•Balzac Recitando qualche scenetta virtuosa, l`uomo superiore può
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•Balzac Recitando qualche scenetta virtuosa, l`uomo superiore può
•Balzac Recitando qualche scenetta virtuosa, l'uomo superiore può soddisfare tutti i propri capricci, fra i grandi applausi del pubblico sciocco. Le donne sono sempre sincere, anche quando sembrano immerse nelle più grandi menzogne, perché esse cedono sempre a qualche sentimento naturale. Il cuore umano incontra forse qualche istante di riposo quando sale verso le alture dell'affetto, ma si ferma raramente sul ripido declivio dell'odio. Forse è innato nella natura umana l'infierire contro chi già sopporta tutto per vera umiltà, per debolezza o per indifferenza. Forse che non piace a noi tutti dimostrare la nostra forza a spese di qualcuno o di qualche cosa ? Troverai in me quegli immensi abissi, quei vasti sentimenti concentrati che gli sciocchi chiamano vizi: non mi troverà mai, però, vile né ingrato! Forse certuni non hanno più nulla da guadagnare da coloro con cui vivono; dopo aver loro mostrato il vuoto della propria anima, si sentono segretamente giudicati con una giustificata severità, ma, sentendo anche un invincibile bisogno di quelle adulazioni della cui mancanza soffrono molto, o divorati dal desiderio di apparire in possesso di quelle qualità che non hanno, sperano di sorprendere la stima o il cuore degli estranei, col rischio di decadere un giorno o l'altro anche da questi. Vi sono infine degli individui mercenari che non fanno alcun bene ai loro amici o ai loro parenti in quanto sarebbe loro dovere, mentre rendendosi utili a degli sconosciuti, ne ricevono un vantaggio d'amor proprio soddisfatto: più il cerchio dei loro affetti è vicino ad essi, meno lo amano; quanto più si estende, tanto più diventano servizievoli. Egli sapeva o indovinava gli affari di coloro che lo circondavano, mentre a nessuno era possibile penetrare nei suoi pensieri o nelle sue occupazioni. Tuttavia, benché usasse un'apparente bonomia, una costante compiacenza e gaiezza come barriera fra sé e gli altri, sovente lasciava trasparire la spaventosa profondità del suo carattere. Non v'è dubbio che le idee si proiettano in ragione diretta della forza con cui vengono concepite, e vanno a colpire là dove il cervello le invia, grazie a una legge matematica paragonabile a quella che dirige il proiettile uscito dal mortaio. Diversi però ne sono gli effetti. Se esistono temperamenti teneri dove le idee si insediano portandovi la devastazione, esistono anche caratteri vigorosamente muniti, cervelli con baluardi d'acciaio contro i quali le volontà altrui si schiacciano e cadono inerti come pallottole contro un muro; esistono infine nature flaccide e molli, in cui le idee degli altri vengono a spegnersi come delle palle di cannone che affondano nel terreno molle delle ridotte. •Bassani. La verità è che i luoghi dove si ha pianto, dove si ha sofferto, e dove si trovarono molte risorse interne per sperare e resistere, sono proprio quelli a cui ci si affeziona di più. •Gide Se si potesse recuperare l'intransigenza della gioventù, la cosa che ci indignerebbe maggiormente sarebbe il vedere quello che siamo diventati. Non si avverte la propria catena quando si segue spontaneamente colui che trascina; ma quando si comincia a resistere e a camminare allontanandosi, si soffre molto. •Baudelaire Andare lontano, verso nuove albe, verso ciò che è diverso, insolito, sottraendosi così alla triste trama dei giorni già scontati in partenza: tuffarci in fondo all'abisso… inferno o cielo che importa ? •Borges Dubbio, uno dei nomi dell'intelligenza. Ogni scrittore, ogni uomo deve vedere in tutto ciò che gli accade, ivi compreso lo scacco, l'umiliazione e la sventura, uno strumento, un materiale per la sua arte, da cui deve trarre profitto. •Goethe Le nostre passioni sono vere fenici. Quando brucia l'antica, sorge subito dalla cenere la nuova. …il più grande onore per un essere umano è quello di sapersi dominare nella sventura, di sopportare il dolore con equanimità e decoro, così da poter essere stimato, rispettato e proposto a modello. Fortunatamente l'uomo può accogliere in sé solo una certa misura d'infelicità; al di la di questo limite, essa lo annienta e lo lascia indifferente. Ci sono situazioni in cui timore e speranza diventano tutt'uno, si eliminano a vicenda, perdendosi in una cupa insensibilità. Un uomo che si vanta di non cambiare mai d'opinione è uno che si impegna a camminare sempre in linea retta, un cretino che crede all'infallibilità. In realtà, non esistono principi, ci sono soltanto avvenimenti; non esistono leggi, ci sono soltanto circostanze: l'uomo superiore sposa gli avvenimenti e le circostanze per guidarli. …la vita le aveva dato modo sufficiente di constatare quanto sia apprezzabile ogni vero sentimento d'affetto, in un mondo in cui regnano sopra tutto l'indifferenza e l'antipatia. Come lo smeraldo col suo colore brillante ricrea la vista ed ha su questo nobile senso perfino una certa virtù salutare, così, anzi con ben maggiore potere, agisce la bellezza umana sui sensi e sull'anima. Chi la contempla non può essere sfiorato da nessun male: si sente in armonia con se stesso e con l'universo. L'uomo è un vero Narciso: dappertutto vuol vedere se stesso e mette sempre la propria immagine come una foglia dietro lo specchio dell'universo. Quando non ci è dato prevedere quel che può nascere da una situazione, il miglio partito è d'attendere gli ammaestramenti dell'avvenire. Se ci mettessimo nei panni degli altri la gelosia e l'odio, che proviamo tanto spesso nei loro confronti, scomparirebbero; e se mettessimo gli altri al nostro posto l'orgoglio e la presunzione diminuirebbero fortemente. La presenza dell'infelice rattrista il felice, e quella del felice rattrista l'infelice – ahimè – ancora di più. Ci sono persone che si soffermano sui difetti dei loro amici. Non serve. Io ho sempre rivolto la mia attenzione ai meriti dei miei avversari e ne ho tratto profitto. Diffidare sempre è sbagliato, come fidarsi sempre. Per un uomo di valore essere apprezzato dagli sciocchi è una sensazione spaventosa. In chi chiede un consiglio c'è limitatezza, in chi lo dà arroganza. •Goetheamore Come si gonfia il nostro cuore quando offesi, decidiamo di abbandonare l'oggetto del nostro amore; quanta sofferenza ci costa sostenerne la sua presenza! che alti e bassi nel nostro petto! E come alla fine basta solo uno sguardo, una stretta di mano, perché questa sofferenza cessi all'istante. Due cuori amanti sono come due orologi magnetici; ciò che si muove in uno non può far muovere l'altro perché in entrambi agisce la medesima cosa, perché li attraversa una sola forza. Il destino infligge ferite profonde ma spesso guaribili. Le ferite che un cuore infligge a un altro cuore o a se stesso sono inguaribili. Un cuore che cerca sente che gli manca qualcosa; ma un cuore che ha perduto sente la privazione di ciò che aveva. … perché l'amore è fatto così: crede d'aver ragione lui solo e tutti gli altri diritti scompaiono di fronte a lui. Continua a volermi bene, perché a volte mi ingelosisco, e m'immagino che qualcun altro potrebbe piacerti di più, perché tanti uomini mi sembrano più simpatici e belli di me. Ma tu non accorgertene, considerami il migliore di tutti, perché io ti amo tremendamente e niente mi piace a parte te… Finché non possedevo il tuo cuore, a cosa mi serviva il resto ? Ma adesso c'è l'ho, e voglio tenerlo tutto per me. Se si trovavano in una sala, non passava molto tempo, ed essi stavano in piedi o seduti l'uno accanto all'altro. Solo la vicinanza più immediata poteva calmarli, ma li calmava del tutto, e questa vicinanza bastava: non avevano bisogno né di uno sguardo, né di una parola, né di un gesto, né di un contatto; solo di stare insieme. Allora non erano due persone, erano una persona sola in uno stato inconscio di perfetto benessere, paga di sé e del mondo. Se uno dei due fosse stato trattenuto nell'angolo più lontano della casa, l'altro a poco a poco, da sé, senza intenzione, si sarebbe mosso verso di lui. La vita era per loro un enigma, di cui trovavano la soluzione soltanto insieme. •Bowles. La vita è come fumare una sigaretta. Le prime boccate hanno un sapore meraviglioso, e non pensi nemmeno che possa esaurirsi. Poi cominci a prenderlo per scontato. D'improvviso ti rendi conto che si è consumata quasi tutto, e proprio allora ti rendi conto che in fondo sa di amaro. Ogni cosa accade un certo numero di volte, e un ben piccolo numero, in effetti. Quante altre volte ricorderai un certo pomeriggio della tua infanzia, qualche pomeriggio che sia così profondamente parte del tuo essere per cui tu non possa nemmeno concepire la tua vita senza quelle ore ? Forse altre tre o quattro o cinque volte. Forse nemmeno. Quante altre volte guarderai sorgere la luna piena ? Forse venti. E tuttavia tutto sembra senza limiti. •Hesse. Tutti gli uomini sono santi, se prendono veramente sul serio i propri pensieri e le proprie azioni. Chi reputa che una cosa sia giusta deve anche farla. La saggezza non è comunicabile. La saggezza che un dotto tenta di comunicare ad altri, ha sempre un suono di pazzia. Stare a riflettere e scervellarsi conta poco, perché poi non si fa ciò che si pensa, ma ogni passo, in fondo, è senza riflessione, così come lo vuole il cuore. Se odi qualcuno, vuol dire che in lui odi qualcosa che fa parte di te. Ciò che non fa parte di noi non ci disturba. •Hugo. Se si può pensare a qualche cosa di più terribile di un inferno dove si soffre, è un inferno dove ci si annoia. L'occhio dello spirito non può trovare in alcun luogo maggiori bagliori e maggiori tenebre che nell'uomo; non può posarsi su nulla che sia più terribile, più complesso, più misterioso, più infinito. C'è uno spettacolo più grande del mare: è il cielo; c'è uno spettacolo più grande del cielo: è l'interiorità dell'anima. Ciò che si dice degli uomini, sia vero o sia falso, occupa spesso nella loro vita e soprattutto nel loro destino lo stesso posto di quello che fanno. E' molto facile essere buoni, difficile è essere giusti. La giovinezza è fatta così: asciuga presto gli occhi, trova il dolore inutile e non l'accetta. La giovinezza è il sorriso dell'avvenire dinanzi ad un ignoto che è l'avvenire stesso. La felicità è per essa un fatto naturale. Pare che il suo respiro sia fatto di speranza. I grandi dolori recano con loro l'accasciamento. Tolgono il coraggio di vivere. L'uomo che ne è colpito sente qualcosa che lo abbandona. In un carattere come in una roccia, la continua goccia d'acqua lascia tracce profonde: solchi incancellabili, formazioni indistruttibili. …queste possenti meditazioni hanno la loro utilità morale e per queste vie ardue ci si avvicina alla perfezione ideale. Il successo è una cosa abbastanza odiosa. La sua falsa somiglianza con il merito inganna gli uomini. Per la folla, la riuscita ha quasi lo stesso profilo della supremazia. Il successo, questo sosia del talento, ha uno zimbello: la storia… Ai nostri giorni una filosofia quasi ufficiale è entrata in dimestichezza col successo, porta la sua livrea e fa servizio nella sua anticamera. Riuscite: teoria. Prosperità presuppone capacità. Vincete alla lotteria: siete un uomo abile. Chi trionfa è venerato. Nascete con la camicia: tutto vi sarà dato. Abbiate fortuna, avrete il resto; siate felice, vi crederanno grande. All'infuori di cinque o sei immense eccezioni che fanno la magnificenza di un secolo, l'ammirazione contemporanea non è che miopia. La doratura è presa per oro… Il volgo è un vecchio Narciso che adora se stesso e applaude il volgo. Questa facoltà per la quale si può essere Mosè, Eschilo, Dante, Michelangelo o Napoleone, la moltitudine l'attribuisce subito e per acclamazione a chiunque raggiunga il suo scopo in qualunque cosa. C'è del sacro orrore sotto i portici dell'enigma, queste aperture oscure sono là spalancate, ma qualche cosa dice, a voi passante della vita, che non si entra. Guai a chi vi penetra! I geni, nelle profondità inaudite dell'astrazione e della speculazione pura, situati per così dire al di sopra dei dogmi, propongono le loro idee a Dio. La loro preghiera offre audacemente la discussione, la loro adorazione interroga. Questa è la religione diretta, piena d'ansietà e di responsabilità per chi ne tenta gli aspri sentieri. Per la meditazione umana non c'è limite. A suo rischio e pericolo essa analizza e scava il suo proprio abbacinamento. Si potrebbe quasi dire che, per una specie di splendente reazione, essa ne abbagli la natura; il mondo misterioso che ne circonda dà quello che ne riceve ed è probabile che i contemplatori siano contemplati. Checché ne sia, vi sono sulla terra degli uomini – ma sono uomini ? – che scorgono distintamente nel fondo degli orizzonti del sogno le altezze dell'assoluto e che hanno la visione terribile della montagna infinita. Può la natura umana trasformarsi radicalmente e completamente ? L'uomo creato buono da Dio può essere reso cattivo dall'uomo ? Può l'anima essere rifatta dal destino e diventare cattiva se il destino è cattivo ? Il cuore può diventare deforme e contrarre brutture e infermità inguaribili sotto la pressione di un male sproporzionato, come la colonna vertebrale sotto una volta troppo bassa ? Esistono delle anime che, come gamberi, retrocedono continuamente verso le tenebre, indietreggiando nella vita anziché avanzare, adoperando l'esperienza per aumentare la propria deformità morale, peggiorando continuamente e impregnandosi sempre più di una crescente malvagità. La coscienza è la quantità di scienza innata che noi abbiamo in noi. Nel destino di ogni uomo può esserci una fine del mondo fatta solo per lui. Si chiama disperazione. L'anima è piena di stelle cadenti. Spesso una donna cambia, pazzo chi se ne fida. Una donna sovente non è che piuma al vento… •De Sade. Il tempio della fortuna è aperto a tutti; si tratta solo di non lasciarsi respingere dalla folla che sta gomito a gomito con voi, e che vuole arrivare prima di voi. La stima è necessaria nel mondo, e se certa gente è così ingiusta da volerla accordare unicamente agli onori, l'uomo saggio, che non concepisce la possibilità di vivere senza di essa, deve dunque fare di tutto per conquistare ciò che la fa meritare. Se gli uomini, nascendo, conoscessero le pene che li attendono, e se non dipendesse che da loro tornare al nulla, non c'è ne sarebbe uno solo che vorrebbe percorrere tutto il cammino della vita. E' essere deboli non saper sopportare l'ingiuria; è essere veramente grandi disprezzarla… solo le anime vili si abbassano a sentimenti di vendetta; infinitamente più sensibili all'insulto, perché non hanno la forza di nulla sopportare, sono incapaci di sopportarne le ferite, e siccome tali esseri sono di poco merito, credono sempre che non si dia loro mai abbastanza. L'uomo, invece, dotato di anima forte, che neppure immagina che l'ingiuria lo tocchi, o non la vede o la disprezza; la vendetta renderebbe pubblico l'insulto: egli preferisce non supporla che apprendere, armandosi contro chi lo ha oltraggiato, la possibilità di un torto. Mai l'uomo saggio ripone la propria felicità in ciò che gli altri possono dargli o strappargli al minimo capriccio; non la ripone che in se stesso, nelle sue opinioni, nei suoi gusti. Fra creature tanto perverse, tanto ingiuste, tanto incoerenti come gli uomini, colui che, a parte un po' di male, aprirà l'anima a molte virtù, deve inevitabilmente perire. La fortuna non sempre è ugualmente costante con coloro che favorisce, e la sua mano capricciosa spesso innalza a grandezza per far precipitare con maggior evidenza. E' grande stupidità dar retta ai famelici sentimenti della pietà, la quale solo serve a fare degli ingrati… assai minori sono i tormenti nel non abbandonarsi mai al bene, piuttosto che praticarlo al prezzo di rimorsi che l'ingratitudine degli altri fa penetrare fino in fondo al nostro cuore. Esistono anime che sembrano dure solo a forza di essere suscettibili di emozioni, e talvolta vanno più in profondità; ciò che in esse è preso per indifferenza o crudeltà, è solo un modo, ad esse solo conosciuto, di sentire più vivamente delle altre. A forza di essere diventati indifferenti ai propri dolori, ci si abitua a non commuoversi più a quelli degli altri, e impassibili alle ferite, lo siamo anche a quelle degli altri. Quando cedete al sentimento della pietà piuttosto che ai consigli della ragione, quando date ascolto al cuore e non all'intelletto, cadete in un abisso di errori, poiché non esiste verità più falsa di quella della sensibilità, nessuna che trascini più a sciocchi calcoli e a decisioni più ridicole. Deboli creature, solo la durata di un batter di ciglia viviamo; il giorno che ci vede nascere volge verso quello che ci spegne; e questo susseguirsi di rapidi istanti che nulla fissa, che nulla arresta, precipita nell'abisso dell'eternità come le onde dell'impetuoso torrente nelle pianure immense dell'oceano. Le persone sono stimate soltanto in ragione degli aiuti o dei benefici che si pensa di poter ricevere da loro. Niente si fa senza necessità e tutto al mondo è necessario. La necessità giustifica tutto, quindi, dal momento che un'azione è provata come necessaria, non può essere considerata disonorevole. Le anime fiere non sopportano un beneficio; è un peso così insopportabile per loro che l'unico sentimento che essi provino è di odio verso il benefattore. L'onore è nell'opinione degli altri, ma l'unica opinione che rende felice è la propria, e non quella degli altri. Siamo saggi a sufficienza per disprezzare tale opinione pubblica, che non dipende per nulla da noi. Per considerare criminoso ciò che è utile ad una persona e contemporaneamente danneggia un'altra, bisognerebbe dimostrare che la persona lesa è più preziosa alla natura di quella che ne ha tratto un'utilità: essendo tutti gli individui uguali secondo natura, non può esserci una preferenza. Quindi un'azione utile ad una persona e dannosa ad un'altra è perfettamente indifferente per la natura. •Fitzgerald. Divenire adulti, cosa terribilmente difficile a farsi. E' molto più facile evitarla e passare da un'infanzia a un'altra infanzia. Meglio nessuna donna che soltanto una donna. •Flaubert. Poiché i piaceri, come scolari nel cortile di un collegio, avevano talmente calpestato il suo cuore che non vi spuntava più un filo di verde, e, chi vi passava, più sventato dei ragazzi, non vi lasciava nemmeno, come questi, il nome inciso sul muro. Infinite passioni possono concentrarsi in un minuto, come una grande folla in uno spazio ristretto. Ho una religione, la mia religione; e anzi ne ho più di loro ( i preti ), tutti quanti sono, con le loro commedie e le loro ciarlatanerie! Io adoro Dio, invece! Credo nell'Essere supremo, in un Creatore, qualunque esso sia, poco m'importa, che ci ha messi quaggiù per fare il nostro dovere di cittadini e di padri di famiglia; ma non sento il bisogno di andare in chiesa a baciare piatti d'argento e ingrassare di tasca mia una massa di buffoni che mangiano meglio di noi! Dio Lo si può onorare benissimo in un bosco, in un campo, o magari contemplando la volta celeste, come gli antichi… perciò non voglio saperne di un Dio brav'uomo che fa la passeggiatina nel suo giardino col bastone in mano, alloggia i suoi amici nel ventre delle balene, muore lanciando un grido, e resuscita dopo tre giorni: cose assurde in se stesse e contrarie completamente a tutte le leggi della fisica; ciò che dimostra, incidentalmente, come i preti siano sempre rimasti a imputridire in un'ignoranza torpida, nella quale si sforzano di immergere, con loro, anche le popolazioni. •Proust Mi sforzo di capire tutto e mi guardo dal condannare qualsiasi cosa. Si prendono decisioni definitive sempre a causa di uno stato d'animo che non è destinato a durare. La felicità non può mai aver luogo. Se riusciamo a superare le circostanze, la natura trasporta la lotta dall'esterno all'interno e tende a far cambiare a poco a poco il nostro cuore quanto basta perché desideri una cosa diversa da ciò che possiede. E se tutto è stato così rapido che il nostro cuore non ha avuto tempo di cambiare, la natura non per questo dispera di vincerci, in un modo più tardivo, è vero, più sottile ma altrettanto efficace. Allora, all'ultimo momento il possesso della felicità ci è tolto, o piuttosto la natura, attraverso un diabolico inganno incarica il possesso stesso di distruggere la felicità… La felicità ci tocca in sorte quando ci è divenuta indifferente. I veri paradisi sono quelli che abbiamo perduto. Gli anni della nostra vita che abbiamo più appassionatamente vissuto, una volta trascorsi, sono per noi come un romanzo letto fino alla fine; non abbiamo più voglia di rileggerlo. E le persone nelle quali avevamo l'illusione d'aver posta tanta parte di noi stessi, certo non vi avevano messo se non il vento del nostro amore e il fumo dei nostri sensi. Si diventa morali appena si è infelici. Ci sono mali da cui non bisogna cercare di guarire perché solo essi ci proteggono da mali più gravi. I nostri difetti e i nostri lati ridicoli, anche quando li abbiamo pienamente scoperti, di rado hanno l'effetto di renderci più indulgenti verso quelli altrui. Le persone esistono per noi solo attraverso l'idea che ci facciamo di loro. Abitualmente si detesta quel che ci è simile, e i nostri difetti visti dal di fuori ci esasperano. Nella vita l'intelligenza non conosce situazioni senza via d'uscita. Gran parte di quello che diciamo non è altro che recitazione. Il processo di casualità che finisce per dar luogo più o meno a tutti gli effetti possibili, e di conseguenza anche a quelli che avevamo creduto meno realizzabili, questo processo è a volte lento, reso ancora più lento dal nostro desiderio – che, cercando di accelerarlo l'intralcia – dalla nostra stessa esistenza, e non si attua se non quando abbiamo smesso di desiderare e, a volte, di vivere. … mi meravigliavo dell'impotenza dello spirito, del ragionamento e del cuore a operare il benché minimo cambiamento, a risolvere una sola di quelle difficoltà che, in seguito, la vita senza che nemmeno si sappia come abbia fatto, scioglie tanto semplicemente. Non esiste un uomo, per quanto saggio che non abbia, in una certa epoca della sua giovinezza, pronunciato parole e condotto addirittura una vita il cui ricordo gli sia spiacevole e che si augurerebbe venisse abolito. Ma non deve assolutamente recriminarlo, perché non può avere la certezza di essere diventato un saggio, nella misura in cui questo è possibile, se non è passato attraverso tutte le incarnazioni ridicole od odiose che devono precedere quest'ultima incarnazione… Non si riceve la saggezza, bisogna scoprirla da se stessi dopo un cammino che nessuno può fare per noi né può risparmiarci, perché è un modo di vedere le cose. •Remarque. Il silenzio fa sì che le immagini del passato non suscitino desideri ma tristezza, una enorme sconsolata malinconia. •Huxley. Indebitamente prolungato ogni piacere si trasforma nel suo opposto. •Seneca. Innanzi tutto è più facile respingere il male che governarlo, non accoglierlo che moderarlo, una volta accolto, perché, quando si è insediato da padrone in un animo, diventa più forte di chi dovrebbe governarlo e non si lascia troncare né rimpicciolire. Felice è, dunque, l'uomo dal giudizio retto: felice chi è contento della sorte che ha, qualunque sia, ed è amico di quel che ha: felice colui al quale la ragione suggerisce in tutto come deve regolare le sue cose. Estremamente breve e travagliata è la vita di coloro che dimenticano il passato, trascurano il presente, temono per il futuro: giunti al momento estremo, tardi comprendono, disgraziatamente, di essere stati occupati tanto tempo senza concludere nulla. •Soldati. La felicità sublime è fatta di niente, sta nel nostro cuore, e non possiamo nemmeno ricordarcela perché frattanto il nostro cuore è cambiato, lo hanno corrotto il tempo, la colpa, il vizio, le sofferenze, i contrasti, le irritazioni quotidiane e lo stesso lavoro. •Kierkegaard. Vivere nel ricordo è il modo più compiuto di vita che si possa immaginare; il ricordo sazia più di tutta la realtà, e ha una certezza che nessuna realtà possiede. Un fatto della vita che sia ricordato, è già entrato nell'eternità, e non ha più alcun interesse temporale. •Spinoza. Se uno ha in odio un altro, si sforzerà di fargli male, a meno che tema che possa derivargliene un male maggiore; e viceversa, chi ama un altro, per la stessa legge si sforzerà di fargli del bene. •Laclos. L'umanità non è perfetta in nessun caso, non più nel male che nel bene. Lo scellerato ha le sue virtù, come l'uomo onesto ha le sue debolezze. Una donna, per quanto desiderio abbia di darsi, per quanto smaniosa ne sia, pure le occorre sempre un pretesto; e qual pretesto più comodo che aver l'aria di cedere alla forza ? L'uomo gode della felicità che prova, la donna di quella che procura. …un'occasione perduta, checché se ne dica, si ripresenta: mentre un'azione intempestiva non conosce rimedio. L'illusoria autorità che fingiamo di lasciar prendere alle donne è uno dei tranelli che più difficilmente sanno evitare. •Lee Masters. Tu devi morire, non c'è dubbio, ma muori vivendo / nell'azzurro profondo, rapito / nell'abbraccio amoroso, / baciando l'ape regina, la Vita. •Vinci. L'acqua che tocchi de' fiumi è l'ultima di quella che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente. •Nietzsche. Se la verità è donna, non sarà forse fondato il sospetto che tutti i filosofi, nella misura in cui furono dogmatici, s'intendevano poco di donne ? La donna impara ad odiare nella misura in cui disimpara ad affascinare. Dove non concorrono amore e odio, la donna gioca mediocremente. Esperienze terribili ci fanno riflettere se non sia per caso terribile colui che le ha vissute. “ Ho fatto questo ” – dice la mia memoria. “ Non posso aver fatto questo ” – dice il mio orgoglio e resta irremovibile. Alla fine è la memoria a cedere. Voltaire.htm La necessità di parlare, l'imbarazzo di non aver nulla da dire e la brama di mostrarsi persone di spirito sono tre cose capaci di rendere ridicolo anche l'uomo più grande. La fede consiste nel credere non ciò che sembra vero, ma ciò che sembra falso al nostro intelletto. •Wilde. Al mondo c'è una cosa sola peggiore dell'essere oggetto di chiacchiere: non essere oggetto di nessuna chiacchiera. Tutti i desideri che cerchiamo di soffocare covano nel nostro spirito e lo avvelenano. Il solo mezzo per liberarsi dalla tentazione è cederle. Il mondo fu fatto per gli uomini, non per le donne. Esperienza è il nome che tutti danno ai propri errori. Gli uomini conoscono la vita troppo presto; le donne conoscono la vita troppo tardi, ecco la differenza tra gli uomini e le donne. L'egoismo non consiste nel vivere secondo i propri desideri, ma nel pretendere che gli altri vivano a quel modo che noi vogliamo. L'altruismo consiste nel vivere e lasciar vivere. Vi è una sola cosa peggiore dell'ingiustizia: la giustizia senza la spada in mano. Quando il diritto non è la forza, è male. Per il filosofo la donna rappresenta il trionfo della materia sullo spirito, proprio come l'uomo rappresenta il trionfo dell'intelletto sulla morale. Si può resistere a tutto salvo che alle tentazioni. E' sempre facile essere gentile con le persone che ci sono indifferenti. Essere buono vuol dire essere in armonia con se stesso. La discordia consiste nell'essere costretto a trovarsi in armonia con gli altri. La storia della donna è la storia della peggiore tirannia che il mondo abbia conosciuto. La tirannia del debole sul forte, ed è la sola tirannia che duri. Le donne ci amano per i nostri difetti. Se noi ne abbiamo abbastanza, esse ci perdoneranno tutto, anche il nostro gigantesco intelletto. La tragedia della vecchiaia consiste non nel fatto di essere vecchi, ma nel fatto di sentirsi ancora giovani. Non vi è altro modo di liberarsi da una tentazione che di soccombere ad essa. Se resistete, l'anima vostra si ammalerà di desiderio per quelle cose che le sono state rifiutate. Per conoscere, anche poco, se stessi, bisogna conoscere a fondo gli altri. Vivere è la cosa più rara del mondo. Molta gente esiste: ecco tutto. Oggi si conosce il prezzo di tutte le cose e il valore di nessuna. Molto è dato a pochi, e poco è dato a molti. L'ingiustizia si è divisa il mondo e niente è distribuito equamente tranne il dolore. •Parise.htm La mancanza di desideri è il segno della fine della gioventù e il primo e lontanissimo avvertimento della vera fine della vita. Gli sguardi della passione, sempre illusi e sempre delusi. Tutto ciò che è umano passa e scompare. •Pascal.htm Non si fa mai il male così pienamente e così allegramente come quando lo si fa per coscienza. Basta poco per consolarci perché basta poco per affliggerci. Non viviamo mai, ma speriamo di vivere, e, preparandoci sempre ad essere felici, è inevitabile che non siamo mai tali.