La fabbrica Francia

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La fabbrica Francia
Anais Ginori
La fabbrica Francia
La Repubblica 28.08.12
Nella storia di questo premio inventato nel 1936, gli studiosi francesi hanno conquistato il venti per
cento delle medaglie, al secondo posto dopo gli americani. Qualche giorno fa, un altro importante
riconoscimento internazionale, il Prix Henri Poincaré, è stato assegnato per la prima volta a due
donne, Sylvia Serfaty e Nalini Anantharaman, entrambi ricercatrici al Cnrs, il
centro nazionale di ricerca. Negli ultimi mesi, ha calcolato con orgoglio sciovinista Le Monde,
i francesi si sono accaparrati cinque dei dodici premi della società europea di matematica per i
ricercatori di meno di 35 anni.
La Francia è il paese dei numeri primi. I libri ludici intorno ai misteri dell’algebra o alla geometria
diventano bestseller. Nelle edicole si vendono diverse riviste di esercizi per tenersi in allenamento.
È il paese che ha inventato il campionato mondiale di logica e matematica che si è disputato
qualche giorno fa nel palazzo parigino dell’Unesco. La matematica piace tanto che Fondazione
Cartier ha persino allestito una mostra dedicata all’estetica che si cela dietro
a formule, teoremi, equazioni. Lo scienziato pazzo e scorbutico? È un cliché superato. Personaggi
come Cédric Villani o Stella Baruk, autrice di manuali alternativi per insegnare ai bambini, sono
delle “mathstar”, un po’ come nell’architettura esistono le “archistar”.
Nonostante la concorrenza dei paesi emergenti e il saldo primato statunitense, a Parigi lavorano in
pianta stabile oltre mille ricercatori di questa disciplina. «È la più alta concentrazione in una sola
città, neanche gli americani ci battono» racconta soddisfatto Jean-Yves Chemin, direttore della
fondazione di scienze matematiche di Parigi che riunisce i migliori centri di ricerca e università
della capitale.
Il segreto di questo record è presto svelato. Per scoprirlo basta andare nel quinto arrondissement, in
rue d’Ulm, sede dell’Ecole Normale Supérieure, fondata nel 1794 da Napoleone, affiliata all’epoca
con la Normale di Pisa. L’istituto, che tutti chiamano semplicemente
«Normale Sup», ha il record mondiale di studenti con medaglie Fields. La sua particolarità è riunire
insegnamenti letterari e scientifici. Qui ha studiato il biologo Louis Pasteur ma anche i filosofi JeanPaul Sartre e Michel Foucault. «Normale Sup» ha anche sfornato cinque premi Nobel per la Fisica.
Un livello di eccellenza mantenuto fino ad oggi. L’Ens che ha aperto altre due sedi a Lione e
Cachan, è uno dei pochi atenei francesi che trova posto nella classifica internazionale di
Shangai sulle migliori università. Un sistema che si basa sull’alta selezione dei futuri cervelloni già
nei licei scientifici, poi nelle “classes préparatoires”, almeno due anni di preparazione per accedere
al concorso d’ingresso all’Ens. “L’altro punto di fondamentale – continua Chemin – è il
finanziamento dei giovani ricercatori”. Il “brain drain” è molto ridotto, meno del 3% degli studenti
che si sono specializzati in Francia sono costretti a valicare il confine per trovare un posto di lavoro.
Al contrario, molti matematici transalpini arrivano dall’estero. Il vietnamita Ngo Bao Chau, che ha
vinto il premio Fields nel 2010, ha studiato in Francia. All’Institut des Hautes Etudes Scientifiques,
tre dei cinque insegnanti titolari di cattedra sono di origine straniera. I campi di ricerca si sono
anche molto modernizzati, dalla nanomedicina alle previsioni meteo, dagli algoritmi per l’alta
finanza fino ai navigatori satellitari. Non è un caso insomma che il presidente François Hollande si
sia vantato degli ultimi riconoscimenti internazionali ottenuti.
Una tradizione che risale idealmente al secolo dei Lumières con personaggi appassionati di
matematica come Jean D’Alembert, Gaspard Monge, Joseph Fourrier. C’è stato anche il gruppo
Bourbaki che a partire dal 1935 ha rivoluzionato il modo di scrivere la matematica e al quale hanno
partecipato cinque ricercatori premiati con le medaglie Fields. Quest’anno ricorre il centenario di
Henri Poincaré, matematico ma anche fisico, ingegnere, filosofo. «Incarna una rara sintesi tra i vari
rami della disciplina, è stato uno degli ultimi matematici universali” racconta Cédric Villani,
direttore dell’istituto dedicato all’insigne scienziato morto nel 1912 e che diede un contributo
all’elaborazione della teoria della relatività. Guardato con sospetto dai colleghi più seriosi, Villani è
convinto che il posto del matematico sia dentro alla società. «Dobbiamo svecchiare la nostra
immagine».
Uno spirito divulgativo che si ritrova anche nei libri di Jean-Paul Delahaye, autore di volumi come
Stupefacenti numeri primi, Affascinante Pi greco.
Stella Baruk è chiamata invece la “fata della matematica”. La scienziata di origine iraniana ha
inventato una nuova tecnica di insegnamento del calcolo fondata sull’uso del linguaggio. Baruk fa
spesso l’esempio di un problema proposto in classe. «Ci sono 4 file, ognuna con 7 tavoli. Quanti
anni ha la maestra?». Molti bambini rispondono 28, facendo automaticamente la moltiplicazione,
senza neanche pensare al senso della frase e alla domanda non consequenziale. Il “metodo Baruk”,
che prevede anche la valorizzazione dell’errore come strumento conoscitivo, è stato applicato in
molte scuole di banlieue, con sorprendenti risultati. Lo scrittore Daniel Pennac, anche lui
insegnante, lo ha spesso consigliato agli alunni in difficoltà.
Le polemiche sulla didattica da usare risorgono continuamente. La Francia ha più volte
rivoluzionato il metodo di insegnamento della matematica. Nel record delle medaglie Fields, delle
“mathstar” e di tutta questa curiosità per i misteri della matematica, si nasconde infatti un
paradosso. Il livello medio degli alunni francesi è in progressivo calo e le ore insegnate sono
diminuite negli ultimi quindici anni. «Purtroppo la natura elitista del nostro sistema non ricade sulla
maggioranza » ha notato Le Monde in un editoriale. Qualche anno fa è stata lanciata la petizione
“Sauvons les maths!”, salviamo la matematica, proprio perché nei nuovi programmi c’era stata
un’ulteriore decurtazione della materia. Un problema che non hanno avuto le migliaia di
appassionati che si ritrovano nei giorni scorsi a Parigi per il campionati internazionali di giochi
matematici. La competizione, rivolta a studenti ma anche ad adulti, è stata inventata proprio dai
francesi venticinque anni fa.