano
1985, Göteborg: Campionati del Mondo
Jiang Jialiang, nato a Guang Rong, ha 21 anni. Giovane realtà della
nuova dinastia del tennistavolo cinese che dominerà la scena mondiale
dal 1985. Due titoli mondiali. Uno contro il compagno di squadra Chen
Longcan, l'altro contro Waldner, svedese, la nuova stella europea.
Jiang Jialiang, moro, capelli composti, faccia tirata, fisico scattante,
aspetto giovanile e volitivo. È soprannominato l'americano. Porta Ray
Ban e non si stacca mai dal walkman. Impugna a penna. Il servizio di
diritto è rapido. Non appena la palla lascia la racchetta sposta le gambe
nella posizione base con gesto aggraziato e veloce. In questo è più
veloce di Waldner. Fa punti, è veloce, e determinato.
1987, Nuova Delhi: Campione del mondo di singolo
Jiang è il campione in carica. Waldner la realtà e speranza europea.
Un cinese e un europeo s'incontrano per la finale mondiale. È dal 1959
che non si ripete l'evento. La prima volta è stata a favore della Cina.
Waldner è un po’ nervoso. Jiang ostenta sicurezza, l'espressione è
feroce. L'incontro è sul 2 a 1 per Jiang e 20 a 19 per Waldner. Un punto
per la bella e per respirare. Jiang, dopo uno scambio con il rovescio,
incrocia con il diritto, Waldner è fuori tempo. Ha già perso molti punti
così. 20 pari. Jiang raccoglie la pallina e, camminando, fa il giro del
tavolo passando davanti a Waldner. Col pugno chiuso verso l'alto
brandisce e si incita. È un'invasione territoriale e psicologica. Il
regolamento non lo vieta. Il pubblico segue con applausi e con
tensione. Waldner è pronto per ricevere. Jiang si avvicina al tavolo,
finge di riprendere il gioco. Poi prende l'asciugamano e fa un altro
giretto. Waldner sopporta e nasconde tutto. Però è sicuramente
109
Enzo Pettinelli
infastidito. Finalmente Jiang serve, Waldner sbaglia dopo due scambi.
21 Jiang, 20 Waldner, che lancia in cielo la racchetta e la riprende al
volo. Si va avanti con punti e applausi fino al 23 a 22 per Jiang. Waldner
sbaglia col rovescio e Jiang alza le braccia e si ferma. Waldner gli va
incontro e gli dà la mano. Jiang manda un bacio con la mano alla sua
panchina. Il gesto è duro. Sembra un lancio di un oggetto pesante. Poi
si blocca. Waldner à abbattuto. Si vede che voleva questa vittoria.
Saluta tutti e va in panchina. Resta in piedi. Vicino ha l'allenatore,
spicca nella sua mano un bicchiere bianco. Si disseta. Jiang è ancora
fermo sul campo di gara. Sembra impietrito. Ha la testa china. È
immobile. Piange e trattiene. Un arbitro gli mette la mano sulla spalla e
l'accompagna verso il suo angolo. Cammina a fatica. Arriva, non guarda
nessuno. Non saluta. Non festeggia. Si gira, si siede, si piega in avanti. È
solo e continua a piangere. La scena è emblematica.
1989, Dortmund: campionato
del mondo a squadre Svezia Cina
Passano due anni. A
Dortmund (Germania) si giocano
i mondiali del 1989. Finale a
squadre, Svezia - Cina. Jiang
perde subito per 2 a 1 da
Appelgreen. La strada è aperta.
Waldner 3 a 0 a Teng Yi. Persson
3 a 1 a Che Longcan. Ora è 3 a 0
per la Svezia. Le sorti della
riscossa sono in mano a Jiang.
Ha di fronte Waldner. Primo set Waldner. Secondo set Jiang. Parte la
bella. Sull'8 a 5 per Waldner, Jiang serve di rovescio. Alza la palla e,
110
I ragazzi guardano le Stelle
mentre la colpisce, una voce interrompe. Alt, funtzu neun, 5 - 9. La
mano che ha alzato la palla, è partita sotto il piano del tavolo. Il
regolamento lo vieta. Punto perso senza giocare. Jiang è sorpreso. Va
dall'arbitro e contesta. Arriva Waldner, ascolta e, interrogato da Jiang,
allarga le braccia e s'allontana. Arrivano altri arbitri. Uno ripete il gesto
di Jiang. Arriva l'allenatore svedese. Si trova in mezzo ad un garbuglio
di problemi; forse si è pentito, si gira e se ne va. Xu Shaufa, l'allenatore
cinese, rimane immobile sul posto. Jiang vuole la sostituzione
dell'arbitro. Il regolamento lo prevede. Passano cinque lunghi minuti.
Jiang ripete più volte il gesto che si usa nella pallacanestro quando si
chiede un cambio. Poi, con la mano, indica che l'arbitro deve
andarsene. Tutto platealmente, muovendosi come un divo nell'area di
gioco. Il pubblico cinese urla e applaude. L'altro urla e fischia. C'è
panico, imbarazzo. Jiang torna in panchina, si siede vicino all'allenatore.
Non una parola. Teng Yi e Chen Longcan non ci sono. Non si vedranno.
Jiang è solo. Sente il peso del gesto. Porta l'asciugamano sul viso. Le
due mani fanno un po’ di pressione e resta immobile. Si ha
l'impressione che pianga. Lo farà, forse, quando sarà in camera, da solo.
Jiang è ancora seduto. Sente le gambe molli. Non può arrendersi.
Un cinese non si arrende mai. Guarda il tavolo, è lì davanti a lui. La sua
racchetta è vicina alla rete. Attende. Non è segno di resa. Poco più in là
c'è quella di Waldner. Che incombe. Waldner, anche lui, è seduto,
immobile. La stessa espressione enigmatica di sempre. Dall'arbitro, un
via vai di persone e di parole. C'è preoccupazione. La grande Cina
contesta. L'arbitro "incriminato" non fa gesti. Irremovibile, muove solo
la bocca. L'espressione è come una foto tessera, ferma ancora al
momento dell'alt.
Poi passano, come un dolore lacerante, 13 lunghi minuti. La
decisione. L'arbitro è sostituito. Si riprende l'incontro. I vocii di colpo si
spengono. I contendenti sono subito al tavolo. Regna il silenzio
assoluto. Waldner ha sempre la stessa espressione. Jiang è nervoso. Si
vede. Prende la palla e serve subito. Farà una serie d'errori per fretta.
111
Enzo Pettinelli
Schiaccerà una palla alta sul parterre. Waldner sente che è il suo
momento. Anticipa. Si trasforma in cinese. Jiang è contratto. Ha perso
velocità, set e incontro: 21 a 16.
Jiang Jialiang è pensieroso
Forse Jiang, nella mente
pensa al suo ritorno in patria.
Dopo il primo mondiale vinto a
soli 21 anni, non lo
chiamavano più piccolo Jiang.
Era stato un grande ritorno.
Un grande successo, grandi
discorsi, grandi feste. Aveva
letto e riletto, con tutta la
famiglia, gli articoli usciti sui
giornali. Nella casa del popolo
aveva visto e rivisto, registrate,
le sue imprese. Lo avevano
abbracciato proprio tutti.
Quando Jiang è nato,
finiva la carriera del tre volte consecutive campione del mondo, il
grande Zhuang Zedong. Lui vuole eguagliarlo. Conosce tutta la sua
storia. Ricorda da bambino quando la radio annunciava i continui
trionfi del grande ping-pong cinese. Si sentiva orgoglioso.
Appelgreen chiude l'incontro
Appelgreen contro Che Longcan finisce con un secco 21 a 17 e 21
a 16. Porta il quinto e l'ultimo punto del trionfo. Cina a zero. La
delegazione cinese diserterà la conferenza stampa.
112
I ragazzi guardano le Stelle
Il singolare
Per Jiang c'è ancora il titolo di singolare. La favola del piccolo Jiang
può avere ancora un lieto fine. È da giorni che gioca con una fascia alla
coscia sinistra. La fasciatura al polso destro è diventata un polsino.
Primo turno 3 a 0 a Tepper (USA). Secondo turno, 3 a 1 a Criston (UNG).
Terzo turno, 3 a 0 a LO (HKG). Ottavi. 3 a 1 a Chu (PRK). Sono rimasti in
otto. Quattro orientali e quattro europei. Quarto di finale, Jiang 0 - Yu
3 (Cina). È come se qualcuno nel cuore della notte, all'orecchio, gli
avesse sussurrato: piccolo Jiang. P-i-c-c-o-l-o J-i-a-n-g. Di colpo un balzo,
e il brusco risveglio. Occhi sgranati. Si interrompe il sogno. Per lui
saranno i mondiali maledetti.
Mi dispiace per il piccolo Jiang. Mi piace ricordarlo con i Ray Ban e
con il Walkman. Che guardava divertito e curioso le ragazze alte,
sorridenti, con i capelli come fili d'oro. L'ultima volta che l'ho visto
allenava la nazionale della Malesia. Guardava ancora il mondo
attraverso i Ray Ban. E le ragazze, con un fiore rosso, fra i capelli neri
come l'inchiostro che brillavano ai raggi del sole. Buona fortuna piccolo
Jiang. Buona fortuna.
113
Enzo Pettinelli
Se a tavola mangiate più di tutti, basta spostare questo interesse nel
gioco, potreste diventare Campioni Olimpico.
1988 - All'improvviso arriva una telefonata
Nella coppa del mondo, un polacco, considerato vecchio, vince
contro i cinesi. L’Europa ritorna a sperare nel proprio gioco. Alcuni
ragazzi raccontano che questo giocatore da giovane, giocava con la
sinistra. Poi ha cambiato braccio.
Un mancino del gruppo prova, i risultati sono disastrosi. E’
probabile che il polacco sia un ambidestro. Anche i destri provano con
la sinistra. Poi si sfidano. All’improvviso arriva una telefonata. Un loro
compagno di società, parteciperà alle olimpiadi di Seul. Tutta la città è
in festa.
114
I ragazzi guardano le Stelle
1988 – Olimpiadi
Il tennistavolo fa il primo ingresso alle olimpiadi. È una data
storica per questo sport. Il gruppo oramai trasferitosi nella grande
palestra, segue gli ultimi allenamenti del loro compagno che è pronto
per andare a Seoul. Nel villaggio olimpico si respira lo sport, senza
barriere tra le discipline. Il podio e le medaglie sono le stesse per tutti.
Si vive una vera democrazia sportiva. La presenza cinese crea grande
interesse per il tennistavolo, ma sul podio sale il coreano Yoo Nam-Kyu
che batte in finale un suo connazionale. La notizia crea grande clamore.
La grande Cina è sconfitta. Per la Corea è la medaglia più bella. Grandi
festeggiamenti al ritorno in patria. La federazione gli assegna un
vitalizio, sollevandolo dall’obbligo di un lavoro per vivere. I ragazzi che
frequentano il Centro di Tennistavolo rimangono sbalorditi. La corea è
una nazione che non partecipa alle gare internazionali in Europa. È una
scuola sconosciuta al pubblico europeo. Per questo è stata una grande
sorpresa.
115
Enzo Pettinelli
ANDRZEJ GRUBBA
Essere non apparire
Wuhan (Cina): Grubba vince la coppa del mondo
1988: Grubba, polacco, 30 anni, vince la coppa del mondo.
Ha iniziato a giocare con il padre a 11 anni. Parla il polacco,
l'inglese, il tedesco e il russo.
Immaginate un
giocatore che gioca
un po’ centrale al
tavolo, che è destro
e che quando gioca
di diritto spesso
porta il piede destro
in avanti. E ci resta.
Immaginate che in
questa
posizione
nessuno riesce a
giocare di top spin,
invece
lui
sì.
Immaginate
che
sviluppa
colpi
potenti di rovescio
come se giocasse di
diritto. Immaginate
che l'avversario lo
contrasti giocando
di top spin di diritto e che la palla a lui arrivi veloce, lontana e molto
angolata. Sembrerebbe perduta per sempre.
Niente di tutto questo. La racchetta passa in un lampo dalla mano
destra alla sinistra e con un balzo raggiunge la palla e colpisce a punto.
116
I ragazzi guardano le Stelle
Se andate a vedere giocare Andrzej Grubba, tutto questo diventa
realtà. Quando esegue il top spin di diritto o palleggia con il diritto il
piede destro si sposta in avanti e lascia il sinistro dietro. Questa
posizione soffoca sia chi lo guarda che le sue azioni di diritto. Però lui
anticipa, e tu riprendi a respirare, con un sollievo.
Il suo palleggio è corto o, a sorpresa, profondo. Poi lo alterna con
aperture sul tavolo, con la racchetta che si ferma vicino al rimbalzo e
poi parte improvvisa. Prima d'iniziare il servizio saltella con i piedi,
breve e veloce, diritto e fermo col busto; sembra che nei piedi abbia
delle molle.
Quando attende il servizio a sinistra del tavolo, spesso si sposta
subito verso il centro e mette in moto il suo rovescio. È la sua
caratteristica principale.
Grubba è un solista, nella coppa del mondo dell'88 ha battuto un
cinese in semifinale e un altro cinese in finale, Chen Longcan:
campione.
Grubba lascia un grande ricordo per la sua compostezza e serietà.
E ci insegna che l'uomo interpreta la tecnica di gioco e non la subisce. E
noi nel suo viso abbiamo sempre letto che quello che faceva era il suo
modo di essere e alla fine di ogni incontro, vinto o perso, a guardarlo ci
sentivamo bene.
Da sinistra a destra
Andrzej, da giovane, verso i 12 anni, ha iniziato a giocare con la
sinistra. Un giorno porta la racchetta sulla mano destra e gioca. Sente
che è più divertente. Non gioca bene come con la sinistra, ma alcuni
colpi scorrono meglio. E' un colpo di fulmine. Decide, "Da oggi
diventerò destro". I progressi sono rapidi. Però le gambe hanno
l'impostazione del mancino. Con questa posizione gioca abbastanza
bene. Poi impara anche l'impostazione del destro. Con le gambe è
come un pugile che cambia guardia, a seconda delle circostanze.
117
Enzo Pettinelli
Grubba è un giocatore bravo, si allena molto, 6 ore al giorno e ha
molte soddisfazioni. E' fisso nella nazionale polacca. Si avvicinano i 25
anni, si sente un po' vecchio.
La riscossa
Decide di allenarsi meno. La tecnica è ben acquisita. Gioca a calcio,
va a sciare, fa footing e gioca a tennis. Al tennistavolo dedica solo due
ore al giorno. Pensa: "Questo è il modo migliore per mantenere
l'attuale posizione e durare il più possibile". Grubba per la verità si è
stancato delle sei ore giornaliere di allenamento. Troppo monotone.
Troppo ripetitive. Con sua grande sorpresa le gare vanno meglio. E' più
concentrato. Si diverte di più. Anzi, si diverte come quando era
bambino. Poi comincia a battere giocatori che non aveva mai battuto.
Lotta alla pari con i più forti del mondo. Farà i suoi risultati migliori dai
26 ai 32 anni.
118
I ragazzi guardano le Stelle
Se vincete un incontro, e l’avversario vi dice che non si è impegnato,
rispondetegli: “grazie molto gentile!”
1989 - Un ragazzo racconta
Finalmente il sogno europeo si avvera. Waldner, il giocatore più
amato diventa campione del mondo. I giovani vorrebbero giocare come
lui. Però i ragazzi non sanno nemmeno dove incominciare. Sembra che
faccia tutto e il contrario di tutto. I più giovani, comprano la racchette
con il suo nome.
Un ragazzo racconta che, durante uno scalo aereo, complice
un’attesa troppo lunga, Waldner si sia messo a giocare a flipper. Dopo
poco è circondato da un nuvolo di curiosi. Con una sola moneta, vince
119
Enzo Pettinelli
in continuazione. Fa accendere tutte le luci, un baccano di suoni. Un
compagno di squadra lo raggiunge, lo prende per un braccio e gli dice:
“ smetti, stai perdendo l’aereo”. Lui si rivolge ad un bambino vicino che
gli faceva il tifo e dice: “continua tu, fra un giorno ritorno”.
120
I ragazzi guardano le Stelle
JAN OWE WALDNER
Tecnica e morbidezza
Dortmund: Waldner vince il primo titolo mondiale
Nel '92 è medaglia d'oro alle Olimpiadi. Waldner è ancora
campione del mondo a Manchester nel '97.
Waldner, quando gioca, sembra che guardi dal finestrino di un
treno. Un treno che va verso il mistero. Anche quando si muove, si
sposta come sui binari, in orizzontale. Non si riesce a cogliere nessuna
espressione. È come se pensasse alla meta o guardasse distratto il
panorama da dietro il finestrino. È il giocatore più amato in assoluto.
Alto, robusto, biondo che sfuma sul rosso.
121
Enzo Pettinelli
Come gioca
Il gioco è leggero. Il gesto è preciso e sicuro. Rallenta e passa
all'improvviso all'attacco. Con il rovescio non è molto aggressivo. E
spesso vedi la racchetta a sinistra, sopra il tavolo, che si muove come
se dirigesse il traffico. È un po’ come se dicesse: qui c'è il rosso. Però se
insisti, ti fa vedere che con il rovescio può fare di tutto. Ma se giochi sul
suo diritto non sai cosa ti aspetta. Dal top carico a quello scarico e
spinto in avanti, in tutte le direzioni. Ha il migliore servizio d'Europa.
Quando serve di diritto, e la palla lascia la racchetta, il corpo fa una
rotazione. Fa solo due passi. Il piede destro verso il centro del tavolo, il
sinistro dietro; così si trova subito nella posizione base. Quando gioca,
si muove in orizzontale, come se nei piedi avesse dei pattini o un
tappeto mobile che lo sposta dove va il gioco. Non avverti nessuno
sforzo dal suo volto, è come se qualcun altro lavorasse per lui. Questo
distacco gli dà un tono, lo eleva dalla fatica proletaria, dal lavoro
biblico. Sembra un re, alcuni lo chiamano il maestro. Altri nel suo gioco
pensano alla musica di Wagner. Ma queste emozioni, le avverti quando
lo sguardo lo sposti sul corpo, sulle gambe, sui piedi. Allora passi dal
fascino della notte, dove la luna poco rivela, al giorno dove tutto
s'illumina. È come una musica che va direttamente alla testa e poi
s'irradia nel corpo. È un'emozione stupefacente che ti meraviglia. Non
t'inebria. Waldner ti dà un'emozione lucida senza ubriacarti.
Un'emozione che si rivolge prima a lui e dopo al suo gioco. Perché né è
lui l'artefice cerebrale.
La tecnica
Tecnicamente ci ha insegnato anche il gioco passivo. Una specie di
difesa fatta con il blocco (muro), quando viene attaccato. Lui va subito
vicino al punto in cui andrà a rimbalzare la pallina, poi si ferma e lascia
che la pallina rimbalzi. Tocca il tavolo, poi la racchetta, che è ferma.
All'ultimo momento può modificare la direzione. Negli anni 30 e fino al
122
I ragazzi guardano le Stelle
'54 si rispondeva di taglio. Dopo il '54 si bloccava spingendo per
mettere in difficoltà l'attaccante.
Nel gioco passivo, la velocità della palla è rallentata e la parabola
si accorcia. Così si toglie l'iniziativa a chi attacca. Iniziativa così cara alla
scuola cinese.
Waldner è un misto: anticipa come i cinesi, ha la tecnica dei
giapponesi e la cultura di gioco europea. Il tutto rivisto e corretto dagli
svedesi.
Waldner a Senigallia
L'ho conosciuto personalmente. È venuto a Senigallia nel ‘98 per
un incontro della coppa E.T.T.U., l’equivalente della coppa UEFA del
calcio. Si sposta solo per incontri d'altissimo livello. Però è voluto venire
a Senigallia, sia per l'amicizia con Massimo Costantini sia perché, come
ci ha detto in seguito, voleva conoscere l'ambiente. Costantini per venti
anni è stato il giocatore italiano meglio impostato e che non doveva
mai essere sottovalutato. Un'anomalia per l'Italia. Ha conosciuto e
chiacchierato con Sabrina Moretti sull'uso del body, che lui approvava.
Gli abbiamo mostrato il tavolo senza righe bianche e dopo averlo
provato esattamente per tre scambi, mi ha detto: fra quanto ci si potrà
giocare?
Ha messo piede a Senigallia con il sorriso sulle labbra, ha sempre
scherzato, riso come un bambino irrequieto. Quando si è allenato, con
la pallina ha fatto tutto quello che non si fa in gara. È come se il cielo si
fosse aperto e il sole avesse subito riscaldato ogni cosa. Poi la gara. Il
cielo si è coperto nuovamente. Al termine della manifestazione il sole è
tornato nuovamente a splendere.
123
Enzo Pettinelli
Ritorno in Svezia
L'ultimo giorno, quando ha lasciato il Centro Olimpico di Senigallia
ha dimenticato la racchetta sul tavolo. Noi l'abbiamo riportata in
albergo. Quando ha preso l'aereo, la racchetta l'ha lasciata in camera.
Noi poi l'abbiamo rispedita in Svezia. Forse voleva lasciarcela come
ricordo. Ma una racchetta non ha cuore. Noi preferiamo che ritorni a
trovarci, anche senza racchetta.
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I ragazzi guardano le Stelle
Ho chiesto ad un mio amico se mi faceva vincere. Lui mi ha chiesto se
gli facevo conoscere la mia ragazza. Gliel’ho fatta conoscere. Adesso la
mia ex ragazza mi fa il tifo contro.
1991 - Il gioco più bello è svedese
Il gioco europeo si consolida. Un altro svedese, a Chiba, diventa
campione del mondo. Batte in finale il compagno svedese campione in
carica. Ora non si pensa più alla pallina più grande. Il gioco più bello,
per i giovani, è quello svedese.
I ragazzi del club sono felici. Poi un black-out improvviso. Buio. I
ragazzi escono all’aperto. Nel buio, maestoso, il firmamento. I ragazzi
guardano le stelle. Uno indica la stella più luminosa e le da il nome del
suo campione preferito. Gli altri lo seguono. Poi osservano il Carro
125
Enzo Pettinelli
Maggiore e lo immaginano affollato di giocatrici svedesi dai capelli
biondi. E loro sognano di conquistare amore e ping-pong.
126
I ragazzi guardano le Stelle
JURGEN PERSSON
Umiltà e altruismo
Chiba: Persson campione del mondo
Nato nel 1966 ad Halmstad, Svezia. Capelli biondi e ricci. Viso
scolpito e occhi profondi. Fisico alto e proporzionato. Se gli fate
crescere baffi, barba e capelli fino alle spalle, se lo vestite con pelliccia
di animale, se in testa gli mettete un elmo con due corna, rivedrete il
vichingo che, con il grido di guerra, intorno al mille terrorizzava mezza
Europa. Ma la faccia lo tradisce. La sua aggressività è composta. Ha
un'espressione rassicurante e gentile. Tutti i giocatori delle altre
nazioni ci parlano e ci parlano bene. I cinesi però lo temono. Negli
incontri a squadre, per la Svezia, è il punto di riferimento. Per i cinesi,
che lo hanno soprannominato la granata bionda, un incubo. Quando
gioca a squadre si trasforma. Gioca più per gli altri che per sé. La sua
generosità moltiplica le sue forze. Gioca a media distanza. Gioca bene
le palle corte. Si sposta spesso a sinistra come i cinesi. Con un passo
copre l'area di gioco.
Nel '89 a Dortmund, nel mondiale della riscossa europea, Persson
perderà in finale da Waldner per 21 - 10, alla bella. Non è un risultato a
sorpresa. Persson con Waldner non vince quasi mai.
Campionati del mondo
Passano due anni, contro ogni pronostico, Waldner e Persson si
trovano nuovamente uno contro l'altro. Siamo a Chiba (Giappone),
41esimi campionati del mondo. Dal tabellone, uno scende l'altro sale.
Ora sono faccia a faccia. Hanno abbattuto tutti gli ostacoli. Assicurando
così nuovamente il primato alla Svezia. Per Waldner la continuità del
suo regno. Per Persson un sogno proibito.
127
Enzo Pettinelli
Persson per andare in finale ha lottato contro l'irriducibile coreano
Kim. Dopo aver vinto il primo set, nel secondo conduceva per 15 a 5.
Dalle tribune un piccolo drappello di coreani dava inizio a un tifo
assordante. Sembrava inutile, fuori luogo. Invece Kim risale 15 a 10.
Poi nuovamente un punteggio difficile per il coreano, 20 a 15. Persson
continua a sbagliare. Forse si sposta troppo a sinistra, vuole chiudere.
20 pari. Il tifo s'infuoca, è accompagnato da sventolii di bandiere e di
giubbini. Persson usa di più il rovescio. Non si sposta più a sinistra.
Finalmente 24 a 22.
Tutti gli orientali giocano con una concentrazione elevata e
drammaticamente costante per noi. Ma i coreani in questo superano
tutti. Persson a fatica chiude 3 a 0.
Waldner contro Ma Weng, cinese. Incontro facile, 3 a 1, ora
l'ultimo ostacolo. Waldner e Persson si abbracciano. Tutto un po’
fugace. Sorridono. Poi l'assedio della TV e della stampa di mezzo
mondo. S'immergono. Persson ha costruito il gioco spostandosi a
sinistra e tagliando lungo con il diritto sul rovescio dell'avversario per
poi contrattaccare.
Finale per il titolo mondiale
Persson forse pensa a Dortmund, dove in finale aveva perso per 3
a 2. È assorto. Sembra che guardi una pellicola che veloce si riavvolge e,
ogni tanto, ti lascia un'immagine. Waldner è il detentore, può solo
perdere. Però sono amici, ma in gara Waldner ci pensa di meno o forse
ci pensa troppo. Forse ha un debito da pagare. Il pubblico ha già fatto
la sua scelta, Waldner. Persson questo lo sa. Lo fa sentire più libero.
128
I ragazzi guardano le Stelle
Primo set, Persson 21 a 19. Secondo set, 21 a 18. Persson è sereno, ad
un passo dal trionfo. Waldner non può più concedere nulla. Terzo set,
sul 19 pari, Waldner fa una smorfia, torce la bocca. Forse è la resa. 20 a
19 a favore di Persson. Lungo contro top incrociato. Waldner mette
fuori. Persson alza le braccia al cielo e s'inginocchia. Parte fragoroso
l'applauso che l'accompagna a stringere la mano di Waldner. Si
abbracciano. Persson porta una mano al viso, chiude gli occhi, è
incredulo. Il servitore, l'umile. Il generoso, l'altruista, è il nuovo Re. Il
129
Enzo Pettinelli
vichingo dal cuore d'oro, con una piccola racchetta in mano ha
conquistato il mondo.
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I ragazzi guardano le Stelle
A casa mi hanno nascosto la racchetta perché non studio. Perché non
mi nascondono i libri? Forse mi potrebbe venire la voglia di studiare.
1992 - Col ping-pong ci si arricchisce
A Stoccarda un tedesco diventa campione d’Europa. La Germania
ha un milione di tesserati. Il ping-pong è molto diffuso. Tutti i migliori
giocatori al mondo giocano o sperano di giocare nel campionato
tedesco. Si ottengono ingaggi impensabili per il resto del mondo.
Qualche ragazzo commenta: “andiamo in Germania. Col pingpong ci si arricchisce! Si diventa famosi”. Un ragazzo con l’aspirazione
di diventare arbitro dice: “chissà quanto guadagnano gli arbitri?” ed il
solito saggio: “stai attento, in Germania volano le aquile non i piccioni!”
I compagni tutti a ridere.
131
Enzo Pettinelli
JÖRG ROSSKOPF
La volontà
Primo titolo europeo alla Germania
Stoccarda: Rosskopf, tedesco, 31 anni, gioca con la sinistra. Batte il
belga Saive 3 a 1 e porta il titolo europeo per la prima volta nel suo
paese. La Germania è la mecca del tennistavolo. Nel campionato a
squadre di serie A, giocano i migliori giocatori del mondo. Questo non
favorisce la crescita del proprio vivaio. Le squadre preferiscono avere
giocatori di sicuro risultato.
Il piccolo Jörg
A 5 anni Jörg inizia
a giocare a ping-pong. I
suoi genitori si allenano
in un club. Il piccolo
Jörg gioca con una
piccola racchetta e una
pallina. Mantiene la
pallina ferma sul piatto
della racchetta. La fa
rimbalzare di seguito e
conta le volte che ci
riesce. Poi gioca contro
il muro. Lancia la
pallina in tutte le
direzioni. Alla fine
trova sempre qualcuno
che lo fa giocare anche
132
I ragazzi guardano le Stelle
sul tavolo. E così cresce agonisticamente.
Poi entra nel club del "Borussia Dusseldorf" e fa amicizia con
Fetrher, con il quale in seguito vincerà l'argento agli europei di doppio
nell'89. Rosskopf ha avuto dei problemi fisici agli arti superiori che gli
hanno causato periodi di convalescenza. Questo lo costringe a non
poter fare progetti a lungo termine ma a programmare anno per anno
la sua attività agonistica.
La finale
Rosskopf, alto, magro, viso lungo e asciutto, biondo sul rosso. Si
piazza al tavolo con gambe divaricate e copre bene l'area di gioco.
Quando gioca è aggressivo. Attacca di diritto, il rovescio è potente da
media distanza. La gestualità è un po' sofferta, forse per il suo fisico.
Ma il gioco è molto redditizio.
Saive, il suo avversario, punta sulla potenza, non è veloce.
Rosskopf ha le leve lunghe. Serve corto e palleggia in anticipo corto o
lungo, togliendo a Saive il tempo per esprimere colpi di potenza. Saive
vince solo il secondo set. Siamo 2 a 1 per Rosskopf che mantiene
l'iniziativa. Servizi tagliati e corti. impone un gioco di sensibilità e di
precisione. Saive è come prigioniero. Non si muove dal suo angolo.
Non è veloce per uscire de questa situazione. Non ha un top così
potente per incrociare. Forse si trova male con i mancini. Forse non è
in giornata. Il suo fisico non esplode, rimane inattivo. È un incontro fra
la velocità e la potenza inespressa. Saive sembra imballato con le
gambe. Non riesce a colpire con facilità e deve rinunciare alla potenza.
Rosskopf cambia direzione all'improvviso dopo averlo imbambolato.
Non c'è niente da fare. 21 a 16 per Rosskopf che s'inginocchia, fa una
capriola all'indietro e corre ad abbracciare il suo allenatore. Nel clan
tedesco c'è grande festa. Era ora che la Germania vincesse un titolo. È
una nazione con 800.000 tesserati. Meritava da tempo un risultato
importante.
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Enzo Pettinelli
Quando torno a casa, mia moglie si accorge subito quando ho perso. È
più felice del mio avversario.
1993 - Un periodo favorevole
Dall’Europa, esce un nuovo campione del mondo. E’ francese. In
questo periodo, i cinesi sembrano in crisi. L’Europa passa un periodo
favorevole. Il più informato del gruppo dice: “è da tempo che i cinesi
hanno abbandonato l’impugnatura a penna. Così hanno aperto le
scuole con l’impugnatura europea”. I giovani cinesi ne sono attratti.
Forse per la novità di tutto ciò che proviene dall’occidente.
Un ragazzo dice: “adesso se i cinesi imparano a giocare come noi,
noi dovremmo imparare a giocare come loro. Altrimenti riprenderanno
a batterci!”
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I ragazzi guardano le Stelle
JEAN PHILIPPE GATIEN
Il gatto
Göteborg: Gatien campione del mondo
Gatien, francese, campione del mondo. Argento alle Olimpiadi del
'92. Il tennistavolo è sacro per tutta la famiglia. Il padre è un ex
giocatore e il suo primo allenatore. Jean inizia a giocare a 9 anni col
fratello. Con la madre, d'origine italiana, è legato dall'affetto e da piatti
di gnocchi e tortellini. Ha sofferto molto da giovane per una malattia
che lo ha bloccato per 6 mesi. Nonostante gli impegni sportivi continua
a studiare. Gli piace la vita in campagna. Quando può pratica il golf. Gli
italiani lo chiamano il "gatto". Ha un bel viso, compatto, mediterraneo,
così come il fisico. L'espressione, in gioco e nelle pause, è uguale. Non
si distrae. E' sempre concentrato. Le gambe e le braccia sono veloci. I
suoi gesti sono essenziali. Il corpo si muove poco.
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Enzo Pettinelli
Finale per il titolo
Gatien, francese, "il gatto" - Saive, belga, "l'indomabile". Sono di
fronte le nuove generazioni del tennistavolo europeo. Saive è meno
veloce. Quando attacca parte subito potente. Se ci riesce è
incontenibile. Gatien gioca più raffinato. Palleggia bene, corto, lungo e
diagonale. È tattico, piazza bene il gioco e cambia sempre le rotazioni.
Blocca veloce e rallentato. Esprime il gioco moderno.
Primo set per Gatien. Secondo Saive. Poi ancora Gatien, poi Saive.
Due pari. Si va a fasi alterne, si giocano gli ultimi punti. Gatien blocca di
diritto e rallenta il gioco. Saive è troppo lontano, non ci arriva. Ancora
Gatien parte col top di diritto, la parabola è corta e la palla cade sui
piedi di Saive. 20 a 16 per "il gatto". Saive ha un carattere forte. Si vede
bene. Non cede psicologicamente all'avversario, e porta il risultato sul
20 a 19. Il viso di Gatien è sempre uguale. Aveva fatto due servizi e
Saive ci si era avventato contro con sicurezza. "L'indomabile" non
mostra segni di cedimento. La tensione è alle stelle. Gatien fa un
servizio nuovo, dal lato sinistro del suo tavolo e gioca la palla sul
lungolinea. È un servizio pericoloso; se l'avversario incrocia, questa è
una palla imprendibile. Saive è sorpreso. La manca. 21 a 19. "Il gatto" si
gira verso il pubblico dove ci sono alcuni francesi che sventolano le
bandiere e lo acclamano. Con le due braccia e pugni chiusi al cielo,
s'inginocchia verso di loro. Ci sono anche i suoi genitori. Poi corre dai
suoi allenatori, li abbraccia. Dà la mano a Saive e porta le mani fra i
capelli.
Secretin e la Bergeret nel '77 avevano portato il primo titolo
mondiale del misto in Francia. Con Gatien il secondo. La Francia esulta,
Gatien è partito come numero cinque. Era solo un sogno. Ora è realtà.
Per i cinesi è stato l'anno no. Terzo arriva il croato Primorac, quarto
Waldner. È dal 1951 che quattro europei non arrivano nei primi
quattro posti. Ed è la prima volta dopo l'arrivo degli orientali.
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I ragazzi guardano le Stelle
Prima di giocare, faccio tanto riscaldamento che, appena mi vedono,
mi dicono: “Come è andato l’incontro?”
1994 - In Inghilterra vince un belga
In Inghilterra il titolo europeo viene vinto da un belga, piccola
nazione ma con buone tradizioni in questo sport. I ragazzi non
capiscono perché noi non vinciamo mai un titolo importante. Eppure
siamo molto più popolosi del Belgio.
Anche se un ragazzo del gruppo, inserito nella nazionale, vince in
più occasioni con giocatori fra i più importanti del mondo. Il solito
filosofo dice: “Abbiamo smarrito lo spirito del nostro modo d’essere, ci
siamo lasciati sopraffare da modelli, senza interpretarli”.
137
Enzo Pettinelli
JEAN MICHEL SAIVE
L'indomabile
Birmingham: Saive, belga, campione d’Europa
Lineamenti puliti, capelli alla Tarzan. Se gli guardi le gambe e ti
dicono che Saive è campione d'Europa, tu pensi subito che lo è di
sollevamento pesi. Invece se gli guardi tutto il corpo, non hai dubbi, è
di sicuro un campione di lotta. Invece è campione d'Europa di
tennistavolo. Quando gioca, nel movimento è indomabile. Sempre
piegato, si avventa sulla palla e, quando colpisce, sembra che emerga
dall'acqua. È continuamente bagnato fradicio di sudore. Gioca con
veemenza, si sposta con passi potenti. Non gioca di fioretto. Usa la
scimitarra. In finale batte Waldner per 3 a 1.
138
I ragazzi guardano le Stelle
La finale
Siamo in Inghilterra, è qui che nacque il tennistavolo prima del
1900. Gli spalti sono gremiti. Il pubblico attende l'esibizione di Waldner,
"il maestro". Non hanno dubbi, è il favorito. Primo set: Waldner parte
rilassato, forse si aspetta più rispetto. Saive, non è il tipo, parte subito
pesante, 13 a 5 per lui. Il maestro si accorge che il carisma per vincere
non basta. Gioca più veloce, più preciso. 15 a 15. Poi si rilassa. Sul 20
pari colpisce con la mano il tavolo e si ferisce. Se fosse stato Saive a
colpire il tavolo, questo sarebbe volato addosso all'avversario. Waldner
vince ugualmente per 25 a 23. 1 a 0.
Secondo set: sul punteggio di 2 a 1 Waldner interrompe il gioco. Il
dito anulare sanguina. Si fa medicare e gli mettono un cerotto. Saive
rimane concentrato, aspetta. Poi riprende a picchiare.
Waldner è impreciso nel gioco raffinato. Sul piano della potenza,
con Saive, non si gioca. Parte sempre troppo forte. Uno pari. Waldner
già campione del mondo nell'89, non è mai stato campione d'Europa, e
vuole vincere. Saive gioca sempre meglio. Waldner, quando impone il
suo ritmo preciso e anticipato, fa punti. Ma il belga riesce ad impostare
il gioco sulla potenza. E ad ogni colpo d'attacco, emette un suono con
la bocca, simile ad un karateka.
Saive vince per 3 a 1 e porta per la prima volta nella storia il titolo
europeo in Belgio. Riceverà onori e riconoscimenti da tutto il mondo
sportivo del suo paese. Ed è così ripagato del duro lavoro fatto al
tavolo e dai centinaia di chilometri di footing percorsi nei sentieri del
Belgio, immerso fra il verde e il sudore.
139
Enzo Pettinelli
Un giorno il mio allenatore è diventato improvvisamente simpatico.
Non sono riuscito a capire il motivo. Ricordo solo che avevamo vinto.
1995 - 2 ore di studio e 6 di allenamento
Dalla Cina un giovane cinese vince il mondiale e scuote l’Europa. Si
riprende con insistenza a parlare della pallina più grande. I cinesi
ufficialmente sono contenti, forse hanno studiato come adeguarsi. Il
nuovo campione gioca con la stessa impugnatura degli europei.
I ragazzi pensano che i cinesi siano più bravi per natura. Uno dice:
“si allenano tutto il giorno. A sei anni alcuni entrano in collegio. Due
ore di studio, sei di allenamento”. Il meno bravo a scuola chiede:
140
I ragazzi guardano le Stelle
“perché non c’è un collegio anche in Italia?”. Un altro: “mio padre non
mi ci manderebbe mai”. Il filosofo aggiunge: “Perché sognare un
collegio? Anche il nostro club ha raggiunto molti risultati. Non
dimentichiamoci del nostro amico che detiene il record italiano di
presenze in nazionale. Sono 23 anni consecutivi!”.
141
Enzo Pettinelli
KONG LINGHUI
Il discendente di Confucio
Tiahjin (Cina): Kong campione del mondo
Kong Linghui, 19 anni, campione del mondo di singolo, a squadre e
di doppio.
Fisico asciutto, corporatura nervosa, faccia scavata e marmorea.
Inizia a giocare con il padre a 6 anni. Gioca con l'impugnatura europea.
Ormai in Cina il modello europeo di gioco viene accettato soprattutto
dai bambini, non solo per la novità ma anche per una maggiore facilità
del gioco di rovescio. Kong gioca con un'impugnatura leggermente
girata sulla mano. Il piatto della racchetta, invece di essere al centro fra
l'indice e il pollice, è più vicino all'indice. Questa tecnica favorisce il
gioco di rovescio sul tavolo e l'attacco anticipato di top spin. Però il
taglio con il diritto e il gioco di recupero, sempre con il diritto, sono
sacrificati. Quando è in ritardo, nel gioco di diritto, la racchetta rimane
troppo aperta per ottenere un buon rinvio. Fino verso i 16 anni non
rappresenta una grande promessa.
Il libro dei mutamenti?
Kong appartiene ad una famiglia importante, non solo perché il
padre che è un allenatore affermato ma anche perché sono
discendenti diretti di Confucio. Chissà, forse la sua esplosione è dovuta
dalla lettura del libro dei mutamenti (Shirig) di Confucio. O forse è
dovuta alla crescita fisica che gli ha fatto trovare le soluzioni dei suoi
punti deboli.
A 18 anni si mette in luce. A 19 vince gli Internazionali di
Jugoslavia, degli U.S.A. e i Campionati Asiatici. Prende contatti con il
mondo occidentale e rimane affascinato dallo stile di vita e soprattutto
142
I ragazzi guardano le Stelle
dalla moda italiana. Da questo momento il suo guardaroba si
arricchisce soprattutto di vestiti firmati Versace.
Arrivano i mondiali
Arrivano i mondiali, la Cina fa un grande sforzo organizzativo. E'
dal '61 che non si disputa un mondiale in Cina, anno in cui il grande
Zhuang Zedong ha trionfato e fatto sognare i cinesi. Si ripete il grande
evento. Ora non c'è solo la radio per seguire gli incontri. C'è la
televisione che ha preparato l'evento con immagini del passato e del
presente. Tutta la città di Tiahjin è invasa da striscioni che vibrano al
vento da 8 mesi. Annunciano l'evento. Su ogni striscione compare il
numero dei giorni che mancano alla data d'inizio delle gare. Questo
numero viene modificato ogni giorno. Si comincia dal 240, il giorno
successivo il 239 e così via, fino ad arrivare a zero: i mondiali.
Kong non è favorito. I cinesi puntano su giocatori più anziani e che
rappresentano di più la tradizione. Per l'occasione è stato costruito un
impianto sportivo che a prima vista sembra un gigantesco disco
volante atterrato il mezzo al verde. All'interno ha 10.000 posti e un
parterre da 90 x 40 metri. Le gare partono subito bene per i cinesi che
vincono a squadre.
I cinesi candidano alla vittoria Wang Tao, che perde
inaspettatamente contro il coreano Kim Taek Soo. Poi il cinese verrà
riammesso in gara per la squalifica del coreano che aveva usato una
colla non omologata. La questione ha suscitato molti dubbi. Kong
intanto batte il campione in carica Gatien e lo spoglia del titolo.
143
Enzo Pettinelli
La Cina ha raggiunto l’obiettivo
Siamo in semifinale, quattro cinesi si giocano il titolo. La Cina ha
raggiunto l'obiettivo. Il nuovo favorito, Wang Tao, perde in semifinale
con il fuoriclasse Liu Goliang. Kong batte per 3 a 0 Ding Song. Kong,
senza un cedimento e contro tutti i pronostici, macina anche Liu
Goliang, ultimo ostacolo, per 3 a 2. La Cina vince 7 titoli su 7.
Ma Kong vince soprattutto contro la tradizione cinese. La cultura
occidentale sta cambiando la Cina anche nel tennistavolo. Kong sale sul
podio e proietta l'immagine del campione cinese che gioca all'europea
e che veste Versace. Forse per i cinesi è stato un dolore. Kong
rappresenta il simbolo di un giovane discendente di Confucio che porta
il cambiamento.
144
I ragazzi guardano le Stelle
Se i consiglieri smettessero di dare consigli, e incominciassero ad
ascoltare, si andrebbe sicuramente meglio.
1999 - I ragazzi hanno un sogno
In Olanda ancora un cinese sul tetto del mondo. Questa volta con
l’impugnatura cinese. La pallina più grande, oramai è certo, verrà
adottata. La perdita di efficacia del gioco europeo, forse ha
determinato il cambiamento. Però la ragione ufficiale è che la pallina
più grande rallenta il gioco ed è più televisiva. Ora si sta pensando
anche di ridurre il set di gioco. Portare il punteggio da 21 a 11. Nel
passato i ragazzi, usavano spesso questo punteggio nelle loro sfide.
Però ora sognano che con la pallina più grande si possano avere più
trasmissioni televisive.
145
Enzo Pettinelli
Tutto arriverà con il nuovo millennio. Molta eccitazione. Si parla
della fine del mondo. Dei computer che impazziranno, e dei preparativi
per festeggiare il 2000 che bussa alle porte di ogni casa. Però i ragazzi
del club hanno un sogno. L’abolizione di tutte le gomme, che guastano
il gioco. Per i giovani che si avvicinano, rappresenta un trauma e molti
abbandonano. Il saggio del gruppo, diventato adulto dice: “ facciamoli
giocare fra loro, nelle gare over 40, e non contro i bambini. Così
vediamo se si divertono tra di loro”.
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I ragazzi guardano le Stelle
LIU GOLIANG
Umiltà e trionfo
Eindhoven (Olanda): Liu campione del mondo fine millennio
Liu Goliang, cinese, batte in finale Ma Lin, cinese. La Cina chiude il
millennio facendo razzie di medaglie. Cinque gare, cinque ori e
altrettanti argenti. E' da 50 anni che la Cina ha cambiato il proprio
calendario. L'ha voluto Mao. Oggi il millennio ha valore anche per loro.
Con questa vittoria nell'albo d'oro hanno già prenotato "Cina" a fianco
del 1999. Per gli Europei e per il resto del mondo peggio non poteva
andare.
Prima semifinale: Liu, pennaiolo, con gomme con puntini un po'
distanti fra loro rispetto alle normali, batte l'austriaco Schlager, la
sorpresa, per 3 a 1.
Seconda semifinale: Ma Lin, anche lui pennaiolo, con gomme lisce,
batte Waldner per 3 a 2. Waldner conduce 2 set a 0 e 16 a 11.
A questo punto Ma Lin cambia il servizio. Serve semplice, senza
effetto, corto verso il diritto di Waldner. E' incredibile, si rompono i
meccanismi di gioco. Waldner non riceverà più un servizio lungo. Forse
è questo che lo ha deconcentrato. E risponde male. Ma Lin attacca,
recupera due set e chiude.
Cina contro Cina
Finale: Cina contro Cina. Quando giocano due cinesi non guardi
mai volentieri l'incontro. Sono i più bravi. Il tifo più spontaneo si rivolge
sempre verso il più debole. Ma tra due cinesi non sai mai chi è il più
debole. E, se lo sai, alla fine sei sempre costretto a fare il tifo per un
cinese. Non abbiamo niente contro la Cina. Ma noi siamo europei.
Guardare una finale come questa ti ricorda che sei stato male due
volte, una per ogni semifinale.
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Enzo Pettinelli
Nel tabellone di
partenza ci sono più di
cento giocatori. I cinesi
sono solo un pugno di
uomini. Per noi
europei è la disfatta.
Il loro pensiero:
umiltà prima di tutto.
Non abbattersi nella
sconfitta. Non esaltarsi
nella vittoria. Forse in
questa filosofia c'è la
chiave dei loro successi.
Il
divismo,
l'arroganza,
la
presunzione, culture
dell'occidente,
ti
entrano nel cuore e ti
soffocano senza accorgerti. Ti caricano di eccessiva responsabilità. Ti
fanno giocare sempre vicino ad un precipizio. Per un cinese invece, la
sconfitta è un bagno d'umiltà, la vittoria, un risultato collettivo.
La Cina oggi
Non è un risultato a sorpresa che due giocatori a penna arrivino in
finale per un titolo mondiale. Con la liberalizzazione del mercato in
Cina, le palestre di tennistavolo nascono come da noi i bowling. Sono
impianti dove, nonostante si paghi prima di essere accolti, c'è una
selezione severa. Con l'iniziativa privata la Cina ha ottenuto un
ulteriore sviluppo. Anche la televisione favorisce la popolarità di
questo sport che viene seguito come il calcio in Italia.
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I ragazzi guardano le Stelle
I bambini si iscrivono ai corsi di ping-pong a 5 anni. L'impugnatura
europea è più facile, soprattutto per i bambini. La federazione cinese è
corsa ai ripari per salvare la tradizione. Nei campionati a squadre
almeno un giocatore su tre deve giocare a penna. Così i pennaioli
crescono e si allenano con giocatori di stile europeo. Gli europei invece
non possono fare altrettanto. In Europa non c'è una scuola di pennaioli.
Chiaramente questa situazione mette in difficoltà i giocatori europei e
spiega il 1° e 2° posto dei due pennaioli in finale ai mondiali.
149
Enzo Pettinelli
Storia
Il gruppetto dei ragazzi del ’61 ha lasciato. Dei nuovi hanno dato
continuità con lo stesso entusiasmo. Nella piccola palestra, fino al 1985,
più di 1000 ragazzi hanno trascorso la loro giovinezza. Ora molti sono
sposati e hanno figli. Alcuni hanno lasciato la città.
Nel 1985 si è inaugurato un nuovo impianto con 9 tavoli. Alcuni
ritornano per rinverdire il passato, giocando con amici o figli. Mentre il
nuovo impianto, il Centro Olimpico Tennistavolo, accoglie le nuove
generazioni. I risultati agonistici hanno dato lustro alla scuola tecnica.
Passeggiando per la città, sono tanti i volti legati al ping-pong.
Sono ex giocatori, tifosi e appassionati. E’ come un’aggregazione
culturale che tiene tutti assieme. Anche i risultati hanno contribuito a
tener sempre vivo questo sport in tutta la città. E’ stato pubblicato
anche un libro, “La città del ping-pong”.
La storia fin qui narrata è frutto di ricordi ed emozioni vissute. Ma
i nuovi giovani vogliono conoscere le origini di questa disciplina. Così il
nuovo gruppo, con alcuni del passato, si sono messi con entusiasmo
alla ricerca...
150
I ragazzi guardano le Stelle
Leggenda
La leggenda racconta che alla fine del 1850 alcuni legionari inglesi,
che si trovavano in India, avevano organizzato un torneo di tennis.
All'improvviso arrivò la pioggia: la stagione dei monsoni era
all’inizio. Non riuscivano a portare a termine le partite. Allora decisero
di ridurre il campo per giocare al coperto. Preso il primo tavolo a
disposizione, lo verniciarono di verde e lo contornarono con una
striscia bianca. Nacque così il primo tavolo da ping-pong. Poi con una
retina divisero il tavolo in due parti ed utilizzarono una pallina di
sughero (a quei tempi non esisteva la pallina di celluloide). Per
costruire le racchette, ritagliarono delle palette da alcune tavole di
legno.
151
Enzo Pettinelli
I pionieri del Tennistavolo
I primi campionati del Mondo si svolgono nel 1926 a Londra e
vedono la vittoria dell’ungherese Roland Jacobi. Il ping-pong nasce nei
club e si sviluppa nei salotti, così ci si presenta in campo vestiti quasi da
cerimonia. Jacobi indossa un vestito scuro, gilè, camicia e farfallino. In
questi primi anni e fino agli anni ’50, cioè fino all’avvento dei
giapponesi, a spartirsi i titoli mondiali sono esclusivamente atleti
ungheresi, cecoslovacchi, austriaci e inglesi. Ma è soprattutto la scuola
ungherese, sia a livello maschile sia femminile a farla da padrona.
Qui di seguito verranno brevemente descritte le caratteristiche
tecniche e umane dei giocatori che hanno principalmente segnato
quella che potremmo definire l’alba del tennistavolo.
152
I ragazzi guardano le Stelle
La mia ragazza odia il ping-pong, mi ha detto che devo fare una scelta.
Che strano, il ping-pong non è mica una ragazza.
ZOLTAN MECHLOVITS (Ung.)
Vince i campionati del Mondo nel 1928 a Stoccolma, dopo aver
perso contro Jacobi la finale della prima edizione. Per il titolo si trova di
fronte il connazionale e amico Laci Bellak. Mechlovits parte male e
perde il primo set e poi il secondo. Nel terzo si trova sotto 17-20. Alla
sua età, 36 anni, Mechlovits sa che è la sua ultima occasione per
vincere il titolo mondiale. Stringe i denti. Recupera fino al 20-20 e vince
il set. Vincerà al quinto.
Mechlovits detiene
due record: è il primo
giocatore a penna a
vincere
il
titolo
mondiale, ed è il
vincitore più anziano. È
noto come "il padre del
tennistavolo" in quanto
è stato membro ed uno
dei fondatori dell’ITTF
insieme a Montagu: fu
lui a stabilire le regole
ufficiali
e
ad
organizzare i primi meetings a livello mondiale. Quindi, mai titolo fu
più meritato. Il suo miglior colpo è il dritto. Molto temibili sono anche i
"drop shots" con i quali spesso sorprende i giocatori di difesa che
giocano lontani dal tavolo. Dopo il ritiro dalle gare ha continuato a
153
Enzo Pettinelli
vivere di tennistavolo, insegnando il suo sport alle nuove generazioni
di pongisti ungheresi.
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I ragazzi guardano le Stelle
Quando mi dicono qualcosa, io faccio sempre il contrario. Speriamo che
non si accorgano. Se mi dicessero il contrario di quello che pensano,
sarei nelle loro mani. Cribbio! Che si siano già accorti?!
FRED PERRY (Ing.)
Molti conosceranno Fred Perry per aver legato il suo nome al
torneo di tennis di Wimbledon (dove ha vinto tre titoli), per la Coppa
Davis vinta per l’Inghilterra o per aver dato il proprio nome ad una
racchetta da tennis e ad una linea d’abbigliamento. Pochi sanno invece
che prima di dedicarsi al tennis, Fred Perry è stato un campione anche
nel tennistavolo tanto da vincere il titolo mondiale nel 1929 a
Budapest.
In finale si trova di fronte
uno dei fortissimi giocatori di
casa: Michael Szabados. Il tifo
è tutto per l’ungherese. Fred
viene da un’annata in cui non
è riuscito a vincere nemmeno
un torneo. La situazione è di
quelle che fanno innervosire
qualsiasi giocatore. Ma non
Fred Perry. Durante il match,
anche negli istanti più
importanti, trova il tempo per
sorridere e scherzare, al punto
da innervosire Szabados. Questo suo modo di fare piace talmente al
pubblico, molti tifosi incominciano a parteggiare per lui. Szabados è
sempre più nervoso e sente il titolo sfuggirgli di mano. Fred non si fa
pregare e si laurea campione. Il suo gioco è prevalentemente difensivo,
poco spettacolare, ma molto solido. Con il rovescio tuttavia sa essere
155
Enzo Pettinelli
molto insidioso, grazie anche al fenomenale gioco di polso con cui
esegue tutti i colpi. Ben presto lascia le competizioni di tennistavolo
per dedicarsi a tempo pieno al tennis. Nel nuovo sport stupisce il
mondo col suo diritto "di polso" e vien da chiedersi se sarebbe stato un
colpo così efficace se Fred non avesse prima giocato a tennistavolo.
156
I ragazzi guardano le Stelle
Mi fanno uno spigolo, mi chiedono scusa. Poi un altro spigolo: “scusa!”
Un terzo spigolo, ancora scusa. Cribbio! Mi prendi in giro? Cerca di
stare più attento.
VICTOR BARNA (Ung.)
Victor Barna è sicuramente il più grande giocatore della sua
generazione. Il numero di titoli mondiali vinti ci dice con che campione
abbiamo a che fare: 5 volte nel singolare (30, 32, 33, 34, 35), 8 volte
nel doppio maschile, 2 volte nel doppio misto, 7 volte a squadre. Barna,
Szabados e Bellak costituiscono per circa un decennio una squadra
pressoché imbattibile, tanto da essere ribattezzati "I tre moschettieri".
I tre hanno incominciato a giocare insieme sin da piccoli e sono
amici prima ancora che compagni di squadra. Nei primi tempi, pur
avendo diversi modi di giocare, sono più o meno allo stesso livello. Ma
poi incomincia ad emergere la maggior classe di Barna. Vince il primo
titolo nel 1930 battendo agevolmente l’amico Bellak in finale. Nel 1931
perde invece in finale da Szabados per 3-0. È stata una dura lezione,
che gli servirà per il futuro. Infatti vince il titolo ancora nel ’32 (su
Szabados), nel ’33 (su Kolar), nel ’34 (su Bellak). Nel 1935 si appresta a
giocare l’ennesima finale contro l’amico Szabados. A Londra, ad
assistere all’incontro ci sono più di 10.000 spettatori. Mai un incontro
di tennistavolo ha avuto fino ad ora tale pubblico. Il match è
drammatico. Nel secondo set c’è bisogno di una sospensione:
Szabados, rovinando contro le barriere si è ferito e necessita di cure
mediche. Il match riprende. Nessuno vuole perdere di fronte a quel
pubblico. Barna attacca. Szabados difende alla morte. Poi un’altra
sospensione: stavolta la richiede Barna che è stato colto da crampi.
Una serie di massaggi e si riparte. L’incontro giunge all’epilogo: è il
trionfo, l’ennesimo, ma anche l’ultimo, di Barna.
157
Enzo Pettinelli
Barna è un giocatore completo: ottimo dritto, buon rovescio,
bravo sia nel gioco d’attacco che in quello di difesa. Sa inoltre
modificare di volta in volta il suo gioco in modo da sfruttare le
debolezze dell’avversario di turno.
Nel 1962 scrive un libro sul tennistavolo in cui descrive i giocatori
della sua epoca ed usa per tutti parole d’elogio: anche in questo si
vede il campione.
Barna contro Reisman - Wembley 1949: Finale degli internazionali
d'inghilterra
Barna di spalle schiaccia un rovescio. Durante tutto il gioco, la
posizione della sua gamba destra è spesso spostata in avanti rispetto
alla sinistra. Questo lo costringeva a spostarsi nella parte destra del
158
I ragazzi guardano le Stelle
tavolo. Lo stile del gesto nella parte superiore del corpo avvicina Barna
alla tecnica svedese, in modo particolare, a quella di Johansson.
L’avversario, l’americano Reisman, ha solo 19 anni quando incontra
Barna nella finale degli Internazionali del 1949; solo una settimana
prima Reisman era giunto in semifinale a Stoccolma, era riuscito a
vincere due titoli ai tornei internazionali americani diventando uno dei
più grandi giocatori professionisti degli U.S.A. Ma quando Barna vinse il
suo primo titolo mondiale, ci informa il cronista, Reisman non era
ancora nato. Pertanto, non deve stupire se in questo incontro il
vincitore è Barna. Fermandoci ad osservare il tavolo di gioco, notiamo
che il piano è appoggiato su delle gambe dalla linea aggraziata. Il tennis
tavolo nasce e si sviluppa nei club e nei salotti dell’aristocrazia europea.
La linea estetica non doveva turbare lo stile dell’arredamento. Questi
tavoli ora si possono trovare solo nei paesi orientali, in particolar modo
Cina e Giappone.
La gamba destra molto più avanti della sinistra viene compensata
da un’impugnatura girata verso il diritto. Sembra però che Barna
159
Enzo Pettinelli
usasse due impugnature, una per il diritto (piano della racchetta
spostato verso il pollice) ed una per il rovescio (piano della racchetta
spostato verso l’indice) un po’ come si usa oggi per il tennis.
160
I ragazzi guardano le Stelle
Ho giocato così tanto a ping-pong che quando gioco a calcio, passo la
palla al mio avversario.
MICHAEL SZABADOS (Ung.)
Michael Szabados contribuisce in larga parte ai successi
dell’Ungheria nel tennistavolo negli anni ’30. Oltre ai successi di
squadra con Barna e Bellak, vince 5 titoli mondiali nel doppio maschile,
3 nel doppio misto ed uno nel singolare.
Il titolo nel singolare lo conquista nel 1931 battendo in finale per
3-0 l’amico-rivale Barna. Altre tre volte arriva in finale, ma viene
sempre sconfitto (una da Perry, due da Barna). L’arma principale del
gioco di Szabados è la tenacia nella difesa. Szabados non dà per perse
nemmeno le palline che sembrano irraggiungibili: le rincorre, le
arpiona e le rimanda nel campo avversario. Lo fa per vincere le partite,
ma anche per mostrare al mondo che il tennistavolo non è un
passatempo da salotto, ma uno sport vero, che sa essere spettacolare
e richiede doti atletiche. Talvolta, per rendere più divertente l’incontro
dal punto di vista dello spettatore, si avventura in colpi d’attacco, pur
sapendo che quel tipo di gioco non è per lui il più redditizio. Szabados
non ha la completezza di colpi di Barna, ma viene ugualmente da
chiedersi quanti titoli mondiali in più avrebbe vinto se Barna fosse nato
in un’altra epoca.
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Enzo Pettinelli
Barna contro Szabados - Londra 1935: Finale dei Campionati del
Mondo
Szabados eseguiva la schiacciata di rovescio colpendo la palla dalla
parte del suo diritto vicino al corpo. La punta della racchetta partiva
guardando il basso. Non siamo riusciti ad ipotizzare con che tipo di
impugnatura giocasse Szabados. E' probabile che in questa schiacciata
utilizzasse l'impugnatura spostata verso l'indice.
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I ragazzi guardano le Stelle
Mi dicono tutti che l’importante è divertirsi. Come faccio, quando vedo
la faccia del mio avversario che esulta di gioia?
LASZLO "Laci" BELLAK (Ung.)
Laszlo “Laci” Bellak è uno dei personaggi più incredibili nella storia
del tennistavolo. È stato definito "il giullare del tennistavolo" per il suo
atteggiamento fuori e dentro il campo. Laci gioca per puro
divertimento: per divertirsi lui e per divertire il pubblico. Appena può
cerca la giocata spettacolare, spesso impossibile anche quando il punto
è sicuro con un colpo più semplice. Durante le pause di gioco
entusiasma il pubblico palleggiando con lo spigolo della racchetta o
colpendo ripetutamente la pallina con la suola della scarpa. È un vero
clown. Il suo gioco, e non potrebbe essere altrimenti, è puramente
d’attacco e risulta sempre molto spettacolare. Per anni l’ungherese
Bellak rivelò una superiorità sfavillante nella tecnica del diritto e del
rovescio. Tuttavia la continua ricerca del colpo sensazionale lo ha
portato spesso a perdere incontri praticamente già vinti. Emblematica
è stata la finale dei mondiali nel 1928 con Mechlovits. Bellak, avanti
per 2-0 e 20-17 nel terzo, spreca uno dei tre match-points a
disposizione per aver tentato di chiudere l’incontro con un colpo
praticamente impossibile. Per poi perdere al quinto set. Non deve
stupire perciò il fatto che Bellak non abbia vinto nessun titolo mondiale
né in singolare (ha perso altre due finali nel ’30 e ’34 con Barna), né in
doppio.L’unico titolo, al di là dei trionfi nelle gare a squadre, lo ha vinto
nel ’38 nel doppio misto con l’inglese Woodhead. E in che modo lo ha
vinto? Ovviamente stupendo: cioè quando nessuno gli avrebbe dato la
benché minima possibilità di farcela.
163
Enzo Pettinelli
Bellak contro Madjaroglou - Monaco 1931
Bellak in azione, esegue un top spin di rara bellezza. Durante
l’esecuzione solleva la gamba destra. Questo gesto istintivo gli
consente di dare alla racchetta un movimento più rettilineo. In questo
periodo l’abbigliamento assomiglia a quello del giocatore di biliardo.
Non era concepibile che nei salotti dell’aristocrazia (dove si svolgevano
allora le gare) si giocasse in pantaloncini.
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I ragazzi guardano le Stelle
Se sentite dei dolori prima di giocare, cercate di vincere. È la cura
migliore.
RICHARD BERGMANN (Aus. - Ing.)
Richard Bergmann ha vinto il primo dei suoi quattro titoli nel 1937
sotto la bandiera austriaca all’età di 17 anni. Gli altri tre titoli (39, 48,
50) li ha conquistati invece come inglese, avendo lasciato il suo paese
d’origine in seguito ai tragici eventi che hanno scosso l’Europa
portandola al Secondo Conflitto Mondiale. Proprio lo scoppio della
guerra interrompe quella che sarebbe stata una grande carriera nel
tennistavolo: viene infatti da chiedersi quanti titoli Bergmann avrebbe
potuto vincere se non ci fosse stata la pausa forzata delle competizioni
durata ben 7 anni. Dal punto di vista tecnico, Bergmann non può
definirsi un giocatore completo: infatti è debole nel rovescio e non
dispone di grandi colpi difensivi. Ma la sua forza consiste nel sopperire
a queste carenze grazie ad uno stupefacente gioco di gambe che gli
consente di andare ad impattare la pallina, quante più volte possibile,
con il suo potentissimo diritto.
Un altro punto di forza consiste nella tenacia con cui combatte su
ogni punto. Bergmann colpisce ogni pallina con la massima
concentrazione, che stia vincendo o perdendo, che stia giocando la
finale per il titolo mondiale o una partita di allenamento. Con
Bergmann inoltre il tennistavolo fa un passo avanti nel processo che lo
porta da passatempo da circolo o da oratorio a sport da programma
olimpico: infatti per primo dà grande importanza alla preparazione
fisica. Il suo gioco, basato su un notevole movimento di gambe,
richiede un tipo di allenamento tale da garantire ai muscoli non più
solo esplosività, ma anche resistenza. A fine carriera Bergmann
continua ad esibirsi in giro per il mondo giocando matches e spesso
aggregandosi agli "Harlem Globetrotters".
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Enzo Pettinelli
Londra 1952: Finale degli internazionali d'Inghilterra
Dalla posizione del gomito, rivolto dietro, si desume che la
racchetta si trovi girata sulla mano verso il diritto. Chiudendo
l’avambraccio per colpire la palla, la racchetta si apre e colpisce la palla
quasi in posizione verticale. Infatti con la racchetta ricoperta di gomma
con puntini duri non sarebbe possibile eseguire un top spin con
l’inclinazione della racchetta come si vede nel disegno.
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I ragazzi guardano le Stelle
Sembra un top spin di rovescio moderno quello che sta eseguendo
Bergmann (di fronte, contro l’inglese Leach). Ricorda quello di
Stipancic. La spalla e il gomito spostati in avanti lasciano pensare che la
racchetta anche in questo caso si trovi girata verso il diritto.
167
Enzo Pettinelli
Premiazione di Bergmann
È interessante notare che durante la premiazione Bergmann e
Vana sono saliti sul podio portandosi la racchetta. Bergmann la tiene in
bella mostra, mentre Vana (forse perché è arrivato secondo?) la tiene
168
I ragazzi guardano le Stelle
dietro la schiena. Oggi i giocatori non salirebbero sul podio con la
racchetta in mano. Si è persa un po’ di poesia...
Vana, piccolo di statura, quando eseguiva il top spin, per
aumentare la spinta si sollevava da terra (lo vediamo qui di spalle in un
incontro con Bergmann). La posizione dell’indice sulla racchetta lascia
pensare che la racchetta venga impugnata verso il pollice. Il piede
sinistro si solleva di più del destro, ricorda la tecnica di Bellak.
169
Enzo Pettinelli
Se vi capita qualche spaccone, che dice di battere tutti e vi sfida, se voi
accettate, vi dirà che è da tanto tempo che non gioca. Dopo i primi
scambi interrompete, e seriamente ditegli: “A me sembra che è la
prima volta che giochi”.
BOHUMIL VANA (Cec.)
Bohumil Vana è stato il maggiore esponente della scuola
cecoslovacca ed ha vinto due titoli mondiali nel 1938 e nel 1947.
Vana è unanimemente ricordato per il suo diritto devastante,
grazie al quale chiude spesso il punto. Nonostante un fisico
mingherlino Vana imprime un’enorme forza nel suo diritto, come se
ogni grammo del suo corpo si scarichi nel colpo.
170
I ragazzi guardano le Stelle
Analogamente al rivale Bergmann che ha sconfitto non ancora
diciottenne nella finale del 1938, Vana è dotato di un rovescio
piuttosto debole e fa di tutto per colpire la pallina il più possibile con il
dritto. È così abituato a fronteggiare i colpi che gli avversari gli
indirizzano costantemente sul lato sinistro del tavolo, che le sue gambe
sono sempre pronte per lo spostamento laterale che gli permette di
colpire di dritto. Tale è l’abitudine a questo colpo che il suo diritto
risulta più letale proprio quando lo esegue dal lato sinistro del tavolo.
Grazie al suo apporto la Cecoslovacchia conquista per ben 5 volte
il titolo a squadre negli anni dal ’39 al ’51.
Vana spesso usava un fermacapelli molto simile ad un casco per
ciclisti. Esegue un servizio di diritto con effetto laterale. La racchetta si
muove verso la pallina, che all’ultimo momento viene lanciata verso la
racchetta. Non esisteva allora nessun regolamento che limitasse le
modalità di esecuzione del servizio.
171
Enzo Pettinelli
Se il padre o la madre di un giocatore, parla sempre dei successi del
figlio, non lo fa per elogiarlo, ma solo per salvaguardargli la privacy.
JOHNNY LEACH (Ing.)
Johnny Leach conquista il suo primo titolo mondiale nel 1949
sconfiggendo in finale il favorito Vana. Nell’ambiente del tennistavolo
la vittoria di Leach fu vista come un exploit difficilmente ripetibile. Ed
invece soli due anni dopo l’inglese ha concesso il bis riconquistando il
titolo a spese del forte cecoslovacco Andreadis.
Quando tutti si aspettavano lo sviluppo di una carriera piena di
allori e trionfi, il palmares di Leach incontra una brusca frenata, e
dal ’51 in poi il pongista inglese non raggiunge più nemmeno una
semifinale di singolo ai mondiali. Nelle stagioni successive alla vittoria
del 1951 il suo gioco non è più all’altezza dei migliori. La causa va
probabilmente ricercata più che altro a livello psicologico: Leach infatti
non riesce a sopportare il peso dell’essere favorito, mentre dà sempre
il meglio quando si pone tra gli outsiders.
Il suo gioco è completo, senza evidenti punti deboli. Il dritto è
consistente, e il rovescio solido anche se viene usato più come colpo
preparatorio per il dritto che come colpo conclusivo. È sempre molto
abile nel costruirsi il punto, palla dopo palla, aspettando di sferrare il
colpo definitivo solo quando ha la quasi totale certezza di conquistare
il punto.
172
I ragazzi guardano le Stelle
Parigi 1947: Semifinale dei Campionati del Mondo
Giocatore molto elegante anche in questa fase di gioco.
Nonostante Leach si accinga a colpire la palla portando la gamba
sinistra in avanti (posizione tecnicamente non corretta), la posizione
della racchetta risulta quasi parallela alla linea di fondo. Questo ci fa
supporre che la racchetta sia girata verso il diritto.
173
Enzo Pettinelli
Londra 1952: Internazionali d'Inghilterra
Vediamo qui un momento dell’incontro tra Bergmann e Leach
(quest’ultimo di spalle, in azione). La preparazione di top spin è chiusa.
Sembra un colpo moderno, però l’indice si trova in una posizione tale
da lasciarci pensare che l’impugnatura sia girata verso il diritto.
Avanzando con l’avambraccio per colpire la palla, la racchetta si apre
verso la verticale, così che il movimento andrà verso l’alto e poco verso
avanti, come lascerebbe supporre la preparazione di questo top spin.
174
I ragazzi guardano le Stelle
Un allenatore da sempre dei buoni consigli al suo allievo. Il problema è
che non trova mai un allievo capace di applicarli.
FERENC SIDO (Ung.)
Sido si rivela all’attenzione generale nel 1947 a Parigi quando,
ancora sconosciuto, riesce a raggiungere la finale mondiale (sconfitto
da Vana). Negli anni successivi non ripete quanto di buono fatto
vedere, fino ai mondiali di Bucarest del 1953 quando conquista i titoli
del singolare, doppio e doppio misto (impresa prima di allora riuscita
solo a Barna). Nei successivi 4 anni Sido si deve inchinare allo
strapotere dei nipponici Tanaka e Ogimura. Nel 1959 finalmente Sido
riesce a piegare Ogimura in semifinale: il titolo sembra cosa fatta, ma a
sorpresa viene sconfitto in finale dal primo cinese a laurearsi campione
del mondo: Rong Guotuan. Sido mostra in tale circostanza quello che è
il suo tallone d’Achille: la mancanza di freddezza e nervi saldi nei
momenti cruciali dei matches.
Nonostante un
fisico
da
peso
massimo che lo limita
negli
spostamenti,
Sido è un giocatore
completo:
sa
attaccare, difendere,
giocare di dritto e di
rovescio.
Ma
la
caratteristica che più
identifica il suo gioco
è la violenza con cui
colpisce ogni pallina;
175
Enzo Pettinelli
tuttavia a differenza degli altri giocatori d’attacco Sido riesce a dare
"top spin" anche ai colpi più violenti (risultando così il precursore del
moderno "top spin").
Sido contro Vana - Parigi 1947: Semifinale dei Campionati del Mondo
Sido in fase di schiacciata. Si nota che la racchetta è arretrata
rispetto alla mano. Si intuisce che questa abbia fatto una rotazione
basso-alto, in verticale.
Colpo spinto. La
gamba destra si trova in
avanti. Il braccio è nella
massima estensione. Il
corpo non ruota, la
racchetta finisce dietro
la mano, l’impugnatura
è incerta.
176
I ragazzi guardano le Stelle
Londra 1953: Internazionali d'Inghilterra
Sido contro Bergmann. Top spin di diritto. La spinta della racchetta
basso-alto è di gran lunga maggiore della spinta dietro-avanti. Causa le
gomme con puntini, poco aderenti.
177
Enzo Pettinelli
Sido contro Bergmann. Una fase della finale. Si nota la posizione di
Sido a sinistra rispetto al tavolo. La racchetta si trova arretrata rispetto
alla testa. La spinta in avanti viene data con il corpo, mentre la
rotazione alla palla viene data con un movimento della racchetta
basso-alto. Il gesto tecnico, armonioso. Non è un caso raro che in quei
tempi i giocatori si spostassero al lato sinistro del tavolo. Il colpo
d’attacco viene eseguito con la racchetta girata verso il diritto. Si nota
l’indice alto.
Taglio di difesa col
rovescio. La linea del
corpo è elegante ed
essenziale.
178
I ragazzi guardano le Stelle
Se non vi siete accorti chi ha vinto in un tavolo, dove i due giocatori si
danno la mano, guardate la faccia che guarda a terra o altrove: è
questo che ha perso l’incontro. Se non avete colto questo momento,
non importa: il giocatore che esce per primo dal rettangolo di gioco ha
vinto. L’altro rimane per un po’ a meditare.
MICHEL HAGUENAUER (campione francese)
Wembley 1945: Internazionali d'Inghilterra
Haguenauer in posizione d'attesa. Non c'è prevalenza tra il gioco
di diritto e quello di rovescio. Il gomito è portato in avanti. Questo
lascia pensare, e si nota anche nel disegno, che la racchetta si trovi
girata verso il diritto.
179
Enzo Pettinelli
Il mio presidente parla sempre di vincere, il mio allenatore fa
altrettanto. Possibile che non sappiano parlare d’altro?
CONNY FREUNDORFER (campione tedesco)
Monaco 1950: Internazionali di Germania
Anche in questo caso l'indice e la mano non si trovano sulla stessa
linea. Sembra che l'impugnatura sia sollevata fra l'indice e la mano. In
questo caso la racchetta si trova girata verso il diritto. Il giocatore si
trova in procinto di colpire col rovescio, il gomito e la spalla sinistra
sono avanzati, ciò serve per aprire di più la faccia della racchetta.
180
I ragazzi guardano le Stelle
Se avete un figlio che pensa sempre al gioco, lasciatelo giocare. Così
non ci penserà più.
GIZI FARKAS (Ung.)
Bellezza e Talento
Parigi 1946
Gizi Farkas, ungherese, tre volte consecutive campionessa del
mondo e quattro secondi posti.
È il primo talento del tennistavolo femminile. Bella, alta, elegante,
femminile, viso luminoso. Amante della tavola e della vita. Intelligente,
estroversa, allegra. Il suo gioco è completo. Fa tutto quello che le altre
ragazze non sanno fare: attacca all'improvviso, usa il taglio laterale,
non è ripetitiva. Costruisce il punto con colpi sempre diversi. Gioca con
181
Enzo Pettinelli
una Barna (racchetta ricoperta con puntini), lifta il gioco. È istintiva, è
femminile, sicura e potente nei gesti. Però nel 50 verrà ferita
nell'orgoglio. Ai mondiali di Budapest, il destino le farà trovare di
fronte il talento più grande che la storia del tennistavolo abbia mai
conosciuto. La esile, delicata, fragile, Angelica Rozeanu, rumena. Non è
bella e attraente come lei. Arriva come una farfalla, e le porta via la
primavera nel tennistavolo. Ma Gizi Farkas sarà sempre circondata da
amici, e lentamente, darà più spazio alla vita e ai suoi piaceri. Dalla
scarsa documentazione sembra che anche la Gizi usasse una
impugnatura aperta nel diritto.
182
I ragazzi guardano le Stelle
Se raccontate una barzelletta senza senso, si fa sempre un’opera buona:
se quello che ascolta è un cretino ride lo stesso, se è inteligente
comincerà ad avere dei dubbi sulla sua inteligenza.
ANGELICA ROZEANU (Ung.)
La Farfalla
Budapest 1949
Angelica Rozeanu, rumena, per 6 anni consecutivi domina la scena
mondiale femminile. E' l'atleta che porta il primo titolo mondiale di
tutti gli sport in Romania. Usa una difesa pura. Esile, filiforme, snodata
nel fisico. La racchetta ha un manico sottile, facile da manovrare.
Angelica si muove leggera con passi di danza accelerati. È come
strattonata dalla racchetta che con forza va verso la palla, e lei la segue.
Nel suo gioco non è mai aggressiva. Il gesto è un incrocio fra il
chiudersi e l'aprirsi di un fiore, è il volo di una libellula. La sua difesa
sembra una risposta di pace ad un colpo aggressivo. Quando Angelica
si allunga, per recuperare il gioco con evoluzioni repentine, lo fa per
rimettere le cose in ordine.
Nei mondiali del 1950 a Vienna, prima di battere in finale
l'ungherese Farkas, elimina in semifinale l'austriaca Pritzi al terzo set. È
un palleggio di eleganza e di musicalità, che può protrarsi all'infinito.
Dopo i 20 minuti il set finisce. È il regolamento, il "tempo limite": chi è
più avanti vince. 5 a 4 per lei. Rozeanu, campionessa del mondo.
183
Enzo Pettinelli
Mondiali 1957
Angelica Rozeanu esegue un taglio di rovescio. Sembra che la
plasticità e la leggerezza delle braccia coinvolgano il movimento delle
gambe. Non si ha l’impressione che il movimento parta da terra. Il
gioco è aereo, il corpo sembra senza peso e segue la racchetta.
184
I ragazzi guardano le Stelle
Se dopo aver perso un incontro, il vostro allenatore vi dice che non
usate la testa, chiedetegli: “con chi stai parlando?”
Storia dell' ITTF
International Table Tennis Federation
1880
In Inghilterra il gioco del tennis viene adattato ai tavoli da salotto.
L'equipaggiamento è improvvisato.
1890
Vengono depositati i primi brevetti del nuovo gioco. Vengono
prodotti i primi attrezzi da gioco, sotto il nome di Gossima, Ping Pong e
Whiff-Waff, con istruzioni semplici.
1900
In America si diffonde il tennistavolo. Vengono esportate in
Europa le palline di celluloide, che rimpiazzano quelle di gomma e
sughero.
1901
Si formano in Inghilterra l'Associazione Tennistavolo e la rivale
Associazione Ping-Pong. Vengono pubblicati in Inghilterra i primi libri
sul gioco.
1902
185
Enzo Pettinelli
Viene pubblicato "Tennistavolo e passatempi pionieristici". Si
stabiliscono le prime misure del tavolo. Il servizio viene eseguito con il
doppio rimbalzo (come oggi, ma in diagonale come nel tennis).
1903
Viene utilizzata per la prima volta una racchetta ricoperta con una
gomma puntinata.
1904
In Inghilterra il gioco decade.
1905
In Ungheria, Germania e Austria si sperimentano nuovi tipi di
servizio e i nuovi punteggi di gioco.
1910
Il ping-pong si diffonde anche in Giappone, Cina, Corea del Nord e
Hong Kong.
1920
Il tennistavolo arriva in Italia ad opera degli ungheresi.
1922
In Inghilterra si stabiliscono nuove regole di gioco e riprende lo
sviluppo.
186
I ragazzi guardano le Stelle
1922
Il quotidiano "Daily Mirror", organizza un gigantesco torneo.
Parteciperanno 40.000 giocatori.
1923
Nasce la Federazione Gallese. In Cina s'inaugura la "Shangai PingPong Union".
1926
Nasce a Berlino la Federazione Internazionale di Tennistavolo
(ITTF) e l'idea di un primo campionato europeo.
1926
Londra, Inghilterra. Primo Campionato Europeo che, per la
presenza di giocatori indiani, verrà considerato come il primo
Campionato del Mondo. Prima assemblea di fondazione dell'ITTF.
Montagu viene eletto presidente. Viene stabilito il primo regolamento
ufficiale di gioco.
1929
Il Giappone s'affilia all'ITTF.
1933
Parigi, Francia. Il Congresso dell’ITTF decide che l'unico requisito
per entrare a far parte dell' Associazione è quello di praticare lo sport
nel proprio territorio senza distinzione di colore, razza e credo.
187
Enzo Pettinelli
1935
Londra, Inghilterra. Il Congresso dell'ITTF abolisce dalla propria
costituzione le parole "amatori" e "professionisti" e le sostituisce con
"giocatori".
1937
Per incoraggiare il gioco d'attacco vengono prese tre decisioni
importanti:
1) Abbassare la retina da 6 pollici e 3/4 (17.145 cm) a 6 pollici
(15.24 cm).
2) Viene stabilito il "tempo limite". Un set non può durare più di
venti minuti.
3) Nel servizio non si possono usare le dita per imprimere l'effetto
alla pallina.
1937
Prima assemblea: viene eletto il primo Presidente e il primo
Consiglio a votazione regolare.
1939
Vengono sospese tutte le attività durante la seconda Guerra
mondiale. Si riprenderà nel 1945.
1943
Buenos Aires,
sudamericana.
Argentina.
Nasce
la
prima
Federazione
188
I ragazzi guardano le Stelle
1946
Londra, Inghilterra. Conferenza internazionale intitolata "la
rinascita".
1947
Parigi, Francia. S'introduce la regola per cui il servizio deve essere
eseguito con la mano aperta.
1948
L’Italia si affilia alla Federazione Internazionale (ITTF). Presidente:
Gino Mario Cini. Londra. Campionati del Mondo: Prima partecipazione
dell’Italia. Si decide che le bandiere e gli anatemi sono banditi nei
Campionati del Mondo. In Nicaragua vengono stampati i primi
francobolli dedicati al tennistavolo.
1950
Budapest, Ungheria. Le associazioni vengono considerate come
"organizzazioni di fatto" piuttosto che "nazionali". Pubblicazione della
prima rivista dell'ITTF.
1952
Hiroji Satoh, giapponese, diventa il primo giocatore che vince un
campionato del mondo usando una racchetta ricoperta con una
gomma spugna. Il 9 febbraio s'inaugura la prima Federazione asiatica e
più tardi nello stesso anno si realizzano i primi Campionati della
Federazione Asiatica.
189
Enzo Pettinelli
1953
Bucarest, Romania. Per la prima volta la Cina partecipa ai
Campionati.
1954
Londra, Inghilterra. I giapponesi si piazzano dal primo al quarto
posto usando racchette ricoperte di gomma spugna dura.
1956
Si decide che i campionati del Mondo vengano realizzati ogni due
anni.
1957
Nasce l'Unione Europea di Tennistavolo.
1958
Budapest, Ungheria. Primo Campionato Europeo. Prima
partecipazione dell'URSS. Nasce l'Associazione delle Indie Occidentali a
Porto di Spagna, Trinidad. Caracas, Venezuela. Si tengono i primi
Campionati Sud Americani.
1958
Dortmund, Germania. Viene abolita la gomma spugna e nasce la
racchetta sandwich che rivoluzionerà il tennistavolo.
190
I ragazzi guardano le Stelle
1959
Pechino, Cina. Si stabilisce che le gomme della racchetta debbano
avere lo stesso colore. Il Cairo, Egitto. Nasce la prima Federazione
Africana.
1960
Le società italiane si riuniscono in un’assemblea ed eleggono per
la prima volta un Consiglio. Presidente: Filippo Dragotto.
1962
Alessandria, Egitto. Primo Campionato africano.
1967
H. Roy Evens viene eletto presidente.
Nasce la gara della Lega Europea.
1971
Nagoya, Giappone. Campionati del Mondo. Riemerge la Cina.
Squadre occidentali invitate al Tour della Cina. Zadar, Jugoslavia. Primo
Torneo Europeo per stabilire le classifiche dei giocatori. Primo torneo
afro-asiatico con 700 partecipanti.
1973
Hannover, Germania. Primo Campionato del Mondo Universitario.
Nasce la figura dell’"arbitro Internazionale".
191
Enzo Pettinelli
1977
L'ITTF viene riconosciuta dalla Commissione Internazionale
Olimpica (CIO).
1987
Nuova Delhi, India. Ichiro Ogimura, ex campione del mondo, è il
nuovo Presidente dell'ITTF.
1988
Seoul, Corea del Sud. Olimpiadi. Il tennistavolo partecipa per la
prima volta. Massimo Costantini è il primo ed ancora l’unico
rappresentante per l’Italia. Il coreano Yoo Nam Kyu vince la medaglia
d'oro. Riceverà dalla sua nazione onori e un vitalizio. La cinese Chen
Jing vince l'oro femminile.
1989
Roma. Primo incontro agonistico fra giocatori europei e asiatici.
1992
Jan Ove Waldner, già Campione del Mondo, diventa Campione
Olimpico. Sarà il primo giocatore di tennistavolo miliardario.
1993
L'oro femminile andrà a Deng Yaping, cinese. La prima donna
miliardaria del tennistavolo.
192
I ragazzi guardano le Stelle
1996
Terza Olimpiade per il Tennistavolo, dominio della Cina. Singolo
maschile a Liu Guoliang e singolo femminile a Deng Yaping.
1999
Hannover, Olanda. Campionati del mondo ma solo di singolare e
doppio. Questi campionati del mondo dovevano essere organizzati a
Belgrado ma per la guerra sono stati sospesi. L'Olanda ha accolto
l'invito della Federazione Mondiale e ha organizzato le gare. I mondiali
a squadre vengono organizzati nel febbraio del 2000 in Malesia, a
Timore.
193
Enzo Pettinelli
Se dopo aver vinto un incontro il vostro avversario vi dice che siete
stato fortunato, credeteci.
Tavolo pallina e punteggio
Nel 1875 nasce il gioco del tennis sul tavolo e il primo regolamento.
Le palline sono di sughero o di gomma indiana. Le partite si giocano
come nel tennis. Vale anche la volée.
1875
Dall'America arrivano le palline di celluloide. Il gioco viene
brevettato in Inghilterra con il nome di Ping Pong. In commercio si
trovano confezioni complete di racchette, palline e retina. Si
stabiliscono le dimensioni del tavolo: lunghezza e larghezza 9x5 piedi; il
piano da terra 2,30 sempre in piedi (in metri: 2,74x1,525x0,76). Il
rimbalzo deve essere uniforme. Una pallina lasciata cadere da cm 30
deve avere un rimbalzo di cm 23 circa. Viene adottato ufficialmente il
servizio a doppio rimbalzo. Nel gioco del doppio, per evitare che
giocasse sempre un solo giocatore come a volte capita nel tennis, si
sono affiancati due tavoli con una lunga retina. L'esperimento non ha
avuto lunga durata per motivi organizzativi. Si è deciso così di giocare
su di un solo tavolo e far rispondere i giocatori una volta ciascuno.
1915
La rivista italiana "La Domenica del Corriere" mette in premio le
confezioni da ping pong per i suoi lettori.
194
I ragazzi guardano le Stelle
1936
A Londra si giocano i primi mondiali. Il punteggio è ancora quello
del tennis e la volé è ancora valida. L'altezza della retina viene portata
in
seguito
da
17,5
cm.
a
15,25
cm.
Nei club si sperimentano diversi punteggi di gioco. C'è chi gioca un set
a 50, chi a 31 e chi a 21.I punteggi vengono modificati ed uniformati. 2
su 3 o 3 su 5 a 21.
1990
Verona, Internazionali d’Italia. Al termine delle gare, ho avuto,
insieme a Costantini e Ubaldi, uno scambio di opinioni con Ogimura,
presidente mondiale. Si è parlato di una pallina più grande e anche di
abbassare lo spessore delle gomme che ricopre la racchetta. Ogimura
faceva osservare che in certi tornei gli incontri vengono giocati con
un’area di gioco equivalente ad un campo di pallavolo. Troppo spazio
per far giocare solo due giocatori: si rischia di perdere la popolarità e la
diffusione di questo sport. Difficile per i Clubs reperire locali idonei.
Ancora più difficile trovare impianti adeguati per le gare. Ogimura
riteneva anche che l’aumento del diametro delle palline da solo non
fosse sufficiente, e bisognasse intervenire anche sulla racchetta. Fra le
altre cose dette, ricordo che si era molto divertito, quando gli abbiamo
proposto di modificare il punteggio per limitare il vantaggio dei servizi
e migliorare il gioco. Gli abbiamo detto: "Perché alla fine di ogni
scambio di gioco non assegnare al giocatore che ha fatto il punto un
punteggio pari agli scambi che ha utilizzato per ottenerlo?" è scoppiato
in una grande risata. Immaginava uno scambio che durava da 6 o 7
volte e che il giocatore che sbagliava perdeva 6 o 7 punti. Poi ci siamo
salutati. E Ogimura ci ha detto: "Teniamoci in contatto".
195
Enzo Pettinelli
1999
Olanda. La Cina propone al congresso ITTF di sostituire l’attuale
pallina con una più grande, 40 millimetri di diametro. Per un solo voto
contrario la proposta non viene accolta.
2000
Malesia. Decisione storica: il congresso ITTF accoglie la proposta
cinese e a grande maggioranza approva la nuova pallina, bocciata in
Olanda. Dopo l’approvazione delle racchette moderne nel ’59 a
Dortmund, questa è la seconda rivoluzione importante per il
tennistavolo. Il merito principale va al neo eletto presidente mondiale
dell’ITTF: Adam Sharara, che ne è stato il tessitore.
196
I ragazzi guardano le Stelle
Se non sentite mai un dolore, vuol dire che fate l’allenatore.
Durata dell'incontro
1937
Mondiali di Praga. Il rumeno Farkas
Paneth e il polacco Alex Ehrlich dopo 2 ore
e 15 minuti sono ancora sullo 0 a 0.
L'arbitro, dopo 1 ora e 30 minuti, chiede e
ottiene la sostituzione. E' sconvolto. Il
rumeno Marin e il francese Hagenauer
finiscono il loro incontro dopo 8 ore e 30
minuti. Gli arbitri si rifiutano in seguito di
arbitrare le partite di certi giocatori. Si
faranno i turni. Si stabilisce che un
incontro non può durare più di 60 minuti per
il due su tre e 100 minuti per il tre su cinque.
Mondiali Buden Bei, Vienna. Nella finale
femminile per il titolo, l'americana Aarons e
l'austriaca Pritzi non finiscono l'incontro
dopo cento minuti. Vengono squalificate. Le
lacrime non serviranno. Il titolo non viene
assegnato. Non verrà assegnato nemmeno il
secondo posto.
197
Enzo Pettinelli
1937
Il regolamento viene ritoccato. Ogni set ha la durata di 20 minuti,
chi ha il punteggio più alto vince. In caso di parità si giocheranno altri 3
minuti. In caso di ulteriore parità scatterà la squalifica per entrambi.
1963
Per scoraggiare il gioco di palleggio e per favorire gli attaccanti, il
regolamento viene modificato. Il set ha sempre la durata di 20 minuti.
Se i giocatori non avranno raggiunto il 21, il resto del gioco viene
giocato col sistema accelerato. I giocatori battono una volta ciascuno.
Chi batte e non fa punto, prima che la palla ritorni sul suo campo per
13 volte, lo perde.
1964
In seguito i 20 minuti scenderanno a 15.
198
I ragazzi guardano le Stelle
Se in allenamento battete tutti, e in gara nessuno, vuol dire che non
volete strafare.
Storia del servizio
1882
Quando nasce il ping-pong, nasce come "tennis sul tavolo". Il
servizio del tennis non è adatto per questo nuovo gioco. Se si alza la
palla sopra la testa e si colpisce si fa subito punto senza giocare. Dopo
vari tentativi, si decide che il servizio venga fatto dal basso. La palla
deve essere colpita sotto la vita. Però è troppo difficile valutarne la
regolarità. I più alti di statura risultano troppo avvantaggiati. Ci sono
molte contestazioni. Ogni club usa un metodo diverso. In Ungheria,
Austria e Germania dove il tennistavolo è molto praticato si
sperimentano nuovi servizi. In Inghilterra ci sono due associazioni rivali.
1890
Si trova un accordo sul servizio a doppio rimbalzo: uno sul proprio
tavolo, l'altro sul campo avversario. Per il resto rimane uguale al tennis.
Si serve sempre nelle diagonali. In seguito invece si utilizzerà tutto il
campo come oggi.
1936
Gli americani si presentano ai campionati del mondo con un
nuovo servizio. La palla viene lanciata in aria con il movimento delle
dita e del polso. La rotazione della palla è imprevedibile. Quando
questa viene toccata dalla racchetta, mantiene l'effetto. L'avversario
non è in grado di rispondere in modo consapevole. Gli americani
ottengono spesso e subito il punto. Ci sono molte contestazioni.
199
Enzo Pettinelli
1937
Si stabilisce che la palla deve rimanere ferma sul palmo della
mano: dita unite e pollice distaccato. In seguito i cinesi, al servizio,
invece di alzare la mano, la abbassano e, velocemente, colpiscono la
pallina. Questo servizio ha poco preavviso per gli avversari, che sono
spesso sorpresi e perdono punti. Ancora contestazioni. Si modifica
ancora il servizio: la palla deve essere lanciata ad almeno 16 cm., in
verticale. La mano deve rimanere sopra e fuori dal piano del tavolo. La
racchetta deve colpire la palla solo nella fase discendente. Se la palla,
quando discende, forma un piccolo angolo durante la caduta, viene
ugualmente accettata come valida. Si stabilisce anche che, se
l'avversario non è pronto, il servizio si deve ripetere. L'avversario può
tenere il braccio libero alzato o alzarlo immediatamente quando l'altro
serve per avere diritto alla ripetizione. Sono casi rari. Chi batte guarda
sempre l'avversario e serve quando questo è chiaramente fermo, in
posizione d'attesa. In seguito un po’ tutti i giocatori incominciano a
servire lanciando la palla vicino al corpo. Rivolgono un po’ le spalle
all'avversario. Colpiscono in modo che l'altro non veda il momento
dell'impatto. Ancora una volta il servizio non è chiaramente
comprensibile. Chi risponde non può prevedere. Inoltre, con l'utilizzo
di racchette con doppia faccia, i giocatori prima di servire nascondono
la racchetta. Alcuni la tengono sotto il piano del tavolo, altri la
nascondono sotto l'ascella. Poi all'improvviso colpiscono la palla. E non
si capisce con quale gomma hanno giocato. Inoltre le due gomme
producono suoni diversi quando vengono toccate dalla pallina. Questo
è un messaggio utile per capire con quale gomma è stata colpita la
pallina. Però i giocatori battono il piede sul pavimento, facendo
rumore, nel momento in cui toccano la palla, così i due rumori si
confondono. Le gomme che vengono usate sono spesso entrambe
nere. Hanno meno riflessi di luce ed è impossibile capire quale gomma
è usata. Il servizio viene nuovamente ritoccato: la racchetta, prima di
200
I ragazzi guardano le Stelle
colpire la palla, deve essere ben visibile, sia all'avversario che
all'arbitro.
201
Enzo Pettinelli
Un giocatore bravo e modesto è proprio odioso. Sarebbe stato meglio
presuntuoso e che non vince mai.
Storia della racchetta
1875
Le prime racchette erano simili a quelle da tennis. Manico lungo,
forma ovale ma più piccole. Alcune avevano le corde, altre carta
pecora simile a quella del tamburello.
1890
Si diffondono racchette di legno o di compensato. Dopo qualche
tempo il legno si deforma. Si decide di verniciarle con la copale. I
giocatori s'accorgono che la pallina scivola sulla racchetta. Si ritiene
che una superficie più aderente per una racchetta è migliore per il
gioco. Con l'utilizzo della pallina di celluloide si sviluppa lo studio della
forma e del peso. Per la ricopertura viene usato sughero, tele, gomme,
ecc. Un certo Cood, inglese, utilizza una stuoia di gomma a rete.
Questo materiale era usato nei negozi per non far rotolare le monete
durante i pagamenti. La storia racconta che Cood vince la finale di un
torneo per 50 a 3.
1892
I punteggi di gara non sono ancora unificati. Ogni club ne usava
uno diverso. Poi nasce la gomma con puntini.
202
I ragazzi guardano le Stelle
1930
Il pluri-campione del mondo, l'ungherese Barna, usa una racchetta
con puntini che resisterà fino al 1960. Ci sono alcuni giocatori che si
presentano in gara con tre o quattro racchette: una di legno, una
ricoperta di sughero, un'altra con gomma puntinata, ecc. Le racchette
vengono usate a rotazione a seconda del gioco che si intende fare. Le
racchette non utilizzate sono appoggiate a terra, sotto il tavolo. Pronte
all'uso.
1952
Satoh, giapponese, utilizza una ricopertura di gomma spugna e
diventa campione del mondo.
1953
Ogimura, giapponese, sempre con la gomma spugna vince il titolo
mondiale. Gli europei ne contestano la regolarità.
1959
Si arriva all'accordo. La gomma spugna può essere utilizzata, però
deve essere ricoperta da gomma con puntini. Il tutto non deve
superare 4 millimetri di spessore per faccia.
1960
I giapponesi rivolgono la gomma con i puntini verso l'interno e
l'incollano sulla gomma spugna. Così la racchetta all'esterno risulta
liscia. Questa nuova racchetta sandwich permette di dare effetti così
potenti, impensabili fino a questo momento. Nasce il top spin
moderno ed è la rivoluzione del gioco. Chi non lo sa usare è tagliato
203
Enzo Pettinelli
fuori. Dopo qualche anno il belga Toni Hold inventa la gomma antitop.
È una gomma dura e scivolosa. Gli effetti non si sentono. La rotazione
della pallina non trova resistenza. Gira su se stessa quando tocca
questa nuova gomma e ritorna indietro mantenendo l'effetto. Inoltre
la gomma antitop è usata solo su una faccia. Il giocatore durante il
gioco fa ruotare il manico sulla mano e risponde con gomme,
all'improvviso diverse. Sarà un periodo di anti-gioco. I giocatori di
sandwich vanno in crisi. Solo i giocatori di talento, dopo un primo
periodo di difficoltà, riusciranno ad adattarsi.
1975
Dalla Cina arriva la gomma con puntini lunghi, chiamata anche
gomma erba. Risulta una versione più avanzata dell'antitop. Alla prima
uscita il cinese Huang Liang vince contro i migliori giocatori europei per
21 a 4, 21 a 5, ...
1983
La federazione mondiale decide che la racchetta deve avere due
colori, una faccia rossa e l'altra nera. Con questa decisione scompaiono
quasi del tutto antitop e puntini lunghi.
204
I ragazzi guardano le Stelle
Se prima di un incontro il vostro avversario vi dice che è poco allenato,
non ci credete, potrebbe confondersi con il super allenamento.
L’avvento della racchetta moderna
Dalla gomma spugna alla sandwich: Ogimura l’erede di Satoh
1952, BOMBAY: Satoh, giapponese, si laurea campione del mondo
di singolo e infrange per la prima volta il dominio europeo in questo
sport. Satoh usa una nuova racchetta: invece di una gomma con
puntini incollata al legno, utilizza uno strato di gomma spugna di 1
centimetro di spessore. Prima di questa data nessun giapponese era
arrivato in semifinale nel singolo. L'avvenimento nuovo che
205
Enzo Pettinelli
modificherà radicalmente il ping pong, avverrà a Londra nel 1954 con il
trionfo di Ogimura, che vincerà anche l'oro a squadre. I giapponesi si
presentano con le racchette ricoperte di gomma spugna, lo stesso tipo
di racchetta che aveva usato Satoh due anni prima. Fino a quel
momento il gioco si sviluppava con parabole della pallina che passava
poco sopra la rete verso il fondo campo, il più veloce possibile. Il gesto
di top spin veniva usato per rendere più sicuro il tiro. La nuova
racchetta rompe ogni meccanismo di gioco. Il top spin diventerà da
questo momento il colpo fondamentale. Successivamente anche il
tennis copierà questo colpo. Bjorn Borg sarà il primo ad eseguirlo con
efficacia e profitto venti anni dopo.
206
I ragazzi guardano le Stelle
Ogimura e il nuovo Top Spin
Il colpo che utilizza Ogimura è fatto di brevi movimenti della
racchetta che va dal basso all'alto. Il gesto è veloce e nervoso. Da
questo momento nasce il top spin moderno, un colpo carico di effetto
e prevalentemente d'attacco. La palla si sposta con una rotazione dello
stesso senso di marcia, ma molto più veloce. Quando tocca il tavolo e
la racchetta, la palla ha una accelerazione. Ogimura utilizza anche un
gesto più lungo. Simile ad oggi. La racchetta parte lanciata dietro e
arriva alta sopra la testa. Il movimento è molto veloce. La gomma
spugna aderisce bene quando sfiora la pallina. Questa ruota su se
stessa e la parabola è molto veloce. Il colpo è subito imprendibile,
anche per la sorpresa. Gli europei contestarono subito la regolarità
della racchetta e la disputa durò fino al '59. Intanto i giapponesi con
207
Enzo Pettinelli
Tanaka nel '55, e ancora Ogimura nel '56, vincono i mondiali. È l'anno
del grande trionfo giapponese e delle gomme piume. La federazione
mondiale decide di organizzare i campionati del mondo ogni due anni.
A Dortmund nel '59 viene approvato un accordo sulle gomme: ogni
faccia di racchetta potrà avere la gomma spugna purché ricoperta da
gomma puntinata. Il tutto non dovrà superare i 4 millimetri di spessore.
Per gli europei è la vittoria: le racchette dei giapponesi avevano oltre 1
cm di spessore di gomma spugna.
I giapponesi probabilmente avevano già studiato e forse suggerito
questa soluzione. Infatti, la nuova racchetta, con puntini rivolti
all'interno e liscia all'esterno risulta ancora più efficace. Se ne rendono
208
I ragazzi guardano le Stelle
subito conto gli europei che decidono di adottarla immediatamente.
Però a mettere la pace in famiglia sono i cinesi che per la prima volta,
con Rong Guotuan, vincono il titolo mondiale, con gomme tradizionali
e con impugnatura a penna. La scelta di questa tecnica di gioco non è
certa. Sembra che dipenda dal modo in cui mangiano il riso (utilizzo dei
bastoncini), che appunto si tengono fra l'indice e il pollice. Poi con
Zhuang Zedong vinceranno i tre titoli successivi. Con le nuove gomme
Sandwich scompaiono tutti i giocatori che non sanno adattarsi alla
nuova racchetta. In tutto il mondo ci sarà un'ondata di giovani che
prenderanno il posto dei conservatori. E anche nelle gare
internazionali succederà la stessa cosa.
Ogimura
in
preparazione di top spin.
La nuova racchetta gli
permette di colpire la
palla con un'inclinazione
chiusa. La spinta dietroavanti della racchetta è
più lunga. Ogimura si
può permettere una
spinta così violenta
grazie alla racchetta
ricoperta di gomma
sandwich. La racchetta è
abbastanza chiusa ed il
giocatore la spinge in
avanti con busto e
braccio.
209
Enzo Pettinelli
Se un giocatore, dopo aver subito una sconfitta, guarda dentro la sua
borsa e cerca in continuazione, non gli chiedete cosa sta cercando, non
lo sa nemmeno lui.
La storia continua...
La storia continua. Il gruppetto dei bambini oggi più numeroso,
continua a giocare. Animati dallo stesso spirito. A guardarli nulla è
mutato. È il cuore del bambino che continua a vivere i suoi sogni. È il
luogo che potete trovare in ogni angolo del mondo. Basta cercarlo con
gli occhi del bambino.
210
I ragazzi guardano le Stelle
Indice
Presentazione........................................................................................... 4
Note dell’autore ....................................................................................... 5
1961 - In Cina giocano 200 milioni di persone .......................................... 6
CHUANG TSE-TUNG (Zhuang Zedong) ............................................................. 8
Pechino: Chuang vince il suo primo titolo mondiale .................................... 8
Un bambino un po’ pazzo............................................................................ 8
Il passaporto ............................................................................................... 9
Prima gara lontano dalla patria ................................................................... 9
Preparazione ai mondiali .......................................................................... 10
Pechino: campionati del mondo................................................................ 10
1964 - Schiaccia le palline a 100 chilometri all'ora ................................. 13
KJELL JOHANSSON ......................................................................................... 15
Malmoe: Johansson diventa campione d'Europa ...................................... 15
Ricordo ..................................................................................................... 17
1967 - Ho battuto un cinese ................................................................... 19
NOBUHIKO HASEGAWA................................................................................. 21
Stoccolma: il giapponese Hasegawa trionfa ai mondiali ............................ 21
Movimento e musica ................................................................................ 22
1968 - Il gruppetto cresce d'età .............................................................. 23
DRAGUTIN SURBEK ....................................................................................... 25
Lione: Surbek diventa campione d'Europa contro il difensore Börzsei ...... 25
Surbek invade i campi ............................................................................... 26
1969 - L'arrivo a Monaco ........................................................................ 27
SHIGEO ITOH - EBERHARD SCHöLER............................................................... 29
Monaco: finale per il titolo mondiale ........................................................ 29
Il pensiero di Schöler ................................................................................. 30
Il pensiero di Itoh ...................................................................................... 30
211
Enzo Pettinelli
Itoh chiede una sosta ................................................................................ 31
Schöler con onore ..................................................................................... 32
1971 - Si commuove e regala 3 tavoli ..................................................... 33
LA DIPLOMAZIA DEL PING-PONG................................................................... 34
Si aprono le porte della muraglia .............................................................. 34
1971 - Arriva una notizia eccitante ......................................................... 36
STELLAN BENGTSSON .................................................................................... 38
Nagoya: Stellan Bengtsson diventa campione del mondo a 18 anni .......... 38
Il sogno ..................................................................................................... 38
Il grande giorno......................................................................................... 40
1973 - Voglio andare in Russia................................................................ 42
SARKIS SARKHAJAN ....................................................................................... 44
Sarkis, la grande occasione ....................................................................... 44
Praga ‘76 ................................................................................................... 46
1974 - I ragazzi fanno qualche battuta ................................................... 48
MILAN ORLOWSKI ......................................................................................... 50
Novi Sad: Orlowski diventa campione d'Europa ........................................ 50
Finale per il titolo ...................................................................................... 50
1975 - Un nuovo colpo ........................................................................... 52
ISTVAN JONYER ............................................................................................. 53
Calcutta: Jonyer campione del mondo ...................................................... 53
Giocatore totale ........................................................................................ 54
Il nuovo colpo ........................................................................................... 54
Ricordo Jonyer, 1985 a Senigallia .............................................................. 55
1975 - I ragazzi con gentilezza ................................................................ 57
STANSLAV GOMOZKOV ................................................................................. 59
Calcutta: Gomozkov campione del mondo di doppio misto ...................... 59
1975 - E quando perdono... .................................................................... 61
212
I ragazzi guardano le Stelle
L’AVVENTO DELLA GOMMA CON PUNTINI LUNGHI ....................................... 63
La Cina lancia un nuovo giocatore, Huang Liang ........................................ 64
Difesa con puntini lunghi. Difesa sporca.................................................... 64
La nuova gomma invade il mondo............................................................. 66
1976 - Questa volta è un francese .......................................................... 67
JACQUES SECRETIN ........................................................................................ 69
L'uomo giusto ........................................................................................... 69
"Oggi so che posso giocare con tutti" ........................................................ 70
Campionati europei .................................................................................. 70
Finale: Secretin - Strokatov ....................................................................... 71
1976 - È una questione di sintonia.......................................................... 72
ANTON STIPANCIC ......................................................................................... 74
Praga: Stipancic campione d’Europa a squadre ......................................... 74
La mitraglia ............................................................................................... 75
1977 - Loro non l'avrebbero mai fatto .................................................... 76
MITSURU KOHNO .......................................................................................... 78
Birmingham. 34esimi Campionati del Mondo ........................................... 78
Titolo in palio ............................................................................................ 79
1978 - Tutti vogliono provare ................................................................. 80
GABOR GERGELY ........................................................................................... 82
Duisburg (Germania): Gergely diventa campione d'Europa ....................... 82
Il suo gioco ................................................................................................ 82
Personalità ................................................................................................ 82
Cina - Ungheria ......................................................................................... 83
1980 - Non è una gomma cinese misteriosa ........................................... 86
JOHN HILTON ................................................................................................ 87
Berna (Svizzera): John Hilton campione europeo ...................................... 87
La vita sportiva.......................................................................................... 88
1981 - Poi si è diffuso nel mondo ........................................................... 89
213
Enzo Pettinelli
TIBOR KLAMPAR ........................................................................................... 91
Kuala Lampur: Klampar vince la coppa del mondo .................................... 91
Una partita di biliardo ............................................................................... 92
Mondiali di Birmingham............................................................................ 92
Personalità ................................................................................................ 94
1982 - Di sicuro si vede meglio ............................................................... 95
BETTINE VRIESEKOOP .................................................................................... 96
Budapest: Bettine campionessa d’Europa ................................................. 96
Dopo 16 anni in Olanda............................................................................. 97
1982 - I misteri che racchiude la Grande Muraglia ................................. 99
MIKAEL APPELGREEN .................................................................................. 100
Budapest: Appelgreen campione europeo contro il quindicenne Waldner100
Il suo gioco .............................................................................................. 100
Roma 1979 .............................................................................................. 101
1982, Budapest: campionati europei....................................................... 102
1983 - Nel gruppo c'è interesse per la novità ....................................... 103
GUO YUEHUA .............................................................................................. 104
Tokyo: campionati del mondo................................................................. 104
Titolo mondiale ....................................................................................... 104
La cacciata dal tempio............................................................................. 106
1985 - Sono figli del benessere ............................................................. 107
JIANG JIALIANG ........................................................................................... 109
1985, Göteborg: Campionati del Mondo ................................................. 109
1987, Nuova Delhi: Campione del mondo di singolo ............................... 109
1989, Dortmund: campionato del mondo a squadre Svezia - Cina ........... 110
Jiang Jialiang è pensieroso ...................................................................... 112
Appelgreen chiude l'incontro .................................................................. 112
Il singolare .............................................................................................. 113
1988 - All'improvviso arriva una telefonata ......................................... 114
1988 – Olimpiadi .................................................................................. 115
214
I ragazzi guardano le Stelle
ANDRZEJ GRUBBA ....................................................................................... 116
Wuhan (Cina): Grubba vince la coppa del mondo ................................... 116
Da sinistra a destra ................................................................................. 117
La riscossa ............................................................................................... 118
1989 - Un ragazzo racconta .................................................................. 119
JAN OWE WALDNER .................................................................................... 121
Dortmund: Waldner vince il primo titolo mondiale................................. 121
Come gioca ............................................................................................. 122
La tecnica ................................................................................................ 122
Waldner a Senigallia ............................................................................... 123
Ritorno in Svezia ..................................................................................... 124
1991 - Il gioco più bello è svedese ........................................................ 125
JURGEN PERSSON ........................................................................................ 127
Chiba: Persson campione del mondo ...................................................... 127
Campionati del mondo............................................................................ 127
Finale per il titolo mondiale .................................................................... 128
1992 - Col ping-pong ci si arricchisce .................................................... 131
JÖRG ROSSKOPF .......................................................................................... 132
Primo titolo europeo alla Germania ........................................................ 132
Il piccolo Jörg .......................................................................................... 132
La finale .................................................................................................. 133
1993 - Un periodo favorevole ............................................................... 134
JEAN PHILIPPE GATIEN ................................................................................ 135
Göteborg: Gatien campione del mondo .................................................. 135
Finale per il titolo .................................................................................... 136
1994 - In Inghilterra vince un belga ...................................................... 137
JEAN MICHEL SAIVE ..................................................................................... 138
Birmingham: Saive, belga, campione d’Europa ....................................... 138
La finale .................................................................................................. 139
215
Enzo Pettinelli
1995 - 2 ore di studio e 6 di allenamento ............................................. 140
KONG LINGHUI ............................................................................................ 142
Tiahjin (Cina): Kong campione del mondo ............................................... 142
Il libro dei mutamenti?............................................................................ 142
Arrivano i mondiali ................................................................................. 143
La Cina ha raggiunto l’obiettivo............................................................... 144
1999 - I ragazzi hanno un sogno ........................................................... 145
LIU GOLIANG ............................................................................................... 147
Eindhoven (Olanda): Liu campione del mondo fine millennio ................. 147
Cina contro Cina ...................................................................................... 147
La Cina oggi ............................................................................................. 148
Storia .................................................................................................... 150
Leggenda .............................................................................................. 151
I pionieri del Tennistavolo .................................................................... 152
ZOLTAN MECHLOVITS (Ung.) ....................................................................... 153
FRED PERRY (Ing.) ....................................................................................... 155
VICTOR BARNA (Ung.) ................................................................................. 157
MICHAEL SZABADOS (Ung.) ......................................................................... 161
LASZLO "Laci" BELLAK (Ung.) ....................................................................... 163
RICHARD BERGMANN (Aus. - Ing.)............................................................... 165
BOHUMIL VANA (Cec.)................................................................................. 170
JOHNNY LEACH (Ing.) .................................................................................. 172
FERENC SIDO (Ung.) .................................................................................... 175
MICHEL HAGUENAUER (campione francese) ............................................... 179
CONNY FREUNDORFER (campione tedesco) ................................................ 180
GIZI FARKAS (Ung.)...................................................................................... 181
216
I ragazzi guardano le Stelle
ANGELICA ROZEANU (Ung.)......................................................................... 183
Storia dell' ITTF..................................................................................... 185
Tavolo pallina e punteggio ................................................................... 194
Durata dell'incontro ............................................................................. 197
Storia del servizio ................................................................................. 199
Storia della racchetta ........................................................................... 202
L’avvento della racchetta moderna ...................................................... 205
La storia continua... .............................................................................. 210
Indice ................................................................................................... 211
217

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