La proposta di Campbell ``Punti di penalità contro il razzismo``

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La proposta di Campbell ``Punti di penalità contro il razzismo``
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Inghilterra
La proposta di Campbell
''Punti di penalità contro il razzismo''
Il 34enne difensore di colore del Portsmouth lancia la sua idea per combattere il fenomeno dei
cori e degli insulti razzisti: ''L'unico modo è penalizzare le squadre i cui tifosi si rendono
protagonisti di canti o slogan di questo tipo. Non ho dubbi che il problema scomparirebbe'' dal
nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - "No al razzismo", sta scritto su cartelloni e striscioni
Sol Campbell
SONDAGGIO: siete d'accordo?
all'interno di molti stadi della Premier League inglese. Ma cori e insulti razzisti si sentono spesso durante le
partite del campionato, così come in quelle delle coppe e competizioni internazionali. Ora un giocatore di colore,
Sol Campbell, capitano del Portsmouth, lancia una proposta radicale per risolvere il problema una volta per
tutte, in Inghilterra e, se la Uefa volesse farla propria, in tutta Europa. "Penso che le autorità calcistiche debbano
fare di più per fermare questo vergognoso fenomeno", dice il giocatore in un'intervista al quotidiano Guardian di
Londra, "e l'unico modo di impedire che accada è togliere punti alle squadre i cui tifosi fanno canti o slogan
razzisti. In quel caso non ho dubbi che il problema scomparirebbe. Togli i tre punti a chi si macchia di razzismo,
tre punti che possono essere cruciali per vincere il campionato o per evitare la retrocessione, e gli abusi di ogni
genere da parte dei tifosi finiranno".
Natruralmente si tratterebbe di decidere una soglia, un limite oltre il quale scatta il provvedimento punitivo.
"Certo, c'è sempre qualcuno che urla qualcosa di offensivo ai giocatori nel corso di un match, ma è possibile
identificare un livello oltre il quale l'insulto diventa inaccettabile, e una volta che quel livello è stato oltrepassato
dovrebbe scattare una sanzione, la perdita dei tre punti in palio", afferma Campbell.
Sol, il cui nome completo è Sulzeer Jeremiah ed ha 34 anni, ha subito insulti razzisti più volte nel corso della sua
carriera, in particolare da parte dei tifosi del Tottenham, che non gli hanno mai perdonato il fatto di avere lasciato
la loro squadra per passare a un altro, più titolato club londinese, l'Arsenal, nel 2001. E' rimasto nel mirino dei
fans del Tottenham anche dopo essere passato dall'Arsenal al Portsmouth, venendo pesantemente bersagliato
con gesti ed epiteti razzisti, ad esempio, durante la vittoria del Portsmouth contro il Tottenham, per 2-0, a
Londra, lo scorso settembre.
http://www.repubblica.it/2009/02/sport/calcio/calciomercato/estero-premier/campbell-... 04/03/2009
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In quella occasione, il giocatore ha deciso di reagire da solo, visto che la federcalcio inglese non faceva nulla
per proteggerlo: si è rivolto alla polizia ed ha sporto denuncia contro ignoti, sulla base delle leggi britanniche che
puniscono l'incitamento all'odio, alla violenza, alla discriminazione, basata su razza o religione. La polizia ha
aperto un'indagine. Dopo avere diffuso su Internet foto di sedici sospetti, le forze dell'ordine hanno raccolto
prove e testimonianze contro undici di loro, la cui età andava dai 13 ai 54 anni, tutti fans del Tottenham. Quattro
si sono riconosciuti colpevoli in istruttoria, e se la sono cavata con una multa e con un bando di tre anni
dall'assistere alle partite della squadra del cuore, il genere di provvedimento con cui le autorità del Regno Unito
hanno combattuto, e pressoché sconfitto, le violenze degli hooligans nel football.
Il magistrato li ha pragonati a "un branco di bestie selvagge". Gli altri sette si sono proclamati innocenti e
saranno processati in maggio. "L'arresto ha svegliato un sacco di gente", commenta Campbell. "I tifosi di calcio
pensano che, una volta pagato il biglietto, ciò li autorizzi a dire tutto quello che vogliono per novanta minuti. Ma
certi insulti, se pronunciati in strada, sarebbero atti illeciti puniti dalla legge: perché non deve succedere
altrettanto dentro lo stadio? Nella maggior parte degli altri sport questo non è permesso, non accade nel tennis,
nel rugby, nel cricket, nell'atletica. In quegli sport il razzismo non viene tollerato. Nel calcio inglese, e in quello
europeo, invece, finora non si è fatto abbastanza per stroncarlo. E' una cosa scioccante. Ed è ancora più
scioccante quando si pensa che, in virtù del fatto che oggi molti giocatori neri militano nella massima serie di
ogni paese europeo, i tifosi discriminano un giocatore di colore della squadra avversaria quando altri giocatori di
colore militano nella loro. Bisogna farla finita".
Nell'intervista al Guardian, Campbell conferma implicitamente che il Portsmouth, rimasto nelle mani
dell'allenatore in seconda Paul Hart dopo il licenziamento di Tony Adams tre settimane fa, punta a portare in
panchina Sven Goran Eriksson, l'ex-allenatore della Lazio e dell'Inghilterra, attualmente ct del Messico. Ma il
club è appena due punti sopra la zona retrocessione, sommerso dai debiti e in vendita, per cui il suo futuro
appare incerto. E al capitano, qualunque sia il futuro della sua squadra, sta più a cuore il futuro del calcio, e il
rispetto che è dovuto ai giocatori, qualunque sia il colore della loro pelle.
3 marzo 2009
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