Kenyan Running Power Meets Dolomites Nature.

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Kenyan Running Power Meets Dolomites Nature.
“Kenyan Running Power Meets Dolomites Nature.”
Tobias Kompatscher
Dogo correva. Correva, perché correre è la sua passione, il suo destino. Innanzitutto era però
il suo mestiere e sapeva che, se non fosse stato un corridore professionale, non sarebbe mai
giunto fin qua all´Alpe di Siusi, per allenarsi con i suoi compagni della nazionale keniana.
Dunque aveva anche una gran voglia di dare il massimo, di sudare e di andare oltre i propri
limiti. L´aria fresca, avendo un profumo di fiori selvaggi e fieno, lo rendeva ancora più
stupendo. Tuttavia Dogo si era reso conto sin dal primo giorno, che la più grande fatica che
doveva affrontare in queste settimane non era la corsa. Anzi, ci voleva uno sforzo di gran lunga
maggiore ossia quello di non lasciarsi distrarre dallo spettacolare panorama di cui era costretto
a godere di giorno in giorno. Soprattutto quando correva la mattina, quando c´era ancora un
silenzio costante, interrotto solamente ogni tanto dal suono di un campanaccio o di qualche
soffio di vento. Fra poco, con l´apertura di questo strano mezzo di trasporto che porta su e giù
da Siusi all`Alpe e con l’arrivo di migliaia di turisti quest´immagine paradisiaca sparirà all'
improvviso. Ciò nonostante il paesaggio sarà sempre caratterizzato da un’eterna aura
selvaggia. Pur essendo fortemente presente, la civilizzazione potrebbe coprirlo soltanto in
parte, come un leggero mantello di seta. Dogo notava subito la contraddizione di quest´
immagine, ma in un secondo momento capiva che essa era soltanto apparente. Tutta la zona
era in un certo modo gravida di questa misteriosa contraddizione, che nel contempo sembrava
piena armonia. Essa s´allargava anche sugli abitanti dei paesi. Avevano facce gioviali e
contemporaneamente testarde, a volte ridenti, a volte malinconiche. Menti semplici, ma nei
loro occhi si poteva scorgere un´attraente furbizia paesana. I suoni che facevano quando
parlavano somigliavano ai rumori dei trattori con cui lavoravano nei campi: suoni duri, ma
ritmici e quindi contraddistinti da una loro musicalità. Quasi quasi gli facevano ricordare i
tamburi di casa sua. Perché? Perché si sentiva in qualche modo a casa in questi paesi montani,
estremamente puliti, sani, asfaltati, percorsi continuamente da macchine e quindi molto
diversi dai villaggi keniani? Improvvisamente Dogo s´accorgeva d´aver abbandonato il
sentiero; così decideva di rimandare questi pensieri. E intanto correva…