Guida_autoinseminazione

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Guida_autoinseminazione
Breve guida
all’autoinseminazione
(Realizzata da Arcilesbica nel 2000, in occasione della campagna per
l’autoinseminazione)
In questi giorni in Italia sta per essere discusso il Testo Unificato di Legge "Disposizioni in
materia di procreazione medicalmente assistita", elaborato dalla Commissione Affari
Sociali. Questa legge, se approvata, impedirà alle
donne singole ed alle lesbiche
l'accesso alle Tecniche di Riproduzione Assistita (T.R.A), consentendolo solo alle coppie
eterosessuali unite da stabile legame, e riproponendo cosi ancora una vote la famiglia
eterosessuale come unico modello.
È utile focalizzare l'attenzione su un precedente; quando grazie alla scienza si diffusero
gli anticoncezionali fu una grande innovazione perché per la prima volta la sessualità fu
separata dalla maternità: quest'ultima non era più un rischio da correre necessariamente.
A quel punto la maternità e la paternità diventavano una scelta responsabile.
Oggi ci troviamo in una situazione analoga, perché la scienza ha trovato il modo di
scindere la maternità dalla sessualità: con il ricorso alle TRA o con l’autoinseminazione
(Al) è possibile realizzare una gravidanza senza passare per il rapporto sessuale. In
questa società si può così pensare a sessualità e procreazione come due cose distinte
che si possono scegliere entrambe liberamente.
Ci sono degli uomini che per i motivi più vari scelgono di fare i donatori e ci sono delle
donne che vogliono essere madri e lo vogliono essere autonomamente. Si configura cosi
un accordo fra uomini e donne che avviene all’interno della società. Non c'è un delirio di
onnipotenza delle donne, non c'è una mancanza di senso del limite, ma un patto che
viene stipulato questa volta non tra due singoli individui, maschio e femmina, che
scelgono di procreare insieme, bensì socialmente fra degli uomini che decidono di fare i
donatori e delle donne che decidono di usufruire di quanto è stato liberamente donato. Si
tratta di un patto sociale molto civile e non si capisce in nome di quale etica si possa
legittimamente interferire.
Arcilesbica, con questa campagna sull'Autoinseminazione, intende svolgere un'azione di
denuncia contro questa legge che, invece di tutelare la salute della donna e del nascituro,
discrimina le lesbiche e lede la libertà di ogni donna. La procreazione è una capacità del
corpo femminile che non può essere messa in discussione.
L’ AUTOINSEMINAZIONE
L’autoinseminazione è, per una donna fertile, un modo di avere figli senza avere rapporti
sessuali con un uomo e senza ricorrere ai centri che si occupano di tecniche per la
riproduzione assistita.
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Non c'è un modo giusto per farlo ed ognuna dovrà scegliere sulla base del proprio giudizio
se ricorrere ad un donatore conosciuto piuttosto che anonimo, o se coinvolgere la propria
compagna in un progetto di cogenitorialità.
La famiglia può essere composta di persone diverse, che tra loro hanno diversi tipi di
relazione, senza per questo essere luoghi meno sani in cui far crescere dei bambini. Sta
cambiando la definizione di famiglia, che non è più limitata ad un gruppo di persone con
legami di sangue, e si è espansa fino ad includere persone che semplicemente si amano e
desiderano prendersi cura le une delle altre.
Questo, tra l'altro, non deve neanche necessariamente includere dei bambini
TROVARE IL DONATORE
Per prima cosa, bisogna scegliere II tipo di contatto che si Intende avara con il donatore.
Per semplificare, abbiamo suddiviso i donatori in quattro tipologie:
1. donatori anonimi
2. donatori di cui si conosce l’identità, ma con cui non si hanno contatti
3. donatori di cui si conosce l’identità, e cui si hanno contatti
4. donatori che saranno co-genitori.
Deciso il tipo di donatore, bisogna trovare un uomo che collabori.
Raramente la questione si presenta semplice: si può chiedere agli amici, ai fratelli delle
partner, a vecchi amanti, a gruppi e associazioni maschili. Si può chiedere alle donne che
hanno già fatto l’autoinseminazione di poter usare i loro donatori, si possono formare
gruppi di auto-aiuto per trovare dei donatori e, soprattutto, per darsi coraggio e sostegno.
Gli uomini disponibili a diventare donatori si trovano più frequentemente in quelle realtà
sociali In cui è concepibile che una lesbica o una single abbiano dei figli
AUTOINSEMINAZIONE: COME FARE
Durante un ciclo mestruale viene prodotto un solo ovulo maturo, raramente due. Il periodo
di fertilità nel corso dal ciclo varia da due a sette giorni. I giorni fertili sono quelli precedenti
l'ovulazione e quello dell'ovulazione stessa. E' possibile imparare a riconoscerli.
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La fertilità durante questi giorni è dovuta alla presenza di un muco particolare prodotto
dalla cervice. Gli spermatozoi riescono o meno ad entrare nell’utero proprio a seconda del
tipo di muco. La sopravvivenza dello spermatozoo (che ha una vita media di tre/cinque
giorni) in attesa che l'ovulo sia pronto, è garantita dalla presenza del muco "fertile”, che
molte donne producono per più di sei giorni prima dell’ovulazione.
Nel periodo immediatamente successivo all'ovulazione e durante gli altri giorni del ciclo
mestruale, la cervice produce un muco denso, bianco e vischioso (o non ne produce
affatto), e l'orifizio dell'utero si chiude. Questo tipo di muco funge da barriera per gli
spermatozoi, che non riuscendo ad attraversarlo per raggiungere le tube di Falloppio,
muoiono nell'arco di poche ore.
IDENTIFICARE I GIORNI FERTILI
Si può individuare il periodo di fertilità principalmente in due modi.
1. calcolando i giorni fertili a seconda della lunghezza del ciclo;
2. riconoscendo i cambiamenti del muco cervicale.
GÌ sono poi metodi secondari, utili soprattutto per quelle donne con cicli mestruali molto
irregolari o che producono muco fertile non facilmente riconoscibile. In particolare, e'
possibile riconoscere i cambiamenti della posizione e condizione della cervice, registrare
le variazioni della temperatura basale o utilizzare appositi kit per identificare i giorni fertili.
CALCOLARE I GIORNI FERTILI DALLA LUNGHEZZA DEL CICLO
E’ necessario registrare la lunghezza del ciclo molto prima di iniziarel’inseminazione. Il
primo giorno di mestruazioni va contato come giorno 1. Variazioni tra i 21 e i 40 giorni
sono considerate normali.
La maggior parte delle donne ha il giorno dell'ovulazione compreso tra i 10 e i i6 giorni
prima della mestruazione, i giorni fertili sono i sei giorni che precedono l'ovulazione.
Le donne con cicli regolari possono calcolare sommariamente il giorno dell'ovulazione
sottraendo 10-16 dal numero dei giorni del ciclo completo, e calcolare i giorni fertili
sottraendo qualche giorno da quello dell’ovulazione. Per esempio, una donna con cicli
regolari di 31 giorni ovulerà tra il 15° ed il 21° giorno e sarà fertile dal 10° al 21°. Una
donna con cicli regolari di 25 giorni ovulerà tra il 9° e il 15° giorno e sarà fertile tra il 4° ed il
15°. Potrà quindi fare in modo che l'inseminazione avvenga in quei giorni. Con un numero
sufficiente di inseminazioni (dalle due alte cinque per ciclo), questo calcolo approssimativo
ha di norma buoni risultati, sempre che i cicli siano regolari.
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Ciclo
di 28 gg
GIORNI FERTILI
non fertili
1
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OVULAZIONE
non fertili
12
18
28
Non tutte le donne hanno cicli regolari, ed in ogni caso la lunghezza del ciclo può
cambiare per lo stress provocato dal desiderio di restare incinta. Non è raro, quindi,
registrare cicli regolali per poi scoprire che diventano irregolari. Nel caso di donne molto
fertili, possono essere sufficienti calcoli approssimativi, anche se i cicli sono irregolari,
altrimenti è meglio affidarsi al controllo del muco. dato che è più probabile non trovare i
giorni fertili se ci sono grandi variazioni da ciclo a ciclo.
RICONOSCERE I CAMBIAMENTI DEL MUCO CERVICALE
Nei giorni non fertili, la cervice produce muco bianco e denso (simile a gelatina spessa),
che preso tra le dita si rivela molto poco elastico. È secco. Denso e attaccaticcio; ha un
odore pungente, quasi acido. La quantità varia da donna a donna (a volte non ne viene
prodotto affatto), L'orifizio dell'utero è chiuso e la vagina asciutta.
Nei giorni fertili, viene prodotto muco sottile, trasparente e molto simile all'albume, che può
essere visto direttamente sulla cervice con l'ausilio di uno specchio. È umido e liquido, e,
in quanto abbastanza elastico, può essere tirato tra due dita anche per diversi centimetri.
L'odore e il sapore sono dolci o comunque meno acidi rispetto al muco non fertile. Con
l'aiuto di uno specchio è anche possibile vedere l'orifizio dell'utero aperto prima
dell'ovulazione, e chiuso subito dopo. Alcune producono il muco per due giorni, altre per
sei, quindi ogni donna, per sapere per quanti giorni lo produce, deve esclusivamente
osservare se stessa. Tuttavia, purché i! muco venga prodotto, non è importante la
quantità. È importante invece sottoporsi all'inseminazione proprio quando il muco fertile
viene prodotto.
L'osservazione del muco può essere interrotta da infezioni vaginali, che provocano delle
perdite, da droghe e da qualunque cosa interferisca con il ciclo mestruale (stanchezza,
stress o lunghi viaggi). Se non avviene ovulazione, non viene prodotto muco fertile. Può
essere necessario osservare diversi cicli mestruali prima di riconoscere i cambiamenti
delle secrezioni, tanto da poter capire la differenza tra quelle che corrispondono a muco
fertile e quelle prodotte, per esempio, dall'eccitazione sessuale. È quindi meglio entrare in
confidenza con il proprio ciclo prima di tentare di restare incinta.
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RACCOGLIERE E CONSERVARE IL SEME
II contributo dell'uomo al processo di fecondazione è una piccola quantità di liquido detto
seme. È semplice procurarsi del seme: basta chiedere ad un uomo che si masturbi e che
eiaculi in un contenitore pulito, meglio se di plastica o porcellana. Non è necessario che il
contenitore sia sterile, ma deve essere ben lavato e sciacquato. Il metallo e il polistirolo
possono danneggiare gli spermatozoi. L'uso di un preservativo non è consigliabile,
soprattutto se è trattato con spermicida.
La quantità di seme dovrebbe essere fra i 2 e i 6 millilitri (1 ml è circa un quarto di
cucchiaino da tè). Se se ne raccoglie meno di 1 ml, è probabile che l'eiaculazione non sia
stata completa, e si dovrebbe ripetere l'operazione. Il seme deve avere colore bianco-latte,
o poco più scuro, con un odore particolare. Se appare grigiastro o marroncino e/o ha un
odore pungente e fastidioso, è possibile che l'uomo abbia qualche infezione o che ci sia
un'emorragia nell'apparato urogenitale: in questo caso, pur potendo il seme essere
ugualmente fertile, non va usato. Il seme molto chiaro, come la saliva, di norma contiene
un numero molto basso di spermatozoi e non è affidabile per l'autoinseminazione.
Subito dopo l'eiaculazione, il seme si raggruma, ma nell'arco di venti minuti si liquefa,
diventando più semplice da aspirare con una siringa. Gli spermatozoi sono più forti di
quello che si crede. Una volta fuori dal corpo, se c'è sufficiente liquido seminale per evitare
l'essiccamento, sopravvivono per diverse ore.
Gli spermatozoi vivono più a lungo (almeno sei ore, se non di più) se si impedisce che si
secchino e se hanno un minimo contatto con l'aria. Ci sono due piccole precauzioni che
aiutano:
1. Mettere il seme in un contenitore alto e sottile, piuttosto che in uno basso, oppure
aspirarlo nella siringa non appena si sia liquefatto, assicurare lo stantuffo e avvolgere la
siringa in un po' di pellicola trasparente.
2. Diluire il seme in una soluzione salina, (si può trovare in farmacia). perché questa ha la
giusta concentrazione di cloruro dì sodio. Alla soluzione salina vanno aggiunti due
pizzichi di bicarbonato di sodio puro (non quello da cucina), quindi si unisce il seme alla
soluzione in parti uguali. Il seme non va diluito troppo, e non va mai mischiato all'acqua,
che provocherebbe l'esplosione degli spermatozoi.
Il seme può essere tenuto a temperatura ambiente o ad una temperatura simile a quella
corporea, ma non più alta. È meglio tenerlo troppo freddo che troppo caldo. Per questo,
durante il trasporto, si può tenere il contenitore vicino alla pelle, anche se non è una parte
obbligatoria del processo. È, però, indispensabile evitare di mettere il contenitore vicino al
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fuoco o esporto direttamente alla luce del sole.
Alcune donne usano il seme di più di un uomo per le diverse inseminazioni per far si che
sia più difficile identificare il padre. Ultimamente è stato provato che è un sistema
sconveniente, perché gli spermatozoi possono bloccarsi a vicenda, oltre al fatto che i test
genetici permettono comunque di capire quale donatore sia il padre biologico, nel caso
questi volesse essere riconosciuto.
LE CONSEGUENZE SUL BAMBINO
Le conseguenze sul bambino sono inevitabilmente diverse da quelle che subisce la
madre, ma non è possibile prevederle tutte. Sono molti i bambini che vogliono sapere chi
sia il loro padre, ma non tutti. Alcuni non mostrano curiosità alcuna o sono minimamente
interessati. Alcuni fanno domande e restano tranquillamente soddisfatti dalle risposte.
Tuttavia, è prematuro generalizzare i desideri dei bambini, considerato che quelli più
grandi — concepiti con l'autoinseminazione — sono appena adolescenti. Non sappiamo
come si sentiranno da adulti, quando magari avranno dei figli a loro volta.
LE CONSEGUENZE PER I DONATORI
Chi scegliesse l'anonimato del donatore dovrà cercare uomini pronti ad abbandonare
qualunque tipo di interesse nei confronti dei figli. In questo senso, il donatore migliore che
si può trovare è quello che dona il seme con lo stesso atteggiamento di chi dona il sangue:
sta facendo un favore ad una sconosciuta, ma non si può aspettare di venire coinvolto in
ciò che ne deriva. Fortunatamente ci sono uomini che donano il seme tranquillamente.
Alcuni lo fanno come favore ad un'amica, altri per ragioni politiche. Sembra che molti non
si trascinino dietro conseguenze di alcun genere. Sono i gay, di solito, ad essere i più
disponibili. È più facile che capiscano i problemi di lesbiche e single a restare incinte, e
hanno più volte mostrato solidarietà donando il loro seme senza condizioni.
COME ESAMINARE UN DONATORE
Decidere di avere un figlio è una scelta cosciente. L'opportunità di scegliere i! donatore
comprende anche la possibilità di proteggere se stesse e il bambino da un gran numero di
malattie infettive ed ereditarie. Vagliare accuratamente è necessario ma, per quanto
l'esame del donatore sia minuzioso, o per quanto una donna si prenda cura della propria
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salute, non è possibile prevenire con certezza tutte le possibili malattie o complicazioni
che potrebbero colpire la madre e/o il bambino. D'altra parte non è una situazione diversa
rispetto a quella delle donne che hanno figli tramite rapporti sessuali. Qualunque uomo
che sia un donatore corretto non avrà difficoltà a capire i motivi per cui gli vengono fatte
certe domande e sarà disponibile a rispondere. In caso contrario, cercate un altro
donatore. Può essere utile per avere un'anamnesi più completa del donatore nel caso in
cui il bambino si ammalasse e i medici richiedessero informazioni mediche sui genitori.
ESAMINARE LA FERTILITÀ
Scegliendo un donatore, la prima cosa da scoprire è se questi sia fertile. Alcuni elementi
possono guidare questa scelta:
1. Se ha già avuto figli. Questa è la prova migliore della fertilità di un uomo e vale la
pena di chiederlo alla prima intervista.
2. Analisi del seme. Sarebbe meglio avere i risultati di un'analisi del seme prima di
iniziare le inseminazioni.
3. Età. Una gravidanza diventa meno probabile con il seme di uomini più anziani
(anche se questo non significa che uomini più vecchi non possano diventare padri).
MALATTIE A TRASMISSIONE SESSUALE
Madre e figlio corrono dei seri rischi se il donatore ha contratto una malattia a trasmissione
sessuale come HIV, gonorrea, sifilide, epatite B, mycoplasma, clamidia, herpes,
Citomegalovirus (CMV) e tricomonas. Il seme è veicolo di contagio di queste malattie, non
solo, quindi, durante i rapporti sessuali, ma anche attraverso le tecniche di inseminazione.
•AIDS
Non basta chiedere ad un uomo se sia affetto da HIV. Molti potrebbero non saperlo a
causa dell'assenza di sintomi, che a volte non compaiono prima di molti anni. Non si può
dire se un uomo ne sia affetto in base al suo aspetto fisico. Per questo è necessario che il
donatore sia disponibile a lasciarsi intervistare circa i propri comportamenti ed a sottoporsi
ad alcuni esami del sangue Per prima cosa,'è necessario rivolgere al donatore una serie di
domande tese ad escludere qualunque rischio di contagio negli ultimi 6 mesi. Il virus HIV
si trasmette esclusivamente attraverso il contatto con sangue, liquido seminale o
secrezioni vaginali di una persona infetta. Intervistate quindi il potenziale donatore a
proposto di;
1. Sesso. Attività sessuali a rischio sono rapporti anali e vaginali senza l’uso di
preservativi.
2. Condividere oggetti che possano bucare, o comunque lacerare la pelle.
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Siringhe, rasoi, lamette. Tatuaggi, buchi alle orecchie, pierching ove non si usino
strumenti sterili
3. Contatti con sangue e emoderivati infetti,
Se si ritiene che tutte te risposte siano soddisfacenti occorre chiedere al donatore che si
sottoponga ad alcuni esami. Un solo test negativo par la ricerca di anticorpi anti HIV,
infatti, non è sufficiente per assicurare che iI donatore non sia stato contagiato dall'HIV
negli ultimi sei mesi. Potrebbe infatti trovarsi nel cosiddetto periodo finestra che
solitamente corrisponde alle 6-8 settimane dal contagio ma che può estendersi fino a sei
mesi dall'evento che ha determinato il contagio e durante il quale il soggetto che abbia
contratto il virus, pur potendo risultare sieronegativo,è in grado di trasmetterlo.
Bisogna quindi assicurarsi che il test per la ricerca degli anticorpi anti HIV si mantenga
negativo nei 6 mesi dopo l'ultimo contatto potenzialmente infettante. In quanto con
l'autoinseminazione viene usato sperma freso e non è possibile chiedere al donatore di
fare un esame a distanza di 6 mesi dalla donazione e usarne il seme solo in caso di test
negativo.
Per ridurre i tempi, è possibile in alcuni centri chiedere che il donatore si sottoponga ad un
test in grado di svelare il virus già nei primi giorni dopo il contagio. Si fratta della PCR per
HIV (Polymerase Chain Reaction) che ricerca nel sangue direttamente l'RNA virale e non
gli anticorpi anti HIV, che diviene positivo entro due settimane dal contagio.
Nessun certificato cha attesti la negatività del test può essere quindi un’assoluta garanzia
per la donna ma, lo ripetiamo, in questo la situazione non è diversa rispetto a quella delle
donne che hanno figli tramite rapporti sessuali.
GRUPPI SANGUIGNI
È utile sapere sia il vostro gruppo sanguigno che quello del donatore.
Una madre Rh-positiva non corre rischi; non importa quindi quale sia il fattore Rh dal
donatore. Nel caso in cui la madre avesse un fattore Rh negativo e il donatore fosse Rhpositivo, potrebbe nascere un bambino Rh-positivo. II rischio immediato è che il bambino
nasca itterico a causa degli anticorpi contro il diverso fattore Rh, prodotti dalla madre
durante la gravidanza; nel casi più gravi, il bambino necessita di trasfusioni.
FATTORI GENETICI
Interrogando il donatore, si può sapere se lui o qualche suo parente stretto abbiano
sofferto dì malattie ereditarie. Ci sono migliaia di fattori genetici che possono essere
trasmessi al bambino dal donatore, dalla madre o dalla combinazione dei due, anche se la
maggior parte sono molto rari Alcune malattie, come l'anemia falciforme, la talassemia, la
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fibrosii cistica o la sindrome di Tay-Sachs, hanno un modello di ereditarietà semplice ed è
possibile calcolare le probabilità di trasmissione.
I portatori di malattie non sono malati, ne hanno la possibilità di sapere di essere portatori
finché non vengano sottoposti ad analisi specifiche.
Se siete portatrici sane di qualche malattia. accettate solo donatori che non lo siano, gli
esami che determinano la presenza del gene sono semplici e rapidi esami del sangue, che
possono essere prescritti dal medico. Per molte malattie ereditarie non e possibile
calcolare con così tanta precisione le probabilità di trasmissione, perché hanno schemi di
ereditarietà molto complessi e che coinvolgono molti geni. Se nella famiglia della madre o
del donatore compaiono queste malattie, il bambino corre gravi rischi.
Non tutte le malattie genetiche sono ereditarie. I cromosomi che portano i geni possono
essere danneggiati dall'esposizione alle radiazioni, da certi agenti chimici, da alcolismo o
tossicodipendenza, o dall'età e da casi fortuiti. Tanto gli uomini quanto le donne possono
essere esposti a rischi dal punto di vista riproduttivo sia dal lavoro che dall’ambiente.
Sarebbe meglio chiedere al donatore se svolge un lavoro che comporti esposizioni
rischiose a radiazioni o sostanze chimiche
ASPETTARE DUE SETTIMANE
Dopo il primo ciclo di inseminazioni non c'è altro da fare fino ai successivi giorni fertili.
Anche se è stato fatto tutto il possibile per ottenere l’incontro di ovulo e spermatozoo, il
risultato è comunque affidato al caso.
Come si fa a sapere se ha funzionato? Ci sono diversi segnali che attestano una
gravidanza, anche se non tutte le donne li hanno provati e nessuno di essi ne è prova
certa. I sintomi più frequenti sono l’ingrossamento e la maggior sensibilità del seno,
nausea, minzione più frequente, stanchezza, I’aumento delle secrezioni vaginali e
costipazione. L'assenza di mestruazioni non implica necessariamente una gravidanza. La
regolare presenza delle mestruazioni non la esclude. Se è stata misurata la temperatura
basale e questa è ancora alta 20-22 giorni dopo il normale innalzamento successivo
all’ovulazione, si può essere quasi sicure che un ovulo è stato fertilizzato.
In farmacia si trovano diversi test di gravidanza domestici, i quali rilevano la presenza
dell’ormone HCG prodotto dalla placenta, che appare nelle urine e nel sangue. È un test
affidabile già dopo un giorno di ritardo.
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I testi sono tratti dal libro
"Autoinseminazione -Scelta e Realtà della Maternità indipendente"
di Lisa Saffron
© Il Dito e La Luna Edizioni, 1995.
La realizzazione di questo opuscolo è stata possibile grazie alla collaborazione della
casa editrice
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