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Cagliaripad Largo Carlo Felice, 18 - 09124 Cagliari P.IVA 03382400921 www.cagliaripad.it Sassari: individuati i responsabili della rapina alla gioielleria Puggioni 18 Febbraio 2017 ore 13:15 Autore: redazione cagliaripad, [email protected] Categoria: Notizie / Cronaca URL della pagina: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=45403&l=2 Data scaricamento: 16 Marzo 2017 ore 15:52 La Squadra Mobile ha identificato i responsabili della rapina commessa nell'estate 2015 alla gioielleria Puggioni, in via Turritana a Sassari La Squadra Mobile ha identificato i responsabili della rapina commessa nell'estate 2015 alla gioielleria Puggioni, in via Turritana a Sassari. I fatti. Nel luglio 2015 due uomini a volto coperto e a bordo di una moto hanno cercato di svaligiare la gioielleria. Solo uno di loro è entrato nel locale, mentre il complice ha aspettato fuori, con la moto accesa e pronta a partire. Armato di pistola, il rapinatore ha minacciato i titolari, intimandoli di consegnare i gioielli. Ma, approfittando di un momento di distrazione del rapinatore, uno dei proprietari si è scagliato addosso all'uomo, riuscendo a fargli cadere la pistola. L'uomo che attendeva all’esterno, accortosi della lotta, ha incominciato a urlare e a suonare il clacson, incitando il complice a fuggire. Tutto il trambusto ha attirato l’attenzione di un vicino di casa che, intuendo l’accaduto, senza esitazione è intervenuto e con uno spintore ha disarcionato il motociclista che, nonostante la caduta violenta al suolo, è riuscito comunque a rialzarsi e darsi alla fuga, dileguandosi nel centro storico. Il primo rapinatore, uscito dalla gioielleria, ha cercato di recuperare la moto, ma è stato anche lui affrontato dal coraggioso cittadino, che è riuscito ha strappargli il casco e a colpirlo più volte. L'uomo tuttavia, è riuscito comunque a scappare e a far perdere le proprie tracce. Da questo scenario sono partiti gli investigatori per individuare gli autori della rapina, grazie anche alla preziosa testimonianza di un ciclista che aveva seguito i criminali nella loro fuga, fino all’abitazione in cui si erano rifugiati. Dai primi accertamenti è emerso che proprio la casa utilizzata come nascondiglio, era stata fornita da un complice, deceduto poco tempo dopo per cause naturali. Nell'abitazione la polizia ha trovato importanti elementi utili alle indagini, oltre a quelle recuperate dalle tracce di sangue e impronte digitali sul motociclo abbandonato dai fuggitivi, riconducibili a un 40enne. Quest’ultimo, sentito negli Uffici della Squadra Mobile in merito all’accaduto, grazie anche a ulteriori testimonianze, ha ammesso in modo parziale le sue responsabilità. Nei giorni successivi alla rapina la polizia ha tenuto d'occhio un 48enne, che aveva una vistosa ingessatura al braccio. Quest’ultimo il giorno del fatto criminoso, non si era presentato, proprio nell’orario coincidente con la rapina, negli uffici della Questura come previsto dalla misura impostagli dall’Autorità Giudiziaria. Sentito in merito, l'uomo ha riferito di aver avuto un incidente stradale, fornendo a verbale un racconto anomalo dell’accaduto, contrastante con quanto dichiarato alla compagnia assicurativa relativamente ai luoghi e ai soggetti coinvolti nell'incidente: è emerso successivamente che il 34enne, dietro compenso, ha fornito un alibi sicuro all’uomo che era alla guida della moto, aiutandolo nella simulazione dell’incidente e dichiarando che le lesioni fossero dovute all’incidente stradale – mai avvenuto – mentre in realtà quelle ferite avvennero proprio durante la rapina. I due, oltre le responsabilità della rapina hanno ora un ulteriore capo di imputazione per truffa ai danni dell’assicurazione e, solo per il 34enne, per favoreggiamento personale. Pagina 1 di 1