L`UNIONE SARDA L`UNIONE SARDA Nel nome di Giaime Pintor

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L`UNIONE SARDA L`UNIONE SARDA Nel nome di Giaime Pintor
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
Rassegna sta mpa
Beni culturali
della Sardegna
Segni di una grande civiltà
a cura del Servizio Promozione
Testata
L’UNIONE SARDA
Data
5 dicembre 2013
Sezione
Cultura
PERSONAGGI. Un convegno e una mostra per ricordare il grande intellettuale
Nel nome di Giaime Pintor «Vivo a Roma ma sono sardo»
Gli studiosi: figura eccezionale, troppo poco celebrata
Di LUCA FOSCHI
«Un piccolo gruppo, una notte di dicembre, uno sperduto paese del sud, un fronte di guerra da attraversare, un sentiero
di campagna lungo un torrente, un campo minato sfuggito ai ricognitori, uno scontro a fuoco, un'esplosione nell'oscurità.
E alle prime luci dell'alba il corpo riverso in una vigna sotto un muretto».
In “Servabo” Luigi Pintor rivive così le parole di chi ha avuto l'onere di comunicargli la morte del fratello maggiore
Giaime. A decenni di distanza «l'assurdo racconto alla luce fioca di una lampada» conserva, nelle fratture di una sintassi
dove soffocano i verbi, l'onirico anonimato nel quale si spengono talvolta le vite degli eroi. Giaime Pintor moriva il primo
dicembre del 1943 dilaniato da una mina nei pressi di Castelnuovo al Volturno. A capo di un piccolo drappello di
partigiani cercava di attraversare le linee nemiche per raggiungere la Resistenza a Roma.
Un convegno e una mostra, chiusa pochi giorni fa al Teatro Lirico, hanno fatto rivivere a Cagliari la figura del giovane
intellettuale che spesso si presentava dicendo «Sono Giaime, Giaime Pintòr, o Pìntor come dicono molti, vivo a Roma
ma sono sardo».
«È stata un'occasione per ricordare una figura molto legata a Cagliari e alla Sardegna», spiega Monica Grossi, a capo
della Soprintendenza ai beni archivistici dell'isola, istituto organizzatore degli eventi. «Una figura eccezionale e poco
celebrata, la cui tragica fine coincide con l'inizio della Resistenza al nazifascismo». Settant'anni e un'identità nazionale
che ancora si muove ambigua come l'accento sulle vocali di Pintor.
Conosciamo la vita di Giaime soprattutto grazie alle opere di Maria Cecilia Calabri, insegnante di Storia e Letteratura
italiana che nel 1994 incontra nella redazione del Manifesto Luigi Pintor, pronto, come rievocato nel convegno di
Cagliari, a «indicarmi la strada della demitizzazione».
Con la Calabri Pintor cessa d'essere il primo santino della resistenza comunista per riacquisire la profondità di un
intellettuale complesso. Un borghese elegante ed elitario, restìo alle volgarità culturali del fascismo e per questo pronto,
dopo l'8 settembre, a tradurre in azione il principio libertario che le umane lettere avevano tenuto in vita.
«Un uomo del '900», spiega Monica Pacini dell'Università di Firenze, che ha invece analizzato le lettere scritte da
mamma Dedè Dore Pintor alla famiglia. Una prospettiva laterale che permette di addentrarsi nei tempi lunghi
dell'austera e aristocratica famiglia sarda. «Una donna dell''800, che sentiva nelle letture del figlio Giaime, Proust, Mann,
Svevo, le minacce e il disordine del nuovo secolo».
Il convegno del Lirico è stato anche un'occasione per mettere a contatto giovani di ieri e di oggi. I ragazzi dell'Istituto
ITIS Dionigi Scano si sono avvicendati in una maratona di lettura dei testi di Pintor. Alcune studentesse della facoltà di
Scienze della Comunicazione dell'Università di Cagliari hanno presentato il progetto “Giaime Pintor”, archivio
multimediale (prossimo alla pubblicazione su un sito) di documenti e immagini inedite. «Un viaggio splendido», racconta
Sara Carboni, una delle partecipanti al progetto.
Spiega Albertina Vittoria, docente di storia contemporanea all'Università di Sassari. «L'ultima lettera al fratello prima
della morte riassume tutto: il proprio tormento, il tracollo del regime, la necessità di agire. La leggo spesso agli studenti,
ma raramente qualcuno conosce Pintor o si entusiasma per la sua vicenda». Caduta l'agiografia, al presente resta
l'anestesia antieroica dell'ennesimo ventennio.