1-Ravenna Città d`arte - CTA

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1-Ravenna Città d`arte - CTA
1 - RAVENNA,Città d'Arte e dintorni
che da 2000 anni guarda il mare
I Mosaici Bizantini nei monumenti riconosciuti dall’UNESCO
Cenni Storici
L’Impero Romano, che aveva raggiunto la sua massima espansione
territoriale sotto l’imperatore Traiano (98-117 d.C.), iniziò la sua lunga
decadenza con le prime invasioni di popolazioni germaniche provenienti da
est.
Per affrontare il problema di tali invasioni, gli imperatori romani
adottarono la strategia di suddividere il territorio per meglio governarlo e
mutare di frequente la città capitale.
L’ultima suddivisione dell’impero avvenne nel 395 per opera
dell’imperatore Teodosio che assegnò la metà orientale, con capitale Costantinopoli (Bisanzio), al figlio Arcadio, e la
metà occidentale (l’Europa ad ovest del Reno e del Danubio e la costa africana) al figlio Onorio, con capitale Milano. Fu
Onorio che, per sfuggire ai Visigoti di Alarico, scelse Ravenna come capitale della sua parte d’impero. La città,
circondata da paludi e sul mare, era difficilmente accessibile agli invasori, uomini di terra, ed aperta ai soccorsi navali
da oriente.
Fu questo, per Ravenna, un periodo fiorente, sia per l’opera della Chiesa, che all’inizio del V secolo si era trasferita da
Classe a Ravenna (vi costruì la Cattedrale, il Battistero Neoniano, il Palazzo Arcivescovile) sia per l’opera del
governo imperiale (edificò la Basilica di San Giovanni Evangelista, Santa Croce, il Mausoleo di Galla Placidia).
Ravenna fu capitale di un impero invaso da popoli barbari che, dal 406 in poi, occuparono e spezzarono l’Europa in
tanti territori. Nel 451 giunsero gli Unni di Attila, nel 455, dall’Africa, i Vandali di Genserico che saccheggiarono Roma
(già violata nel 411 dai Visigoti di Alarico).Da Ravenna gli imperatori d’Occidente poterono governare solo il territorio
italiano.Dal 476 il barbaro Odoacre detenne il potere per 17 anni poi, fu detronizzato e ucciso da un altro barbaro,
Teodorico, capo degli Ostrogoti che governò l’Italia per 33 anni dal 493 al 526.Questo fu il secondo periodo fiorente
per la città, che si arricchì della Cattedrale ariana del Battistero ariano, della chiesa adiacente al palazzo imperiale,
denominata successivamente Sant’Apollinare Nuovo e del Mausoleo.
Teodorico morì nel 526 e i suoi successori dovettero far fronte all’esercito dell’imperatore d’Oriente Giustiniano che
volle ricostituire la compattezza dell’impero riconquistando i teritori occupati dai barbari. Vinsero gli eserciti di
Giustiniano (i bizantini) che occuparono Ravenna nel 540 e liberarono l’Italia nel 553.
Negli anni della conquista bizantina si portarono a compimento le Basiliche di San Vitale, di Santa Maria Maggiore e di
Sant’Apollinare in Classe.
Ma nel 568 entrarono in Italia altri invasori, i Longobardi, che sottrassero all’impero d’Oriente, in pochi anni, buona
parte d’Italia ma non Ravenna e un ampio territorio attorno ad essa.
Così Ravenna continuò ad essere Capitale di pochi lembi d’Italia e in modo sempre meno efficace.
L’Imperatore d’Oriente vi collocò un suo rappresentante, l’Esarca, che permase fino al 751, quando la città fu occupata
dai Longobardi.
I Luoghi della visita
Per un’attenta e approfondita visita si consigliano almeno due giornate, sei monumenti sono nel Centro Storico e
raggiungibili a piedi; si trovano in periferia il Mausoleo di Teodorico e la Basilica di S.Apollinare in Classe per i quali è
opportuno utilizzare il proprio mezzo di trasporto. L’orario di apertura è continuato quindi, per utilizzare a pieno il
tempo disponibile, le soste per il ristoro dovranno essere brevi.
BASILICA DI SAN VITALE
La Basilica di San Vitale è una delle più pure creazioni dell’arte paleocristiana in Italia, una forma di
transizione dall’architettura classica a quella bizantina. Fu eretta dopo il 525 e consacrata nel 547 dal
vescovo Massimiano che si fece rappresentare nei mosaici del presbiterio. La basilica è a pianta
ottagonale, l’esterno presenta una ricchissima alternanza di volumi architettonici, l’interno è di
sorprendente bellezza per l’originalità della struttura, la ricchezza del rivestimento marmoreo e della
decorazione musiva. Nella Basilica di San Vitale emerge una diversa concezione della spazialità con
una tendenza al verticalismo che si esprime negli arditi arconi. Il presbiterio è la parte più preziosa
per gli stupendi mosaici che propongono una lettura iconologica legata al tema della liturgia. Scene dell’offertorio sono
rappresentate nelle lunette con le raffigurazioni dei sacrifici di Abramo, Abele e di Melchisedec. Nell’arcone trionfale le
due simboliche città gemmate: quella della nascita (Betlemme) e quella della morte e resurrezione (Gerusalemme).
Nella teofania absidale Cristo è seduto sul globo fra gli arcangeli che introducono San Vitale e il vescovo Ecclesio. Al
tema celeste del catino absidale corrisponde, nei due pannelli imperiali di Giustiniano e Teodora, la rappresentazione
del tema terrestre: anche il monarca e la basilissa, in processione imperiale, recano offerte; lo spazio sacro della
liturgia si coniuga con sacralità imperiale.
MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA
Il Mausoleo di Galla Placidia è una piccola e sobria costruzione in cotto a forma di croce latina,
dalle linee semplici ed essenziali, costruito fra il 425 e il 450. La semplicità dell’esterno non lascia
immaginare la ricchezza dell’interno. Entrando nel Mausoleo si è colpiti dal fasto delle decorazioni
e delle scene a mosaico, dalla ricchezza dei marmi e dall’atmosfera notturna. La luce filtra dalle piccole finestre di
alabastro, tutto il risalto architettonico si dissolve in cromatismo puro. Nella cupola è raffigurato un cielo notturno con
cerchi concentrici di stelle, al centro una croce latina orientata ad est. Temi iconografici dei mosaici rappresentano la
vittoria della vita sulla morte, come nel caso delle colombe e dei cervi che si dissetano.
BATTISTERO NEONIANO
Il Battistero Neoniano è noto anche come Battistero degli Ortodossi per distinguerlo da quello
degli Ariani voluto da Teodorico. Come i principali monumenti Ravennati ha la caratteristica di
avere un aspetto esterno elegantemente semplice di grande rigore di linee. Lo splendore è
tutto riservato all’interno, le tarsie marmoree, gli stucchi e soprattutto la policromia dei mosaici
creano un’atmosfera il cui colore e bellezza diventano avvolgenti. Forse questo, come altri monumenti rispecchia le
caratteristiche di una città che non si rivela con il monumento, ma va ricercata e scoperta un po’ alla volta.
CAPPELLA ARCIVESCOVILE
La Cappella Arcivescovile fu costruita durante il regno di Teodorico verso la fine del V secolo ed è
coeva al Battistero degli Ariani. E’ l’unico monumento ortodosso durante il regno di Teodorico,
quando il culto dominante era quello ariano. Era l’oratorio privato del vescovo ed i cicli musivi
dell’interno propongono la lotta all’eresia ariana con la rappresentazione di Cristo Guerriero che
calpesta un leone ed un serpente. Nel vestibolo che precede la Cappella vi è una lunga iscrizione
latina, originariamente in mosaico ed oggi in parte dipinta, il cui primo verso narra: Aut lux hic nata
est, aut capta hic libera regnat“O la luce è qui nata, o catturata, qui libera regna”
Sono parole che esprimono la suggestiva e policroma luminosità degli ambienti decorati a mosaico.
BATTISTERO DEGLI ARIANI
In contrapposizione al Battistero degli Ortodossi, Teodorico costruì per il suo popolo il Battistero degli
Ariani. Costruito nel periodo più fulgido del regno dei Goti, all’inizio del VI secolo, il Battistero si
presentava più complesso e articolato rispetto alla costruzione oggi visibile. E’ a pianta ottagonale, la
cupola è ornata da un mosaico che rappresenta il battesimo di Cristo considerato dagli Ariani prima Uomo
poi figlio di Dio.
BASILICA DI SANT’APOLLINARE NUOVO
La Basilica, oggi chiamata di S.Apollinare Nuovo, fu fatta erigere da Teodorico all’inizio
del VI secolo per la pratica del culto ariano; venne poi consacrata al culto cattolico e
dedicata a S.Martino. La Basilica era decorata con mosaici policromi recanti i segni delle
fede ariana e raffiguranti i personaggi della corte di Teodorico; la conversione al culto
cattolico determinò la modifica e la parziale epurazione di alcune immagini. Le pareti
della parte mediana sono rivestite di mosaici, nella parte più alta sono rappresentati i
cicli della vita e della passione di Cristo che risalgono al principio del VI secolo, nella
zona inferiore le due stupende processioni dei martiri e delle vergini del periodo bizantino.
MAUSOLEO DI TEODORICO
Il Mausoleo che Teodorico si fece costruire nella sua capitale è un episodio
architettonico unico e irripetibile. Il re Goto era ancora in vita, quando volle la sua
tomba in un’area già usata come sepolcreto non lontano dalla città fra la laguna e le
mura: un’opera di meravigliosa grandezza. Il Mausoleo è costruito con grandi blocchi di
sasso istriano, a pianta centrale, si sviluppa su due piani ed è coperto da un unico
grande masso del diametro di più di 10 metri, spesso 1 metro e dal peso di oltre 30
tonnellate.Probabilmente uno dei più grandi monoliti al mondo usato come cupola. Una
corona di 12 modaglioni, ricavata dallo stesso blocco che forma la cupola, porta incisi i
nomi dei quattro Evangelisti e di otto Apostoli.Queste forme ci portano alla mente la corona regale o anche dell’elmo
del guerriero.Poco sotto il disco inizia una grande fenditura che giunge fino al bordo; la crepa ebbe probabilmente
origine durante i lavori della messa in opera del monolite che quasi certamente fu innalzato utilizzando un piano
inclinato. Secondo la leggenda la cupola sarebbe stata spaccata dalla folgore divina che abbattendosi su Teodorico,
seduto all’interno, lo avrebbe ucciso come punizione per i suoi delitti.Si sarebbe così avverata la profezia che gli era
stata fatta e cioè che egli doveva morire colpito da un fulmine. Ed era proprio per evitare l’avverarsi della profezia,
continua la leggenda, che Teodorico aveva fatto costruire il solidissimo edificio. Il vano interno è rischiarato da alcune
finestrelle, quella esposta ad est è a forma di croce ed orienta anche il mausoleo, come altri edifici Ravennati di epoca
proto-cristiana, verso l’oriente.
BASILICA DI SANT’APOLLINARE IN CLASSE
La Basilica di S.Apollinare in Classe, a 5 chilometri da Ravenna, fu consacrata nel
549 fuori dalle mura dell’antico centro portuale. La mole dell’edificio, con il
campanile cilindrico, si erge maestosa a dominare la pianura anche se, quando fu
costruita, la Basilica era vicina al mare. L’interno è solenne e grandioso, a tre
navate con preziose colonne dai capitelli bizantini; ben 56 finestre lo illuminano
accentuando l’impressione di dilatazione luminosa e di ampio respiro che gli
armoniosi rapporti proporzionali gli conferiscono. Il luminoso interno si conclude
con la decorazione parietale dell’ampia abside e dell’arco trionfale. I mosaici del
catino absidale rappresentano la grande figura del Santo patrono di Ravenna
immerso in un paesaggio che ricorda gli ambienti ravennati.
Il messaggio dei mosaici di Ravenna è a un punto nodale della storia dell’arte e le immagini formate dalle
piccole tessere di vetro, spaziano dal realismo al simbolismo. E’ un messaggio religioso che rappresenta
l’iconologia cristiana e ne racconta la storia. E’ esplosione di luce e di colore che supera il tempo con oltre
200 diverse tonalità e sfumature.
RAVENNA e DINTORNI
DISTRETTO TURISTICO della COSTA ADRIATICA ROMAGNOLA
RAVENNA per UN TURISMO di QUALITA'
Il CTA di Ravenna, ha aperto una uova stagione di attività, assumendo i principi della Carta
dei Valori del Volontariato e con questa guida ha inteso aprire nuovi spazi di intervento del
Volontariato CTA.
Il Progetto, finalizzato anche al PIANO di GESTIONE del SITO UNESCO di RAVENNA, e alla
Candidatura di Ravenna Capitale della Cultura Europea nel 2019 .
HA come obbiettivo principale il miglioramento dell'informazione, dell'accoglienza e
dell'assistenza ai Soci CTA o ACLI che raggiungono la Città di Ravenna,per visite o vacanze,
soprattutto nei periodi di massima affluenza. Gli interventi previsti costituiscono
un valido supporto alla corretta programmazione e preparazione del viaggio, superando la
frammentazione e la dispersione delle informazioni esistenti.
La nozione di Accoglienza e Ospitalità è al cuore stesso dell'attività turistica, essendo
questa essenzialmente fondata sullo scambio, gli incontri, il contatto. Di fatto, il prodotto
turistico è un prodotto ad altissima componente relazionale, come testimoniano anche le
ricerche di mercato che pongono la qualità delle strutture ricettive e l'ospitalità della
popolazione ai primi posti come importanza nell'elenco degli elementi che compongono
l'offerta turistica.
In questo modo il CTA di Ravenna intende promuovere, in una realtà locale all'avanguardia,
un'attenta cultura dell’Accoglienza Turistica, dell'Ospitalità,nell’ottica di incrementarne
costantemente la qualità e istituire un patto di prossimità che rafforzi le relazioni e ne
garantisca la durata nel tempo.
Ai volontari CTA viene perciò affidato il ruolo di fornitori di servizi gratuiti aggiuntivi di
integrazione a quelli messi a disposizione dagli Enti Pubblici dell’Accoglienza e
dell'Informazione Turistica.
L'attività si può svolgere, presso il Centro di Accoglienza Turistica (Mausoleo di Teodorico),
sulla base di Convenzione con il Comune di Ravenna,o presso la Sede del CTA a Ravenna in
Via Baccarini,66-68,fornendo i servizi, preventivamente prenotati,ad esempio:
A-Sperimentare, attraverso un nuovo servizio di assistenza e consulenza
on-line(tramite l'E-Mail:[email protected],per rispondere alla nuova domanda di
personalizzazione del pacchetto turistico, per visite o vacanze per singoli,gruppi e
famiglie,soprattutto nei periodi di massima affluenza
B-All'arrivo,viene offerta gratuitamente, anche, l'introduzione alla visita della Città e
ai monumenti UNESCO di Ravenna,con la proiezione di un filmato di 18-20 minuti e la
fornitura di tutte le informazioni pratiche.
Mirabilandia, il parco più grande d’Italia, si trova a Ravenna,
famosa città d’arte, in prossimità delle più rinomate località balneari della Riviera Adriatica.
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IL PARCO del DELTA del PO
Un Parco di natura
Sono le particolarità ambientali e paesaggistiche che contraddistinguono e differenziano le
“stazioni” del Parco: “ambiti territoriali omogenei”, come le definisce la
Legge istitutiva. Per tutte il denominatore comune è l’acqua, ancorché a
vari gradi di salinità, ha determinato l’origine di splendidi ambienti
naturali. E dall’acqua, accanto all’acqua, si sono sviluppate nei secoli tutte
le attività dell’uomo legate alla pesca, all’agricoltura, alla tradizione, alla
cultura, all’arte.
La straordinaria presenza di uccelli, con oltre 300 specie fra nidificanti,
svernanti o di passo insieme ad alcuni mammiferi, come il “cervo delle dune” del Bosco della
Mesola, costituisce un patrimonio di fauna di elevato valore. Così come tutti gli elementi
“verdi” del Parco, come boschi planiziali o igrofili, pinete e dune rappresentano il patrimonio
della flora del delta del Po.
Il Parco racchiude al suo interno straordinarie testimonianze ambientali, artistiche,
naturalistiche di quello che c’ è intorno al Delta del Po. Un Delta storico ma anche l’attivissimo
Delta di oggi.
Il Parco Delta del Po Emilia-Romagna, in collaborazione con il Parco
Oltremare,
l’Associazione
Ornitologi
dell’Emilia-Romagna (AsOER) e
l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA)
sostengono l'iniziativa adotta un fenicottero. L’iniziativa si inserisce in un
contesto più ampio ed ha lo scopo ultimo di migliorare le conoscenze
relative ai fenicotteri per garantirne la conservazione.
COMACCHIO
La località è posta a 3 chilometri dal mare, sulla costa nord
dell’Emilia-Romagna, nel Delta del Po, a 50 km da Ferrara, 35 km da Ravenna, 110 km da
Venezia.Perchè visitarla Comacchio, “la “piccola Venezia”, è una città lagunare che incanta:
è garbata e genuina, dotata di una vitalità che trova linfa nel rispetto della propria storia e
dell’ambiente che la circonda.
Un nitore diffuso ricorda la vicinanza con il mare, la cui luce inonda gli spazi urbani, potenziata
dalle superfici quiete dei canali. Scrigno di particolari bellezze naturalistiche e testimonianze
storiche, Comacchio, oggi considerata la capitale del Parco del Delta del Po, è un piccolo centro
che nasce e vive tra terra e acqua
POMPOSA
La presenza già certa al VI-VII secolo di un cenobio benedettino nell’Insula Pomposia è testimoniata, per
la prima volta, in un documento dell’anno 874 in cui Papa Giovanni VII reclamava al papato la
giurisdizione sul monastero contro la diocesi di Ravenna. Luogo ameno e fertile – fino a quando
l’inondazione seguita alla rotta degli argini del Po a Ficarolo (1152) non determina sostanziali mutamenti
climatici e ambientali nella zona del delta padano – l’isola pomposiana favorisce lo sviluppo di un’abbazia
ricca e potente, che raggiunge l’apice della sua fama e l’indipendenza nel XI secolo.