Il numero di Luglio 2006
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Il numero di Luglio 2006
La Redazione risponde Maggiorazione della pensione: chi usufruisce della Legge 336/70 (INPS) non può richiedere l’applicazione della Legge 140/85 (Inpdap) a cura dell’avvocato Vipsania Andreicich A pagina 4 anno XII - n° 7 Luglio 2006 periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro Studi padre Flaminio Rocchi Come navigare con i nuovi poteri Dopo la burrasca la bonaccia. Mar piatto e vele fiape. Abbiamo un nuovo governo, un nuovo Parlamento, un nuovo Presidente della Repubblica. Salvo improbabili sconvolgimenti nella verifica giudiziaria della conta dei voti, la nuova maggioranza è un dato politico acquisito e legittimo. Una maggioranza vittoriosa, raggiunta soltanto in forza di un meccanismo premiale – fortissimamente voluto dalla maggioranza uscente – si è presa tutto. Non solo il governo, com’era giusto e fisiologico (però in Germania hanno fatto una Grosse Koalition). Ma anche le massime cariche istituzionali, le presidenze delle due Camere e il Colle del Quirinale. Metà del Paese è inevitabile che si senta fuori, sul piano numerico e su quello rappresentativo. Tanto che non va più nemmeno a votare. Loro ci rappresentano legittimamente. Noi ci sentiamo rappresentati così così. Per fedeltà alle leggi della Patria, come diceva Socrate nel Critone e gli opliti spartani alle Termopili, a questi rappresentanti rendiamo obbedienza. E contiamo che l’altra metà del Paese faccia la sua bella opposizione, non per delegittimare l’avversario – che in tal senso ha fatto quanto poteva – ma per aiutare la baracca a non andare alla malora. Non si è voluto, e con i meccanismi vigenti forse non si poteva, conferire fin dall’inizio alle istituzioni una rappresentatività reale che potesse allargare l’area del consenso al di fuori degli elettori del centro-sinistrra. Come sempre in passato si era cercato di fare. Così una larga maggioranza reale del Paese, fondamentalmente moderata a destra e a sinistra, verrà sbatacchiata di qua e di là da una minoranza estremista, idonea più a guidare i cortei di piazza che un grande Paese serio che fatica a restare tale. Ma quando avremo un Paese normale, dove, anche all’interno delle coalizioni, comanda chi ha preso più voti e non chi ne ha presi di meno? Lucio Toth segue a pag. 5 L’Italia piange un’altra giovane vita caduta in Iraq Un altro caduto italiano in Iraq, il caporalmaggiore della Brigata Sassari Alessandro Pibiri ucciso in un agguato a circa 100 km da Nassiriya. La sua salma è rientrata a Roma l’8 giugno, accolta, tra le altre autorità civili e militari, dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del Consiglio, Romano Prodi, della Camera, Fausto Bertinotti, dal ministro della Difesa, Arturo Parisi, dal capo di Stato Maggiore della Difesa, amm. Giampaolo Di Paola, dal capo di Stato Maggiore dell’ Esercito, generale Filiberto Cecchi. Nel suo messaggio di fine mandato alla Presidenza nazionale Ciampi all’ANVGD: «vivo apprezzamento per la preziosa attività svolta dall’Associazione» Il Presidente della Repubblica Ciampi ha terminato a maggio il suo mandato settennale. Il difficile compito che gli era stato assegnato nel 1999 pressoché all’unanimità, con la stessa unanimità di consensi è stato apprezzato fino in fondo. Ricordiamo fra le ultime tappe quella dello scorso 8 febbraio con la consegna dei riconoscimenti ai congiunti degli infoibati. In occasione del commiato con tutti coloro che hanno collaborato a questi sette anni di lavoro, il Presidente Ciampi segue a pag. 5 «IL PASSATO NON E’ MAI SOLTANTO PASSATO» BENEDETTO XVI AD AUSCHWITZ Riportiamo alcune frasi pronunciate da Papa Ratzinger nel campo di sterminio di Auschwitz il 29 maggio scorso, perché queste parole riguardano tutti noi, in quanto europei, ma soprattutto in quanto esuli da una terra martoriata ed eredi di una memoria che abbiamo il dovere di custodire. «Il luogo in cui ci troviamo è un luogo della memoria che nello stesso tempo è luogo della Shoah. Il passato non è mai soltanto passato. Esso riguarda noi e ci indica le vie da non prendere e quelle da prendere. Come Giovanni Paolo II ho percorso il cammino lungo le lapidi che, nella varie lingue, ricordano le vittime di questo luogo: sono lapidi in bielorusso, ceco, tedesco, francese, greco, ebraico, croato, italiano, yiddish, ungherese, neerlandese, norvegese, polacco, russo, rom, rumeno, slovacco, serbo, ucraino, giudeo-ispanico, inglese.Tutte queste lapidi commemorative parlano di dolore umano, ci lasciano intuire il cinismo di quel potere che trattava gli uomini come materiale non riconoscendoli come persone, nelle quali rifulge l’immagine di Dio…Sì, dietro queste lapidi si cela il destino di innumerevoli esseri umani. Essi scuotono la nostra memoria, scuotono il nostro cuore. Non vogliono provocare in noi odio: ci dimostrano anzi quanto sia terribile l’opera dell’odio. Vogliono portare la ragione a riconoscere il male e a rifiutarlo; vogliono suscitare in noi il coraggio del bene, della resistenza contro il male. Vogliono portarci a quei sentimenti che si esprimono nelle parole che Sofocle mette sulle labbra di Antigone di fronte all’orrore che la circonda: ‘Sono qui non per odiare insieme, ma per insieme amare’». Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma I TRE PRESIDENTI: NIENTE PER L’ISTRIA SENZA L’ISTRIA Il Presidente Nazionale ANVGD Lucio Toth sulla possibilità di un incontro tra i presidenti di Italia, Slovenia e Croazia, riemersa in margine alla recente cerimonia alla Foiba di Basovizza IL TESTO DEL COMUNICATO STAMPA Le Associazioni degli Esuli sono state le prime a chiedere un pellegrinaggio dei tre Presidenti della Repubblica sui luoghi della memoria, non solo delle Foibe ma di tutte le vittime dei totalitarismi del Novecento, situati nei tre Paesi confinanti: Italia, Slovenia e Croazia. Questo gesto di riconciliazione per essere tale non può che concludere un percorso risolutivo dei nodi ancora aperti: primo fra tutti quello dei beni espropriati e dell’effettiva tutela delle minoranze. È stata la gente dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia a pagare i crimini di quei totalitarismi. Parafrasando un’antica sentenza fiumana: nulla si faccia per la nostra gente senza la nostra gente. Sono i popoli che si riconciliano nella verità e nella giustizia attraverso chi ne rappresenta gli Stati, non viceversa. On. Lucio Toth Presidente Nazionale BENVENUTI! A tutti coloro che ricevono in omaggio il nostro giornale da questo numero o dai precedenti, il nostro più cordiale benvenuti! Difesa Adriatica, il mensile dell’Associazione che raccoglie in Italia gli Esuli giuliano-dalmati, i loro discendenti e i simpatizzanti, Vi raggiungerà ogni mese fino al febbraio 2007, senza che dobbiate far altro. Insieme ai numeri di fine anno riceverete il bollettino postale per l’abbonamento 2007. Se il nostro notiziario sarà stato di Vostro gradimento saremo ben lieti di avervi nella grande “famiglia” dei nostri abbonati. In caso contrario, con febbraio 2007 terminerà l’invio del giornale al Vostro indirizzo. In ogni caso... Buona lettura! Foiba di Basovizza, commemorati nel 61° i martiri delle Foibe La camera ardente allestita nel campo italiano di Nassiriya per il caporalmaggione Pibiri Croazia, forse possibili modifiche alla legge sull’acquisto di immobili Secondo alcune fonti governative croate, l’Esecutivo di Zagabria starebbe studiando alcune modifiche, da presentare al Parlamento, alla legge sulla proprietà e sugli altri diritti reali in maniera da semplificare le procedure necessarie per ottenere il nulla osta per l’acquisto di un immobile: prima fra tutte, la riduzione da due ad uno dei ministeri ai quali presentare la domanda, quello della Giustizia. Sembra che possa venire raddoppiato il numero dei legali addetti all’esame e all’evasione delle pratiche. Attualmente, presso il ministero degli Esteri e delle Integrazioni europee croato lavorano infatti solo quattro persone, a fronte di 5.000 domande ancora inevase. segue a pag. 5 Trieste. Il 20 maggio scorso, al sacrario di Basovizza, si è tenuta l’annuale cerimonia in commemorazione dei martiri delle Foibe. Quel giorno, infatti, cadeva il 61° anniversario dell’eccidio, essendo allora Trieste «sottoposta a durissima oppressione straniera» subendo «con fierezza il martirio delle stragi e delle Foibe», come si legge nella motivazione della medaglia d’oro al V.M. conferita al capoluogo giuliano. La cerimonia era organizzata dal Comune e dalla provincia di Trieste e dal Comitato per i Martiri delle Foibe ed ha visto presenti le maggiori autorità civili e militari della città. Dopo la deposizione di una corona di fiori al monumento da parte del Comitato e delle istituzioni locali, è stata officiata una Messa celebrata dal Basovizza, i labari delle associazioni degli Esuli e d’arma (foto www.arcipelagoadriatico.it) segue a pag. 5 2 DIFESA ADRIATICA Luglio 2006 fatti e commenti Elenchi infoibati, il sindaco di Gorizia Brancati: «solleciterò i due governi affinché ci siano altri passi avanti» Serbia più lontana dall’UE. Interrotti i negoziati finché non si troverà Mladic Lo ha detto nel corso della manifestazione promossa dall’ANVGD per ricordare i deportati dai titini Ex militanti croati condannati dal TPI per crimini contro l’umanità nelle guerre degli anni Novanta In occasione della cerimonia in ricordo dei 665 goriziani deportati a guerra finita dalle truppe jugoslave, promossa dall’ANVGD, dalla Lega Nazionale goriziana e dal Comitato congiunti deportati in Jugoslavia (si veda “Difesa” di giugno), il sindaco di Gorizia, Vittorio Brancati ha ribadito che «la consegna da parte della Slovenia dell’elenco con i nomi dei deportati costituisce un messaggio importante che non va sottovalutato. Per quanto incompleto rappresenta, comunque, un primo passo che va incontro alle legittime domande dei familiari. Il Comune continuerà in questo senso il proprio impegno affinché il dialogo continui». La tragedia dei cittadini goriziani deportati dal IX Corpus titino nel maggio del 1945 è stata rievocata al parco della Rimembranza, con la deposizione di un omaggio floreale al lapidario ai Martiri delle Foibe, presenti il presidente del Comitato ANVGD e della Lega nazionale isontini, Rodolfo Ziberna, Clara Morassi Stanta, presidente del sodalizio familiari dei deportati. Nel suo intervento Brancati ha riconosciuto che «ci sono state colpe e omissioni in questi decenni, ma la memoria va tenuta viva così come l’impegno per dare una risposta ai familiari che a più di sessant’anni chiedono soltanto di conoscere un luogo fisico dove piangere i loro cari. Il nostro impegno come amministrazione comunale, assieme a Nuova Gorizia, continuerà ad essere quello di sollecitare i governi italiano e sloveno perché il dialogo continui e ci possano essere nuovi passi avanti». Prima del sindaco era intervenuta Clara Morassi Stanta, che ha avuto parole di ringraziamento per il prefetto Roberto De Lorenzo che ha consentito l’allestimento nella sede prefettizia dell’ufficio ricerche per visionare l’elenco con i nomi dei 1048 deportati: «tutta l’Italia ha finalmente conosciuto il nostro dramma, dopo oltre sessant’anni – ha detto la signora Clara Morassi –. Grazie a chi si è adoperato per sgretolare il muro di omertà. Nell’elenco c’erano anche i nomi dei giovani che si trovavano negli ospedali e che, inermi, erano stati deportati». Dopo la manifestazione al lapidario è stato proiettato nella sala del Consiglio provinciale il documentario storico «Foibe», edito dall’ANVGD di Gorizia e curato da Guido Rumici. red. Interrotti i negoziati della Commissione Ue con la Serbia per l’accordo di stabilizzazione e associazione (ASA). L’annuncio è stato dato dal commissario all’allargamento, Olli Rehn, poco dopo un colloquio telefonico con il procuratore capo della Corte dell’Aja sull’ex Jugoslavia, Carla Del Ponte. La ragione è l’ex generale serbo-bosniaco, Ratko Mladic, ricercato da dieci anni per crimini commessi nel corso delle guerre degli anni Novanta. «Ho ricevuto un’analisi dettagliata sulla collaborazione della Serbia, oltre a informazioni da parte della signora Del Ponte: si tratta di informazioni deludenti, perché Belgrado non è riuscita a localizzare e consegnare all’Aja» il super ricercato. «Il tempo delle speculazioni è finito, è giunta l’ora dei risultati», ha ribadito Rehn. A metà maggio, inoltre, il ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier (Spd) ha avanzato al premier serbo Vojislav Kostunica il medesimo ultimatum, ricordando che solo la consegna di Mladic permetterà la ripresa dei negoziati fra Belgrado e l’UE. Toni analoghi con Kostunica a proposito di Ratko Mladic ha usato anche il cancelliere Angela Merkel nel colloquio avuto a sua volta con il capo di governo della Serbia. Per altro verso, sei ex alti responsabili militari e politici croati di Bosnia sono comparsi davanti al Tribunale penale internazionale (TPI) per la ex Jugoslavia per la prima udienza di un processo che durerà non meno di un anno. Sono Valentin Coric, Milivoj Petkovic, Jadranko Prlic, Berislav Pusic, Slobodan Praljak e Bruno Stojic, accusati di crimini di guerra e contro l’umanità commessi contro i musulmani bosniaci durante il conflitto in Bosnia Erzegovina del 1992-’95. I capi d’imputazione sono: arresti massicci, omicidi, violenze, aggressioni sessuali, appropriazione indebita di beni. Il procuratore Kenneth Scott ha iniziato il suo intervento ricordando il progetto dell’allora presidente croato Franjo Tudjman di «riunire il popolo croato dentro frontiere le più grandi possibili». E intanto lo stesso TPI ha confermato nel mese di maggio la condanna a 20 e 18 anni di carcere per Mladen Naletilic e Vinko Martinovic, accusati di crimini contro i civili musulmani di Mostar. I due, già appartenenti alle forze speciali croate di Bosnia, sono stati giudicati responsabili della campagna di persecuzione portata a termine tra il 1993 e il 1994 a Mostar, che ha provocato circa 200 mila morti. Violenze, omicidi, torture e «trattamenti disumani» contro i musulmani di Mostar, la città capoluogo dell’Erzegovina: queste le imputazioni per le quali erano già stati condannati in primo grado Legge sulla cittadinanza, emessa la circolare dal Dipartimento Libertà civili e immigrazione del Ministero dell’Interno Il Ministero dell’Interno ha emesso una circolare sulla legge sul riacquisto della cittadinanza italiana da parte dei connazionali dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia nonché ai loro discendenti. Il Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione ha precisato, nella Circolare K.60.1 del 22 maggio 2006, le procedure necessarie per l’esercizio di tale diritto al riconoscimento della cittadinanza italiana. Il testo è consultabile sul sito www.interno.it. Mochi Onory in visita alle istituzioni italiane a Capodistria Gorizia, il Parco della Rimembranza e il Monumento ai Caduti Una finale di calcio per la difesa di Gotovina La zagabrese Dinamo e lo spalatino Hajduk, due club ‘storici’ e divisi da un’antica e feroce rivalità spesso sfociata in drammatici incidenti tra le rispettive tifoserie, si sono affrontati a Zagabria per l’ultima giornata del campionato nazionale di serie A. L’incasso è stato interamente devoluto a sostegno degli ex ufficiali croati detenuti all’Aja con l’accusa di crimini di guerra nel conflitto croato-serbo degli anni Novanta. Beneficiario, tra gli altri, l’ex generale Ante Gotovina, già superlatitante e arrestato alle Canarie qualche mese addietro. Si stima che alla finale abbiano assistito almeno 30 mila persone, per un incasso che si aggirerebbe sui 120-150 mila euro. Tale è la popolarità che l’imputato Gotovina gode in patria, che la sua vita è ora riscritta versione romanzata in un feuilleton dal titolo La tempesta dopo la tempesta, che allude all’omonima operazione militare guidata da Gotovina nell’agosto del 1995 contro i secessionisti serbi. Autrice, tal Sinaja Bui Simunovic, hostess in pensione con il culto dell’ex generale già protagonista del suo romanzo d’esordio. Secondo lei, Gotovina, merita di essere descritto come «un uomo forte, onesto, un vero eroe». con sentenza emessa il 31 marzo del 2003 ed ora confermata. Da ultimo, Branimir Glavas, noto durante la guerra in Croazia (19911995) come «lo sceriffo della Slavonia», dovrebbe essere inquisito per crimini di guerra perpetrati contro la popolazione civile serba all’inizio del conflitto nel 1991. Al parlamento croato è pervenuta la richiesta di revoca dell’immunità parlamentare di cui Glavas gode quale deputato. Da anni gli organi di stampa hanno scritto di lui come dell’ispiratore e del mandante delle «liquidazioni di pacifici cittadini di etnia serba» subito dopo lo scoppio nel 1991 delle ostilità. Si è scritto di un centinaio di civili trucidati a Osijek e nei dintorni, senza alcuna ragione o soltanto per intimidire gli altri e spingerli alla fuga dalla Croazia. Glavas ha goduto per anni di una sorta di intoccabilità anche in quanto dirigente della Comunità democratica croata (Hdz), partito nazionalista fondato dal defunto presidente Franjo Tudjman. p.c.h. L’ambasciatore Andrea Mochi Onory, accompagnato dal console generale d’Italia a Capodistria Carlo Gambacurta, si è recato il 10 maggio scorso in visita alle istituzioni della Comunità nazionale italiana a Capodistria. Negli studi di Tv Capodistria Mochi Onory ha incontrato il Comitato scientifico del progetto «Istria nel tempo» che l’emittente sta realizzando in collaborazione con il Centro di Ricerche storiche di Rovigno sulla storia della popolazione italiana dell’Istria con la consulenza scientifica degli storici Giuseppe Parlato, Carlo Ghisalberti, Giovanni Radossi, Paolo Nello e Stefano Lusa. Nella sede di Radio Capodistria ha avuto luogo l’incontro con i dirigenti dei programmi italiani, il cui direttore, Rocco, ha esposto le difficoltà della programmazione italiana: dalla insufficienza dei finanziamenti per i programmi alla mancanza di un’autonomia reale nella gestione dei programmi. L’ambasciatore Andrea Mochi Onory, profondo conoscitore della realtà minoritaria, ha ribadito l’attenzione dell’Italia nei confronti della Comunità nazionale italiana. Due nuovi siti web per gli italiani di Dalmazia Appena aperti due nuovi siti web per gli italiani della sponda orientale dell’Adriatico: ‘www.italianididalmazia.org’ e ‘www.dalmazianews.org’, inaugurati lunedì 27 marzo 2006, ospitano notizie e commenti dei connazionali residenti nella regione di antico insediamento veneziano. I siti sono espressione delle comunità italiane di Spalato e di Zara, e contengono informazioni utili ai residenti e ai visitatori, links di altri indirizzi telematici della comunità di lingua italiana, del Consolato d’Italia a Spalato e della sezione distaccata di Zara. ‘Dalmazianews’ si propone anche come sito di notizie «sulla Dalmazia, sugli italiani di Dalmazia sulla diffusione della lingua e della cultura italiana in Dalmazia, sulle possibilità di fare affari in Dalmazia»; ‘italianididalmazia’ ha in programma l’edizione di un periodico on-line proponendosi di «raccogliere e documentare le tracce di quanto accade, per fare conoscere ad un pubblico sempre più ampio di utenti quanto accade tra i connazionali del lato orientale dell’Adriatico». DAL GENNAIO 2007 LA SLOVENIA NELL’EURO La Commissione europea ha stabilito che la Slovenia ha raggiunto tutti i parametri richiesti per l’adozione dell’euro. Lo ha reso noto a metà maggio l’Esecutivo UE, che proporrà al Consiglio UE l’adozione dell’euro per la Slovenia dal 1° gennaio 2007. Ora Lubiana dovrà fissare il cambio tra il tallero, la sua moneta, e l’euro ed il tasso dovrà restare invariato fino al gennaio 2007, quando entrerà definitivamente in vigore la valuta europea. La Commissione UE ha assicurato la sua cooperazione per evitare ogni abuso. «L’esperienza fatta dagli altri Paesi sarà utile. Comunque il fatto che molti accusino l’euro di aver provocato un aumento dei prezzi è più una percezione che una realtà», ha commentato il commissario europeo per le Politiche economiche e monetarie Joaquin Almunia. Luglio 2006 3 DIFESA ADRIATICA cultura e libri L’Istria «ancora sconta la sua pena» Il nuovo libro di Anna Maria Mori, che vince il Premio Recanati Festival della narrativa italiana Un viaggio di ritorno, un nostos, questo nuovo libro di Anna Maria Mori, nella sua Istria, attraverso i suoi paesaggi e le sue figure, le sue bellezze e le sue asperità: gli splendori abbaglianti del mare e delle rocce, i profumi delle sue erbe e dei suoi dolci, i travagli della guerra e dell’esodo, la tragedia di ogni individuo costretto ad abbandonare casa e affetti, speranze radicate nel terreno fertile del proprio orizzonte, la vita in una parola. Dopo l’intenso Bora, scritto con Nelida Milani, l’autrice polesana torna, ancora, nei suoi luoghi, con ostinazione, con amore, certo con rabbia: è la condanna e insieme il privilegio dell’esule, in questo caso dell’esule scrittore, che affonda il pensiero nella perdita per trarne un senso, per disegnare un ordine che dia chiarezza e conforto, per guardare la ferita senza distogliere lo sguardo. Il primo capitolo è stato, appunto, Bora, frutto di un lungo e paziente dialogo con l’altra metà dell’esilio (la «rimasta»), una prima ricognizione forse che Nata in Istria rende ora compiuta. Lo scrittore dà nome alle cose, alla bellezza e alla sofferenza, e l’Istria di Anna Maria Mori è intrisa di entrambe: «Avevo cominciato con la bellezza: volevo ritrovare la mia bellezza di nata in Istria. [...] Avevo ragione: l’Istria è bella, persino più bella di come me la ricordavo. [...] E allora perché? Perché non usarla, questa bellezza, nella sua funzione catartica [...]». La lingua tenta e ricrea dunque il bello perduto, o meglio, nomina e si immerge nel dolore per scrostarlo dalla bellezza, per liberarla dal peso della tristezza e della rassegnazione: il ritorno è segnato da incontri e prove dolorosi, ma lo sguardo del narratore è lucido e la parola ricuce i flussi interrotti, le relazioni annichilite, rianima il desiderio del bello e dell’appartenenza: bello non solo per sé, scrive l’autrice, bello per gli altri, se la scrittura vuole Tra Abbazia e Volosca: «mite, dolcissima, piccolezza di un borgo di poche case, [...] tutto dentro un’insenatura dove il candore della spiaggia di ciottoli si confronta con il blu profondo del Quarnero [...]» avere una funzione non utilitaristica ma estetica, e profondamente umana. Un nesso inscindibile apparenta la scrittrice con l’esilio: «E così la mia giovinezza [...] non ha rappresentato un’evoluzione ma uno strappo, è come se l’avessi percorsa senza viverla, senza vederla. Non me la ricordo. [...] Non mi fa neanche una grande simpatia. [...] Più che una giovinezza, ho avuto due infanzie. La prima, indimenticata e indimenticabile [...], la seconda, obbligata e faticosissima: innaturale». Il ritorno nei luoghi dell’infanzia è inevitabile, ma non esaurisce il senso del ritorno, che si alimenta e si definisce attraverso incontri e storie diversi, destini divergenti ed esperienze sovrapponibili: l’autrice è mossa appunto dal desiderio, o meglio dalla necessità, di comunicare mediante vicende distinte od anche consonanti una identità irripetibile e complessa, quella istriana, che l’odioso accanimento della Storia ha sfumato e sbiadito nella coscienza collettiva. «Storie di occupanti e occupati – dice del libro l’autrice –, di guerre e violenze, ultima quella esercitata su un popolo di pescatori e contadini italiani e iner- mi, costretti all’esilio guadagnato qualche volta, da quelle isole, per mare, a rischio della vita». E per richiamare alla coscienza quelle storie Anna Maria Mori tocca le città e i borghi dell’Istria, ascolta le confidenze e i silenzi dei suoi abitanti, quelli di ieri e quelli «rimasti»; li lascia parlare e le loro espressioni traspirano tutte solitudine e smarrimento. «Anche quelli, tantissimi, che se ne sono andati, [...] in realtà sono rimasti lì per sempre [...]: fanno e disfanno sempre la stessa tela, ed è la tela dei ricordi, delle nostalgie, anche dei furori e dei rancori». È un libro doloroso, questo, nonostante le migliori intenzioni dell’autrice: inevitabile che lo sia, quando si torna a visitare il passato che non è realmente trascorso, perché impossibile da metabolizzare: «sta ancora scontando la sua pena» annota in riferimento a Pola. Così è per gli esuli. Patrizia C. Hansen Anna Maria Mori, Nata in Istria, Rizzoli, Milano 2006, pp. 294, euro 16.00 LA NAPOLI DI FRANCESCO LAURANA NELLA FORMAZIONE DI ANTONELLO DA MESSINA È rimasta aperta per tutta la primavera la mostra dedicata ad Antonello da Messina nelle Scuderie del Quirinale. È l’ultima delle esposizioni allestite durante il settennato del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Organizzata all’Azienda Palaexpo e Zètema Progetto Cultura e curata da Mauro Lucco, ordinario di Storia dell’arte all’Università di Bologna, la mostra raccoglie cinquanta opere di sicura attribuzione, quasi l’intera produzione dell’artista arrivata fino a noi. Artista vissuto tra il 1430 circa e il 1479 tra Messina, la città natale, Napoli, Venezia, Avignone. Le cinquanta tavole provengono dalle grandi raccolte di Londra, New York, Dresda, Parigi, Vienna, Berlino, oltre che da varie città italiane, soprattutto dalla Sicilia, dove Antonello visse i suoi ultimi anni. Ad esse fanno corona le opere di maestri che influirono sulla sua formazione, come il fiammingo Giusto di Gand o il veneziano Giovanni Bellini, e di quelli che ne seguiranno le tracce inconfondibili nella storia dell’umanesimo europeo. Perché grande rilievo nella creazione di Antonello ebbero i ritratti, che rappresentano con Antonello da Messina, Ritratto d’uomo, Cefalù, Museo della Fondazione Culturale Mandralisca singolare incisività personaggi dai caratteri inquietanti e segreti, vera e propria esaltazione dell’uomo rinascimentale e della sua autonomia individuale. Due periodi furono essenziali nella formazione dell’artista: Napoli, dove aprì una bottega, e Venezia, dove fu chiamato dalla nobiltà veneta per la fama che si era conquistata. Trattando del periodo napoletano i curatori hanno dato un giusto risalto al clima che nella capitale del Regno meridionale aveva determinato la presenza attivissima di Francesco Laurana, coautore dei fregi dell’arco di trionfo di Alfonso d’Aragona a Castelnuovo [si vedano i due particolari riprodotti in questa pagina] e scultore ineguagliato di busti di regine e di gentiluomini, di lunette e di gruppi marmorei, che ornano chiese e palazzi siciliani e pugliesi, fino alle chiese di Marsiglia e di Avignone. Anzi non può sfuggire una singolare concordanza geografica e temporale nell’itinerario di Francesco e di Antonello: Siracusa, Noto, Palazzolo Acreide, Cefalù, Napoli, fino alla lontana Avignone. Certo si conoscevano e si stimavano. Il dalmata del resto aveva soltanto dieci anni di più. E concorrenti non erano, data la diversa materia su cui si esercitava la loro creatività. Due Madonne lauranesche vengono poste in relazione diretta con l’opera di Antonello. Sono la Madonna della Neve dalla chiesa del SS. Crocifisso a Noto e la Madonna delle Grazie da Palazzolo Acreide. Entrambe porgono al Bambino un pomo, motivo che diventerà ricorrente nel- Metà cielo, mezza luna, diario del viaggio (avventuroso) in Oriente di Maria Silvia Codecasa Dall’esilio fiumano all’India (con gli autobus) Da Fiume al resto del mondo (possibilmente con i mezzi pubblici). Impossibile chiudere in una definizione univoca l’esuberante e indomita personalità di Maria Silvia Codecasa, esule dal Quarnero e da allora curiosa del mondo intero, del visibile e dell’invisibile, intendendo per quest’ultimo non già la comune trascendenza, ma gli universi spirituali – i più vari – che convivono al di là e al di sopra delle apparenze, nei secoli come oggi, in questa contemporaneità apparentemente depauperata di illusioni. Laureatasi nel 1951 alla prestigiosa Bocconi di Milano, è antropologa e docente, partecipa a laboratori teatrali e corsi di scrittura poetica, scrive resoconti di viaggi nei Paesi più remoti (e non sempre raccomandabili), attraversati avvalendosi preferibilmente del trasporto locale (il modo migliore, certo, per conoscere luoghi, tipologie di persone e usanze). Ha il pregio di non meravigliarsi di nulla, e di saper vedere ed ascoltare pur avendo, come ovvio, le proprie idee e i propri principi, primi dei quali il rispetto della libertà e della dignità dell’uomo e l’insofferenza per le convenzioni comuni. «La mia vita – dice – è un esempio estremo di ciò che accade a chi venga esiliato a vent’anni, e perda il suo background culturale». Il primo viaggio la scrittrice lo ha dunque compiuto nel 1944, quando ha dovuto lasciare per sempre Fiume. Da allora, la caparbia volontà di riempire quell’esilio di contenuti l’ha condotta a diventare una sorta di esploratrice contemporanea, di spazi e di umanità lontani, grazie anche alla laurea conseguita nella Università milanese, che ricorda come «la migliore facoltà di lingue in Italia, come poi non ce ne sono più state». Nel 1951, Maria Silvia Codecasa partiva una seconda volta con una borsa di studio dell’American Association of University Women per NewYork, per studiare alla Columbia University, dove aveva insegnato nell’anteguerra Prezzolini. Una volta rientrata, ha insegnato nei licei, prima a Milano quindi a Roma, e nel frattempo ha iniziato a scrivere diari di viaggio, poesie, drammi e articoli di carattere antropologico. Nel 1973 ha compiuto il viaggio che ora rievoca nel libro recentemente edito dalla casa editrice fiorentina Vallecchi, Metà cielo, mezza luna, diario del percorso, compiuto da sola o con occasionali compagni di cammino, attraverso la Turchia, l’Afghanistan e il Pakistan. Un libro che Maria Silvia Codecasa ha iniziato a scrivere all’indomani dell’attentato alle Torri gemelle, per una sorta di paradossale corto circuito fecondo che le ha richiamato alla memoria i luoghi e i costumi conosciuti lungo quel tracciato, con un’attenzione particolare alla condizione della donna nei Paesi islamici, «la metà del cielo», precisa l’autrice, «che sotto la mezza luna dell’Islam non trova posto». Con questo libro ha vinto il Premio “Albatros” 2005, dedicato alla letteratura di viaggio. «Oltre a una scrittura accurata, scorrevole, - si legge nella motivazione – lo stile non banale, la ricercatezza stilistica, l’ironia, il racconto della Codecasa ha molti pregi». «È un pezzo di letteratura di viaggio nel senso più proprio, perché ha gusto letterario e descrive esattamente un viaggio, un percorso: da Izmir a Amristar, dalla Turchia all’India per una delle porzioni di mondo più belle e interessanti. Poi è un viaggio che segna un punto nel tempo, è un documento di storia». Insomma, sulle orme di altre celebri viaggiatrici che l’hanno preceduta, come Ella Maillart o Annemarie Schwarzenbach, per le quali, come è stato scritto, il senso dell’esistenza non sta più solo nel viaggiare ma nella conoscenza alla quale conduce. Ora, Maria Silvia Codecasa è impegnata nella stesura di un altro libro, sulla crisi politica, economica e sociale del Venezuela, Paese che conosce bene, ma ha già in mente la traccia di un romanzo, questa volta ambientato a Fiume, protagonista, naturalmente, un profugo. Perché, precisa, «perdere Fiume è stato come trovarsi nel vuoto», al quale solo la scrittura riesce, almeno in parte, a dare un senso. l’iconografia rinascimentale e barocca. Alle due sculture si richiama con indiscussa evidenza il Polittico di San Gregorio a Messina, cui i guasti del tempo non hanno tolto la plasticità della composizione, la dolcezza dei volti, la vivezza della luce e dei colori, la nettezza del disegno: i tratti caratteristici della sintesi antonelliana. Fa piacere vedere riconosciuta in un crocevia della cultura mondiale, come Roma, frequentata da milioni di pellegrini e visitatori, la lezione di un grande dalmata, pietra miliare, come l’altro Laurana, Francesco, dell’arte europea. Va dato atto ai curatori di avere rispettato la volontà del nostro scultore nell’indicarne il nome e la patria, la Dalmazia. «FRANCISCUS LAURANA ME FECIT». Ha lasciato inciso lui stesso sulla base della Madonna di Noto. L.T. p.c.h. Maria Silvia Codecasa, Metà cielo, mezza luna, Vallecchi, Firenze 2005, pp. 208, euro 8,50 Francesco Laurana, Arco di Alfonso d’Aragona, Castelnuovo Napoli, un particolare del fregio 4 DIFESA ADRIATICA Luglio 2006 La Redazione risponde Maggiorazione della pensione: chi usufruisce della Legge 336/70 (INPS) non può richiedere l’applicazione della Legge 140/85 (INPDAP) A cura dell’Avv. Vipsania Andreicich Sono un pensionato dello Stato e profugo. Ho letto negli articoli di “Difesa Adriatica” dei mesi precedenti che per i profughi pensionati INPS è previsto il diritto ad una maggiorazione sulla pensione. Posso usufruire anche io della predetta maggiorazione in qualità di pensionato dell’INPDAP? Lettera firmata Nel corso degli anni sono state emanate diverse leggi che hanno avuto ad oggetto delle agevolazioni per categorie di persone considerate meritevoli da parte dello Stato italiano. Con particolare riguardo alla questione delle retribuzioni e delle pensioni la prima legge emanata è stata la L. 24 maggio 1970 n. 336 intitolata Norme a favore dei dipendenti civili dello Stato ed Enti pubblici ex combattenti ed assimilati. Tale legge individuava all’art. 1 le catego- rie di persone che possono accedere ai benefici in essa disposti. Si tratta di «dipendenti civili di ruolo e non di ruolo dello Stato, compresi quelli delle Amministrazioni ed aziende con ordinamento autonomo, il personale direttivo e docente della scuola di ogni ordine e grado ed i magistrati dell’ordine giudiziario ed amministrativo» i quali fossero anche «ex combattenti, partigiani, mutilati ed invalidi di guerra, vittime civili di guerra, orfani, vedove di guerra, profughi per l’applicazione del trattato di pace e categorie equiparate». Due sono, quindi, i requisiti richiesti per poter godere delle agevolazioni previste dalla legge in questione. Per coloro che si trovano in possesso dei requisiti di cui sopra, la L. 336/70 prevede due particolari benefici: 1) la possibilità di chiedere una sola volta nella carriera la valutazione di due anni o, se più favorevole, il computo delle campagne di guerra e del periodo trascorso in prigionia, in internamento, per ricovero in luoghi di cura e in licenza di convalescenza per ferite o infermità contratte presso reparti combattenti o in prigionia di guerra o in internamento, ai fini degli aumenti periodici e del conferimento della successiva classe di stipendio, paga o retribuzione; 2) l’attribuzione di tre aumenti periodici di stipendio, paga o retribuzione (o, se più favorevole, un aumento periodico per ogni anno o frazione superiore a sei mesi di servizio militare prestato in territorio dichiarato in stato di guerra, trascorso in prigionia e in internamento, in luoghi di cura e in licenza di convalescenza per ferite o infermità contratte presso reparti combattenti, in prigionia e in internamento), ai fini della liquidazione della pensione e della indennità di buonuscita e di previdenza. Quindi con la legge 336/70 si attribuiscono dei benefici a coloro che oltre ad avere la qualifica di profugo, svolgevano la propria attività lavorativa alle dipendenze dello Stato e che quindi hanno diritto, al termine della loro attività lavorativa, all’erogazione della pensione da parte dell’INPDAP. Successivamente è stata emanata la legge 15 aprile 1985 n. 140 la quale all’art. 6, comma 1 prevede il beneficio di una maggiorazione del trattamento di pensione determinato nella Beni abbandonati, le sedute della Commissione interministeriale Pubblichiamo gli elenchi delle posizioni discusse nel corso delle sedute del mese di aprile 2006 della Commissione interministeriale insediata presso il Ministero dell’Economia ai sensi della Legge n. 98/’94 per la liquidazione degli indennizzi dei «beni abbandonati» (Legge 135/’85) dai cittadini italiani nei territori ceduti all’ex Jugoslavia e nella Zona B dell’ex Territorio Libero di Trieste. Seduta del 3 aprile 2006 Pos. n. 1595/ZB Dapretto Giovanni (eredi) respinta domanda di riesame Pos. n. 6134/ZB Fonda Tullio concesso primo indennizzo per quota-parte mai liquidata Pos. n. 2972-6171-7113/ZB Bertuccioli Walkirnie e Renato (eredi) concesso avviamento commerciale Pos. n. 9296/ZB Crevatin Benedetto ed altri istruttoria Pos. n. 9861/ZB Zacchigna Ida e Rina concesso indennizzo ex lege 135/85 Pos. n. 10046/ZB Glavina Piera concessi indennizzo ex lege 135/85 e avviamento per terreni ed attività commerciale Pos. n. 4046/ZB Pisitta Giulia e altri concessa riliquidazione ex lege 135/85 Pos. n. 4822/ZB Tomatis Costanzo (eredi) concesso avviamento commerciale per un’azienda agricola Seduta del 6 aprile 2006 Pos. n. 10269/ZB Bubbola respinta domanda di indennizzo Pos. n. 7411/TC Scrobe Antonio concesso avviamento commerciale per un’azienda agricola Pos. n. 9570/ZB Vesnaver Giovanni respinta domanda di indennizzo Pos. n. 23639/TC Moscheni Omero respinta domanda di indennizzo Pos. n. 12600/TC Flaminio concesso avviamento commerciale Pos. n. 11331/TC Prenci concesso avviamento commerciale Pos. n. 8740/TC Ostovich concesso indennizzo ex lege 135/85 respinta domanda di indennizzo per alcune particelle tavolari Seduta del 10 aprile 2006 Pos. n. 21361/TC Vladani – Cocetti concesso indennizzo ex lege 135/85 Pos. n. 10646/TC Crismani respinta domanda di avviamento commerciale Pos. n. 21544-20914/TC Pellizzari Giuseppe (eredi) concesso indennizzo ex lege 135/85 Pos. n. 9802/ZB Bossi Silvano ed Emilia respinta domanda indennizzo ex lege 135/85 Pos. n. 3326/TC Nicolich Maria Angela (eredi) concessi indennizzi ex lege 135/85 Pos. n. 9623/ZB Perentin Giuseppe (eredi) istruttoria Pos. n. 15355-15949-18708/TC Martinolich Dora respinta domanda di revisione stima respinta domanda di avviamento commerciale Pos. n. 13029-20214/TC Darbe – Manzin (eredi) concessa integrazione ex lege 135/85 previa acquisizione documentazione successoria Sul numero di agosto/settembre le sedute di maggio e giugno 2006 Sul prossimo numero i nostri Lettori troveranno gli elenchi delle posizioni discusse nel corso delle sedute di maggio e giugno 2006 della Commissione interministeriale insediata presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze Pos. n. 12358/TC De Manzolini Andrea concesso avviamento commerciale per un’azienda agricola Pos. n. 7163/TC Bernini Pierluigi e Paola concessa integrazione ex lege 135/85 misura di lire 30.000 lorde. La norma individua inoltre le categorie aventi diritto alla predetta agevolazione facendo riferimento alla L. 336/70, ovvero «ex combattenti, partigiani, mutilati ed invalidi di guerra, vittime civili di guerra, orfani, vedove di guerra, profughi per l’applicazione del trattato di pace e categorie equiparate» escludendo però coloro che avessero usufruito o avessero titolo per fruire dei benefici previsti dalla stessa L. 336/70, essi sono coloro che attualmente percepiscono una pensione da parte dell’INPS. Sulla base delle considerazione sopra svolte, quindi, coloro che, avendo svolto la propria attività lavorativa alle dipendenze dello Stato ed essendo in possesso della qualifica di profughi, possono godere delle agevolazioni previste dalla L. 336/70 – esposte alle lettere a) e b) del presente articolo – , e di conseguenza non possono fare domanda per ottenere la maggiorazione di Lire 30.000 prevista dalla Legge 140/85. Per rispondere alla domanda che ci è stata rivolta, non è quindi possibile fare domanda all’INPDAP per ottenere la maggiorazione di lire 30.000 sulla pensione da tale ente erogata. Pos. n. 571-9321/TC Host Silvia (eredi) disposto recupero indennizzo concesso ex lege 135/85 Pos. n. 2602-7434-19883/TC Spada Antonio ed altri concesso avviamento commerciale per un’azienda agricola GLI INDENNIZZI ARRIVANO, LA RICONOSCENZA NO Secondo i dati più recenti del Ministero dell’Economia, il personale addetto all’evasione delle domande per l’indennizzo dei beni abbandonati in base alla Legge 137/2001 sta emettendo mensilmente una media di 600 pagamenti, il che significa 3.600 bonifici nel primo semestre 2006. Era tradizione della nostra Associazione, nei decenni scorsi, anticipare la lieta notizia ai beneficiari tramite lettera, quando era possibile avere i loro indirizzi. Oggi invece la legge sulla privacy non ci consente di sapere chi sta per avere l’indennizzo; cosa ancora più grave tenuto conto che il Ministero non scrive a nessuno per preavvisarlo dell’invio della somma. Così spesso i soldi arrivano sul conto corrente senza che il beneficiario neanche se ne accorga... Ma questo sarebbe il danno meno grave. Quello che riteniamo più preoccupante è che su 3.600 beneficiari, solo 4 (dico quattro!) hanno ritenuto doveroso inviare un segno di riconoscimento al lavoro dell’Associazione. Non parliamo ovviamente delle somme che pubblichiamo su ogni numero di “Difesa Adriatica”: lì si tratta sempre di qualche decina di euro che viene versata in più sull’abbonamento al giornale. Parliamo invece del riconoscimento dovuto a Padre Flaminio Rocchi, scomparso il 9 giugno 2003, vero fautore delle leggi che nei decenni hanno portato alle concessioni degli indennizzi. Padre Flaminio non c’è più da tre anni esatti, ma il nostro instancabile lavoro continua. Gli indennizzi della legge del 2001 non sono terminati e gli esuli hanno ancora bisogno di assistenza; ci sarà poi la futura legge che erogherà il saldo definitivo. Sono impegni non indifferenti, che richiedono una struttura funzionale ed efficiente e che, ovviamente, ha i suoi costi. È semplice ricevere un bonifico sul conto corrente. Capiamo che è meno semplice riconoscere il lavoro di chi ha permesso di riceverli. Ricordiamoci però sempre che senza l’impegno dell’Associazione e dei suoi uomini, non sarebbe giunto nelle tasche degli esuli neanche quel poco che finora hanno ricevuto. Fra pochi mesi il Ministero comincerà a indennizzare le posizioni degli esuli di più alto valore. Sarà un interessante test per capire il loro grado di riconoscenza, anche perché è ben difficile che possano essere meno di quattro... Abbiamo il “difetto” di non avere la nostra Sede nazionale a Trieste. Sono cose che capitano! Da Trieste sarebbe ben difficile gestire le problematiche dei beni abbandonati ma avremmo sicuramente maggiori disponibilità economiche. In puro spirito francescano, preferiamo essere poveri ma onesti. Nel caso le cose non vadano come speriamo, saremo costretti ad inserire un numero di telefono a pagamento per i tanti che ci chiedono informazioni ogni giorno. L’Associazione ha bisogno di risorse per poter operare: da qualche parte devono pure venire. Il nostro conto corrente postale è il 52691003 intestato Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - Sede Nazionale, Roma. F.R. Luglio 2006 5 DIFESA ADRIATICA continua dalla prima pagina continua dalla prima pagina Foiba di Basovizza, commemorati nel 61° i martiri delle Foibe Come navigare con i nuovi poteri vescovo di Trieste, mons. Eugenio Ravignani. In questa circostanza il sindaco Roberto Dipiazza e il presidente della Provincia, Maria Teresa Bassa Poropat, hanno rilanciato l’ipotesi di un incontro di pacificazione tra Italia, Slovenia e Croazia: «I tempi sono maturi – ha detto tra l’altro la signora Bassa Poropat – per arrivare finalmente ad un atto simbolico così importante». Dello stesso avviso anche il sindaco Dipiazza che si era già espresso in merito tempo addietro: «Una volta finiti i lavori di riqualificazione alla foiba di Basovizza bisognerà impegnarsi per organizzare questo storico incontro». Il presidente del Comitato per i Martiri delle Foibe, Paolo Sardos Albertini, ha affermato la necessità di non disperdere il ricordo: «Ciò che è accaduto 61 anni fa è frutto di una logica precisa da parte di uno Stato e non va dimenticato». Successivamente una delegazione si è recata a rendere omaggio alla Foiba di Monrupino. Trieste occupata dai titini, un corteo del maggio 1945 continua dalla prima pagina continua dalla prima pagina Nel suo messaggio di fine mandato alla Presidenza nazionale Croazia, forse possibili modifiche alla legge Ciampi all’ANVGD: «vivo apprezzamento per la preziosa sull’acquisto di immobili attività svolta dall’Associazione» ha inteso inviare un messaggio alla nostra Associazione, nel quale esprime «vivo apprezzamento per la preziosa attività svolta dall’Associazione a favore degli esuli della Venezia Giulia e Dalmazia». Sempre attento ai valori nazionali, il Presidente ha sottolineato «lo straordinario valore della nostra identità nazionale, fondata sulle profonde radici di una prestigiosa tradizione culturale, della memoria storica e di alti ideali condivisi». Ciampi ha voluto anche rimarcare l’importanza delle nostre attività associative e istituzionali, divenute fondamentali per la comunità giuliano-dalmata. Ha infatti voluto aggiungere che «il Vostro costante impegno ha contribuito e contribuisce a rafforzare il sentimento di appartenenza dei nostri connazionali originari delle regioni giuliane e dalmate: quello stesso sentimento che ha indotto la grande attrice Alida Valli, recentemente scomparsa, ad affermare con forza il proprio orgoglio di essere italiana». ‘Giriamo’ ai nostri Lettori e ai nostri soci il saluto di commiato che il Presidente Ciampi ha voluto sottolineare come rivolto «a tutti i membri dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia». Grazie, Presidente! GLI INDENNIZZI RICEVUTI NON VANNO DICHIARATI In periodo di dichiarazione dei redditi, ci viene spesso posta la questione sull’inserimento nei redditi tassabili degli indennizzi ricevuti dal Ministero dell’Economia per i beni abbandonati. Ebbene, è giusto chiarire una volta per tutte che gli indennizzi non vanno inseriti nella dichiarazione dei redditi, proprio perché redditi non sono. Infatti la dichiarazione ricomprende i redditi, della più diversa origine, che rappresentano la ricchezza reddituale attiva: redditi da lavoro dipendente e autonomo, da proprietà immobiliari, da plusvalenze su titoli e così via. Gli indennizzi che vengono pagati in questi anni dal Ministero dell’Economia, invece, rappresentano un (tardivo) rimborso da parte dello Stato italiano per la cessione dei beni immobili degli Esuli alla Jugoslavia, al fine di pagarle i danni di guerra. Non entriamo nel merito politico di tale arbitrio consumatosi a danno degli Esuli, ma restiamo su piano prettamente tecnico. I nostri Esuli dopo sessant’anni sono ancora in credito con lo Stato, per cui le somme che giungono, ancorché col contagocce, sono denari spettanti fuori da qualsiasi forma reddituale. Ciò fa cadere la necessità di indicare tali somme nella dichiarazione dei redditi. Gli Esuli e i loro discendenti possono quindi dormire sonni tranquilli. Tanto lo Stato si è già rifatto su quelle somme valutando gli immobili due lire... F.R. È forse, questo, un segnale di Zagabria all’UE dopo gli espliciti richiami di quest’ultima a rispettare i parametri europei sul libero mercato immobiliare. Intanto, le stesse autorità croate fanno sapere che dal 1992 fino al 15 maggio scorso sono pervenute loro 11.295 richieste di cittadini stranieri per l’acquisto di immobili in Croazia. Di queste, 4676 hanno ricevuto il via libera, 945 sono state respinte mentre in 708 casi gli interessati hanno rinunciato all’acquisto. Tra gli acquirenti degli immobili che hanno ricevuto il benestare, la maggior parte sono tedeschi, i quali hanno presentato 2.347 richieste. Frattini (Ue), la questione immobili nell’agenda dei negoziati di adesione Il problema dell’acquisto di immobili in Croazia, attualmente negato dalla normativa croata ai cittadini italiani, sarà oggetto di discussione durante i negoziati per l’adesione della Croazia all’Unione Europea nei prossimi mesi. Lo ha ribadito a metà maggio il vicepresidente della Commissione Europea, Franco Frattini, il quale ha espresso la «fiducia che durante questo periodo emergano concrete possibilità per una soluzione fruttuosa». «Se si vuole risolvere finalmente questo problema, c’è bisogno di fiducia da tutte le parti», ha aggiunto al termine di un incontro con il ministro degli Interni croato Ivica Kirin. «Sta al nuovo governo italiano stabilire come affrontare con la Croazia questo punto», ha aggiunto Frattini. Kirin si è detto «d’accordo» ed ha manifestato la convizione che «i nostri governi possano trovare una soluzione positiva». Ti sei iscritto all’ANVGD? Hai rinnovato la tua tessera 2006? Ti stiamo aspettando Rivolgiti ai nostri Comitati Provinciali o contatta la nostra Sede nazionale (tel. 06 5816852) L’abbonamento a Difesa Adriatica non equivale alla quota associativa Non è un problema solo italiano. Osserva Pierre Rosanvallon (storico del Collège de France e direttore del Centro di Ricerche Politiche R. Aron) nel corso di un convegno svoltosi a Bologna in questi giorni per “Il Mulino”: «La storia delle democrazie reali è inseparabile da tensioni e costanti contestazioni [...]. Le teorie della democrazia rappresentativa hanno dissimulato una tensione costante tra legittimità e fiducia utilizzando il meccanismo elettorale. Queste due qualità non sono della stessa natura. La legittimità è una caratteristica fondamentalmente procedurale e giuridica: essa è strettamente ed assolutamente realizzata attraverso il processo elettorale. La fiducia al contrario è molto più complessa da definire [...]». Bisogna conquistarsela. E conservarla. Il governo Berlusconi non aveva la fiducia di tutto il Paese, ancora meno il governo Prodi. Non è facile conquistarsi la fiducia mettendosi contro una parte della Chiesa, le forze armate e di polizia, il comune sentimento patriottico diffuso a livello popolare, cui si aggiunge prima o poi la diffidenza degli imprenditori e, subito dopo, quella dei sindacati, perché sfiducia chiama sfiducia in una bilancia di reazioni a catena. Le minoranze estremiste non possono governare. Come non si governa una nave il cui carico sbanda ad ogni ondata da una murata all’altra della stiva. In Italia l’esperienza del 1920-’22 dovrebbe mettere in guardia la sinistra riformista. Non si può abusare della “maturità” del corpo sociale. Staremo adesso a vedere se quello che i vincitori non hanno saputo fare nelle prime scelte istituzionali, riusciranno a farlo con le scelte concrete di governo, tenendo almeno fede al capitolato concordato nel programma elettorale. Non sarà condiviso da chi non lo ha votato, ma almeno sapremo con chi ci dobbiamo confrontare, a quale autorità politica ci dobbiamo rapportare per difendere i nostri diritti, i nostri valori, i nostri interessi, quali furono esposti nei «Nove punti» adottati dalla Federazione delle nostre Associazioni. Non vorremmo che una volta ancora il risanamento del deficit pubblico invocato da Padoa Schioppa e da Draghi lo pagassimo noi in omaggio ai poteri di sempre, che saranno anche «deboli», ma forti quanto basta per buggerare noi. Perché il nostro dovere di esuli italiani dal confine orientale è quello di cercare questo rapporto, di individuare comunque i terreni di possibili intese, per proseguire nella nostra paziente e meritevole azione di unire e non dividere e di restituire all’Italia il rispetto di sé e l’orgoglio del suo passato, in cui siamo riusciti a far riconoscere la nostra memoria come componente essenziale. Che è assai di più di un album di fotografie ingiallite. È la garanzia dell’identità storica del Paese, che nel nostro sacrificio e nel nostro patrimonio di cultura si è tardivamente riconosciuta. Perché l’identità di un popolo si articola e si definisce proprio alle sue frontiere, dove il confronto con gli altri insegna sì a convivere, ma soprattutto ad essere e a riconoscere se stessi. Lucio Toth LA STAMPA DELL’ESODO Gli Esuli sanno che sono diversi i notiziari delle nostre Comunità in Italia, quasi sempre legati al “campanile”. Essi richiamano la memoria della propria terra ma sono impegnati anche nel presente per essere al fianco delle nuove generazioni. La Presidenza del Consiglio ha pubblicato recentemente i dati relativi a questi notiziari per il 2004, dai quali è possibile rilevare il numero di copie spedite in Italia in quell’anno. Naturalmente bisogna tener conto che non tutti i giornali hanno la stessa periodicità. Ci limitiamo quindi a dare i numeri globali delle copie stampate e spedite in Italia. Ricordiamo che sono escluse le copie spedite all’estero. Inoltre non viene preso in considerazione il numero delle pagine, il loro formato, il numero degli abbonati realmente paganti e quelli omaggio. La Voce di Fiume (mensile), organo del Libero Comune di Fiume in Esilio, nel 2004 ha totalizzato 87.649 copie; La nuova Voce Giuliana (quindicinale) dell’Associazione delle Comunità Istriane 72.569 copie, Unione degli Istriani, periodico dell’omonima associazione, 33.991 copie; Il Dalmata, che rappresenta il Libero Comune di Zara in Esilio, nel 2004 ha tirato 28.106 copie in Italia; L’Arena di Pola, espressione del Libero Comune di Pola in Esilio, si è attestato su 24.650 copie; Isola Nostra, che viene diffuso fra gli Esuli di Isola d’Istria, ha edito 8.600 copie; La Sveglia è il periodico dei capodistriani e arriva nel 2004 a 7.347 copie; la Comunità di Lussinpiccolo con il suo Lussino totalizza 4.830 copie; gli umaghesi con Umago viva 4.776, Coordinamento Adriatico della omonima associazione 4.310; il Notiziario Pisinoto 2.542; In Strada Granda degli Esuli da Parenzo 2.418; la Comunità Chersina con l’omonimo periodico 2.365; Gente di Gallesano 1.878. Non si tratta di una classifica. Ogni periodico ha le sue specificità e la sua cadenza. A tutti questi dati possiamo aggiungere il dato più recente del 2005 per Difesa Adriatica che arriva a 76.500 copie. Complessivamente arriviamo quindi a circa 368.000 copie dei nostri periodici distribuiti in Italia in un anno. È indubbiamente una bella cifra! Rinnoviamo comunque a tutti questi notiziari, compresi quelli ancora più locali e che non rientrano in questi dati, l’invito ad uno scambio incrociato di dati per rendere ancora più capillare la presenza dell’informazione dell’esodo, raccordo essenziale per mantenere unita tutta la nostra Comunità. Inoltre offriamo la possibilità a quei giornali che hanno difficoltà a “tirare avanti”, di utilizzare periodicamente pagine del nostro giornale per portare le notizie ai loro abbonati, senza alcun costo di edizione. Ci sembra un gesto doveroso verso tutti gli Esuli, soprattutto perché il nostro giornale è significativamente l’anima di tutta la nostra comunità e non un rappresentante di “campanile”. Ricordiamo ancora che è possibile, su Vostra segnalazione, inviare in omaggio Difesa Adriatica fino al febbraio 2007 ai vostri amici o conoscenti, salvo che non abbiamo già usufruito in passato della stessa agevolazione. F.R. 6 DIFESA ADRIATICA Luglio 2006 dai comitati COMITATO DI BRESCIA Il Giorno del Ricordo dura un anno La celebrazione ufficiale del Giorno del Ricordo è stata per il Comitato di Brescia la seconda importante occasione per una capillare divulgazione della nostra Storia in città e provincia. Il Comitato ha curato in modo particolare due segmenti della popolazione: le autorità istituzionali ed i giovani, non perdendo mai di vista i cittadini. I programmi predisposti e mantenuti, hanno avuto il loro inizio alla fine di gennaio e non sono ad oggi ancora del tutto conclusi, ma per quanto riguarda la presenza nelle scuole è stata posta la parola “pausa” fino al prossimo ottobre per le ovvie esigenze dei programmi scolastici. Il lavoro ha avuto il suo perno nell’esposizione dei 58 pannelli della mostra itinerante di Nidia Cernecca e Gigi D’Agostini che instancabilmente hanno lavorato per tutto il periodo, avvicendandosi, contemporaneamente, per conferenze anche in altre città di altre province. Sono girate intorno a questo perno, conferenze, interviste per i giornali e le emittenti locali tenute dall’infaticabile presidente Luciano Rubessa. A Brescia Nidia e Gigi sono stati sempre sostenuti dalla costante collaborazione di tutto il Direttivo del Comitato, una squadra ben collaudata da anni che è in grado di supportare i conferenzieri stessi con testimonianze, con il dialogo con i giovani, con la distribuzione di materiale didattico. La squadra è particolarmente preziosa nel realizzare gli allestimenti delle sale dove, oltre ai pannelli della mostra, si sistema il materiale espositivo costituito da un corredo di nostri vessilli, di bandiere e drappi tricolori, di una significativa coreografia, che portano stampate le date che sono pietre miliari della nostra Storia che è Storia d’Italia. Notevole il successo in ogni dove: si sono incontrati giovani attenti, responsabili, interessati alla conoscenza della Storia, ma anche coscienti dell’importanza che l’aspetto storico della nostra diaspora può e deve essere palestra di vita ed esempio anche per coloro che il dramma non l’hanno vissuto. Da ricordare gli studenti del liceo artistico “Foppa” di Brescia, autori di circa una cinquantina di disegni che restituiscono la loro interpretazione della Storia. L’iniziativa era patrocinata dalla IV Circoscrizione di Brescia. Le scuole medie di Trenzano e di Lograto dove i giovani alunni hanno sorpreso docenti, genitori e conferenzieri per l’esposizione di quanto hanno appreso dalle testimonianze ricevute, in temi svolti in classe con tali particolari che denotano assimilazione totale dell’argomento con la stessa partecipazione emotiva di chi ha in prima persona vissuto la Storia. Da sottolineare l’inaugurazione di una Via ai Martiri delle Foibe in Comune di Salò alla presenza delle autorità cittadine, in testa il sindaco avv. Cipriani in testa con il nostro presidente Rubessa e i consiglieri Bressan e Fernetti, unitamente al dirigente scolastico, ai docenti e agli studenti del Liceo “Enrico Fermi”. A fine cerimonia, alle circa 600 persone presenti, Rubessa ha tenuto una lezione-conferenza su Esodo e Foibe. Mostra, convegni-conferenze e lezioni anche a Chiari per iniziativa dell’ITCG “L. Einaudi” e con il patrocinio del Comune di Chiari e dell’ANVGD di Brescia. Brescia, si inaugura la mostra documentaria dedicata all’Istria e alla Dalmazia Il tema “La tragedia delle Foibe e dell’Esodo” è stato trattato e dibattuto per una intera settimana con gli altri 1000 studenti e docenti dell’Istituto retto dal dirigente scolastico prof. Giovanni Spinelli, figlio di esuli di Zara. Per iniziativa della I Circoscrizione di Brescia si è voluto inoltre trasferire la mostra da Chiari a Brescia dove si sono tenute lezioni-conferenze per gli oltre 1.100 dell’Istituto per ragionieri “Abba-Ballini”. La manifestazione ha avuto un grande successo tanto che i relatori Cernecca, D’Agostini e Rubessa hanno dovuto ripetersi e fermarsi nell’Istituto, per tutta una settimana. Molto seguite anche le serate promosse da varie amministrazioni comunali per la presentazione di libri Foibe, io accuso e Capodistria Sandrino e i liberatori invasori jugoslavi 1943/1947 di Nidia Cernecca e ISTRIANieri storia di esilio di Valerio Di Donato. Il Presidente Rubessa nei suoi interventi nel ringraziare il pubblico ha sottolineato il sempre crescente interesse dei Comuni nei confronti delle tragiche vicende successe nella regione Giulia, in Istria, a Fiume e in Dalmazia, con un particolare accenno agli amministratori dei Comuni di Palazzolo S/O, Chiari, Capriolo, Muscoline, Salò, Lograto, Trenzano, Moniga del Garda. Un sincero ‘grazie’ alla Provincia, al Comune e alle Circoscrizioni cittadine di Brescia. Sono questi i messaggi di ritorno che tutto il Comitato Bresciano si aspetta da iniziative che vogliono soprattutto concretezza, determinazione per quel risultato che tutto il nostro mondo della diaspora ha auspicato per troppi anni e che si spera ci porti alla verità ed alla giustizia. Il nostro programma ha portato alla città e alla provincia di Brescia: storie, arte e bellezze naturali che abbiamo perduto, ma il cammino è ancora lungo e arduo. Difficile è comunque il combattere ancora dopo tanti anni la mistificazione e coloro che della nostra Storia vogliono fare uno strumento per ideologie politiche. rio Macorig da Verona. Il Presidente Luciano Rubessa, dopo aver ringraziato gli ospiti e tutti gli altri convitati, tra cui Umberto Franchi, ottimo organizzatore dell’incontro, la solerte, attenta e precisa segretaria Loretta Novaselich e gli instacabili consiglieri Marino Pilat, Ferruccio Fernetti e Ennio Jelenkovich, ha aggiornato la festante assemblea sulle innumerevoli attività che il Comitato di Brescia ha svolto durante i primi 4 mesi del 2006. Le nostre iniziative - ha proseguito Rubessa - hanno ottenuto ascolto da parte di amministrazioni comunali, provinciali, regionali, nazionali e scolastiche di ogni ordine e grado. Sono mesi ormai che entriamo e usciamo da aule scolastiche tenendo conferenze-lezioni a docenti e discenti. Incontri che ci hanno consentito di raccontare la nostra storia, la storia dalle Foibe all’Esodo delle Genti giulie, istriane, fiumane e dalmate a migliaia di persone. Ora ci prendiamo una breve pausa, una piccola ricreazione festeggiando con tutti voi questa bellissima e soleggiata giornata di primavera, sapendo che da domani ripartiremo per le mostre, per altre conferenze, per le pensioni, per le case popolari, per le qualifiche, per i nostri beni abbandonati e per le nostre gite. L. R. Moltissime le scuole che vi hanno partecipato: il Liceo Emanuele Ruffini di Genova, l’Istituto Nautico S. Giorgio, l’Istituto Primo Levi di Ronco Scrivia, il Liceo Emiliani di Nervi, l’Istituto Don Bosco di Genova, il Liceo scientifico Nicoloso da Recco, il Liceo scientifico Cassini, il Liceo scientificoVieousser di Imperia, l’Istituto tecnico da Passano di La Spezia, l’Istituto Secondario di Rapallo, il Liceo S. Maria Immacolata di Genova. La visita nella Venezia Giulia ha toccato i luoghi-simbolo: Redipuglia, la Foiba di Basovizza e la Risiera di San Sabba. Nel suo intervento a Basovizza il presidente del Consiglio regionale ligure, Giacomo Ronzitti ha sottolineato come «in questo luogo è stata scritta una pagina molto triste della nostra storia. Bisogna, quindi, conservare la memoria di questi fatti per riuscire a leggere e interpretare nel modo più completo il nostro passato. Noi abbiamo il dovere di ricostruire anche questo pezzo di storia che spesso è stato dimenticato». Durante la visita anche il presidente ligure dell’ANVGD Mohoratz ha posto una corona di fiori sulla lapide di Basovizza accanto alla quale è stato esposto il gonfalone della Regione Liguria. Quindi gli studenti sono stati accolti, nella sede del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, dal presidente Alessandro Tesini; questi, oltre ad illustrare, funzioni e prerogative di un Consiglio e di una Regione a Statuto speciale, si è soffermato su alcuni aspetti fondamentali della storia di quei territori di confine. Il viaggio prevedeva quindi due visite in Istria, a Pola e a Rovigno, presso il Centro di Ricerche Storiche ed il Consolato Generale d’Italia a Fiume, accolti dal Console generale d’Italia, da un rappresentante della Comunità italiana e da una rappresentanza di studenti di una scuola media superiore italiana. COMITATO DI PADOVA Sabato 18 marzo, organizzato dal Comitato ANVGD si è svolto a Montegrotto Terme, l’abituale incontro annuale, dei giuliano-dalmati, per la cena, con ballo, di mezza quaresima. Montegrotto Terme, non è lontana dal capoluogo, insieme ad Abano e ai Colli Euganei che la circondano, ed è meta turistica di primo piano, abituale per padovani e non. Organizzatore in primis l’amico dott. Tonin Smarich, coadiuvato egregiamente dalla volonterosa e cordiale sig.a Italia Giacca. Si è sentita molto la mancanza dell’amico Righetti, che non è più con noi. L’incontro ha avuto il più lusinghiero successo, per numero di partecipanti e per la perfetta organizzazione. Il quartetto Smarich, Giacca, Stocchi e Dazzara, si sono esibiti, accompagnati dall’orchestra, riproponendo le nostre più belle canzoni tradizionali, da «La mula de Parenzo», «La famiglia del gobon» ed altre ancora, accompagnati da tutti i presenti. A metà serata, sono stati estratti i biglietti della ricca lotteria, quasi tutti hanno vinto qualcosa, i più fortunati, anche tre cose. Sergio Stocchi COMITATO DI PESARO Il 22 aprile scorso alla presenza del sindaco di Pesaro, del viceprefetto, di una significativa rappresentanza di esuli guidati dal presidente del Comitato ANVGD, EugenioVagnini, e dell’on. COMITATO DI GENOVA Visita premio per i vincitori del Concorso Regione Liguria e ANVGD «Il sacrificio degli italiani dellaVenezia Giulia e Dalmazia» questo il titolo del tema assegnato agli studenti liguri per l’edizione 2006 del Concorso regionale promosso con il Comitato ANVGD di Genova guidato da Fulvio Mohoratz, conclusosi con un viaggiopremio di quattro giorni. Pesaro, il monumento agli Esuli Giuliano-Dalmati, ideato e realizzato da Franco Ottani Sconza. Incontro di primavera La comunità degli Esuli residente in provincia di Brescia si è riunita domenica 7 maggio 2006 presso il locale Ristorante del Park Hotel “Cà Noa”. All’incontro hanno partecipato un centinaio di persone Giuliano-Dalmate con amici bresciani e non. Tra gli altri sono state gradite ospiti le tre sorelle fiumane Molinari, che capeggiate dalla notissima “Crocerossina” Ornella, accompagnata dal cognato, hanno voluto garantire la loro presenza alla festa di Primavera degli Esuli di Brescia, venendo da Modena. Da Venezia è arrivato il Gigi d’Agostini, da Bassano del Grappa il Gianni Tessari, Nidia Cernecca e Ma- Una bella rappresentanza degli studenti liguri in viaggio-premio a Trieste e in Istria Luglio 2006 7 DIFESA ADRIATICA dai comitati Roberto Menia, è stato inaugurato nel capoluogo il Parco Esuli Giuliani Dalmati con il monumento dedicato a tutti i nostri morti, uccisi barbaramente e infoibati dalle truppe comuniste di Tito. Sul monumento è stata applicata una targa che riproduce il solenne pronunciamento del nostro Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi in occasione del Giorno del Ricordo: «La tragedia delle foibe e dell’esodo fanno parte della memoria di tutti gli italiani». Hanno partecipato alla manifestazione diversi giuliani, dalmati e fiumani insieme con un buon numero di cittadini di Pesaro. Sono intervenuti anche il Presidente della terza Circoscrizione Marco Signoretti e il consigliere di Circoscrizione Roberto Biagiotti, firmatario della mozione di intitolazione del Parco agli Esuli. Il monumento è stato quindi benedetto. Nel suo intervento il presidente del Comitato ANVGD Vagnini ha rimarcato con forza il comune sentire di tutti gli esuli dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia sparsi nel mondo, «un unico e grande sentimento: l’amore infinito per la nostra Patria Italia». COMITATO DI ROMA Una conferenza sugli scrittori triestini Il Comitato capitolino, in collaborazione con l’Associazione Triestini e Goriziani in Roma, ha organizzato venerdì 19 maggio alle 17.00, un incontro presso la sede della Regione Friuli Venezia Giulia (nella centralissima Piazza Colonna) sul tema «Gli scrittori triestini». La conferenza è stata tenuta dal dott. Claudio Cherin, figlio di un associato. Il relatore ha esaminato il periodo dal 1892 ai giorni nostri, parlando quindi di quelli tuttora viventi, da Slataper a Magris. La conversazione è stata seguita con attenzione ed apprezzata dal pubblico presente. Giova sottolineare che il Cherin è nipote di un nostro esule e perciò appartiene alla terza generazione. Ciò è stato particolarmente apprezzato ed è un buon segno che anche i nipoti dei nostri esuli ormai operanti nel tessuto italiano, si interessino di problemi, anche solo letterari di una • Il Giorno del Ricordo in Italia • Regione che, vista da Roma, appare lontana. • • • Viaggio alle isole del Quarnaro Come programmato, si è svolto, dal 24 aprile al 1° maggio, il viaggio alle isole del Quarnaro organizzato dal Comitato di Roma. Sono state toccate Abbazia, le isole di Cherso e Lussino con Cherso, Ossero, Lussin Piccolo e Lussin Grande, di Veglia con Veglia, Ponte e l’isoletta di Cassione con il Convento francescano e di Arbe che è stata visitata completamente e poi ancora, sulla terraferma Segna, Cerquenizza e Fiume. È stato un viaggio riuscitissimo, dove molti dei partecipanti hanno rivisto i luoghi natii con molta commozione. Le isole sono bellissime, un paesaggio da sogno, anche se si è avuta qualche pioggia ed a Segna una bella bora a ricordo dei vecchi tempi. Ottima l’organizzazione, ottimi gli alberghi ed i ristoranti con plauso dei partecipanti. P.M. ANAGNI (FROSINONE) «La Storia ci appartiene, insegna e ricorda, in una continua ricostruzione identitaria che rinsalda, accomuna e fa riflettere»: questa una citazione dal comunicato stampa inviato dagli uffici del sindaco di Anagni Carlo Noto per commemorare il Giorno del Ricordo. Giovedì 16 febbraio, l’Auditorium comunale di Anagni, è stato la cornice della presentazione del libro Caino uccide Abele diVincenzo Raoli, a cura del prof. Biagio Cacciola. L’autore si sofferma sugli anni 1943-’45, in particolare sugli episodi delle Foibe. Nel corso della manifestazione il sindaco ha affermato tra l’altro: «ripercorrere la storia e le tragedie del passato, significa impegnarsi perché nel futuro non si ripetano gli errori commessi. E proprio a rispetto ed esaltazione di questo principio, invito tutti, ma soprattutto i giovani e gli educatori, perché a loro è affidato il compito di costruire una società sempre migliore attingendo dalla memoria valori sani per diventare sostenitori di cambiamenti positivi e propositivi». CAMPOBASSO Il Consiglio regionale del Molise ha voluto commemorare quegli anni dolorosi per il confine orientale con una manifestazione a Palazzo Moffa. Nella sede dell’Assemblea consiliare la presidente del Consiglio regionale, Angela Fusco Perrella, ha consegnato quattro targhe ricordo a Benito Boron, Ottorino e Teresa Lombardi e Bruno Persich, esuli in Molise dall’Istria, ed ha illustrato agli ospiti convenuti e innanzitutto ad alcune scolaresche delle scuole elementari il rispetto dei valori fondamentali della persona e i fatti avvenuti in Istria, Fiume e Dalmazia durante e dopo la Seconda guerra mondiale. FELTRE Ossero, una delle tappe del recente viaggio del Comitato di Roma, in una bella cartolina del primo decennio del Novecento Dopo le forti polemiche sorte in occasione del Giorno del Ricordo, quando a Feltre, nel corso di un pubblico intervento si ebbero a negare gli eccidi delle Foibe, un convegno organizzato dal Comune ha in parte rimediato allo scivolone. Sabato 20 maggio, nell’auditorium dell’Istituto Canossiano, si è tenuta la tavola rotonda «Foibe e esodo dei profughi istriani, fiumani, dalmati», presenti Franco Cecotti, presidente dell’Istituto regionale per la storia del movimento Il XXI Raduno dei Lauranesi A Padova, il 6 e 7 maggio, in un clima di grande cordialità e sana allegria, si è svolto il XXI Raduno dei Lauranesi organizzato dal solerte ed infaticabile “Tonin”, il dott. Antonio Zmarich. I primi convenuti, il giorno di sabato, hanno trovato alloggio all’alber- go Garibaldi, e alla sera si è svolta una simpatica cena conviviale a Montegrotto Terme che ci ospita da tanti anni per il “veglioncino” di mezza Quaresima, soci e simpatizzanti, dell’ANVGD di Padova. La domenica l’incontro dei convenuti presso il centro giovanile Antonianum, retto dai Gesuiti, si è completato, con l’arrivo dei partecipanti provenienti da varie città ed anche dalla odierna Laurana. La S. Messa, seguita da un ottimo pranzo, ha fatto incontrare i Lauranesi Doc, sparsi un po’ ovunque, in un clima di simpatia, di rimpianto, di ricordi, di aneddoti, di ….”quei bei ani co ierimo putei”. La festa ha raggiunto il culmine con la consegna a Tonin di una “pergamena” fine lavoro in ceramica di Bassano, con la veduta di Laurana e sotto un pensiero affettuoso sulla figura e sulle caratteristiche di bontà, fraternità e sen- so di amicizia di Tonin. E’ stato un riconoscimento di quanto egli fa per mantenere vivo il nome di Laurana e dei suoi abitanti: progettato dal concittadino Bruno Zamarian, ora in Canadà, è stato accolto con entusiasmo dagli altri , più vicini, che si sono adoprati per la realizzazione. Il momento è stato proprio denso di emozione e commozione: Tonin con le lacrime agli occhi ha ringraziato tutti della presenza e della bella sorpresa, ricordando che purtroppo ogni anno c’è qualcuno di meno… e confidando che il raduno si possa effettuare anche il prossimo anno… ed anni a venire. Italia Giacca di liberazione nel Friuli, Piero Delbello, direttore dell’Istituto regionale per la cultura istriana fiumana e dalmata, e Piero Tarticchio, istriano. Moderatore dell’incontro il vice direttore de “Il Gazzettino”, Edoardo Pittalis. Il presidente del Consiglio comunale, Marcello Malacarne, che ha portato il saluto della Città e del sindaco, ha illustrato le ragioni del convegno. «Il Consiglio ha voluto questa tavola rotonda all’unanimità per meglio comprendere una parte di storia che suscita sempre passioni e tensioni».«Ci sono voluti 50 anni – ha proseguito – perché un Presidente della Repubblica, Cossiga, si inginocchiasse di fronte a quella che ora è la foiba simbolo. A lungo le vicende dell’Istria sono state dimenticate, non apparivano neppure nei libri di scuola. Ai morti delle foibe si negava non solo la pietà umana ma anche il ricordo. Le foibe e l’esodo devono fare parte della nostra storia, ci piaccia o non ci piaccia». TARQUINIA (VITERBO) La sala del Consiglio comunale di Tarquinia ha ospitato il 21 febbraio la celebrazione del Giorno del Ricordo. In apertura, l’assessore alla Cultura Silvano Olmi, ha letto la motivazione della medaglia d’oro al Merito civile concessa dal Presidente della Repubblica Ciampi alla memoria di Norma Cossetto. Il pubblico, circa 300 persone per lo più studenti, ha ascoltato in silenzio ed ha dedicato un lungo e commosso applauso. Durante il dibattito sono intervenuti la prof.ssa Anna Aymar, che ha esposto le ragioni storiche dell’appartenenza di quelle terre all’Italia e i motivi che portarono alla barbarie operata sulle popolazioni inermi; Romeo Manfredi Rotelli, già comandante dei vigili urbani di Tarquinia, costretto ad abbandonare la città natale all’età di due anni, ha rievocato le persecuzioni a cui furono sottoposti gli italiani ad opera dei partigiani jugoslavi; testimonianze e interventi sono venuti da Elda Mazzarol, Natale De Saraca (per molti anni direttore didattico delle scuole elementari di Tarquinia) e Licia Chersi Ferri. Erano presenti, inoltre, Iris Covacci Bonifazi, Silva Ugotti e Anna Jelencovich. Particolarmente significativo l’intervento di due studentesse, Beatrice Sanetti e Stefania Marini, che hanno raccontato la loro visita alla foiba di Basovizza. VETRALLA (VITERBO) Un convegno sul tema: «Le foibe: il rumore del ricordo» si è tenuto venerdì 17 febbraio nella cittadina della provincia viterbese, organizzato dal Laboratorio per la Didattica della Storia Locale. Ha introdotto i lavori il dirigente scolastico Roberto Santoni, le finalità e le attività del Laboratorio sono state illustrate dall’insegnante Gabriella Norcia, mentre il prof. Giuseppe Parlato, docente all’Università «San Pio V» di Roma, autore di numerosi saggi sul Novecento italiano e presidente della Fondazione «Ugo Spirito», ha tenuto un intervento sulla vicenda delle foibe e sulle drammatiche conseguenze delle popolazioni dell’Istria e della Dalmazia. Analoga iniziativa si è tenuta a Nepi, sempre in provincia diViterbo. Alla manifestazione ha partecipato, con autorità locali e scolaresche, la sig.ra Frida Gai esule istriana, la cui toccante testimonianza è valsa a rievocare l’esodo dall’Istria e l’esperienza nei campi profughi. Per dare ulteriore valenza alla commemorazione, il consigliere comunale Umberto Cavalieri ha chiesto l’intitolazione di una Via ai Martiri delle Foibe. 8 DIFESA ADRIATICA Luglio 2006 Esodo, esodi I CONTI CHE NON TORNANO: I GENOCIDI ARMENO E GRECO Si è di nuovo riaccesa, dall’Egeo all’Atlantico, la polemica tra gli storici e tra le diplomazie sui due genocidi dei primi decenni del Novecento che più hanno segnato la memoria di due nazioni: quella armena e quella greca. Si contesta anche che si sia trattato di veri e propri genocidi, tali da poter essere avvicinati a quello certamente toccato in sorte al popolo ebreo con la Shoah. In entrambi i casi il responsabile viene indicato nei governi turchi che si sono succeduti dall’inizio della Prima guerra mondiale al 1924. Ed è naturale che l’attuale governo di Ankara – che non è ideologicamente erede dei “Giovani Turchi” – cerchi di arginare le accuse, preoccupato che la tendenza occidentale a riportare alla luce tali avvenimenti ostacoli il suo processo di entrata nell’Unione Europea. Ma la verità si è fatta strada anche nella coscienza dell’opinione pubblica turca più avvertita e sensibile. Sia scrittori che registi di primo piano hanno affrontato il problema, che va inse- rito nel contesto degli scontri nazionali ed etnici del Novecento e nella pratica del trasferimento forzato di grandi masse di abitanti da un territorio all’altro, a seguito di quelle che ormai si definiscono pulizie etniche, termine sul quale è più facile concordare. Perché questi spostamenti hanno interessato centinaia di migliaia, a volte milioni di persone della stessa etnia, costrette ad abbandonare territori abitati da millenni per cercare rifugio all’interno dello Stato nazionale di appartenenza, che era riuscito in qualche modo ad assestare i suoi confini in uno spazio minimale riconosciuto dalla comunità internazionale. Perché dire che gli armeni o i greci dell’Asia Minore sono «rientrati nella madrepatria» o «nel paese di origine» è già una menzogna, poiché presuppone che si trattasse di colonie introdotte dall’esterno. Nell’un caso come nell’altro invece le popolazioni esodate con la forza delle armi e il terrore dei massacri erano autoctone dei luoghi da cui venivano cacciate: l’Armenia, la Cilicia, il Ponto, la Cappa- LA NOSTRA BIBLIOTECA ON LINE Dallo scorso 18 maggio è disponibile per tutti su internet la consultazione della biblioteca della Sede nazionale A NVGD-Centro Studi Padre Flaminio Rocchi di Via Leopoldo Serra a Roma. Digitando www.biblioteca-anvgd.it o arrivandoci tramite il sito www.anvgd.it, è facile andare a curiosare tra oltre 2.300 pubblicazioni. Qualsiasi testo cerchiate, è semplicissimo trovarlo. Potete avviare la ricerca inserendo il nome dell’autore, oppure il titolo, oppure ancora l’editore, l’anno o il luogo di pubblicazione. Ancor più importante la possibilità di ricerca per argomento. Infatti il lungo e laborioso lavoro di catalogazione della dott.ssa Marina Pinna consente oggi di inserire una parola chiave (una località, un argomento storico, un genere) e vedere apparire l’elenco delle pubblicazioni disponibili su quanto cercato. Questo facilita notevolmente il compito di studiosi, ricercatori o semplici curiosi. L’importante lavoro svolto dalla dott.ssa Pinna è stato poi elaborato dal webmaster Franco Barletta (Bologna) in modo tale da renderlo presentabile su internet, con una accattivante grafica e con un metodo intuitivo d’uso. I libri della biblioteca non possono essere concessi in prestito ma sono consultabili in loco, nei consueti orari di apertura al pubblico degli uffici nazionali (dal lunedì al venerdì 10-13, il mercoledì anche 15-17). È consigliabile comunque avvisare della propria visita. Ad entrambi gli autori di questo lavoro va il ringraziamento dell’Associazione per aver reso finalmente pubblico un enorme patrimonio culturale, dovuto in gran parte alla meticolosa opera di raccolta di Padre Flaminio Rocchi in più di cinquant’anni di attività associativa. Francesco Patrizi, un intellettuale del Rinascimento Comacchio. Una giornata di studio dedicata a Francesco Patrizi da Cherso si è svolta lo scorso 29 aprile, nella circostanza del gemellaggio tra le municipalità di Comacchio e Cherso (Cres). L’incontro ha visto presenti i sindaci Cristina Cicognani e Gaetano Negovetiæ, Nivio Toich presidente del consiglio comunale di Cherso e responsabile della locale Comunità Italiana. Le due municipalità adriatiche prevedono di realizzare un programma pluriennale di scambi, e si è scelta proprio la personalità di Francesco Patrizi, una delle massime personalità del Rinascimento italiano, per avviare tale programma. L’iniziativa, realizzata con il patrocinio della Provincia e dall’Università di Ferrara – in collaborazione con l’Istituto di studi Rinascimentali di Ferrara, l’Università di Fiume, la Comunità degli Italiani di Cherso e l’Assonautica di Ferrara – ha indicato inedite ipotesi di ricerca filosofica, letteraria e artistica sulle pubblicazioni patriziane. Il successivo incontro si è tenuto a Cherso, il 18 giugno. docia, la Ionia, ecc. Esattamente come gli italiani dell’Istria, del Quarnaro e della Dalmazia. Anzi erano loro i veri autoctoni rispetto a popoli sopravvenuti sul territorio, come i turchi, arrivati in Anatolia nel X-XI secolo ed estesisi sul territorio assai lentamente, a seguito delle progressive conquiste ai danni dell’impero bizantino e dell’antico regno di Armenia. È pur vero che definire i confini etnici all’inizio del Novecento era arduo in Anatolia, come lo era nei Balcani. E ne vediamo ancora le conseguenze. È pur vero che anche la popolazione turca che all’inizio dell’Ottocento viveva negli attuali territori della Grecia, della Bulgaria, della Serbia, ha subito un processo di espulsione che ne ha quasi cancellato le tracce. Sta di fatto però che in quel torno di anni, tra il 1914 e il 1924, una catastrofe senza precedenti si è abbattuta sulle città e sulle campagne abitate, anche a maggioranza, da armeni e da greci, goim entrambi, infedeli rispetto all’Islam, e quindi «impuri» per chi professava l’idea di una Turchia fatta solo da turchi. La conta delle vittime, massacrate nei modi più atroci, dallo sgozzamento alla fame, supera il milione per gli armeni; raggiunge le centinaia di migliaia per i greci. Certo a milioni ammontarono i profughi, che si riversarono all’interno dello Stato greco o varcarono per sempre il mare e gli oceani, come per la diaspora armena. La piccola attuale Repubblica di Armenia, arroccata tra le pendici del Caucaso ed entrata in quegli anni nell’Unione delle Repubbliche Sovietiche, ha infatti assorbito in minima parte il flusso dei profughi dall’Anatolia orientale, che era la culla originaria della nazione. Anche le condizioni sociali e politiche non invogliavano i profughi, molti dei quali imprenditori, commercianti, intellettuali, a raggiungere le regioni controllate dai sovietici, da dove anzi la rivoluzione bolscevica espelleva i “diversi”. Così i profughi armeni e greci di Trebisonda si ritrovarono nei campi di raccolta della Tracia insieme a quelli di Odessa e di Sebastopoli. La maggior parte dell’esodo armeno, e soprattutto la più influente sul piano culturale, raggiunse gli Stati Uniti, il Canada, la Francia, anche l’Italia, dove trovò antichi legami con le comunità armene ospitate a suo tempo dalla Repubblica di Venezia, nelle precedenti ondate di persecuzioni che quel popolo aveva subito. Come per gli ebrei, anche per i greci e gli armeni ogni tanto si aprivano i pogrom, più o meno sollecitati dal potere politico per scaricare su di loro le tensioni sociali. Ma ciò che avvenne in quei dieci anni tra il 1914 e il 24 fu qualcosa di più. Perché la spinta alle persecuzioni non veniva né dal vecchio impero ottomano né dal Califfato, entrambi assai tolleranti sia verso gli ebrei che verso i cristiani, fossero i copti dell’Egitto, i caldei della Mesopotamia, i melchiti siriani, i cristiani palestinesi, i maroniti del Libano, gli armeni appunto, sparsi in tutto l’impero. Anzi la Sublime Porta vedeva nei greci e negli armeni un fattore di sviluppo economico date le loro capacità mercantili e finanziarie e la loro rete di rapporti con il resto del mondo. Fu invece il partito nazionalista dei Giovani Turchi il responsabile ideologico e l’organizzatore esecutivo delle I massacri d’Armenia nel 1915 (illustrazione tratta da “Le petit journal”) persecuzioni e dei massacri tra il 1914 e il 1924. Cioè il partito più moderno e occidentale, quello che voleva portare la Turchia al livello dell’Europa, avvicinarla ai grandi modelli della Gran Bretagna e della Francia, ma soprattutto della Germania, esportatrice di macchinari e di istruttori militari. C’è un seme occidentale nel nazionalismo turco, un uovo del serpente coltivato dalle ideologie europee dell’Ottocento. Fu Kemal Ataturk, la cui statua si innalza in tutte le città della Turchia, nato a Salonicco quando questa città era ancora turca, a modellare laTurchia «laica e moderna» e in nome di questa modernità e laicità a progettare ed attuare l’espulsione dal territorio dell’Anatolia di milioni e milioni di autoctoni. Scrive Antonia Arslan nel suo bellissimo romanzo La masseria delle allodole, in cui narra la saga della sua famiglia: «Djelal [il protagonista turco della vicenda, n.d.r.] non è un ufficiale qualsiasi; è giovane, e ha aderito al programma del Comitato Unione e Progresso, per svecchiare la Turchia, eliminare il sultanato, modernizzare. Nel concetto di modernizzazione è implicito l’assioma – la Turchia ai turchi. Eliminare questi popoli inferiori, che cospirano sempre col nemico occidentale e hanno aiutato a fare a pezzi l’Impero. Fuori, fuori armeni, greci, assiri, siriani – marmaglia. Ogni paese il suo popolo, come nelle guerre d’indipendenza europee. La Grecia è dei greci, perché la Turchia non dovrebbe essere solo dei turchi?». Certo si può obiettare che gli armeni sotto sotto parteggiavano per la Russia nel 1914. Che la Grecia aveva occupato nel 1919 – su invito delle potenze occidentali – la regione di Smirne e aveva tentato nel 1921 un’offensiva per riprendersi Costantinopoli, l’antica capitale dell’impero bizantino. Ma questi eventi militari e politici giustificano l’immane tragedia che si abbatté sulle popolazioni civili, capovolgendo equilibri etnici e habitat culturali che duravano da millenni? Oggi questi nodi vengono al pettine. E giustamente, perché la coscienza morale dell’Occidente e dell’umanità intera non può coprire con un velo di ipocrisia sofferenze collettive e individuali di tale portata. In questi giorni le relazioni diplo- matiche della Turchia si sono incrinate, sia con la Grecia, che da un decennio aveva instaurato un clima di buon vicinato e di amicizia con il suo secolare nemico di oltre-Egeo, che con la Francia e il Canada, rei di avere introdotto per legge il giorno delle memoria del genocidio armeno e di aver presentato in Parlamento una proposta di legge che punisce penalmente chi minimizza o nega questi massacri. Lo scontro fortuito di due caccia nel cielo di Càrpatos, nel Dodecanneso, ha riaperto la questione greco-turca, sopita ma non risolta dopo l’ingresso di Cipro (greca) nell’Unione Europea. Ma non sono certo due giovani piloti che sbagliano rotta – eseguendo ordini di sorvolo – i responsabili di questa crisi. Le verità sepolte vanno riportate alla luce, se i popoli vogliono trovare amicizia e pace. E magari un po’ di petrolio sotto le piattaforme continentali… L.T. Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro studi padre Flaminio Rocchi DIRETTORE RESPONSABILE Patrizia C. Hansen Editrice: ASSOCIAZIONE NAZIONALE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA Via Leopoldo Serra, 32 00153 Roma - 06.5816852 Con il contributo della legge 72/2001 Redazione e amministrazione Via Leopoldo Serra, 32 00153 Roma - 06.5894900 Fax 06.5816852 Abbonamenti: Annuo 20 euro Socio Sostenitore 35 euro Solidarietà a piacere Estero 35 euro (non assegni stranieri) Una copia 1 euro - Arretrati 2 euro C/c postale n° 32888000 Intestato a “Difesa Adriatica” Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 91/94 dell’11 marzo 1994 Spedizione in abbonamento Postale di ROMA Grafica e impianti: CATERINI EDITORE (Roma) Servizi Integrati per l’Editoria e la Comunicazione Tel. 06.58332424 E-mail: [email protected] Stampa: Beta Tipografica Srl (Roma) Finito di stampare il 19 giugno 2006 Luglio 2006 Nel vasto catalogo delle pubblicazioni e del materiale a Vostra disposizione, Vi informiamo in questo numero dei titoli e delle quantità ancora disponibili in Sede nazionale, ricordandoVi che gran parte degli articoli, una volta esauriti, non potranno più essere riforniti e quindi ordinati. Per gli ordine potete utilizzare i consueti canali: inviate una mail [email protected], oppure scrivete o faxate allo 06.58 16 852, rammentando di dare sempre nome, indirizzo e codici degli articoli. I fondi raccolti sono destinati al sostentamento delle attività dell’ANVGD. LIBRI L’Esodo di 350.000 Giuliani, Fiumani e Dalmati CODICE 41 – EURO 25 – copie 200 L’Istria dell’ Esodo CODICE 42 – EURO 15 – copie 200 Il confine orientale nel Novecento CODICE 43 – EURO 15 – copie 160 Volti di un esodo CODICE 49 – EURO 13 – copie 9 Giani Stuparich fra Trieste e Firenze CODICE 44 – EURO 10 – copie 75 L’Istria è lontana – Un esodo senza storia CODICE 46 – EURO 10 – copie 45 Modello Novantuno CODICE 47 - EURO 8 – copie 1 LE NOSTRE PUBBLICAZIONI ANCORA DISPONIBILI Lettera di Abramo Lincoln sull’Adriatico Orientale CODICE 62 - EURO 5 – copie 13 L’ITALIANITA’ DELLA DALMAZIA negli ordinamenti e statuti cittadini CODICE 54 – EURO 10 – copie 6 Viaggio sui binari della Storia CODICE 14 – EURO 15 – copie 13 L’accordo di Osimo sulla Zona B CODICE 65 – EURO 3 – copie 41 I BIANCHI BINARI DEL CIELO CODICE 55 – EURO 15 – copie 5 PIETRA D’ISTRIA – Architettura e territorio VHS CODICE 15: EURO 10 DVD CODICE 25: EURO 10 - copie 37 Le Foibe di Basovizza e Monrupino CODICE 66 – EURO 3 – copie 16 NICCOLO’ TOMMASEO a 200 anni dalla nascita CODICE 56 – EURO 20 – copie 7 LA ROSA DEI TEMPI L’esodo dal ricordo alla speranza CODICE 26 – EURO 15 – copie 22 SRADICAMENTI CODICE 57 – EURO 10 – copie 3 MUSICA E IMMAGINI CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA della storia e della cultura dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia CODICE 58 – EURO 20 – copie 9 I BENEDITTINI DI DAILA E S.ONOFRIO IN ISTRIA: ultime vicende (1940-1950) CODICE 59 – EURO 10 – copie 8 OLTRE IL CONFINE CODICE 48 – EURO 12 – copie 5 Contributi per una Storia Giuliano-Dalmata: Roma e la Giornata della Memoria 2003 CODICE 50 – EURO 15 – copie 7 Contributi storico-letterari Nel 50° anniversario di Trieste italiana CODICE 51 – EURO 10 – copie 4 Nostalgia del mar CD CODICE 81: EURO 10 MUSICASSETTA CODICE 71: EURO 8 copie 170 Canti popolari giuliano-dalmati CODICE 72 – EURO 8 – copie 26 Capodistria CODICE 83 – EURO 10 – copie 1 ROVIGNO IN CENTO IMMAGINI CODICE 60 – EURO 8 – copie 4 1954-2004... Io c’ero CODICE 84 – EURO 5 – copie 2 LA MIA CITTÀ – Zara oggi CODICE 16 – EURO 10 – copie 16 Trieste CODICE 85 – EURO 10 – copie 2 VIDEO Esodo – La Memoria Negata, l’Italia Dimenticata VHS CODICE 11: EURO 10 DVD CODICE 21: EURO 15 – copie 350 Una Storia negata VHS CODICE 12: EURO 8 DVD CODICE 22: EURO 12 – copie 220 Fiume città della Memoria 1868-1945 CODICE 52 – EURO 25 – copie 13 Padre Flaminio Rocchi: l’Apostolo degli Esuli VHS CODICE 13: EURO 7 DVD CODICE 23: EURO 7 – copie 170 L’AUTOCTONIA DIVISA CODICE 53 – EURO 20 – copie 28 Il cuore nel pozzo CODICE 24 – EURO 20 – copie 42 TELEX DALLA SEDE NAZIONALE 9 DIFESA ADRIATICA Al fine di informare i nostri Lettori delle attività che quotidianamente questa Sede nazionale dell’ANVGD svolge, sui più vari settori, iniziamo da questo numero la pubblicazione di notizie flash, utili anche ad orientare coloro che ci leggono sulle tipologie di intervento che la stessa Sede nazionale può attivare per segnalare e correggere distorsioni e inesattezze. DALLA SEDE NAZIONALE 9 maggio: il Comune di Venaria Reale (Torino), scusandosi per l’accaduto, ha informato di aver risolto il disguido occorso ad un esule per la consueta erronea indicazione della località di nascita, provvedendo nel contempo ad effettuare eguale correzione su tutti i residenti esuli. • • • 12 maggio: sono disponibili sul sito www.anvgd.it i numeri di “Difesa Adriatica” di febbraio e marzo 2006. • • • 19 maggio: il Governatore della Regione Lazio Piero Marrazzo ha incontrato il Presidente della Consulta ANVGD del Lazio Plinio Martinuzzi, accompagnato dal Segretario Nazionale Oliviero Zoia e dal Presidente Nazionale Lucio Toth. Sul tavolo i numerosi e irrisolti problemi nel Lazio per la comunità degli Esuli. • • • 25 maggio la Presidenza nazionale ANVGD emette un comunicato stampa riferito alla riproposta possibilità di un incontro conciliatorio tra i Presidenti della Repubblica di Italia, Slovenia e Croazia. • • • 25 maggio: la Sede nazionale ANVGD in- forma tutte le strutture periferiche sulle modalità di presentazione dei progetti da finanziare in base alla Legge 194/2004 per l’anno 2006. • • • 15 giugno: convocato a Milano l’Esecutivo nazionale ANVGD. DAI COMITATI PROVINCIALI Brescia, 7 maggio: incontro comunitario per gli Esuli residenti nella provincia di Brescia. Il Comitato ANVGD guidato dal sempre attivo Luciano Rubessa ha accolto un centinaio di persone. • • • Milano, 10 maggio: si è riunito l’Esecutivo provinciale del Comitato ANVGD di Milano, guidato dal Presidente Gianni Grigillo. • • • Belluno, 14 maggio: per il consueto incontro annuale si sono radunati i soci del Comitato ANVGD di Belluno, guidati dal Presidente Giovanni Ghiglianovich. • • • Torino, 19 maggio: si è riunita l’Assemblea provinciale dei soci ANVGD di Torino per il rinnovo delle cariche locali. • • • Gorizia, 20 maggio: il Comitato ANVGD di Gorizia ha organizzato un week end in Istria per visitare Abbazia, Fiume ed Albona, guidati dalla giornalista Rosanna Giuricin. • • • Vicenza, 21 maggio: l’Assemblea del Comitato ANVGD si è riunita per il rinnovo dell’Esecutivo provinciale, dopo la scomparsa dello storico presidente Andrea Kozlovich. • • • Treviso, 22 maggio: si è riunito l’Esecutivo provinciale del Comitato ANVGD diTreviso, La Leggenda di Fiume CODICE 63 – EURO 1 – copie 41 Il trattato di pace sui libri scolastici CODICE 67 – EURO 1 – copie 110 UN ESTREMO INTERVENTO PER L’ISTRIA E TRIESTE CODICE 68 – EURO 2 – copie 5 PERCHÉ LE FOIBE: gli eccidi in Venezia Giulia e in Dalmazia (1943-1950) CODICE 69 – EURO 5 oltre 10 copie EURO 3 – copie 380 GADGET Francobollo speciale emesso da Poste Italiane in occasione del Giorno del Ricordo FOLDER COMPLETO CODICE 910 – EURO 10 – copie 28 BUSTA 1° GIORNO EMISS. CODICE 914 – EURO 0,71 – copie 41 TESSERA FILATELICA CODICE 915 – EURO 0,69 – copie 33 Il mare di Marin dall’Istria all’eterno CODICE 86 – EURO 15 – copie 2 Cartoline storiche SET 6 CARTOLINE CODICE 92 – EURO 5 – copie 48 Altre Emozioni CODICE 87 – EURO 12 – copie 4 CALENDARIO 2006 COD. 93 – EURO 10 – copie 72 Storia del Quartiere Giuliano-Dalmata di Roma CODICE 73 – EURO 12 – copie 7 PENNA DELL’ANVGD COD. 94 – EURO 10 – copie 650 DISTINTIVO DELL’ANVGD COD. 95 – EURO 5 – copie 150 OPUSCOLI Beni e diritti dei cittadini italiani nei territori ceduti alla Jugoslavia ai termini del Trattato di Pace CODICE 61 – EURO 1 – copie 49 che ha confermato Luigi Costanzo alla guida del sodalizio trevigiano, con Giuliano Robba e Bruno Carra come vicepresidenti. • • • Milano, 23 maggio: una delegazione del Comitato ANVGD di Milano è stata ricevuta dal Prefetto di Milano Gianvalerio Lombardi. Nel corso del cordialissimo colloquio sono stati approfonditi alcuni importanti argomenti di interesse comune. • • • Novara, 26 maggio: il Comitato ANVGD di Novara ha collaborato con la Scuola elementare “Tommaseo” nella produzione di un breve ma simpatico CD in formato Power Point sulla storia del Villaggio Dalmazia di Novara. Èpossibile richiederlo gratuitamente alla Sede nazionale. • • • Roma, 6 giugno: i rappresentanti ANVGD di Roma hanno incontrato il Presidente del Consiglio Regionale del Lazio. • • • Gorizia, 17 giugno: partito da Gorizia il soggiorno estivo di una settimana a Lussino organizzato dal Comitato ANVGD di Gorizia. • • • Imperia, 18 giugno: si è riunita l’Assemblea provinciale del soci ANVGD di Imperia per il rinnovo delle cariche sociali. • • • Gorizia, ottobre: l’ultima o penultima domenica il Comitato di Gorizia organizza una giornata in Istria, accompagnati dalla giornalista Rosanna Giuricin e con pranzo a base di tartufo. Prenotazioni entro il 15 settembre. • • • Milano, ottobre: è fissata per il 14 ottobre l’Assemblea del Comitato ANVGD di Milano, che provvederà al rinnovo delle cariche. Gianni Grigillo è il presidente uscente. CRAVATTA DELL’ANVGD COD. 96 – EURO 25 – copie 280 FOULARD DELL’ANVGD COD. 97 – EURO 28 – copie 320 ANNUNCI ECONOMICI Il frazionamento della nostra Comunità su tutto il territorio nazionale ha sempre creato problemi di comunicazione al nostro interno.Talvolta si viene a conoscenza per caso che un vicino è delle nostre stesse origine o che i nostri figli incontrano per caso altri figli o nipoti di esuli a scuola, sul lavoro o tra gli amici. Questo genere di situazione fa sì che talvolta vi siano necessità che potrebbero essere risolte nella nostra Comunità, ma che invece sono lasciate al caso, non sapendo a chi, come e quando rivolgersi. Vogliamo quindi proporre ai nostri Lettori uno spazio gratuito nel quale inserire una sorta di “annunci economici”, ovvero tutti quei messaggi che talvolta arrivano anche in Sede nazionale ma che non ci è possibile gestire. Facciamo un esempio: quante volte gli esuli si preoccupano di trovare un posto di lavoro per i loro nipoti! Ecco che un annuncio su “Difesa Adriatica” può essere un mezzo per far conoscere a tutti la necessità ed arrivare sotto gli occhi di chi magari sta cercando proprio una persona con quelle caratteristiche. Vale per il lavoro come per qualsiasi altro argomento: una casa da vendere o affittare in città o in vacanza, un mobile di cui liberarsi, la necessità di un contatto con altri esuli, una occasione da far conoscere, un evento di cui informare tutti e così via. Questi piccoli annunci vanno inviati alla nostra Sede nazionale: ANVGD, Via Leopoldo Serra 32, Roma 00153 o per mail a [email protected] o per fax/telefono allo 06 58 16 852. Ricordiamo che gli annunci e lo spazio sul giornale sono del tutto gratuiti. 10 DIFESA ADRIATICA BALCANI IRREQUIETI Il Montenegro indipendente. Adesso il groppo del Kosovo A un secolo di distanza il Nulla di singolare quindi Monte-negro torna all’indipenche oggi Vladimir Putin festegdenza. Così ha deciso il refegi al Cremlino il nuovo Stato rendum popolare del 21 magsovrano, l’ultimo nato dalle gio, con 54,4 % di voti favoreceneri della ex Federativa Iuvoli. L’Unione Europea aveva goslava fondata da Tito. Delle chiesto e concordato una sosei repubbliche che ne facevaglia di almeno il 54 %. Milo no parte secondo la costituzioDjukanovic è riuscito a ragne del 1974 questa è l’ultima giungerla, anche se i leader dei a raggiungere l’indipendenza. partiti contrari, il socialista E questa volta – come ci ha tePredrag Bulatovic in testa, connuto a precisare Djukanovic – testano il responso sul filo di attraverso il voto popolare, lana . “All’italiana”, come si «espressione della via europea, dice adesso. L’OCSE ha comunnon violenta e non sanguique riconosciuto il risultato. E naria». anche la Croazia si è affrettata Per Putin non è un problea congratularsi con Pod-gorica. ma conciliare l’alleanza con la La stampa italiana se ne stupiSerbia con il ruolo di padrino sce, dimenticando che meno di battesimo del nuovo MonSerbia c’è più i croati ne sarantenegro. Anche perché negli no contenti. Più Belgrado è nei ultimi tre anni la finanza russa guai e più esultano i cuori di è scesa in forze nella piccola Zagabria. repubblica, comprandosi acE che Belgrado sia nei guai ciaierie e miniere e fabbriche è fuori di dubbio. L’affluenza di alluminio. alle urne è stata altissima, oltre Anche i simboli del Monl’86 %, segno del grande rilietenegro, le aquile bicipiti d’oro vo che il popolo montenegrino Cattaro, Chiesa di S. Luca, edificata nel 1195 in campo porpora, sono quelha dato alla consultazione. le della «Terza Roma», l’erede Come era ovvio in un Paese ad alta fino alle guerre balcaniche del 1912- di Bisanzio. tensione emotiva. C’è nei Balcani qual- 1913 e alla Prima guerra mondiale. Il problema vero per Putin sarà che Paese a bassa tensione passiona- Già dai decenni del blocco inglese quando alle sei repubbliche di origine le? Il presidente serbo Kostunica ave- all’Europa napoleonica, di cui la titina si affiancherà l’ultimo dei sette va chiesto ai montenegrini di votare Dalmazia faceva parte fino alla Bojana. nani degli Slavi del Sud, il Kosovo. Il Montenegro divenne già allora il per un «futuro europeo» comune con Anche il Kosovo ha nella sua banBelgrado. Stessa lingua, stesso alfabe- perno mediterraneo e adriatico della diera l’aquila bicipite e vanta oggi to, stessa confessione religiosa, stesse politica estera russa. La flotta dello zar un’identità etnica, linguistica e religiosa guerre combattute insieme dal XIV al fece sventolare le sue bandiere ad ben più marcata rispetto alla Serbia di XX secolo, a fianco a fianco, contro Antivari e alle Bocche di Cattaro e i quella montenegrina. L’unico handil’oppressione ottomana, contro l’im- suoi cannoni tuonarono insieme a cap è di carattere storico. Uno Stato pero degli Asburgo, contro l’occupa- quelli inglesi. E la fedeltà nostalgica dei albanese in quel territorio non è mai zione dell’Asse, stessi santi sulle Bocchesi per la Repubblica di San esistito. Il Kosovo è terra sacra del poiconostasi dei conventi. Ma il Monte- Marco si mescolò alle simpatie dei re polo serbo, la culla della sua Chiesa negro ha voluto andare avanti: entrare di Cettigne verso l’impero di tutte le ortodossa, lo scrigno dei suoi tesori in Europa anche da solo, libero dagli Russie. E russofili rimasero i monte- artistici: gli splendidi monasteri del XIII impicci per i criminali della guerra negrini lungo tutto l’Ottocento, a co- e XIV secolo, la grande epoca dei sominciare dalla loro Chiesa nazionale, vrani serbi. Belgrado e la nazione serdegli anni Novanta. Del resto il Montenegro vanta una sempre protesa verso l’autocefalia e so- ba non potranno rinunciare al Kosovo. sua antica identità nazionale. È stato stenuta dal Patriarcato di Mosca. La Altro che la consegna di Karazdic e un regno indipendente più volte nella regina Elena veniva da quella dinastia Mladic! Sarà qui che Belgrado si dostoria e soprattutto nella storia moder- ed era stata dama di corte a San vrà irrigidire. na dei Balcani, dall’età napoleonica Pietroburgo. L’Unione Europea, che oggi per Luglio 2006 bocca di Javier Solana ratifica l’indipendenza di Podgorica – dopo avere tre anni fa inventato la formula «Serbia e Montenegro» per cancellare dalle carte geografiche il nome stesso della «Iugoslavia» – non saprà a che santo bizantino votarsi. Mentre lo sa benissimo la diplomazia di Washington. Quello che va bene per Podgorica deve andare bene anche per Pristina, piaccia o non piaccia ai russi e agli europei. Codoleeza Rice nelle sue visite in Kosovo è stata esplicita. E il recente vertice di Ragusa non fa che sancire la presenza degli Stati Uniti in Adriatico come garanti veri della sicurezza dell’area. Il vicepresidente Dick Cheney ha chiamato a raccolta Croazia, Albania e FIROM (nome ufficiale della Macedonia settentrionale ex-iugoslava) per assicurare ai tre Stati l’appoggio americano per entrare nella NATO. La Croazia, l’unico dei tre Paesi a non aver mosso un dito per l’Iraq democratico, sembra essere stata perdonata per questa grave mancanza, che ne segnava l’ingratitudine per l’appoggio decisivo americano ricevuto tra il 1991 e il 1995. E c’è chi pensa che i tanti guai della Croazia per l’affare Gotovina non siano estranei a questa defaillance. L’indipendenza montenegrina non dovrebbe però portare danni all’Italia, in quanto da quindici anni questo Paese guarda con simpatia verso le nostre sponde. Simpatia a volte descritta con toni sinistri, colorati di mafia e contrabbando, dei quali oggi non parla più nessuno. Sta di fatto che l’atteggiamento delle autorità montenegrine verso le piccole comunità italiane delle Bocche è molto caldo e anche verso le associazioni degli esuli dalmati gli antichi legami con la Repubblica di Venezia vengono esaltati con manifestazioni che in altri luoghi della Dalmazia e dell’Istria sarebbero inimmaginabili. Non va dimenticato che il territorio del Montenegro, ereditato dalla ex Iugoslavia, comprende la fascia costiera delle Bocche di Cattaro e del litorale da Budua a Dulcigno che storicamente fa parte della Dalmazia fin dall’antichità e le cui caratteristiche etniche e culturali sono del tutto diverse dall’interno del Montenegro. Le cittadine costiere sono di impronta veneta e la nostra lingua e il dialetto venetodalmato si possono ancora sentire nelle calli e sulle rive. Così come è numerosa una minoranza cattolica di nazionalità croata. È giusto che Zagabria si mostri amica di Podgorica. Sarebbe giusto che ne seguisse anche l’esempio nei nostri confronti. L.T. Slovenia, ex capo dell’OZNA davanti al tribunale per crimini contro civili nel 1945-’46 ma il gip di Lubiana blocca l’indagine Si apprende dalla stampa slovena che nei primi giorni di giugno Mitja Ribicic, uno dei vicecomandanti della famigerata OZNA jugoslava, ha fatto la sua prima apparizione al Tribunale circondariale di Lubiana, portatovi dalla procura di Stato, che lo scorso aprile ha chiesto l’avvio delle indagini per le accuse di «crimini di guerra contro la popolazione civile», che sarebbero avvenuti tra il 1945 e 1946 con l’arresto e la liquidazione , naturalmente senza processo, di almeno 200 persone. Ribicic, nato nel 1919, ha subito respinto i capi d’imputazione e si è dichiarato «non colpevole». Ora il magistrato per le indagini preliminari dovrà ora decidere se proseguire con l’iter processuale o meno. Ricordiamo che l’iniziativa della Procura di Lubiana è partita dalla scoperta, nell’Archivio di Stato sloveno, di un elenco degli arrestati del periodo 1945’46, con ben 12.000 nomi, di cui una cospicua parte sarebbe stata arrestata su ordine del «maggiore Mitja». Di questi, 217 civili furono con ogni sicurezza vittime di esecuzioni sommarie. Non si può escludere che in quell’elenco, presentato alla magistratura, fossero compresi anche degli italiani, giacché l’Ozna agiva anche a Trieste e Gorizia. Ma, a sorpresa, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lubiana, Marinka Lapajne, ha respinto la richiesta del procuratore di Stato di avviare l’inchiesta formale nei confronti del Ribicic. Ora, sul caso dovrà pronunciarsi il collegio dei giudici del Tribunale circondariale. A Pola l’edizione 2006 del concorso Mailing List Histra Lesina, la nuova Comunità degli Italiani dopo Zara, Spalato e Veglia Turcinovich Giuricin ha portato il saluto del presidente della Federazione degli esuli e del CDM, Renzo Codarin. Ondina Lusa parla delle iniziative promosse dalla sua Comunità Italiana e porta un saluto da Kristian Knez presidente della neo costituita Società di Studi Storici. Maria Luisa Botteri porta un saluto dai Dalmati nel Mondo che non hanno mai smesso di sentirsi a casa propria. Giuseppe Pirro del Libero Comune di Pola in esilio porta i saluti del gen. Silvio Mazzaroli. Olga Milotti parla del periodo tremendo dopo la guerra quando in Istria non si poteva parlare e questo silenzio era scambiato dagli esuli come appoggio incondizionato al regime. Silvana Wruss della Comunità Italiana di Pola informa che la Comunità sta studiando delle iniziative per ricordare Alida Valli. Liliana Martissa, del direttivo di “Coordinamento Adriatico” interviene per rimarcare l’orgoglio delle proprie origini. Sempre per “Coordinamento Adriatico” L’avv. Cesare Papa ha voluto sottolineare alcune importanti finalità di legge relative alla tutela del Gruppo nazionale italiano. Il prossimo anno arrivederci a Isola, invitati dal presidente signora Amina Dudine. Si è costituita, a Lesina, il 21 maggio scorso, la Comunità degli Italiani, terza dopo quelle di Zara e di Spalato. L’atto formale è soltanto il coronamento di un lungo periodo di attività volte a ricostituire un nucleo di connazionali e a realizzare i primi programmi. Alla manifestazione erano presenti il console d’Italia a Spalato, Marco Nobili, l’on. Renzo de’ Vidovich in rappresentanza dei Dalmati italiani nel mondo, il presidente della Comunità italiana di Spalato, Mladen Culic Dalbello ed altri esponenti del gruppo nazionale italiano della Dalmazia. Nella corso della cerimonia è stata inaugurata una lapide a Gian Francesco Biondi, scrittore e storico nato a Lesina nel 1574 e morto nei pressi di Berna nel 1644. Il Biondi è considerato uno dei primi autori del romanzo italiano, e viene naturalmente indicato nei testi di letteratura croata come «scrittore croato di lingua italiana»(!) con il nome tradotto di Ivan Franjo Biondi - Biundovic. La stampa d’oltreconfine ha rimarcato come la creazione del nuovo sodalizio sia prova della vitalità del gruppo nazionale italiano in Dalmazia dopo decenni di silenzio e di marginalità. Il presidente della Giunta dell’Unione Italiana, Silvano Zilli, ha ribadito il favore con il quale le istituzioni della Comunità italiana guardano alla nascita di nuove aggregazioni sul territorio che possano dare un concreto contributo alla rinascenza della presenza italiana nel litorale d’insediamento storico. Si è tenuto sabato 3 giugno, presso la Comunità degli Italiani di Pola, il VI Raduno della Mailing List Histria. La mattina è stata aperta con l’esecuzione del coro Lino Mariani della Comunità Italiana di Pola, che ha intonato con grande passione arie istriane concludendo con il Va’ pensiero. Tutti in piedi, grande commozione e qualche lacrimuccia. Quindi il presidente della commissione di valutazione, prof.ssa Maria Luisa Botteri, ha presentato il concorso e le sue finalità ed ha introdotto alla premiazione ufficiale dei primi classificati. Per ognuno tanti applausi e foto a volontà. I gruppi oltre al diploma e alla busta ricevono anche un cofanetto con video e Cd donati dal Centro Documentazione Multimediale di Trieste. Oltre 40 ragazzi ricevono diploma e libro: libri portati sia dal prof. Antonio Fares, donati dall’Assessore alla cultura del Comune di Pescara, sia da Pirano da Ondina Lusa e sia dal Libero Comune di Pola in esilio. In tutto 130 ragazzi sono da premiare. Poi vengono premiate le Comunità di Isola, Lussinpiccolo, Zara per il loro impegno nel valorizzare il nostro concorso presso i ragazzi, la Comunità di Lesina come ultima nata e la Co- munità di Pola che ci ospita. A Romana Sansa quale personaggio dell’anno 2005 viene anche donata una pergamena per l’impegno con il quale «dai palazzi di Roma ha condotto una lunga e difficile operazione di monitoraggio per tutte le questioni oggetto di approvazione parlamentare, assicurando una costante presenza della Mailing List Histria». Menzione d’onore ad Axel Famiglini. La seduta pomeridiana è stata aperta dal Presidente della Comunità Italiana di Pola, Fabrizio Radin, e dal coordinatore della ML Histria, Axel Famiglini, che ha svolto una breve relazione sulle iniziative compiute nell’anno appena trascorso. La legge 8 marzo 2006 n. 124 – riconoscimento della cittadinanza italiana ai connazionali dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia – è stata illustrata da Romana Sansa, membro della ML Histria. Ha chiuso i lavori la presentazione del libro Popolazioni dell’Istria, Fiume, Zara e Dalmazia (1850-2002). Ipotesi di quantificazione demografica di Olinto Mileta Mattiuz. MaurizioTremul e Furio Radin hanno elogiato la MLHistria. Rosanna Luglio 2006 IL CINQUE PER MILLE DALL’ANNO PROSSIMO Ho saputo che quest’anno potrò donarvi il 5 per mille delle tasse pagate sulla dichiarazione dei redditi. Cosa devo indicare? Giulietta M. - Trieste Da quest’anno i contribuenti possono decidere di girare una piccola parte delle loro tasse (senza nessun aggravio) a sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni e fondazioni. Per rientrare in questa categoria, l’ANVGD deve apportare alcune modifiche statutarie, cosa che può avvenire solamente in sede di congresso nazionale (previsto per il prossimo autunno). Dall’anno prossimo quindi sarà possibile indicare anche l’ANVGD come beneficiaria. Altre associazioni degli esuli invece - e in particolare quelle con sede a Trieste - avevano già apportato in passato questi adeguamenti per poter usufruire dei finanziamenti stanziati ad hoc dalla Regione Friuli Venezia Giulia. L’INPS NON MOLLA, NEANCHE NOI Vi invio copia della stupefacente risposta datami dall’INPS Agenzia Mestre 2 a seguito della mia richiesta di adeguamento della maggiorazione spettante ai profughi. Ho sentito il sindacato UGL di Gorizia che si era interessato alla causa e mi ha consigliato di presentare ricorso al Comitato provinciale INPS che però – mi ha preannunciato – normalmente neanche si degna di rispondere! A mio parere per smuovere l’INPS da questa assurda posizione è necessario un intervento politico di peso. G.M. - Mestre (VE) L’avv. Andreicich ha già trattato l’argomento nel numero di aprile. La situazione ad oggi è che l’unica possibilità di ottenere la perequazione, compresi arretrati e interessi legali, è legata all’istruzione di una causa, con tutti i problemi economici che ne conseguono. Stiamo lavorando per trovare un accordo con l’INPS affinché rinunci a comparire in migliaia di cause e conceda di diritto ciò che spetta agli Esuli. Se anche questa strada non dovesse essere percorribile, proporremo un intervento legislativo che risolva definitivamente la questione. OMISSIONE D’ATTI D’UFFICIO PER CHI NON CI RISPETTA Alla Motorizzazione mi avevano indicato come nato all’estero; ho minacciato educatamente un funzionario di denunciarlo per omissione d’atti d’ufficio e il problema è stato risolto. In Questura non ho ritirato il passaporto col solito errore, mi hanno fatto compilare un reclamo scritto e il problema è stato risolto. All’Ospedale San Camillo la mia impegnativa per le analisi portava ancora CHI CERCA TROVA 11 DIFESA ADRIATICA Lettere al giornale FERMO POSTA di Fabio Rocchi I quesiti (possibilmente brevi) possono essere inviati alla Redazione (Via Leopoldo Serra 32, 00153 Roma, fax 06.5816852, e-mail [email protected]). Alcuni vengono tratti da più ampie interrogazioni che giungono alla sede nazionale dell’Anvgd. il solito errore; ho minacciato, sempre con educazione, di chiamare il 113 e il problema è stato risolto. Credo che la soluzione sia sempre di mantenersi fermi e di sottolineare a cosa va incontro che non rispetta la legge. Francesco Sotte - Roma In effetti la linea della fermezza, come vediamo, paga. Sarà sempre difficile trovare qualcuno che conosca la Legge 54 del 1989 sull’indicazione dei nostri luoghi di nascita. Sta alla nostre fermezza far sì che venga applicata, senza fermarsi al primo ostacolo che ci viene posto. Ricordiamoci quindi che chi, in qualsiasi amministrazione pubblica, si rifiuta di applicare correttamente quella legge è passibile di una denuncia per omissione d’atti d’ufficio. Non fatevi problemi a ricordarlo a chi di dovere. E se insiste a non applicare la legge può anche diventare falso in atto pubblico. INSEGNANTI IGNORANTI O POLITICIZZATI Sono una studentessa fuori sede di Scienze politiche presso un’università toscana; in una lezione di storia contemporanea si è parlato del secondo dopoguerra e dei problemi che l’Italia si trovava a dover affrontare lungo i confini nazionali: prima la Francia, poi la Germania e infine la Jugoslavia. «Ora finalmente si parlerà anche delle foibe», penso io, attendo la fine della spiegazione ma dell’argomento nemmeno una squallida citazione, il benché minimo riferimento. Cito quasi letteralmente le parole dell’insegnante: «La Jugoslavia era governata dalle brigate partigiane sotto la leadership del loro capo partigianoTito, che poi diventerà il leader jugoslavo». Segue una perfetta esposizione delle ragioni politiche ed economiche sulla controversia tra Italia e Jugoslavia per il possesso di Trieste, ma delle foibe nada de nada. Sorvoliamo sul definire Tito semplicemente un leader, termine peraltro neutro e neutrale, ma La nostra rubrica accoglie le ricerche di persone disperse dal tempo e dall’Esodo. Scriveteci a Via Leopoldo Serra 32 – Roma 00153, mandateci un fax allo 06. 58 16 852 o una mail a [email protected], specificando sempre di autorizzare la pubblicazione dei vostri dati personali. • • • Sono stato, mio malgrado, un deportato politico della Jugoslavia di Tito. La mia prigionia è ormai risaputa. Sarei felice di poter aiutare i famigliari delle vittime scomparse senza lasciare traccia. Ho da tempo scritto il mio primo diario di prigionia con informazioni inerenti la scomparsa di oltre 500 goriziani e fui testimone a “Pozzo Littorio” (Albona) nel giugno 1945 della loro fine. Ma nulla è mai stato fatto. È mancata e manca ancora oggi la volontà di cercare la verità e la giustizia. Mi auguro che questo non succeda anche stavolta. I prigionieri civili giunti da Gorizia e Trieste furono sepolti in una delle tante gallerie della miniera di carbone. Ma anche questo mio messaggio è rimasto inascoltato. Mi duole riscontrare il fatto che ancora oggi molti familiari cercano notizie dei propri cari scomparsi e che nessuno faccia nulla per esaudire questo loro sacrosanto desiderio di sapere. Gino Gorlato, tel. 011.73 79 73 - cell. 348.09 72 768. • • • Novità importanti su tre casi pubblicati nel nostro numero di maggio. La nostra attenta lettrice Mary Veggian ha avviato delle fruttuose indagini che ci hanno portato a questi risultati. Luisa Degrassi, figlia di Marisa Degrassi e di un caporale americano giunto a Trieste nei primi anni Cinquanta, cercata dai figli americani del militare dopo la morte del padre, era nata a Trieste il 16 agosto 1955. Purtroppo la stessa è deceduta il 14 giugno 2002. Abbiamo provveduto a fornire ai fratelli americani l’ultimo indirizzo conosciuto. Vittorina Drioli cercava Antonietta Popolizio, sua compagna d’infanzia a Isola d’Istria nei difficili anni della guerra. Le notizie più recenti ci danno la Popolizio in provincia di Pistoia. Abbiamo dato le più precise indicazioni alla signora Drioli, dalla quale aspettiamo ora gli sviluppi. Sergio Pellegrini cercava notizie di Nora Buglietta che era venuta profuga a Massa insieme alla sua famiglia. La Buglietta non risulta in nessuna anagrafe italiana, per cui probabilmente partì per qualche Stato estero o il nome non è esattamente quello. • • • La Famiglia Montonese, che rappresenta gli Esuli da Montona, cerca notizie dei familiari del carabiniere Vito Lorusso di Avigliano (Potenza) sepolto a Cava Cise, vicino Montona, dopo la sua uccisione nel 1945. Famiglia Montonese, Via U. Felluga 108, Trieste 34142 o [email protected]. di fronte a questa perseverante omertà su una delle più grandi tragedie che il popolo italiano ha subito sinceramente mi è sembrato un po’ troppo. Maria Brighi - Orvieto (TR) C’è tutta una generazione di insegnanti che avrebbe fatto la stessa lezione, ma con due diverse e possibili motivazioni. La prima è l’ignoranza derivante dal non aver studiato quello che non è stato dato loro da studiare per poi poterlo insegnare ai giovani. La seconda è la politicizzazione ideologica che tende a nascondere tutto ciò che di losco può intaccare il buon nome della propria parte politica. A questi insegnanti non è purtroppo possibile mettere il bavaglio, ma uno degli impegni della nostra Associazione è quello di portare così alla ribalta la nostra storia, tanto da rendere col tempo sempre più difficili le sue mistificazioni. LA SOLUZIONE PIÙ SEMPLICE È SPESSO LA MIGLIORE Cari amici, vi allego copia di una mia lettera alla SOGEI, società emittente la mia nuova tessera sanitaria, riguardante la annosa questione della indicazione del nostro luogo di nascita, della quale leggo spesso il “lamento” di altri profughi sul vostro periodico, del quale sono un abbonato. Francesco A. Baroni - Roma Il gentile lettore ha preso carta e penna e ha restituito al mittente con raccomandata A.R. la tessera sanitaria con la errata indicazione del luogo di nascita, citando la legge 54/1989. La soluzione più semplice è spesso la migliore. LA BIBLIOTECA ANVGD Complimenti e grazie per l’allestimento del catalogo della biblioteca della Vostra sede nazionale sul vostro sito internet, che ci unisce nella storia delle nostre terre! I nostri giovani ora hanno la possibilità di ricercare e conoscere dai tanti volumi disponibili quanto ognuno di noi ha sofferto questa separazione ed in particolare noi, esodati all’estero, lontani da tutto e tutti. Adriana Codiglia - Somers, New York - U.S.A. Con l’occasione rivolgiamo un caloroso saluto agli Esuli d’oltremare, sempre numerosi nel leggere le nostre pagine. Uno dei tanti vantaggi di internet è che i nostri amici nei cinque continenti possono ora consultare la nostra biblioteca stando comodamente a casa. Per chi non lo ricordasse l’indirizzo è www.biblioteca-anvgd.it. Il catalogo sarà periodicamente aggiornato con i nuovi arrivi alla nostra Sede. Il porto di Fiume in mostra a Trieste Ha chiuso i battenti il 25 Nel 1719 l’imperatore Carlo giugno la mostra fotografica e VI concedeva a Trieste e Fiudocumentaria «II porto di Fiume lo status di porti franchi me» inaugurata il 24 maggio dell’impero: così entrambe le scorso a Trieste nelle sale di Pacittà conoscono una grande lazzo Gopcevic. Un’occasioprosperità commerciale ed ne di riflessione sui parallelismi economica, con conseguenesistenti tra le due città che si te fioritura urbanistica ed insono sviluppate entrambe in dustriale. L ‘ulteriore sviluppo seguito alla concessione del del porto dipese dallo svilupPorto Franco da parte dell’impo delle vie commerciali con peratore Carlo VI nel 1719. l’entroterra, a partire dal XIX L’iniziativa rientrava nelsecolo, e tra il 1847 ed il 1890 La dogana di Fiume (a sin.) in una cartolina l’ambito dei rapporti di scamhanno luogo diverse campadei primi decenni del Novecento bi culturali, collaborazione e gne di lavori per la costruziocooperazione tra il capoluone di un nuovo porto dinanzi go giuliano e la città di Fiume-Rijeka e zio del IX secolo. Le fonti storiche ri- alla città, con operazioni di interradei loro musei (Civici Musei di Storia prendono a parlare dell’abitato sulla mento, di costruzione di moli e l’edied Arte di Trieste e il Museo Civico di foce della Fiumara agli inizi del XIII ficazione di una diga frangiflutti, acFiume-Muzej Grada Rijeke) che ha secolo, con toponimi che nominano compagnate dall’edificazione di adeavuto il suo esordio nel 2005 con sempre il corso d’acqua: Flumen, guati magazzini. l’esposizione «L’era di Adamich» pres- Flumen Sancti Viti, Fiume. La città era c.c. so il Museo Civico di Fiume-Muzej fortificata, cinta da grosse mura turrite. (www.arcipelagoadriatico.it) Grada Rijeke. La mostra «II porto di Fiume. Storia, edificazione, comunicazioni» è stata allestita per la prima volta al Museo Civico di Fiume nel dicembre Continuiamo il nostro giro su internet alla ricerca dei video della nostra 2000. La parte storica, allestita su panstoria. Dopo aver visto nel numero di giugno i filmati delle celebrazioni del nelli, presenta lo sviluppo della città e Giorno del Ricordo 2006, ora passiamo a video più datati, che ripercorrono del porto dal XVI alla fine del XX sela nostra storia degli ultimi sessant’anni, dalle foibe all’esodo, fino alla vita colo. Un grande plastico rappresenta degli italiani rimasti oltreconfine. la situazione agli inizi del XX secolo, http://digilander.libero.it/lefoibe/videofoibe.htm epoca in cui il porto fiumano raggiun(Raccolta di numerosi filmati, in particolare trasmissioni giornalistiche sulse il vertice nell’ambito delle comunil’esodo e sulle foibe) cazioni conquistandosi un posto tra i http://www.dittatori.it/foibe.htm dieci maggiori porti europei. (Raccolta di video sulle foibe) Una proiezione cinematografica http://www.irci.it/Main.html ripercorre la storia del porto, da Carlo (L’IRCI propone alcuni filmati storici sull’esodo dei giuliano-dalmati) VI e la proclamazione del porto franco (1719) fino all’attività portuale odierhttp://www.cipo.hr/defaultf.asp na, compresi i piani di sviluppo del (La Comunità Italiana in Croazia e la storia degli ultimi anni raccontata porto di Fiume. attraverso 37 filmati) Il porto originario si trovava alla Ricordiamo che la migliore visione si può ottenere con un collegamenfoce della Fiumara, e l’abitato adiacento Adsl. Saremo ben lieti di ricevere ulteriori segnalazioni su altri video, così te fino al IX secolo portava il nome di da agevolare la ricerca su internet dei nostri Lettori. Tarsatica, distrutta dai Franchi all’ini- I VIDEO DELL’ESODO IN INTERNET 12 DIFESA ADRIATICA DALL’ITALIA Venezia. Si è tenuta a Venezia presso l’Università Ca’ Foscari, organizzata dal Dipartimento di Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici, una conferenza dal titolo Arte Veneta in Dalmazia, a cura di Laura De Rossi e la partecipazione del prof. Giuseppe Maria Pilo. Trebbiantico (Pesaro-Urbino). Inaugurato a Trebbianico il nuovo parco comunale. La nuova area verde è dedicata agli Esuli giuliano-dalmati e riporta, scolpite nella roccia, le parole del Presidente Ciampi «La tragedia delle foibe e l’esodo fanno parte della memoria di tutti gli italiani. La Repubblica consapevole dei valori universali di libertà e democrazia ricorda quegli eventi con dolore e rispetto». S. Elpidio a Mare (Ascoli Piceno). Chiuderà il 17 settembre prossimo alla Pinacoteca Vittore Crivelli di S. Elpidio a Mare, dopo essere stata ospitata a Fermo a Palazzo dei Priori, la mostra «L’Aquila e il Leone» che testimonia in modo assai originale il rapporto millenario tra Venezia, la costa dalmata e la Marca Fermana. Civitavecchia (Roma). Ennesimo atto di inciviltà al parco Martiri delle Foibe di Civitavecchia (Roma). Dopo che era stata ricollocata la targa di intitolazione, trafugata l’anno scorso, è scomparsa anche quella posta accanto al monumento. Il commissario prefettizio si è assunto l’onore di assicurare che lo stato originale verrà presto ripristinato. Aosta. Si è tenuta ad Aosta dal 26 aprile al 18 maggio “ExpoRisorse per la didattica”, mostra di libri e materiali per la didattica per insegnanti ed operatori della scuola. In uno dei laboratori predisposti per l’occasione veniva approfondita la preparazione per il Giorno del Ricordo su «Foibe ed esodo friulano [il corsivo è nostro, n.d.r.]». Forse sarebbe meglio, prima di entrare in siffatto laboratorio, di andare a studiarsi un buon libro di geografia... Segrate (Milano). Firmato un accordo di collaborazione in più settori tra il Comune di Segrate (Milano) e quello di Parenzo. Il Sindaco di Segrate nel corso della cerimonia ha dichiarato che Parenzo è «una località nella quale la cultura italiana, e in particolare quella veneta, hanno lasciato il segno su quella che è la cultura del Paese». L’accordo firmato a Segrate è il primo passo verso il gemellaggio tra le due località. Parma. Tra il 25 aprile e il 1° maggio tal «Comitato antifascista di Parma per la verità sulla vicenda foibe» ha organizzato una serie di incontri per esaltare e omaggiare l’eroismo e la determinazione della resistenza jugoslava tra il 1943 e il ’45. Chi altri poteva parteciparvi se non Giacomo Scotti? Viva la verità sulla tragedia delle foibe, abbasso le false verità che qualcuno tenta ancora di propinarci. Roma. Nel lungo discorso d’insediamento del Presidente della Repubblica Napolitano, nessun accenno all’esodo giuliano-dalmata e alla tragedia delle foibe. L’unico vago e indiretto riferimento è contenuto in un passaggio che riportiamo. «Ci si può ormai ritrovare, superando vecchie laceranti divisioni, nel riconoscimento del significato e del decisivo apporto della Resistenza, pur senza ignorare zone d’ombra, eccessi e aberrazioni. Ci si può ritrovare – senza riaprire le ferite del passato – nel rispetto di tutte le vittime e nell’omaggio non rituale alla liberazione dal nazifascismo come riconquista dell’indipendenza e della dignità della patria italiana». Basovizza. Sono a pieno regime i lavori in corso per la riqualificazione della zona della Foiba di Basovizza. La pietra tombale è stata coperta da un cofano di ferro color ruggine. Sopra sorgerà un monumento che richiamerà le forme della carrucola con cui venivano issate le salme. Vi saranno anche un centro di documentazione di 120 metri quadri con pannelli fotografici, un viale pedonale delimitato da ginepri, un ampio parcheggio per auto e pullman. Trieste. Tra il 1.032.000 euro stanziati per il 2006 dalla Regione Friuli Venezia Giulia per le Luglio 2006 TRA VIRGOLETTE “ Fatti, fatterelli, curiosità e notizie dalle associazioni e dalla stampa attività dirette alla conservazione e allo sviluppo del patrimonio culturale e linguistico della minoranza italiana in Istria e a Fiume, spiccano i 103.200 euro (10% del totale) in favore dell’Università Popolare di Trieste per le spese di gestione, amministrazione e organizzazione degli interventi. I nostri miseri progetti finanziati dallo Stato, invece, prevedono un massimo del 3% per spese di segreteria. Figli e figliastri. Trieste. È stata presentata a Trieste la «Giornata Mondiale della Società Dante Alighieri», ente morale sorto nel 1889 e il cui scopo primario è la difesa della lingua e della cultura, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana. Conta oggi oltre 500 Comitati, di cui più di 400 attivi nei cinque continenti. A Trieste erano presenti i rappresentanti dei Comitati di Parenzo, Pola, Albona, Fiume, Zara, Spalato e Cattaro. Cormons (Gorizia). Marco Felluga è stato nominato Presidente onorario del Consorzio dei vini del Collio. Nell’occasione il sito www.collio.it ha celebrato l’evento ricordando che il Felluga è nato a Grado nel 1927, ma «immigrato» da Isola d’Istria, «allora impero austroungarico». Ai responsabili del Collio un bel “dietro alla lavagna!” OLTRE CONFINE Pirano. Ripristinati a Pirano alcuni toponimi originali di una decina di vie. Oltre al nome in sloveno, ora potremo leggere anche Via Carrara, Via Adami, Piazza Portadomo, Piazzetta San Rocco, Via del Molo, Campo della Salute ecc. Presto saranno ripristinate un’altra cinquantina di denominazioni italiane. Dignano. Si terrà il 16 agosto a Dignano la premiazione del concorso letterario fra esuli e “rimasti”, indetto dalla Comunità degli Italiani e dalla Famiglia Dignanese con lo scopo di conservare e valorizzare la tipica parlata locale romanza. Zagabria. Il vicepremier di Zagabria ha dichiarato che sono 331 le richieste avanzate da cittadini italiani per l’acquisto di beni immobili in Croazia. Di queste, 38 sono state accettate, 123 respinte, 51 sospese, 119 in istruttoria. Visto che la Croazia dichiara che l’accesso al mercato immobiliare per gli italiani è libero, chi sono i 123 che si sono visti respingere la domanda? Non hanno un curriculum che piace a Zagabria? O sono esuli che non si vuol vedere ritornare? Zara. Il 10 maggio a Zara è stato presentato il libro La Borgo Erizzo della Zara di un tempo, alla presenza di una delle autrici, la prof.ssa Rita Tolomeo, docente di Storia contemporanea presso la facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università di Roma “La Sapienza”. Albona. L’Accademia istriana di Scienza e Cultura ha organizzato ad Albona una tavola rotonda sull’identità istriana, che va sempre più perdendosi, invece di essere coltivata ed incentivata. I partecipanti hanno tutti sottolineato la necessità di combattere contro questa dispersione di cultura e tradizioni, puntando su una vera identità di istriani autoctoni. Pirano. La Comunità autogestita di nazionalità italiana ha protestato contro il locale Comune perché, tra altre nefandezze, ha nominato capo redattore del notiziario di lingua italiana un giornalista che non conosce né parla l’italiano. Viva il bilinguismo! Lubiana. Il rapporto annuale di Amnesty International ha criticato la Slovenia per il problema dei cosiddetti «cancellati»: 18.305 persone rimosse arbitrariamente nel 1992 dal registro dei residenti. ” DALL’ESTERO Vancouver (Canada). È approdata a Vancouver la mostra dedicata ai 50 anni della partenza da Trieste della nave “Castel Verde”, che per molti giuliani, istriani, fiumani e dalmati segnò l’inizio dell’emigrazione in Paesi lontani ovvero la continuazione di quell’esodo mai terminato. Negli anni successivi seguirono le navi “Flaminia”, Castel Bianco”, “Aurelia”, “Oceania”, “Fairsea”, tutte destinate verso l’Australia e altri paesi. Altre tappe della mostra: Ottawa (8-15 giugno), London-Ontario (metà agosto), Chattam (settembre), Hamilton, Montreal. L’Aia (Olanda). Carla Del Ponte, Procuratore Capo del Tribunale Internazionale de L’Aia, intervistata sulla possibilità di inserire l’argomento “foibe” nelle indagini che la corte internazionale sta iniziando a Sarajevo sui crimini nella exJugoslavia, ha risposto che «è una questione di competenze. L’argomento foibe non è tra le competenze assegnate a questo tribunale». Bruxelles (Belgio). Il Vicepresidente della Commissione Europea Franco Frattini ha annunciato che il 1° gennaio 2007 potrebbero iniziare ufficialmente i negoziati per portare la Croazia nell’Unione Europea. Frattini si è detto fiducioso che i problemi del contenzioso ancora irrisolti possano trovare presto soluzione. Beato lui. Toronto (Canada). Rinnovato il Direttivo del Club Giuliano Dalmato di Toronto. Il Presidente Franco Reia sarà affiancato dai due vicepresidenti Guido Braini e Grazietta Scarpa, con Dinora Brentin Bongiovanni come Segretaria. A tutti un buon lavoro! DALLE ALTRE ASSOCIAZIONI Famiglia Montonese. Di particolare interesse il numero di aprile di “4 ciacole sotto la losa”, notiziario quadrimestrale della Famiglia Montonese. Il 2006 è l’anno del rinnovo delle cariche sociali e il direttivo invita gli esuli da Montona in Italia e nel mondo a candidarsi. Vengono nel contempo inviati gli auguri di buon lavoro al neo eletto Presidente della Federazione Codarin, unitamente ai ringraziamenti all’uscente Brazzoduro per i risultati raggiunti. Tra gli appuntamenti della Famiglia: il 13 maggio viaggio da Trieste a Montona e Cava Cise, incontrando la locale Comunità degli Italiani; dal 25 al 28 maggio viaggio a Genova e alle Cinque Terre, il 6 agosto viaggio da Trieste a Montona e Antignana, il 23 settembre gita in località da stabilire tra Albona o Colli Euganei. • • • Nel numero di marzo del notiziario della Lega Nazionale e più approfonditamente in quello di aprile di “4 ciacole sotto la losa” (periodico della Famiglia Montonese), Luigi Papo descrive il Giorno del Ricordo tenutosi a Roma, ma con una serie di inesattezze. Non è vero che nessuno sapesse dello spostamento della cerimonia all’Altare della Patria, non è vero che è stato il dott. Amleto Ballarini il “regista” della cerimonia in Campidoglio (ma il nostro Segretario nazionale Oliviero Zoia), non è vero che al Quirinale la Federazione, l’ANVGD e Fiume non fossero rappresentate. Inoltre, facendo un pessimo servizio ai Lettori, non viene mai citata l’ANVGD, che ha avuto una presenza e un ruolo determinate in quei giorni. È invece sicuramente vero che in tutte queste occasioni era presente Luigi Papo. Ci sarà anche stato, ma la prossima volta gli chiediamo di fare maggiore attenzione a quanto accade intorno... • • • Ancora la Famiglia Montonese ha organizzato il 13 maggio scorso una Santa Messa presso il Parco della Rimembranza di Cava Cise, lungo la strada Montona-Pisino, per ricordare i venti Montonesi che in quel luogo trovarono atroce morte il 10 maggio 1945. Con l’occasione, il gruppo partito da Trieste ha incontrato la Comunità degli Italiani di Montona nella loro sede. Comunità Chersina. In un intervento prima della loro Assemblea Generale, la Presidente dell’Associazione “Francesco Patrizio” della Comunità Chersina, Carmen Palazzolo Debianchi, ha tracciato una serie di linee guida riconducibili alla realtà degli Esuli dall’isola di Cherso e più in generale dell’intero mondo della Diaspora, come la necessità di una conservazione documentale, di rapporti sempre più stretti con i “rimasti” e l’accantonamento dei campanilismi tra associazioni e “famiglie” per creare un’unica grande identità giuliano-dalmata. Lega Nazionale. Lo scorso settembre è sorta a Belluno una nuova rappresentanza della Lega Nazionale. Il nuovo rappresentante ha offerto la propria collaborazione a tutti i Comuni del bellunese per l’organizzazione di convegni, dibatti e mostre. E i fratelli dell’ANVGD? Ce li siamo dimenticati? Unione degli Istriani. Sulla proposta di conciliazione italo-slovena-croata, avanzata dal Sindaco di Trieste e dal Presidente della Provincia, il Presidente dell’Unione degli Istriani Lacota ha lanciato contraddittori segnali. Da una parte è favorevole «nel rispetto del pieno ed acclarato diritto degli esuli a riavere le loro proprietà illegalmente confiscate», mentre dall’altra parla solamente di «restituzione immediata dei beni oggi ancora liberi e quelli che risultano non nazionalizzati o venduti abusivamente». Sarebbe da avvisare gli Esuli che il diritto lacotiano non prevede alcuna restituzione per la stragrande maggioranza degli immobili. Magari qualcuno pensava il contrario, accecati da cotal condottiero... Comitato per le onoranze ai Martiri delle Foibe. Dal palco allestito in occasione delle commemorazioni alla Foiba di Basovizza, Paolo Sardos Albertini, presidente del Comitato per le onoranze ai Martiri delle Foibe, ha pubblicamente ringraziato le autorità di Lubiana per aver fornito l’ormai noto elenco dei mille deportati dal goriziano. Comunità di Lussinpiccolo. Il numero di aprile della Comunità di Lussimpiccolo riporta un interessante studio sulla famiglia di armatori lussignani Cosulich. Nelle cronache della vita di comunità, riferendosi al direttivo tenutosi lo scorso 25 marzo, viene auspicato il rientro dell’Associazione delle Comunità Istriane nella Federazione degli Esuli. Il vicepresidente federale Lucio Toth viene indirettamente citato come colui che pone ostacoli a ciò, riferiti alla distribuzione di “contributi” non meglio precisati. L’argomento è stato presentato da Lorenzo Rovis, presidente dell’Associazione delle Comunità Istriane. Essendosi tutto ciò svolto dopo pranzo, andrebbe chiarito se la cattiva digestione ha fatto male a qualcuno. Gentes. Fondata a Roma la nuova Associazione «Gentes», un’associazione socio-culturale che si occuperà della valorizzazione del Quartiere Giuliano-Dalmata della capitale, sia da un punto di vista storico per le sue origini legate alle nostre genti, sia per la sua maggiore vivibilità di tutti i giorni. Tra i soci fondatori vi sono seconde generazioni di esuli e romani residenti da tempo nel quartiere, a dimostrazione dell’integrazione col territorio avviata da decenni dalla comunità giuliano-dalmata. Primo presidente eletto il prof. Giorgio Marsan. Unione degli Istriani. Il sodalizio triestino ha partecipato a Norimberga all’annuale raduno degli esuli dai Sudeti. Con l’occasione il presidente Lacota ha annunciato: «Siamo pronti a varare la bozza definitiva della costituzione di questa nuova grande organizzazione che unirà esuli di tutta Europa, dal Baltico all’Adriatico». Prove generali da grande condottiero. Unione degli Istriani. Il presidente Lacota non si fa mancare niente, neanche una lunga intervista al giornale croato “Regional Istarski Magazin”, nella quale esprime giudizi stupefacenti (appunto) sull’ANVGD, la Federazione e i rispettivi dirigenti. Abbiamo preso le sue dichiarazioni, le abbiamo aggiunte a quelle sue sull’ultimo numero del notiziario dell’UI e a quelle del volantino distribuito alla frontiera di Trieste e abbiamo contato in tutto ben 22 (ventidue!) dichiarazioni campate in aria. Un bel record per il giovane rampollo uscito dal nulla e destinato a pontificare fra gli Esuli fin quando scopriranno il reale valore di una bolla di sapone.