L`amore disperato di Giulietta e Romeo

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L`amore disperato di Giulietta e Romeo
POP
L’amore disperato di Giulietta e Romeo
Tratto da “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare
Autore: William Shakespeare (drammaturgia e traduzione Carlo Compare)
Genere: Commedia musicale
Regia: Carlo Compare
Cast attori: Gabriele Paina, Giada Catone, Matteo Sala, Giorgia Distefano, Martino Montalenti,
Gianfranco Meli, Dmitry Vorontsov, Carolina Nason, Serena Previderè, Francesco Fossati, Valeria
Valente, Sara Fiocco, Chiara Crovetto, Valentina Secci.
Scenografia: Yuri Iannotti e Claudia Girardo
Luci: Carlo Compare
Target: pubblico di ogni età e estrazione sociale
Diritti siae: forfettario su musica riprodotta, testo in dominio pubblico
Materiale promozionale: Locandina, Manifesto, Cartolina, Segnalibro, Flyer
Lista brani cantati dal vivo: 1. Ragazzo di strada – I Corvi 2. Rosalina – Fabio Concato 3. Una
ragazza in due – I Giganti 4. Mi vendo – Renato Zero 5. Amore disperato – Nada 6. Emozioni – Lucio
Battisti 7. Come te non c’è nessuno – Rita Pavone 8. Baci – Remo Germani 9. Prisencolinensinanciusol –
Adriano Celentano 10. Tema – I Giganti 11. Che bambola! – Fred Buscaglione 12. È l’uomo per me –
Mina 13. Insieme – Mina 14. Che cosa c’è – Gino Paoli 15. Ho in mente te – Equipe 84 16. Pregherò –
Adriano Celentano 17. Ma che musica maestro – Raffaella Carrà 18. La prima cosa bella – Nicola di Bari
Note di Regia
L’ understatement: strumento popolare al servizio della commedia
Non si sa cos’è “POP”: non è prosa, non è un musical, non è un’opera né un’operetta; si fatica persino a dire
se è una commedia, una tragedia o una parodia. Non sappiamo niente di questo spettacolo se non che
avevamo voglia di farlo perché, da spettatori, avremmo voluto vederlo. Sapevamo che avremmo voluto
fare uno spettacolo che potesse interessare tutti, che potesse divertire tutti e in cui tutti potessero
riconoscersi. In qualche modo “POP” si è auto commissionato a noi. Abbiamo solo deciso di voler
raccontare la storia più nota del mondo, ma non abbiamo scelto noi quale fosse, ci siamo limitati a
prenderne atto, non sappiamo nemmeno perché “Romeo e Giulietta” sia il testo più famoso di sempre.
Sapevamo che avremmo voluto una storia popolare, la più popolare e sapevamo che avremmo voluto
raccontare questa storia in modo popolare, nel modo più popolare; e sapevamo che avremmo voluto
partire dal genere più popolare, non sappiamo neanche perché il musical sia il genere più popolare, ma
sappiamo che lo è, e questo ci basta. E allora dovevamo cantare, e abbiamo deciso di cantare le canzoni più
popolari, e con tutte queste scelte popolari, come avremmo potuto non chiamarlo “POP”.
“Pop”, diversamente dal testo da cui prende le mosse, non è una tragedia ma la “tragedia di una
commedia” o più semplicemente una commedia che si conclude tragicamente. Il nostro spettacolo è
Understatement puro e cioè un modo di presentare avvenimenti drammatici con un tono leggero, ironico,
come se fosse una cosa da niente: Facciamo Shakespeare facendo finta che non sia importante, parliamo
d’amore, guerra e morte come se stessimo parlando di calcio al bar. Tutte queste cose le sottovalutiamo e
le sottostimiamo, non per svilirle, ma, al contrario, per connetterci al significato primo e più semplice dei
temi che affrontiamo perché siamo disposti ad assimilare senza paura un concetto semplice mentre
ridiamo, molto più che in qualsiasi altro modo. Niente è più comico dell’understatement e niente è più
efficace nell’animo umano dell’ironia. È Shakespeare ad alta digeribilità.
Pop racconta passioni estreme, quelle passioni che sempre conducono alla morte. Ed è a morte che
conduce la passione di Romeo e Giulietta. La passione che diventa estrema quando incontra ostacoli che ne
impediscono il compimento; che poi Romeo e Giulietta avrebbero potuto stare insieme e scoprire che non
si potevano sopportare nemmeno per un giorno intero. Ma le passioni sono capricciose e montano
enormemente quando gli viene impedito di realizzarsi e alle passioni così succede spesso di trasformarsi in
ossessioni e da lì a divenire morte il passo è breve. Romeo è un ragazzino narcisista che nutre il suo ego nel
corteggiare le donne che una volta conquistate non gli servono più, perché non è la relazione a interessarlo
ma il corteggiamento fine a se stesso. Romeo è un Don Giovanni di serie B. Non è così bravo perché spesso
fallisce e quando fallisce soffre davvero di un dolore imposto a se stesso per una finzione che lui stesso ha
creato. Giulietta è solo la vittima mal capitata che si trova catapultata in un’avventura che rompe la sua
noia e fornisce adrenalina nuova che la condurrà a perdere il controllo e a buttarsi dal balcone per il piacere
di volare senza occuparsi dell’atterraggio.
Carlo Compare
Sinossi
Due nobili famiglie di Verona, i Montecchi e i Capuleti, si osteggiano da generazioni per il controllo della
città e del dominio economico e politico del territorio. Nell’ultimo periodo precedente all’inizio della storia,
la rivalità si è sempre più spesso trasformata in vere e proprie risse tra le strade della città turbando la
quiete pubblica. Durante la rissa che apre la commedia interviene il Principe della città il quale annuncia
che, in caso di ulteriori scontri, i capi delle due famiglie saranno considerati responsabili e pagheranno con
la vita. Quindi fa disperdere la folla. Paride, un giovane nobile, ha chiesto al Capuleti di dargli in moglie la
figlia Giulietta. Capuleti lo invita ad attirarne l'attenzione durante il ballo in maschera del giorno seguente,
mentre la madre di Giulietta cerca di convincerla ad accettare le offerte di Paride. Questa scena introduce
la balia di Giulietta. Il rampollo dei Montecchi, Romeo, è innamorato di Rosalina che però ha deciso di
prendere i voti e non può ricambiare l’amore di Romeo che di questo soffre enormemente. Mercuzio,
(amico di romeo) e Bianca e Baldassarre cercano invano di distogliere Romeo dalla sua malinconia, quindi
decidono di andare mascherati alla casa dei Capuleti, per divertirsi e cercare di dimenticare. Romeo, che
spera di vedere Rosalina al ballo, incontra invece Giulietta. I due ragazzi si scambiano poche parole, ma
sufficienti a farli innamorare l'uno dell'altra e a spingerli a baciarsi. Prima che il ballo finisca, la Balia rivela a
Giulietta il nome di Romeo. Rischiando la vita, Romeo si trattiene nel giardino dei Capuleti dopo la fine della
festa. Durante la famosa scena del balcone, i due ragazzi si dichiarano il loro amore e decidono di sposarsi
in segreto. Il giorno seguente, con l'aiuto della Balia, il francescano Frate Lorenzo unisce in matrimonio
Romeo e Giulietta, sperando che la loro unione possa portare pace tra le rispettive famiglie. Le cose
precipitano quando Tebaldo, cugino di Giulietta e di temperamento iracondo, incontra Romeo e cerca di
provocarlo a un duello. Romeo rifiuta di combattere contro colui che è ormai anche suo cugino, ma
Mercuzio (ignaro di ciò) raccoglie la sfida. Tentando di separarli, Romeo inavvertitamente permette a
Tebaldo di ferire Mercuzio, che muore. Romeo, nell'ira, uccide Tebaldo. Il Principe condanna Romeo solo
all'esilio: dovrà lasciare la città prima dell'alba del giorno seguente. I due sposi riescono a passare insieme
un'unica notte d'amore. All'alba si separano e Romeo fugge a Mantova. Giulietta dovrebbe però sposarsi
tre giorni dopo con Paride. Frate Lorenzo, esperto in erbe medicamentose, dà a Giulietta una pozione che la
porterà a una morte apparente per quarantadue ore. Nel frattempo il frate cerca di raggiungere Romeo a
Mantova per informarlo della situazione e aiutarlo a ricongiungersi con Giulietta. Ma sfortunatamente
Romeo viene a sapere da Bianca del funerale di Giulietta prima che arrivi Frate Lorenzo. Romeo si procura
un veleno, torna a Verona in segreto e si inoltra nella cripta dei Capuleti, determinato ad unirsi a Giulietta
nella morte.Romeo, dopo aver guardato teneramente Giulietta un'ultima volta, si avvelena. Quando
Giulietta si sveglia, trovando l'amante morto accanto a lei, si uccide.

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