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Il forte maltempo del 29 giugno 2006
di: Agostino Manzato (OSMER - ARPA FVG)
(submitted to "Notiziario ERSA")
Come successo nel 2005, anche nel 2006 la giornata più interessante dal punto di vista del
maltempo e della grandine è stata quella del 29 giugno, che la tradizione popolare da sempre
associa a eventi meteorologici sfavorevoli (si pensi ad esempio al "Burlaz di San Pieri" di Carlo
Sgorlon o al "Nembo de San Piero" di Biagio Marin).
La situazione sinottica rilevata alle ore 12 UTC (14 locali) a 500 hPa (5800 m s.l.m.) dai
radiosondaggi europei (figura 4) rivela una profonda saccatura con un asse che collega la
Danimarca alla Corsica. Il lato destro della saccatura (di solito associato a frontogenesi) scende fino
a investire il Nord Italia, ove i radiosondaggi rivelano delle correnti da Sud-Ovest molto intense a
quella quota. In particolare, il radiosondaggio effettuato dall'Aeronautica Militare di Campoformido
rivela a 500 hPa un vento di ben 83 km/h; anche i parametri che misurano l'instabilità potenziale
sono molto elevati rispetto ai valori climatici: Lifted Index di ben -6 gradi Celsius, Maximum
Buoyancy di 14 gradi e CAPE di 1600 J/kg.
Fig 4. Situazione sinottica al livello isobarico di 500 hPa alle ore 12 UTC del 29/06/2006, ottenuta
interpolando i dati misurati dai radiosondaggi europei (dati GTS Temp). Il campo colorato indica
l'umidità relativa, le linee gialle indicano l'altezza geopotenziale mentre quelle verdi sono le
isoterme. Per ogni punto corrispondente ad una stazione con radiosondaggio sono riportati in nero i
vettori del vento e la temperatura misurati a 500 hPa.
L'energia potenzialmente disponibile (CAPE) è rappresentata dalla linea rossa della figura 5, che
mostra la serie temporale del profilo verticale sopra la nostra regione, misurato dai radiosondaggi
dell'Aeronautica Militare (che da febbraio 2006 vengono effettuati ogni 12 ore e non più ogni 6). In
tale serie temporale spicca una zona con 340 Kelvin di temperatura equivalente potenziale (TheatE)
presente nei primi 1800 m di atmosfera, proprio alle 12 UTC del 29 giugno. Altre volte si erano
registrati simili valori d'instabilità potenziale, ma senza che tale instabilità si realizzasse
concretamente, per mancanza di un innesco dei temporali. In questo caso, invece, un fronte freddo
proveniente da ovest ha creato nei bassi strati una bassa pressione a sud delle Alpi, che per sua
natura facilita il sollevamento dell'aria, favorendo l'innesco della convezione. La figura 6 mostra
proprio le osservazioni della rete sinottica di stazioni europee al suolo, con la Theta_e più bassa in
blu e quella più alta in rosso, mentre le linee gialle sono le isobare di pressione riportata al suolo.
Fig. 5. Serie temporale (ogni 12 ore) del profilo dell'atmosfera nei primi 12 km sopra la nostra
Regione, dalle ore 00 del giorno 28 giugno alle ore 00 UTC del primo luglio 2006 (sondaggi della
base A.M. di Campoformido). In campo colorato la temperatura equivalente potenziale. Le linee
bianche indicano la temperatura, mentre la linea rossa mostra il CAPE e quella blu il CIN
(rispettivamente energia disponibile e necessaria allo sviluppo del temporale). I vettori neri indicano
il vento sul piano orizzontale, mentre i pallini neri sono proporzionali al numero di pannelli colpiti
dalla grandine ogni ora.
Fig. 6. Carta al suolo alle ore 12 UTC del 29/06/2006: le stazioni europee (dati GTS Synop)
mostrano i vettori del vento a 10m e la temperatura. Le righe gialle rappresentano la pressione
riportata al suolo, mentre il campo colorato rosso/blu mostra la Theta_e. Si noti la bassa pressione
che si forma sottovento alle Alpi.
Già dalla tarda mattinata, a partire dalla Lombardia e successivamente in Veneto e nella nostra
regione, l'irruzione del fronte è stata molto violenta, in particolare per gli effetti associati al
"downdraft" (la corrente di aria fredda discendente dal temporale, generata dall'evaporazione della
pioggia). La figura 7 mostra la situazione alla mesoscala come osservata alle ore 12:40 UTC dal
satellite MSG, attraverso una combinazione di diversi canali (sensori che misurano diverse
lunghezze d'onda) che mette in risalto lo sviluppo delle celle convettive (di colore giallo intenso).
Dalle 12:30 alle 13:30 UTC il Pordenonese ha vissuto momenti veramente difficili, con numerosi
capannoni scoperchiati e addirittura 9 militari feriti nella base NATO di Aviano, a causa delle
coperture divelte dagli hangar. La figura 8 mostra il dettaglio sulla nostra regione della massima
riflettività misurata alle 13:10 UTC dal radar di Fossalon di Grado, con sovrapposti i fulmini caduti
nei 12 minuti precedenti, mentre i pallini gialli e arancio rappresentano i pannelli colpiti dalla
grandine nei 30 minuti precedenti (25 pannelli tutti in una zona molto ristretta del Pordenonese).
Dalla figura si nota anche il calo di Theta_e al suolo dai circa 350 K misurati nella parte orientale
della pianura ai 323 K della stazioni OSMER interessate dai temporali.
L'OSMER aveva previsto il giorno prima "possibile qualche temporale forte". La Coldiretti ha
stimato in 10 milioni di euro i danni causati al comparto agricolo, mentre un'ottantina sono state le
strutture danneggiate. La Giunta Regionale ha chiesto lo stato di calamità naturale per "venti
impetuosi" in molti comuni della Provincia di Pordenone, con delibera 2290 del 29/09/06.
Concludiamo ringraziando l'Aeronautica Militare per aver fornito i dati dei radiosondaggi e delle
stazioni del circuito GTS, il CESI/SIRF di Milano per i dati dei fulmini, Jochen Kerkmann
(EUMETSAT) per aver fornito i dati da satellite MSG e i volontari per aver raccolto i pannelli per il
rilevamento della grandine.
Fig. 7. Immagine composita RGB di diversi canali del satellite EUMETSAT MSG, che permette di
far risaltare le celle convettive più vigorose (gialle) rispetto a quelle con updraft meno forti
(arancio).
Fig. 8. Mappa della massima riflettività in dBZ (scala rosso/blu), misurata alle 13:10 UTC del
29/06/2006 dal radar dell'OSMER-ARPA, situato a Fossalon di Grado. Le stazioni (in viola)
mostrano i venti, la temperatura e la Theta_e, mentre i pallini mostrano la grandine caduta tra le
12:40 (in arancio) e le 13:10 (in giallo). Sovrapposti sono pure i fulmini caduti al suolo nei 12
minuti precedenti.