Repubblica.it - Tim Robbins, un rivoluzionario a Hollywood

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Repubblica.it - Tim Robbins, un rivoluzionario a Hollywood
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giovedì 23 giugno 2016
SITO WEB www.repubblica.it
INDIRIZZO http://www.repubblica.it/venerdi/interviste/2016/06/23/news/arlecchino_ha_le_ali_della_liberta_-142657402/
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1
Tim Robbins, un
rivoluzionario a
Hollywood
Le carceri sono lo specchio delle diseguaglianze in America, dice. E qui ha portato il suo "Harlequino, on to
Freedom". Che ora presenta al Festival di Spoleto. Lo abbiamo incontrato
di Enrico Deaglio
23 giugno 2016
1
LOS ANGELES. Arlecchino – il «nostro» Arlecchino – si tocca perplesso la
maschera e si interroga sulla sua pelle: è davvero nero ebano. E allora lui, chi è?
Arlecchino è sempre stato un servo, da cinquecento anni. Ma forse invece è uno
schiavo? E che differenza c’è? È solo nel salario? Uno schiavo può amare? O
prima deve ribellarsi? Colombina, dal canto suo, sospira: «Quanta gente sta in
prigione perché ha amato troppo».
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NUMERO DEL 17 GIUGNO 2016
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giovedì 23 giugno 2016
SITO WEB www.repubblica.it
NUMERO DEL 17 GIUGNO 2016
23 giugno 2016
INDIRIZZO http://www.repubblica.it/venerdi/interviste/2016/06/23/news/arlecchino_ha_le_ali_della_liberta_-142657402/
1
LOS ANGELES. Arlecchino – il «nostro» Arlecchino – si tocca perplesso la
maschera e si interroga sulla sua pelle: è davvero nero ebano. E allora lui, chi è?
Arlecchino è sempre stato un servo, da cinquecento anni. Ma forse invece è uno
schiavo? E che differenza c’è? È solo nel salario? Uno schiavo può amare? O
prima deve ribellarsi? Colombina, dal canto suo, sospira: «Quanta gente sta in
prigione perché ha amato troppo».
Sto assistendo al nuovo spettacolo della compagnia di Tim Robbins, non
siamo in molti in sala. Però chi vi assiste, non solo si diverte, ma viene coinvolto
nella magia del teatro perché questo, alla fine, ripete la sua missione: dare
grazia e nobiltà alla natura umana e alle sue passioni. Se è così, allora – è una
delle domande cruciali – dove dovrebbe essere rappresentato il teatro? La
domanda se la fece, ormai parecchi anni fa, una star di Hollywood e la risposta
fu: chi davvero lo necessita sono le peggiori prigioni della California. E cosa
dovrebbe essere l’ambizione ultima di un attore? L’applauso del grande teatro?
Oh, no! Piuttosto, insegnare a recitare in una prigione di massima sicurezza;
vedere un detenuto – un essere umano disumanizzato, privato delle sue
emozioni, che non siano quelle della rabbia, del rancore, del sospetto, con il
corpo tormentato da tatuaggi – diventare Arlecchino, danzare, fare lazzi,
controllare ed esprimere i suoi sentimenti, pitturarsi la faccia, addirittura
dialogare con un altro essere rinchiuso con cui fino a ieri ci si scambiava
coltellate sulla via della doccia.
Questo è il lavoro che da dieci anni ha scelto di fare Tim Robbins. Ed è il
tema e il fascino di Harlequino, on to Freedom, scritto e diretto dal famoso
attore e regista più a sinistra di tutta Hollywood. Con questa pièce, e con una
rivisitazione del 1984 di George Orwell, Robbins e la sua Actor’s Gang (in
inglese, ma comprensibile a tutti grazie alla grande invenzione dei supertitles, i
veri globalizzatori dell’opera e della commedia ) saranno la principale attrazione
teatrale al prossimo Festival dei 2Mondi a Spoleto. E 2Mondi saranno davvero,
perché i nostri giullari, la nostra Commedia dell’arte, le maschere e i costumi, il
teatro che gli italiani avevano inventato cinquecento anni fa (e che cinquant’anni
fa avevamo esportato nel mondo con Dario Fo e Franca Rame) ci ritorneranno
improvvisamente addosso dal Nuovo Mondo che alle maschere aveva sostituito
gli eroi di celluloide e il consumo di popcorn nell’oscurità...
Mi
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