Storia insolita del fiume Brembo
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Storia insolita del fiume Brembo
53 L’ECO DI BERGAMO VENERDÌ 3 OTTOBRE 2014 L’inchiesta Le storie dimenticate Il bimbo, il drago e il diamante Leggende sulle acque del Brembo Nel ’400 si raccontava di un neonato scampato alla furia del fiume grazie all’aiuto di un gallo E un mostro con una pietra preziosa in bocca terrorizzava il paese di Santa Brigida DI ROBERTO CONTI l Brembo nasce e finisce la sua corsa in territorio orobico. È per questo che i bergamaschi da sempre gli sono particolarmente affezionati. Come ogni fiume che si rispetti, anche il Brembo racconta la storia della civiltà nata nel suo grembo. Racconta di battaglie, di vere e proprie guerre, di eroi e di leggende. Lo spartiacque tra storia e leggenda però non sempre è facilmente identificabile. Probabilmente molte di esse sono sorte inizialmente come storia, o semplice cronaca, ma la fantasia di chi si prendeva la briga di raccontarle le ha via via trasformate in veri e propri miti. Un esempio è la storia di un bambino salvato miracolosamente dalle acque. Un tema tradizionale: basti pensare al piccolo Mosè salvato nel Nilo, o a Romolo e Remo – mitici fondatori di Roma – salvati da una lupa arrivata ad abbeverarsi al Tevere. La leggenda bergamasca è più simile a quella di Roma. Anche qui viene chiamato in causa un curioso animale che ha avuto la prontezza di salvare un bimbo abbandonato in una culla sul Brembo. Durante l’alluvione del 1493 una culla con dentro un bimbo in fasce venne abbandonata sulle acque del fiume. Difficile sapere se la piccola improvvisata imbarcazione arrivò in acqua casualmente, trascinata dalla corrente, strappandolo dalle braccia dei suoi genitori o se fossero stati loro a prendere questa amara decisione pur di salvarlo. Fatto sta che il piccolo ignaro navigatore si trovò ad essere trasportato dalle acque del fiume che, si sa, in alcuni punti sono particolarmente irrequiete. Mentre i cantastorie raccontavano questa leggende, probabilmente qualche acutissimo ascoltatore avrà fatto notare come fosse impossibile per una culla rimanere a galla in quelle condizioni. Ed ecco che la fantasia arriva in soccorso ancora una volta. La leggenda narra che all’interno della culla ci fosse un gallo. Il pennuto, per evitare che la culla si rovesciasse, saltava da una parte all’altra per bilanciarla. E deve esser stato molto fortunato il bambino, visto che riuscì a percorrere tutto il Brembo fino a raggiungere l’Adda. Dopo chilometri e chilometri di naviga- I Fiume Brembo Bergamo Il fiume Brembo a Ubiale Clanezzo. Sotto: a sinistra, la chiesa di San Giorgio ad Almenno San Salvatore; a destra, l’osso conservato nella chiesa zione la culla venne vista da alcuni abitanti di un paese in riva al fiume non meglio precisato. Si precipitarono a prelevarlo dalle acque mettendolo finalmente in salvo. Oltre al piccolo «Mosè bergamasco», al Brembo è collegata una cospicua mole di fiabe e leggende con protagonista un drago che infestava le acque del fiume. Un po’ come a Treviglio e circondario, dove si raccontava del mostro che infestava il leggendario lago Gerundo: un biscione o un drago che mieteva vittime senza pietà. Tornando alla strana creatura del Brembo, la fantasia dei cantastorie ha dato davvero il meglio di sé. Ad Almenno San Salvatore si parla di un improbabile drago che ban- chettava con i malcapitati che gli passavano vicino. Un bel dramma per un paese che basava, come tanti altri, la sua economia in gran parte sulla pesca. Ma pare che anche le acque del fiume iniziassero a stare un po’ strette all’animale. Così iniziò a girovagare per il paese seminando il panico ovunque. La situazione stava divenendo insoste- nibile e così un piccolo drappello di volontari decise di farla finita, si armò fino ai denti e coraggiosamente andò a sfidare il mostro. Alla fine, non senza fatica, riuscì ad avere la meglio sulla spaventosa creatura. Da tempo immemore un osso del drago (ma in realtà sembra sia un osso di balena) è conservato nella chiesa di San Giorgio. Il Senatori, industriali, banchieri e patrioti. Girolamo e suo figlio Giovanni Silvestri erano due imprenditori illuminati del XIX secolo cresciuti a Sovere e partiti dall’alto Sebino per conquistare il vertice del mondo economico italiano. La loro biografia è finita nel dimenticatoio per tanto tempo, ma merita di essere conosciuta e riscoperta: basti dire che Girolamo partecipò alle Cinque giornate di Milano e che fondò l’industria oggi conosciuta come Officine Meccaniche prima di creare Banca lombarda. Suo figlio Giovanni fu invece senatore del Regno, presi- dente di Confindustria e anche presidente della Federcalcio. Due figure straordinarie, insomma, il cui ricordo appare oggi sbiadito, conservato solo dal palazzo di famiglia che durante la seconda guerra mondiale accolse ragazze orfane e oggi ospita le scuole di Sovere. La prossima puntata La famiglia Silvestri di Sovere santo, non a caso, è rappresentato in tutti gli affreschi come un cavaliere che sconfigge il drago salvando così una principessa che rischiava di essere divorata dalla bestia. È il classico topos della vittoria del Bene sul Male. Secondo le principali versioni della leggenda di Almenno, pare che fu proprio lo stesso San Giorgio a sconfiggere il mostro. Una «reliquia» molto simile è conservata a pochi chilometri da Almenno, a Paladina, sul soffitto del Santuario della Natività della Beata Vergine. La fantasia la attribuisce al già citato drago, gli storici propendono per un fossile dello scheletro di una balena o di qualche altro animale. Sempre legata al Brembo c’è la leggenda del drago che sorvolava fischiando la valle lambita dal fiume prediligendo i laghi del Ponteranica come nascondiglio. Così anche la Bergamasca ha il suo Loch Ness. La storia venne raccontata nel 1938 da Carlo Traini, appassionato di leggende, sulle colonne de «L’Eco di Bergamo». Il mostro durante la calura estiva soggiornava nel piccolo comune di Santa Brigida, ai piedi del versante nord del monte Filone. In mezzo alla sua lingua biforcuta c’era un diamante, aveva quattro zampe, ali simili a quelle dei pipistrelli e una lunga coda. Il suo arrivo era annunciato da un fischio terribile che gettava nel panico tutti gli abitanti della zona. Come è facile intuire, furono in molti a tentare di rubargli il diamante, ma senza mai riuscirci. 1 ©RIPRODUZIONE RISERVATA (21 - Continua. Le puntate precede4nti sono state pubblicate l’8, 11, 15, 18, 22, 25 e 29 luglio; 1, 5, 8, 15, 19, 22, 26 e 29 agosto; 9, 12, 16 e 19 settembre)