Untitled - Rizzoli Libri

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JOhN RONALD REuEL TOLKIEN
LO hOBBIT ANNOTATO
Edizione rivista, ampliata e annotata
da Douglas A. Anderson
Traduzione di Caterina Ciuferri
in collaborazione con Paolo Paron
per la Società Tolkieniana Italiana
Illustrazioni dell’Autore
I LIBRI DI
J.R.R. TOLKIEN
Dello stesso autore presso Bompiani
Il Signore degli Anelli. La compagnia dell’anello
Il Signore degli anelli. Il ritorno del re
Il Signore degli Anelli. Le due torri
Il ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorh
La leggenda di Sigurd e Gudrun
I figli di húrin
Il Cacciatore di Draghi
Il Silmarillion
Il fabbro di Wootton Major
Lo hobbit illustrato
Il Medioevo e il fantastico
Immagini
La realtà in trasparenza. Lettere 1914-1973
Racconti incompiuti
Lo hobbit a fumetti
Le lettere di Babbo Natale
Mr. Bliss
Antologia di J.R.R. Tolkien
Albero e Foglia
Le avventure di Tom Bombadil
Racconti perduti
Racconti ritrovati
Titolo originale
THE ANNOTATED HOBBIT
George Allen & Unwin Ltd., 40 Museum Street, London WC1
© 1937, 1951, 1966, 1978, by George Allen & Unwin (Publishers) Ltd.
Reset edition 1995.
This edition is published by arrangement
with HarperCollins Publishers Ltd.
77-85 Fulham Palace Road
Hammersmith, London W6 8JB
(2003, revised and expanded edition published in the USA
by Houghton Mifflin Company 2002).
© The J.R.R. Tolkien Copyright Trust 1937, 1951, 1966, 1978, 1995, 2002.
© 2002 Douglas A. Anderson per le annotazioni e l’introduzione.
®
and ‘Tolkien’® are registered trademarks of the J.R.R. Tolkien Estate Limited.
Editing di Vincenzo Vega
Traduzione dall’inglese di note e apparati di Grazia Maria Griffini e Oronzo Cilli
ISBN 978-88-452-7140-3
© 2013 Bompiani/RCS Libri S.p.A.
Via Angelo Rizzoli 8 – 20132 Milano
II edizione Tascabili Bompiani dicembre 2012
Non so immaginare vecchiaia più piacevole
di quella trascorsa nel paese non troppo
remoto in cui poter rileggere e annotare i
miei libri.
André MAurois
Ciò che leggiamo con piacere,
con piacere lo rileggiamo.
orAzio
Ringraziamenti
Un libro come Lo Hobbit annotato non
avrebbe potuto essere redatto senza
l’aiuto di molte persone, alle quali vorrei
esprimere in questa sede la mia gratitudine. Anzitutto sono grato a Christopher
Tolkien per avermi permesso di inserire
osservazioni critiche nel libro di suo padre, e per la grandissima utilità dei suoi
commenti e dei suoi suggerimenti. Ho
anche un debito particolare nei confronti dei miei amici Christina Scull e Wayne
G. Hammond, che hanno condiviso con
me una parte delle loro ricerche per il
libro J.R.R. Tolkien: A Companion and
Guide e che mi hanno aiutato in molti
altri modi.
Per quanto riguarda le istituzioni e le
organizzazioni, vorrei ringraziare per la
loro assistenza Matt Blessing, archivista
della Memorial Library della Marquette University di Milwaukee, Wisconsin;
Christopher W. Mitchell e Marjorie
Lamp Mead del Marion E. Wade Center
di Wheaton College, Wheaton, Illinois;
la dottoressa Judith Priestman della Bodleian Library di Oxford; e la biblioteca
della University of Notre Dame di South
Bend, Indiana.
Tra le persone che mi hanno dimostrato una grande disponibilità (e pazienza al
di là dei loro doveri) presso la casa editrice Houghton Mifflin, vorrei citare Clay
Harper, Austin Olney, Ruth Hapgood,
Becky Saikia-Wilson e Rhiannon Agosti.
Tra le altre persone che mi hanno aiu-
tato per argomenti specifici o che mi hanno offerto la loro assistenza in vari modi,
vorrei menzionare Fred Bigg, Richard E.
Blackwelder, Alexandra Bolintineanu,
David Bratman, Brad Brickner, Diane
Bruns, Humphrey Carpenter, Deborah
Benson Covington, John L. DiBello,
Michael Drout, Charles B. Elson, Verlyn
Flieger, Steven M. Frisby, John Garth,
Charles Garvin, Peter Geach, Peter Glassman, Glen H. GoodKnight, Martin
Hempstead, Thomas D. Hill, Carl F. Hostetter, Ellen Kline, Chris Lavallie, Tennis
K. Lien, Abbe Lyons, Michael Martinez,
Richard Mathews, Charles E. Noad, John
D. Rateliff, Becky Reiss, Tam Santoski,
Dr. Williams A.S. Sarjeant, Tom Seidner,
Tom Shippey, Babbie Smith, Susan A.
Smith, Stacy Snyder, Donn P. Stephen,
Priscilla Tolkien, Rayner Unwin, Richard
C. West, Kelley M. Wickham-Crowley,
Gene Wolfe, Reinhold Wotawa, Nina
Wyke-Smith, Ted Wyke-Smith, Jessica
Yates, Manfred Zimmermann e Henry
Zmuda.
Per la loro assistenza in vari aspetti
riguardanti le traduzioni dello Hobbit e
gli illustratori stranieri sono molto grato a Mikael Ahlström, Felix Claessens,
David Doughan, Jim Dunning, Mark T.
Hooker, John Kadar, Victor Kadar, Mari
Kotani, Gergely Nagy, René van Rossenberg, Arden R. Smith, Anders Stenström
(Beregond), Asako Suzuki, Makoto Takahashi e Takayuki Tatsumi.
Prefazione alla seconda edizione
Lo Hobbit annotato è stato pubblicato per
la prima volta dalla Houghton Mifflin nel
settembre 1988 per ricordare il cinquantesimo anniversario della prima pubblicazione americana dello Hobbit. Un’edizione inglese di questo libro, pubblicata
da Unwin Hyman, è uscita nel 1989.
Nei quattordici anni trascorsi dalla
stesura della prima edizione sono usciti
diversi volumi di scritti di Tolkien mai
pubblicati in precedenza. Inoltre, la
quantità di materiale secondario su Tolkien, compresi libri e saggi, è aumentata
in modo straordinario. Durante la revisione e l’aggiornamento dello Hobbit
annotato, mi sono ben presto reso conto
che era necessaria una revisione integrale
del testo. A mio parere, questo non richiedeva tanto un nuovo approccio nella
redazione delle note, quanto un ripensamento della metodologia che avevo usato
in precedenza, nonché la sua applicazione
ai numerosi passi avanti compiuti nel frattempo dagli studi su Tolkien.
In generale, ho preferito mantenere in
posizione di preminenza le opinioni dello stesso Tolkien sulle sue opere. Le mie
note iniziano da questo punto e si allargano poi al contesto biografico e storico. Di
solito si pensa che lo scopo di annotare
un testo sia quello di renderlo più chiaro; ma io ho anche cercato di fornire informazioni più approfondite sulla vita di
Tolkien, sui suoi amici e colleghi, sui suoi
interessi letterari e sulle altre sue opere,
in modo da ottenere un ritratto complessivo più efficace. Il risultato è che alcune
note sembrano non avere un’attinenza
immediata con il testo, ma a me sembra
che queste piccole deviazioni siano giustificabili e valide.
Ogni sezione di questa nuova edizione dello Hobbit annotato è stata riveduta,
aggiornata e riscritta, ma la nuova edizione non è poi molto diversa dalla precedente per quanto riguarda il contenuto
e l’organizzazione. Il cambiamento più
evidente è che tutte le note sulle revisioni
operate da Tolkien al testo dello Hobbit
(che originariamente erano collocate in
un’appendice) sono adesso integrate nel
corpo principale del libro insieme alle
altre note. (I dettagli delle varie edizioni
dello Hobbit, rivedute da Tolkien, sono
contenuti nella seconda sezione della
bibliografia alla fine di questo volume.)
Una novità di questo libro è “La Cerca di
Erebor”, il nuovo resoconto che Tolkien
fa della storia dello Hobbit, che originariamente doveva far parte di una delle
appendici del Signore degli Anelli ma fu
omesso per motivi di spazio; una variante
di questo racconto è stata pubblicata nei
Racconti incompiuti. Ho quindi aggiunto
alla bibliografia la sezione intitolata “Una
selezione di saggi critici su Lo Hobbit”,
allo scopo di attirare l’attenzione su altri
approcci critici. Alcuni dei saggi qui citati rivestono di per se stessi notevole interesse, ma le tesi da loro sostenute sono
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complesse e difficili da condensare nello
spazio di una nota. Un valido esempio è il
saggio di Paul Edmund Thomas “Some
of Tolkien’s Narrators”, un’eccellente
analisi della voce narrante di Tolkien che
merita di essere letta integralmente.
Nelle mie note e in tutto il libro ho
fatto riferimento a diverse opere di importanza vitale per qualsiasi studio
di J.R.R. Tolkien, identificandole con
un’abbreviazione piuttosto che con il
loro titolo completo. Le ho elencate di
seguito, e i riferimenti completi delle
pubblicazioni si possono trovare nella
prima sezione della bibliografia alla fine
di questo volume.
ArtistA J.R.R. Tolkien: Artist and Illustra-
tor (1995), di Wayne G. Hammond e
Christina Scull.
bibliogrAfiA J.R.R. Tolkien: A Descriptive Bibliography (1993), di Wayne G.
Hammond, con l’assistenza di Douglas A. Anderson.
biogrAfiA J.R.R. Tolkien: A Biography
(1977), di Humphrey Carpenter (traduzione italiana: J.R.R. Tolkien: la biografia, Fanucci 2002).
storiA La serie in dodici volumi intitolata The History of Middle-earth (198396), a cura di Christopher Tolkien (in
italiano sono stati tradotti i primi due
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volumi: Racconti ritrovati e Racconti
perduti, entrambi Bompiani 2000).
lettere The Letters of J.R.R. Tolkien
(1981), a cura di Humphrey Carpenter, con l’assistenza di Christopher
Tolkien (traduzione italiana: La realtà in trasparenza. Lettere, Bompiani
2001).
“Nomenclature of The Lord of the Rings”:
in A Tolkien Compass (1975), a cura di
Jared Lobdell. Note di Tolkien per i
traduttori, scritte originariamente nel
1966-67.
iMMAgini Pictures by J.R.R. Tolkien
(1976); edizione riveduta (1992) a cura
di Christopher Tolkien (traduzione
italiana: J.R.R. Tolkien, Immagini,
Bompiani 2002).
“Silmarillion”: la parola “Silmarillion”
tra virgolette si riferisce in maniera
più generale al corpus degli scritti di
Tolkien riguardanti le più antiche leggende della Terra di Mezzo. Il titolo in
corsivo Il Silmarillion si riferisce specificamente al libro pubblicato nel 1977
a cura di Christopher Tolkien. [Edizione italiana: J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion, a cura di Christopher Tolkien,
Bompiani 2004.]
douglAs A. Anderson
Marzo 2002
Lo Hobbit annotato
Introduzione
Un giorno Tolkien disse che la
sua tipica reazione alla lettura di
un’opera medievale non era quella
di imbarcarsi in uno studio critico o
filologico su di essa, ma piuttosto di
scrivere un’opera moderna in quella
stessa tradizione.1 E similmente ad
un intervistatore nel 1965 Tolkien
disse che “difficilmente avrebbe affrontato la lettura di una fiaba senza
volerne scrivere una (egli stesso)”.2
Queste affermazioni servono in
senso lato come un buon punto di
partenza per lo studio di Tolkien
e delle sue opere, poiché alla comprensione del retroterra di Tolkien
e dei suoi interessi letterari segue
un miglior apprezzamento di ciò
che egli raggiunse con le sue opere
più note, Lo Hobbit e Il Signore degli
Anelli.
John Ronald Reuel Tolkien nacque il 3 gennaio 1892 a Bloemfontein, Sudafrica, da Arthur Reuel
Tolkien, direttore di banca, e Mabel
Suffield. Entrambi i genitori provenivano dalla zona di Birmingham,
nelle Midlands dell’Inghilterra.
Arthur aveva chiesto la mano
di Mabel quando entrambi ancora
vivevano in Inghilterra, ma subito
dopo egli ottenne l’impiego presso
la Bank of Africa e le nozze vennero celebrate a Città del Capo.
J.R.R. Tolkien, detto Ronald, fu il
primogenito; un secondo figlio, Hilary Arthur Reuel, nacque due anni
dopo.
Nel 1895 Mabel Tolkien tornò
in Inghilterra con i due bambini,
apparentemente per una breve visita, ma anche per questioni relative
alla salute del piccolo Ronald. Arthur Tolkien, rimasto in Sudafrica,
si ammalò alla fine del 1895 e morì
subito dopo.
Mabel restò in Inghilterra, crescendo i figli nelle vicinanze della
sua famiglia, nella regione di Birmingham. Nel 1900 Mabel si convertì al cattolicesimo romano con
grande dispiacere dei familiari protestanti, che le tolsero il loro sostegno. Mabel lottò da sola educando
i bambini secondo la religione cattolica. La sua salute venne meno e
dopo la sua morte, nel 1904, padre
Francis Morgan dell’Oratorio di
Birmingham divenne tutore dei due
ragazzi Tolkien.
Questi vennero iscritti alla King
Edward’s School di Birmingham,
dove Ronald vinse una borsa di
11
La casa al numero 20 di Northmoor Road a Oxford dove la
famiglia Tolkien visse dal gennaio 1930 fino agli inizi del 1947.
Lo studio di Tolkien era al piano terra e occupava la stanza
in basso a destra, con finestre che davano a ovest (si veda
sopra) e finestre che davano a sud (sul lato destro), non visibili
in questa foto. La scrivania di Tolkien era collocata davanti alle
finestre che davano a sud.3
studio nel 1903. Attorno al 1910 Ronald conobbe un’altra orfana, una
giovane di nome Edith Bratt che
abitava nella stessa pensione dei due
piccoli Tolkien. Si sviluppò una relazione segreta tra Ronald e Edith e,
una volta che venne scoperta dai tutori, a Ronald fu proibito di vedere o
parlare con Edith finché non avesse
raggiunto il ventunesimo anno di
età.
Tolkien passò all’Exeter College
di Oxford nell’autunno del 1911.
All’inizio leggeva i classici ma presto trovò interessi che lo portavano
a studiare filologia comparata e lingue straniere, ad esempio il finlandese, e a cominciare a creare una
sua lingua personale che egli più
tardi chiamerà Quenya o Elfico.
Nel 1913, compiuti ventun anni,
Tolkien riprese la relazione con
Edith Bratt. Frequentò la seconda
classe in Honour Moderations e,
grazie alla sua inclinazione per la filologia, ottenne pieni voti in lingua
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e letteratura inglese nel giugno 1915.
Subito dopo si arruolò nei Fucilieri del Lancashire e si addestrò
come soldato. Ronald e Edith si sposarono il 22 marzo 1916, prima che
Tolkien venisse mandato sul fronte
francese, quell’estate. Egli trascorse
alcuni mesi nelle trincee della Somme, facendo esperienza diretta degli
orrori della Grande Guerra. Infine
fu assalito da febbri e quindi rimandato in Inghilterra, dove passò
il resto della guerra. Il primogenito
di Ronald ed Edith Tolkien, John
Francis Reuel, nacque nel 1917.
Quasi alla fine della guerra Tolkien accettò di entrare nello staff
dello Oxford English Dictionary, allora compilato a Oxford. Nel 1920
ottenne la nomina a lettore di lingua
inglese nell’Università di Leeds, e la
famiglia si trasferì a nord. E proprio
nel 1920 gli nacque un secondo figlio, Michael Hilary Reuel.
La prima importante pubblicazione professionale di Tolkien, A
Nel 1972 Tolkien regalò la sua scrivania all’organizzazione Help
the Aged, affinché la sua vendita andasse a scopi benefici. In
una lettera del 27 luglio 1972, che accompagnava la scrivania,
Tolkien scrisse: “Questa scrivania è stata comprata per me da
mia moglie nel 1927, ed è stata la prima che ho avuto.4 Fino
alla sua morte nel 1971 è stata la scrivania che ho usato di
più per le mie opere letterarie; Lo Hobbit è stato interamente
scritto, dattilografato e illustrato su di essa”. La scrivania è ora
ospitata nel Marion E. Wade Center del Wheaton College a
Wheaton, Illinois.