dossier - FederFARMACO

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dossier - FederFARMACO
DOSSIER
Testi a cura di
Stefania Bortolotti
Enrico Maria Corno
Mara Granata
Sergio Meda
Federico Poli
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DOSSIER
DOSSIER
L’Oms stima
340mila
casi nel mondo
A COLLOQUIO
CON IL VIROLOGO
LA STAGIONE
DEI VIRUS
Del ceppo A/H1N1, quello dell’influenza
cosiddetta suina, si sa quasi tutto (sinché
mantiene la sua attuale conformazione),
così come dei tre virus di origine australiana - provenienza Brisbane, garantiscono i ricercatori - identificati come i principali responsabili dell’influenza annuale,
che vengono definiti “non particolarmente
aggressivi”. Quasi nulla, invece, si sa degli altri virus che causano febbre e sintomi
respiratori analoghi, il cui numero è imponente, come ci racconta il professor Fabrizio Pregliasco. Per tranquillizzarci
E
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sistono almeno altri 262 virus che
danno, in questo periodo, le stesse
problematiche, febbre e problemi
respiratori, ma non per questo si pensa di
fare analisi per stabilire di quale ceppo si
tratti. Sarebbe una inutile e costosa perdita
di tempo. Lo dico per evitare che la gente
equivochi, bisogna sgomberare il terreno
dalle eccessive preoccupazioni fermandosi
a elementi certi».
Quali per favore?
Nel mondo ci sono, ogni anno, non meno di
800 mila morti per “influenza stagionale”.
Questi decessi vengono attribuiti, per convenzione, all’influenza di stagione e alle
sindromi correlate, vale a dire alle molte
patologie che concorrono all’evento luttuoso. Lo stesso dato, in Italia, ogni anno, vede
7 mila morti per le stesse evenienze.
Che cosa ha generato, secondo lei, l’allarme o i timori in serie?
La riclassificazione dell’influenza come pandemia, nel giugno scorso, in quanto respon-
L’INIZIATIVA
TOPO GIGIO
TESTIMONIAL
Per sdrammatizzare, almeno in
parte, il tema influenza, il Ministero
della Salute ha pensato a Topo
Gigio, pupazzo notissimo e caro non solo ai bambini,
per una campagna di prevenzione basata su cinque
regole d’oro: lavarsi spesso le mani (con il sapone);
coprirsi bocca e naso se si starnutisce o si tossisce; se
non si hanno le mani pulite meglio non toccarsi naso
e bocca; ricordarsi di aprire le finestre per cambiare
aria; in caso di febbre, difficoltà respiratorie,
raffreddore e tosse, restare a casa.
sabilmente l’Organizzazione mondiale della
sanità ha sancito questo virus come inarrestabile nella sua diffusione nel pianeta.
Retaggi del passato, si è pensato in automatico alla Spagnola, che fece 29 milioni
di morti nel secolo scorso.
Temo che le psicosi non si possano frenare,
sono ancestrali. Però gli effetti sono, allo stato, sotto gli occhi di tutti: il virus A/H1N1
non è peggio di altri, non è certamente più
aggressivo. In autunno, e per tutto il periodo
ottobre-marzo, avviene il normale diffondersi dell’influenza stagionale in tutta Europa e
l’andamento attuale vede un incremento di
casi influenzali anche in Italia. Ma è un andamento assolutamente abituale, così come
consuete sono le campagne vaccinali di prossima attuazione che sono un efficace metodo
preventivo di possibili complicazioni.
Si è parlato a lungo della possibile estensione del vaccino ad altre categorie di popolazione, quella che va dai 2 ai 27 anni,
in quanto fascia d’età che sembra più colpita dall’influenza pandemica A/H1N1.
Andrà attentamente valutata perché un
dato è certo: i giovani presi sin qui in esame non hanno sviluppato anticorpi derivanti dal contagio precedente di virus dello stesso ceppo.
Allora il vero problema quale potrebbe
essere?
A metà ottobre l’Organizzazione mondiale
della sanità (Oms) confermava, per
l’influenza di tipo A/H1N1, un andamento
analogo a quello consueto dell’influenza
stagionale con una diminuzione dei casi nei
Paesi dell’emisfero Sud e un incremento
negli Stati Uniti. Per l’Europa e l’Asia
Occidentale qualche contagiato in più ma
niente di preoccupante.
L’Oms stima, per l’influenza impropriamente
detta suina, oltre 340.000 casi con 4.100
decessi nel mondo, di cui 56.000, con
almeno 176 morti, in Europa.
Il possibile mutare del virus. Se il virus dovesse cambiare, e può succedere, tutto va rimesso in discussione, ma così non è al momento.
Vigiliamo su questo, vigila tutto il mondo,
che dal punto di vista sanitario è coeso.
I punti di riferimento permangono i soliti:
medico e farmacia, al pari dei mass media?
Credo che il ricorso al consiglio del farmacista sarà maggiore rispetto al solito. E
questo nella logica del ruolo del professionista con la croce e il caduceo, un ottimo
consigliere e un punto di riferimento per
comunicare alla popolazione del continuo
aggiornamento delle disposizioni rispetto
allo specifico vaccino per l’influenza pandemica A/H1N1, in adeguamento al mutare
della reale diffusione del virus.
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DOSSIER
I MEDICI SENTINELLA
Non a tutti è noto che in Italia le forme influenzali,
quali che siano, da dieci anni sono sotto il
rigoroso controllo dei “medici sentinella” in base
al programma internazionale di sorveglianza
dell’influenza avviato, già da cinquant’anni,
dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms).
Il sistema di monitoraggio settimanale si avvale
di una rete di medici di famiglia (Medicina
generale) e di pediatri, reclutati a livello regionale,
che segnalano i casi di influenza osservati tra i
loro assistiti. La raccolta e l’elaborazione delle
segnalazioni di malattia è effettuata dai Centri
di riferimento nazionali: Istituto superiore di
sanità (Iss) e Centro interuniversitario di ricerca
sull’influenza (Ciri). Presso il Ministero della
Salute funzionano, ben coordinati sia il punto
finale della rete di sorveglianza sia il centro
per il ritorno delle informazioni sull’andamento
nazionale dell’influenza, tramite stampa e mezzi
informatici, diretti a operatori e utenti dei sistemi
di sorveglianza europei ed internazionali.
La stretta collaborazione tra le componenti citate,
a partire dai medici sentinella, è essenziale per
individuare e valutare tempestivamente l’inizio della
stagione influenzale e identificare i virus circolanti.
A COLLOQUIO
CON IL NUTRIZIONISTA
DOSSIER
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SPECIALE
INVERNO
LO SAPEVATE?
L’INVERNO
DEI RADICALI
I prodotti di scarto dell’ossidazione, i radicali liberi, soprattutto in inverno vanno contenuti, ad evitare guai peggiori. L’alimentazione sana e controllata è utile a contrastarli,
come suggerisce Bruno Berra
U
na delle parole d’ordine che si
accompagnano all’inverno è “arginare i radicali liberi”. Dato che
bloccarli non si può, occorre ridurre la loro
proliferazione, mettere una “museruola”
alla loro incidenza. In quantitativi minimi i
radicali liberi sono utilissimi, ma non bisogna consentire loro di fare dei danni. Vediamo di approfondire il tema con il professor
Berra, biochimico di fama internazionale e
nutrizionista.
Chiariamo in primo luogo che cosa sono i
radicali liberi, professore.
Si tratta di prodotti di “scarto” che si formano all’interno delle cellule del corpo
umano in quanto l’ossigeno viene utilmente impiegato nei processi metabolici per
produrre energia (ossidazione). Se presenti in quantità minima, sono utilissimi per
l’eliminazione dei germi e nella difesa dai
batteri. Va detto però che i radicali liberi
sono molecole molto instabili, hanno un
solo elettrone anziché due, e proprio per la
loro instabilità tendono a equilibrarsi “rubando” l’elettrone alle molecole con le quali
vengono a contatto. Il processo ne innesca
di ulteriori, del tutto simili, e le molecole,
a loro volta instabili, partono alla ricerca di
un altro elettrone, creando un sistema di
instabilità a “catena”. Che non va bene.
Sia esplicito, per favore.
L’agire continuativo e non arginato dei radi-
cali liberi genera l’invecchiamento precoce
delle cellule. Ne derivano gravi patologie, le
peggiori cui andiamo incontro sono: importanti malattie dell’apparato cardiovascolare,
una serie di tumori, diabete, sclerosi multipla, artrite reumatoide, il morbo di Parkinson e Alzheimer, nonché gravi disturbi polmonari come l’enfisema.
Vediamo quali sono i “generatori principali” di radicali liberi?
I guai influenzali e respiratori, tipici dell’inverno, e ancora lo stress, ma soprattutto le
diete troppo ricche di proteine e grassi animali. Poi ci sono alcuni agenti validi per tutto
l’anno: mi riferisco a fumo e alcol, allo smog,
senza dimenticare gli esercizi fisici estremamente faticosi. Anche lo sport, se mal gestito
– lo sport non è per tutti, non dimentichiamolo – crea disagi che alla lunga si pagano. E
per sport intendo anche il lavoro dissennato
che alcuni fanno in palestra per potenziarsi
muscolarmente.
Quali gli antidoti, utili a contrastare i radicali liberi?
In prima istanza un comportamento alimentare più sano, a partire da cibi ricchi di antiossidanti. Mi riferisco a quelli che contengono vitamine A, C ed E; e ancora i polifenoli
e i bioflavonoidi (quasi 5.000 molecole organiche sono presenti nelle piante ndr) senza
dimenticare micronutrienti ed enzimi come
il selenio, il rame, lo zinco. In generale sono
presenti nella frutta e nella verdura, per cui
i multivitaminici di sintesi, quelli che trovate in farmacia, vanno usati come integratori,
su suggerimento del medico. Frutta e verdura ci sono anche in inverno, ogni stagione ha
le sue, e questa è la scelta di elezione che va
seguita. Non solo frutta e verdura, naturalmente. L’ideale è una dieta equilibrata ricca
di verdura, frutta e fibre, che evita gli eccessi di grassi animali: latte e latticini, carne e
salumi.
Come strutturare la giornata dal punto di
vista alimentare?
Suggerisco una prima colazione con abbondante frutta di stagione, seguita da cereali,
marmellate, una fetta di torta, yogurt possibilmente magro, the e/o caffè, a piacere. A
pranzo si può cominciare con un antipasto
di verdura cruda abbondante, seguito da un
piatto proteico, cercando di privilegiare i legumi, cioè le proteine vegetali, e il pesce azzurro (tre/quattro volte la settimana). Poca
carne bianca e poche uova, due la settimana.
Ottimi i piatti unici come pasta e fagioli o pasta e ceci. Pranzo e cena, va ricordato, prevedono porzioni moderate, ad eccezione delle
verdure con le quali si può abbondare. Meglio condire con poco olio d’oliva, poco sale
e abbondante aceto o limone. Ma attenzione:
questi precetti valgono tutto l’anno, non soltanto d’inverno.
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DOSSIER
ALCUNI consigli di naturopatia
Regole alimentari
Oltre alle note norme di igiene
(lavarsi spesso e bene le
mani soprattutto dopo avere
frequentato luoghi pubblici e
mezzi di trasporto) e di buon
senso (ritmi di vita regolari,
una moderata pratica fisica, il
rispetto di almeno 6 ore di sonno,
il non uso di superalcolici e una
moderata assunzione di alcolici)
è importantissimo seguire
una alimentazione corretta
e mantenere l’intestino nelle
migliori condizioni possibili.
Per assimilare i nutrienti è
importante ripristinare la nostra
flora batterica (eliminando gli
alimenti che non si tollerano
e assumendo fermenti adatti,
magari liofilizzati, con un’alta
concentrazione di bacilli vivi e
vitali e coltivati su terreni privi
di latte) e le scorte di vitamine
A, C ed E, B6, zinco e selenio.
Occorre poi una buona fonte di
zolfo per ricostruire i tessuti
danneggiati, propendere per
un’alimentazione con pochissimo
glutine (attenzione a grano, orzo
e segale) e moderato zucchero
(preferite i dolcificanti come
fruttosio e malto, sciroppo di
acero e di agave, prodotti che
si possono reperire in farmacia
e nei negozi di alimentazione
naturale: mantengono la
glicemia costante senza i picchi
causati dall’assunzione dello
zucchero bianco).
Per concludere, non sono da
tralasciare i cereali (il malto
è altamente rimineralizzante:
calcio, ferro, magnesio) e magari - lo sciroppo di acero,
perché depurativo, ipocalorico e
ricco di calcio, ferro, potassio e
vitamina B1.
Fastidiose interazioni
L’intolleranza ha radici nella
scorretta gestione delle nostre
emozioni, nell’incapacità
di “digerire ed assimilare”
alcune situazioni esistenziali.
è, insomma, una reazione
di non accettazione della
realtà contingente e, se non si
lavora sulle cause, è destinata
a modificarsi nel tempo,
ampliando l’elenco dei cibi non
accetti. Per questo preferisco
sempre abbinare un colloquio
omeopatico, un’analisi della
biografia, fornire consigli
mirati ed individuali tenendo
ben presente anche la valenza
simbolica che un cibo riveste per
il singolo individuo, in relazione
al suo vissuto personale.
Valido per tutti è il precetto di
assumere cibi sani, ovvero di
coltivazione biologica o ancor
meglio biodinamica e di stagione,
possibilmente provenienti da
aree vicine e senza che abbiano
concluso la maturazione nelle
celle frigorifere. Una volta
entrati in casa gli alimenti
è sempre meglio consumarli
velocemente (senza farli sostare
più giorni in frigorifero). Per
quanto riguarda la loro cottura,
è ottima quella a vapore o in
pentola a pressione in pochissima
acqua; un’alternativa più
saporita è il grill (oggi ce ne sono
di antiaderenti bio al titanio)
o la terracotta (particolari
pentole tedesche disponibili in
vari negozi di alimentazione
naturale), il vetro o l’acciaio
inox; per i più sofisticati anche la
ghisa. Sicuramente da evitare
il forno a microonde,
che altera irreparabilmente
l’energia dei cibi.
Mara Granata
DOSSIER
PAROLA ALL’ESPERTO
L’arrivo della stagione fredda
mette a dura prova le nostre
difese immunitarie, le cui
sentinelle si trovano soprattutto
nel cavo orofaringeo (bocca,
prime vie respiratorie) e
nell’intestino. Oltre a ciò in
presenza di tensione e stress ci
si ritrova spesso, soprattutto
in autunno, stanchi e nervosi.
Il circolo vizioso si chiude
scaricando il tutto sul duodeno
(parte dell’intestino tenue) e
sul sistema digerente (infatti
la medicina cinese parla del
complesso funzionale polmonegrosso intestino). Occorre perciò
curarsi in autunno per non
arrivare impreparati all’inverno,
quando la debolezza energetica
di rene e surrene facilita un calo
ulteriore della funzionalità del
sistema immunitario.
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SPECIALE
INVERNO
NEVE PER
TUTTI (I GUSTI)
Se fino a pochi anni fa la questione si limitava al “tempo libero” degli sciatori - cosa fare
in quel giorno, durante la settimana bianca,
in cui non si ha voglia di buttarsi giù a rotta
di collo per le piste? Cosa fare se il tempo
non consiglia l’acquisto di un giornaliero? oggi la neve si è davvero aperta a categorie
nuove di turisti e per questo enti, valli e alberghi sono sempre più impegnati ad allargare l’offerta a chi non è per forza un utente
delle piste da sci, invitando ad apprezzare
panorami, profumi, suoni ed emozioni che
qualsiasi montagna in inverno è in grado di
regalare. Ecco una serie di idee per tutte le
età, per tutta la famiglia
SCI DI FONDO
Prima alternativa alle discese, lo sci di fondo è la soluzione perfetta per chi ha paura delle velocità eccessive e di farsi male.
È divertente, economico, facile anche per i
principianti e adatto per ammirare angoli di
montagna, radure nei boschi e sentieri panoramici, immersi in un silenzio da favola
e senza il rischio di incontrare un rumoro-
so e stracolmo rifugio. E poi si pratica fondamentalmente in compagnia e permette di
dosare la fatica a proprio piacimento. Una
raccomandazione? Vestirsi poco e a strati:
niente produce più calore corporeo che praticare il fondo, anche quando la temperatura è abbondantemente sotto lo zero.
ECCO DOVE: La Val di Fiemme in Trentino,
dove non a caso nel 2013 si terranno per la
terza volta negli ultimi vent’anni i Mondiali di Sci Nordico. Nei bar di Cavalese e di
Predazzo si discute di sci di fondo e non di
calcio, questa è la terra di grandi campioni
e di grandi gare (il Tour de Ski sul Cermis il
9-10 gennaio e la Marcialonga il 31 gennaio) e
possiede centinaia di chilometri di piste, non
solo nel fondo valle ma anche al Passo Lavazè sopra i 1.800 metri slm. (Pacchetto “Star
bene nella natura” da 280€ alla settimana in
mezza pensione, compresa una lezione: Tel
0462.341419 - www.visitfiemme.it)
CAMMINARE NELLA NEVE
Camminare immersi nel silenzio ovattato
della neve. Sentire solo il proprio fiato, il
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DOSSIER
PAROLA ALL’ESPERTO
UN LETARGO SPECIALE
ANCHE PER GLI UMANI
L’essere umano, si dice, è un
animale che non va in letargo.
Non ne avverte il bisogno, non ne
ha necessità, il letargo sarebbe
un’inutile perdita di tempo. Al
più, l’uomo dorme meglio e più
a lungo nelle notti invernali,
non dovendosi più difendere dal
freddo come in passato. In verità
il riscaldamento nelle abitazioni
letargizza alcuni, i pigri, più
propensi a sonni prolungati
e profondi. Costoro, molto
sensibili al richiamo delle coltri,
indugiano, poltriscono a letto,
soprattutto quando fuori nevica.
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L’uomo, comunque, a qualsiasi
latitudine, rallenta i suoi
ritmi in inverno, avverte la
necessità di rifiatare ma non
di ricaricare le pile come
capita, fisiologicamente, ad
altre specie animali. E questo
è un retaggio del passato,
delle abitudini di una civiltà,
quella contadina, alla quale si
richiama con simpatia Giovanni
Tredici, ordinario di Anatomia
a Milano Bicocca, appassionato
di etologia (disciplina di
studio del comportamento
animale): «L’uomo non somiglia
certamente all’orso, ma a
modo suo contempla una sorta
di letargo. Basti pensare ai
contadini, lavoratori che oggi
fatichiamo a riconoscere, figli
come siamo dell’urbanesimo
e del progresso, e alle loro
condizioni di vita: i contadini
lavorano alla luce del giorno
e nel corso dell’inverno sono
costretti, di fatto, a lunghi
periodi di riposo. Quando le
giornate si limitano a non più
di dieci ore di luce, il contadino
si occupa delle mucche o
degli animali che alleva, non
certo della terra, inoperosa
giacché si sta rigenerando. Di
fatto il contadino in inverno
rallenta i suoi ritmi mentre
d’estate, nelle lunghe giornate
assolate, profonde i suoi sforzi,
adoperandosi anche quindici
ore in un giorno». Del resto
è noto che gli esseri umani,
animali d’intelligenza superiore,
hanno plasmato alle loro
necessità quasi tutto, dapprima
cacciando per procurarsi il cibo,
poi per coprirsi con la pelle
degli animali. Hanno appreso
anche a guardarsi dai nemici,
soprattutto dai loro simili. In
questo senso andare in letargo,
non figurato, sarebbe pericoloso,
oltre a costituire una perdita di
tempo. Chi baderebbe a tutelare le
proprietà, materiali e immateriali,
casa e beni, moglie e figli?
Tranquilli, dormiamoci su.
Sergio Meda
proprio passo e probabilmente quello di
qualche cerbiatto che ci sta accompagnando con lo sguardo. Si possono indossare
scarponi o moderne racchette da neve, impugnare i bastoncini per aiutarsi come nei
movimenti del nordic walking estivo, stare
nel sentiero battuto o inoltrarsi nella neve
alta fino alla vita. Il cuore batterà più per
l’emozione che per la fatica.
ECCO DOVE: La Val di Fassa, all’estremo
nord del Trentino dove confina con Alto Adige e Veneto. Se è vero che le Dolomiti sono
entrate nel patrimonio mondiale dell’Unesco,
bisogna anche dire che le Dolomiti più belle sono qui. Certo, le cime sono avvicinabili
solo d’estate, ma il fondovalle, lungo il fiume
Avisio, è fantastico e posti come la Valle del
Contrin, la Val San Nicolò, la Val Duron, Pian
de Schiavaneis o il Gardeccia - anche d’inverno - regalano paesaggi incomparabili.
DOSSIER
SPECIALE
INVERNO
SLITTINO
Un’attività alternativa per tutti? Può esserci
il pattinaggio su ghiaccio, lo snow-tubing
per i più giovani, il curling e tutte le sue varianti, ma soprattutto lo slittino: non quello
su ghiaccio nei toboga olimpici e nemmeno
quello dei bambini che si buttano dalle piccole alture dietro casa, ma “lo slittino su
pista naturale innevata”: si tratta di strade
forestali attrezzate con protezioni in legno
e curve paraboliche dove ci si può divertire
in sicurezza, con piste spesso servite da un
impianto di risalita e illuminazione per le
discese in notturna. I tracciati più impegnativi superano perfino i 5 km di lunghezza,
con difficoltà diverse, ma comunque affrontabili da chiunque.
ECCO DOVE: Brunico e tutta la Val Isarco.
Sono 40 le piste formalmente riconosciu-
© Alta Pusteria
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DOSSIER
te nel solo Alto Adige (la lista completa su
www.suedtirol.info/slittino), 17 delle quali
considerate facili. È una questione di tradizione: qui i contadini sono sempre stati abituati a scendere a valle dai masi in questo
modo (offerte e pacchetti su www.plandecorones.com e www.eisacktal.info).
DOSSIER
SPECIALE
INVERNO
ICE CLIMBING
Cascate di ghiaccio naturali che scendono
dalle pareti di roccia. Cascate di ghiaccio
artificiali nel centro del paese, ad uso e
consumo di atleti professionisti, di appassionati e di neofiti. Arrampicarsi sul ghiaccio è uno sport che di estremo ha solo il
freddo, ma che per molti sembra restare
impossibile. E invece bastano buoni guanti,
un casco, piccozze e ramponi e una guida
alpina al proprio fianco.
ECCO DOVE: In Val Daone, appena sotto
Madonna di Campiglio, ci sono oltre una
cinquantina di cascate naturali. Qui si
danno appuntamento a metà gennaio tutti i più grandi arrampicatori internazionali per la tappa di Coppa del Mondo (Info:
Tel0465.441033 - www.garnidelsogno.it a
Madonna di Campiglio).
TERME
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Ormai tutti gli alberghi a tre stelle dell’Alto
Adige, la regione turisticamente più evoluta
nel nostro paese, hanno un centro wellness.
Le terme invece sono stabilimenti dove i trattamenti per la cura e il benessere della persona sono tali per l’uso di acqua termale, naturalmente calda che sale così dal sottosuolo,
ricca di sali minerali. Molte sono le terme sulle Alpi, tutte ovviamente operanti anche in
pieno inverno: cosa c’è di meglio che nuotare
in una piscina termale all’aperto, con la neve
a bordo vasca e il cielo sopra la testa, magari
di sera, con le stelle sopra di voi?
ECCO DOVE: La lista è lunghissima e va dalla
sorgente delle celebri Terme di Merano (www.
termemerano.it) ai Bagni Vecchi di Bormio
(www.bagnidibormio.it) alle Terme di Prè,
appena sotto Courmayeur: le varie vasche
all’aperto con idromassaggi e cascate tonificanti sono assolutamente da provare (www.
termedipre.it).
meranodintorni.com). Sono un divertimento
unico, dalla fine di novembre al giorno della
Befana (un pernottamento in mezza pensione
da 73€ a persona. Sconto 15% per soggiorni
superiori alle tre notti - Tel 0473.945877, www.
hoteldersinne.com).
SHOPPING
GASTRONOMIA
Si esce di casa al mattino e si passeggia imbacuccati nella giacca e nella sciarpa ma con il
sorriso in giro per il paese, mettendo il naso
in ogni vetrina. Prodotti tipici, abbigliamento
locale, souvenir da portare a casa… qualsiasi cosa è abbastanza interessante perché si
possa acquistarla. Ad interrompere il pellegrinaggio solo le inevitabili soste per riscaldarsi con vin brulè, cioccolate, fette di sacher
e dolci, possibilmente caldi.
ECCO DOVE: Il centro di Courmayeur insieme
a quello di Madonna di Campiglio e a quelli
di Corvara e di Selva di Val Gardena sono i
capoluoghi dello shopping invernale. Niente
però vale quello che si vive nei Mercatini di
Natale in Alto Adige: Brunico, Vipiteno, Bressanone, Bolzano e, soprattutto, Merano (www.
Ci sono piatti che possono essere gustati solo
in montagna e siamo felici che esista il freddo
inverno per poterceli godere. Polenta taragna,
canederli annegati nel formaggio fuso, gnocchetti con la panna, carni grigliate e in umido, strudel e ogni tipo di dolce e di creme. Per
non parlare dei vini che devono accompagnare
questi piatti. E poi c’è anche l’alta cucina.
ECCO DOVE: L’Alto Adige è la regione che
ha la più alta percentuale di stelle Michelin per chilometro quadrato. Provate, ad
esempio, la zuppa di fieno – servita in una
forma di pane nero con grandi fili di fieno e fiori interi da mangiare al suo interno
– alla Malga Gostner di Franz Mulser (Tel
347.8368154) all’Alpe di Siusi: è davvero la
fine del mondo (www.seiseralm.it).
LO SAPEVATE?
AGRUMI E VITAMINE
Bere una spremuta, di qualsiasi agrume, fa
sempre bene, perché contiene una serie di
vitamine tra cui la famosa ”C“, fondamentale
per la salute del collagene - la proteina che
mantiene giovane la nostra pelle - e per stimolare
il nostro apparato immunitario.
Importante, però, è bere tutta la spremuta,
non solo il succo, perché i filamenti hanno una
concentrazione maggiore di vitamine;
e consumarla subito perché dopo qualche ora
perde molte delle sue famose proprietà.
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DOSSIER
SICUREZZA IN PISTA
accade. La cosa importante è essere liberi
nei movimenti. Non ci si può, e non ci si
deve, sentire impacciati come cavalieri medievali nelle armature.
APPARECCHIA
LA TAVOLA
G
li sciatori e soprattutto gli
snowboarder - membri del club di
quegli “sport di scivolamento” in
cui la ricerca dell’equilibrio è nello stesso
tempo divertimento e pericolo - sono virtualmente soggetti a rischio di traumi distorsivi e da impatto. «Per distorsioni e lussazioni non c’è altro da fare che presentarsi
sulla neve in perfetta efficienza, fisicamente e tecnicamente. Bisogna allenarsi nei
mesi precedenti la stagione invernale, correndo e facendo una preparazione a secco
in palestra. Poi bisogna affrontare le piste
senza strafare e senza andare oltre i propri limiti. La stessa tavola deve essere perfettamente curata, con soletta sciolinata e
lamine preparate». A parlare è Ettore Personettaz, valdostano, istruttore nazionale di
snowboard, molto conosciuto nell’ambiente e socio fondatore di White Experience,
una “crew” che organizza corsi e vacanze
all’insegna dello snow (www.whitexperience.com). «Per i traumi da impatto, invece,
dobbiamo per forza affidarci alle protezioni», continua Personettaz, che aggiunge: «da
qualche anno, ormai, la tecnologia ci è venuta in soccorso in questo settore, aumentando
la sicurezza e diminuendo peso e ingombro
delle protezioni, non diversamente da quanto è accaduto e accade nel motociclismo».
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Primi consigli e informazioni per un neofita?
Esistono molti usi della tavola da snow e
perfino molte discipline diverse all’interno
dello stesso sport (il freestyle negli snowpark
con salti, rail e halfpipe e il freeride in fuoripista, ndr), ma fondamentalmente le protezioni da usare sono sempre le stesse.
Compiere evoluzioni aumenta esponenzialmente la percentuale di pericolo, è ovvio.
Quando si prova per la prima volta un trick
(un’evoluzione) o un’acrobazia, la caduta è
© Dolomiti Superski
sempre dietro l’angolo. Ciò nonostante, che
si vada negli snowpark o che si riesca a volare giù dalla vetta di una montagna (sulla
quale, magari, siete stati portati da un elicottero) o che si scii sui tracciati comuni a
tutti gli altri appassionati, non dovete mancare di indossare casco, paracoccige e paraschiena che, nel caso del fuoripista, può
essere sostituito da uno zaino semirigido.
Le protezioni servono anche per difendersi
dagli altri, visto che, con il sovraffollamento delle piste, c’è sempre il rischio che qualcuno vi venga addosso a tutta velocità!
Oltre all’abbigliamento (caldo, traspirante e resistente) parliamo di protezioni.
L’ultima legge del 2003 obbliga tutti all’uso
del casco all’interno degli snowpark, indipendentemente dall’età del rider. Basta un
casco aperto: ce ne sono di molte marche
e a prezzi diversi, assolutamente confortevoli e con fori per l’aerazione. Alcuni hanno paraorecchie staccabili e la connessione
per le cuffie dell’mp3. Il casco è importante anche quando si è in fuoripista perché
protegge da rami, cadute - le cosiddette
“impuntate” - sassi o radici affioranti. Il casco integrale, invece, viene usato solo nelle
gare di snowboard cross, dove i contatti con
altri atleti sono molto frequenti e piuttosto
violenti.
Per quanto riguarda le “maschere”?
Le migliori sono leggere, antiriflesso, con
le lenti intercambiabili - per scegliere la co-
lorazione più adatta alla luce della giornata
- e antishock, per evitare danni e pericolo
agli occhi.
E per la schiena?
Esiste il paraschiena - costruito come una
sorta di guscio di tartaruga a scaglie semovibili - che protegge la colonna vertebrale
dagli urti. Fondamentale, allo stesso modo,
il paracoccige, una sorta di calzoncino aderente da indossare sotto i pantaloni da sci,
con imbottiture cucite strategicamente per
riparare dai dolorosi colpi ai fianchi e, soprattutto, per proteggere l’estremità lombare in cui risiedono coccige e osso sacro.
Come indossarle, sotto o sopra i vestiti?
In commercio si trovano anche alcuni capi
di abbigliamento che hanno tasche interne
in cui possono essere inserite le stesse protezioni, che così non vengono indossate sopra l’intimo tecnico, come il più delle volte
Paraschiena Fullcoat TW2B,
Dainese [www.dainese.com]
Paracoccige, Red by Burton
[www.redprotection.com]
DOSSIER
SPECIALE
INVERNO
Altri oggetti di prima necessità?
Nello zaino non devono mancare accessori di ricambio come i guanti e - in caso di
fuoripista - pala, sonda e arva (dispositivo
per la localizzazione dello sciatore in caso
di slavina), obbligatori per legge per salvare la vita dei compagni in caso di valanga.
In questo caso il buonsenso salva più vite
di qualsiasi protezione: mai andare da soli
e sempre accompagnati da un professionista della montagna, esperto conoscitore di
pendenze, condizioni meteo e neve.
Per i principianti?
Imparare a sciare con lo snow è notoriamente più facile di quanto non sia con gli
sci. Dopo una giornata intensa, si è già in
grado di scendere, sulle piste più facili, da
soli, ma le prime lezioni finiscono sempre
con qualche dolorino ai polsi - dovendosi
spesso appoggiare a terra - e, sempre per
la stessa ragione, con qualche ematoma alle
ginocchia. Molte scuole - tra cui la mia, la
Scuola di Sci del Gran Paradiso - offrono ai
neofiti (compreso nel prezzo della lezione)
anche il noleggio delle medesime protezioni solitamente indossate per andare con lo
skate o con i pattini in linea. Inutile dire
che tutti i clienti ci sono sempre grati per
questo e che al termine della giornata tornano a casa senza alcun livido.
Cintura Lombare, Red by Burton
[www.redprotection.com]
Casco, Head Sensor
[www.head.com]
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DOSSIER
COME DIFENDERSI
DAL FREDDO
Le abbiamo catalogate come le più comuni
malattie da raffreddamento: tosse, raffreddore, mal di gola e febbre, decisamente le
protagoniste, nostro malgrado, dell’inverno.
In queste pagine vi elenchiamo i farmaci da
banco (senza obbligo di ricetta) che potranno esservi utili, di comune accordo con il vostro farmacista, per superare queste patologie di stagione
TOSSE
La rapida espulsione dell’aria contenuta nei
polmoni - per tosse si intende proprio questo - è una risposta naturale a una irritazione o alla necessità di espellere qualche sostanza dannosa dal tratto respiratorio. Può
essere grassa, se accompagnata da catarro,
o secca.
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Grassa
I farmaci per la tosse grassa (sciroppi, sospensioni orali, gocce) si dividono in espettoranti (normalmente a base di guaiafenesina,
guaiacolsulfonato, spesso associati a essenze
ed estratti vegetali che ne potenziano l’azione) e mucolitici (acetilcisteina, bromexina,
carbocisteina, ambroxolo, sobrerolo, nelte-
nexina), ma possono essere proposti anche
in associazione. Entrambi sono in grado di
rompere i polimeri del muco, e modificarne
l’adesività, la biochimica e i meccanismi di
secrezione (come la carbocisteina, ad esempio), favorendone l’espulsione, in modo da
evitare la proliferazione dei batteri. Le avvertenze riguardano i diabetici, essendo alcuni
sciroppi particolarmente zuccherini. Esistono anche i fluidificanti - il più delle volte
sciroppi a base di guaifenesina - che sciolgono lentamente il catarro e liberano dal
senso di oppressione dei bronchi.
Secca
I sedativi più comuni sono a base di destrometorfano, dimemorfano, pentoxiverina,
oxolamina, pipazetato, butamirato, dropropizina, cloperastina. Si tratta di calmanti che
agiscono sulla parte del cervello dove ha sede
il centro della tosse e provvedono a sopprimere lo stimolo. Sono in vendita sotto forma
di gocce, sciroppi, pastiglie, compresse.
RAFFREDDORE
È l’infiammazione acuta delle mucose del
naso (pareti interne), dovuta a piccole in-
SENSO DI STANCHEZZA
c
Il generico senso di stanchezza, oltre che a
una mancanza di riposo o a patologie virali, è imputabile a una carenza di vitamine
e/o sali minerali. Perché entrambi, in modo
complementare, svolgono attività di regolazione e catalizzazione dell’attività di ormoni e enzimi, e per funzionare e difendersi al
meglio il nostro corpo necessita di adeguate
dosi di vitamine e sali minerali. In caso contrario - oltre a sintomi come stanchezza, irritabilità, disturbi del sonno - può capitare che
l’organismo, durante una malattia o particolare affaticamento, si trovi improvvisamente
a corto di riserve, allungando la degenza e il
recupero. Le vitamine, in tutto 13, si ricavano dagli alimenti come frutta, verdura, legumi, cereali, latte, yogurt.
I minerali, invece, sono presenti in tutti i
cibi e con una dieta equilibrata ci si assicura un loro corretto bilanciamento. Si dividono in macroelementi (calcio, cloro, fosforo,
magnesio, potassio, sodio) e microelementi
(o oligoelementi: cobalto, cromo, iodio, litio,
manganese, rame, selenio, zinco). I primi
sono da assumere in grandi quantità, i secondi in piccole dosi.
DOSSIER
AUTOMEDICAZIONE
fezioni virali che si scatenano soprattutto
durante le repentine variazioni climatiche.
Normalmente dopo 6-7 giorni il raffreddore
va via da sé e sono due le famiglie di prodotti che contribuiscono a lenirne i sintomi: antistaminici e decongestionanti.
I primi - a base di levocabastina, acido
cromoglicico+clorfenamina, tonzilamina,
feniramina, clorfenamina, difenidramina
- riducono la produzione di muco e calmano lo stimolo della tosse. Intervenendo
sulla produzione di istamina - responsabile
delle reazioni infiammatorie alla base delle allergie - gli antistaminici sono utili sia
per la rinite sia per il raffreddore comune,
e venduti in compresse, sciroppi e spray
nasali. I decongestionanti, il più delle volte,
sono usati localmente (spray e nebulizzatori, ma anche capsule e compresse), stimolano l’azione del sistema nervoso simpatico: i
vasi sanguigni della mucosa si contraggono,
e così facendo riducono il gonfiore dovuto al
maggior afflusso di liquidi e, nel contempo,
diminuiscono la produzione di muco.
FEBBRE
Sintomo di solito legato all’influenza, più raramente al raffreddore, la febbre viene curata
con i cosiddetti antipiretici, farmaci a base
di acido acetilsalicilico e/o paracetamolo con
capacità antidolorifiche e antinfiammatorie,
sotto forma di compresse effervescenti, rivestite, bustine granulari, capsule molli, sciroppi. È bene, però, non esagerare con questi
principi attivi: in dosi eccessive il paracetamolo può dare problemi a fegato e reni, mentre lo stomaco è sensibile all’acido acetilsalicilico, spesso formulato in associazione ad
antiacidi (come l’idrossido di magnesio e il bicarbonato), e sconsigliato - per altre, più gravi, interazioni - al di sotto dei 12 anni di età.
MAL DI GOLA
L’infiammazione della faringe è causa del
dolore che si avverte in fondo al palato e
verso il collo, ed è dovuta a virus, batteri o
fattori irritanti, come vapori o aria troppo
secca o troppo umida. Se non si riscontrano
placche e particolari gonfiori, è possibile
alleviare il mal di gola con comuni caramelle antisettiche (a base di dequalinio cloruro
alcol diclorobenzilico e amilmetacresolo),
compresse, pastiglie e coluttori disinfettanti e/o antinfiammatori.
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VISO
«Le prime cure anti-freddo vanno rivolte al
viso, il più esposto alle intemperie», esordisce Silvia Vezzoli, dermatologo plastico e
medico estetico presso il Centro Betarmedical a Milano, «è il momento di dedicargli
ogni mattina un prodotto protettivo ed idratante. In città l’ideale è una crema ricca di
principi attivi, ottima anche come base per
il trucco, magari contenente filtri solari per
gli UVA, raggi da non sottovalutare perché
presenti anche nei mesi invernali e responsabili di un precoce invecchiamento della
pelle. In montagna, invece, non dimenticate
un buon prodotto solare con fattore di protezione elevato verso UVB+UVA, soprattutto
se siete di carnagione chiara (i cosiddetti fototipi bassi), per evitare i danni di un’esposizione non protetta. E se l’epidermide è
soggetta a couperose meglio affidarsi ad un
preparato studiato ad hoc, che garantisca
IN VETRINA
(SOLO IN FARMACIA)
A
nche quest’anno il freddo è arrivato e la prima a soffrirne è la
pelle. Motivo? Impoverendo il film
idrolipidico (la barriera di protezione dagli
agenti esterni) le basse temperature seccano la pelle, la rendono poco elastica, grigia e soggetta alla formazione di rughe. Lo
shock termico impedisce l’arrivo del giusto
nutrimento e una corretta idratazione, ecco
perché è facile che nei mesi invernali la pelle si sensibilizzi, mostrando arrossamenti,
screpolature, eczemi e persino fenomeni
di couperose (l’arrossamento intenso delle
guance e/o delle ali del naso).
ZOOM
DOSSIER
PELLE
SOTTO ZERO
Sbalzi di temperatura, freddo, fumo, inquinamento. Come reagisce la nostra pelle? E
come possiamo assicurarle la massima protezione?
34
DOSSIER
CONSIGLI
PERI
LU
Dai 30 anni in poi la capacità della
pelle di rigenerarsi comincia a ridursi.
Appaiono i primi segni di stanchezza
e di invecchiamento. Ogni giorno
stress, vita dinamica, inquinamento
e stanchezza opacizzano la pelle e
alterano il suo equilibrio: si disidrata e
si segna, diventa fragile e non riesce più
a proteggersi. Per rispondere ai segni
dell’età e alle quotidiane aggressioni i
laboratori Vichy hanno messo a punto
LIFTACTIV, un efficace trattamento
attivo anti-rughe rivitalizzante.
un effetto lenitivo oltre che protettivo». Se
la pelle è molto secca, una volta alla settimana concedetevi una maschera nutriente:
previene le screpolature e rinforza lo strato
superficiale. I prodotti idratanti e i fondotinta sono indispensabili in questa stagione
perché creano una vera e propria “barriera”
difensiva contro i ripetuti attacchi esterni
e contro lo smog: l’inquinamento è, infatti,
uno dei nemici più temibili perché disidrata la pelle, la rende ruvida e la opacizza intasando i pori. «Non dimenticate le labbra:
durante il giorno non deve mancare l’applicazione frequente di un velo di burro cacao
o di un rossetto scelto tra le formulazioni
più idratanti ed antinvecchiamento».
CORPO
«Anche il corpo vuole la sua parte di protezione», continua la dottoressa Vezzoli, «dopo
la doccia o il bagno applicare un scrub con
un leggero massaggio circolare per rinnova-
A base di estratti di
tiglio, malva e avena,
APAISANCE Fluide AntiRougeurs di LIERAC aiuta
contro l’arrossamento
della pelle, occasionale o
permanente. Estratti di
alghe e pigmenti correttori
rendono meno evidenti i
vasi sanguigni e i rossori.
Il colorito diviene più
uniforme, la pelle elastica
e morbida.
Da sanofi aventis,
Tegevens® sollievo.
Grazie alla sua formulazione
ricca di ingredienti attivi
naturali, aiuta ad alleviare il
senso di affaticamento e di
pesantezza alle gambe. La
sua fresca emulsione dona
un’immediata sensazione di
sollievo a gambe e caviglie
e ha un prolungato effetto
idratante sulla pelle.
re lo strato di cellule morte e rendere la pelle
liscia, compatta e morbida. Insistete su gomiti, spalle, ginocchia, glutei e talloni: d’inverno la pelle, coperta da indumenti pesanti, si
ispessisce a causa degli sfregamenti con i tessuti. Attenzione anche ai piedi, che possono
soffrire di geloni, rossori e gonfiori dolorosi;
in questi casi vanno trattati dolcemente con
acqua tiepida e detergenti non aggressivi,
senza sfregare. Docciature fredde e calde alternate, invece, aiutano a stimolare la circolazione corporea, mentre subito dopo un’accurata asciugatura è utile applicare ovunque
un prodotto specifico ad azione idratante ed
emolliente che migliori l’elasticità cutanea».
MANI
Le mani sono le prime a mostrare i segni
del freddo, con ruvidità, screpolature, taglietti e arrossamenti. Dopo averle lavate,
e asciugate con cura, bisogna applicarvi
un prodotto specifico protettivo ed anti-
Una potente azione contro
il foto-invecchiamento, da
GALENIC, sono i SOINS
SOLEIL all’Uncaria
d’Amazzonia: proteggono
la pelle dai danni del sole
e, grazie alle textures
polisensoriali, aiutano
a mantenere una pelle
abbronzata e luminosa.
età, sfregando poi i due dorsi delle mani in
modo da massaggiare l’epidermide e far assorbire bene la crema.
GAMBE
Con il gelo in arrivo, le gambe vanno incontro ad inconvenienti diversi da quelli della
bella stagione. Più subdoli, ma non meno
sgradevoli, sono i fastidi legati alla circolazione, causati dal riscaldamento artificiale,
abiti fascianti, aumento di peso, peggioramento della cellulite, cibi più conditi e calorici, diminuzione dell’attività fisica. Stiamo
parlando di capillari in evidenza, gonfiore
e crampi, sintomi di una difficoltà a carico
della circolazione venosa. Cosa fare? Il flebologo consiglia di camminare per almeno
mezz’ora al giorno, a passo sostenuto, e,
se possibile, di pedalare qualche minuto le
gambe in aria, appena alzati. È un piccolo
segreto per affrontare la giornata con più
leggerezza.
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