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Il riscaldamento globale
Filippo Capraro III G
Il riscaldamento globale è l’aumento della temperatura della superficie terrestre e degli strati
più bassi dell’atmosfera. Questo fenomeno è dovuto all’effetto serra causato dai gas serra
presenti nell’atmosfera, questi lasciano entrare i raggi solari, ma non li lasciano uscire
causando un aumento della temperatura. Il riscaldamento della superficie terrestre è dovuto
e direttamente proporzionale all’aumento dei gas serra: il biossido di carbonio ( anidride
carbonica), il metano e gli ossidi di azoto.
Il primo è il principale gas serra e l’uomo ne immette nell’atmosfera circa 34 miliardi di
tonnellate l’anno. Di queste la metà viene assorbita dalle foreste, dagli oceani e dal
permafrost; l’ assorbimento avviene soprattutto in estate. La maggior parte dell’anidride
carbonica viene dall’emisfero settentrionale e in particolare dai paesi più industrializzati: Cina
(29%), USA (16%), UE (11%), India (6%), Russia (5%) e Giappone (4%). I paesi in via di
sviluppo non dedicano attenzione alle emissioni: un esempio sono le centrali termoelettriche
di questi paesi che hanno misure ridotte per il filtraggio dei fumi di scarto e emettono grandi
quantità di monossido di carbonio nocivo in quantità molto minori. Bisogna precisare è che la
ricchezza pro-capite va di pari passo con le emissioni pro-capite, quindi è vero che la Cina
incide per circa il 30% di emissioni di anidride carbonica, ma ha una popolazione di
1 300 000 000 di persone. Come gas serra questo composto ha una durata di circa 100 anni.
Il metano è un gas con un effetto serra molto più potente. Il principale produttore di questo
gas è l’allevamento industriale del bestiame.
Gli ossidi di azoto sono prodotti dalla combustione di benzine provenienti dal petrolio. Per
evitare le emissioni di questi gas è necessario avere dei filtri sia nelle centrali elettriche sia
nelle automobili. Una cosa fondamentale per ridurre le emissioni è l’efficienza dei motori, ma
le case automobilistiche non hanno fatto progressi negli ultimi tre anni nella riduzione di gas
tossici e i divari tra le emissioni di gas tossici reali e quelli dichiarati è presto arrivato al 50%.
Ma questo fenomeno si è arrestato grazie allo scandalo Volkswagen.
Le cause principali della presenza di gas serra in atmosfera sono: la deforestazione e il
degrado delle foreste , responsabili per il 30%, infatti mentre le foreste bruciano o vengono
tagliate emettono biossido di carbonio, la capacità di assorbire anidride carbonica da parte
delle foreste si riduce, la capacità di mitigare il riscaldamento globale diminuisce e aumenta la
povertà del suolo che può diventare instabile e causare frane. Le foreste boreali, russe e
canadesi, da sole trattengono il 40% del quantitativo mondiale di carbonio.
Il settore edilizio residenziale e commerciale è responsabile del 40% delle emissioni di gas
serra e questo è dovuto soprattutto ai sistemi di riscaldamento e raffreddamento. Pure la
produzione di materiali edili incide per il 5% del totale.
I trasporti incidono per il 13% delle emissioni di gas serra e questo è dovuto alla
combustione che avviene nel motore.
L’industria del bestiame è responsabile del 14,5% delle emissioni, soprattutto di metano.
Una delle conseguenze dell’effetto serra che potrebbe creare i danni maggiori è l’aumento
della temperatura, possibile causa del cambiamento dei climi e di eventi climatici catastrofici,
come gli uragani e l’aumento del livello dei mari dovuto allo scioglimento dei ghiacciai artici,
antartici, del permafrost e dei ghiacciai sulle catene montuose. Ciò comporterebbe
l’inondazione di alcune zone costiere e di diversi arcipelaghi come le Maldive. Inoltre, ci
potrebbero essere anche altre conseguenze come l’aumento dell’acidità delle acque, dovute
alla saturazione dei depositi oceanici di carbonio.
La desertificazione, altra conseguenza del riscaldamento globale, è la trasformazione dei
terreni produttivi in terreni aridi che porterebbe alla siccità perché non in grado di
supportare la produzione di biomasse.
Altra conseguenza dei cambiamenti climatici è la perdita di biodiversità a seguito
dell’estinzione di molte specie animali e vegetali.
Uno dei primi protocolli per la riduzione dei gas serra è il Protocollo di Kioto del 1997, poi
rinnovato nel 2008 al quale aderiscono 180 paesi e punta alla riduzione del 5% dell’emissioni
di gas serra.