Primo incontro: LA CONVERSIONE

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Primo incontro: LA CONVERSIONE
Comunità Pastorali di Seregno
Catechesi adulti
16 novembre 2012
CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO
Primo incontro: LA CONVERSIONE:
PREMESSA O CONSEGUENZA?
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO
LA SAMARITANA (GV 4): STORIA
DI UNA CONVERSIONE RIUSCITA
Sieger Koder, La Samaritana, seconda metà XX sec., collezione privata
Predicare con la pittura.
É lo stile di Sieger Koder, nato nel
1925
a
Wasseralfingen
(BadenWurttemberg). Dopo studi di arte, filologia
e teologia, viene ordinato prete cattolico nel
1971. È stato parroco in due parrocchie e
ora vive in pensione a Ellwangen, non lontano da Stoccarda. La rappresentazione di
scene della Scrittura o di temi comunque
religiosi avviene, non di rado, da punti di
vista decisamente insoliti rispetto alle raffigurazioni più “classiche”. Così anche in
questo caso. Di solito la scena dell’incontro tra Gesù e la Samaritana al
pozzo di Giacobbe risponde a schemi piuttosto comuni: Gesù seduto accanto o sul bordo del pozzo, la donna in piedi con la brocca in mano o
sulla testa, il pozzo più o meno al centro della scena, fermando i personaggi come in una fotografia.
Koder invece propone un punto di vista del tutto originale:
dall’interno del pozzo. È come se egli vi si calasse dentro e colloca anche noi, osservatori, nello stesso punto di vista. Questa prospettiva, oltre
che originale, aggiunge un valore altamente simbolico all’opera, dilatan-
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dola all’intero episodio evangelico
e suggerendo una lettura introspettiva della stessa figura della
Samaritana.
La donna, sola, si affaccia
al pozzo, ne scruta l’interno intuendone la profondità. Sembra
di cogliere il momento iniziale del
lungo dialogo con Gesù, ancora
segnato da distanza e, forse, anche da un po’ di polemica: «Se tu
conoscessi il dono di Dio e chi è
colui che ti dice:
"Dammi da bere!", tu
avresti chiesto a lui ed egli ti
avrebbe dato acqua viva».
Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è
profondo; da dove prendi dunque
quest’acqua viva? Sei tu forse più
grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui
con i suoi figli e il suo bestiame?».
Allo stesso tempo, però, è la posizione di chi non ha fretta, di chi
aspetta, pensa, si interroga, guarda con pazienza e meraviglia. Il dialogo
con Gesù, che a cerchi concentrici la porta a guardare dentro se stessa
con verità, è reso evidente proprio da questo senso di attesa e di domanda.
La risposta è in fondo al pozzo. Solo nella sincerità di una sguardo onesto su se stessa trova la verità di chi le parla: «Gli rispose la donna:
"So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa". Le dice Gesù: "Sono io, che parlo con te"». Il volto di
Gesù si vede solo riflesso, solo al termine di una “discesa” dentro se stes-
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si. Il pozzo è buio, solo l’apertura proietta un cono di luce che mostra il
riflesso nell’acqua. Il sole – una macchia di luce più intensa tra i due volti
– filtra nell’oscurità e proietta la sua luce sulla figura della donna. A rigor
di logica dovrebbe essere in ombra, apparendo come in controluce, invece è ben chiara e illuminata. Non è un particolare casuale: è la luce di
Cristo che ora la illumina dall’oscurità di una vita disordinata e superficiale. Quel Cristo è l’acqua per la sua sete, egli è il volto che rivela
all’uomo il suo destino.
La ricchezza dell’episodio evangelico, con una trama di temi che
si intreccia a creare un tessuto finissimo, è ripresa e riproposta dal pennello di Koder. Ritroviamo il tema della luce, caro all’evangelista Giovanni, che segna diversi passaggi del suo vangelo: «Veniva nel mondo la
luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1, 9). «Io sono la luce del
mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12). Anche Luca non tralascia riferimenti alla luce nel suo
Vangelo: «Verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge» – tanto per citarne
uno –che troviamo sulla bocca di
Zaccaria nel cantico di lode di fronte al compiersi delle promesse di
Dio.
Nel riflesso in fondo al pozzo luccica anche il tema dell’acqua
e del battesimo, anticipato dalle parole stesse di Gesù: «Chi berrà
dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che
io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita
eterna». (Gv 4,14). Così Gesù replica a Nicodemo: «In verità, in verità io
ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno
di Dio». (Gv 3,5). Allo stesso modo San Paolo: «Per mezzo del battesimo
dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo
fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi
possiamo camminare in una vita nuova».
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Il battesimo, come scelta che manifesta una conversione, è visto
dalla chiesa delle origini proprio come un’immersione. Il battistero era
una vera e propria vasca, il più delle volte con acqua corrente, nella quale il battezzando – un adulto che aveva deciso di abbracciare la fede e la
vita cristiana – si immergeva spogliandosi dei suoi abiti e dalla quale riemergeva ricevendo un abito nuovo, segno della vita nuova che in Cristo
è donata.
Semplicemente spingendoci e avvicinandoci ad un punto
di vista insolito e profondo, Koder
ci offre una lettura completa – ma
anche aperta – del racconto evangelico della Samaritana. Non ci
lascia come semplici spettatori,
magari un po’ distratti, ad osservare la scena da lontano, ma ci porta
nel luogo della verità di noi stessi:
la nostra coscienza.
E ciascuno ha un pozzo in cui guardare.
don Sergio Dell’Orto
S ul sito della parrocchia San Giovanni Bosco, www.parrocchiaceredo.it, si può trovare una presentazione ppt di questa scheda nella sezione catechesi adulti.