Il numero di Luglio 2006

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Il numero di Luglio 2006
La Redazione
risponde
Maggiorazione della pensione:
chi usufruisce della Legge 336/70 (INPS)
non può richiedere l’applicazione
della Legge 140/85 (Inpdap)
a cura dell’avvocato
Vipsania Andreicich
A pagina 4
anno XII - n° 7
Luglio 2006
periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Centro Studi padre Flaminio Rocchi
Come navigare con i nuovi poteri
Dopo la burrasca la bonaccia. Mar piatto e vele fiape. Abbiamo un nuovo
governo, un nuovo Parlamento, un nuovo Presidente della Repubblica. Salvo
improbabili sconvolgimenti nella verifica giudiziaria della conta dei voti, la nuova
maggioranza è un dato politico acquisito e legittimo. Una maggioranza vittoriosa, raggiunta soltanto in forza di un meccanismo premiale – fortissimamente
voluto dalla maggioranza uscente – si è presa tutto. Non solo il governo, com’era giusto e fisiologico (però in Germania hanno fatto una Grosse Koalition).
Ma anche le massime cariche istituzionali, le presidenze delle due Camere e il
Colle del Quirinale.
Metà del Paese è inevitabile che si senta fuori, sul piano numerico e su
quello rappresentativo. Tanto che non va più nemmeno a votare. Loro ci rappresentano legittimamente. Noi ci sentiamo rappresentati così così. Per fedeltà alle
leggi della Patria, come diceva Socrate nel Critone e gli opliti spartani alle
Termopili, a questi rappresentanti rendiamo obbedienza. E contiamo che l’altra
metà del Paese faccia la sua bella opposizione, non per delegittimare l’avversario – che in tal senso ha fatto quanto poteva – ma per aiutare la baracca a non
andare alla malora.
Non si è voluto, e con i meccanismi vigenti forse non si poteva, conferire fin
dall’inizio alle istituzioni una rappresentatività reale che potesse allargare l’area
del consenso al di fuori degli elettori del centro-sinistrra. Come sempre in passato si era cercato di fare. Così una larga maggioranza reale del Paese, fondamentalmente moderata a destra e a sinistra, verrà sbatacchiata di qua e di là da una
minoranza estremista, idonea più a guidare i cortei di piazza che un grande
Paese serio che fatica a restare tale. Ma quando avremo un Paese normale, dove,
anche all’interno delle coalizioni, comanda chi ha preso più voti e non chi ne
ha presi di meno?
Lucio Toth
segue a pag. 5
L’Italia piange un’altra giovane vita
caduta in Iraq
Un altro caduto italiano in Iraq, il caporalmaggiore della Brigata Sassari
Alessandro Pibiri ucciso in un agguato a circa 100 km da Nassiriya. La sua
salma è rientrata a Roma l’8 giugno, accolta, tra le altre autorità civili e militari,
dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del Consiglio, Romano
Prodi, della Camera, Fausto Bertinotti, dal ministro della Difesa, Arturo Parisi,
dal capo di Stato Maggiore della Difesa, amm. Giampaolo Di Paola, dal capo di
Stato Maggiore dell’ Esercito, generale Filiberto Cecchi.
Nel suo messaggio di fine mandato
alla Presidenza nazionale
Ciampi all’ANVGD:
«vivo apprezzamento per la preziosa
attività svolta dall’Associazione»
Il Presidente della Repubblica Ciampi ha terminato a
maggio il suo mandato settennale. Il difficile compito che
gli era stato assegnato nel 1999 pressoché all’unanimità,
con la stessa unanimità di consensi è stato apprezzato fino
in fondo. Ricordiamo fra le ultime tappe quella dello scorso 8 febbraio con la consegna dei riconoscimenti ai congiunti degli infoibati.
In occasione del commiato con tutti coloro che hanno
collaborato a questi sette anni di lavoro, il Presidente Ciampi
segue a pag. 5
«IL PASSATO NON E’ MAI
SOLTANTO PASSATO»
BENEDETTO XVI AD AUSCHWITZ
Riportiamo alcune frasi pronunciate da Papa Ratzinger
nel campo di sterminio di Auschwitz il 29 maggio scorso,
perché queste parole riguardano tutti noi, in quanto europei,
ma soprattutto in quanto esuli da una terra martoriata ed
eredi di una memoria che abbiamo il dovere di custodire.
«Il luogo in cui ci troviamo è un luogo della memoria che nello stesso tempo è luogo della Shoah. Il passato
non è mai soltanto passato. Esso riguarda noi e ci indica le
vie da non prendere e quelle da prendere. Come Giovanni
Paolo II ho percorso il cammino lungo le lapidi che, nella
varie lingue, ricordano le vittime di questo luogo: sono lapidi in bielorusso, ceco, tedesco, francese, greco, ebraico,
croato, italiano, yiddish, ungherese, neerlandese, norvegese, polacco, russo, rom, rumeno, slovacco, serbo, ucraino,
giudeo-ispanico, inglese.Tutte queste lapidi commemorative
parlano di dolore umano, ci lasciano intuire il cinismo di
quel potere che trattava gli uomini come materiale non riconoscendoli come persone, nelle quali rifulge l’immagine
di Dio…Sì, dietro queste lapidi si cela il destino di innumerevoli esseri umani. Essi scuotono la nostra memoria, scuotono il nostro cuore. Non vogliono provocare in noi odio:
ci dimostrano anzi quanto sia terribile l’opera dell’odio.
Vogliono portare la ragione a riconoscere il male e a rifiutarlo; vogliono suscitare in noi il coraggio del bene, della
resistenza contro il male. Vogliono portarci a quei sentimenti che si esprimono nelle parole che Sofocle mette sulle labbra di Antigone di fronte all’orrore che la circonda:
‘Sono qui non per odiare insieme, ma per insieme amare’».
Poste Italiane SpA - Spedizione in
Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in
L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma
I TRE PRESIDENTI:
NIENTE PER L’ISTRIA
SENZA L’ISTRIA
Il Presidente Nazionale ANVGD Lucio Toth
sulla possibilità di un incontro tra i presidenti
di Italia, Slovenia e Croazia, riemersa in margine
alla recente cerimonia alla Foiba di Basovizza
IL TESTO DEL COMUNICATO STAMPA
Le Associazioni degli Esuli sono state le prime a
chiedere un pellegrinaggio dei tre Presidenti della Repubblica sui luoghi della memoria, non solo delle
Foibe ma di tutte le vittime dei totalitarismi del Novecento, situati nei tre Paesi confinanti: Italia, Slovenia e
Croazia.
Questo gesto di riconciliazione per essere tale non
può che concludere un percorso risolutivo dei nodi
ancora aperti: primo fra tutti quello dei beni espropriati
e dell’effettiva tutela delle minoranze.
È stata la gente dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia
a pagare i crimini di quei totalitarismi. Parafrasando
un’antica sentenza fiumana: nulla si faccia per la nostra gente senza la nostra gente.
Sono i popoli che si riconciliano nella verità e
nella giustizia attraverso chi ne rappresenta gli Stati,
non viceversa.
On. Lucio Toth
Presidente Nazionale
BENVENUTI!
A tutti coloro che ricevono in omaggio il nostro
giornale da questo numero o dai precedenti, il nostro più cordiale benvenuti! Difesa Adriatica, il mensile dell’Associazione che raccoglie in Italia gli Esuli
giuliano-dalmati, i loro discendenti e i simpatizzanti, Vi raggiungerà ogni mese fino al febbraio 2007,
senza che dobbiate far altro. Insieme ai numeri di
fine anno riceverete il bollettino postale per l’abbonamento 2007. Se il nostro notiziario sarà stato di
Vostro gradimento saremo ben lieti di avervi nella
grande “famiglia” dei nostri abbonati. In caso contrario, con febbraio 2007 terminerà l’invio del giornale al Vostro indirizzo.
In ogni caso... Buona lettura!
Foiba di Basovizza, commemorati
nel 61° i martiri delle Foibe
La camera ardente allestita nel campo italiano di Nassiriya
per il caporalmaggione Pibiri
Croazia, forse possibili modifiche
alla legge sull’acquisto di immobili
Secondo alcune fonti governative croate, l’Esecutivo di Zagabria starebbe
studiando alcune modifiche, da presentare al Parlamento, alla legge sulla proprietà e sugli altri diritti reali in maniera da semplificare le procedure necessarie
per ottenere il nulla osta per l’acquisto di un immobile: prima fra tutte, la riduzione da due ad uno dei ministeri ai quali presentare la domanda, quello della
Giustizia. Sembra che possa venire raddoppiato il numero dei legali addetti
all’esame e all’evasione delle pratiche. Attualmente, presso il ministero degli
Esteri e delle Integrazioni europee croato lavorano infatti solo quattro persone, a
fronte di 5.000 domande ancora inevase.
segue a pag. 5
Trieste. Il 20 maggio scorso, al sacrario di Basovizza, si è tenuta l’annuale cerimonia in commemorazione dei martiri delle Foibe. Quel giorno, infatti, cadeva il 61° anniversario
dell’eccidio, essendo allora Trieste
«sottoposta a durissima oppressione
straniera» subendo «con fierezza il
martirio delle stragi e delle Foibe»,
come si legge nella motivazione della
medaglia d’oro al V.M. conferita al
capoluogo giuliano. La cerimonia era
organizzata dal Comune e dalla provincia di Trieste e dal Comitato per i
Martiri delle Foibe ed ha visto presenti le maggiori autorità civili e militari
della città.
Dopo la deposizione di una corona di fiori al monumento da parte del
Comitato e delle istituzioni locali, è
stata officiata una Messa celebrata dal
Basovizza, i labari delle associazioni degli Esuli e d’arma
(foto www.arcipelagoadriatico.it)
segue a pag. 5
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DIFESA ADRIATICA
Luglio 2006
fatti e commenti
Elenchi infoibati,
il sindaco di Gorizia Brancati:
«solleciterò i due governi
affinché ci siano altri passi avanti»
Serbia più lontana dall’UE.
Interrotti i negoziati
finché non si troverà Mladic
Lo ha detto nel corso della manifestazione promossa
dall’ANVGD per ricordare i deportati dai titini
Ex militanti croati condannati dal TPI per crimini
contro l’umanità nelle guerre degli anni Novanta
In occasione della cerimonia in ricordo dei 665 goriziani deportati a
guerra finita dalle truppe jugoslave,
promossa dall’ANVGD, dalla Lega Nazionale goriziana e dal Comitato congiunti deportati in Jugoslavia (si veda
“Difesa” di giugno), il sindaco di
Gorizia, Vittorio Brancati ha ribadito
che «la consegna da parte della
Slovenia dell’elenco con i nomi dei
deportati costituisce un messaggio importante che non va sottovalutato. Per
quanto incompleto rappresenta, comunque, un primo passo che va incontro alle legittime domande dei familiari. Il Comune continuerà in questo senso il proprio impegno affinché
il dialogo continui». La tragedia dei
cittadini goriziani deportati dal IX
Corpus titino nel maggio del 1945 è
stata rievocata al parco della Rimembranza, con la deposizione di un
omaggio floreale al lapidario ai Martiri delle Foibe, presenti il presidente del
Comitato ANVGD e della Lega nazionale isontini, Rodolfo Ziberna, Clara
Morassi Stanta, presidente del sodalizio familiari dei deportati. Nel suo intervento Brancati ha riconosciuto che
«ci sono state colpe e omissioni in
questi decenni, ma la memoria va tenuta viva così come l’impegno per
dare una risposta ai familiari che a più
di sessant’anni chiedono soltanto di
conoscere un luogo fisico dove piangere i loro cari. Il nostro impegno come
amministrazione comunale, assieme
a Nuova Gorizia, continuerà ad essere quello di sollecitare i governi italiano e sloveno perché il dialogo continui e ci possano essere nuovi passi
avanti».
Prima del sindaco era intervenuta
Clara Morassi Stanta, che ha avuto
parole di ringraziamento per il prefetto Roberto De Lorenzo che ha consentito l’allestimento nella sede
prefettizia dell’ufficio ricerche per
visionare l’elenco con i nomi dei 1048
deportati: «tutta l’Italia ha finalmente
conosciuto il nostro dramma, dopo
oltre sessant’anni – ha detto la signora
Clara Morassi –. Grazie a chi si è adoperato per sgretolare il muro di omertà. Nell’elenco c’erano anche i nomi
dei giovani che si trovavano negli ospedali e che, inermi, erano stati deportati».
Dopo la manifestazione al lapidario è stato proiettato nella sala del Consiglio provinciale il documentario storico «Foibe», edito dall’ANVGD di
Gorizia e curato da Guido Rumici.
red.
Interrotti i negoziati della Commissione Ue con la Serbia per l’accordo
di stabilizzazione e associazione (ASA).
L’annuncio è stato dato dal commissario all’allargamento, Olli Rehn, poco
dopo un colloquio telefonico con il
procuratore capo della Corte dell’Aja
sull’ex Jugoslavia, Carla Del Ponte. La
ragione è l’ex generale serbo-bosniaco,
Ratko Mladic, ricercato da dieci anni
per crimini commessi nel corso delle
guerre degli anni Novanta.
«Ho ricevuto un’analisi dettagliata sulla collaborazione della Serbia,
oltre a informazioni da parte della signora Del Ponte: si tratta di informazioni deludenti, perché Belgrado non
è riuscita a localizzare e consegnare
all’Aja» il super ricercato. «Il tempo
delle speculazioni è finito, è giunta
l’ora dei risultati», ha ribadito Rehn. A
metà maggio, inoltre, il ministro degli
esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier
(Spd) ha avanzato al premier serbo
Vojislav Kostunica il medesimo ultimatum, ricordando che solo la consegna
di Mladic permetterà la ripresa dei
negoziati fra Belgrado e l’UE.
Toni analoghi con Kostunica a proposito di Ratko Mladic ha usato anche il
cancelliere Angela Merkel nel colloquio avuto a sua volta con il capo di
governo della Serbia.
Per altro verso, sei ex alti responsabili militari e politici croati di Bosnia
sono comparsi davanti al Tribunale
penale internazionale (TPI) per la ex
Jugoslavia per la prima udienza di un
processo che durerà non meno di un
anno. Sono Valentin Coric, Milivoj
Petkovic, Jadranko Prlic, Berislav Pusic,
Slobodan Praljak e Bruno Stojic, accusati di crimini di guerra e contro
l’umanità commessi contro i musulmani bosniaci durante il conflitto in
Bosnia Erzegovina del 1992-’95. I capi
d’imputazione sono: arresti massicci,
omicidi, violenze, aggressioni sessuali, appropriazione indebita di beni. Il
procuratore Kenneth Scott ha iniziato
il suo intervento ricordando il progetto dell’allora presidente croato Franjo
Tudjman di «riunire il popolo croato
dentro frontiere le più grandi possibili».
E intanto lo stesso TPI ha confermato
nel mese di maggio la condanna a 20
e 18 anni di carcere per Mladen
Naletilic e Vinko Martinovic, accusati
di crimini contro i civili musulmani di
Mostar. I due, già appartenenti alle forze speciali croate di Bosnia, sono stati
giudicati responsabili della campagna
di persecuzione portata a termine tra
il 1993 e il 1994 a Mostar, che ha provocato circa 200 mila morti. Violenze, omicidi, torture e «trattamenti disumani» contro i musulmani di Mostar,
la città capoluogo dell’Erzegovina:
queste le imputazioni per le quali erano già stati condannati in primo grado
Legge sulla cittadinanza, emessa la circolare
dal Dipartimento Libertà civili
e immigrazione del Ministero dell’Interno
Il Ministero dell’Interno ha emesso una circolare sulla legge sul
riacquisto della cittadinanza italiana da parte dei connazionali dell’Istria,
di Fiume e della Dalmazia nonché ai loro discendenti. Il Dipartimento
per le Libertà Civili e l’Immigrazione ha precisato, nella Circolare K.60.1
del 22 maggio 2006, le procedure necessarie per l’esercizio di tale
diritto al riconoscimento della cittadinanza italiana. Il testo è consultabile
sul sito www.interno.it.
Mochi Onory in visita
alle istituzioni italiane a Capodistria
Gorizia, il Parco della Rimembranza e il Monumento ai Caduti
Una finale di calcio
per la difesa di Gotovina
La zagabrese Dinamo e lo spalatino Hajduk, due club ‘storici’ e divisi da un’antica e feroce rivalità spesso sfociata in drammatici incidenti
tra le rispettive tifoserie, si sono affrontati a Zagabria per l’ultima giornata del campionato nazionale di serie A. L’incasso è stato interamente
devoluto a sostegno degli ex ufficiali croati detenuti all’Aja con l’accusa
di crimini di guerra nel conflitto croato-serbo degli anni Novanta.
Beneficiario, tra gli altri, l’ex generale Ante Gotovina, già superlatitante
e arrestato alle Canarie qualche mese addietro. Si stima che alla finale
abbiano assistito almeno 30 mila persone, per un incasso che si aggirerebbe sui 120-150 mila euro.
Tale è la popolarità che l’imputato Gotovina gode in patria, che la
sua vita è ora riscritta versione romanzata in un feuilleton dal titolo La
tempesta dopo la tempesta, che allude all’omonima operazione militare guidata da Gotovina nell’agosto del 1995 contro i secessionisti serbi.
Autrice, tal Sinaja Bui Simunovic, hostess in pensione con il culto dell’ex generale già protagonista del suo romanzo d’esordio. Secondo lei,
Gotovina, merita di essere descritto come «un uomo forte, onesto, un
vero eroe».
con sentenza emessa il 31 marzo del
2003 ed ora confermata.
Da ultimo, Branimir Glavas, noto
durante la guerra in Croazia (19911995) come «lo sceriffo della Slavonia», dovrebbe essere inquisito per
crimini di guerra perpetrati contro la
popolazione civile serba all’inizio del
conflitto nel 1991. Al parlamento
croato è pervenuta la richiesta di revoca dell’immunità parlamentare di
cui Glavas gode quale deputato. Da
anni gli organi di stampa hanno scritto di lui come dell’ispiratore e del
mandante delle «liquidazioni di pacifici cittadini di etnia serba» subito dopo
lo scoppio nel 1991 delle ostilità. Si è
scritto di un centinaio di civili trucidati a Osijek e nei dintorni, senza alcuna
ragione o soltanto per intimidire gli altri
e spingerli alla fuga dalla Croazia.
Glavas ha goduto per anni di una sorta di intoccabilità anche in quanto dirigente della Comunità democratica
croata (Hdz), partito nazionalista fondato dal defunto presidente Franjo
Tudjman.
p.c.h.
L’ambasciatore Andrea Mochi Onory, accompagnato dal console generale
d’Italia a Capodistria Carlo Gambacurta, si è recato il 10 maggio scorso in visita
alle istituzioni della Comunità nazionale italiana a Capodistria. Negli studi di Tv
Capodistria Mochi Onory ha incontrato il Comitato scientifico del progetto «Istria
nel tempo» che l’emittente sta realizzando in collaborazione con il Centro di
Ricerche storiche di Rovigno sulla storia della popolazione italiana dell’Istria
con la consulenza scientifica degli storici Giuseppe Parlato, Carlo Ghisalberti,
Giovanni Radossi, Paolo Nello e Stefano Lusa.
Nella sede di Radio Capodistria ha avuto luogo l’incontro con i dirigenti dei
programmi italiani, il cui direttore, Rocco, ha esposto le difficoltà della programmazione italiana: dalla insufficienza dei finanziamenti per i programmi alla
mancanza di un’autonomia reale nella gestione dei programmi. L’ambasciatore
Andrea Mochi Onory, profondo conoscitore della realtà minoritaria, ha ribadito
l’attenzione dell’Italia nei confronti della Comunità nazionale italiana.
Due nuovi siti web per gli italiani di Dalmazia
Appena aperti due nuovi siti web per gli italiani della sponda orientale dell’Adriatico: ‘www.italianididalmazia.org’ e ‘www.dalmazianews.org’, inaugurati lunedì 27 marzo 2006, ospitano notizie e commenti dei connazionali residenti nella regione di antico insediamento veneziano.
I siti sono espressione delle comunità italiane di Spalato e di Zara, e contengono informazioni utili ai residenti e ai visitatori, links di altri indirizzi telematici
della comunità di lingua italiana, del Consolato d’Italia a Spalato e della sezione
distaccata di Zara.
‘Dalmazianews’ si propone anche come sito di notizie «sulla Dalmazia,
sugli italiani di Dalmazia sulla diffusione della lingua e della cultura italiana in
Dalmazia, sulle possibilità di fare affari in Dalmazia»; ‘italianididalmazia’ ha in
programma l’edizione di un periodico on-line proponendosi di «raccogliere e
documentare le tracce di quanto accade, per fare conoscere ad un pubblico
sempre più ampio di utenti quanto accade tra i connazionali del lato orientale
dell’Adriatico».
DAL GENNAIO
2007
LA SLOVENIA
NELL’EURO
La Commissione europea ha
stabilito che la Slovenia ha raggiunto tutti i parametri richiesti per
l’adozione dell’euro. Lo ha reso
noto a metà maggio l’Esecutivo
UE, che proporrà al Consiglio UE
l’adozione dell’euro per la Slovenia dal 1° gennaio 2007.
Ora Lubiana dovrà fissare il
cambio tra il tallero, la sua moneta, e l’euro ed il tasso dovrà restare invariato fino al gennaio 2007,
quando entrerà definitivamente in
vigore la valuta europea.
La Commissione UE ha assicurato la sua cooperazione per
evitare ogni abuso. «L’esperienza
fatta dagli altri Paesi sarà utile. Comunque il fatto che molti accusino l’euro di aver provocato un aumento dei prezzi è più una percezione che una realtà», ha commentato il commissario europeo
per le Politiche economiche e monetarie Joaquin Almunia.
Luglio 2006
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DIFESA ADRIATICA
cultura e libri
L’Istria «ancora sconta la sua pena»
Il nuovo libro di Anna Maria Mori,
che vince il Premio Recanati Festival della narrativa italiana
Un viaggio di ritorno, un nostos,
questo nuovo libro di Anna Maria
Mori, nella sua Istria, attraverso i suoi
paesaggi e le sue figure, le sue bellezze e le sue asperità: gli splendori abbaglianti del mare e delle rocce, i profumi delle sue erbe e dei suoi dolci, i
travagli della guerra e dell’esodo, la
tragedia di ogni individuo costretto ad
abbandonare casa e affetti, speranze
radicate nel terreno fertile del proprio
orizzonte, la vita in una parola. Dopo
l’intenso Bora, scritto con Nelida
Milani, l’autrice polesana torna, ancora, nei suoi luoghi, con ostinazione,
con amore, certo con rabbia: è la condanna e insieme il privilegio dell’esule, in questo caso dell’esule scrittore,
che affonda il pensiero nella perdita
per trarne un senso, per disegnare un
ordine che dia chiarezza e conforto,
per guardare la ferita senza distogliere
lo sguardo. Il primo capitolo è stato,
appunto, Bora, frutto di un lungo e
paziente dialogo con l’altra metà dell’esilio (la «rimasta»), una prima ricognizione forse che Nata in Istria rende
ora compiuta. Lo scrittore dà nome alle
cose, alla bellezza e alla sofferenza, e
l’Istria di Anna Maria Mori è intrisa di
entrambe: «Avevo cominciato con la
bellezza: volevo ritrovare la mia bellezza di nata in Istria. [...] Avevo ragione: l’Istria è bella, persino più bella di
come me la ricordavo. [...] E allora
perché? Perché non usarla, questa bellezza, nella sua funzione catartica
[...]». La lingua tenta e ricrea dunque
il bello perduto, o meglio, nomina e si
immerge nel dolore per scrostarlo dalla
bellezza, per liberarla dal peso della
tristezza e della rassegnazione: il ritorno è segnato da incontri e prove dolorosi, ma lo sguardo del narratore è lucido e la parola ricuce i flussi interrotti, le relazioni annichilite, rianima il
desiderio del bello e dell’appartenenza: bello non solo per sé, scrive l’autrice, bello per gli altri, se la scrittura vuole
Tra Abbazia e Volosca: «mite, dolcissima, piccolezza di un borgo
di poche case, [...] tutto dentro un’insenatura dove il candore
della spiaggia di ciottoli si confronta con il blu profondo del Quarnero [...]»
avere una funzione non utilitaristica
ma estetica, e profondamente umana.
Un nesso inscindibile apparenta la
scrittrice con l’esilio: «E così la mia
giovinezza [...] non ha rappresentato
un’evoluzione ma uno strappo, è
come se l’avessi percorsa senza viverla, senza vederla. Non me la ricordo.
[...] Non mi fa neanche una grande
simpatia. [...] Più che una giovinezza,
ho avuto due infanzie. La prima,
indimenticata e indimenticabile [...],
la seconda, obbligata e faticosissima:
innaturale».
Il ritorno nei luoghi dell’infanzia è
inevitabile, ma non esaurisce il senso
del ritorno, che si alimenta e si definisce attraverso incontri e storie diversi,
destini divergenti ed esperienze
sovrapponibili: l’autrice è mossa appunto dal desiderio, o meglio dalla
necessità, di comunicare mediante
vicende distinte od anche consonanti
una identità irripetibile e complessa,
quella istriana, che l’odioso accanimento della Storia ha sfumato e sbiadito nella coscienza collettiva. «Storie
di occupanti e occupati – dice del libro l’autrice –, di guerre e violenze,
ultima quella esercitata su un popolo
di pescatori e contadini italiani e iner-
mi, costretti all’esilio guadagnato qualche volta, da quelle isole, per mare, a
rischio della vita».
E per richiamare alla coscienza
quelle storie Anna Maria Mori tocca
le città e i borghi dell’Istria, ascolta le
confidenze e i silenzi dei suoi abitanti, quelli di ieri e quelli «rimasti»; li lascia parlare e le loro espressioni traspirano tutte solitudine e smarrimento. «Anche quelli, tantissimi, che se ne
sono andati, [...] in realtà sono rimasti
lì per sempre [...]: fanno e disfanno
sempre la stessa tela, ed è la tela dei
ricordi, delle nostalgie, anche dei furori e dei rancori».
È un libro doloroso, questo, nonostante le migliori intenzioni dell’autrice: inevitabile che lo sia, quando si
torna a visitare il passato che non è
realmente trascorso, perché impossibile da metabolizzare: «sta ancora
scontando la sua pena» annota in riferimento a Pola. Così è per gli esuli.
Patrizia C. Hansen
Anna Maria Mori,
Nata in Istria,
Rizzoli, Milano 2006,
pp. 294, euro 16.00
LA NAPOLI DI FRANCESCO LAURANA
NELLA FORMAZIONE DI ANTONELLO DA MESSINA
È rimasta aperta per tutta la primavera la mostra dedicata ad Antonello
da Messina nelle Scuderie del Quirinale. È l’ultima delle esposizioni allestite durante il settennato del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio
Ciampi.
Organizzata all’Azienda Palaexpo
e Zètema Progetto Cultura e curata da
Mauro Lucco, ordinario di Storia dell’arte all’Università di Bologna, la mostra raccoglie cinquanta opere di sicura attribuzione, quasi l’intera produzione dell’artista arrivata fino a noi.
Artista vissuto tra il 1430 circa e il 1479
tra Messina, la città natale, Napoli, Venezia, Avignone.
Le cinquanta tavole provengono
dalle grandi raccolte di Londra, New
York, Dresda, Parigi, Vienna, Berlino,
oltre che da varie città italiane, soprattutto dalla Sicilia, dove Antonello visse i suoi ultimi anni.
Ad esse fanno corona le opere di
maestri che influirono sulla sua formazione, come il fiammingo Giusto di
Gand o il veneziano Giovanni Bellini,
e di quelli che ne seguiranno le tracce
inconfondibili nella storia dell’umanesimo europeo. Perché grande rilievo nella creazione di Antonello ebbero i ritratti, che rappresentano con
Antonello da Messina,
Ritratto d’uomo, Cefalù,
Museo della Fondazione
Culturale Mandralisca
singolare incisività personaggi dai caratteri inquietanti e segreti, vera e propria esaltazione dell’uomo rinascimentale e della sua autonomia individuale.
Due periodi furono essenziali nella formazione dell’artista: Napoli, dove
aprì una bottega, e Venezia, dove fu
chiamato dalla nobiltà veneta per la
fama che si era conquistata.
Trattando del periodo napoletano
i curatori hanno dato un giusto risalto
al clima che nella capitale del Regno
meridionale aveva determinato la presenza attivissima di Francesco Laurana,
coautore dei fregi dell’arco di trionfo
di Alfonso d’Aragona a Castelnuovo
[si vedano i due particolari riprodotti
in questa pagina] e scultore ineguagliato di busti di regine e di gentiluomini, di lunette e di gruppi
marmorei, che ornano chiese e palazzi siciliani e pugliesi, fino alle chiese
di Marsiglia e di Avignone.
Anzi non può sfuggire una singolare concordanza geografica e temporale nell’itinerario di Francesco e di
Antonello: Siracusa, Noto, Palazzolo
Acreide, Cefalù, Napoli, fino alla lontana Avignone. Certo si conoscevano
e si stimavano. Il dalmata del resto aveva soltanto dieci anni di più. E concorrenti non erano, data la diversa materia su cui si esercitava la loro creatività. Due Madonne lauranesche vengono poste in relazione diretta con
l’opera di Antonello. Sono la Madonna della Neve dalla chiesa del SS. Crocifisso a Noto e la Madonna delle Grazie da Palazzolo Acreide. Entrambe
porgono al Bambino un pomo, motivo che diventerà ricorrente nel-
Metà cielo, mezza luna, diario del viaggio
(avventuroso) in Oriente di Maria Silvia Codecasa
Dall’esilio fiumano
all’India (con gli autobus)
Da Fiume al resto del mondo (possibilmente con i mezzi pubblici). Impossibile chiudere in una definizione
univoca l’esuberante e indomita personalità di Maria Silvia Codecasa, esule
dal Quarnero e da allora curiosa del
mondo intero, del visibile e dell’invisibile, intendendo per quest’ultimo non
già la comune trascendenza, ma gli
universi spirituali – i più vari – che convivono al di là e al di sopra delle apparenze, nei secoli come oggi, in questa
contemporaneità apparentemente
depauperata di illusioni. Laureatasi nel
1951 alla prestigiosa Bocconi di Milano, è antropologa e docente, partecipa
a laboratori teatrali e corsi di scrittura
poetica, scrive resoconti di viaggi nei
Paesi più remoti (e non sempre raccomandabili), attraversati avvalendosi preferibilmente del trasporto locale (il
modo migliore, certo, per conoscere
luoghi, tipologie di persone e usanze).
Ha il pregio di non meravigliarsi di nulla, e di saper vedere ed ascoltare pur
avendo, come ovvio, le proprie idee e i
propri principi, primi dei quali il rispetto della libertà e della dignità dell’uomo e l’insofferenza per le convenzioni
comuni.
«La mia vita – dice – è un esempio
estremo di ciò che accade a chi venga
esiliato a vent’anni, e perda il suo
background culturale». Il primo viaggio la scrittrice lo ha dunque compiuto
nel 1944, quando ha dovuto lasciare
per sempre Fiume. Da allora, la caparbia volontà di riempire quell’esilio di
contenuti l’ha condotta a diventare una
sorta di esploratrice contemporanea, di
spazi e di umanità lontani, grazie anche alla laurea conseguita nella Università milanese, che ricorda come «la
migliore facoltà di lingue in Italia, come
poi non ce ne sono più state». Nel 1951,
Maria Silvia Codecasa partiva una seconda volta con una borsa di studio
dell’American Association of University
Women per NewYork, per studiare alla
Columbia University, dove aveva insegnato nell’anteguerra Prezzolini. Una
volta rientrata, ha insegnato nei licei,
prima a Milano quindi a Roma, e nel
frattempo ha iniziato a scrivere diari di
viaggio, poesie, drammi e articoli di
carattere antropologico. Nel 1973 ha
compiuto il viaggio che ora rievoca nel
libro recentemente edito dalla casa editrice fiorentina Vallecchi, Metà cielo,
mezza luna, diario del percorso, compiuto da sola o con occasionali compagni di cammino, attraverso la Turchia,
l’Afghanistan e il Pakistan. Un libro che
Maria Silvia Codecasa ha iniziato a scrivere all’indomani dell’attentato alle Torri
gemelle, per una sorta di paradossale
corto circuito fecondo che le ha richiamato alla memoria i luoghi e i costumi
conosciuti lungo quel tracciato, con
un’attenzione particolare alla condizione della donna nei Paesi islamici, «la
metà del cielo», precisa l’autrice, «che
sotto la mezza luna dell’Islam non trova posto».
Con questo libro ha vinto il Premio
“Albatros” 2005, dedicato alla letteratura di viaggio. «Oltre a una scrittura
accurata, scorrevole, - si legge nella motivazione – lo stile non banale, la ricercatezza stilistica, l’ironia, il racconto
della Codecasa ha molti pregi». «È un
pezzo di letteratura di viaggio nel senso più proprio, perché ha gusto letterario e descrive esattamente un viaggio,
un percorso: da Izmir a Amristar, dalla
Turchia all’India per una delle porzioni
di mondo più belle e interessanti. Poi è
un viaggio che segna un punto nel tempo, è un documento di storia». Insomma, sulle orme di altre celebri viaggiatrici che l’hanno preceduta, come Ella
Maillart o Annemarie Schwarzenbach,
per le quali, come è stato scritto, il senso dell’esistenza non sta più solo nel
viaggiare ma nella conoscenza alla
quale conduce.
Ora, Maria Silvia Codecasa è impegnata nella stesura di un altro libro,
sulla crisi politica, economica e sociale del Venezuela, Paese che conosce
bene, ma ha già in mente la traccia di
un romanzo, questa volta ambientato
a Fiume, protagonista, naturalmente, un
profugo. Perché, precisa, «perdere Fiume è stato come trovarsi nel vuoto», al
quale solo la scrittura riesce, almeno in
parte, a dare un senso.
l’iconografia rinascimentale e barocca. Alle due sculture si richiama con
indiscussa evidenza il Polittico di San
Gregorio a Messina, cui i guasti del
tempo non hanno tolto la plasticità
della composizione, la dolcezza dei
volti, la vivezza della luce e dei colori,
la nettezza del disegno: i tratti caratteristici della sintesi antonelliana.
Fa piacere vedere riconosciuta in
un crocevia della cultura mondiale,
come Roma, frequentata da milioni di
pellegrini e visitatori, la lezione di un
grande dalmata, pietra miliare, come
l’altro Laurana, Francesco, dell’arte europea. Va dato atto ai curatori di avere
rispettato la volontà del nostro scultore nell’indicarne il nome e la patria, la
Dalmazia. «FRANCISCUS LAURANA ME
FECIT». Ha lasciato inciso lui stesso sulla base della Madonna di Noto.
L.T.
p.c.h.
Maria Silvia Codecasa,
Metà cielo, mezza luna,
Vallecchi, Firenze 2005,
pp. 208, euro 8,50
Francesco
Laurana,
Arco di Alfonso
d’Aragona,
Castelnuovo
Napoli,
un particolare
del fregio
4
DIFESA ADRIATICA
Luglio 2006
La Redazione risponde
Maggiorazione della pensione: chi usufruisce della Legge 336/70 (INPS)
non può richiedere l’applicazione della Legge 140/85 (INPDAP)
A cura dell’Avv.
Vipsania Andreicich
Sono un pensionato dello Stato e profugo.
Ho letto negli articoli di “Difesa Adriatica” dei
mesi precedenti che per i profughi pensionati
INPS è previsto il diritto ad una maggiorazione
sulla pensione.
Posso usufruire anche io della predetta
maggiorazione in qualità di pensionato
dell’INPDAP?
Lettera firmata
Nel corso degli anni sono state emanate
diverse leggi che hanno avuto ad oggetto delle
agevolazioni per categorie di persone considerate meritevoli da parte dello Stato italiano.
Con particolare riguardo alla questione
delle retribuzioni e delle pensioni la prima legge emanata è stata la L. 24 maggio 1970 n.
336 intitolata Norme a favore dei dipendenti
civili dello Stato ed Enti pubblici ex combattenti ed assimilati.
Tale legge individuava all’art. 1 le catego-
rie di persone che possono accedere ai benefici in essa disposti. Si tratta di «dipendenti civili
di ruolo e non di ruolo dello Stato, compresi
quelli delle Amministrazioni ed aziende con
ordinamento autonomo, il personale direttivo
e docente della scuola di ogni ordine e grado
ed i magistrati dell’ordine giudiziario ed amministrativo» i quali fossero anche «ex combattenti, partigiani, mutilati ed invalidi di guerra, vittime civili di guerra, orfani, vedove di
guerra, profughi per l’applicazione del trattato
di pace e categorie equiparate». Due sono,
quindi, i requisiti richiesti per poter godere delle agevolazioni previste dalla legge in questione.
Per coloro che si trovano in possesso dei
requisiti di cui sopra, la L. 336/70 prevede due
particolari benefici:
1) la possibilità di chiedere una sola volta
nella carriera la valutazione di due anni o, se
più favorevole, il computo delle campagne di
guerra e del periodo trascorso in prigionia, in
internamento, per ricovero in luoghi di cura e
in licenza di convalescenza per ferite o infermità contratte presso reparti combattenti o in
prigionia di guerra o in internamento, ai fini
degli aumenti periodici e del conferimento della
successiva classe di stipendio, paga o retribuzione;
2) l’attribuzione di tre aumenti periodici di
stipendio, paga o retribuzione (o, se più favorevole, un aumento periodico per ogni anno o
frazione superiore a sei mesi di servizio militare prestato in territorio dichiarato in stato di
guerra, trascorso in prigionia e in internamento, in luoghi di cura e in licenza di convalescenza per ferite o infermità contratte presso
reparti combattenti, in prigionia e in internamento), ai fini della liquidazione della pensione e della indennità di buonuscita e di previdenza.
Quindi con la legge 336/70 si attribuiscono dei benefici a coloro che oltre ad avere la
qualifica di profugo, svolgevano la propria attività lavorativa alle dipendenze dello Stato e che
quindi hanno diritto, al termine della loro attività lavorativa, all’erogazione della pensione
da parte dell’INPDAP.
Successivamente è stata emanata la legge
15 aprile 1985 n. 140 la quale all’art. 6, comma
1 prevede il beneficio di una maggiorazione
del trattamento di pensione determinato nella
Beni abbandonati, le sedute
della Commissione interministeriale
Pubblichiamo gli elenchi delle
posizioni discusse nel corso delle sedute del mese di aprile 2006 della
Commissione interministeriale insediata presso il Ministero dell’Economia
ai sensi della Legge n. 98/’94 per la
liquidazione degli indennizzi dei «beni
abbandonati» (Legge 135/’85) dai cittadini italiani nei territori ceduti all’ex
Jugoslavia e nella Zona B dell’ex Territorio Libero di Trieste.
Seduta del 3 aprile 2006
Pos. n. 1595/ZB
Dapretto Giovanni (eredi)
respinta
domanda di riesame
Pos. n. 6134/ZB
Fonda Tullio
concesso primo indennizzo
per quota-parte mai liquidata
Pos. n. 2972-6171-7113/ZB
Bertuccioli Walkirnie e Renato (eredi)
concesso
avviamento commerciale
Pos. n. 9296/ZB
Crevatin Benedetto ed altri
istruttoria
Pos. n. 9861/ZB
Zacchigna Ida e Rina
concesso indennizzo
ex lege 135/85
Pos. n. 10046/ZB
Glavina Piera
concessi indennizzo
ex lege 135/85
e avviamento per terreni
ed attività commerciale
Pos. n. 4046/ZB
Pisitta Giulia e altri
concessa riliquidazione
ex lege 135/85
Pos. n. 4822/ZB
Tomatis Costanzo (eredi)
concesso avviamento
commerciale
per un’azienda agricola
Seduta del 6 aprile 2006
Pos. n. 10269/ZB
Bubbola
respinta domanda di indennizzo
Pos. n. 7411/TC
Scrobe Antonio
concesso avviamento
commerciale
per un’azienda agricola
Pos. n. 9570/ZB
Vesnaver Giovanni
respinta domanda di indennizzo
Pos. n. 23639/TC
Moscheni Omero
respinta domanda di indennizzo
Pos. n. 12600/TC
Flaminio
concesso avviamento
commerciale
Pos. n. 11331/TC
Prenci
concesso avviamento
commerciale
Pos. n. 8740/TC
Ostovich
concesso indennizzo
ex lege 135/85
respinta domanda
di indennizzo
per alcune particelle tavolari
Seduta del 10 aprile 2006
Pos. n. 21361/TC
Vladani – Cocetti
concesso indennizzo
ex lege 135/85
Pos. n. 10646/TC
Crismani
respinta domanda
di avviamento commerciale
Pos. n. 21544-20914/TC
Pellizzari Giuseppe (eredi)
concesso indennizzo
ex lege 135/85
Pos. n. 9802/ZB
Bossi Silvano ed Emilia
respinta domanda indennizzo
ex lege 135/85
Pos. n. 3326/TC
Nicolich Maria Angela (eredi)
concessi indennizzi
ex lege 135/85
Pos. n. 9623/ZB
Perentin Giuseppe (eredi)
istruttoria
Pos. n. 15355-15949-18708/TC
Martinolich Dora
respinta domanda di revisione stima
respinta domanda
di avviamento commerciale
Pos. n. 13029-20214/TC
Darbe – Manzin (eredi)
concessa integrazione
ex lege 135/85
previa acquisizione
documentazione successoria
Sul numero di agosto/settembre
le sedute di maggio e giugno 2006
Sul prossimo numero i nostri Lettori troveranno
gli elenchi delle posizioni discusse nel corso
delle sedute di maggio e giugno 2006
della Commissione interministeriale
insediata presso il Ministero
dell’Economia e delle Finanze
Pos. n. 12358/TC
De Manzolini Andrea
concesso avviamento
commerciale
per un’azienda agricola
Pos. n. 7163/TC
Bernini Pierluigi e Paola
concessa integrazione
ex lege 135/85
misura di lire 30.000 lorde. La norma individua inoltre le categorie aventi diritto alla predetta agevolazione facendo riferimento alla L.
336/70, ovvero «ex combattenti, partigiani,
mutilati ed invalidi di guerra, vittime civili di
guerra, orfani, vedove di guerra, profughi per
l’applicazione del trattato di pace e categorie
equiparate» escludendo però coloro che avessero usufruito o avessero titolo per fruire dei
benefici previsti dalla stessa L. 336/70, essi sono
coloro che attualmente percepiscono una pensione da parte dell’INPS.
Sulla base delle considerazione sopra svolte, quindi, coloro che, avendo svolto la propria
attività lavorativa alle dipendenze dello Stato
ed essendo in possesso della qualifica di profughi, possono godere delle agevolazioni previste dalla L. 336/70 – esposte alle lettere a) e
b) del presente articolo – , e di conseguenza
non possono fare domanda per ottenere la
maggiorazione di Lire 30.000 prevista dalla Legge 140/85.
Per rispondere alla domanda che ci è stata
rivolta, non è quindi possibile fare domanda
all’INPDAP per ottenere la maggiorazione di lire
30.000 sulla pensione da tale ente erogata.
Pos. n. 571-9321/TC
Host Silvia (eredi)
disposto recupero
indennizzo concesso ex lege 135/85
Pos. n. 2602-7434-19883/TC
Spada Antonio ed altri
concesso avviamento
commerciale
per un’azienda agricola
GLI INDENNIZZI ARRIVANO,
LA RICONOSCENZA NO
Secondo i dati più recenti del Ministero dell’Economia, il personale addetto
all’evasione delle domande per l’indennizzo dei beni abbandonati in base alla
Legge 137/2001 sta emettendo mensilmente una media di 600 pagamenti, il
che significa 3.600 bonifici nel primo semestre 2006. Era tradizione della nostra
Associazione, nei decenni scorsi, anticipare la lieta notizia ai beneficiari tramite
lettera, quando era possibile avere i loro indirizzi. Oggi invece la legge sulla
privacy non ci consente di sapere chi sta per avere l’indennizzo; cosa ancora
più grave tenuto conto che il Ministero non scrive a nessuno per preavvisarlo
dell’invio della somma. Così spesso i soldi arrivano sul conto corrente senza
che il beneficiario neanche se ne accorga...
Ma questo sarebbe il danno meno grave. Quello che riteniamo più preoccupante è che su 3.600 beneficiari, solo 4 (dico quattro!) hanno ritenuto doveroso inviare un segno di riconoscimento al lavoro dell’Associazione. Non parliamo ovviamente delle somme che pubblichiamo su ogni numero di “Difesa
Adriatica”: lì si tratta sempre di qualche decina di euro che viene versata in più
sull’abbonamento al giornale. Parliamo invece del riconoscimento dovuto a
Padre Flaminio Rocchi, scomparso il 9 giugno 2003, vero fautore delle leggi che
nei decenni hanno portato alle concessioni degli indennizzi.
Padre Flaminio non c’è più da tre anni esatti, ma il nostro instancabile lavoro
continua. Gli indennizzi della legge del 2001 non sono terminati e gli esuli
hanno ancora bisogno di assistenza; ci sarà poi la futura legge che erogherà il
saldo definitivo. Sono impegni non indifferenti, che richiedono una struttura
funzionale ed efficiente e che, ovviamente, ha i suoi costi.
È semplice ricevere un bonifico sul conto corrente. Capiamo che è meno
semplice riconoscere il lavoro di chi ha permesso di riceverli. Ricordiamoci
però sempre che senza l’impegno dell’Associazione e dei suoi uomini, non
sarebbe giunto nelle tasche degli esuli neanche quel poco che finora hanno
ricevuto.
Fra pochi mesi il Ministero comincerà a indennizzare le posizioni degli esuli
di più alto valore. Sarà un interessante test per capire il loro grado di riconoscenza, anche perché è ben difficile che possano essere meno di quattro...
Abbiamo il “difetto” di non avere la nostra Sede nazionale a Trieste. Sono
cose che capitano! Da Trieste sarebbe ben difficile gestire le problematiche dei
beni abbandonati ma avremmo sicuramente maggiori disponibilità economiche. In puro spirito francescano, preferiamo essere poveri ma onesti.
Nel caso le cose non vadano come speriamo, saremo costretti ad inserire un
numero di telefono a pagamento per i tanti che ci chiedono informazioni ogni
giorno. L’Associazione ha bisogno di risorse per poter operare: da qualche parte
devono pure venire.
Il nostro conto corrente postale è il 52691003 intestato Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - Sede Nazionale, Roma.
F.R.
Luglio 2006
5
DIFESA ADRIATICA
continua dalla prima pagina
continua dalla prima pagina
Foiba di Basovizza, commemorati
nel 61° i martiri delle Foibe
Come navigare con i nuovi poteri
vescovo di Trieste, mons. Eugenio
Ravignani. In questa circostanza il sindaco Roberto Dipiazza e il presidente
della Provincia, Maria Teresa Bassa
Poropat, hanno rilanciato l’ipotesi di
un incontro di pacificazione tra Italia,
Slovenia e Croazia: «I tempi sono
maturi – ha detto tra l’altro la signora
Bassa Poropat – per arrivare finalmente ad un atto simbolico così importante». Dello stesso avviso anche il sindaco Dipiazza che si era già espresso
in merito tempo addietro: «Una volta
finiti i lavori di riqualificazione alla
foiba di Basovizza bisognerà impegnarsi per organizzare questo storico
incontro».
Il presidente del Comitato per i
Martiri delle Foibe, Paolo Sardos
Albertini, ha affermato la necessità di
non disperdere il ricordo: «Ciò che è
accaduto 61 anni fa è frutto di una logica precisa da parte di uno Stato e
non va dimenticato».
Successivamente una delegazione
si è recata a rendere omaggio alla Foiba
di Monrupino.
Trieste occupata dai titini, un corteo del maggio 1945
continua dalla prima pagina
continua dalla prima pagina
Nel suo messaggio di fine mandato
alla Presidenza nazionale
Croazia, forse possibili
modifiche alla legge
Ciampi all’ANVGD:
«vivo apprezzamento per la preziosa sull’acquisto di immobili
attività svolta dall’Associazione»
ha inteso inviare un messaggio alla nostra Associazione,
nel quale esprime «vivo apprezzamento per la preziosa
attività svolta dall’Associazione a favore degli esuli della
Venezia Giulia e Dalmazia». Sempre attento ai valori nazionali, il Presidente ha sottolineato «lo straordinario valore della nostra identità nazionale, fondata sulle profonde
radici di una prestigiosa tradizione culturale, della memoria storica e di alti ideali condivisi».
Ciampi ha voluto anche rimarcare l’importanza delle
nostre attività associative e istituzionali, divenute fondamentali per la comunità giuliano-dalmata. Ha infatti voluto aggiungere che «il Vostro costante impegno ha contribuito e
contribuisce a rafforzare il sentimento di appartenenza dei
nostri connazionali originari delle regioni giuliane e dalmate:
quello stesso sentimento che ha indotto la grande attrice
Alida Valli, recentemente scomparsa, ad affermare con forza il proprio orgoglio di essere italiana».
‘Giriamo’ ai nostri Lettori e ai nostri soci il saluto di
commiato che il Presidente Ciampi ha voluto sottolineare
come rivolto «a tutti i membri dell’Associazione Nazionale
Venezia Giulia e Dalmazia». Grazie, Presidente!
GLI INDENNIZZI RICEVUTI
NON VANNO DICHIARATI
In periodo di dichiarazione dei redditi, ci viene
spesso posta la questione sull’inserimento nei redditi
tassabili degli indennizzi ricevuti dal Ministero dell’Economia per i beni abbandonati.
Ebbene, è giusto chiarire una volta per tutte che
gli indennizzi non vanno inseriti nella dichiarazione
dei redditi, proprio perché redditi non sono. Infatti la
dichiarazione ricomprende i redditi, della più diversa
origine, che rappresentano la ricchezza reddituale
attiva: redditi da lavoro dipendente e autonomo, da
proprietà immobiliari, da plusvalenze su titoli e così
via.
Gli indennizzi che vengono pagati in questi anni
dal Ministero dell’Economia, invece, rappresentano
un (tardivo) rimborso da parte dello Stato italiano per
la cessione dei beni immobili degli Esuli alla Jugoslavia, al fine di pagarle i danni di guerra. Non entriamo
nel merito politico di tale arbitrio consumatosi a danno degli Esuli, ma restiamo su piano prettamente tecnico. I nostri Esuli dopo sessant’anni sono ancora in
credito con lo Stato, per cui le somme che giungono,
ancorché col contagocce, sono denari spettanti fuori
da qualsiasi forma reddituale. Ciò fa cadere la necessità di indicare tali somme nella dichiarazione dei
redditi.
Gli Esuli e i loro discendenti possono quindi dormire sonni tranquilli. Tanto lo Stato si è già rifatto su
quelle somme valutando gli immobili due lire...
F.R.
È forse, questo, un segnale di Zagabria all’UE dopo gli
espliciti richiami di quest’ultima a rispettare i parametri
europei sul libero mercato immobiliare. Intanto, le stesse
autorità croate fanno sapere che dal 1992 fino al 15 maggio scorso sono pervenute loro 11.295 richieste di cittadini
stranieri per l’acquisto di immobili in Croazia. Di queste,
4676 hanno ricevuto il via libera, 945 sono state respinte
mentre in 708 casi gli interessati hanno rinunciato all’acquisto. Tra gli acquirenti degli immobili che hanno ricevuto
il benestare, la maggior parte sono tedeschi, i quali hanno
presentato 2.347 richieste.
Frattini (Ue), la questione immobili
nell’agenda dei negoziati di adesione
Il problema dell’acquisto di immobili in Croazia, attualmente negato dalla normativa croata ai cittadini italiani, sarà oggetto di discussione durante i negoziati per l’adesione della Croazia all’Unione Europea nei prossimi mesi.
Lo ha ribadito a metà maggio il vicepresidente della Commissione Europea, Franco Frattini, il quale ha espresso la
«fiducia che durante questo periodo emergano concrete
possibilità per una soluzione fruttuosa». «Se si vuole risolvere finalmente questo problema, c’è bisogno di fiducia da
tutte le parti», ha aggiunto al termine di un incontro con il
ministro degli Interni croato Ivica Kirin. «Sta al nuovo governo italiano stabilire come affrontare con la Croazia questo punto», ha aggiunto Frattini. Kirin si è detto «d’accordo» ed ha manifestato la convizione che «i nostri governi
possano trovare una soluzione positiva».
Ti sei iscritto all’ANVGD?
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Ti stiamo aspettando
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ai nostri Comitati Provinciali
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(tel. 06 5816852)
L’abbonamento a Difesa Adriatica
non equivale alla quota associativa
Non è un problema solo italiano. Osserva Pierre Rosanvallon (storico del
Collège de France e direttore del Centro di Ricerche Politiche R. Aron) nel corso
di un convegno svoltosi a Bologna in questi giorni per “Il Mulino”: «La storia
delle democrazie reali è inseparabile da tensioni e costanti contestazioni [...]. Le
teorie della democrazia rappresentativa hanno dissimulato una tensione costante tra legittimità e fiducia utilizzando il meccanismo elettorale. Queste due
qualità non sono della stessa natura. La legittimità è una caratteristica fondamentalmente procedurale e giuridica: essa è strettamente ed assolutamente realizzata attraverso il processo elettorale. La fiducia al contrario è molto più complessa da definire [...]».
Bisogna conquistarsela. E conservarla. Il governo Berlusconi non aveva la
fiducia di tutto il Paese, ancora meno il governo Prodi. Non è facile conquistarsi
la fiducia mettendosi contro una parte della Chiesa, le forze armate e di polizia,
il comune sentimento patriottico diffuso a livello popolare, cui si aggiunge prima o poi la diffidenza degli imprenditori e, subito dopo, quella dei sindacati,
perché sfiducia chiama sfiducia in una bilancia di reazioni a catena.
Le minoranze estremiste non possono governare. Come non si governa una
nave il cui carico sbanda ad ogni ondata da una murata all’altra della stiva. In
Italia l’esperienza del 1920-’22 dovrebbe mettere in guardia la sinistra riformista.
Non si può abusare della “maturità” del corpo sociale.
Staremo adesso a vedere se quello che i vincitori non hanno saputo fare
nelle prime scelte istituzionali, riusciranno a farlo con le scelte concrete di governo, tenendo almeno fede al capitolato concordato nel programma elettorale. Non sarà condiviso da chi non lo ha votato, ma almeno sapremo con chi ci
dobbiamo confrontare, a quale autorità politica ci dobbiamo rapportare per
difendere i nostri diritti, i nostri valori, i nostri interessi, quali furono esposti nei
«Nove punti» adottati dalla Federazione delle nostre Associazioni.
Non vorremmo che una volta ancora il risanamento del deficit pubblico
invocato da Padoa Schioppa e da Draghi lo pagassimo noi in omaggio ai poteri
di sempre, che saranno anche «deboli», ma forti quanto basta per buggerare
noi.
Perché il nostro dovere di esuli italiani dal confine orientale è quello di
cercare questo rapporto, di individuare comunque i terreni di possibili intese,
per proseguire nella nostra paziente e meritevole azione di unire e non dividere
e di restituire all’Italia il rispetto di sé e l’orgoglio del suo passato, in cui siamo
riusciti a far riconoscere la nostra memoria come componente essenziale.
Che è assai di più di un album di fotografie ingiallite. È la garanzia dell’identità storica del Paese, che nel nostro sacrificio e nel nostro patrimonio di cultura
si è tardivamente riconosciuta. Perché l’identità di un popolo si articola e si
definisce proprio alle sue frontiere, dove il confronto con gli altri insegna sì a
convivere, ma soprattutto ad essere e a riconoscere se stessi.
Lucio Toth
LA STAMPA DELL’ESODO
Gli Esuli sanno che sono diversi i notiziari delle nostre Comunità in
Italia, quasi sempre legati al “campanile”. Essi richiamano la memoria
della propria terra ma sono impegnati anche nel presente per essere al
fianco delle nuove generazioni. La Presidenza del Consiglio ha pubblicato
recentemente i dati relativi a questi notiziari per il 2004, dai quali è possibile rilevare il numero di copie spedite in Italia in quell’anno. Naturalmente bisogna tener conto che non tutti i giornali hanno la stessa periodicità. Ci
limitiamo quindi a dare i numeri globali delle copie stampate e spedite in
Italia. Ricordiamo che sono escluse le copie spedite all’estero. Inoltre non
viene preso in considerazione il numero delle pagine, il loro formato, il
numero degli abbonati realmente paganti e quelli omaggio.
La Voce di Fiume (mensile), organo del Libero Comune di Fiume in
Esilio, nel 2004 ha totalizzato 87.649 copie; La nuova Voce Giuliana (quindicinale) dell’Associazione delle Comunità Istriane 72.569 copie, Unione
degli Istriani, periodico dell’omonima associazione, 33.991 copie; Il
Dalmata, che rappresenta il Libero Comune di Zara in Esilio, nel 2004 ha
tirato 28.106 copie in Italia; L’Arena di Pola, espressione del Libero Comune di Pola in Esilio, si è attestato su 24.650 copie; Isola Nostra, che viene
diffuso fra gli Esuli di Isola d’Istria, ha edito 8.600 copie; La Sveglia è il
periodico dei capodistriani e arriva nel 2004 a 7.347 copie; la Comunità di
Lussinpiccolo con il suo Lussino totalizza 4.830 copie; gli umaghesi con
Umago viva 4.776, Coordinamento Adriatico della omonima associazione 4.310; il Notiziario Pisinoto 2.542; In Strada Granda degli Esuli da
Parenzo 2.418; la Comunità Chersina con l’omonimo periodico 2.365;
Gente di Gallesano 1.878.
Non si tratta di una classifica. Ogni periodico ha le sue specificità e la
sua cadenza. A tutti questi dati possiamo aggiungere il dato più recente del
2005 per Difesa Adriatica che arriva a 76.500 copie. Complessivamente
arriviamo quindi a circa 368.000 copie dei nostri periodici distribuiti in
Italia in un anno. È indubbiamente una bella cifra!
Rinnoviamo comunque a tutti questi notiziari, compresi quelli ancora
più locali e che non rientrano in questi dati, l’invito ad uno scambio incrociato di dati per rendere ancora più capillare la presenza dell’informazione
dell’esodo, raccordo essenziale per mantenere unita tutta la nostra Comunità. Inoltre offriamo la possibilità a quei giornali che hanno difficoltà a
“tirare avanti”, di utilizzare periodicamente pagine del nostro giornale per
portare le notizie ai loro abbonati, senza alcun costo di edizione. Ci sembra un gesto doveroso verso tutti gli Esuli, soprattutto perché il nostro giornale è significativamente l’anima di tutta la nostra comunità e non un rappresentante di “campanile”.
Ricordiamo ancora che è possibile, su Vostra segnalazione, inviare in
omaggio Difesa Adriatica fino al febbraio 2007 ai vostri amici o conoscenti, salvo che non abbiamo già usufruito in passato della stessa agevolazione.
F.R.
6
DIFESA ADRIATICA
Luglio 2006
dai comitati
COMITATO DI BRESCIA
Il Giorno del Ricordo
dura un anno
La celebrazione ufficiale del Giorno del Ricordo è stata per il Comitato
di Brescia la seconda importante occasione per una capillare divulgazione della nostra Storia in città e provincia. Il Comitato ha curato in modo
particolare due segmenti della popolazione: le autorità istituzionali ed i
giovani, non perdendo mai di vista i
cittadini.
I programmi predisposti e mantenuti, hanno avuto il loro inizio alla fine
di gennaio e non sono ad oggi ancora
del tutto conclusi, ma per quanto riguarda la presenza nelle scuole è stata posta la parola “pausa” fino al prossimo ottobre per le ovvie esigenze dei
programmi scolastici. Il lavoro ha avuto
il suo perno nell’esposizione dei 58
pannelli della mostra itinerante di
Nidia Cernecca e Gigi D’Agostini che
instancabilmente hanno lavorato per
tutto il periodo, avvicendandosi, contemporaneamente, per conferenze
anche in altre città di altre province.
Sono girate intorno a questo perno,
conferenze, interviste per i giornali e
le emittenti locali tenute dall’infaticabile presidente Luciano Rubessa.
A Brescia Nidia e Gigi sono stati
sempre sostenuti dalla costante collaborazione di tutto il Direttivo del Comitato, una squadra ben collaudata da
anni che è in grado di supportare i
conferenzieri stessi con testimonianze, con il dialogo con i giovani, con la
distribuzione di materiale didattico. La
squadra è particolarmente preziosa nel
realizzare gli allestimenti delle sale
dove, oltre ai pannelli della mostra, si
sistema il materiale espositivo costituito da un corredo di nostri vessilli, di
bandiere e drappi tricolori, di una significativa coreografia, che portano
stampate le date che sono pietre miliari della nostra Storia che è Storia
d’Italia.
Notevole il successo in ogni dove:
si sono incontrati giovani attenti, responsabili, interessati alla conoscenza della Storia, ma anche coscienti
dell’importanza che l’aspetto storico
della nostra diaspora può e deve essere palestra di vita ed esempio anche
per coloro che il dramma non l’hanno vissuto. Da ricordare gli studenti
del liceo artistico “Foppa” di Brescia,
autori di circa una cinquantina di disegni che restituiscono la loro interpretazione della Storia. L’iniziativa era
patrocinata dalla IV Circoscrizione di
Brescia.
Le scuole medie di Trenzano e di
Lograto dove i giovani alunni hanno
sorpreso docenti, genitori e conferenzieri per l’esposizione di quanto hanno appreso dalle testimonianze ricevute, in temi svolti in classe con tali
particolari che denotano assimilazione totale dell’argomento con la stessa
partecipazione emotiva di chi ha in
prima persona vissuto la Storia.
Da sottolineare l’inaugurazione di
una Via ai Martiri delle Foibe in Comune di Salò alla presenza delle autorità cittadine, in testa il sindaco avv.
Cipriani in testa con il nostro presidente
Rubessa e i consiglieri Bressan e
Fernetti, unitamente al dirigente scolastico, ai docenti e agli studenti del
Liceo “Enrico Fermi”. A fine cerimonia, alle circa 600 persone presenti,
Rubessa ha tenuto una lezione-conferenza su Esodo e Foibe.
Mostra, convegni-conferenze e lezioni anche a Chiari per iniziativa
dell’ITCG “L. Einaudi” e con il patrocinio del Comune di Chiari e dell’ANVGD
di Brescia.
Brescia, si inaugura la mostra documentaria
dedicata all’Istria e alla Dalmazia
Il tema “La tragedia delle Foibe e
dell’Esodo” è stato trattato e dibattuto
per una intera settimana con gli altri
1000 studenti e docenti dell’Istituto
retto dal dirigente scolastico prof. Giovanni Spinelli, figlio di esuli di Zara.
Per iniziativa della I Circoscrizione di Brescia si è voluto inoltre trasferire la mostra da Chiari a Brescia dove
si sono tenute lezioni-conferenze per
gli oltre 1.100 dell’Istituto per ragionieri “Abba-Ballini”. La manifestazione ha avuto un grande successo tanto
che i relatori Cernecca, D’Agostini e
Rubessa hanno dovuto ripetersi e fermarsi nell’Istituto, per tutta una settimana.
Molto seguite anche le serate promosse da varie amministrazioni comunali per la presentazione di libri Foibe,
io accuso e Capodistria Sandrino e i
liberatori invasori jugoslavi 1943/1947
di Nidia Cernecca e ISTRIANieri storia
di esilio di Valerio Di Donato.
Il Presidente Rubessa nei suoi interventi nel ringraziare il pubblico ha
sottolineato il sempre crescente interesse dei Comuni nei confronti delle
tragiche vicende successe nella regione Giulia, in Istria, a Fiume e in
Dalmazia, con un particolare accenno agli amministratori dei Comuni di
Palazzolo S/O, Chiari, Capriolo,
Muscoline, Salò, Lograto, Trenzano,
Moniga del Garda.
Un sincero ‘grazie’ alla Provincia,
al Comune e alle Circoscrizioni cittadine di Brescia. Sono questi i messaggi di ritorno che tutto il Comitato Bresciano si aspetta da iniziative che vogliono soprattutto concretezza, determinazione per quel risultato che tutto
il nostro mondo della diaspora ha
auspicato per troppi anni e che si spera ci porti alla verità ed alla giustizia.
Il nostro programma ha portato alla
città e alla provincia di Brescia: storie,
arte e bellezze naturali che abbiamo
perduto, ma il cammino è ancora lungo e arduo. Difficile è comunque il
combattere ancora dopo tanti anni la
mistificazione e coloro che della nostra Storia vogliono fare uno strumento per ideologie politiche.
rio Macorig da Verona.
Il Presidente Luciano Rubessa,
dopo aver ringraziato gli ospiti e tutti
gli altri convitati, tra cui Umberto Franchi, ottimo organizzatore dell’incontro, la solerte, attenta e precisa segretaria Loretta Novaselich e gli instacabili
consiglieri Marino Pilat, Ferruccio
Fernetti e Ennio Jelenkovich, ha aggiornato la festante assemblea sulle innumerevoli attività che il Comitato di
Brescia ha svolto durante i primi 4 mesi
del 2006. Le nostre iniziative - ha proseguito Rubessa - hanno ottenuto
ascolto da parte di amministrazioni
comunali, provinciali, regionali, nazionali e scolastiche di ogni ordine e grado. Sono mesi ormai che entriamo e
usciamo da aule scolastiche tenendo
conferenze-lezioni a docenti e discenti. Incontri che ci hanno consentito di raccontare la nostra storia, la storia dalle Foibe all’Esodo delle Genti
giulie, istriane, fiumane e dalmate a
migliaia di persone.
Ora ci prendiamo una breve pausa, una piccola ricreazione festeggiando con tutti voi questa bellissima e
soleggiata giornata di primavera, sapendo che da domani ripartiremo per
le mostre, per altre conferenze, per le
pensioni, per le case popolari, per le
qualifiche, per i nostri beni abbandonati e per le nostre gite.
L. R.
Moltissime le scuole che vi hanno
partecipato: il Liceo Emanuele Ruffini
di Genova, l’Istituto Nautico S. Giorgio, l’Istituto Primo Levi di Ronco
Scrivia, il Liceo Emiliani di Nervi, l’Istituto Don Bosco di Genova, il Liceo
scientifico Nicoloso da Recco, il Liceo scientifico Cassini, il Liceo scientificoVieousser di Imperia, l’Istituto tecnico da Passano di La Spezia, l’Istituto
Secondario di Rapallo, il Liceo S. Maria Immacolata di Genova.
La visita nella Venezia Giulia ha
toccato i luoghi-simbolo: Redipuglia,
la Foiba di Basovizza e la Risiera di
San Sabba. Nel suo intervento a
Basovizza il presidente del Consiglio
regionale ligure, Giacomo Ronzitti ha
sottolineato come «in questo luogo è
stata scritta una pagina molto triste
della nostra storia. Bisogna, quindi,
conservare la memoria di questi fatti
per riuscire a leggere e interpretare nel
modo più completo il nostro passato.
Noi abbiamo il dovere di ricostruire
anche questo pezzo di storia che spesso è stato dimenticato». Durante la visita anche il presidente ligure dell’ANVGD Mohoratz ha posto una corona di fiori sulla lapide di Basovizza
accanto alla quale è stato esposto il
gonfalone della Regione Liguria. Quindi gli studenti sono stati accolti, nella
sede del Consiglio regionale del Friuli
Venezia Giulia, dal presidente Alessandro Tesini; questi, oltre ad illustrare,
funzioni e prerogative di un Consiglio e di una Regione a Statuto speciale, si è soffermato su alcuni aspetti fondamentali della storia di quei territori
di confine.
Il viaggio prevedeva quindi due
visite in Istria, a Pola e a Rovigno, presso il Centro di Ricerche Storiche ed il
Consolato Generale d’Italia a Fiume,
accolti dal Console generale d’Italia,
da un rappresentante della Comunità
italiana e da una rappresentanza di studenti di una scuola media superiore
italiana.
COMITATO DI PADOVA
Sabato 18 marzo, organizzato dal
Comitato ANVGD si è svolto a Montegrotto Terme, l’abituale incontro annuale, dei giuliano-dalmati, per la
cena, con ballo, di mezza quaresima.
Montegrotto Terme, non è lontana dal
capoluogo, insieme ad Abano e ai
Colli Euganei che la circondano, ed è
meta turistica di primo piano, abituale per padovani e non.
Organizzatore in primis l’amico
dott. Tonin Smarich, coadiuvato
egregiamente dalla volonterosa e cordiale sig.a Italia Giacca. Si è sentita
molto la mancanza dell’amico Righetti, che non è più con noi. L’incontro
ha avuto il più lusinghiero successo,
per numero di partecipanti e per la
perfetta organizzazione.
Il quartetto Smarich, Giacca,
Stocchi e Dazzara, si sono esibiti, accompagnati dall’orchestra, riproponendo le nostre più belle canzoni tradizionali, da «La mula de Parenzo»,
«La famiglia del gobon» ed altre ancora, accompagnati da tutti i presenti.
A metà serata, sono stati estratti i biglietti della ricca lotteria, quasi tutti
hanno vinto qualcosa, i più fortunati,
anche tre cose.
Sergio Stocchi
COMITATO DI PESARO
Il 22 aprile scorso alla presenza del
sindaco di Pesaro, del viceprefetto, di
una significativa rappresentanza di
esuli guidati dal presidente del Comitato ANVGD, EugenioVagnini, e dell’on.
COMITATO DI GENOVA
Visita premio per i vincitori
del Concorso Regione Liguria
e ANVGD
«Il sacrificio degli italiani dellaVenezia Giulia e Dalmazia» questo il titolo del tema assegnato agli studenti
liguri per l’edizione 2006 del Concorso regionale promosso con il Comitato ANVGD di Genova guidato da Fulvio
Mohoratz, conclusosi con un viaggiopremio di quattro giorni.
Pesaro,
il monumento
agli Esuli
Giuliano-Dalmati,
ideato e realizzato
da Franco Ottani
Sconza.
Incontro
di primavera
La comunità degli Esuli residente
in provincia di Brescia si è riunita domenica 7 maggio 2006 presso il locale Ristorante del Park Hotel “Cà Noa”.
All’incontro hanno partecipato un centinaio di persone Giuliano-Dalmate
con amici bresciani e non. Tra gli altri
sono state gradite ospiti le tre sorelle
fiumane Molinari, che capeggiate dalla
notissima “Crocerossina” Ornella, accompagnata dal cognato, hanno voluto garantire la loro presenza alla festa di Primavera degli Esuli di Brescia,
venendo da Modena.
Da Venezia è arrivato il Gigi
d’Agostini, da Bassano del Grappa il
Gianni Tessari, Nidia Cernecca e Ma-
Una bella rappresentanza degli studenti liguri in viaggio-premio a Trieste e in Istria
Luglio 2006
7
DIFESA ADRIATICA
dai comitati
Roberto Menia, è stato inaugurato nel
capoluogo il Parco Esuli Giuliani
Dalmati con il monumento dedicato
a tutti i nostri morti, uccisi barbaramente e infoibati dalle truppe comuniste
di Tito.
Sul monumento è stata applicata
una targa che riproduce il solenne
pronunciamento del nostro Presidente della Repubblica Carlo Azelio
Ciampi in occasione del Giorno del
Ricordo: «La tragedia delle foibe e
dell’esodo fanno parte della memoria
di tutti gli italiani».
Hanno partecipato alla manifestazione diversi giuliani, dalmati e fiumani
insieme con un buon numero di cittadini di Pesaro. Sono intervenuti anche
il Presidente della terza Circoscrizione Marco Signoretti e il consigliere di
Circoscrizione Roberto Biagiotti,
firmatario della mozione di intitolazione del Parco agli Esuli. Il monumento è stato quindi benedetto. Nel
suo intervento il presidente del Comitato ANVGD Vagnini ha rimarcato con
forza il comune sentire di tutti gli esuli
dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia
sparsi nel mondo, «un unico e grande
sentimento: l’amore infinito per la nostra Patria Italia».
COMITATO DI ROMA
Una conferenza
sugli scrittori triestini
Il Comitato capitolino, in collaborazione con l’Associazione Triestini e
Goriziani in Roma, ha organizzato
venerdì 19 maggio alle 17.00, un incontro presso la sede della Regione
Friuli Venezia Giulia (nella centralissima Piazza Colonna) sul tema «Gli
scrittori triestini».
La conferenza è stata tenuta dal
dott. Claudio Cherin, figlio di un associato. Il relatore ha esaminato il periodo dal 1892 ai giorni nostri, parlando
quindi di quelli tuttora viventi, da
Slataper a Magris.
La conversazione è stata seguita
con attenzione ed apprezzata dal pubblico presente.
Giova sottolineare che il Cherin è
nipote di un nostro esule e perciò appartiene alla terza generazione.
Ciò è stato particolarmente apprezzato ed è un buon segno che anche i
nipoti dei nostri esuli ormai operanti
nel tessuto italiano, si interessino di
problemi, anche solo letterari di una
• Il Giorno del Ricordo in Italia •
Regione che, vista da Roma, appare
lontana.
• • •
Viaggio
alle isole del Quarnaro
Come programmato, si è svolto,
dal 24 aprile al 1° maggio, il viaggio
alle isole del Quarnaro organizzato dal
Comitato di Roma. Sono state toccate
Abbazia, le isole di Cherso e Lussino
con Cherso, Ossero, Lussin Piccolo e
Lussin Grande, di Veglia con Veglia,
Ponte e l’isoletta di Cassione con il
Convento francescano e di Arbe che è
stata visitata completamente e poi ancora, sulla terraferma Segna, Cerquenizza e Fiume.
È stato un viaggio riuscitissimo,
dove molti dei partecipanti hanno rivisto i luoghi natii con molta commozione. Le isole sono bellissime, un
paesaggio da sogno, anche se si è avuta
qualche pioggia ed a Segna una bella
bora a ricordo dei vecchi tempi. Ottima l’organizzazione, ottimi gli alberghi ed i ristoranti con plauso dei partecipanti.
P.M.
ANAGNI (FROSINONE)
«La Storia ci appartiene, insegna e
ricorda, in una continua ricostruzione
identitaria che rinsalda, accomuna e
fa riflettere»: questa una citazione dal
comunicato stampa inviato dagli uffici del sindaco di Anagni Carlo Noto
per commemorare il Giorno del Ricordo. Giovedì 16 febbraio, l’Auditorium comunale di Anagni, è stato la
cornice della presentazione del libro
Caino uccide Abele diVincenzo Raoli,
a cura del prof. Biagio Cacciola. L’autore si sofferma sugli anni 1943-’45,
in particolare sugli episodi delle Foibe.
Nel corso della manifestazione il sindaco ha affermato tra l’altro: «ripercorrere la storia e le tragedie del passato,
significa impegnarsi perché nel futuro
non si ripetano gli errori commessi. E
proprio a rispetto ed esaltazione di
questo principio, invito tutti, ma soprattutto i giovani e gli educatori, perché a loro è affidato il compito di costruire una società sempre migliore
attingendo dalla memoria valori sani
per diventare sostenitori di cambiamenti positivi e propositivi».
CAMPOBASSO
Il Consiglio regionale del Molise
ha voluto commemorare quegli anni
dolorosi per il confine orientale con
una manifestazione a Palazzo Moffa.
Nella sede dell’Assemblea consiliare
la presidente del Consiglio regionale,
Angela Fusco Perrella, ha consegnato
quattro targhe ricordo a Benito Boron,
Ottorino e Teresa Lombardi e Bruno
Persich, esuli in Molise dall’Istria, ed
ha illustrato agli ospiti convenuti e
innanzitutto ad alcune scolaresche
delle scuole elementari il rispetto dei
valori fondamentali della persona e i
fatti avvenuti in Istria, Fiume e
Dalmazia durante e dopo la Seconda
guerra mondiale.
FELTRE
Ossero, una delle tappe del recente viaggio del Comitato di Roma,
in una bella cartolina del primo decennio del Novecento
Dopo le forti polemiche sorte in
occasione del Giorno del Ricordo,
quando a Feltre, nel corso di un pubblico intervento si ebbero a negare gli
eccidi delle Foibe, un convegno organizzato dal Comune ha in parte rimediato allo scivolone. Sabato 20 maggio, nell’auditorium dell’Istituto
Canossiano, si è tenuta la tavola rotonda «Foibe e esodo dei profughi
istriani, fiumani, dalmati», presenti
Franco Cecotti, presidente dell’Istituto
regionale per la storia del movimento
Il XXI Raduno dei Lauranesi
A Padova, il 6 e 7 maggio, in un
clima di grande cordialità e sana allegria, si è svolto il XXI Raduno dei
Lauranesi organizzato dal solerte ed
infaticabile “Tonin”, il dott. Antonio
Zmarich.
I primi convenuti, il giorno di sabato, hanno trovato alloggio all’alber-
go Garibaldi, e alla sera si è svolta una
simpatica cena conviviale a Montegrotto Terme che ci ospita da tanti
anni per il “veglioncino” di mezza
Quaresima, soci e simpatizzanti,
dell’ANVGD di Padova.
La domenica l’incontro dei convenuti presso il centro giovanile
Antonianum, retto dai Gesuiti, si è
completato, con l’arrivo dei partecipanti provenienti da varie città ed anche dalla odierna Laurana.
La S. Messa, seguita da un ottimo
pranzo, ha fatto incontrare i Lauranesi
Doc, sparsi un po’ ovunque, in un clima di simpatia, di rimpianto, di ricordi, di aneddoti, di ….”quei bei ani co
ierimo putei”.
La festa ha raggiunto il culmine con
la consegna a Tonin di una “pergamena” fine lavoro in ceramica di Bassano,
con la veduta di Laurana e sotto un
pensiero affettuoso sulla figura e sulle
caratteristiche di bontà, fraternità e sen-
so di amicizia di Tonin. E’ stato un riconoscimento di quanto egli fa per
mantenere vivo il nome di Laurana e
dei suoi abitanti: progettato dal concittadino Bruno Zamarian, ora in
Canadà, è stato accolto con entusiasmo dagli altri , più vicini, che si sono
adoprati per la realizzazione.
Il momento è stato proprio denso
di emozione e commozione: Tonin
con le lacrime agli occhi ha ringraziato tutti della presenza e della bella sorpresa, ricordando che purtroppo ogni
anno c’è qualcuno di meno… e confidando che il raduno si possa effettuare anche il prossimo anno… ed
anni a venire.
Italia Giacca
di liberazione nel Friuli, Piero Delbello,
direttore dell’Istituto regionale per la
cultura istriana fiumana e dalmata, e
Piero Tarticchio, istriano. Moderatore
dell’incontro il vice direttore de “Il
Gazzettino”, Edoardo Pittalis. Il presidente del Consiglio comunale, Marcello Malacarne, che ha portato il saluto della Città e del sindaco, ha illustrato le ragioni del convegno. «Il Consiglio ha voluto questa tavola rotonda
all’unanimità per meglio comprendere una parte di storia che suscita sempre passioni e tensioni».«Ci sono voluti 50 anni – ha proseguito – perché
un Presidente della Repubblica,
Cossiga, si inginocchiasse di fronte a
quella che ora è la foiba simbolo. A
lungo le vicende dell’Istria sono state
dimenticate, non apparivano neppure nei libri di scuola. Ai morti delle
foibe si negava non solo la pietà umana ma anche il ricordo. Le foibe e l’esodo devono fare parte della nostra storia, ci piaccia o non ci piaccia».
TARQUINIA (VITERBO)
La sala del Consiglio comunale di
Tarquinia ha ospitato il 21 febbraio la
celebrazione del Giorno del Ricordo.
In apertura, l’assessore alla Cultura
Silvano Olmi, ha letto la motivazione
della medaglia d’oro al Merito civile
concessa dal Presidente della Repubblica Ciampi alla memoria di Norma
Cossetto. Il pubblico, circa 300 persone per lo più studenti, ha ascoltato in
silenzio ed ha dedicato un lungo e
commosso applauso. Durante il dibattito sono intervenuti la prof.ssa Anna
Aymar, che ha esposto le ragioni storiche dell’appartenenza di quelle terre
all’Italia e i motivi che portarono alla
barbarie operata sulle popolazioni
inermi; Romeo Manfredi Rotelli, già
comandante dei vigili urbani di
Tarquinia, costretto ad abbandonare
la città natale all’età di due anni, ha
rievocato le persecuzioni a cui furono
sottoposti gli italiani ad opera dei partigiani jugoslavi; testimonianze e interventi sono venuti da Elda Mazzarol,
Natale De Saraca (per molti anni direttore didattico delle scuole elementari di Tarquinia) e Licia Chersi Ferri.
Erano presenti, inoltre, Iris Covacci
Bonifazi, Silva Ugotti e Anna Jelencovich. Particolarmente significativo
l’intervento di due studentesse, Beatrice Sanetti e Stefania Marini, che hanno raccontato la loro visita alla foiba
di Basovizza.
VETRALLA (VITERBO)
Un convegno sul tema: «Le foibe:
il rumore del ricordo» si è tenuto venerdì 17 febbraio nella cittadina della
provincia viterbese, organizzato dal
Laboratorio per la Didattica della Storia Locale. Ha introdotto i lavori il dirigente scolastico Roberto Santoni, le
finalità e le attività del Laboratorio sono
state illustrate dall’insegnante Gabriella
Norcia, mentre il prof. Giuseppe Parlato, docente all’Università «San Pio
V» di Roma, autore di numerosi saggi
sul Novecento italiano e presidente
della Fondazione «Ugo Spirito», ha
tenuto un intervento sulla vicenda delle foibe e sulle drammatiche conseguenze delle popolazioni dell’Istria e
della Dalmazia. Analoga iniziativa si
è tenuta a Nepi, sempre in provincia
diViterbo. Alla manifestazione ha partecipato, con autorità locali e scolaresche, la sig.ra Frida Gai esule istriana,
la cui toccante testimonianza è valsa
a rievocare l’esodo dall’Istria e l’esperienza nei campi profughi. Per dare
ulteriore valenza alla commemorazione, il consigliere comunale Umberto
Cavalieri ha chiesto l’intitolazione di
una Via ai Martiri delle Foibe.
8
DIFESA ADRIATICA
Luglio 2006
Esodo, esodi
I CONTI CHE NON TORNANO:
I GENOCIDI ARMENO E GRECO
Si è di nuovo riaccesa, dall’Egeo
all’Atlantico, la polemica tra gli storici
e tra le diplomazie sui due genocidi
dei primi decenni del Novecento che
più hanno segnato la memoria di due
nazioni: quella armena e quella greca.
Si contesta anche che si sia trattato
di veri e propri genocidi, tali da poter
essere avvicinati a quello certamente
toccato in sorte al popolo ebreo con
la Shoah.
In entrambi i casi il responsabile
viene indicato nei governi turchi che
si sono succeduti dall’inizio della Prima guerra mondiale al 1924. Ed è
naturale che l’attuale governo di
Ankara – che non è ideologicamente
erede dei “Giovani Turchi” – cerchi di
arginare le accuse, preoccupato che
la tendenza occidentale a riportare alla
luce tali avvenimenti ostacoli il suo
processo di entrata nell’Unione Europea.
Ma la verità si è fatta strada anche
nella coscienza dell’opinione pubblica turca più avvertita e sensibile. Sia
scrittori che registi di primo piano hanno affrontato il problema, che va inse-
rito nel contesto degli scontri nazionali ed etnici del Novecento e nella
pratica del trasferimento forzato di
grandi masse di abitanti da un territorio all’altro, a seguito di quelle che ormai si definiscono pulizie etniche, termine sul quale è più facile concordare.
Perché questi spostamenti hanno
interessato centinaia di migliaia, a volte
milioni di persone della stessa etnia,
costrette ad abbandonare territori abitati da millenni per cercare rifugio all’interno dello Stato nazionale di appartenenza, che era riuscito in qualche modo ad assestare i suoi confini
in uno spazio minimale riconosciuto
dalla comunità internazionale.
Perché dire che gli armeni o i greci
dell’Asia Minore sono «rientrati nella
madrepatria» o «nel paese di origine»
è già una menzogna, poiché presuppone che si trattasse di colonie introdotte dall’esterno. Nell’un caso come
nell’altro invece le popolazioni
esodate con la forza delle armi e il terrore dei massacri erano autoctone dei
luoghi da cui venivano cacciate: l’Armenia, la Cilicia, il Ponto, la Cappa-
LA NOSTRA BIBLIOTECA
ON LINE
Dallo scorso 18 maggio è disponibile per tutti su internet la consultazione
della biblioteca della Sede nazionale
A NVGD-Centro Studi Padre Flaminio
Rocchi di Via Leopoldo Serra a Roma.
Digitando www.biblioteca-anvgd.it o
arrivandoci tramite il sito www.anvgd.it,
è facile andare a curiosare tra oltre 2.300
pubblicazioni.
Qualsiasi testo cerchiate, è semplicissimo trovarlo. Potete avviare la ricerca
inserendo il nome dell’autore, oppure il
titolo, oppure ancora l’editore, l’anno o
il luogo di pubblicazione. Ancor più importante la possibilità di ricerca per argomento. Infatti il lungo e laborioso lavoro di catalogazione della dott.ssa
Marina Pinna consente oggi di inserire una parola chiave (una località,
un argomento storico, un genere) e vedere apparire l’elenco delle pubblicazioni disponibili su quanto cercato. Questo facilita notevolmente il
compito di studiosi, ricercatori o semplici curiosi.
L’importante lavoro svolto dalla dott.ssa Pinna è stato poi elaborato
dal webmaster Franco Barletta (Bologna) in modo tale da renderlo
presentabile su internet, con una accattivante grafica e con un metodo
intuitivo d’uso. I libri della biblioteca non possono essere concessi in
prestito ma sono consultabili in loco, nei consueti orari di apertura al
pubblico degli uffici nazionali (dal lunedì al venerdì 10-13, il mercoledì
anche 15-17). È consigliabile comunque avvisare della propria visita.
Ad entrambi gli autori di questo lavoro va il ringraziamento dell’Associazione per aver reso finalmente pubblico un enorme patrimonio
culturale, dovuto in gran parte alla meticolosa opera di raccolta di Padre
Flaminio Rocchi in più di cinquant’anni di attività associativa.
Francesco Patrizi,
un intellettuale del Rinascimento
Comacchio. Una giornata di studio dedicata a Francesco Patrizi da
Cherso si è svolta lo scorso 29 aprile, nella circostanza del gemellaggio tra
le municipalità di Comacchio e Cherso (Cres). L’incontro ha visto presenti
i sindaci Cristina Cicognani e Gaetano Negovetiæ, Nivio Toich presidente
del consiglio comunale di Cherso e responsabile della locale Comunità
Italiana.
Le due municipalità adriatiche prevedono di realizzare un programma pluriennale di scambi, e si è scelta proprio la personalità di Francesco
Patrizi, una delle massime personalità del Rinascimento italiano, per avviare tale programma. L’iniziativa, realizzata con il patrocinio della Provincia e dall’Università di Ferrara – in collaborazione con l’Istituto di studi
Rinascimentali di Ferrara, l’Università di Fiume, la Comunità degli Italiani
di Cherso e l’Assonautica di Ferrara – ha indicato inedite ipotesi di ricerca
filosofica, letteraria e artistica sulle pubblicazioni patriziane.
Il successivo incontro si è tenuto a Cherso, il 18 giugno.
docia, la Ionia, ecc. Esattamente come
gli italiani dell’Istria, del Quarnaro e
della Dalmazia.
Anzi erano loro i veri autoctoni rispetto a popoli sopravvenuti sul territorio, come i turchi, arrivati in Anatolia
nel X-XI secolo ed estesisi sul territorio
assai lentamente, a seguito delle progressive conquiste ai danni dell’impero bizantino e dell’antico regno di Armenia.
È pur vero che definire i confini
etnici all’inizio del Novecento era arduo in Anatolia, come lo era nei
Balcani. E ne vediamo ancora le conseguenze. È pur vero che anche la
popolazione turca che all’inizio dell’Ottocento viveva negli attuali territori della Grecia, della Bulgaria, della
Serbia, ha subito un processo di espulsione che ne ha quasi cancellato le
tracce.
Sta di fatto però che in quel torno
di anni, tra il 1914 e il 1924, una catastrofe senza precedenti si è abbattuta
sulle città e sulle campagne abitate,
anche a maggioranza, da armeni e da
greci, goim entrambi, infedeli rispetto
all’Islam, e quindi «impuri» per chi
professava l’idea di una Turchia fatta
solo da turchi. La conta delle vittime,
massacrate nei modi più atroci, dallo
sgozzamento alla fame, supera il milione per gli armeni; raggiunge le centinaia di migliaia per i greci. Certo a
milioni ammontarono i profughi, che
si riversarono all’interno dello Stato
greco o varcarono per sempre il mare
e gli oceani, come per la diaspora
armena.
La piccola attuale Repubblica di
Armenia, arroccata tra le pendici del
Caucaso ed entrata in quegli anni nell’Unione delle Repubbliche Sovietiche, ha infatti assorbito in minima parte
il flusso dei profughi dall’Anatolia
orientale, che era la culla originaria
della nazione. Anche le condizioni
sociali e politiche non invogliavano i
profughi, molti dei quali imprenditori,
commercianti, intellettuali, a raggiungere le regioni controllate dai sovietici, da dove anzi la rivoluzione
bolscevica espelleva i “diversi”. Così i
profughi armeni e greci di Trebisonda
si ritrovarono nei campi di raccolta
della Tracia insieme a quelli di Odessa
e di Sebastopoli.
La maggior parte dell’esodo
armeno, e soprattutto la più influente
sul piano culturale, raggiunse gli Stati
Uniti, il Canada, la Francia, anche l’Italia, dove trovò antichi legami con le
comunità armene ospitate a suo tempo dalla Repubblica di Venezia, nelle
precedenti ondate di persecuzioni che
quel popolo aveva subito.
Come per gli ebrei, anche per i
greci e gli armeni ogni tanto si aprivano i pogrom, più o meno sollecitati
dal potere politico per scaricare su di
loro le tensioni sociali.
Ma ciò che avvenne in quei dieci
anni tra il 1914 e il 24 fu qualcosa di
più. Perché la spinta alle persecuzioni
non veniva né dal vecchio impero
ottomano né dal Califfato, entrambi
assai tolleranti sia verso gli ebrei che
verso i cristiani, fossero i copti dell’Egitto, i caldei della Mesopotamia, i
melchiti siriani, i cristiani palestinesi, i
maroniti del Libano, gli armeni appunto, sparsi in tutto l’impero. Anzi la Sublime Porta vedeva nei greci e negli
armeni un fattore di sviluppo economico date le loro capacità mercantili
e finanziarie e la loro rete di rapporti
con il resto del mondo.
Fu invece il partito nazionalista dei
Giovani Turchi il responsabile ideologico e l’organizzatore esecutivo delle
I massacri d’Armenia nel 1915 (illustrazione tratta da “Le petit journal”)
persecuzioni e dei massacri tra il 1914
e il 1924. Cioè il partito più moderno
e occidentale, quello che voleva portare la Turchia al livello dell’Europa,
avvicinarla ai grandi modelli della
Gran Bretagna e della Francia, ma soprattutto della Germania, esportatrice
di macchinari e di istruttori militari.
C’è un seme occidentale nel nazionalismo turco, un uovo del serpente coltivato dalle ideologie europee
dell’Ottocento. Fu Kemal Ataturk, la
cui statua si innalza in tutte le città della
Turchia, nato a Salonicco quando questa città era ancora turca, a modellare
laTurchia «laica e moderna» e in nome
di questa modernità e laicità a progettare ed attuare l’espulsione dal territorio dell’Anatolia di milioni e milioni
di autoctoni.
Scrive Antonia Arslan nel suo bellissimo romanzo La masseria delle allodole, in cui narra la saga della sua
famiglia: «Djelal [il protagonista turco
della vicenda, n.d.r.] non è un ufficiale qualsiasi; è giovane, e ha aderito al
programma del Comitato Unione e
Progresso, per svecchiare la Turchia,
eliminare il sultanato, modernizzare.
Nel concetto di modernizzazione è
implicito l’assioma – la Turchia ai turchi. Eliminare questi popoli inferiori,
che cospirano sempre col nemico occidentale e hanno aiutato a fare a pezzi l’Impero. Fuori, fuori armeni, greci,
assiri, siriani – marmaglia. Ogni paese
il suo popolo, come nelle guerre d’indipendenza europee. La Grecia è dei
greci, perché la Turchia non dovrebbe
essere solo dei turchi?».
Certo si può obiettare che gli
armeni sotto sotto parteggiavano per
la Russia nel 1914. Che la Grecia aveva occupato nel 1919 – su invito delle
potenze occidentali – la regione di
Smirne e aveva tentato nel 1921 un’offensiva per riprendersi Costantinopoli,
l’antica capitale dell’impero bizantino.
Ma questi eventi militari e politici
giustificano l’immane tragedia che si
abbatté sulle popolazioni civili, capovolgendo equilibri etnici e habitat culturali che duravano da millenni?
Oggi questi nodi vengono al pettine. E giustamente, perché la coscienza morale dell’Occidente e dell’umanità intera non può coprire con un velo
di ipocrisia sofferenze collettive e individuali di tale portata.
In questi giorni le relazioni diplo-
matiche della Turchia si sono incrinate, sia con la Grecia, che da un decennio aveva instaurato un clima di
buon vicinato e di amicizia con il suo
secolare nemico di oltre-Egeo, che con
la Francia e il Canada, rei di avere introdotto per legge il giorno delle memoria del genocidio armeno e di aver
presentato in Parlamento una proposta di legge che punisce penalmente
chi minimizza o nega questi massacri. Lo scontro fortuito di due caccia
nel cielo di Càrpatos, nel Dodecanneso, ha riaperto la questione greco-turca, sopita ma non risolta dopo
l’ingresso di Cipro (greca) nell’Unione Europea. Ma non sono certo due
giovani piloti che sbagliano rotta – eseguendo ordini di sorvolo – i responsabili di questa crisi. Le verità sepolte
vanno riportate alla luce, se i popoli
vogliono trovare amicizia e pace. E
magari un po’ di petrolio sotto le piattaforme continentali…
L.T.
Periodico mensile dell’Associazione Nazionale
Venezia Giulia e Dalmazia
Centro studi padre Flaminio Rocchi
DIRETTORE RESPONSABILE
Patrizia C. Hansen
Editrice:
ASSOCIAZIONE NAZIONALE
VENEZIA GIULIA E DALMAZIA
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Con il contributo della legge 72/2001
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Intestato a “Difesa Adriatica”
Autorizzazione del Tribunale di Roma
n° 91/94 dell’11 marzo 1994
Spedizione in abbonamento Postale di ROMA
Grafica e impianti:
CATERINI EDITORE (Roma)
Servizi Integrati per l’Editoria e la Comunicazione
Tel. 06.58332424
E-mail: [email protected]
Stampa:
Beta Tipografica Srl (Roma)
Finito di stampare il 19 giugno 2006
Luglio 2006
Nel vasto catalogo delle pubblicazioni e del
materiale a Vostra disposizione, Vi informiamo
in questo numero dei titoli e delle quantità ancora disponibili in Sede nazionale, ricordandoVi
che gran parte degli articoli, una volta esauriti,
non potranno più essere riforniti e quindi ordinati.
Per gli ordine potete utilizzare i consueti canali: inviate una mail [email protected], oppure scrivete o faxate allo 06.58 16 852, rammentando
di dare sempre nome, indirizzo e codici degli
articoli.
I fondi raccolti sono destinati al sostentamento
delle attività dell’ANVGD.
LIBRI
L’Esodo di 350.000 Giuliani, Fiumani e Dalmati
CODICE 41 – EURO 25 – copie 200
L’Istria dell’ Esodo
CODICE 42 – EURO 15 – copie 200
Il confine orientale nel Novecento
CODICE 43 – EURO 15 – copie 160
Volti di un esodo
CODICE 49 – EURO 13 – copie 9
Giani Stuparich fra Trieste e Firenze
CODICE 44 – EURO 10 – copie 75
L’Istria è lontana – Un esodo senza storia
CODICE 46 – EURO 10 – copie 45
Modello Novantuno
CODICE 47 - EURO 8 – copie 1
LE NOSTRE PUBBLICAZIONI
ANCORA DISPONIBILI
Lettera di Abramo Lincoln
sull’Adriatico Orientale
CODICE 62 - EURO 5 – copie 13
L’ITALIANITA’ DELLA DALMAZIA
negli ordinamenti e statuti cittadini
CODICE 54 – EURO 10 – copie 6
Viaggio sui binari della Storia
CODICE 14 – EURO 15 – copie 13
L’accordo di Osimo sulla Zona B
CODICE 65 – EURO 3 – copie 41
I BIANCHI BINARI DEL CIELO
CODICE 55 – EURO 15 – copie 5
PIETRA D’ISTRIA – Architettura e territorio
VHS CODICE 15: EURO 10
DVD CODICE 25: EURO 10 - copie 37
Le Foibe di Basovizza e Monrupino
CODICE 66 – EURO 3 – copie 16
NICCOLO’ TOMMASEO
a 200 anni dalla nascita
CODICE 56 – EURO 20 – copie 7
LA ROSA DEI TEMPI
L’esodo dal ricordo alla speranza
CODICE 26 – EURO 15 – copie 22
SRADICAMENTI
CODICE 57 – EURO 10 – copie 3
MUSICA E IMMAGINI
CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA
della storia e della cultura
dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia
CODICE 58 – EURO 20 – copie 9
I BENEDITTINI DI DAILA
E S.ONOFRIO IN ISTRIA:
ultime vicende (1940-1950)
CODICE 59 – EURO 10 – copie 8
OLTRE IL CONFINE
CODICE 48 – EURO 12 – copie 5
Contributi per una Storia Giuliano-Dalmata:
Roma e la Giornata della Memoria 2003
CODICE 50 – EURO 15 – copie 7
Contributi storico-letterari
Nel 50° anniversario di Trieste italiana
CODICE 51 – EURO 10 – copie 4
Nostalgia del mar
CD CODICE 81: EURO 10
MUSICASSETTA CODICE 71: EURO 8
copie 170
Canti popolari giuliano-dalmati
CODICE 72 – EURO 8 – copie 26
Capodistria
CODICE 83 – EURO 10 – copie 1
ROVIGNO IN CENTO IMMAGINI
CODICE 60 – EURO 8 – copie 4
1954-2004... Io c’ero
CODICE 84 – EURO 5 – copie 2
LA MIA CITTÀ – Zara oggi
CODICE 16 – EURO 10 – copie 16
Trieste
CODICE 85 – EURO 10 – copie 2
VIDEO
Esodo – La Memoria Negata,
l’Italia Dimenticata
VHS CODICE 11: EURO 10
DVD CODICE 21: EURO 15 – copie 350
Una Storia negata
VHS CODICE 12: EURO 8
DVD CODICE 22: EURO 12 – copie 220
Fiume città della Memoria 1868-1945
CODICE 52 – EURO 25 – copie 13
Padre Flaminio Rocchi: l’Apostolo degli Esuli
VHS CODICE 13: EURO 7
DVD CODICE 23: EURO 7 – copie 170
L’AUTOCTONIA DIVISA
CODICE 53 – EURO 20 – copie 28
Il cuore nel pozzo
CODICE 24 – EURO 20 – copie 42
TELEX DALLA SEDE NAZIONALE
9
DIFESA ADRIATICA
Al fine di informare i nostri Lettori delle
attività che quotidianamente questa Sede
nazionale dell’ANVGD svolge, sui più vari settori, iniziamo da questo numero la pubblicazione di notizie flash, utili anche ad orientare coloro che ci leggono sulle tipologie di
intervento che la stessa Sede nazionale può
attivare per segnalare e correggere distorsioni e inesattezze.
DALLA SEDE NAZIONALE
9 maggio: il Comune di Venaria Reale
(Torino), scusandosi per l’accaduto, ha informato di aver risolto il disguido occorso ad
un esule per la consueta erronea indicazione della località di nascita, provvedendo nel
contempo ad effettuare eguale correzione su
tutti i residenti esuli.
• • •
12 maggio: sono disponibili sul sito
www.anvgd.it i numeri di “Difesa Adriatica” di febbraio e marzo 2006.
• • •
19 maggio: il Governatore della Regione Lazio Piero Marrazzo ha incontrato il Presidente della Consulta ANVGD del Lazio Plinio Martinuzzi, accompagnato dal Segretario Nazionale Oliviero Zoia e dal Presidente
Nazionale Lucio Toth. Sul tavolo i numerosi
e irrisolti problemi nel Lazio per la comunità
degli Esuli.
• • •
25 maggio la Presidenza nazionale
ANVGD emette un comunicato stampa riferito alla riproposta possibilità di un incontro
conciliatorio tra i Presidenti della Repubblica di Italia, Slovenia e Croazia.
• • •
25 maggio: la Sede nazionale ANVGD in-
forma tutte le strutture periferiche sulle modalità di presentazione dei progetti da finanziare in base alla Legge 194/2004 per l’anno
2006.
• • •
15 giugno: convocato a Milano l’Esecutivo nazionale ANVGD.
DAI COMITATI PROVINCIALI
Brescia, 7 maggio: incontro comunitario
per gli Esuli residenti nella provincia di Brescia. Il Comitato ANVGD guidato dal sempre
attivo Luciano Rubessa ha accolto un centinaio di persone.
• • •
Milano, 10 maggio: si è riunito l’Esecutivo provinciale del Comitato ANVGD di Milano, guidato dal Presidente Gianni Grigillo.
• • •
Belluno, 14 maggio: per il consueto incontro annuale si sono radunati i soci del
Comitato ANVGD di Belluno, guidati dal Presidente Giovanni Ghiglianovich.
• • •
Torino, 19 maggio: si è riunita l’Assemblea provinciale dei soci ANVGD di Torino per
il rinnovo delle cariche locali.
• • •
Gorizia, 20 maggio: il Comitato ANVGD
di Gorizia ha organizzato un week end in
Istria per visitare Abbazia, Fiume ed Albona,
guidati dalla giornalista Rosanna Giuricin.
• • •
Vicenza, 21 maggio: l’Assemblea del
Comitato ANVGD si è riunita per il rinnovo
dell’Esecutivo provinciale, dopo la scomparsa dello storico presidente Andrea Kozlovich.
• • •
Treviso, 22 maggio: si è riunito l’Esecutivo provinciale del Comitato ANVGD diTreviso,
La Leggenda di Fiume
CODICE 63 – EURO 1 – copie 41
Il trattato di pace sui libri scolastici
CODICE 67 – EURO 1 – copie 110
UN ESTREMO INTERVENTO
PER L’ISTRIA E TRIESTE
CODICE 68 – EURO 2 – copie 5
PERCHÉ LE FOIBE: gli eccidi in Venezia Giulia
e in Dalmazia (1943-1950)
CODICE 69 – EURO 5
oltre 10 copie EURO 3 – copie 380
GADGET
Francobollo speciale emesso da Poste Italiane
in occasione del Giorno del Ricordo
FOLDER COMPLETO
CODICE 910 – EURO 10 – copie 28
BUSTA 1° GIORNO EMISS.
CODICE 914 – EURO 0,71 – copie 41
TESSERA FILATELICA
CODICE 915 – EURO 0,69 – copie 33
Il mare di Marin dall’Istria all’eterno
CODICE 86 – EURO 15 – copie 2
Cartoline storiche
SET 6 CARTOLINE
CODICE 92 – EURO 5 – copie 48
Altre Emozioni
CODICE 87 – EURO 12 – copie 4
CALENDARIO 2006
COD. 93 – EURO 10 – copie 72
Storia
del Quartiere Giuliano-Dalmata di Roma
CODICE 73 – EURO 12 – copie 7
PENNA DELL’ANVGD
COD. 94 – EURO 10 – copie 650
DISTINTIVO DELL’ANVGD
COD. 95 – EURO 5 – copie 150
OPUSCOLI
Beni e diritti dei cittadini italiani
nei territori ceduti alla Jugoslavia
ai termini del Trattato di Pace
CODICE 61 – EURO 1 – copie 49
che ha confermato Luigi Costanzo alla guida del sodalizio trevigiano, con Giuliano
Robba e Bruno Carra come vicepresidenti.
• • •
Milano, 23 maggio: una delegazione del
Comitato ANVGD di Milano è stata ricevuta
dal Prefetto di Milano Gianvalerio Lombardi.
Nel corso del cordialissimo colloquio sono
stati approfonditi alcuni importanti argomenti
di interesse comune.
• • •
Novara, 26 maggio: il Comitato ANVGD
di Novara ha collaborato con la Scuola elementare “Tommaseo” nella produzione di
un breve ma simpatico CD in formato Power
Point sulla storia del Villaggio Dalmazia di
Novara. Èpossibile richiederlo gratuitamente alla Sede nazionale.
• • •
Roma, 6 giugno: i rappresentanti ANVGD
di Roma hanno incontrato il Presidente del
Consiglio Regionale del Lazio.
• • •
Gorizia, 17 giugno: partito da Gorizia il
soggiorno estivo di una settimana a Lussino
organizzato dal Comitato ANVGD di Gorizia.
• • •
Imperia, 18 giugno: si è riunita l’Assemblea provinciale del soci ANVGD di Imperia
per il rinnovo delle cariche sociali.
• • •
Gorizia, ottobre: l’ultima o penultima
domenica il Comitato di Gorizia organizza
una giornata in Istria, accompagnati dalla
giornalista Rosanna Giuricin e con pranzo a
base di tartufo. Prenotazioni entro il 15 settembre.
• • •
Milano, ottobre: è fissata per il 14 ottobre l’Assemblea del Comitato ANVGD di Milano, che provvederà al rinnovo delle cariche. Gianni Grigillo è il presidente uscente.
CRAVATTA DELL’ANVGD
COD. 96 – EURO 25 – copie 280
FOULARD DELL’ANVGD
COD. 97 – EURO 28 – copie 320
ANNUNCI
ECONOMICI
Il frazionamento della nostra Comunità
su tutto il territorio nazionale ha sempre creato problemi di comunicazione al nostro interno.Talvolta si viene a conoscenza per caso
che un vicino è delle nostre stesse origine o
che i nostri figli incontrano per caso altri figli
o nipoti di esuli a scuola, sul lavoro o tra gli
amici. Questo genere di situazione fa sì che
talvolta vi siano necessità che potrebbero essere risolte nella nostra Comunità, ma che
invece sono lasciate al caso, non sapendo a
chi, come e quando rivolgersi.
Vogliamo quindi proporre ai nostri Lettori uno spazio gratuito nel quale inserire una
sorta di “annunci economici”, ovvero tutti
quei messaggi che talvolta arrivano anche
in Sede nazionale ma che non ci è possibile
gestire. Facciamo un esempio: quante volte
gli esuli si preoccupano di trovare un posto
di lavoro per i loro nipoti! Ecco che un annuncio su “Difesa Adriatica” può essere un
mezzo per far conoscere a tutti la necessità
ed arrivare sotto gli occhi di chi magari sta
cercando proprio una persona con quelle
caratteristiche.
Vale per il lavoro come per qualsiasi altro argomento: una casa da vendere o affittare in città o in vacanza, un mobile di cui
liberarsi, la necessità di un contatto con altri
esuli, una occasione da far conoscere, un
evento di cui informare tutti e così via.
Questi piccoli annunci vanno inviati alla
nostra Sede nazionale:
ANVGD, Via Leopoldo Serra 32, Roma
00153
o per mail a [email protected]
o per fax/telefono allo 06 58 16 852.
Ricordiamo che gli annunci e lo spazio
sul giornale sono del tutto gratuiti.
10
DIFESA ADRIATICA
BALCANI IRREQUIETI
Il Montenegro indipendente.
Adesso il groppo del Kosovo
A un secolo di distanza il
Nulla di singolare quindi
Monte-negro torna all’indipenche oggi Vladimir Putin festegdenza. Così ha deciso il refegi al Cremlino il nuovo Stato
rendum popolare del 21 magsovrano, l’ultimo nato dalle
gio, con 54,4 % di voti favoreceneri della ex Federativa Iuvoli. L’Unione Europea aveva
goslava fondata da Tito. Delle
chiesto e concordato una sosei repubbliche che ne facevaglia di almeno il 54 %. Milo
no parte secondo la costituzioDjukanovic è riuscito a ragne del 1974 questa è l’ultima
giungerla, anche se i leader dei
a raggiungere l’indipendenza.
partiti contrari, il socialista
E questa volta – come ci ha tePredrag Bulatovic in testa, connuto a precisare Djukanovic –
testano il responso sul filo di
attraverso il voto popolare,
lana . “All’italiana”, come si
«espressione della via europea,
dice adesso. L’OCSE ha comunnon violenta e non sanguique riconosciuto il risultato. E
naria».
anche la Croazia si è affrettata
Per Putin non è un problea congratularsi con Pod-gorica.
ma conciliare l’alleanza con la
La stampa italiana se ne stupiSerbia con il ruolo di padrino
sce, dimenticando che meno
di battesimo del nuovo MonSerbia c’è più i croati ne sarantenegro. Anche perché negli
no contenti. Più Belgrado è nei
ultimi tre anni la finanza russa
guai e più esultano i cuori di
è scesa in forze nella piccola
Zagabria.
repubblica, comprandosi acE che Belgrado sia nei guai
ciaierie e miniere e fabbriche
è fuori di dubbio. L’affluenza
di alluminio.
alle urne è stata altissima, oltre
Anche i simboli del Monl’86 %, segno del grande rilietenegro, le aquile bicipiti d’oro
vo che il popolo montenegrino Cattaro, Chiesa di S. Luca, edificata nel 1195 in campo porpora, sono quelha dato alla consultazione.
le della «Terza Roma», l’erede
Come era ovvio in un Paese ad alta fino alle guerre balcaniche del 1912- di Bisanzio.
tensione emotiva. C’è nei Balcani qual- 1913 e alla Prima guerra mondiale.
Il problema vero per Putin sarà
che Paese a bassa tensione passiona- Già dai decenni del blocco inglese quando alle sei repubbliche di origine
le? Il presidente serbo Kostunica ave- all’Europa napoleonica, di cui la titina si affiancherà l’ultimo dei sette
va chiesto ai montenegrini di votare Dalmazia faceva parte fino alla Bojana. nani degli Slavi del Sud, il Kosovo.
Il Montenegro divenne già allora il
per un «futuro europeo» comune con
Anche il Kosovo ha nella sua banBelgrado. Stessa lingua, stesso alfabe- perno mediterraneo e adriatico della diera l’aquila bicipite e vanta oggi
to, stessa confessione religiosa, stesse politica estera russa. La flotta dello zar un’identità etnica, linguistica e religiosa
guerre combattute insieme dal XIV al fece sventolare le sue bandiere ad ben più marcata rispetto alla Serbia di
XX secolo, a fianco a fianco, contro Antivari e alle Bocche di Cattaro e i quella montenegrina. L’unico handil’oppressione ottomana, contro l’im- suoi cannoni tuonarono insieme a cap è di carattere storico. Uno Stato
pero degli Asburgo, contro l’occupa- quelli inglesi. E la fedeltà nostalgica dei albanese in quel territorio non è mai
zione dell’Asse, stessi santi sulle Bocchesi per la Repubblica di San esistito. Il Kosovo è terra sacra del poiconostasi dei conventi. Ma il Monte- Marco si mescolò alle simpatie dei re polo serbo, la culla della sua Chiesa
negro ha voluto andare avanti: entrare di Cettigne verso l’impero di tutte le ortodossa, lo scrigno dei suoi tesori
in Europa anche da solo, libero dagli Russie. E russofili rimasero i monte- artistici: gli splendidi monasteri del XIII
impicci per i criminali della guerra negrini lungo tutto l’Ottocento, a co- e XIV secolo, la grande epoca dei sominciare dalla loro Chiesa nazionale, vrani serbi. Belgrado e la nazione serdegli anni Novanta.
Del resto il Montenegro vanta una sempre protesa verso l’autocefalia e so- ba non potranno rinunciare al Kosovo.
sua antica identità nazionale. È stato stenuta dal Patriarcato di Mosca. La Altro che la consegna di Karazdic e
un regno indipendente più volte nella regina Elena veniva da quella dinastia Mladic! Sarà qui che Belgrado si dostoria e soprattutto nella storia moder- ed era stata dama di corte a San vrà irrigidire.
na dei Balcani, dall’età napoleonica Pietroburgo.
L’Unione Europea, che oggi per
Luglio 2006
bocca di Javier Solana ratifica l’indipendenza di Podgorica – dopo avere
tre anni fa inventato la formula «Serbia
e Montenegro» per cancellare dalle
carte geografiche il nome stesso della
«Iugoslavia» – non saprà a che santo
bizantino votarsi.
Mentre lo sa benissimo la diplomazia di Washington. Quello che va
bene per Podgorica deve andare bene
anche per Pristina, piaccia o non piaccia ai russi e agli europei. Codoleeza
Rice nelle sue visite in Kosovo è stata
esplicita. E il recente vertice di Ragusa
non fa che sancire la presenza degli
Stati Uniti in Adriatico come garanti
veri della sicurezza dell’area.
Il vicepresidente Dick Cheney ha
chiamato a raccolta Croazia, Albania
e FIROM (nome ufficiale della Macedonia settentrionale ex-iugoslava) per
assicurare ai tre Stati l’appoggio americano per entrare nella NATO. La
Croazia, l’unico dei tre Paesi a non
aver mosso un dito per l’Iraq democratico, sembra essere stata perdonata
per questa grave mancanza, che ne
segnava l’ingratitudine per l’appoggio
decisivo americano ricevuto tra il 1991
e il 1995. E c’è chi pensa che i tanti
guai della Croazia per l’affare Gotovina
non siano estranei a questa defaillance.
L’indipendenza montenegrina non
dovrebbe però portare danni all’Italia,
in quanto da quindici anni questo Paese guarda con simpatia verso le nostre sponde. Simpatia a volte descritta
con toni sinistri, colorati di mafia e
contrabbando, dei quali oggi non parla più nessuno. Sta di fatto che l’atteggiamento delle autorità montenegrine
verso le piccole comunità italiane delle
Bocche è molto caldo e anche verso
le associazioni degli esuli dalmati gli
antichi legami con la Repubblica di
Venezia vengono esaltati con manifestazioni che in altri luoghi della
Dalmazia e dell’Istria sarebbero
inimmaginabili.
Non va dimenticato che il territorio del Montenegro, ereditato dalla ex
Iugoslavia, comprende la fascia costiera delle Bocche di Cattaro e del litorale da Budua a Dulcigno che storicamente fa parte della Dalmazia fin dall’antichità e le cui caratteristiche etniche e culturali sono del tutto diverse
dall’interno del Montenegro. Le cittadine costiere sono di impronta veneta
e la nostra lingua e il dialetto venetodalmato si possono ancora sentire nelle calli e sulle rive. Così come è numerosa una minoranza cattolica di
nazionalità croata. È giusto che
Zagabria si mostri amica di Podgorica.
Sarebbe giusto che ne seguisse anche
l’esempio nei nostri confronti.
L.T.
Slovenia, ex capo dell’OZNA davanti al tribunale
per crimini contro civili nel 1945-’46
ma il gip di Lubiana blocca l’indagine
Si apprende dalla stampa slovena che nei primi giorni di giugno Mitja Ribicic,
uno dei vicecomandanti della famigerata OZNA jugoslava, ha fatto la sua prima
apparizione al Tribunale circondariale di Lubiana, portatovi dalla procura di
Stato, che lo scorso aprile ha chiesto l’avvio delle indagini per le accuse di
«crimini di guerra contro la popolazione civile», che sarebbero avvenuti tra il
1945 e 1946 con l’arresto e la liquidazione , naturalmente senza processo, di
almeno 200 persone.
Ribicic, nato nel 1919, ha subito respinto i capi d’imputazione e si è dichiarato «non colpevole». Ora il magistrato per le indagini preliminari dovrà ora
decidere se proseguire con l’iter processuale o meno. Ricordiamo che l’iniziativa della Procura di Lubiana è partita dalla scoperta,
nell’Archivio di Stato sloveno, di un elenco degli arrestati del periodo 1945’46, con ben 12.000 nomi, di cui una cospicua parte sarebbe stata arrestata su
ordine del «maggiore Mitja». Di questi, 217 civili furono con ogni sicurezza
vittime di esecuzioni sommarie. Non si può escludere che in quell’elenco,
presentato alla magistratura, fossero compresi anche degli italiani, giacché l’Ozna
agiva anche a Trieste e Gorizia.
Ma, a sorpresa, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lubiana,
Marinka Lapajne, ha respinto la richiesta del procuratore di Stato di avviare
l’inchiesta formale nei confronti del Ribicic. Ora, sul caso dovrà pronunciarsi il
collegio dei giudici del Tribunale circondariale.
A Pola l’edizione 2006
del concorso Mailing List Histra
Lesina, la nuova Comunità degli Italiani
dopo Zara, Spalato e Veglia
Turcinovich Giuricin ha portato il saluto del presidente della Federazione
degli esuli e del CDM, Renzo Codarin.
Ondina Lusa parla delle iniziative promosse dalla sua Comunità Italiana e
porta un saluto da Kristian Knez presidente della neo costituita Società di Studi Storici. Maria Luisa Botteri porta un
saluto dai Dalmati nel Mondo che non
hanno mai smesso di sentirsi a casa
propria. Giuseppe Pirro del Libero Comune di Pola in esilio porta i saluti del
gen. Silvio Mazzaroli. Olga Milotti parla
del periodo tremendo dopo la guerra
quando in Istria non si poteva parlare e
questo silenzio era scambiato dagli esuli
come appoggio incondizionato al regime. Silvana Wruss della Comunità
Italiana di Pola informa che la Comunità sta studiando delle iniziative per
ricordare Alida Valli. Liliana Martissa,
del direttivo di “Coordinamento Adriatico” interviene per rimarcare l’orgoglio
delle proprie origini.
Sempre per “Coordinamento Adriatico” L’avv. Cesare Papa ha voluto sottolineare alcune importanti finalità di
legge relative alla tutela del Gruppo
nazionale italiano.
Il prossimo anno arrivederci a Isola, invitati dal presidente signora Amina
Dudine.
Si è costituita, a Lesina, il 21 maggio scorso, la Comunità degli Italiani, terza
dopo quelle di Zara e di Spalato. L’atto formale è soltanto il coronamento di un
lungo periodo di attività volte a ricostituire un nucleo di connazionali e a realizzare i primi programmi. Alla manifestazione erano presenti il console d’Italia a Spalato, Marco Nobili, l’on. Renzo de’ Vidovich in rappresentanza dei Dalmati italiani nel mondo, il presidente della Comunità italiana di Spalato, Mladen Culic
Dalbello ed altri esponenti del gruppo nazionale italiano della Dalmazia. Nella
corso della cerimonia è stata inaugurata una lapide a Gian Francesco Biondi,
scrittore e storico nato a Lesina nel 1574 e morto nei pressi di Berna nel 1644. Il
Biondi è considerato uno dei primi autori del romanzo italiano, e viene naturalmente indicato nei testi di letteratura croata come «scrittore croato di lingua italiana»(!) con il nome tradotto di Ivan Franjo Biondi - Biundovic.
La stampa d’oltreconfine
ha rimarcato come la creazione del nuovo sodalizio
sia prova della vitalità del
gruppo nazionale italiano in
Dalmazia dopo decenni di
silenzio e di marginalità.
Il presidente della Giunta dell’Unione Italiana,
Silvano Zilli, ha ribadito il
favore con il quale le istituzioni della Comunità italiana guardano alla nascita di
nuove aggregazioni sul territorio che possano dare un
concreto contributo alla
rinascenza della presenza
italiana nel litorale d’insediamento storico.
Si è tenuto sabato 3 giugno, presso
la Comunità degli Italiani di Pola, il VI
Raduno della Mailing List Histria. La
mattina è stata aperta con l’esecuzione
del coro Lino Mariani della Comunità
Italiana di Pola, che ha intonato con
grande passione arie istriane concludendo con il Va’ pensiero. Tutti in piedi, grande commozione e qualche
lacrimuccia. Quindi il presidente della
commissione di valutazione, prof.ssa
Maria Luisa Botteri, ha presentato il
concorso e le sue finalità ed ha introdotto alla premiazione ufficiale dei primi classificati.
Per ognuno tanti applausi e foto a
volontà. I gruppi oltre al diploma e alla
busta ricevono anche un cofanetto con
video e Cd donati dal Centro Documentazione Multimediale di Trieste.
Oltre 40 ragazzi ricevono diploma e
libro: libri portati sia dal prof. Antonio
Fares, donati dall’Assessore alla cultura del Comune di Pescara, sia da Pirano
da Ondina Lusa e sia dal Libero Comune di Pola in esilio. In tutto 130 ragazzi sono da premiare.
Poi vengono premiate le Comunità di Isola, Lussinpiccolo, Zara per il
loro impegno nel valorizzare il nostro
concorso presso i ragazzi, la Comunità di Lesina come ultima nata e la Co-
munità di Pola che ci ospita. A Romana Sansa quale personaggio dell’anno
2005 viene anche donata una pergamena per l’impegno con il quale «dai
palazzi di Roma ha condotto una lunga e difficile operazione di monitoraggio per tutte le questioni oggetto di approvazione parlamentare, assicurando
una costante presenza della Mailing List
Histria». Menzione d’onore ad Axel
Famiglini.
La seduta pomeridiana è stata aperta dal Presidente della Comunità Italiana di Pola, Fabrizio Radin, e dal coordinatore della ML Histria, Axel Famiglini, che ha svolto una breve relazione sulle iniziative compiute nell’anno
appena trascorso.
La legge 8 marzo 2006 n. 124 –
riconoscimento della cittadinanza italiana ai connazionali dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia – è stata illustrata
da Romana Sansa, membro della ML
Histria. Ha chiuso i lavori la presentazione del libro Popolazioni dell’Istria,
Fiume, Zara e Dalmazia (1850-2002).
Ipotesi di quantificazione demografica
di Olinto Mileta Mattiuz.
MaurizioTremul e Furio Radin hanno elogiato la MLHistria. Rosanna
Luglio 2006
IL CINQUE PER MILLE DALL’ANNO PROSSIMO
Ho saputo che quest’anno potrò donarvi il 5 per mille delle
tasse pagate sulla dichiarazione dei redditi. Cosa devo indicare?
Giulietta M. - Trieste
Da quest’anno i contribuenti possono decidere di girare una
piccola parte delle loro tasse (senza nessun aggravio) a sostegno
del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni e fondazioni. Per rientrare in questa categoria, l’ANVGD deve
apportare alcune modifiche statutarie, cosa che può avvenire solamente in sede di congresso nazionale (previsto per il prossimo
autunno). Dall’anno prossimo quindi sarà possibile indicare anche l’ANVGD come beneficiaria. Altre associazioni degli esuli invece - e in particolare quelle con sede a Trieste - avevano già apportato in passato questi adeguamenti per poter usufruire dei
finanziamenti stanziati ad hoc dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
L’INPS NON MOLLA, NEANCHE NOI
Vi invio copia della stupefacente risposta datami dall’INPS Agenzia Mestre 2 a seguito della mia richiesta di adeguamento della
maggiorazione spettante ai profughi. Ho sentito il sindacato UGL
di Gorizia che si era interessato alla causa e mi ha consigliato di
presentare ricorso al Comitato provinciale INPS che però – mi ha
preannunciato – normalmente neanche si degna di rispondere! A
mio parere per smuovere l’INPS da questa assurda posizione è necessario un intervento politico di peso.
G.M. - Mestre (VE)
L’avv. Andreicich ha già trattato l’argomento nel numero di
aprile. La situazione ad oggi è che l’unica possibilità di ottenere la
perequazione, compresi arretrati e interessi legali, è legata all’istruzione di una causa, con tutti i problemi economici che ne conseguono. Stiamo lavorando per trovare un accordo con l’INPS affinché rinunci a comparire in migliaia di cause e conceda di diritto
ciò che spetta agli Esuli. Se anche questa strada non dovesse essere percorribile, proporremo un intervento legislativo che risolva
definitivamente la questione.
OMISSIONE D’ATTI D’UFFICIO PER CHI NON CI RISPETTA
Alla Motorizzazione mi avevano indicato come nato all’estero; ho minacciato educatamente un funzionario di denunciarlo
per omissione d’atti d’ufficio e il problema è stato risolto. In Questura non ho ritirato il passaporto col solito errore, mi hanno fatto
compilare un reclamo scritto e il problema è stato risolto. All’Ospedale San Camillo la mia impegnativa per le analisi portava ancora
CHI CERCA TROVA
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DIFESA ADRIATICA
Lettere al giornale
FERMO POSTA
di Fabio Rocchi
I quesiti (possibilmente brevi) possono essere inviati alla Redazione (Via Leopoldo Serra 32, 00153 Roma, fax 06.5816852,
e-mail [email protected]). Alcuni vengono tratti da più ampie interrogazioni che giungono alla sede nazionale dell’Anvgd.
il solito errore; ho minacciato, sempre con educazione, di chiamare il 113 e il problema è stato risolto. Credo che la soluzione
sia sempre di mantenersi fermi e di sottolineare a cosa va incontro
che non rispetta la legge.
Francesco Sotte - Roma
In effetti la linea della fermezza, come vediamo, paga. Sarà
sempre difficile trovare qualcuno che conosca la Legge 54 del
1989 sull’indicazione dei nostri luoghi di nascita. Sta alla nostre
fermezza far sì che venga applicata, senza fermarsi al primo ostacolo che ci viene posto. Ricordiamoci quindi che chi, in qualsiasi
amministrazione pubblica, si rifiuta di applicare correttamente
quella legge è passibile di una denuncia per omissione d’atti d’ufficio. Non fatevi problemi a ricordarlo a chi di dovere. E se insiste
a non applicare la legge può anche diventare falso in atto pubblico.
INSEGNANTI IGNORANTI O POLITICIZZATI
Sono una studentessa fuori sede di Scienze politiche presso
un’università toscana; in una lezione di storia contemporanea si è
parlato del secondo dopoguerra e dei problemi che l’Italia si trovava a dover affrontare lungo i confini nazionali: prima la Francia,
poi la Germania e infine la Jugoslavia. «Ora finalmente si parlerà
anche delle foibe», penso io, attendo la fine della spiegazione ma
dell’argomento nemmeno una squallida citazione, il benché minimo riferimento. Cito quasi letteralmente le parole dell’insegnante:
«La Jugoslavia era governata dalle brigate partigiane sotto la
leadership del loro capo partigianoTito, che poi diventerà il leader
jugoslavo».
Segue una perfetta esposizione delle ragioni politiche ed economiche sulla controversia tra Italia e Jugoslavia per il possesso di
Trieste, ma delle foibe nada de nada. Sorvoliamo sul definire Tito
semplicemente un leader, termine peraltro neutro e neutrale, ma
La nostra rubrica accoglie le ricerche di persone disperse
dal tempo e dall’Esodo. Scriveteci a Via Leopoldo Serra 32 –
Roma 00153, mandateci un fax allo 06. 58 16 852 o una mail
a [email protected], specificando sempre di autorizzare la pubblicazione dei vostri dati personali.
• • •
Sono stato, mio malgrado, un deportato politico della Jugoslavia di Tito. La mia prigionia è ormai risaputa. Sarei felice di
poter aiutare i famigliari delle vittime scomparse senza lasciare
traccia. Ho da tempo scritto il mio primo diario di prigionia
con informazioni inerenti la scomparsa di oltre 500 goriziani e
fui testimone a “Pozzo Littorio” (Albona) nel giugno 1945 della
loro fine. Ma nulla è mai stato fatto. È mancata e manca ancora
oggi la volontà di cercare la verità e la giustizia. Mi auguro che
questo non succeda anche stavolta. I prigionieri civili giunti da
Gorizia e Trieste furono sepolti in una delle tante gallerie della
miniera di carbone. Ma anche questo mio messaggio è rimasto
inascoltato. Mi duole riscontrare il fatto che ancora oggi molti
familiari cercano notizie dei propri cari scomparsi e che nessuno faccia nulla per esaudire questo loro sacrosanto desiderio di
sapere.
Gino Gorlato, tel. 011.73 79 73 - cell. 348.09 72 768.
• • •
Novità importanti su tre casi pubblicati nel nostro numero
di maggio. La nostra attenta lettrice Mary Veggian ha avviato
delle fruttuose indagini che ci hanno portato a questi risultati.
Luisa Degrassi, figlia di Marisa Degrassi e di un caporale
americano giunto a Trieste nei primi anni Cinquanta, cercata
dai figli americani del militare dopo la morte del padre, era
nata a Trieste il 16 agosto 1955. Purtroppo la stessa è deceduta
il 14 giugno 2002. Abbiamo provveduto a fornire ai fratelli
americani l’ultimo indirizzo conosciuto.
Vittorina Drioli cercava Antonietta Popolizio, sua compagna d’infanzia a Isola d’Istria nei difficili anni della guerra. Le
notizie più recenti ci danno la Popolizio in provincia di Pistoia.
Abbiamo dato le più precise indicazioni alla signora Drioli,
dalla quale aspettiamo ora gli sviluppi.
Sergio Pellegrini cercava notizie di Nora Buglietta che era
venuta profuga a Massa insieme alla sua famiglia. La Buglietta
non risulta in nessuna anagrafe italiana, per cui probabilmente
partì per qualche Stato estero o il nome non è esattamente
quello.
• • •
La Famiglia Montonese, che rappresenta gli Esuli da
Montona, cerca notizie dei familiari del carabiniere Vito Lorusso
di Avigliano (Potenza) sepolto a Cava Cise, vicino Montona,
dopo la sua uccisione nel 1945. Famiglia Montonese, Via U.
Felluga 108, Trieste 34142 o [email protected].
di fronte a questa perseverante omertà su una delle più grandi
tragedie che il popolo italiano ha subito sinceramente mi è sembrato un po’ troppo.
Maria Brighi - Orvieto (TR)
C’è tutta una generazione di insegnanti che avrebbe fatto la
stessa lezione, ma con due diverse e possibili motivazioni. La prima è l’ignoranza derivante dal non aver studiato quello che non è
stato dato loro da studiare per poi poterlo insegnare ai giovani. La
seconda è la politicizzazione ideologica che tende a nascondere
tutto ciò che di losco può intaccare il buon nome della propria
parte politica. A questi insegnanti non è purtroppo possibile mettere il bavaglio, ma uno degli impegni della nostra Associazione è
quello di portare così alla ribalta la nostra storia, tanto da rendere
col tempo sempre più difficili le sue mistificazioni.
LA SOLUZIONE PIÙ SEMPLICE È SPESSO LA MIGLIORE
Cari amici, vi allego copia di una mia lettera alla SOGEI, società
emittente la mia nuova tessera sanitaria, riguardante la annosa
questione della indicazione del nostro luogo di nascita, della quale leggo spesso il “lamento” di altri profughi sul vostro periodico,
del quale sono un abbonato.
Francesco A. Baroni - Roma
Il gentile lettore ha preso carta e penna e ha restituito al mittente con raccomandata A.R. la tessera sanitaria con la errata indicazione del luogo di nascita, citando la legge 54/1989. La soluzione
più semplice è spesso la migliore.
LA BIBLIOTECA ANVGD
Complimenti e grazie per l’allestimento del catalogo della biblioteca della Vostra sede nazionale sul vostro sito internet, che ci
unisce nella storia delle nostre terre! I nostri giovani ora hanno la
possibilità di ricercare e conoscere dai tanti volumi disponibili
quanto ognuno di noi ha sofferto questa separazione ed in particolare noi, esodati all’estero, lontani da tutto e tutti.
Adriana Codiglia - Somers, New York - U.S.A.
Con l’occasione rivolgiamo un caloroso saluto agli Esuli d’oltremare, sempre numerosi nel leggere le nostre pagine. Uno dei
tanti vantaggi di internet è che i nostri amici nei cinque continenti
possono ora consultare la nostra biblioteca stando comodamente
a casa.
Per chi non lo ricordasse l’indirizzo è www.biblioteca-anvgd.it.
Il catalogo sarà periodicamente aggiornato con i nuovi arrivi alla
nostra Sede.
Il porto di Fiume in mostra a Trieste
Ha chiuso i battenti il 25
Nel 1719 l’imperatore Carlo
giugno la mostra fotografica e
VI concedeva a Trieste e Fiudocumentaria «II porto di Fiume lo status di porti franchi
me» inaugurata il 24 maggio
dell’impero: così entrambe le
scorso a Trieste nelle sale di Pacittà conoscono una grande
lazzo Gopcevic. Un’occasioprosperità commerciale ed
ne di riflessione sui parallelismi
economica, con conseguenesistenti tra le due città che si
te fioritura urbanistica ed insono sviluppate entrambe in
dustriale. L ‘ulteriore sviluppo
seguito alla concessione del
del porto dipese dallo svilupPorto Franco da parte dell’impo delle vie commerciali con
peratore Carlo VI nel 1719.
l’entroterra, a partire dal XIX
L’iniziativa rientrava nelsecolo, e tra il 1847 ed il 1890
La dogana di Fiume (a sin.) in una cartolina
l’ambito dei rapporti di scamhanno luogo diverse campadei primi decenni del Novecento
bi culturali, collaborazione e
gne di lavori per la costruziocooperazione tra il capoluone di un nuovo porto dinanzi
go giuliano e la città di Fiume-Rijeka e zio del IX secolo. Le fonti storiche ri- alla città, con operazioni di interradei loro musei (Civici Musei di Storia prendono a parlare dell’abitato sulla mento, di costruzione di moli e l’edied Arte di Trieste e il Museo Civico di foce della Fiumara agli inizi del XIII ficazione di una diga frangiflutti, acFiume-Muzej Grada Rijeke) che ha secolo, con toponimi che nominano compagnate dall’edificazione di adeavuto il suo esordio nel 2005 con sempre il corso d’acqua: Flumen, guati magazzini.
l’esposizione «L’era di Adamich» pres- Flumen Sancti Viti, Fiume. La città era
c.c.
so il Museo Civico di Fiume-Muzej fortificata, cinta da grosse mura turrite.
(www.arcipelagoadriatico.it)
Grada Rijeke.
La mostra «II porto di Fiume. Storia, edificazione, comunicazioni» è
stata allestita per la prima volta al
Museo Civico di Fiume nel dicembre
Continuiamo il nostro giro su internet alla ricerca dei video della nostra
2000. La parte storica, allestita su panstoria. Dopo aver visto nel numero di giugno i filmati delle celebrazioni del
nelli, presenta lo sviluppo della città e
Giorno del Ricordo 2006, ora passiamo a video più datati, che ripercorrono
del porto dal XVI alla fine del XX sela nostra storia degli ultimi sessant’anni, dalle foibe all’esodo, fino alla vita
colo. Un grande plastico rappresenta
degli italiani rimasti oltreconfine.
la situazione agli inizi del XX secolo,
http://digilander.libero.it/lefoibe/videofoibe.htm
epoca in cui il porto fiumano raggiun(Raccolta di numerosi filmati, in particolare trasmissioni giornalistiche sulse il vertice nell’ambito delle comunil’esodo e sulle foibe)
cazioni conquistandosi un posto tra i
http://www.dittatori.it/foibe.htm
dieci maggiori porti europei.
(Raccolta di video sulle foibe)
Una proiezione cinematografica
http://www.irci.it/Main.html
ripercorre la storia del porto, da Carlo
(L’IRCI propone alcuni filmati storici sull’esodo dei giuliano-dalmati)
VI e la proclamazione del porto franco (1719) fino all’attività portuale odierhttp://www.cipo.hr/defaultf.asp
na, compresi i piani di sviluppo del
(La Comunità Italiana in Croazia e la storia degli ultimi anni raccontata
porto di Fiume.
attraverso 37 filmati)
Il porto originario si trovava alla
Ricordiamo che la migliore visione si può ottenere con un collegamenfoce della Fiumara, e l’abitato adiacento Adsl. Saremo ben lieti di ricevere ulteriori segnalazioni su altri video, così
te fino al IX secolo portava il nome di
da agevolare la ricerca su internet dei nostri Lettori.
Tarsatica, distrutta dai Franchi all’ini-
I VIDEO DELL’ESODO IN INTERNET
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DIFESA ADRIATICA
DALL’ITALIA
Venezia. Si è tenuta a Venezia presso l’Università Ca’ Foscari, organizzata dal Dipartimento di Storia delle Arti e Conservazione dei Beni
Artistici, una conferenza dal titolo Arte Veneta in
Dalmazia, a cura di Laura De Rossi e la partecipazione del prof. Giuseppe Maria Pilo.
Trebbiantico (Pesaro-Urbino). Inaugurato a
Trebbianico il nuovo parco comunale. La nuova
area verde è dedicata agli Esuli giuliano-dalmati
e riporta, scolpite nella roccia, le parole del Presidente Ciampi «La tragedia delle foibe e l’esodo
fanno parte della memoria di tutti gli italiani. La
Repubblica consapevole dei valori universali di
libertà e democrazia ricorda quegli eventi con
dolore e rispetto».
S. Elpidio a Mare (Ascoli Piceno). Chiuderà il
17 settembre prossimo alla Pinacoteca Vittore
Crivelli di S. Elpidio a Mare, dopo essere stata
ospitata a Fermo a Palazzo dei Priori, la mostra
«L’Aquila e il Leone» che testimonia in modo
assai originale il rapporto millenario tra Venezia,
la costa dalmata e la Marca Fermana.
Civitavecchia (Roma). Ennesimo atto di inciviltà al parco Martiri delle Foibe di Civitavecchia
(Roma). Dopo che era stata ricollocata la targa di
intitolazione, trafugata l’anno scorso, è scomparsa
anche quella posta accanto al monumento. Il
commissario prefettizio si è assunto l’onore di
assicurare che lo stato originale verrà presto ripristinato.
Aosta. Si è tenuta ad Aosta dal 26 aprile al 18
maggio “ExpoRisorse per la didattica”, mostra di
libri e materiali per la didattica per insegnanti ed
operatori della scuola. In uno dei laboratori predisposti per l’occasione veniva approfondita la
preparazione per il Giorno del Ricordo su «Foibe
ed esodo friulano [il corsivo è nostro, n.d.r.]».
Forse sarebbe meglio, prima di entrare in siffatto
laboratorio, di andare a studiarsi un buon libro
di geografia...
Segrate (Milano). Firmato un accordo di collaborazione in più settori tra il Comune di Segrate
(Milano) e quello di Parenzo. Il Sindaco di Segrate
nel corso della cerimonia ha dichiarato che
Parenzo è «una località nella quale la cultura
italiana, e in particolare quella veneta, hanno
lasciato il segno su quella che è la cultura del
Paese». L’accordo firmato a Segrate è il primo
passo verso il gemellaggio tra le due località.
Parma. Tra il 25 aprile e il 1° maggio tal «Comitato antifascista di Parma per la verità sulla vicenda foibe» ha organizzato una serie di incontri per esaltare e omaggiare l’eroismo e la determinazione della resistenza jugoslava tra il 1943
e il ’45. Chi altri poteva parteciparvi se non Giacomo Scotti? Viva la verità sulla tragedia delle
foibe, abbasso le false verità che qualcuno tenta
ancora di propinarci.
Roma. Nel lungo discorso d’insediamento del
Presidente della Repubblica Napolitano, nessun
accenno all’esodo giuliano-dalmata e alla tragedia delle foibe. L’unico vago e indiretto riferimento
è contenuto in un passaggio che riportiamo. «Ci
si può ormai ritrovare, superando vecchie laceranti divisioni, nel riconoscimento del significato e del decisivo apporto della Resistenza, pur
senza ignorare zone d’ombra, eccessi e aberrazioni. Ci si può ritrovare – senza riaprire le ferite
del passato – nel rispetto di tutte le vittime e nell’omaggio non rituale alla liberazione dal
nazifascismo come riconquista dell’indipendenza e della dignità della patria italiana».
Basovizza. Sono a pieno regime i lavori in
corso per la riqualificazione della zona della
Foiba di Basovizza. La pietra tombale è stata coperta da un cofano di ferro color ruggine. Sopra
sorgerà un monumento che richiamerà le forme
della carrucola con cui venivano issate le salme.
Vi saranno anche un centro di documentazione
di 120 metri quadri con pannelli fotografici, un
viale pedonale delimitato da ginepri, un ampio
parcheggio per auto e pullman.
Trieste. Tra il 1.032.000 euro stanziati per il
2006 dalla Regione Friuli Venezia Giulia per le
Luglio 2006
TRA VIRGOLETTE
“
Fatti, fatterelli, curiosità e notizie
dalle associazioni e dalla stampa
attività dirette alla conservazione e allo sviluppo
del patrimonio culturale e linguistico della minoranza italiana in Istria e a Fiume, spiccano i
103.200 euro (10% del totale) in favore dell’Università Popolare di Trieste per le spese di gestione, amministrazione e organizzazione degli interventi. I nostri miseri progetti finanziati dallo
Stato, invece, prevedono un massimo del 3%
per spese di segreteria. Figli e figliastri.
Trieste. È stata presentata a Trieste la «Giornata Mondiale della Società Dante Alighieri»,
ente morale sorto nel 1889 e il cui scopo primario è la difesa della lingua e della cultura, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana. Conta oggi oltre 500 Comitati, di cui più di 400 attivi
nei cinque continenti.
A Trieste erano presenti i rappresentanti dei
Comitati di Parenzo, Pola, Albona, Fiume, Zara,
Spalato e Cattaro.
Cormons (Gorizia). Marco Felluga è stato
nominato Presidente onorario del Consorzio dei
vini del Collio.
Nell’occasione il sito www.collio.it ha celebrato l’evento ricordando che il Felluga è nato a
Grado nel 1927, ma «immigrato» da Isola d’Istria,
«allora impero austroungarico». Ai responsabili
del Collio un bel “dietro alla lavagna!”
OLTRE CONFINE
Pirano. Ripristinati a Pirano alcuni toponimi
originali di una decina di vie. Oltre al nome in
sloveno, ora potremo leggere anche Via Carrara,
Via Adami, Piazza Portadomo, Piazzetta San
Rocco, Via del Molo, Campo della Salute ecc.
Presto saranno ripristinate un’altra cinquantina
di denominazioni italiane.
Dignano. Si terrà il 16 agosto a Dignano la
premiazione del concorso letterario fra esuli e
“rimasti”, indetto dalla Comunità degli Italiani e
dalla Famiglia Dignanese con lo scopo di conservare e valorizzare la tipica parlata locale romanza.
Zagabria. Il vicepremier di Zagabria ha dichiarato che sono 331 le richieste avanzate da
cittadini italiani per l’acquisto di beni immobili
in Croazia.
Di queste, 38 sono state accettate, 123 respinte, 51 sospese, 119 in istruttoria. Visto che la
Croazia dichiara che l’accesso al mercato immobiliare per gli italiani è libero, chi sono i 123
che si sono visti respingere la domanda? Non
hanno un curriculum che piace a Zagabria? O
sono esuli che non si vuol vedere ritornare?
Zara. Il 10 maggio a Zara è stato presentato il
libro La Borgo Erizzo della Zara di un tempo,
alla presenza di una delle autrici, la prof.ssa Rita
Tolomeo, docente di Storia contemporanea presso la facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università di Roma “La Sapienza”.
Albona. L’Accademia istriana di Scienza e
Cultura ha organizzato ad Albona una tavola
rotonda sull’identità istriana, che va sempre più
perdendosi, invece di essere coltivata ed incentivata. I partecipanti hanno tutti sottolineato la
necessità di combattere contro questa dispersione di cultura e tradizioni, puntando su una vera
identità di istriani autoctoni.
Pirano. La Comunità autogestita di nazionalità italiana ha protestato contro il locale Comune perché, tra altre nefandezze, ha nominato
capo redattore del notiziario di lingua italiana
un giornalista che non conosce né parla l’italiano. Viva il bilinguismo!
Lubiana. Il rapporto annuale di Amnesty
International ha criticato la Slovenia per il problema dei cosiddetti «cancellati»: 18.305 persone rimosse arbitrariamente nel 1992 dal registro
dei residenti.
”
DALL’ESTERO
Vancouver (Canada). È approdata a Vancouver la mostra dedicata ai 50 anni della partenza da Trieste della nave “Castel Verde”, che
per molti giuliani, istriani, fiumani e dalmati segnò l’inizio dell’emigrazione in Paesi lontani
ovvero la continuazione di quell’esodo mai terminato. Negli anni successivi seguirono le navi
“Flaminia”, Castel Bianco”, “Aurelia”, “Oceania”,
“Fairsea”, tutte destinate verso l’Australia e altri
paesi. Altre tappe della mostra: Ottawa (8-15 giugno), London-Ontario (metà agosto), Chattam
(settembre), Hamilton, Montreal.
L’Aia (Olanda). Carla Del Ponte, Procuratore
Capo del Tribunale Internazionale de L’Aia, intervistata sulla possibilità di inserire l’argomento
“foibe” nelle indagini che la corte internazionale sta iniziando a Sarajevo sui crimini nella exJugoslavia, ha risposto che «è una questione di
competenze. L’argomento foibe non è tra le competenze assegnate a questo tribunale».
Bruxelles (Belgio). Il Vicepresidente della
Commissione Europea Franco Frattini ha annunciato che il 1° gennaio 2007 potrebbero iniziare
ufficialmente i negoziati per portare la Croazia
nell’Unione Europea. Frattini si è detto fiducioso
che i problemi del contenzioso ancora irrisolti
possano trovare presto soluzione. Beato lui.
Toronto (Canada). Rinnovato il Direttivo del
Club Giuliano Dalmato di Toronto. Il Presidente
Franco Reia sarà affiancato dai due vicepresidenti
Guido Braini e Grazietta Scarpa, con Dinora
Brentin Bongiovanni come Segretaria. A tutti un
buon lavoro!
DALLE ALTRE ASSOCIAZIONI
Famiglia Montonese. Di particolare interesse il numero di aprile di “4 ciacole sotto la losa”,
notiziario quadrimestrale della Famiglia
Montonese. Il 2006 è l’anno del rinnovo delle
cariche sociali e il direttivo invita gli esuli da
Montona in Italia e nel mondo a candidarsi. Vengono nel contempo inviati gli auguri di buon lavoro al neo eletto Presidente della Federazione
Codarin, unitamente ai ringraziamenti all’uscente
Brazzoduro per i risultati raggiunti. Tra gli appuntamenti della Famiglia: il 13 maggio viaggio da
Trieste a Montona e Cava Cise, incontrando la
locale Comunità degli Italiani; dal 25 al 28 maggio viaggio a Genova e alle Cinque Terre, il 6
agosto viaggio da Trieste a Montona e Antignana,
il 23 settembre gita in località da stabilire tra
Albona o Colli Euganei.
• • •
Nel numero di marzo del notiziario della Lega
Nazionale e più approfonditamente in quello di
aprile di “4 ciacole sotto la losa” (periodico della
Famiglia Montonese), Luigi Papo descrive il Giorno del Ricordo tenutosi a Roma, ma con una
serie di inesattezze. Non è vero che nessuno sapesse dello spostamento della cerimonia all’Altare della Patria, non è vero che è stato il dott.
Amleto Ballarini il “regista” della cerimonia in
Campidoglio (ma il nostro Segretario nazionale
Oliviero Zoia), non è vero che al Quirinale la
Federazione, l’ANVGD e Fiume non fossero rappresentate. Inoltre, facendo un pessimo servizio
ai Lettori, non viene mai citata l’ANVGD, che ha
avuto una presenza e un ruolo determinate in
quei giorni. È invece sicuramente vero che in
tutte queste occasioni era presente Luigi Papo.
Ci sarà anche stato, ma la prossima volta gli chiediamo di fare maggiore attenzione a quanto accade intorno...
• • •
Ancora la Famiglia Montonese ha organizzato il 13 maggio scorso una Santa Messa presso
il Parco della Rimembranza di Cava Cise, lungo
la strada Montona-Pisino, per ricordare i venti
Montonesi che in quel luogo trovarono atroce
morte il 10 maggio 1945. Con l’occasione, il
gruppo partito da Trieste ha incontrato la Comunità degli Italiani di Montona nella loro sede.
Comunità Chersina. In un intervento prima
della loro Assemblea Generale, la Presidente dell’Associazione “Francesco Patrizio” della Comunità Chersina, Carmen Palazzolo Debianchi, ha
tracciato una serie di linee guida riconducibili
alla realtà degli Esuli dall’isola di Cherso e più in
generale dell’intero mondo della Diaspora, come
la necessità di una conservazione documentale,
di rapporti sempre più stretti con i “rimasti” e
l’accantonamento dei campanilismi tra associazioni e “famiglie” per creare un’unica grande
identità giuliano-dalmata.
Lega Nazionale. Lo scorso settembre è sorta
a Belluno una nuova rappresentanza della Lega
Nazionale. Il nuovo rappresentante ha offerto la
propria collaborazione a tutti i Comuni del
bellunese per l’organizzazione di convegni, dibatti e mostre. E i fratelli dell’ANVGD? Ce li siamo
dimenticati?
Unione degli Istriani. Sulla proposta di conciliazione italo-slovena-croata, avanzata dal Sindaco di Trieste e dal Presidente della Provincia, il
Presidente dell’Unione degli Istriani Lacota ha
lanciato contraddittori segnali. Da una parte è
favorevole «nel rispetto del pieno ed acclarato
diritto degli esuli a riavere le loro proprietà illegalmente confiscate», mentre dall’altra parla solamente di «restituzione immediata dei beni oggi
ancora liberi e quelli che risultano non nazionalizzati o venduti abusivamente». Sarebbe da avvisare gli Esuli che il diritto lacotiano non prevede alcuna restituzione per la stragrande maggioranza degli immobili. Magari qualcuno pensava
il contrario, accecati da cotal condottiero...
Comitato per le onoranze ai Martiri delle
Foibe. Dal palco allestito in occasione delle commemorazioni alla Foiba di Basovizza, Paolo Sardos
Albertini, presidente del Comitato per le onoranze ai Martiri delle Foibe, ha pubblicamente ringraziato le autorità di Lubiana per aver fornito l’ormai noto elenco dei mille deportati dal goriziano.
Comunità di Lussinpiccolo. Il numero di aprile della Comunità di Lussimpiccolo riporta un
interessante studio sulla famiglia di armatori
lussignani Cosulich. Nelle cronache della vita di
comunità, riferendosi al direttivo tenutosi lo scorso
25 marzo, viene auspicato il rientro dell’Associazione delle Comunità Istriane nella Federazione degli Esuli. Il vicepresidente federale Lucio
Toth viene indirettamente citato come colui che
pone ostacoli a ciò, riferiti alla distribuzione di
“contributi” non meglio precisati. L’argomento è
stato presentato da Lorenzo Rovis, presidente dell’Associazione delle Comunità Istriane. Essendosi
tutto ciò svolto dopo pranzo, andrebbe chiarito
se la cattiva digestione ha fatto male a qualcuno.
Gentes. Fondata a Roma la nuova Associazione «Gentes», un’associazione socio-culturale che si occuperà della valorizzazione del Quartiere Giuliano-Dalmata della capitale, sia da un
punto di vista storico per le sue origini legate alle
nostre genti, sia per la sua maggiore vivibilità di
tutti i giorni. Tra i soci fondatori vi sono seconde
generazioni di esuli e romani residenti da tempo
nel quartiere, a dimostrazione dell’integrazione
col territorio avviata da decenni dalla comunità
giuliano-dalmata. Primo presidente eletto il prof.
Giorgio Marsan.
Unione degli Istriani. Il sodalizio triestino ha
partecipato a Norimberga all’annuale raduno
degli esuli dai Sudeti. Con l’occasione il presidente Lacota ha annunciato: «Siamo pronti a
varare la bozza definitiva della costituzione di
questa nuova grande organizzazione che unirà
esuli di tutta Europa, dal Baltico all’Adriatico».
Prove generali da grande condottiero.
Unione degli Istriani. Il presidente Lacota non
si fa mancare niente, neanche una lunga intervista al giornale croato “Regional Istarski Magazin”,
nella quale esprime giudizi stupefacenti (appunto) sull’ANVGD, la Federazione e i rispettivi dirigenti. Abbiamo preso le sue dichiarazioni, le
abbiamo aggiunte a quelle sue sull’ultimo numero del notiziario dell’UI e a quelle del volantino distribuito alla frontiera di Trieste e abbiamo
contato in tutto ben 22 (ventidue!) dichiarazioni
campate in aria. Un bel record per il giovane
rampollo uscito dal nulla e destinato a pontificare fra gli Esuli fin quando scopriranno il reale
valore di una bolla di sapone.