dossier - FederFARMACO
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DOSSIER Testi a cura di Stefania Bortolotti Enrico Maria Corno Mara Granata Sergio Meda Federico Poli 19 DOSSIER DOSSIER L’Oms stima 340mila casi nel mondo A COLLOQUIO CON IL VIROLOGO LA STAGIONE DEI VIRUS Del ceppo A/H1N1, quello dell’influenza cosiddetta suina, si sa quasi tutto (sinché mantiene la sua attuale conformazione), così come dei tre virus di origine australiana - provenienza Brisbane, garantiscono i ricercatori - identificati come i principali responsabili dell’influenza annuale, che vengono definiti “non particolarmente aggressivi”. Quasi nulla, invece, si sa degli altri virus che causano febbre e sintomi respiratori analoghi, il cui numero è imponente, come ci racconta il professor Fabrizio Pregliasco. Per tranquillizzarci E 20 sistono almeno altri 262 virus che danno, in questo periodo, le stesse problematiche, febbre e problemi respiratori, ma non per questo si pensa di fare analisi per stabilire di quale ceppo si tratti. Sarebbe una inutile e costosa perdita di tempo. Lo dico per evitare che la gente equivochi, bisogna sgomberare il terreno dalle eccessive preoccupazioni fermandosi a elementi certi». Quali per favore? Nel mondo ci sono, ogni anno, non meno di 800 mila morti per “influenza stagionale”. Questi decessi vengono attribuiti, per convenzione, all’influenza di stagione e alle sindromi correlate, vale a dire alle molte patologie che concorrono all’evento luttuoso. Lo stesso dato, in Italia, ogni anno, vede 7 mila morti per le stesse evenienze. Che cosa ha generato, secondo lei, l’allarme o i timori in serie? La riclassificazione dell’influenza come pandemia, nel giugno scorso, in quanto respon- L’INIZIATIVA TOPO GIGIO TESTIMONIAL Per sdrammatizzare, almeno in parte, il tema influenza, il Ministero della Salute ha pensato a Topo Gigio, pupazzo notissimo e caro non solo ai bambini, per una campagna di prevenzione basata su cinque regole d’oro: lavarsi spesso le mani (con il sapone); coprirsi bocca e naso se si starnutisce o si tossisce; se non si hanno le mani pulite meglio non toccarsi naso e bocca; ricordarsi di aprire le finestre per cambiare aria; in caso di febbre, difficoltà respiratorie, raffreddore e tosse, restare a casa. sabilmente l’Organizzazione mondiale della sanità ha sancito questo virus come inarrestabile nella sua diffusione nel pianeta. Retaggi del passato, si è pensato in automatico alla Spagnola, che fece 29 milioni di morti nel secolo scorso. Temo che le psicosi non si possano frenare, sono ancestrali. Però gli effetti sono, allo stato, sotto gli occhi di tutti: il virus A/H1N1 non è peggio di altri, non è certamente più aggressivo. In autunno, e per tutto il periodo ottobre-marzo, avviene il normale diffondersi dell’influenza stagionale in tutta Europa e l’andamento attuale vede un incremento di casi influenzali anche in Italia. Ma è un andamento assolutamente abituale, così come consuete sono le campagne vaccinali di prossima attuazione che sono un efficace metodo preventivo di possibili complicazioni. Si è parlato a lungo della possibile estensione del vaccino ad altre categorie di popolazione, quella che va dai 2 ai 27 anni, in quanto fascia d’età che sembra più colpita dall’influenza pandemica A/H1N1. Andrà attentamente valutata perché un dato è certo: i giovani presi sin qui in esame non hanno sviluppato anticorpi derivanti dal contagio precedente di virus dello stesso ceppo. Allora il vero problema quale potrebbe essere? A metà ottobre l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) confermava, per l’influenza di tipo A/H1N1, un andamento analogo a quello consueto dell’influenza stagionale con una diminuzione dei casi nei Paesi dell’emisfero Sud e un incremento negli Stati Uniti. Per l’Europa e l’Asia Occidentale qualche contagiato in più ma niente di preoccupante. L’Oms stima, per l’influenza impropriamente detta suina, oltre 340.000 casi con 4.100 decessi nel mondo, di cui 56.000, con almeno 176 morti, in Europa. Il possibile mutare del virus. Se il virus dovesse cambiare, e può succedere, tutto va rimesso in discussione, ma così non è al momento. Vigiliamo su questo, vigila tutto il mondo, che dal punto di vista sanitario è coeso. I punti di riferimento permangono i soliti: medico e farmacia, al pari dei mass media? Credo che il ricorso al consiglio del farmacista sarà maggiore rispetto al solito. E questo nella logica del ruolo del professionista con la croce e il caduceo, un ottimo consigliere e un punto di riferimento per comunicare alla popolazione del continuo aggiornamento delle disposizioni rispetto allo specifico vaccino per l’influenza pandemica A/H1N1, in adeguamento al mutare della reale diffusione del virus. 21 DOSSIER I MEDICI SENTINELLA Non a tutti è noto che in Italia le forme influenzali, quali che siano, da dieci anni sono sotto il rigoroso controllo dei “medici sentinella” in base al programma internazionale di sorveglianza dell’influenza avviato, già da cinquant’anni, dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms). Il sistema di monitoraggio settimanale si avvale di una rete di medici di famiglia (Medicina generale) e di pediatri, reclutati a livello regionale, che segnalano i casi di influenza osservati tra i loro assistiti. La raccolta e l’elaborazione delle segnalazioni di malattia è effettuata dai Centri di riferimento nazionali: Istituto superiore di sanità (Iss) e Centro interuniversitario di ricerca sull’influenza (Ciri). Presso il Ministero della Salute funzionano, ben coordinati sia il punto finale della rete di sorveglianza sia il centro per il ritorno delle informazioni sull’andamento nazionale dell’influenza, tramite stampa e mezzi informatici, diretti a operatori e utenti dei sistemi di sorveglianza europei ed internazionali. La stretta collaborazione tra le componenti citate, a partire dai medici sentinella, è essenziale per individuare e valutare tempestivamente l’inizio della stagione influenzale e identificare i virus circolanti. A COLLOQUIO CON IL NUTRIZIONISTA DOSSIER 22 SPECIALE INVERNO LO SAPEVATE? L’INVERNO DEI RADICALI I prodotti di scarto dell’ossidazione, i radicali liberi, soprattutto in inverno vanno contenuti, ad evitare guai peggiori. L’alimentazione sana e controllata è utile a contrastarli, come suggerisce Bruno Berra U na delle parole d’ordine che si accompagnano all’inverno è “arginare i radicali liberi”. Dato che bloccarli non si può, occorre ridurre la loro proliferazione, mettere una “museruola” alla loro incidenza. In quantitativi minimi i radicali liberi sono utilissimi, ma non bisogna consentire loro di fare dei danni. Vediamo di approfondire il tema con il professor Berra, biochimico di fama internazionale e nutrizionista. Chiariamo in primo luogo che cosa sono i radicali liberi, professore. Si tratta di prodotti di “scarto” che si formano all’interno delle cellule del corpo umano in quanto l’ossigeno viene utilmente impiegato nei processi metabolici per produrre energia (ossidazione). Se presenti in quantità minima, sono utilissimi per l’eliminazione dei germi e nella difesa dai batteri. Va detto però che i radicali liberi sono molecole molto instabili, hanno un solo elettrone anziché due, e proprio per la loro instabilità tendono a equilibrarsi “rubando” l’elettrone alle molecole con le quali vengono a contatto. Il processo ne innesca di ulteriori, del tutto simili, e le molecole, a loro volta instabili, partono alla ricerca di un altro elettrone, creando un sistema di instabilità a “catena”. Che non va bene. Sia esplicito, per favore. L’agire continuativo e non arginato dei radi- cali liberi genera l’invecchiamento precoce delle cellule. Ne derivano gravi patologie, le peggiori cui andiamo incontro sono: importanti malattie dell’apparato cardiovascolare, una serie di tumori, diabete, sclerosi multipla, artrite reumatoide, il morbo di Parkinson e Alzheimer, nonché gravi disturbi polmonari come l’enfisema. Vediamo quali sono i “generatori principali” di radicali liberi? I guai influenzali e respiratori, tipici dell’inverno, e ancora lo stress, ma soprattutto le diete troppo ricche di proteine e grassi animali. Poi ci sono alcuni agenti validi per tutto l’anno: mi riferisco a fumo e alcol, allo smog, senza dimenticare gli esercizi fisici estremamente faticosi. Anche lo sport, se mal gestito – lo sport non è per tutti, non dimentichiamolo – crea disagi che alla lunga si pagano. E per sport intendo anche il lavoro dissennato che alcuni fanno in palestra per potenziarsi muscolarmente. Quali gli antidoti, utili a contrastare i radicali liberi? In prima istanza un comportamento alimentare più sano, a partire da cibi ricchi di antiossidanti. Mi riferisco a quelli che contengono vitamine A, C ed E; e ancora i polifenoli e i bioflavonoidi (quasi 5.000 molecole organiche sono presenti nelle piante ndr) senza dimenticare micronutrienti ed enzimi come il selenio, il rame, lo zinco. In generale sono presenti nella frutta e nella verdura, per cui i multivitaminici di sintesi, quelli che trovate in farmacia, vanno usati come integratori, su suggerimento del medico. Frutta e verdura ci sono anche in inverno, ogni stagione ha le sue, e questa è la scelta di elezione che va seguita. Non solo frutta e verdura, naturalmente. L’ideale è una dieta equilibrata ricca di verdura, frutta e fibre, che evita gli eccessi di grassi animali: latte e latticini, carne e salumi. Come strutturare la giornata dal punto di vista alimentare? Suggerisco una prima colazione con abbondante frutta di stagione, seguita da cereali, marmellate, una fetta di torta, yogurt possibilmente magro, the e/o caffè, a piacere. A pranzo si può cominciare con un antipasto di verdura cruda abbondante, seguito da un piatto proteico, cercando di privilegiare i legumi, cioè le proteine vegetali, e il pesce azzurro (tre/quattro volte la settimana). Poca carne bianca e poche uova, due la settimana. Ottimi i piatti unici come pasta e fagioli o pasta e ceci. Pranzo e cena, va ricordato, prevedono porzioni moderate, ad eccezione delle verdure con le quali si può abbondare. Meglio condire con poco olio d’oliva, poco sale e abbondante aceto o limone. Ma attenzione: questi precetti valgono tutto l’anno, non soltanto d’inverno. 23 DOSSIER ALCUNI consigli di naturopatia Regole alimentari Oltre alle note norme di igiene (lavarsi spesso e bene le mani soprattutto dopo avere frequentato luoghi pubblici e mezzi di trasporto) e di buon senso (ritmi di vita regolari, una moderata pratica fisica, il rispetto di almeno 6 ore di sonno, il non uso di superalcolici e una moderata assunzione di alcolici) è importantissimo seguire una alimentazione corretta e mantenere l’intestino nelle migliori condizioni possibili. Per assimilare i nutrienti è importante ripristinare la nostra flora batterica (eliminando gli alimenti che non si tollerano e assumendo fermenti adatti, magari liofilizzati, con un’alta concentrazione di bacilli vivi e vitali e coltivati su terreni privi di latte) e le scorte di vitamine A, C ed E, B6, zinco e selenio. Occorre poi una buona fonte di zolfo per ricostruire i tessuti danneggiati, propendere per un’alimentazione con pochissimo glutine (attenzione a grano, orzo e segale) e moderato zucchero (preferite i dolcificanti come fruttosio e malto, sciroppo di acero e di agave, prodotti che si possono reperire in farmacia e nei negozi di alimentazione naturale: mantengono la glicemia costante senza i picchi causati dall’assunzione dello zucchero bianco). Per concludere, non sono da tralasciare i cereali (il malto è altamente rimineralizzante: calcio, ferro, magnesio) e magari - lo sciroppo di acero, perché depurativo, ipocalorico e ricco di calcio, ferro, potassio e vitamina B1. Fastidiose interazioni L’intolleranza ha radici nella scorretta gestione delle nostre emozioni, nell’incapacità di “digerire ed assimilare” alcune situazioni esistenziali. è, insomma, una reazione di non accettazione della realtà contingente e, se non si lavora sulle cause, è destinata a modificarsi nel tempo, ampliando l’elenco dei cibi non accetti. Per questo preferisco sempre abbinare un colloquio omeopatico, un’analisi della biografia, fornire consigli mirati ed individuali tenendo ben presente anche la valenza simbolica che un cibo riveste per il singolo individuo, in relazione al suo vissuto personale. Valido per tutti è il precetto di assumere cibi sani, ovvero di coltivazione biologica o ancor meglio biodinamica e di stagione, possibilmente provenienti da aree vicine e senza che abbiano concluso la maturazione nelle celle frigorifere. Una volta entrati in casa gli alimenti è sempre meglio consumarli velocemente (senza farli sostare più giorni in frigorifero). Per quanto riguarda la loro cottura, è ottima quella a vapore o in pentola a pressione in pochissima acqua; un’alternativa più saporita è il grill (oggi ce ne sono di antiaderenti bio al titanio) o la terracotta (particolari pentole tedesche disponibili in vari negozi di alimentazione naturale), il vetro o l’acciaio inox; per i più sofisticati anche la ghisa. Sicuramente da evitare il forno a microonde, che altera irreparabilmente l’energia dei cibi. Mara Granata DOSSIER PAROLA ALL’ESPERTO L’arrivo della stagione fredda mette a dura prova le nostre difese immunitarie, le cui sentinelle si trovano soprattutto nel cavo orofaringeo (bocca, prime vie respiratorie) e nell’intestino. Oltre a ciò in presenza di tensione e stress ci si ritrova spesso, soprattutto in autunno, stanchi e nervosi. Il circolo vizioso si chiude scaricando il tutto sul duodeno (parte dell’intestino tenue) e sul sistema digerente (infatti la medicina cinese parla del complesso funzionale polmonegrosso intestino). Occorre perciò curarsi in autunno per non arrivare impreparati all’inverno, quando la debolezza energetica di rene e surrene facilita un calo ulteriore della funzionalità del sistema immunitario. 24 SPECIALE INVERNO NEVE PER TUTTI (I GUSTI) Se fino a pochi anni fa la questione si limitava al “tempo libero” degli sciatori - cosa fare in quel giorno, durante la settimana bianca, in cui non si ha voglia di buttarsi giù a rotta di collo per le piste? Cosa fare se il tempo non consiglia l’acquisto di un giornaliero? oggi la neve si è davvero aperta a categorie nuove di turisti e per questo enti, valli e alberghi sono sempre più impegnati ad allargare l’offerta a chi non è per forza un utente delle piste da sci, invitando ad apprezzare panorami, profumi, suoni ed emozioni che qualsiasi montagna in inverno è in grado di regalare. Ecco una serie di idee per tutte le età, per tutta la famiglia SCI DI FONDO Prima alternativa alle discese, lo sci di fondo è la soluzione perfetta per chi ha paura delle velocità eccessive e di farsi male. È divertente, economico, facile anche per i principianti e adatto per ammirare angoli di montagna, radure nei boschi e sentieri panoramici, immersi in un silenzio da favola e senza il rischio di incontrare un rumoro- so e stracolmo rifugio. E poi si pratica fondamentalmente in compagnia e permette di dosare la fatica a proprio piacimento. Una raccomandazione? Vestirsi poco e a strati: niente produce più calore corporeo che praticare il fondo, anche quando la temperatura è abbondantemente sotto lo zero. ECCO DOVE: La Val di Fiemme in Trentino, dove non a caso nel 2013 si terranno per la terza volta negli ultimi vent’anni i Mondiali di Sci Nordico. Nei bar di Cavalese e di Predazzo si discute di sci di fondo e non di calcio, questa è la terra di grandi campioni e di grandi gare (il Tour de Ski sul Cermis il 9-10 gennaio e la Marcialonga il 31 gennaio) e possiede centinaia di chilometri di piste, non solo nel fondo valle ma anche al Passo Lavazè sopra i 1.800 metri slm. (Pacchetto “Star bene nella natura” da 280€ alla settimana in mezza pensione, compresa una lezione: Tel 0462.341419 - www.visitfiemme.it) CAMMINARE NELLA NEVE Camminare immersi nel silenzio ovattato della neve. Sentire solo il proprio fiato, il 25 DOSSIER PAROLA ALL’ESPERTO UN LETARGO SPECIALE ANCHE PER GLI UMANI L’essere umano, si dice, è un animale che non va in letargo. Non ne avverte il bisogno, non ne ha necessità, il letargo sarebbe un’inutile perdita di tempo. Al più, l’uomo dorme meglio e più a lungo nelle notti invernali, non dovendosi più difendere dal freddo come in passato. In verità il riscaldamento nelle abitazioni letargizza alcuni, i pigri, più propensi a sonni prolungati e profondi. Costoro, molto sensibili al richiamo delle coltri, indugiano, poltriscono a letto, soprattutto quando fuori nevica. 26 L’uomo, comunque, a qualsiasi latitudine, rallenta i suoi ritmi in inverno, avverte la necessità di rifiatare ma non di ricaricare le pile come capita, fisiologicamente, ad altre specie animali. E questo è un retaggio del passato, delle abitudini di una civiltà, quella contadina, alla quale si richiama con simpatia Giovanni Tredici, ordinario di Anatomia a Milano Bicocca, appassionato di etologia (disciplina di studio del comportamento animale): «L’uomo non somiglia certamente all’orso, ma a modo suo contempla una sorta di letargo. Basti pensare ai contadini, lavoratori che oggi fatichiamo a riconoscere, figli come siamo dell’urbanesimo e del progresso, e alle loro condizioni di vita: i contadini lavorano alla luce del giorno e nel corso dell’inverno sono costretti, di fatto, a lunghi periodi di riposo. Quando le giornate si limitano a non più di dieci ore di luce, il contadino si occupa delle mucche o degli animali che alleva, non certo della terra, inoperosa giacché si sta rigenerando. Di fatto il contadino in inverno rallenta i suoi ritmi mentre d’estate, nelle lunghe giornate assolate, profonde i suoi sforzi, adoperandosi anche quindici ore in un giorno». Del resto è noto che gli esseri umani, animali d’intelligenza superiore, hanno plasmato alle loro necessità quasi tutto, dapprima cacciando per procurarsi il cibo, poi per coprirsi con la pelle degli animali. Hanno appreso anche a guardarsi dai nemici, soprattutto dai loro simili. In questo senso andare in letargo, non figurato, sarebbe pericoloso, oltre a costituire una perdita di tempo. Chi baderebbe a tutelare le proprietà, materiali e immateriali, casa e beni, moglie e figli? Tranquilli, dormiamoci su. Sergio Meda proprio passo e probabilmente quello di qualche cerbiatto che ci sta accompagnando con lo sguardo. Si possono indossare scarponi o moderne racchette da neve, impugnare i bastoncini per aiutarsi come nei movimenti del nordic walking estivo, stare nel sentiero battuto o inoltrarsi nella neve alta fino alla vita. Il cuore batterà più per l’emozione che per la fatica. ECCO DOVE: La Val di Fassa, all’estremo nord del Trentino dove confina con Alto Adige e Veneto. Se è vero che le Dolomiti sono entrate nel patrimonio mondiale dell’Unesco, bisogna anche dire che le Dolomiti più belle sono qui. Certo, le cime sono avvicinabili solo d’estate, ma il fondovalle, lungo il fiume Avisio, è fantastico e posti come la Valle del Contrin, la Val San Nicolò, la Val Duron, Pian de Schiavaneis o il Gardeccia - anche d’inverno - regalano paesaggi incomparabili. DOSSIER SPECIALE INVERNO SLITTINO Un’attività alternativa per tutti? Può esserci il pattinaggio su ghiaccio, lo snow-tubing per i più giovani, il curling e tutte le sue varianti, ma soprattutto lo slittino: non quello su ghiaccio nei toboga olimpici e nemmeno quello dei bambini che si buttano dalle piccole alture dietro casa, ma “lo slittino su pista naturale innevata”: si tratta di strade forestali attrezzate con protezioni in legno e curve paraboliche dove ci si può divertire in sicurezza, con piste spesso servite da un impianto di risalita e illuminazione per le discese in notturna. I tracciati più impegnativi superano perfino i 5 km di lunghezza, con difficoltà diverse, ma comunque affrontabili da chiunque. ECCO DOVE: Brunico e tutta la Val Isarco. Sono 40 le piste formalmente riconosciu- © Alta Pusteria 27 DOSSIER te nel solo Alto Adige (la lista completa su www.suedtirol.info/slittino), 17 delle quali considerate facili. È una questione di tradizione: qui i contadini sono sempre stati abituati a scendere a valle dai masi in questo modo (offerte e pacchetti su www.plandecorones.com e www.eisacktal.info). DOSSIER SPECIALE INVERNO ICE CLIMBING Cascate di ghiaccio naturali che scendono dalle pareti di roccia. Cascate di ghiaccio artificiali nel centro del paese, ad uso e consumo di atleti professionisti, di appassionati e di neofiti. Arrampicarsi sul ghiaccio è uno sport che di estremo ha solo il freddo, ma che per molti sembra restare impossibile. E invece bastano buoni guanti, un casco, piccozze e ramponi e una guida alpina al proprio fianco. ECCO DOVE: In Val Daone, appena sotto Madonna di Campiglio, ci sono oltre una cinquantina di cascate naturali. Qui si danno appuntamento a metà gennaio tutti i più grandi arrampicatori internazionali per la tappa di Coppa del Mondo (Info: Tel0465.441033 - www.garnidelsogno.it a Madonna di Campiglio). TERME 28 Ormai tutti gli alberghi a tre stelle dell’Alto Adige, la regione turisticamente più evoluta nel nostro paese, hanno un centro wellness. Le terme invece sono stabilimenti dove i trattamenti per la cura e il benessere della persona sono tali per l’uso di acqua termale, naturalmente calda che sale così dal sottosuolo, ricca di sali minerali. Molte sono le terme sulle Alpi, tutte ovviamente operanti anche in pieno inverno: cosa c’è di meglio che nuotare in una piscina termale all’aperto, con la neve a bordo vasca e il cielo sopra la testa, magari di sera, con le stelle sopra di voi? ECCO DOVE: La lista è lunghissima e va dalla sorgente delle celebri Terme di Merano (www. termemerano.it) ai Bagni Vecchi di Bormio (www.bagnidibormio.it) alle Terme di Prè, appena sotto Courmayeur: le varie vasche all’aperto con idromassaggi e cascate tonificanti sono assolutamente da provare (www. termedipre.it). meranodintorni.com). Sono un divertimento unico, dalla fine di novembre al giorno della Befana (un pernottamento in mezza pensione da 73€ a persona. Sconto 15% per soggiorni superiori alle tre notti - Tel 0473.945877, www. hoteldersinne.com). SHOPPING GASTRONOMIA Si esce di casa al mattino e si passeggia imbacuccati nella giacca e nella sciarpa ma con il sorriso in giro per il paese, mettendo il naso in ogni vetrina. Prodotti tipici, abbigliamento locale, souvenir da portare a casa… qualsiasi cosa è abbastanza interessante perché si possa acquistarla. Ad interrompere il pellegrinaggio solo le inevitabili soste per riscaldarsi con vin brulè, cioccolate, fette di sacher e dolci, possibilmente caldi. ECCO DOVE: Il centro di Courmayeur insieme a quello di Madonna di Campiglio e a quelli di Corvara e di Selva di Val Gardena sono i capoluoghi dello shopping invernale. Niente però vale quello che si vive nei Mercatini di Natale in Alto Adige: Brunico, Vipiteno, Bressanone, Bolzano e, soprattutto, Merano (www. Ci sono piatti che possono essere gustati solo in montagna e siamo felici che esista il freddo inverno per poterceli godere. Polenta taragna, canederli annegati nel formaggio fuso, gnocchetti con la panna, carni grigliate e in umido, strudel e ogni tipo di dolce e di creme. Per non parlare dei vini che devono accompagnare questi piatti. E poi c’è anche l’alta cucina. ECCO DOVE: L’Alto Adige è la regione che ha la più alta percentuale di stelle Michelin per chilometro quadrato. Provate, ad esempio, la zuppa di fieno – servita in una forma di pane nero con grandi fili di fieno e fiori interi da mangiare al suo interno – alla Malga Gostner di Franz Mulser (Tel 347.8368154) all’Alpe di Siusi: è davvero la fine del mondo (www.seiseralm.it). LO SAPEVATE? AGRUMI E VITAMINE Bere una spremuta, di qualsiasi agrume, fa sempre bene, perché contiene una serie di vitamine tra cui la famosa ”C“, fondamentale per la salute del collagene - la proteina che mantiene giovane la nostra pelle - e per stimolare il nostro apparato immunitario. Importante, però, è bere tutta la spremuta, non solo il succo, perché i filamenti hanno una concentrazione maggiore di vitamine; e consumarla subito perché dopo qualche ora perde molte delle sue famose proprietà. 29 DOSSIER SICUREZZA IN PISTA accade. La cosa importante è essere liberi nei movimenti. Non ci si può, e non ci si deve, sentire impacciati come cavalieri medievali nelle armature. APPARECCHIA LA TAVOLA G li sciatori e soprattutto gli snowboarder - membri del club di quegli “sport di scivolamento” in cui la ricerca dell’equilibrio è nello stesso tempo divertimento e pericolo - sono virtualmente soggetti a rischio di traumi distorsivi e da impatto. «Per distorsioni e lussazioni non c’è altro da fare che presentarsi sulla neve in perfetta efficienza, fisicamente e tecnicamente. Bisogna allenarsi nei mesi precedenti la stagione invernale, correndo e facendo una preparazione a secco in palestra. Poi bisogna affrontare le piste senza strafare e senza andare oltre i propri limiti. La stessa tavola deve essere perfettamente curata, con soletta sciolinata e lamine preparate». A parlare è Ettore Personettaz, valdostano, istruttore nazionale di snowboard, molto conosciuto nell’ambiente e socio fondatore di White Experience, una “crew” che organizza corsi e vacanze all’insegna dello snow (www.whitexperience.com). «Per i traumi da impatto, invece, dobbiamo per forza affidarci alle protezioni», continua Personettaz, che aggiunge: «da qualche anno, ormai, la tecnologia ci è venuta in soccorso in questo settore, aumentando la sicurezza e diminuendo peso e ingombro delle protezioni, non diversamente da quanto è accaduto e accade nel motociclismo». 30 Primi consigli e informazioni per un neofita? Esistono molti usi della tavola da snow e perfino molte discipline diverse all’interno dello stesso sport (il freestyle negli snowpark con salti, rail e halfpipe e il freeride in fuoripista, ndr), ma fondamentalmente le protezioni da usare sono sempre le stesse. Compiere evoluzioni aumenta esponenzialmente la percentuale di pericolo, è ovvio. Quando si prova per la prima volta un trick (un’evoluzione) o un’acrobazia, la caduta è © Dolomiti Superski sempre dietro l’angolo. Ciò nonostante, che si vada negli snowpark o che si riesca a volare giù dalla vetta di una montagna (sulla quale, magari, siete stati portati da un elicottero) o che si scii sui tracciati comuni a tutti gli altri appassionati, non dovete mancare di indossare casco, paracoccige e paraschiena che, nel caso del fuoripista, può essere sostituito da uno zaino semirigido. Le protezioni servono anche per difendersi dagli altri, visto che, con il sovraffollamento delle piste, c’è sempre il rischio che qualcuno vi venga addosso a tutta velocità! Oltre all’abbigliamento (caldo, traspirante e resistente) parliamo di protezioni. L’ultima legge del 2003 obbliga tutti all’uso del casco all’interno degli snowpark, indipendentemente dall’età del rider. Basta un casco aperto: ce ne sono di molte marche e a prezzi diversi, assolutamente confortevoli e con fori per l’aerazione. Alcuni hanno paraorecchie staccabili e la connessione per le cuffie dell’mp3. Il casco è importante anche quando si è in fuoripista perché protegge da rami, cadute - le cosiddette “impuntate” - sassi o radici affioranti. Il casco integrale, invece, viene usato solo nelle gare di snowboard cross, dove i contatti con altri atleti sono molto frequenti e piuttosto violenti. Per quanto riguarda le “maschere”? Le migliori sono leggere, antiriflesso, con le lenti intercambiabili - per scegliere la co- lorazione più adatta alla luce della giornata - e antishock, per evitare danni e pericolo agli occhi. E per la schiena? Esiste il paraschiena - costruito come una sorta di guscio di tartaruga a scaglie semovibili - che protegge la colonna vertebrale dagli urti. Fondamentale, allo stesso modo, il paracoccige, una sorta di calzoncino aderente da indossare sotto i pantaloni da sci, con imbottiture cucite strategicamente per riparare dai dolorosi colpi ai fianchi e, soprattutto, per proteggere l’estremità lombare in cui risiedono coccige e osso sacro. Come indossarle, sotto o sopra i vestiti? In commercio si trovano anche alcuni capi di abbigliamento che hanno tasche interne in cui possono essere inserite le stesse protezioni, che così non vengono indossate sopra l’intimo tecnico, come il più delle volte Paraschiena Fullcoat TW2B, Dainese [www.dainese.com] Paracoccige, Red by Burton [www.redprotection.com] DOSSIER SPECIALE INVERNO Altri oggetti di prima necessità? Nello zaino non devono mancare accessori di ricambio come i guanti e - in caso di fuoripista - pala, sonda e arva (dispositivo per la localizzazione dello sciatore in caso di slavina), obbligatori per legge per salvare la vita dei compagni in caso di valanga. In questo caso il buonsenso salva più vite di qualsiasi protezione: mai andare da soli e sempre accompagnati da un professionista della montagna, esperto conoscitore di pendenze, condizioni meteo e neve. Per i principianti? Imparare a sciare con lo snow è notoriamente più facile di quanto non sia con gli sci. Dopo una giornata intensa, si è già in grado di scendere, sulle piste più facili, da soli, ma le prime lezioni finiscono sempre con qualche dolorino ai polsi - dovendosi spesso appoggiare a terra - e, sempre per la stessa ragione, con qualche ematoma alle ginocchia. Molte scuole - tra cui la mia, la Scuola di Sci del Gran Paradiso - offrono ai neofiti (compreso nel prezzo della lezione) anche il noleggio delle medesime protezioni solitamente indossate per andare con lo skate o con i pattini in linea. Inutile dire che tutti i clienti ci sono sempre grati per questo e che al termine della giornata tornano a casa senza alcun livido. Cintura Lombare, Red by Burton [www.redprotection.com] Casco, Head Sensor [www.head.com] 31 DOSSIER COME DIFENDERSI DAL FREDDO Le abbiamo catalogate come le più comuni malattie da raffreddamento: tosse, raffreddore, mal di gola e febbre, decisamente le protagoniste, nostro malgrado, dell’inverno. In queste pagine vi elenchiamo i farmaci da banco (senza obbligo di ricetta) che potranno esservi utili, di comune accordo con il vostro farmacista, per superare queste patologie di stagione TOSSE La rapida espulsione dell’aria contenuta nei polmoni - per tosse si intende proprio questo - è una risposta naturale a una irritazione o alla necessità di espellere qualche sostanza dannosa dal tratto respiratorio. Può essere grassa, se accompagnata da catarro, o secca. 32 Grassa I farmaci per la tosse grassa (sciroppi, sospensioni orali, gocce) si dividono in espettoranti (normalmente a base di guaiafenesina, guaiacolsulfonato, spesso associati a essenze ed estratti vegetali che ne potenziano l’azione) e mucolitici (acetilcisteina, bromexina, carbocisteina, ambroxolo, sobrerolo, nelte- nexina), ma possono essere proposti anche in associazione. Entrambi sono in grado di rompere i polimeri del muco, e modificarne l’adesività, la biochimica e i meccanismi di secrezione (come la carbocisteina, ad esempio), favorendone l’espulsione, in modo da evitare la proliferazione dei batteri. Le avvertenze riguardano i diabetici, essendo alcuni sciroppi particolarmente zuccherini. Esistono anche i fluidificanti - il più delle volte sciroppi a base di guaifenesina - che sciolgono lentamente il catarro e liberano dal senso di oppressione dei bronchi. Secca I sedativi più comuni sono a base di destrometorfano, dimemorfano, pentoxiverina, oxolamina, pipazetato, butamirato, dropropizina, cloperastina. Si tratta di calmanti che agiscono sulla parte del cervello dove ha sede il centro della tosse e provvedono a sopprimere lo stimolo. Sono in vendita sotto forma di gocce, sciroppi, pastiglie, compresse. RAFFREDDORE È l’infiammazione acuta delle mucose del naso (pareti interne), dovuta a piccole in- SENSO DI STANCHEZZA c Il generico senso di stanchezza, oltre che a una mancanza di riposo o a patologie virali, è imputabile a una carenza di vitamine e/o sali minerali. Perché entrambi, in modo complementare, svolgono attività di regolazione e catalizzazione dell’attività di ormoni e enzimi, e per funzionare e difendersi al meglio il nostro corpo necessita di adeguate dosi di vitamine e sali minerali. In caso contrario - oltre a sintomi come stanchezza, irritabilità, disturbi del sonno - può capitare che l’organismo, durante una malattia o particolare affaticamento, si trovi improvvisamente a corto di riserve, allungando la degenza e il recupero. Le vitamine, in tutto 13, si ricavano dagli alimenti come frutta, verdura, legumi, cereali, latte, yogurt. I minerali, invece, sono presenti in tutti i cibi e con una dieta equilibrata ci si assicura un loro corretto bilanciamento. Si dividono in macroelementi (calcio, cloro, fosforo, magnesio, potassio, sodio) e microelementi (o oligoelementi: cobalto, cromo, iodio, litio, manganese, rame, selenio, zinco). I primi sono da assumere in grandi quantità, i secondi in piccole dosi. DOSSIER AUTOMEDICAZIONE fezioni virali che si scatenano soprattutto durante le repentine variazioni climatiche. Normalmente dopo 6-7 giorni il raffreddore va via da sé e sono due le famiglie di prodotti che contribuiscono a lenirne i sintomi: antistaminici e decongestionanti. I primi - a base di levocabastina, acido cromoglicico+clorfenamina, tonzilamina, feniramina, clorfenamina, difenidramina - riducono la produzione di muco e calmano lo stimolo della tosse. Intervenendo sulla produzione di istamina - responsabile delle reazioni infiammatorie alla base delle allergie - gli antistaminici sono utili sia per la rinite sia per il raffreddore comune, e venduti in compresse, sciroppi e spray nasali. I decongestionanti, il più delle volte, sono usati localmente (spray e nebulizzatori, ma anche capsule e compresse), stimolano l’azione del sistema nervoso simpatico: i vasi sanguigni della mucosa si contraggono, e così facendo riducono il gonfiore dovuto al maggior afflusso di liquidi e, nel contempo, diminuiscono la produzione di muco. FEBBRE Sintomo di solito legato all’influenza, più raramente al raffreddore, la febbre viene curata con i cosiddetti antipiretici, farmaci a base di acido acetilsalicilico e/o paracetamolo con capacità antidolorifiche e antinfiammatorie, sotto forma di compresse effervescenti, rivestite, bustine granulari, capsule molli, sciroppi. È bene, però, non esagerare con questi principi attivi: in dosi eccessive il paracetamolo può dare problemi a fegato e reni, mentre lo stomaco è sensibile all’acido acetilsalicilico, spesso formulato in associazione ad antiacidi (come l’idrossido di magnesio e il bicarbonato), e sconsigliato - per altre, più gravi, interazioni - al di sotto dei 12 anni di età. MAL DI GOLA L’infiammazione della faringe è causa del dolore che si avverte in fondo al palato e verso il collo, ed è dovuta a virus, batteri o fattori irritanti, come vapori o aria troppo secca o troppo umida. Se non si riscontrano placche e particolari gonfiori, è possibile alleviare il mal di gola con comuni caramelle antisettiche (a base di dequalinio cloruro alcol diclorobenzilico e amilmetacresolo), compresse, pastiglie e coluttori disinfettanti e/o antinfiammatori. 33 VISO «Le prime cure anti-freddo vanno rivolte al viso, il più esposto alle intemperie», esordisce Silvia Vezzoli, dermatologo plastico e medico estetico presso il Centro Betarmedical a Milano, «è il momento di dedicargli ogni mattina un prodotto protettivo ed idratante. In città l’ideale è una crema ricca di principi attivi, ottima anche come base per il trucco, magari contenente filtri solari per gli UVA, raggi da non sottovalutare perché presenti anche nei mesi invernali e responsabili di un precoce invecchiamento della pelle. In montagna, invece, non dimenticate un buon prodotto solare con fattore di protezione elevato verso UVB+UVA, soprattutto se siete di carnagione chiara (i cosiddetti fototipi bassi), per evitare i danni di un’esposizione non protetta. E se l’epidermide è soggetta a couperose meglio affidarsi ad un preparato studiato ad hoc, che garantisca IN VETRINA (SOLO IN FARMACIA) A nche quest’anno il freddo è arrivato e la prima a soffrirne è la pelle. Motivo? Impoverendo il film idrolipidico (la barriera di protezione dagli agenti esterni) le basse temperature seccano la pelle, la rendono poco elastica, grigia e soggetta alla formazione di rughe. Lo shock termico impedisce l’arrivo del giusto nutrimento e una corretta idratazione, ecco perché è facile che nei mesi invernali la pelle si sensibilizzi, mostrando arrossamenti, screpolature, eczemi e persino fenomeni di couperose (l’arrossamento intenso delle guance e/o delle ali del naso). ZOOM DOSSIER PELLE SOTTO ZERO Sbalzi di temperatura, freddo, fumo, inquinamento. Come reagisce la nostra pelle? E come possiamo assicurarle la massima protezione? 34 DOSSIER CONSIGLI PERI LU Dai 30 anni in poi la capacità della pelle di rigenerarsi comincia a ridursi. Appaiono i primi segni di stanchezza e di invecchiamento. Ogni giorno stress, vita dinamica, inquinamento e stanchezza opacizzano la pelle e alterano il suo equilibrio: si disidrata e si segna, diventa fragile e non riesce più a proteggersi. Per rispondere ai segni dell’età e alle quotidiane aggressioni i laboratori Vichy hanno messo a punto LIFTACTIV, un efficace trattamento attivo anti-rughe rivitalizzante. un effetto lenitivo oltre che protettivo». Se la pelle è molto secca, una volta alla settimana concedetevi una maschera nutriente: previene le screpolature e rinforza lo strato superficiale. I prodotti idratanti e i fondotinta sono indispensabili in questa stagione perché creano una vera e propria “barriera” difensiva contro i ripetuti attacchi esterni e contro lo smog: l’inquinamento è, infatti, uno dei nemici più temibili perché disidrata la pelle, la rende ruvida e la opacizza intasando i pori. «Non dimenticate le labbra: durante il giorno non deve mancare l’applicazione frequente di un velo di burro cacao o di un rossetto scelto tra le formulazioni più idratanti ed antinvecchiamento». CORPO «Anche il corpo vuole la sua parte di protezione», continua la dottoressa Vezzoli, «dopo la doccia o il bagno applicare un scrub con un leggero massaggio circolare per rinnova- A base di estratti di tiglio, malva e avena, APAISANCE Fluide AntiRougeurs di LIERAC aiuta contro l’arrossamento della pelle, occasionale o permanente. Estratti di alghe e pigmenti correttori rendono meno evidenti i vasi sanguigni e i rossori. Il colorito diviene più uniforme, la pelle elastica e morbida. Da sanofi aventis, Tegevens® sollievo. Grazie alla sua formulazione ricca di ingredienti attivi naturali, aiuta ad alleviare il senso di affaticamento e di pesantezza alle gambe. La sua fresca emulsione dona un’immediata sensazione di sollievo a gambe e caviglie e ha un prolungato effetto idratante sulla pelle. re lo strato di cellule morte e rendere la pelle liscia, compatta e morbida. Insistete su gomiti, spalle, ginocchia, glutei e talloni: d’inverno la pelle, coperta da indumenti pesanti, si ispessisce a causa degli sfregamenti con i tessuti. Attenzione anche ai piedi, che possono soffrire di geloni, rossori e gonfiori dolorosi; in questi casi vanno trattati dolcemente con acqua tiepida e detergenti non aggressivi, senza sfregare. Docciature fredde e calde alternate, invece, aiutano a stimolare la circolazione corporea, mentre subito dopo un’accurata asciugatura è utile applicare ovunque un prodotto specifico ad azione idratante ed emolliente che migliori l’elasticità cutanea». MANI Le mani sono le prime a mostrare i segni del freddo, con ruvidità, screpolature, taglietti e arrossamenti. Dopo averle lavate, e asciugate con cura, bisogna applicarvi un prodotto specifico protettivo ed anti- Una potente azione contro il foto-invecchiamento, da GALENIC, sono i SOINS SOLEIL all’Uncaria d’Amazzonia: proteggono la pelle dai danni del sole e, grazie alle textures polisensoriali, aiutano a mantenere una pelle abbronzata e luminosa. età, sfregando poi i due dorsi delle mani in modo da massaggiare l’epidermide e far assorbire bene la crema. GAMBE Con il gelo in arrivo, le gambe vanno incontro ad inconvenienti diversi da quelli della bella stagione. Più subdoli, ma non meno sgradevoli, sono i fastidi legati alla circolazione, causati dal riscaldamento artificiale, abiti fascianti, aumento di peso, peggioramento della cellulite, cibi più conditi e calorici, diminuzione dell’attività fisica. Stiamo parlando di capillari in evidenza, gonfiore e crampi, sintomi di una difficoltà a carico della circolazione venosa. Cosa fare? Il flebologo consiglia di camminare per almeno mezz’ora al giorno, a passo sostenuto, e, se possibile, di pedalare qualche minuto le gambe in aria, appena alzati. È un piccolo segreto per affrontare la giornata con più leggerezza. 35