LA DIAGNOSTICA DEI DISTURBI DEL TONO DELL`UMORE NELLA

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LA DIAGNOSTICA DEI DISTURBI DEL TONO DELL`UMORE NELLA
2- LA DIAGNOSTICA DEI DISTURBI DEL TONO DELL’UMORE
Dr. Marilena Capriotti – Specialista in Neurologia
Recentemente è stato stimato che la Depressione produce costi sanitari paragonabili a
quelli dell’AIDS, delle malattie cardiovascolari e del cancro, sebbene con tipologie di spesa
differenti.
Attualmente questa patologia è una delle malattie croniche meglio curabili, e laddove la
terapia non viene attuata, aumenta il rischio di suicidio, diminuisce l’aspettativa di vita e
peggiora la qualità della vita stessa e dei familiari.
La diagnosi di ansia e depressione è oggi sottostimata nonostante il medico abbia a
disposizione validi strumenti terapeutici. Oltre al mancato trattamento dei pazienti ai quali
non viene formulata una diagnosi, si aggiungono i soggetti che ricevono un trattamento
inadeguato.
La funzione di filtro del MMG, conoscitore privilegiato del contesto ambientale in cui può
svilupparsi una sindrome ansioso-depressiva, consente di riconoscere e trattare quadri
clinici particolari di esclusiva osservazione in Medicina generale e di rara osservazione in
ambito specialistico.
ILA DIFFICOLTA’ DELLA DIAGNOSI NELLA PRATICA DEL MEDICO, deriva da tre
fattori:
1- il paziente richiede l’intervento medico per sintomi somatici ( stanchezza, insonnia,
cefalea, disturbi gastro-intestinali ecc.), piuttosto che per depressione, perché spesso
non tollera l’idea di avere un disturbo mentale, dal momento che egli potrebbe essere
definito come debole di carattere o incapace, se non addirittura pazzo;
2- circa la metà dei pazienti depressi, visti dal medico di base, presenta anche una
malattia internistica concomitante, ciò rende più complicata la valutazione diagnostica.
3- Problema culturale: ancora oggi la Depressione viene considerata non una malattia ma
un male di vivere, in cui occorre trovare dentro di sé le ragioni del malessere; ciò è
vero solo in alcuni casi che sembrano depressione ed in realtà non lo sono.
Se si sospetta fortemente di avere a che fare con un caso di depressione, facciamo al
paziente domande dirette:
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riesce a trovare motivi di godimento nella vita?
Si sente stanco e senza energie?
Vi sono delle cose che ancora lo interessano?
Ha difficoltà legate al sesso?
Ha avuto pensieri suicidi?
Sente mai delle voci che lo perseguitano o pensa mai che qualcuno possa avercela
con lui?
Fa uso di sostanze psicotrope e/o stupefacenti?
Le caratteristiche dei Disturbi dell’Umore:
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1- PERIODICITA’:
Il 70% di pazienti affetti da Disturbi dell’Umore va incontro, dopo guarigione a nuovi
episodi di malattia.
Si parla così di RICORRENZA.
Si parla invece di RICADUTA, quando il riemergere dei disturbi depressivi, avviene prima
che il paziente sia tornato ad un pieno recupero funzionale.
2- POLARITA’:
Il paziente manifesta periodicamente solo episodi depressivi oppure alterna fasi
depressive con fasi euforiche o maniacali.
Sulla base di questi due parametri (periodicità e polarità), distinguiamo:
1- DISTURBI DELL’UMORE UNIPOLARI
1a- depressione maggiore: episodio singolo
ricorrente
1b- distimia: depressione di durata superiore ai 2 anni. Il quadro sintomatologico è di
minore entità rispetto all’episodio depressivo maggiore.
2- DISTURBI DELL’UMORE BIPOLARI
2a- disturbo bipolare (episodi maniacali intervallati a fasi depressive);
2b- ciclotimia
La ciclotimia è caratterizzata dall’alternarsi di fasi ipomaniacali e fasi depressive, di minore
intensità rispetto all’episodio depressivo maggiore e durata superiore ai 2 anni.
Nell’odierno panorama scientifico, viene correntemente impiegato nella diagnostica della
pratica clinica, il DSM-IV (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), oltre
all’ICD-10 (International Classification of Diseases).
CRITERI DSM-IV PER LA DIAGNOSI DI EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIORE:
Almeno 5 dei seguenti sintomi per almeno 2 settimane, che costituiscono un cambiamento
rispetto alla precedente personalità.
Almeno uno deve essere: 1- deflessione timica.
Gli altri: 2- perdita di interessi; 3- perdita o aumento di peso; 4- agitazione o ritardo
psicomotorio; 5- perdita di energie; 6- insonnia o ipersonnia; 7- sentimenti di colpa; 8deficit di concentrazione; 9- ricorrenti pensieri di morte o ideazione suicidaria.
Il suicidio è più frequente negli uomini ( al contrario i tentativi di suicidio sono 4 volte più
frequenti nelle donne ). Incoraggiare il paziente a verbalizzare eventuali idee suicidarie,
può diminuire lo stress e ridurre l’intento suicida.
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In questa classificazione il DSM-IV, tiene conto di un criterio sintomatologico (umore
depresso, anedonia), di un criterio cronologico ( per 2 settimane almeno tutti i giorni o per
la maggior parte del giorno), di un criterio funzionale (compromissione dell’attività
lavorativa e delle relazioni sociali), ed infine di un criterio di esclusione ( non uso di droghe
e/o non coesistenza di ipotiroidismo o altre malattie organiche causa di depressione).
La ddiiaaggnnoossii ddiiffffeerreennzziiaallee in questo caso, deve essere posta con:
1- LE DEPRESSIONI SECONDARIE ad un disturbo d’ansia, ad un disturbo ossessivocompulsivo, a una sindrome da attacchi di panico, la quale spesso evolve in una
manifestazione di tipo depressivo.
2- I DISTURBI DI ADATTAMENTO, in cui i sintomi conseguono ad un cambiamento
importante nella vita del soggetto che mal si adatta alla nuova situazione e recedono
dopo rimozione della causa.
3- DEPRESSIONI CONSEGUENTI A MALATTIE ORGANICHE :
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malattie del S.N.C.: m. di Parkinson, m. di Alzheimer, sclerosi multipla, stroke, epilessia
lobo temporale, tumori, traumi cranici;
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malattie endocrine e metaboliche: ipotiroidismo, m. di Cushing, ipocalcemia ed ipercalcemia;
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malattie addominali ed infettive: tumori del pancreas, epatite e pancreatite cronica,
influenza, tbc, mononucleosi;
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uso di farmaci: corticosteroidi, anticoncezionali orali, indometacina, beta-bloccanti,
alfametildopa, reserpina,, antiblastici, alcool, sedativi, neurolettici ecc.;
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malattie sistemiche: lupus, artrite reumatoide.
Ci sono delle forme particolari di Depressione Unipolare:
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DEPRESSIONE CON MANIFESTAZIONI ANSIOSE ( o S. ansioso- depressiva);
DEPRESSIONE MALINCONICA ( con areattività agli stimoli esterni, rallentamento
psicomotorio, calo ponderale, idee di colpa, insonnia mattutina, umore melanconico);
DEPRESSIONE CON MANIFESTAZIONI PSICOTICHE ( il paziente può delirare e/o
avere allucinazioni, più spesso uditive);
DEPRESSIONE ATIPICA ( ai sintomi della depressione si associano ipersonnia diurna,
iperfagia ed aumento di peso).
CRITERI DSM-IV PER LA DIAGNOSI DI DISTIMIA:
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Umore depresso (irritabilità in bambini ed adolescenti) per almeno due anni per la maggior
parte del giorno.
Presenza, insieme all’umore depresso, di almeno due dei seguenti sintomi:
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scarso appetito o iperfagia;
insonnia o ipersonnia;
affaticabilità o scarsa energia;
bassa autostima;
scarsa capacità di concentrazione;
sentimenti di disperazione.
I periodi di assenza dei sintomi non durano più di due mesi, i sintomi non sono dovuti ad
altre condizioni psicopatologiche, a cause internistiche, iatrogene o ad abuso di sostanze
voluttuarie.
Tale forma spesso conduce il paziente dal proprio medico per richiesta di ricostituenti e di
sonniferi; tende a complicarsi con l’abuso di alcool e/o di farmaci.
I distimici sviluppano frequentemente nel tempo, un Disturbo d’Ansia generalizzata o un
Disturbo da attacchi di panico o un Episodio Depressivo Maggiore.
Il livello di gravità dei sintomi ( a differenza di quanto avviene nella Depressione
Maggiore), è tale da consentire una certa continuità di funzionamento socio-lavorativo.
Un’altra importante complicanza del disturbo distimico, è legata alla comparsa di
comportamenti autolesivi ( comportamenti suicidari conseguenti a sentimenti di
disperazione indotti dalla cronicità della sintomatologia depressiva).
CRITERI DIAGNOSTICI DSM-IV PER L’EPISODIO MANIACALE:
a- Tono dell’umore elevato persistente per almeno una settimana.
b- Presenza persistente e di gravità significativa, di almeno tre di questi sintomi:
1- logorrea
2- accellerazione delle idee
3- aumento della stima di sé
4- riduzione del bisogno di sonno
5- distraibilità
6- agitazione psicomotoria
7- eccessivo coinvolgimento in attività piacevoli e/o potenzialmente pericolose (spese
eccessive, promiscuità sessuali ecc.).
Si differenziano due forme bipolari:
la tipo I, in cui gli episodi epansivi sono sempre di tipo maniacale ( spesso con
necessità di cure in regime ospedaliero);
la tipo II, in cui le fasi espansive sono di intensità moderata e non tali da determinare la
completa perdita delle attività sociali e lavorative.
Il Disturbo Bipolare, entra in diagnosi differenziale con la schizofrenia e con il disturbo
schizo-affettivo.
Gli episodi del Disturbo dell’Umore sono periodici e NON PRESENTANO LIVELLI DI
DETERIORAMENTO RESIDUO TRA UN EPISODIO E L’ALTRO.
QUANDO UN PAZIENTE DEPRESSO DEVE ESSERE SOTTOPOSTO
ALL’ATTENZIONE DELLO SPECIALISTA?
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Nel caso di:
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rischio di suicidio;
concomitante e complessa patologia internistica;
depressione complicata da deliri e allucinazioni;
valutazione della terapia psicofarmacologica in atto;
insuccesso di un ciclo di terapia antidepressiva adeguata;
necessità di un ricovero.
QUANDO RICOVERARE?
1- grave rischio di gesti autolesivi;
2- gravi complicanze di natura internistica;
3- scarsa adesione al trattamento.
ANCHE IL MEDICO NON SPECIALISTA PUO’ TRATTARE L’EPISODIO
DEPRESSIVO, A PATTO CHE CONOSCA LE REGOLE FONDAMENTALI DI TALE
TRATTAMENTO:
1- L’EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIORE DEVE ESSERE TRATTATO CON
FARMACI ANTIDEPRESSIVI e non con benzodiazepine o neurolettici che ne
possono peggiorare il quadro clinico.
2- IL MEDICO DEVE CONOSCERE ALMENO DUE O TRE MOLECOLE AD
ATTIVITA’ ANTIDEPRESSIVA ( dosi terapeutiche, effetti collaterali, interferenze
farmacologiche e profilo farmacologico).
3- IL MEDICO DEVE INFORMARE IL PAZIENTE CHE L’ANDAMENTO DEI SINTOMI
PUO’ OSCILLARE (da un giorno all’altro) E CHE PER VEDERE I RISULTATI
OCCORRONO FINO A QUATTRO SETTIMANE.
4- SE IL PAZIENTE NON RISPONDE ENTRO 4-6 SETTIMANE, SI DEVE PENSARE
A MODIFICARE IL TRATTAMENTO ( ricorrendo ad una molecola con profilo
farmacologico diverso).
5- INDAGARE E SOSPETTARE SEMPRE LA POSSIBILITA’ DI COMPARSA DI
IDEAZIONE SUICIDARIA (fare in modo che il paziente sia controllato e se la
famiglia non può farlo, si prenda in considerazione il ricovero).
6- RICORDARSI CHE i triciclici sono controindicati nelle CARDIOPATIE,
IPERTROFIA PROSTATICA E GLAUCOMA AD ANGOLO CHIUSO;
I serotoninergici sono controindicati NELLE GASTRITI RICORRENTI E
NELL’ULCERA PEPTICA.
7- QUANDO SI SARA’ RISOLTO L’EPISODIO DEPRESSIVO, IL MEDICO DOVRA’
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SPIEGARE AL PAZIENTE CHE LA MALATTIA HA UN ALTO RISCHIO DI
RIPRESENTARSI, PER CUI E’ DA VALUTARE UNA TERAPIA DI
MANTENIMENTO PREVENTIVA.
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