La Dott.ssa María Encarnación Cabello Díaz ci fa conoscere la
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La Dott.ssa María Encarnación Cabello Díaz ci fa conoscere la
© www.processionemisteritp.it -2016 EL CRISTO DE LA BUENA MUERTE Y LA LEGIÓN ESPAÑOLA Málaga Dott.ssa María Encarnación Cabello Díaz Málaga (Spagna) La ''Congregación de Mena'' il cui nome ufficiale ed intero è “Pontificia y Real Congregación del Santísimo Cristo de la Buena Muerte y Ánimas y Nuestra Señora de la Soledad” è una confraternita con sede canonica nella città di Málaga (Spagna). Fa la sua uscita processionale nella Settimana Santa malagueña, la sera del Giovedì Santo. Si tratta di una delle processioni più care e vissute dalla gente di Málaga. Questa fratellanza fu fondata nella città di Málaga nell' anno 1862. Uscì in processione per la prima volta nel 1883 con una meravigliosa scultura del Cristo Crocifisso attribuita allo scultore Pedro de Mena y Medrano, originario di Granada. Quest’opera fu considerata come il miglior Crocifisso barocco della Spagna, e data 1660 circa. 1 © www.processionemisteritp.it -2016 Negli anni 20 del XX secolo, ebbe inizio il vincolo fra questa fratellanza e La Legión Española. Così, nel 1927 fece la sua “Primera Guardia” al Cristo e nel 1930 il ''Cristo de la Buena Muerte'' venne proclamato patrono e protettore di questo Corpo Militare. Nello stesso anno La Legión sfila per la prima volta facendo la scorta al suo nuovo Protettore. 2 © www.processionemisteritp.it -2016 Dopo la proclamazione della II Repubblica Spagnola (14 aprile 1931), i giorni 11 e 12 del mese di maggio, vengono bruciati quasi tutti i templi della città di Málaga. Gli anni della II Repubblica e quelli della Guerra Civile spagnola (1936-39) rappresentarono un'epoca disastrosa per la Confraternita di Mena, così come per quasi tutte le confraternite di Málaga. Oltre alla cappella e i corredi della processione, si perse la famosa immagine del Cristo. ''Los congregantes' di Mena furono perseguitati ed assassinati. Alla fine della guerra ci fu un cambio generazionale che si incaricò di guidare il destino della Congregación. Un nuovo simulacro del ''Cristo de Mena'', che è quello che ancora oggi si porta in processione, venne realizzato dallo scultore malagueño Francisco Palma Burgos (che si ispirò all'immagine originale di Pedro de Mena) e fece la sua prima apparizione nella Settimana Santa dell' anno 1942. Il viso di questo Crocifisso neobarocco di Palma, rappresenta la morte fatta persona. Nella bocca semi aperta e si intravedono i particolari e i dettagli dei denti e della lingua. Dalle tempie, il sangue cagionato dalla corona di spine (corona realizzata ogni anno da un congregante e posta sulla testa del Cristo prima della processione) sgorga e scorre fino ad 3 © www.processionemisteritp.it -2016 inzuppare i ricci capelli. Le mani e i piedi sono lacerati, le braccia e le gambe violacee e gli occhi inerti. Un rivolo di sangue continua a uscire dalla ferita a destra del costato e scorre su tutto il corpo. Il Cristo pende rigido dal legno della croce, anche se il forte corpo irradia amore. Tutto è consumato. Un'immagine che colpisce, che turba. 4 © www.processionemisteritp.it -2016 L’insieme di questa rappresentazione passionista viene completato da Maria Maddalena, inginocchiata, che piange sconsolata ai piedi del Santissimo Cristo. 5 © www.processionemisteritp.it -2016 Negli anni successivi l'unione tra la Congregación e La Legión si rafforza. Da 1960, si instaura la tradizione secondo la quale ogni Tercio della Legión ha nella sua caserma un'immagine del Santissimo Cristo. In tutte le caserme della Legión c’è una riproduzione identica di questo Cristo. Nell' anno 1946, la confraternita ha regalato uno stendardo alla Legión, che lo custodisce durante tutto l'anno (a turno, in ogni Tercio) ed è trasferito a Málaga per essere portato in processione. Dalla Domenica delle Palme al Giovedì Santo, il Cristo viene scortato fino alla sua Cappella dai cavalieri legionari, che gli rendono gli onori. 6 © www.processionemisteritp.it -2016 7 © www.processionemisteritp.it -2016 GIOVEDÌ SANTO La mattina del Giovedì Santo, il Cristo de la Buena Muerte esce dalla chiesa di Santo Domingo portato a spalla dei cavalieri legionari, al ritmo dell'Inno Spagnolo. Dopodiché si procede alla piccola processione sullo spiazzo antistante la chiesa di Santo Domingo, dove La Legión canta il celebre “Novio de la Muerte” e prega per i caduti spagnoli. A continuazione l'immagine è posta su di un trono processionale, con il quale effettuerà la sfilata nel pomeriggio/notte del giovedì Santo. 8 © www.processionemisteritp.it -2016 9 © www.processionemisteritp.it -2016 10 © www.processionemisteritp.it -2016 LA LEGIÓN ESPAÑOLA “Nadie en el Tercio sabía, quién era aquel Legionario, tan audaz y temerario…”. Questi sono i primi versi del “Novio de la muerte” (“il Fidanzato della Morte”) una celebre sintonia che, da decenni, è il simbolo di uno dei corpi d’elite dell’esercito spagnolo: “La Legión”. Questa musica, cantata dai legionari spagnoli durante le più sanguinarie contese degli ultimi 100 anni, era in origine un brano composto per essere interpretato in caffè e cabarets e che, posteriormente, si è adattato all'ambito militare. Il 1920 fu un anno molto duro per la Spagna perché la cosiddetta “Guerra del Rif” in Marocco, si portò via dalla Penisola una grande quantitá di soldati principianti. Le perdite furono di tali proporzioni che il Re, dietro consiglio di un militare chiamato José Millán Astray, si vide costretto a creare il “Tercio de extranjeros”, un'unità militare il cui campo di battaglia sarebbe stato esclusivamente il nord del Marocco e che avrebbe ricevuto un allenamento specifico per le faticose condizioni di quel territorio. Gli obiettivi di questa unitá, oggi quasi centenaria, erano chiari: combattere contro le truppe marrochinie nel nord Africa con valore e audacia e, allo stesso tempo, diventare una forza speciale di prima linea – luogo di maggior rischio in battaglia-. Quello che non si sapeva allora è che, con la creazione di questo gruppo operativo, si era appena piantato il germe di ciò che, in un futuro non molto lontano, sarebbe stata la legione spagnola. Una volta creata La Legione, fu eletto come comandante José Millán-Astray, che cercò di dare un carattere speciale alla nuova unità. In particolare l'ufficiale spagnolo aveva come obiettivo quello di fare dei legionari dei soldati agguerriti, che non avessero nessuna paura della morte. Voleva dei combattenti che dando la propria vita per la Spagna sentissero una sensazione di orgoglio ed onore. Un giorno, per puro caso, sentì una toccante canzone in una “café cantante"di Melilla, il cui testo lo affascinò. Si trattava del “Novio de la muerte”, una musica che esaltava e minimizzava il fatto di lasciare questo mondo. Il “Novio de la muerte” ascoltato nel bar era un charlestone (un ballo di moda negli anni 20) che veniva normalmente cantato nei “cafés cantantes” e cabarets di Madrid e dell'Africa da una cantante chiamata Lola Montes. Al comandante della Legión sembrò una canzone bellissima con un testo meraviglioso. Ne rimase tanto impressionato che chiese che gli trascrivessero le parole per poterne cambiare il ritmo e adattare la musica al campo militare. Il testo era perfetto per Millán-Astray perché riassumeva la filosofia che lui cercava di trasmettere ai suoi legionari. Ogni inno della Legione rappresenta una cosa diversa. E questo si riferisce al fatto trascendentale 11 © www.processionemisteritp.it -2016 della morte. Fa riferimento al fatto che il legionario deve esaltare la morte, non averne paura. Trasmette, in definitiva, che il morire non è altro che un atto di servizio. È qualcosa di comune nella tradizione dell'esercito europeo, dove sulle uniformi è normale trovare dei riferimenti alla morte, affinché il soldato non ne abbia paura ma senta che si sta sacrificando per la patria e per degli ideali. A significare che non lo sta facendo invano. Anni dopo, e contrariamente a ciò che si potesse pensare, il “Novio de la muerte” non si è stagnato ma ha continuato ad esistere e si è trasformato in una marcia processionale. In concreto in quella che ancora oggi è una delle canzoni più rappresentative di questo Corpo, che fu una marcia militare dal ritmo legionario (160 passi al minuto) fino a diventare una canzone di lenta processione dedicata al “Cristo de Mena”. Nell'attualità è l'inno dei caduti della Legione. La Legión en Melilla, año 1921, José Zegrí 12 © www.processionemisteritp.it -2016 “El novio de la muerte” https://www.youtube.com/watch?v=xTUN5dKyS2s Nadie en el Tercio sabía quién era aquel legionario tan audaz y temerario que en La Legión se alistó. Nadie sabía su historia, mas La Legión suponía que un gran dolor le mordía como un lobo, el corazón. Cuando más recio era el fuego y la pelea más fiera defendiendo su Bandera el legionario avanzó. Y sin ceder al empuje del enemigo exaltado, supo morir como un bravo y la enseña rescató. Y al regar con su sangre la tierra ardiente, exclamó el legionario con voz doliente: Soy un hombre a quien la suerte hirió con zarpa de fiera, soy un novio de la muerte que va a unirse en lazo fuerte con tal leal compañera. Cuando al fin le recogieron, entre su pecho encontraron una carta y un retrato de una divina mujer. Aquella carta decía: "si algún día Dios te llama para mí un puesto reclama que a buscarte pronto iré". Y en el último beso que le enviaba 13 © www.processionemisteritp.it -2016 su postrer despedida le consagraba. Por ir a tu lado a verte mi más leal compañera, me hice novio de la muerte, la estreché con lazo fuerte y su amor fue mi ¡Bandera! 14 © www.processionemisteritp.it -2016 Testo corretto da Cristina Belometti 15