Cinquecento anni di fondazione del Colletto Irc, evoluzione di
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Cinquecento anni di fondazione del Colletto Irc, evoluzione di
Indiocesi.it Supplemento n.1 al n.3/2006 di Incontri Con Il vento soffia ancora “Baghdad, attentato: 80 morti”. “Trovato il cadavere del bambino rapito”. “L’AIDS colpisce ormai un quarto degli abitanti dell’Africa subsahariana”. “Ha chiuso con la politica: deve tornare a casa!”. Sono solo alcune delle notizie riportate dai giornali e dai telegiornali. Sono i segni durissimi dei conflitti e del negativo che ci avvolge e, a volte, sembra sovrastarci. Sono i segni delle crisi profonde che scuotono il mondo a livello dello Stato, della famiglia, dell’economia, delle culture…, dell’umano. Le notizie positive bisogna andarle a cercare nelle ultime pagine dei giornali, a volte in quelli specializzati. “Eppure il vento soffia ancora!” afferma la canzone di un noto cantautore, che prosegue: “Spruzza l’acqua alle navi sulla prora/ e sussurra canzoni tra le foglie/ bacia i fiori, li bacia e non li coglie/ eppure sfiora le campagne/ accarezza sui fianchi le montagne/ e scompiglia le donne fra i capelli/ corre a gara in volo con gli uccelli/ Eppure il vento soffia ancora!”. E nella pagina biblica il pastore solitario invoca ad alta voce: “Signore, non voglio più essere solo, di notte, e voglio che sia tu a tenermi compagnia. Voglio sentire la tua voce, come un flebile suono nel vento”. Antonio Denanni www.indiocesi.it Periodico di cultura religiosa dell’Ufficio scuola Irc/smi-sms della Diocesi di Pinerolo, Via Vescovado 1, Pinerolo: Direttore Antonio Denanni. Direttore responsabile: Davide Aimonetto Anno 2, n. 3 Maggio 2006 Convegno commemorativo a settembre 2006. Intervista a Don L. Rivoiro Cinquecento anni di fondazione del Colletto È stato iniziato nel 1506 dal carmelitano padre Agostino Cravero Il complesso del convento con il santuario del Colletto è stato iniziato da padre Agostino Cravero, dell'ordine dei Carmelitani calzati nel 1506. È stato terminato nel 1525 e consacrato alla “Beata Vergine Maria del Monte Carmelo” nel 1534. In occasione del cinquecentenario della fondazione è stato organizzato un convegno commemorativo, “che ha per scopo non solo di rinverdire la memoria, ma di valorizzare il carisma del Colletto” afferma il rettore don Lorenzo Rivoiro. Su che cosa si incentrerà il programma del convegno commemorativo? Sono tre i filoni celebrativi: uno storico con la valorizzazione di tutta la documentazione esistente sul passato del Colletto; un altro storicoartistico con il restauro di alcune opere pittoriche di pregio e la valorizzazione della dotazione artistica esistente (rinascimentale, tardogotica e barocca); il terzo antropologico-religioso mira a far conoscere qual è stata la presenza carmelitana nel convento: è l’aspetto più intimo, teologico, che illumina tutto il resto. C’è un comitato organizzatore? Un gruppo di persone sta già lavorando. Altre si attiveranno. È mia intenzione creare un’associazione degli amici del Colletto. In passato il santuario del Colletto era meta di devozione popolare. Oggi? La memoria di quella devozione è rimasta soprattutto in due grandi eventi: la festa di Sant’Antonio abate, a gennaio, e della Madonna del Carmelo a luglio. In queste occasioni la chiesa si riempie all’inverosimile, con provenienze anche da paesi lontani. Questo è segno che l’affetto per il Colletto ha radici forti. In che cosa si caratterizza la spiritualità del Monte Carmelo a cui è dedicato il santuario? È legata soprattutto alla figura di Elia e di Maria, che è considerata sorella e madre. È una spiritualità molto ricca, per le sue radici bibliche e per la regola di S. Alberto di Gerusalemme: il dialogo con Dio è molto intimo, ma è vissuto nella comunità e col popolo. In molte religioni il monte (anche in senso figurativo) viene considerato come il punto in cui il cielo incontra la terra. Molti paesi han- La storia del Colletto Origini, spiritualità e storia a pag. 2 no il loro monte santo, dove si cerca la salvezza. Pinerolo ha il suo santuario più noto a San Maurizio. Il Colletto come si colloca? Credo che i carmelitani quando hanno scelto il Colletto per il loro monastero siano stati condizionati un po’ dalla scarsa disponibilità di spazi nel territorio per la presenza di numerosi ordini religiosi e un po’ per ragioni di tipo orograsegue a pag. 2 On line per gli altri www.ilpaesedeibambinichesorridono.it Raccolta per un uso scolastico di favole, fiabe, poesie, filastrocche, miti, leggende, feste, religioni di tutto il mondo. www.convegnoverona.it, Il sito internet dell'evento ecclesiale in programma nella città veneta dal 16 al 20 ottobre 2006 sul tema “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”. www.buonenotizie.it Vi si parla di altra attualità, di buone notizie che succedono in Italia e nel mondo e che i giornali di solito confinano nelle ultime pagine. In questo numero Una chiesa da raccontare pag. 2 La solitudine nemica/amica? pag. 2 Paradise Now Neroazzurro per l’Africa Un incontro sull'Africa. A scuola, nell'Istituto Righi di Taranto. La dottoressa Chiara Castellani era venuta dal Congo per parlarci L’uomo della comunità pag. 5 della povertà e delle malattie africane. Stava Cristianesimo-Islam pag. 6 spiegando agli studenti la malattia del sonUn secolo di religione pag. 7 no: "Una delle peggiori che minaccia gli africani", che è causata dalla mosca tse-tse. Convegno a Rivoli promosso dall’Ufficio scuola della Diocesi di Torino e dall’AIMC Aveva descritto che si muore proprio male con questa malattia. Una cosa orribile: devasta il cervello,si diventa pazzi. Intervento di Don Giosuè Tosoni, responsabile del servizio nazionale Irc della CEI Eravamo rimasti scandalizzati nell'apprendere che le multinazionali del farmaco hanDon Marson Una intera insegnanti di religione cat- dell’insegnamento della da soltanto gli insegnanti no smesso di produrre in quantità sufficiente giornata di studio sul futu- tolica, docenti dalla scuola religione cattolica nella di religione o la Chiesa una medicina efficace: si fanno pochi profitro dell’insegnamento della dell’infanzia fino alle su- scuola italiana. “L’ora di cattolica, da cui essi rice- ti con le malattie del poveri. segue a pag. 8 religione cattolica a scuo- periori, provenienti da tut- religione – ha esordito don vono l’idoneità, riguarda la, con particolare riferi- to il Piemonte e dalla Val- Orioldo Marson, direttore la scuola della repubblica, Supplemento d‘anima mento agli obiettivi speci- le d’Aosta. Molti i temi dell’Istituto Superiore di in quanto tale, dal mofici di apprendimento affrontati e dibattuti, gra- Scienze Religiose di Por- mento che l’Irc è parte Suu Kyi, figlia del padre dell’indipendenza (Osa), recentemente ap- zie anche alla significativa togruaro – è per tutti gli integrante dell’offerta scoprovati dal Ministero presenza, fra i relatori, di studenti. Non è rivolta so- lastica, e la formazione birmana, assassinato nel 1947, e di un’ambadell’Istruzione e dalla don Giosuè Tosoni, re- lo ai figli di famiglie cat- spirituale e morale costi- sciatrice, nasce il 19 giugno 1945 a Rangoon in Conferenza Episcopale sponsabile del servizio toliche e praticanti, è pro- tuisce uno dei principi e Myanmar (Birmania). . Italiana, è stata quella pro- nazionale Irc per la Cei. Il posta come opportunità e criteri direttivi dell’attuale Dal 1964 al 1967 studia filosofia, politica ed mossa dall’Aimc di Rivo- filo conduttore del primo possibilità, ad ogni stu- sistema educativo di istru- economia all’Università di Oxford e dal 1969 li, in collaborazione con intervento, che aveva co- dente, anche ai figli di fa- zione e formazione”. Uno lavora a New York presso le Nal’Uciim di Torino, il Cen- me tema l’Irc nel nuovo miglie non credenti o non sguardo complessivo alle zioni Unite. Il 31 marzo 1988, dopo molti anni, rientra in Birtro catechistico don Bosco contesto di laicità e plura- praticanti e così anche ai recentissime vicende legamania per visitare la madre grae l’Ufficio scuola della lismo religioso presente ragazzi appartenenti a tra- te all’ora di religione, alla vemente malata e da quel giorno diocesi di Torino. Giovedì nel nostro paese, ha dipa- dizioni diverse dalla cri- sua confessionalit à, non tornerà più in occidente: re9 marzo il teatro don Bo- nato con grande chiarezza stiano-cattolica. La que- all’ipotesi legata all’inse- sterà nel suo paese per combattesco di Cascine Vica, ha le problematiche, i nodi, stione – ha sottolineato gnamento di altre religioni re la dittatura militare che opprisegue a pag. 2 accolto oltre quattrocento ma soprattutto il futuro don Marson – non riguar- Davide Aimonetto segue a p.9 Intervista a Mons.Quadri pag. 3 I Sacri Monti pag. 4 Irc, evoluzione di una disciplina Aung San Suu Kyi Indiocesi.it Pag.2 Pennellate bibliche La solitudine nemica o amica? Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: "Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?". Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei". E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: "Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?". Ed essa rispose: "Nessuno, Signore". E Gesù le disse: "Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più". (Gv. 8,1-11) La pagina riportata è a tutti nota, proviamo però a rileggerla per evidenziare sottolineature che forse non sono così immediate, come quella della solitudine, prospettiva certamente rile- vante nell’ambito della ricerca di spiritualità. Sicuramente ognuno ha già potuto conoscere la fragranza ora dolce ora amara della solitudine. Consideriamola nella sua positività: quante volte ci è stato utile salire il monte degli Ulivi, isolarci, fare deserto per ritrovare serenità, equilibrio, per ritrovare noi stessi come anche l’evangelista Marco ci suggerisce “Ed Egli disse loro: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'".(Mc. 6,31) Nell’isolamento della preghiera e della meditazione possiamo anche trovare la forza per chiamarci fuori dal gruppo, come accade proprio a Gesù, che non ci sta a farsi coinvolgere nel sommario e un po’ ipocrita giudizio di chi trascina la donna. Già, ma talvolta non siamo noi a scegliere di star soli: si può essere soli anche nel bel mezzo di tante persone, come è successo alla donna emarginata e trascinata in piazza. È l’altra faccia del deserto che può essere devastante! Senza contare che, a volte, anche chi fa parte del gruppo in un amen può trovarsi abbandonato. Tuttavia Giovanni pare dirci che una via di uscita si trova (quasi) sempre: Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno. Anche per loro si ripresenta dunque la possibilità, in una ritrovata solitudine, di ripensare le proprie scelte ed eventualmente ripartire, stavolta, con il piede giusto. Carlo Gonella fico legate alla spiritualità del Monte Carmelo. Ne è risultata una realtà periferica, che non vuol dire isolata, ma appartata, di confine, che va ricercata. In un certo senso lo è ancora oggi. Dal punto di vista artistico e culturale che cosa rappresenta il Colletto per il Pinerolese? È un patrimonio artistico-religioso più che significativo. Ci sono opere d’arte uniche come il mausoleo cinquecentesco della famiglia Porporato e del Solaro, quest’ultimo attribuito personalmente o alla scuola di Leone Leoni, discepolo di Michelangelo, un’acquasantiera della stessa mano, una Madonna rinascimentale, centro della pietà popolare, e un’altra in trono col bambino di inizio ‘500, altre opere di epoca rinascimentale, tardo gotica e barocca. Nell’attività del Colletto la musica ha un posto privilegiato. Come mai? Innanzitutto è una passione personale. Poi abbiamo scoperto che la chiesa ha un’acustica eccellente e questo ci ha spinto ad organizzare prestazioni di altissimo livello come la “Rassegna di musica antica”. Sono stati registrati numerosi dischi, alcuni dei quali hanno vinto dei premi internazionali. La musica è anche un mezzo per dialogare con il mondo della cultura che non è molto vicino alla religione. La musica è una via privilegiata che apre alla dimensione del bello, dello stupore, della gioia, del dolore, dell’assoluto... me il popolo. Più volte incarcerata, è insignita nel 1991 del premio Nobel per la Pace e del premio Sakharov per la libertà di pensiero. Suu Kyi si batte, in stile gandhiano, per la democrazia, il rispetto dei diritti umani e la nonviolenza. I suoi modelli di riferimento sono sempre stati Gandhi e suo padre. Dal primo ha appreso la dottrina della nonviolenza; dal secondo l’umiltà e l’impegno per il proprio popolo. Nel suo libro “Libera dalla paura”, questa donna coraggiosa afferma che non è il potere che corrompe, bensì la paura. Ecco perché per rispondere alla violenza del governo si è impegnata ad agire senza paura, diventando simbolo della speranza e di una forza più grande del poter armato. A.D. L'accusa di essere solo dei Pinerolo a memoria teorici, mi ha spinto fra le altre ragioni a chiedere di UNA CHIESA DA RACCONTARE diventare parroco di BaudeLuigi. (…) Mi buttai con entusiasmo nasca e di San Luigi. La pastorale sul terreno, come dicono i francesi. La pra- nel lavoro delle due parrocchie, i miei tica quotidiana. Il secondo motivo era il predecessori avevano lavorato molto bene. Per cui oggi ricordo con una punmio desiderio di lasciare Casa Alpina ta di nostalgia i ragazzini che affollavache anche dopo la morte di don Barra no la piccola sacrestia per servire la mi occupava come assistente senza almessa, i ragazzi, molti, a cui acquistai cuna responsabilità, data ad altri che dirigevano da Pinerolo. Ho sempre sen- le maglie per il calcio, i giovani che tito attorno alla mia persona molta diffi- vennero a più campeggi estivi organizdenza, perché la Chiesa è anche questo: zati, le gite di due giorni a Venezia e ad Assisi-Firenze, la Schola Cantorum c'è chi è simpatico e chi no. Presi la decisione immediata quando il vescovo molto affiatata e ben diretta da Simona, il dinamismo della "Santiano Dante", a venuto a Casa Alpina mi disse che non cui concessi il terreno per il campo da trovava nessuno per Baudenasca, in tre tennis e di bocce, lo stuolo non piccolo avevano detto di no (ai tempi di Binadi persone anziane cariche di fede e di schi ciò non succedeva, lui destinava e saggezza contadina, la catechesi per ciascuno filava). Io dissi di sì, ma poi mi pentii non poco, perché da Baudena- adulti che svolsi durante una Quaresima sca arrivò una delegazione che fece op- nelle case con i vicini invitati (fu una esperienza limitata perché dopo la mia posizione alla mia nomina. I motivi? breve concione, arrivavano le paste e la Nell'incontro con la delegazione mi si disse che ero un intellettuale e rischiavo bottiglia e quindi la catechesi diventava una festa sia pure simpatica e gradevodi non essere capito; ma i motivi erano altri e io lo sapevo perché avevo a Bau- le), ricordo anche i lutti tremendi (Romano, Aurelio, Scalerandi), le tante denasca un informatore molto preciso. lacrime mescolate alla gioia di molte Risposi che da 19 anni predicavo e difeste. (…) Ho sempre creduto molto ai cevo Messa alla Jacopo Bernardi e i doni che lo Spirito elargisce e adesso miei vecchietti mi avevano sempre caquesti doni li toccavo con mano. Anche pito e mi volevano bene. Fu per me un in persone molto semplici ma buone e brutto momento. Avrei voluto decisagenerose. Cercai anche di equilibrare la mente ritirarmi, ma non volevo far soffrire la mamma che sarebbe venuta con pietà popolare con la liturgia, restaurai le Rogazioni, il Rosario nelle molte me. Così arrivai a Baudenasca e a San cappelle della frazione il mese di maggio, curai molto nei primi anni la Benedizione –7 delle case, la festa di Sant'Isidoro, il Recital di Natale che era opera delle ottime animatrici (Simona, Renata, Lucia, Patrizia, Antonella). Ora bisognerebbe moltiplicare tutto questo per sessanta e avremmo la panoramica di una comunità particolare (la Diocesi) molto ricca e variegata. Variegata e pluralista nella teologia e nella spiritualità. Pluralista con le dovute dialettiche che ci sono sempre state, anche nei tempi più vicini a noi oggi e non solo durante il referendum sul divorzio che divise la comunità non sui principi ma sull'opportunità o meno di avere una legge per chi non è credente e non segue la disciplina cattolica. Divisioni politiche, ideologiche, culturali, spirituali che talvolta dormono sotto la cenere e talvolta esplodono. Ho lavorato molto per il Sinodo che ha fatto sentire tutte le voci in modo serio, ho ammirato il vescovo Giachetti per il suo ecumenismo e per la sua lunga pazienza. Perché oggi un vescovo corre molti rischi. Se mira al consenso e cerca di accontentare tutti è bloccato un pochino e non esce fuori una linea chiara, se mira alla realtà e non al consenso deve mediare molto e fare sintesi, se usa il potere rischia di emarginare e di isolarsi. (7. Continua) V.Morero, Pinerolo a memoria, 2001 Maggio 2006 Come si colloca l’attività del Colletto nella pastorale della Diocesi? In una logica di servizio alla chiesa locale, come luogo di supporto a giornate di animazione (per via dei lavori di ristrutturazione questo servizio è stato difficile). Oltre a ciò il Colletto vuole proporsi come punta avanzata per un dialogo con il mondo laico o non credente, con quei settori che non sono raggiunti dalla pastorale ordinaria. Ci identifichiamo molto con la cattedra per i non credenti istituita dal card. Martini a Milano. Vorrei che il dialogo fosse positivo con tutti i settori della Diocesi. Anni addietro, all’epoca di don Pollo, il Colletto era punto di riferimento per una spiritualità laicale. Che cosa è rimasto di quella esperienza? Ogni realtà della Chiesa è in evoluzione. Anche il Colletto ha subito negli anni un cambiamento: molti collaboratori che ruotavano intorno alla comunità sono cambiati, alcuni hanno assunto incarichi ecclesiali. Ho molta stima del lavoro fatto da don Pollo, io stesso sono stato “iniziato” alla vita del Colletto da lui. A questa esperienza si è aggiunto il nuovo di cui abbiamo parlato: il dialogo su temi di frontiera, la musica, la liturgia curata, il supporto a giornate di animazione… Antonio Denanni La chiesa del Colletto Le prime notizie della chiesa del Colletto risalgono al 1493. Il 6 novembre infatti, il vescovo di Torino, cardinale Domenico della Rovere, accolse l'istanza per la costruzione di un convento in quella località avanzata dal padre maestro De Reclusiis, provinciale in Lombardia dell'Ordine dei Carmelitani, e da Francesco di Savoia-Racconigi, dal quale all'epoca dipendeva giuridicamente il territorio del Colletto. Con atto notarile del 1506, il prevosto di Roletto, canonico Guglielmo Vigna, cedette la cappella dedicata alla Beata Vergine Maria al padre Carmelitano Agostino Cravero di Sanfrè per rendere possibile l'edificazione del convento. Nello stesso anno vennero iniziati i lavori, portati a compimento nel 1525. La chiesa, dedicata alla Vergine del Monte Carmelo nel 1534, conserva ancora l'impianto architettonico rinascimentale a pianta rettangolare, con volte a crociera. All'interno vi sono altari barocchi con festoni floreali, ma di particolare rilievo sono i mausolei marmorei del primo Cinquecento delle famiglie Porporato e Maffei di Boglio, dignitari e funzionari dei Savoia. Nella Cappella del Solaro vi è la statua marmorea del cavaliere in preghiera davanti alla Vergine: si tratta di Manfredo Solaro, che richiama nell'iconografia lo stile della bottega lombarda di Leone Leoni e del figlio Pompeo, scultori attivi in Piemonte nell'ultimo decennio del Cinquecento. L'altare maggiore, che campeggia con la scenografìa in trompe-l'oeil, incornicia la pala d'altare di Bartolomeo Caravoglia raffigurante l’Assunzione di Maria. Di pregio sono anche un corpus di 157 ex-voto che è stato trovato nel 1991, durante alcuni lavori di restauro e consolidamento della chiesa. La scoperta, oltre a connotare il Santuario del Colletto quale centro di pietà popolare e di offerta votiva, apre uno squarcio nel tempo, in grado di dare informazioni fondamentali sull’antropologia della pratica religiosa. Cultura Pag.3 Maggio 2006 Dizionario interculturale Intervista a Mons. Santo Quadri, per 10 anni vescovo a Pinerolo “Ho privilegiato il concreto della vita quotidiana” Con lui sono quattro i vescovi italiani ancora viventi che hanno partecipato al Concilio Nato a Ossanesga (Bg) il 2 dicembre 1919 è ordinato presbitero il 6 marzo 1943. Il 17 marzo 1964 è nominato vescovo ausiliare di Pinerolo, affiancando l’anziano mons. Gaudenzio Binaschi, vescovo della città dal 1930. Dopo la sua morte, nel 1968, mons. Quadri continua a reggere la diocesi sino al febbraio 1973 quando viene trasferito a Terni e Narni. Il 31 maggio 1983 è nominato arcivescovo metropolita di Modena e Nonantola. Lascia per anzianità il governo pastorale dell'Arcidiocesi il 12-04-1996. Lo incontriamo in occasione di una sua recente visita a Pinerolo Che ricordi ha del periodo trascorso a Pinerolo? Pinerolo è stato il mio primo impegno pastorale da Vescovo. Come dice una canzone: “Il primo amore non si può scordare”. Tutti i ricordi di momenti belli, o difficili, sono all’insegna di un sincero amore per i pinerolesi. E del suo ministero? Il ministero episcopale a Pinerolo ha delle caratteristiche in parte uguali a quelle delle altre diocesi italiane e in parte differenti a causa della sua storia civile e religiosa. Nella propria azione pastorale ogni vescovo fa delle scelte prioritarie o prevalenti, che poi caratterizzano il suo episcopato. Quali sono state le sue? Ho cercato di privilegiare l’evangelizzazione nel concreto della vita familiare, economica, sociale e religiosa. Questo mi ha portato ad offrire ai giovani un ciclo quadriennale di studi sociali rivolto ad approfondire i contenuti della realtà di Cristo nella vita personale e sociale di Pinerolo. Il tutto visto anche nella particolare situazione economica del Pinerolese. Lei è stato tra i più giovani vescovi che ha partecipato al Concilio. Che ricordi ha di quell’evento? Ringrazio Dio per aver potuto partecipare a tutte le fasi del Concilio. I temi trattati e la vita con vescovi, teologi e laici di tutto il mondo mi hanno fatto vivere e approfondire l’essenziale dimensione universale del cristianesimo. Ricordo in particolare i momenti di vicinanza, amicizia e collaborazione con Wojtyla nel gruppo di redazione della “Gaudium et Spes”. Siamo a 40 anni dal Concilio. È penetrato pienamente nella Chiesa? Il Concilio è entrato subito nella vita delle comunità per quello che riguarda alcune disposizioni pratiche, per esempio sulla liturgia. Per le disposizioni che richiedono tempo, slancio intelligente e paziente continuità il lavoro è ancora in corso. La conoscenza, l’approfondimento e la realizzazione completa degli orientamenti sta camminando a velocità diverse nei vari paesi del mondo. L’Italia sta camminando con serietà. La diocesi di Pinerolo ha fama di chiesa difficile. Ai suoi tempi 1° settembre Giornata per la salvaguardia e la difesa del creato Il Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, riunitosi a Roma dal 23 al 26 gennaio 2006 ha deciso di istituire una “Giornata per la salvaguardia e la difesa del creato”. Alla giornata, che dovrà essere celebrata in sintonia con altre Chiese e Comunità ecclesiali europee, è stata assegnata la data del 1° settembre, lasciando al livello locale la possibilità di sviluppare le relative iniziative lungo tutto il mese. La scelta della CEI intende sottolineare l'importanza che la “questione ecologica” ricopre oggi, con le sue implicazioni di carattere etico e sociale. La giornata, inoltre, potrà favorire, in molti ambiti dell'opinione pubblica, la crescita di una nuova sensibilità verso la contemplazione della natura come via al riconoscimento e alla lode del Creatore, oggi resa più difficile dalle condizioni, dai ritmi e dai luoghi ove si svolge la vita della società contemporanea. www.disf.org/Notizie.asp#20060126 com’era? Anche allora c’erano delle difficoltà. Ma non è mai mancata la volontà di andare avanti, sia in campo religioso che civile. In campo ecumenico la costanza nel seguire le indicazioni del Concilio ha prodotto buoni frutti che sono promessa per futuri sviluppi. La contestazione giovanile della fine degli anni sessanta ha coinvolto in modo molto vivace la chiesa pinerolese... e la sua persona. Marcuse a qualcuno ha fatto dimenticare il Concilio. In quegli anni venne a Pinerolo La Pira. In un teatro affollatissimo, dopo la sua relazione si ebbero parecchi interventi, anche di giovani un po’ contestatori. Il relatore ascoltò sereno e rispose con calma: “Se siete capaci, fatelo”. Il clima pinerolese era un po’ caldo, ma i giovani partecipavano. Certe volte venivano in vescovado a gruppi numerosi e si dialogava a lungo. Il confronto tra cultura laica e cattolica è uno dei nodi del dibattito attuale. Pensa che in Italia e in Europa ci sia un pregiudizio anticattolico? Il confronto è utile e necessario, ma richiede a tutti di non considerare gli altri come sottosviluppati e cattivi. Dialogando con rispetto tutti possono imparare e, se necessario, cambiare, facendo conoscere con chiarezza i punti essenziali del proprio pensiero e della propria azione. Sempre col coraggio della ricerca di ciò che è vero e buono, senza cedere a forme di indifferenza e di relativismo. Antonio Denanni Verso il Convegno di Verona 2006 Teologia della speranza - 4 Intervista a J. Moltmann, il grande teologo della speranza Un tempo tra cattolici e protestanti ci si faceva la guerra, poi abbiamo imparato a sopportarci e infine anche ad apprezzarci un po’, reciprocamente. Descrivendosi come un «evangelico cattolico», vuole dire che considera ormai secondarie le differenze dottrinali tra queste confessioni cristiane? «Potrei spiegare la cosa anche diversamente: ad esempio, accetto l’idea di una communio cum Petro, e non sub Petro – di una comunione dei cristiani, ma non di una loro sottomissione generale alla gerarchia cattolica e al Papa. Riflettendo sulla mia biografia, e sulla mia personale scoperta della fede nel campo di concentramento: il primo fatto che incise fu la frequentazione di cristiani inglesi, riformati, di cui non avrei saputo definire la particolare appartenenza ecclesiale (e forse, non ne sarebbero stati capaci neppure loro), ma tutti accomunati dalla medesima fede in Cristo e deside- rosi di riunirsi per pregare assieme. Mi baso molto, nel mio fare teologia, sui testi della Patristica, oltre che sulla Bibbia, perché testimoniano di un’epoca in cui l’unica Chiesa non era divisa tra Oriente e Occidente, tra cattolicesimo e protestantesimo. Mi pare che di fronte all’imperativo essenziale di credere e seguire Cristo, tutte queste distinzioni e classificazioni storiche siano per così dire degli abiti, che si potrebbero anche deporre, a un certo punto. In particolare, c’è una questione che attualmente crea delle difficoltà tra cattolici e riformati, e che sarebbe invece essenziale superare, dal punto di vista di un cammino ecumenico: quella del divieto dell’intercomunione, della partecipazione unitaria all’eucaristia. (4. Continua) L’intervista completa su La nostra Domenica n. 35, 5 ottobre 2003 ORGANIZZAZIONE NON GOVERNATIVA Con tale definizione s’intende un’organizzazione di privati cittadini, senza fini di lucro, indipendente da governi o da enti sopranazionali e intergovernativi, caratterizzata da finalità di intervento sociale a livello transnazionale. Le ONG operano in settori come la cooperazione internazionale, la difesa dell’ambiente, la salvaguardia di popoli indigeni e tribali, l’assistenza sanitaria, l’educazione dei giovani. In Italia si sviluppano negli anni sessanta e nel 1995 il Ministero degli Affari Esteri ne riconosceva 150 circa. Nel mondo si contano ben 500000 ONG. Queste organizzazioni, in quanto slegate dalle centrali del potere governativo, finanziario e economico, risultano efficaci presidi di democratizzazione della scena politica internazionale. POVERTÀ Per definizione la povertà è la condizione di carenza oggettiva di quei beni materiali e no, che sono indispensabili per assicurare a un individuo, a un gruppo, a una popolazione, il minimo livello di vita considerato socialmente accettabile. Le cause della povertà sono molteplici: la sovrappopolazione, la disoccupazione, la dipendenza economica, il sottosviluppo, l’emarginazione, i conflitti regionali, l’estensione di minacce sanitarie, l’analfabetismo. Altre cause sono di tipo strutturale come ad esempio i meccanismi del commercio mondiale, il debito internazionale, lo sfruttamento della manodopera a basso costo. Ancora oggi i cinque sesti dell’umanità vive con un decimo (nei casi migliori), un centesimo (nei casi peggiori) di quanto disponibile nelle aree ricche. Un miliardo di persone nel mondo sono analfabete e altrettante non hanno accesso all’acqua potabile. Nei paesi industrializzati si parla, poi, di nuove povertà, conseguenza di una eccessiva ricchezza, tra le quali: povertà di senso, di significato, di valori, disagi psicologici e sociali. Maria Luisa Demarchi Pag.4 Itinerari religiosi Maggio 2006 I Sacri Monti e i complessi devozionali mite terrestre e tutte le religioni vi hanno letto un segno del divino. Lunghi elenchi di monti sacri, le cui vette sono segnate da santuari, appartengono a tutte le tradizioni religiose. Nella Ambientalismo cristiano: mitologia indù un’agenda europea il dio Salvaguardia del Creato come via di evangelizzazione. È questa la consapevolezza che si va rafforzando all’interno delle Shiva Chiese europee. Già a Basilea nel 1989, in occasione della abita le prima Assemblea ecumenica, era stata tematizzata – insieme a montagiustizia e pace – la salvaguardia del Creato come elemento gne in per una testimonianza comune dei cristiani e delle Chiese in Europa. Successivamente l’appuntamento di Graz, nel 1997, compaha rilanciato e dato un impulso decisivo alle Chiese in questo gnia delambito. Certamente, prima dei due grandi appuntamenti eurola sua pei esisteva già un’attenzione di singoli gruppi, movimenti e Chiese a queste tematiche, ma le assemblee ecumeniche e le sposa, la successive iniziative nate per volontà del Consiglio delle Con- dea Parferenze episcopali d’Europa (Ccee) e della Conferenza delle vati, noChiese europee (Kek) hanno contribuito a diffondere più amme che piamente nelle comunità cristiane la consapevolezza che l’impegno per la salvaguardia del Creato è anche compito dei letteralcredenti. Tra le principali iniziative europee di questi anni si mente possono ricordare le sei consultazioni organizzate dal Ccee tra significa il 1999 e il 2004 (l’ultima nel giugno 2004 in Belgio) per i «la mondelegati del settore ambiente presso le Conferenze episcopali. Gli incontri intendevano coinvolgere i delegati in un dialogo tanara», comune che ha toccato i temi della spiritualità della creazione e si celee le politiche ambientali, degli stili di vita cristiani e lo svilupbra il po sostenibile, del rapporto tra lavoro e ambiente, e – da ultimo – della responsabilità delle Chiese e delle religioni per monte l’ambiente. M e r u Si è creato inoltre uno spazio di scambio di esperienze concrec o m e te nei diversi Paesi. Così si è saputo che l’Ungheria ha elaborato programmi di insegnamento scolastici per l’educazione al «una trarispetto della natura; in Francia, dove la Conferenza episcopa- ve di lele aveva pubblicato una lettera pastorale al riguardo nel 2000, gno che è stato realizzato un workshop diretto ai vescovi sulla responfunge da sabilità per il Creato; in Italia la Cei ha preparato il sussidio puntello Responsabilità per il Creato per gli insegnanti di religione; in Belgio la Chiesa ha dedicato il 2002 al tema della diaconia, perché il mettendo ai primi posti l’attenzione ecologica; in Svizzera, cielo non dove dal 1986 esiste un’iniziativa ecumenica "Chiesa e amcada sulbiente" (Oeku), si realizzano corsi di formazione per i sacrestani sul risparmio energetico. In ambito liturgico è interesla terra». sante il caso della Croazia, dove in molte parrocchie e scuole D e l l a all’inizio di ottobre si celebra la "giornata del pane"; e in Slociviltà vacchia sono stati preparati per i sacerdoti dei modelli di pregreca è dicazione sulla spiritualità del Creato. A conclusione di questo ciclo, grazie alla collaborazione dell’Italia, il Ccee ha noto il La storia delle fedi è legata anche alla sacralità delle montagne. Tutte le culture hanno ritrovato nello svettare della montagna una immagine della tensione verso l'oltre e l'altro rispetto al li- significato dell’Olimpo o del monte Parnaso. Gli Ittiti consideravano i monti come la sede del dio della tempesta. In Giappone i monti sono considerati residenze dei kami, le divinità: da lassù fanno scorrere l'acqua per le coltivazioni. Gli spiriti degli antenati, purificati dai riti funebri, salgono sui monti ove sono divinizzati. Le ascensioni ai monti sacri, come il Fuji-yama, sono vere e proprie processioni mistiche, ricche di rituali purificatori. Per i maestri taoisti cinesi è, invece, il monte K'un-lun la sede paradisiaca dell'immortalità: lassù il Signore Celeste, Chan Tao-ling, aveva scoperto due spade vittoriose contro gli spiriti del male e da lì era asceso al cielo su un drago dai cinque colori, dopo aver bevuto l'el i s i r de l l ' i mm o r t a l i t à . Per gli Arabi è la catena montuosa Qâf, fatta di smeraldo, in cima alla quale si scopre l'infinita distesa dei cieli divini. In quella montagna vive in perfetta solitudine fin dall'origine del mondo l'uccello mitico Simurgh, fonte di sapienza e di felicità perché a lui è concesso di vedere il mistero dei cieli divini. In Medio Oriente sono le ziqqurrat, i famosi templi a gradoni della Mesopotamia, che riproducono in forma architettonica la simbologia di un monte sacro, sul cui vertice si ergeva il santuarietto-residenza delle divinità. A questa simbologia si ispira il sogno di Giacobbe narrato dalla Genesi: «Una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo. Ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scenI templi Jaina di Shatrunjaya di Palitana, India devano su di essa» (28, 12). Su questo di Cristo e quello delle Beaschema di collegamento tra titudini, il monte della Tracielo e terra (ascesi spiritua- sfigurazione e il Golgotale) è stata vissuta la spiritua- Calvario, sino al monte delità di molti monaci del de- gli Ulivi che nell'ascensione serto. Il monastero più noto di Gesù congiunge terra e è quello di Santa Il supplemento n.2, Agosto 2004, di Piemonte Parchi Caterina è dedicato ai principali Monti Sacri del mondo. nel Si- Cfr. www.regione.piemonte.it/parchi/ppweb/rivista/ nai, uno speciali/ago_04/index.htm - Pure www.sacrimonti.net dei monti biblici fondamentali. Così cielo. pure l’esperienza mistica In epoca più recente, a parproposta da san Giovanni tire dalla fine del XV secolo, della Croce (1542-1591), ha in ambito europeo cristiano e come riferimento simbolo il nel nuovo mondo si sono monte Carmelo. sviluppati in contesti montaI monti biblici più noti a ni dei luoghi di pellegrinagcui si fa riferimento per la gio con cappelle o santuari, spiritualità dei sacri monti che hanno portato alla defisono: l'Ararat su cui posa nizione di “Sacro Monte”. l'arca di Noè, il Moria del Questi edifici sono collocati sacrificio di Isacco, il Sinai in genere su di una altura dell'esodo, il Nebo della elevata, in un ambiente natum o r t e rale, in una posizione appardi Mo- tata rispetto al centro urbano sè, il e vi si giunge prevalenteC a r - mente mediante un pellegrim e l o naggio. Non di rado il perdi Elia, corso richiama la Via Doloil Sion rosa, il cammino che da Ged e l rusalemme conduce al Caltempio vario percorso dal Cristo g e r o - caricato della Croce. Sul tema dei Sacri Monti si solimitano, il è tenuto nell’autunno del m o n t e 2004 un convegno internad e l l e zionale a Torino. Tenta- Cfr. www.sacrimonti.net. zioni A.D. commissionato a un gruppo di esperti un’indagine europea per arrivare – entro la fine del 2005 – a una mappatura precisa delle iniziative e delle realtà, collegate alle Conferenze episcopali, che lavorano nell’ambito dell’ambiente. Lo studio consentirà anche di precisare i bisogni e le necessità per futuri impegni comuni. Un’altra grande iniziativa europea, nata nel 1989, è l’Ecen, la Rete ecumenica cristiana per l’ambiente (sostenuta dalla Kek), cui aderiscono Chiese e gruppi locali, regionali o nazionali di ispirazione cristiana che lavorano per l’ambiente o desiderano farlo. Ogni due anni i rappresentanti degli organismi membri si riuniscono in assemblea, come è successo lo scorso maggio a Basilea. Anche in questa occasione è stata messa in luce la varietà di impegni esistenti per l’ambiente: sul tetto della Tituskirche di Basilea è stato installato un impianto fotovoltaico che genera 10 mila kilowattora di energia ecologica l’anno, con un ricavo di circa 40 mila euro (che viene poi speso in Nigeria per acquistare frigoriferi a energia solare che servono a conservare medicinali). Alcuni monasteri ortodossi della Romania – che possiedono estese aree boschiIl Sacro Monte di Varallo ve e agricole – hanno avviato un programma per «trasformare i turisti in pellegrini» e avvicinarli alla natura; in Inghilterra, I beni italiani iscritti nella Lista del Patrimonio mondiale dell'Umanità dell’UNESCO con il progetto delle «ecoDal 1979 ad oggi, 36 siti della nostra peni- robello in Puglia, le città barocche della Si- suoi giardini, il Palazzo Chiablese, la bibliocongregation», le comunità parrocchiali possono sottoporsi sola sono iscritti nella Lista del Patrimonio cilia sud orientale, i Sassi di Matera, la Co- teca e l'armeria reale, l'Archivio e la Zecca a un’analisi dettagliata della mondiale dell'Umanità. L’elenco comprende stiera Amalfitana, le zone archeologiche di di Stato, il Palazzo della Prefettura, l'ex Acgestione della propria vita e città d'arte e paesaggi incantevoli tra cui Pompei, Ercolano, Agrigento, le isole Eolie, cademia militare, la Cavallerizza e le scudemissione, al fine di individuare spiccano i centri storici di Firenze, Verona, le incisioni rupestri della Valcamonica e i rie, la facciata del Teatro Regio, il Palazzo una serie di possibili cambiaUrbino, Napoli, Venezia e la sua laguna, parchi nazionali Cinque Terre (Liguria), Madama, il Palazzo Carignano, il Castello menti di abitudini nel senso di Ferrara e il delta del Po, il giardino botanico Cilento e Vallo di Diano (Campania). del Valentino, la Villa della Regina e il relauna maggiore «sensibilità verdi Padova, Vicenza e le ville Palladiane, il Nel 1998, con un'unica iscrizione sono state tivo parco. Nel luglio 2003 l’Unesco ha inde». In tanti Paesi e Chiese, poi, è ormai prassi celebrare il tem- "Cenacolo" di Leonardo a Milano, la Piazza inserite le Residenze della casa reale di Sa- serito nella lista dei beni culturali Patrimodel Duomo a Pisa, i monumenti e mosaici voia, che comprendono numerosi edifici nio dell'Umanità i Sacri Monti di Belmonte, po per il Creato, tra il primo settembre e la seconda domeni- bizantini a Ravenna, Assisi e i luoghi fran- dislocati in vari luoghi del Piemonte. Sono i Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta, cescani, quasi l'intero Stato Città del Vatica- castelli di Agliè, Venaria, Rivoli, Stupinigi, Ossuccio, Varallo e Varese. ca di ottobre. no, il centro storico di Roma, la Reggia di Racconigi, Moncalieri, La Mandria, Pollen- www.regione.piemonte.it/parchi/ppweb/rivista/ Sarah Numico - Jesus, n. Caserta, Castel del Monte e i trulli di Albe- zo, Govone e a Torino: il Palazzo Reale e i speciali/ago_04/sacri_b.htm 10, 2005 Progetto culturale Pag. 5 Maggio 2006 Il prete e la sua immagine L’uomo della comunità Il profilo del prete nella cultura contemporanea - 3 Dopo la parrocchia, la Conferenza Episcopale Italiana ha messo a tema la riflessione sulla figura del prete. Presentiamo il terzo di questi profili o dell’immagine del prete così come è colta nella cultura contemporanea Confidenza un poco sconfortata, ma realistica: «Guardo gli altri preti, e me. Sempre di corsa, senza tempo, spesso senza gli strumenti culturali per comprendere l'epoca in cui viviamo e quindi la gente attorno a noi. I nuovi preti? Anche noi attraversati dal pen“Preti in relazione” siero debole. Poi penso alla caLo afferma mons. Antonio duta delle vocazioni e mi semLanfranchi, vescovo di Cesena bra tutto così logico... Un giovane ci guarda e pensa: io, divenIl seminarista di oggi svolgerà domani un tare come quelli lì?». servizio ecclesiale abbastanza diverso da Confidenza che guarda al futuquello della tradizione: unità pastorali, co- ro: munità presbiterali, pluralità di ministeri e «Credo sia finita la stagione servizi, comunità di minoranza... Quali at- della vocazione intesa come teggiamenti e virtù si chiedono al seminari"sforzo prometeico", del prete sta di oggi? monade isolata che decide tutto «Se dovessi indicare la cifra sintetica per esprimere la figura del prete di domani userei da solo, anche sulla propria la parola "relazione", ovvero capacità di col- vocazione. Siamo ormai nella tivare le relazioni. Anzitutto la relazione fon- stagione dei cari-smi, in cui il dante, quella con Dio. Il prete starà in piedi, prete è chiamato dalla comunise ancorerà tutto alla sequela di Gesù Cristo. tà. E la Chiesa che ti dice: Potrà sembrare paradossale, ma sarà un buon "Ho bisogno di te, vieni''». pastore nella misura in cui sarà un autentico Utopico? credente nell'esercizio del ministero. Altre Il prete del futuro - un futuro motivazioni, poste a fondamento dell'essere che è già presente - dovrà impaprete, come il voler essere utile, avere un ruolo, avere il consenso della comunità, pri- rare a stare insieme ai confratelli, a collaborarci assieme. E a ma o poi crollano e si rischia di entrare in crisi. Occorre allora formare e coltivare una stare insieme ai fedeli laici. Che forte spiritualità, incentrata su Cristo. da tempo immemorabile formiaPoi c'è la relazione con il vescovo e gli altri mo, formiamo, formiamo. Se ai presbiteri, quindi la coscienza di appartenere fedeli laici venisse affidata una a un presbiterio. I cambiamenti in atto a liquantità di responsabilità pari vello di organizzazione pastorale, come le anche solo alla metà della forunità pastorali o i vicariati, implicano il pasmazione ricevuta, il tempo a saggio dall'asse parroco-parrocchia all'asse presbiterio-parrocchie, un piccolo presbiterio disposizione dei preti si moltiche collegialmente ha la cura pastorale di più plicherebbe. No, i laici si formacomunità cristiane poste nello stesso territo- no, si formano, si formano. Non rio. Oggi più che mai è importante sviluppa- c'è dubbio che ne abbiano bire la coscienza dell'"essere presbiterio". Que- sogno. Intanto i preti sono semsta coscienza non mortifica il proprio mini- pre più anziani. Come si fa a stero; ma lo potenzia. Permette, ad esempio, chiedere a un prete di setdi sviluppare un'attenzione particolare verso tant’anni di rimettersi in discusun settore della pastorale che accomuni più parrocchie e nello stesso tempo dà maggior sione e cominciare a sperimenlibertà al sacerdote per attendere a momenti tare la comunione, la collaborazione, la collegialità, la parteciformativi, di spiritualità, di riposo. Si tratta allora di maturare quelle virtù e quegli atteg- pazione, delegando, assegnando compiti e affidando regiamenti in cui si esprime la spiritualità di comunione, compresa quella pastorale: capa- sponsabilità? O - impresa titanicità di accoglienza, di ascolto, di collabora- ca - elaborando piani pastorali e zione, di condivisione. strategie con gli altri preti della Ancora, va coltivata la relazione con le stessa città, della stessa vallata? varie figure ministeriali della comunità, saNon l'hanno praticamente mai pendo vivere il proprio carisma in armonia e in relazione con gli altri carismi. Il ministero fatto. Il prete anziano dovrebbe presbiterale emerge sempre più nella sua ca- anche saper leggere i tempi, interpretare le tendenze culturali, ratteristica di presidenza, di sintesi e di accompagnamento spirituale. Anche su questo possedere e fornire strumenti versante si richiede la maturazione di quelle critici per comprendere e giudivirtù a cui ho appena accennato, e della cacare modelli di pensiero e di pacità d'inserirsi in un'attività fatta di molte comportamento. Roba da supecollaborazioni, di condivisione di un progetto, di senso ecclesiale. Infine c'è la relazione con tutti, ricca di umanità. Questa è possibile se si vive positivamente il proprio tempo e si ha una buona concezione di sé e degli altri. È fondamentale sentirsi vivi e contenti di essere preti oggi. E questa non è una questione di temperamento o di carattere, ma di formazione al senso della storia e del tempo, al valore della persona, alla virtù della speranza». (1. Continua) - ll Regno - Attualità n.2/2006 reroe. La sproporzione tra obiettivi e possibilità rischia di schiacciare il prete. Per uscirne il modo ci sarebbe: da buon leader, individuare le competenze - mancanti in lui - nei collaboratori. Nei fedeli laici. Che vivono nel mondo, lavorano, hanno famiglia, hanno in casa i «famosi adolescenti» tanto incomprensibili, vedono di più la tv e leggono di più i giornali, viaggiano, annusano il mondo. Qualcosa potrebbero saperne. Ma sono impegnati in rigorosi e onerosi cammini di formazione... Confidenza: «La comunità parrocchiale è in mezzo al guado, quello in cui l'ha provvidenzialmente sospinta il concilio Vaticano II. Abbiamo delle certezze: il rito e le sue parole. Ma anche delle incertezze: quali parole dire all'uomo di oggi? Che cosa dire, e chi essere? Il prete contemporaneo ha in gran parte smarrito queste parole e allora si rifugia in ciò che sicuramente possiede: il rito e le sue parole. Navighiamo in acque sconosciute, è un tempo meraviglioso». Un altro prete: «La fatica della comunità, oggi, è darsi un vocabolario per parlare di Gesù agli uomini». (3. Continua) Umberto Folena, Seminario del Progetto culturale della Cei sulla “Figura del prete”, Roma 17-18 giugno 2005. Mappe del pensiero Il neoilluminismo Il neoilluminismo vuole ritornare alla centralità della ragione umana, nella quale vede il mezzo capace di dominare la natura e abolire ogni rimando al soprannaturale e non la funzione speculativa decisiva nella costituzione dell'uomo. Alla religione viene concesso soltanto uno spazio privato, che le nega il diritto di intervenire nel pubblico dibattito; dal punto di vista morale, l'etica deve costituirsi esclusivamente attraverso il confronto tra le varie posizioni espresse dagli individui, tutte poste sullo stesso piano. Escluso ogni riferimento a valori immutabili, il pluralismo sfocia in relativismo, ovvero nell'affermazione che tutti i valori e le opinioni hanno, costitutivamente, uguale fondatezza - inevitabile conseguenza dell'abolizione del senso stesso di una ricerca di fondamenti che vadano al di là delle preferenze individuali. HANNO DETTO Cosa ha rappresentato Giovanni Paolo II per la Chiesa e per il mondo? «Non mi azzarderei a fare in due parole una sintesi di ventisei anni di Pontificato! Ma qualcosa mi sembra evidente: in un momento culturale dove la realtà religiosa sembrava segregata all'intimo, al soggettivo e alla irrilevanza sociale, Giovanni Paolo II è riuscito a portare la dimensione religiosa dell'uomo in primo piano nella considerazione generale; ha aiutato a rendere "inevitabile" confrontarsi con il tema di Dio e i grandi temi trascendenti dell'essere umano. Lui ha contribuito decisivamente allo sgretolamento del preconcetto che l'unica fonte di certezza può venire soltanto dal pensiero positivistico e dalle scienze sperimentali, e non più dalla fede e dalla sua razionalità. È come la chiusura di un “buco nero” che aveva la modernità». J. Navarro Valls, La Stampa 27.3.06 Nessun complesso di inferiorità «Sta crescendo la consapevolezza che la Chiesa non debba avere nessun complesso di inferiorità nei confronti di qualsiasi altra matrice culturale e a questa consapevolezza ci hanno condotto e ci stanno conducendo, ognuno per la sua strada, il papa che ci ha lasciati l'anno scorso e il papa che l'anno scorso è stato eletto. Giovanni Paolo II ce l'ha trasmessa scegliendo l'uomo quale "prima e principale via della Chiesa" e mostrando come su tale via i cristiani non possano essere fermati da nessuno, si tratti di affermare la giustizia, o la libertà, o la pace. Benedetto XVI denunciando l'insidia del relativismo e la sua pretesa di dettare legge, negando l'esistenza di valori assoluti. Tutti e due tenendo alta la bandiera della dignità della persona umana in ogni momento della sua esistenza». Rino Fisichella, Corriere della sera, 1.4.06 “Relativismo cristiano” “Si dice giustamente che nel mondo c’è molto relativismo, che tutte le cose sono prese quasi valessero come tutte le altre, ma c’è pure un ‘relativismo cristiano’, che è il leggere tutte le cose in relazione al momento nel quale la storia sarà palesemente giudicata. E allora appariranno le opere degli uomini nel loro vero valore, il Signore sarà giudice dei cuori, ciascuno avrà la sua lode da Dio, non saremo più soltanto in ascolto degli applausi e dei fischi, delle approvazioni o delle disapprovazioni, sarà il Signore a darci il criterio ultimo, definitivo delle realtà di questo mondo. Si compirà il giudizio sulla storia, si vedrà chi aveva ragione, tante cose si chiariranno, si illumineranno, si pacificheranno anche per coloro che in questa storia ancora soffrono, ancora sono avvolti nell’oscurità, ancora non capiscono il senso di ciò che sta loro accadendo. Il Signore verrà... Tutta la storia sarà giudicata da Dio... Noi abbiamo bisogno in questa storia del dono del discernimento, per prevenire in qualche modo, per sintonizzarci con il giudizio di Dio sulla storia umana, sulle vicende che si svolgono attorno a noi e soprattutto sulle vicende che si svolgono nel nostro cuore”. Carlo Maria Martini, maggio 2005, Milano Multiculturalità Pag.6 Maggio 2006 Le differenze sostanziali fra cristianesimo e Islam 15a Settimana Biblica 21-25 agosto 2006 Casalpina “Don Barra”-Pragelato Relatore Prof. Romano Penna, ordinario di Nuovo Testamento alla Pontificia Università Lateranense di Roma PROGRAMMA Lunedì 21 AGOSTO Ore 16: PRESENTAZIONE DELLA SETTIMANA BIBLICA Relatore: Don Giuseppe Alluvione, biblista, direttore della Casalpina don Barra Introduzione: ROMANI COME LETTERA “FATALE” (2a parte) Interventi e dibattito Ore 19: Celebrazione dell’Eucaristia Martedì 22 AGOSTO Ore 8,30: Celebrazione delle Lodi Ore 9: ROM. 6,1-14: L’UNIONE DEL CRISTIANO CON CRISTO Ore 11: ROM. 6,15-7,6: L’IMPEGNO CHE NE DERIVA Interventi e dibattito Ore 16: ROM. 7,7-25: IL DRAMMA DEL PECCATO Interventi e dibattito Ore 19: Celebrazione dell’Eucaristia Mercoledì 23 AGOSTO Ore 8,30: Celebrazione delle Lodi Ore 9: ROM. 8,1-30: LA VITA SECONDO LO SPIRITO Ore 11: ROM. 8,31-39: IL “DIO PER NOI” Interventi e dibattito Pomeriggio: Visita all’archivio di Mentoulles Relatore-accompagnatore: Don Giuseppe Alluvione Ore 19: Celebrazione dell’Eucaristia Giovedì 24 AGOSTO Ore 8,30: Celebrazione delle Lodi Ore 9: ROM. 9-10: ISRAELE DI FRONTE A CRISTO Ore 11: ROM. 11: LA “RADICE SANTA” Interventi e dibattito Ore 16: ROM. 12,1-2: IL CULTO SPIRITUALE DEL CRISTIANO Interventi e dibattito Ore 19: Celebrazione dell’Eucaristia Venerdì 25 AGOSTO Ore 8,30: Celebrazione delle Lodi Ore 9: ROM. 12,3-15,13: L’ESERCIZIO DELL’AMORE Ore 11: ROM. 16: LA DIMENSIONE COMUNITARIA DELLA FEDE Interventi e dibattito Ore 12: CONCLUSIONE DELLA SETTIMANA BIBLICA Ore 12,30: Celebrazione Euc. La Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna per far conoscere il mondo dell’Islam ha predisposto un testo dal titolo Islam e Cristianesimo, da cui è tratto questo scritto. Il volumetto, a cura di Davide Righi, EDB, è disponibile nelle principali librerie cattoliche. www.acquaviva2000.com/ POLITICA/islam_e_cristianesimo. htm (II parte) Al di là di questa identità indiscussa si possono e si devono definire diversi tipi di Islám. La distinzione tra sunniti e sciiti è d'obbligo, ma all’interno degli stessi sunniti ci sono diversi modi di vivere questo islám ideale. Ci sono poi attualmente quattro scuole giuridiche, per non parlare delle diverse tradizioni locali che fanno dell'Islam propagandato e vissuto in Pakistán un Islam ben diverso da quello del Marocco e ben diverso da quello dell'Egitto o dell'Arabia Saudita [5]. Per non parlare delle confraternite e dei movimenti sufi che sono stati e vengono avvertiti in modo quasi eterodosso all'interno della comunità islamica. "Oggi (. . .) si tende a ripetere che non c’è un solo Islam, ma molti Islam. L'Islam arabo, l'Islam iraniano, l'Islam egiziano, quello marocchino, senegalese, asiatico,indonesiano, con varietà e diversità. Di recente si è cominciato a parlare anche di Islam europeo" "Ma al di là di tutte le differenze di cui pastoralmente si deve tenere conto, da sempre, e anche oggi, c'è un solo Islam, «fondato sulla sua legge e il suo profeta». [7] "Anzi, è necessario chiarire che con «Islam» si indica un'identità culturale, perciò certi musulmani, spesso intellettuali, (... ) non negheranno mai la loro identità musulmana, pur dicendo di essere agnostici." [8]. Dunque, precisato che non si può usare il termine «Islam» come trascendentale che tutto assorbe dell'identità di ogni musulmano in ogni momento della storia, quali sono i tratti caratteristici che si possono ricavare come «tipici» dei musulmani? Possiamo indicarli in sei punti: 1) Il Corano afferma l'unicità di Dio. 2) L'uomo non può comprendere Dio che rimane trascendente e incomprensibile. 3) La verità garantita dalla legge coranica deve essere applicata nella vita. 4) La rivelazione del Corano è l'ultimo atto della rivelazione. 5) La comunità dei credenti e la legge divina (sarí'ah) sono quelle che danno garanzie e diritti al singolo. 6) L'adesione alla comunità dei credenti non è solo religiosa come noi oggi lo intendiamo, ma anche politica, economica e culturale. Anche quando parliamo di «Cristianesimo» non possiamo parlarne in generale, quasi che ci si possa appellare a un 'identità chiara e definita. Il Cristianesimo richiama il Cristo, ma richiama necessariamente anche la «Chiesa»: la Chiesa cattolica ha una sua visione di quale sia la Chiesa di Cristo; vede nelle Chiese orientali delle vere e proprie Chiese; non riconosce, a motivo della perdita della successione apostolica e della maggior parte dei sacramenti, nelle Chiese della Riforma delle vere e proprie «Chiese» ma, come fa il concilio Vaticano II nell' Unitatis redintegratio, preferisce chiamarle «Comunità ecclesiali» (UR 19ss). Per non parlare delle cosiddette «Chiese libere» che non si riconoscono neppure in un organismo come il Consiglio ecumenico delle Chiese e nella professione di fede nicenocostantinopolitana quale espressione di una Chiesa unita nella fede. E se volessimo fermarci al Consiglio ecumenico delle Chiese, cioè di tutte quelle comunità che riconoscono Gesù Cristo come salvatore e professano l'unità e la trinità di Dio, le differenze tra esse e le espressioni storiche del- la loro fede sono state tali e tanto diverse, che riuscirebbe difficile «armonizzarle» in un quadro unico. Perciò «cristianesimo» può indicare la varietà e la molteplicità delle espressioni storiche delle Chiese e delle comunità ecclesiali di diversa appartenenza così come si sono sviluppate nella storia, comprendendo anche quelle Chiese considerate eretiche o scismatiche dalla grande Chiesa. Nonostante tutto ci si può chiedere: esistono dei tratti che possiamo definire «cristiani» e tipici del cristianesimo o della maggior parte dei cristiani? A mio avviso sì e in particolare per noi cattolici: 1) L'incarnazione del Verbo di Dio ha mostrato l'unità e la trinità di Dio. 2) Dio è inconoscibile ma in Gesù Cristo Verbo incarnato si è voluto far conoscere. 3) L'uomo è per sua natura capax Dei, chiamato a conoscere e ad amare il proprio Creatore e Redentore nell'esperienza viva dello Spirito. 4) L'economia salvifica espressasi nella storia ha come culmine della rivelazione l'incarnazione del Verbo di Dio nel quale "sono racchiusi tutti i tesori della sapienza e della scienza" (Col 2,3). 5) L'incarnazione del Verbo di Dio in Gesù di Nazaret ha mostrato l'alta dignità della natura umana e, con il fatto che egli ha assunto ogni persona umana come fratello (Eb 2,1 1), ha mostrato la straordinarietà e la irripetibilità della vocazione alla quale ciascuno è chiamato; questa straordinarietà risplende in Maria, Madre di Dio. 6) La Chiesa non intende essere un sistema politico né sostituir- si a un sistema politico, anche se storicamente ciò è avvenuto, ma intende essere come l'anima nel corpo in quanto ha come fine non i regni terreni bensì il raggiungimento del regno di Dio che è già iniziato nella storia e va al di là della storia. NOTE: [1] Per uno sguardo e una presentazione complessiva di tutta la letteratura arabo-cristiana si rimanda ai quattro volumi introdotti e curati da Graf e in particolare, per la parte teologica, al volume di G. GRAF, Geschichte der Christlicheri- Arabischeri Literatur, Città del Vaticano 1947. Ricordo a questo proposito che il Gruppo di ricerca arabocristiana diretto da p. Samir Khalil sj ha cominciato un'opera di traduzione dall'arabo e di diffusione del patrimonio culturale arabo cristiano nel panorama editoriale italiano: T. ABU QURRAH, La difesa delle icone, a cura di P. Pizzo, Milano 1995; YAHYA IBN SA'ID ALANTAKI, Cronaca dell'Egitto fatimide, a cura di B. PIRONE', Milano 1998; 'ABD ALMASIH AL-KINDI, Apologia del cristianesimo, a cura di L. BOTTINI,, Milano 1998 [2] 'F. TWAL, «Il fenomeno Islam. Che cos'è? Che cosa chiede?», in Il nuovo Areopago 18(1999)3, 5-6. [3] B. LEWIS, L'Europa e l'Islam, Laterza, Bari 1999, [4] Per un'informazione storica esauriente sulle origini del fondamentalismo rimando al libro di YOUSSEF M. CHOUEIRI, Il fondamentalismo islamico, Mulino, Bologna 1993. [5] Cfr, anche TWAL, «Il fenomeno Islam, 5-15. [6] E. FARHAT, «Diritti umani e libertà religiosa nell'Islam in espansione», in Il nuovo Areopago, 18(1999)3. 1-0. Edmond Farhat è stato nunzio apostolico in Algeria e Tunisia e delegato apostolico in Libia e dal 1993 è nunzio in Slovenia e Macedonia. (Seconda parte — fine) Intercultura Pag. 7 Maggio 2006 Il Novecento tra tradizione e cambiamento Un secolo di religione in sintesi La vita delle grandi religioni nel XX secolo è stata segnata da tendenze contrastanti. Da un lato, dapprima in Europa e negli USA poi anche nelle altre aree a maggioranza cristiana, la religione è diventata sempre più un fatto individuale, consegnato al foro interiore della coscienza, in una società laicizzata. Dall'altro lato, i cosiddetti «fondamentalismi» hanno cercato di contrastare tale processo, riproponendo le religioni del libro come unico fondamento delle relazioni sociali e della vita politica. Nel processo di formazione dei nuovi stati nazionali, in cui i capisaldi del potere politico si radicavano in modo crescente nella sfera delle credenze e delle identità, la diversità di religione è divenuta in molti casi motivo di odi e conflitti; si è inoltre ripresentata la tendenza a forme di religione (o irreligione) di stato, tanto più oppressive in quanto associate al totalitarismo politico. La privatizzazione delle pratiche religiose. Il percorso evolutivo che ha fatto della religione, in Occidente, una scelta individuale ha sicuramente un fondamento nel modello di stato costituzionale basato sulla separazione del potere politico dalle istituzioni religiose. La privatizzazione delle pratiche religiose è però radicata in processi culturali e psicosociali più complessi e di lungo periodo: quei processi che hanno portato dapprima al weberiano «disincantamento del mondo», poi alla libertà individuale di interpretazione dei testi sacri e poi, soprattutto nel '900, a forme di rapporto del tutto personali con la divinità, che sono state definite «religione fai da te». Un esito di tale processo è lo sviluppo dei cosiddetti «nuovi culti» in connessione con il crescere dagli anni '70 della complessa galassia nota come «New Age». I «fondamentalismi». Una tendenza ricorrente nel secolo, lo sviluppo dei cosiddetti «fondamentalismi» o integralismi, sembra nascere proprio dalla volontà di risolvere la contraddizione tra carattere privato e funzioni pubbliche della religione. Di fondamentalismo in senso proprio, in realtà, si può parlare solo per il movimento che per primo prese questo nome, e che diffuse in una vasta area nel sud e sudovest degli USA (la cosiddetta «cintura della Bibbia») una teologia basata sull'interpretazione letterale del testo sacro e mirante all'applicazione dei princìpi biblici a tutti gli aspetti della vita fino al divieto di dottrine devianti come l'evoluzionismo. Parlare di fondamentalismo islamico è invece improprio perché nella religione rivelata da Maometto l'idea di interpretazioni non letterali e di una separazione tra normative secolari e religiose appare blasfema. Ma è vero che tra il radicalismo islamico, l'integralismo ebraico e cattolico, il fondamentalismo protestante esistono dei tratti comuni, a cominciare dalla volontà di fare della religione la guida di tutti gli aspetti della vita e di contrastare i fenomeni di «secolarizzazione». La crescita dell'indifferenza. In una situazione in cui l'appartenenza religiosa si presenta come una scelta individuale, il rifiuto di scegliere appare una possibilità in sé. Ne è prova la crescita ininterrotta, nel corso del secolo, del fenomeno dell’«indifferenza», cioè del numero di quanti non si riconoscono in alcuna fede. Quasi assenti all'inizio del '900, gli «indifferenti» alla fine del secolo superavano il 16% della popolazione mondiale. Le stime in questo campo rischiano di essere sbagliate per difetto, vista la crescente divaricazione tra il numero di persone che dichiarano una fede religiosa e il numero di coloro che la praticano effettivamente. L'ateismo, privato e di stato. Del tutto trascurabile all'inizio del '900 nonostante le sollecitazioni filosofìche e scientifiche (dal positivismo a Nietzsche), l'ateismo ha conosciuto una crescita nettissima dopo la seconda guerra mondiale, fino a toccare nel 1950 il 4% della popolazione mondiale. Si tratta di un dato tutt'altro che incontrovertibile, in quanto la parte centrale del secolo ha visto lo sviluppo di stati dichiaratamente atei e caratterizzati da una politica di contenimento, quando non di aperta repressione, della religiosità: il primo storicamente è stato il Messico rivoluzionario, seguito dall'Unione Sovietica e poi dalle «democrazie popolari», inclusa la Cina di Mao impegnata negli anni '40'70 in campagne sistematiche di sradicamento delle religioni e dei sistemi etici tradizionali. Con la caduta dei regimi comunisti, si è avvertita in questi paesi una netta ripresa della pratica religiosa la cui tenuta sul lungo periodo è però tutta da verificare: in particolare in Cina. La religione di stato. All'irreligione NOTE DI LETTURA Per una storia delle missioni nel Pinerolese di stato propria dei sistemi totalitari socialisti ha corrisposto nei sistemi fascisti il ritorno alle religioni di stato: ne sono stati esempi l'Italia mussoliniana, ma in forma diversa anche la Germania nazista, caratterizzata da una complessa stratificazione di istituzioni religiose, dalle chiese cristiane, tollerate e promosse a condizione di un'accettazione piena del regime, fino ai culti esoterici praticati dalle cerchie più ristrette del partito di Hitler. Fedi di fine secolo. Ateismo, indifferenza, allontanamento dalla pratica non toccano tutte le aree del mondo in modo omogeneo. È anche grazie al grande numero dei praticanti negli USA e in America Latina, dove la fede prevalente è il cattolicesimo nonostante le campagne di proselitismo protestante e neoprotestante negli anni '80 e '90, che il cristianesimo ha mantenuto l'egemonia tra le religioni per tutto il '900, seguito da un terzo della popolazione mondiale. Gli spostamenti che si sono verificati nelle altre fedi sembrano legati in buona parte al mutare degli equilibri demografici. In particolare, la crescita dell'Islam è assai più contenuta di quanto spesso si pensi: i fedeli sono passati da circa il 12,4% della popolazione mondiale a poco più del 18, meno della somma di atei e indifferenti, poco più della metà dei cristiani. Gli equilibri complessivi tra le grandi religioni sono tutto sommato abbastanza stabili. Atlante storico universale, Garzantine, 2005 Musulmani d’Italia: Nelle moschee solo il 5% In Italia il 99 per cento dei luoghi di culto islamici sono tutti ex-qualcosa: garage, seminterrati, fabbriche, negozi... Non tutti i centri sono uguali: si va dalla piccola sala aperta solo per la preghiera del tramonto, alla struttura che affianca l’attività di culto a quella di "catechesi", al grande Centro, che oltre al lavoro religioso organizza attività sociale e culturale, offrendo anche una serie di servizi di tipo medico e legale. In questi casi le figure responsabili sono molteplici e l’imam lavora a tempo pieno per la comunità, mentre nelle realtà più piccole lo fa part-time, come volontario, assommando le diverse funzioni e lavorando per mantenersi. Su quante siano le moschee in Italia Pinerolo, via Principi d’Acaja i dati sono contrastanti. Il ministero dell’Interno ne dichiara 600, ma H. Piccardo, segretario dell’Ucoii, dice che secondo le loro stime «i luoghi di culto sono a mala pena 300». L’Ucoii ne federa il maggior numero: 89, concentrati soprattutto al Centro Nord, a cui poi fanno riferimento tutta un’altra serie di realtà. Su quanto le moschee italiane siano rappresentative dei musulmani d’Italia il dibattito è aperto: in uno studio sul Piemonte, Massimo Introvigne dice che i musulmani che frequentano regolarmente la moschea, sono l’11%. Il dato che circola a livello nazionale è del 5%, ma è impossibile fare un calcolo esatto. da Jesus, n.11/2005 di Andrea Balbo Non è frequente che un libro rigoroso e ricco di documentazione storica sia anche leggibile e gradevole, non arcigno e capace di conquistare i lettori. Queste sono le caratteristiche del bel volume di Chiara Povero, Missioni in terra di frontiera. La Controriforma nelle Valli del Pinerolese. Secoli XVIXVIII, Roma, Istituto storico dei Cappuccini, 2006, in vendita in varie librerie pinerolesi. Chiara Povero, docente di materie letterarie e latino al Liceo “Porporato”, è una storica di vaglia, dal curriculum invidiabile: dottoressa di ricerca, autrice di numerose pubblicazioni scientifiche, si interessa da sempre di problemi di storia religiosa nell’età moderna ed ha trovato nel territorio pinerolese e nelle valli un ambiente di studi ideale. Il volume raccoglie i frutti di ampie ricerche “sul campo”, svolte negli archivi del Pinerolese e di Torino ed incrociate con le risultanze derivate dallo studio di opere dottrinali rare e pressoché ignote, scovate nei meandri delle biblioteche. L’autrice riesce nell’impresa di non realizzare una narrazione troppo erudita: ella ricrea un ambiente molto variegato, il mondo povero e ricco di conflitti delle valli valdesi nell’epoca della Controriforma. Attraverso la sua penna prendono vita personaggi ormai dimenticati come i pastori Leger, padre Maurizio Gambarini, fra Valeriano Berna, il gesuita Antonio Possevino, protagonisti delle dispute continue che si svolsero fra cattolici e riformati sui temi cardine della fede. Nel racconto le complesse vicende dei tentativi di riconquista cattolica delle “Indie interne” – come i missionari chiamavano i territori europei da rievangelizzare dopo la Riforma protestante – acquistano il ritmo di un romanzo; in effetti le vicende religiose si intrecciano con la politica e con eventi militari di grande efferatezza come le Pasque piemontesi del 1655, dando vita a cambi di ritmo a volte appassionanti. Religione e politica erano strettamente intrecciate, ma dai documenti d’archivio emergono anche figure di religiosi di grande pietà e devozione, capaci di farsi carico dei problemi quotidiani delle famiglie e di ridurne l’indigenza e la miseria materiale e morale. Il volume documenta perciò in modo molto efficace le vicende di un’epoca in cui le confessioni religiose cercavano di affermarsi l’una sull’altra con ogni tipo di arma, ma allo stesso tempo affinavano con forza i loro strumenti culturali, curando notevolmente la preparazione dei pastori e del clero regolare: una buona lezione anche ai nostri giorni sull’importanza della cultura in ambito religioso. Andrea Balbo Cronaca bianca Pag.8 Africa Cose dell’altro mondo La casa accoglienza Oggi è stata una giornata speciale: in Kahawa, Kamiti Prison, abbiamo avuto la inaugurazione di una specie di "Casa accoglienza" per i giovani carcerati che hanno finito di scontare la loro pena di tre-quattro mesi e non hanno dove andare. In questa casa staranno per un po' di tempo, mentre fanno un corso di carpenteria, di meccanico, di elettricista e simili. È un progetto nato dalla necessità di offrire a questi ragazzi un posto dove andare una volta fuori di prigione, per evitare che ritornino subito alla vita di strada che li ha portati dentro (se sono presi una seconda volta, vanno nel carcere vero e proprio). Ha celebrato il nunzio apostolico, che ci ha dato la benedizione finale nel nome del Papa (che emozione!). È stato molto bello. La mia "missione" con gli alcolizzati, procede bene, anche se molto lentamente. Ho fatto nuove conoscenze: Mwangi, 34 anni, padre di due splendidi bambini: un maschio, Christopher di 5 anni, e una femmina, Shiro di 3, che ho incontrato in una birreria. Si è avvicinato lui, mentre stavamo parlando con un’altra persona. Mwangi si è accorto di essere già nella trappola della bottiglia, e ci ha chiesto aiuto per smettere, prima che sia troppo tardi. La moglie lo ha lasciato quando la piccola Shiro aveva solo sei mesi, e lui ha cresciuto i due figli da solo. Abbiamo conosciuto anche Josephine, 28 anni, madre di Lesciar, 1 anno, mentre usciva dalla casa di una signora che vende liquori locali: era ubriaca fradicia. L'abbiamo incontrata altre volte, sempre ubriaca. L'ultima volta che l'ho vista era un po' più "sobria", abbiamo potuto parlare; lei non lavora, passa da un uomo all'altro e la figlioletta è malnutrita con problemi di deambulazione dovuti a ciò. Ho visto dove abita con l'ultimo dei suoi uomini; andremo a trovarla e vedremo se e come è possibile aiutarla. Nel prossimo incontro con il parroco e con alcuni membri di Alcoholic Anonimous parleremo della possibilità di iniziare un gruppo in Kibera. Questo sarebbe un primo passo: speriamo sia possibile! Sr Claudia, missionaria della Consolata, Maggio 2006 Dialogo fra civiltà Le storie di “eroi che non vengono celebrati” Dag Hammarskjold, segretario Nazioni Unite 1953-61 Come giovane studente universitario ero uno degli assistenti nella cattedrale di Uppsala al funerale di Dag Hammarskjold. Erano presenti tutte le autorità del mondo. Un grande lamento e un profondo senso di perdita irreparabile colmava decine di migliaia di persone riunite insieme dentro e fuori la chiesa. Era morto un servitore dell’ umanità . Molti di noi presenti, venuti per l’occasione hanno sentito la chiamata a continuare il suo lavoro coraggioso e il suo sacrificio per la giustizia e la pace. Ma non abbiamo compreso appieno che un santo testimone della fede in Cristo era stato sepolto. Fu solo dopo la sua morte che la sua dedizione per la fede venne ampiamente conosciuta. Dag Hammarskjold morì in un disastro aereo in Zambia il 17 settembre 1961. Con un background da economista svedese, cittadino modello e ministro del governo, venne eletto segretario generale delle nazioni unite nel 1953. La sua guida creativa, l’integrità personale, e la sua espe- rienza diplomatica portarono a questa funzione una nuova autorità . Portò innumerevoli e duraturi contributi alla pace nel modo e al rafforzamento delle Nazioni Unite. Nel 1954 si recò a Beijing e negoziò per il rilascio dei piloti americani catturati durante la guerra di Corea. Nel drammatico 1956 con l’invasione sovietica dell’Ungheria e la crisi di Suez creò la prima forza armata di peace keeping delle Nazioni Unite, da allora il più efficace strumento di controllo delle situazioni di conflitto. Durante la crisi del Congo del 1960, quando la provincia del Katanga si dichiarò indipendente, Hammarskjold lavorò con impegno per trovare soluzioni, ma si scontrò con l’Unione Sovietica che chiese le sue dimissioni. Sostenuto da piccole nazioni, specialmente quelle del Sud del mondo, poté rimanere al suo posto. Durante una missione in Congo nel 1961 il suo aereo ebbe un incidente, probabilmente fu abbattuto. Jonas Jonson, Vescovo luterano, Svezia , su www.santegidio.org/uer/2004/int_00730_IT.htm Tavola della pace GIORNATA PER UNA INFORMAZIONE DI PACE Lista di film sulla pace - Benvenuti a Sarajevo di Michael Winterbottom - 1997; - Joyeux noel - una verità dimenticata dalla storia di Christian Carion - 2005 Sito internet: www.joyeuxnoellefilm.com -Good night and good luck di George Clooney - 2005 Sito internet: www.mediafilm.it/ goodnight - La seconda guerra civile americana di Joe Dante - 1997; - All´ovest niente di nuovo di Lewis Milestone - 1930; - L´uomo che ho ucciso di Giorgio Ferrara - 1995; - No man´s land di Danis Tanovic - 2001 Sito internet: www.nomans-land.de - Nema problema di Giancarlo Bocchi - 2004 Sito internet: http://www. nemaproblema.info Giovanni Spaggiari Il metodo Bernardette Giovanni Spaggiari, neuropsichiatra e psicologo, iniziò la sua professione all’ospedale psichiatrico di Reggio Emilia nel 1965. Nella sua mente rimase impresso il momento in cui il portone del manicomio si chiuse alle sue spalle e il rumore dei tre colpi di chiave dati dal custode. Venne portato in una camerata dove vivevano ammassate centocinquanta Felicità di Pasqualino Ricossa donne. Alcune gridavano, altre si dimenavano sul pavimento. Niente bagni, solo qualche bugliolo. In quel momento Giovanni pensò Passa. Io rimango. che la dignità dell’uomo era stata crocifissa. Quando me ne accorgo, Dopo molte insistenze ottenne le posate per i allora so cosa ho perso. malati che prima mangiavano con cucchiai di legno in ciotole di legno. Oggi, afferma GioFelicità, un attimo. vanni, la malattia mentale è cambiata. Ieri si trattava di anziani abbandonati, ora sono i Un alitare lieve giovani ad ammalarsi. I ragazzi non reggono che mi avvolge. più i ritmi imposti dalla società, nello studio, nel lavoro e neppure nel divertimento. ManPiccole cose da nulla cano le motivazioni per vivere e così si amvestite di semplicità, malano di stress, disturbi psicosomatici, attacvibranti di gioia. chi di panico. Ingurgitano ansiolitici, poi pasPasqualino Ricossa sano ai neurolettici. Negli anni ottanta, Giovanni conobbe il metodo del professor Alfred Tomatis che aveva scoperto che i suoni acuti sono in grado di ricaricare il sistema nervoso. Chiese alla sua Usl di attrezzarsi per applicare questo metodo, ma la sua richiesta venne bocciata. Giovanni lasciò l’ospedale e aprì un ambulatorio privato dove nacque il metodo Bernadette. Iniziò ad usare il suo metodo che consiste nell’utilizzo di una vastissima gamma di suoni per far riaffiorare situazioni negative associate ai suoni ed annullarle. Su duecentocinquanta persone trattate col metodo Bernadette, centotrentaquattro testimoniarono di aver riscontrato un miglioramento delle condizioni di salute, cinquantasei un ottimo miglioramento, quarantatre un sufficiente miglioramento, solo diciassette non notarono effetti apprezzabili. Il metodo funzionava nel novantatre per cento dei casi. Giovanni volle intitolare il suo metodo Bernadette per ricordare la figlia che, nata nel 1972, si ammalò di tumore al cervello a soli nove anni e, dopo nove mesi, morì. Questa figlia, tanto amata, diede la forza a Giovanni di condensare i suoi studi per realizzare il metodo Bernadette. Simona Bruera Nairobi (Kenya) Neroazzurro per l’Africa, segue da pag. 1 Avevamo ascoltato allibiti che per curare la malattia si dovevano usare farmaci a base di arsenico che non poche volte uccidono chi viene curato, trasformando il trattamento in una roulette russa. Nell'aula musi lunghi. Tra il depresso e l'indignato. Ad un certo punto le nostre facce sono cambiate. Compare una bandiera dell'Inter. E' una diapositiva. La bandiera dell'Inter nella foresta del Congo? E che ci fa lì? "Vedete quella bandiera? Serve ad attirare la mosca tse-tse", ci spiega la dottoressa Chiara Castellani. Prima un risolino di incredulità. Poi un sorriso più convinto. Alla fine quasi una risata liberatoria. Apprendiamo per la prima volta come si può combattere la mosca tse-tse e la malattia del sonno: trappole nero-azzurre. E' irresistibilmente attratta da quei colori. Basta mettere un'adeguata reticella sopra e il gioco è fatto. Le mosche tse-tse entrano nelle maglie della rete, si appoggiano ai colori e poi non riescono più ad uscirne, se la trappola è ben fatta. Incredulità, ironia, scetticismo. Poi la domanda: sono abbastanza diffuse queste trappole neroazzurre? "Purtroppo no. La stoffa in Congo scarseggia. E dire che funzionano bene, sono più efficaci degli insettici- di", ritorna alla carica la dottoressa. Chi vuole farsi promotore dell'iniziativa “Neroazzurro per l’Africa” lo segnali a Peacelink all'email [email protected] . E' assurdo che in Africa arrivino tante armi e schifezze varie, ma non le bandiere dell'Inter! Alessandro Marescotti presidente di PeaceLink [email protected] Religione&Scuola Pag.9 CINEFORUM Film per la catechesi e l’irc La febbre Dal giornale degli studenti del Liceo “Porporato” di Pinerolo I bambini soldato Regia di Alessandro D’Alatri (2005) Negli ultimi anni con le guerre etniche, La storia raccontata religiose e nazionaliste il fenomeno dei nel film, tutto ambien- bambini soldato è cresciuto notevolmente. tato a Cremona, è Ricerche fatte dall’ONU hanno dimoquella di Mario Bettini strato che la principale categoria di ragaz(Fabio Volo), geome- zi che diventano soldati in tempo di guertra di provincia e studente fuori ra è soggetta allo sfruttamento lavorativo corso di architettura, che si avvia in tempo di pace. Inoltre la maggioranza alla trentina, ricco di idee, entusiasta della vita e pieno di voglia di appartiene a ragazzi separati dalle loro viverla. Ha in cuore un sogno: apri- famiglie (orfani, rifugiati, figli di single), re un locale con i propri amici. Per a ragazzi provenienti da situazioni econorealizzare questo sogno è disposto miche o sociali svantaggiate (minoranze, anche a indossare panni diversi dai ragazzi di strada, sfollati) e a ragazzi che suoi, quelli di impiegato comunale. vivono nelle zone calde del conflitto. La Mario cerca di portare il suo entusiasmo anche all'interno Tu credi? delle polverose stanze dell'amIntervista a 18 personalità ministrazione comunale, ma si americane della cultura imbatte in mille impedimenti e in un dirigente che sembra non Risponde Paul Auster, scrittore perseguire altro scopo che morSenza indugi alla domanda fondamentatificare i suoi slanci. Finché l'incontro con Linda (Valeria Sola- le: credi che esista Dio? rino) e il confronto con un ami- «No. Non ci credo. Ma questo non vuol dire co piuttosto 'anarchico', lo ren- che non ritenga la religione un elemento deranno più audace nel perse- culturalmente fondamentale dell'esistenza». guire quello che Sei stato educato religiosamente? vuol fare davve- «I miei genitori sono due ebrei non particoro... larmente osservanti, ma sino a 14 anni andaIl film, attraverso vo in sinagoga, e ricordo con una certa tenele vicende persorezza il mio Bar Mitzvah». nali di Mario e del Poi cosa è successo? contorno sociale, «Ho avuto una crisi, nella tipica età in cui ce racconta come i l'hanno i giovani». malcostumi italiaCome hai reagito? ni (raccomandazioni, corruzione, «Ho deciso di affrontare la situazione di petto, e sono andato a parlare con il rabbino. burocrazia, mobbing) si frappongano tra il protagonista e la Ho trovato un uomo molto preparato e integro, che ha compreso il mio stato d'animo e sua felicità. Rispetto al tema di “Casomai”, ha rispettato il mio abbandono. Devo dire lo sguardo di D'Alatri si fa più che tuttora provo per lui un enorme rispetattento, interessato alla vita pub- to». blica, quasi sociologico. E divie- Come hanno reagito i tuoi genitori? ne inquisitorio, anche se lo stile «Con analogo rispetto per le mie scelte. Ma, si mantiene sempre piuttosto ripeto, non sono mai stati dei veri credenti. I leggero. Il rischio consiste nel miei appartenevano a quella generazione di fatto che, mentre ‘La febbre’ ebrei che si sono riavvicinati alla religione parla della realtà, tutto è ammantato di fiaba. L’autore deci- dopo la guerra con un atteggiamento che de che è possibile rivestire la rivelava in primo luogo un paradossale senvita di sogno, perché la realtà da so di colpa. Dopo le terribili sofferenze delsola è muta e ciascuno la fa par- l'Olocausto, in molti hanno sentito il bisolare come vuole: se si è come gno di riavvicinarsi alle proprie radici». Mario B. la realtà sarà un sogno, Perché hai definito la religione come elea costo di farsi venire la febbre, mento fondamentale dell'esistenza? con l'auspicio che possa trasfor- «Perché solo un ignorante potrebbe dire il marsi in febbre di crescita. E' contrario, e basta studiare la storia per renuna dichiarazione d'amore e rab- dersene conto. Per quanto mi riguarda ho bia per l'Italia, ma non è un film voluto approfondire il Nuovo e l'Antico Tecontro. È un invito a costruire, a stamento e confrontarmi con quello che ci rimboccarsi le maniche, a coinsegnano». minciare da se stessi e dalla reDa Antonio Monda, Tu credi?, Fazi, pp.154, altà quotidiana che ci circonda. 2005, euro 14 W.G. Irc, evoluzione... segue da pag.1 individuando appositi docenti non Irc, è stato invece l’intervento formulato da don Giosuè Tosoni, responsabile nazionale per la Cei, del Servizio per l’insegnamento della religione cattolica “ Si possono dire e scrivere molte cose – ha esordito don Tosoni – ma la realtà è un’altra riguardo a questa disciplina ed ai suoi docenti. Essa è il risultato di un Concordato e di una successiva Intesa fra lo Stato italiano ed il Vaticano. L’insegnante di religione cattolica è un professionista nella scuola, con le sue specifiche competenze, come è stato anche colto Maggio 2006 in maniera significativa dallo spirito della riforma Moratti. “C’è chi vorrebbe cancellare dalla scuola la vostra presenza – ha concluso - il responsabile degli Irc per la Cei - gruppi di pressione, attraverso i giornali, cercano in ogni modo di screditare la vostra serietà e professionalità. Dovete proseguire senza incertezze o timori. Gli insegnanti di religione devono qualificarsi sempre di più come uomini e donne di cultura, disponibili al dialogo ed al confronto, senza perdere mai di vista i valori del cristianesimo ed il magistero della Chiesa, questa sarà la carta vincente”. Concetti che maggioranza di questi ha tra i 15 e i 18 anni, ma ci sono reclute anche di 10 anni. Alcuni sono soldati a tutti gli effetti, altri sono usati come "portatori" di munizioni, provviste … Alcuni sono regolarmente reclutati nelle forze armate del loro Stato, altri fanno parte di bande armate di opposizione ai governi; in ambedue i casi sono esposti ai pericoli della battaglia e delle armi, trattati brutalmente e puniti in modo estremamente severo per gli errori. Una tentata diserzione può portare agli arresti e, in qualche caso, ad una esecuzione. I ragazzi, generalmente, non chiedono paghe e affrontano il pericolo con maggior incoscienza rispetto agli adulti (per esempio attraversano i campi minati o si intrufolano nei territori nemici come spie). Anche le ragazze, sebbene in misura minore, sono reclutate e frequentemente soggette a stupri e violenze sessuali. La cultura della violenza e il desiderio di vendicare le atrocità commesse contro i propri parenti, l'uso di armi automatiche e leggere ha reso più facile l'arruolamento dei minori. Anche la sopravvivenza alla fame e il bisogno di protezione sono motivazioni forti. Per i ragazzi che sopravvivono alla guerra e non hanno riportato ferite o mutilazioni, le conseguenze sul piano fisico sono gravi: stati di denutrizione, malattie della pelle, patologie respiratorie e dell'apparato sessuale, incluso l'AIDS. In più ci sono le ripercussioni psicologiche dovute al fatto di essere stati testimoni o di aver commesso atrocità. Vi sono anche conseguenze di carattere sociale: la difficoltà ad inserirsi nuovamente in famiglia e riprendere gli studi. Le ragazze, poi, soprattutto in alcuni ambienti, dopo essere state nell'esercito non riescono a sposarsi e iniziano a prostituirsi. Attualmente il problema è più grave in Africa e in Asia. Federica 2 CL, Onda d’urto, febb.06 Sud Est asiatico La strage delle bambine “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà […] senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”(art.2.1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani) Dopo che a livello internazionale sono riconosciuti tutti questi diritti, come si può pensare che essere bambine voglia dire rischiare la vita? Come si può anche solo immaginare che in questo momento, in qualche paese del mondo una donna, che sta per diventare madre, si possa sentir dire “Mi dispiace signora ma il suo bambino è una femmina…” o che essere femmine possa voler dire non nascere o essere uccise poco dopo aver visto per la prima volta la luce? Eppure in molti paesi dell’Asia, come Cina e India, le bambine sono considerate un peso per la famiglia, non garantiscono la vecchiaia dei genitori e la continuità del nome della famiglia e per questo, dopo l’amniocentesi, sono molti i casi di aborto se il nascituro è una femmina, tanto che in alcuni Stati i test per determinare il sesso dei figli sono stati proibiti. È incredibile pensare che, secondo dati di Amnesty International, “manchino all’appello” 100 milioni di bambine!!! da tempo sono pienamente condivisi dall’Aimc piemontese, come ha sottolineato nel suo intervento la dottoressa Francesca Sgarrella, presidente Aimc per la provincia di Torino. “ Convegni, iniziative di questo genere – ha osservato Sgarrella - si inseriscono pienamente nelle proposte dell’Aimc per gli insegnanti di religione cattolica. Da anni organizziamo corsi e momenti di approfondimento legati alla vita scolastica, poiché siamo convinti, e non da oggi, che gli insegnanti Irc debbano essere inseriti a pieno titolo nella scuola italiana”. Davide Aimonetto Anche se negli ultimi anni è diminuita la brutale pratica di annegare le bambine appena nate, la politica demografica dei paesi in via di sviluppo asiatici, cioè quella del figlio unico per contrastare l’elevata crescita della popolazione, fa sì che soprattutto nelle famiglie più povere, si tenda a sacrificare le neonate in attesa del figlio maschio. Purtroppo il futuro delle bambine che nascono non è in ogni caso felice; a loro sono dedicate meno cure, sono meno nutrite e molte non ricevono nemmeno un’istruzione primaria e sono destinate a diventare “proprietà” del marito, senza contare le discriminazioni sul lavoro e nella vita sociale. Vorremmo potervi dire che negli ultimi cinque minuti vi abbiamo mentito, che almeno nei confronti dei bambini (e delle bambine!) non esistono discriminazioni così ingiuste e crudeli, ma purtroppo tutto ciò è vero e si può solo sperare che col tempo, l’istruzione e l’emancipazione anche loro possano giocare insieme serenamente. Ely e Gio’ 2AL, Onda d’urto, febb. 2006 Orizzonti aperti Pag.10 Poesie Nel soffiare del vento tante le voci. Non profferire di parole, pensieri svolazzanti nell’etere. Pagine della mia vita come bianche farfalle. Fatue aspirazioni disperse nel sibilante turbine. Un salire a spirale come volo di allodola a bearmi di luce. Colla semplicità del bambino, colmo di gioia il cuore, vivo attimi di felicità. Pasqualino Ricossa Musica e spiritualità Gli organisti liturgici di Joram Gabbio Prosegue con entusiasmo e profitto l’attività degli organisti liturgici che seguono il corso organizzato dalla diocesi; la collaborazione offerta dall’Istituto musicale Corelli, inoltre, garantisce valore e competenza alla formazione di chi intende dedicarsi con serietà al servizio liturgico. La diocesi di Pinerolo dedica un occhio di riguardo al delicato tema della liturgia e dell’animazione delle celebrazioni: la scuola di organisti esiste da ormai tre anni e conta una decina di studenti, seguiti con attenzione e competenza dal maestro Walter Gatti. Il corso comprende lezioni individuali di strumento e lezioni di armonia e direzione di coro, oltre ad una serie di incontri di formazione liturgica condotti dal diacono Giorgio Gilardo. Il corso, aperto a tutti, si propone di formare in maniera completa organisti che possano offrire in diocesi il proprio servizio: la formazione tecnica si concilia così con una competenza liturgica essenziale ad offrire un servizio adeguato. L’attività promossa dalla diocesi s’è rivelata pionieristica per molti aspetti: da altre diocesi di Italia sono giunte richieste di informazioni per prender spunto dal modello varato da Pinerolo. La musica innamora ed eleva, incanta e suscita preghiera. Il fascino dei non pochi organi a canne presenti nel territorio non è affare da antichisti, ma stimolo per scoprire e riscoprire la purezza e soavità dell’arte dei suoni; la scuola di organisti liturgici, fondata sul motto soli Deo gloria, riversa i propri frutti nel servizio in diocesi, preparando organisti disposti ad offrire il proprio prezioso apporto nelle chiese del territorio. Joram Gabbio lo Spirito Santo, e questo movimento attraversa tutta l'ecumene cristiana, tutte le Chiese. Certo ci sono sensibilità diverse, modi diversi di intendere il movimento ecumenico. Allora non diciamo più "Ecumenismo cattolico", ma “principi cattolici dell'Ecumenismo" (UR. nn.1 e 4). Si era operata quella che nella storia del movimento ecumenico viene detta la "rivoluzione copernicana". - Non sono più le Chiese che mettono al centro se stesse, come misura per tutte le altre. - Al centro c'è Gesù, il comune Signore, al quale tutti dobbiamo ritornare per ritrovare l'unità. - Anche per la Chiesa cattolica è ormai superato l'ecumenismo del ritorno. Al centro del discorso ecumenico è la conversione al Signore e il ritorno a Lui. La Diocesi di Pinerolo si pone in questa prospettiva con fatica. È un discorso nuovo che la mentalità preconciliare stenta a recepire. Si formano delle polarizzazioni. Le strutture pastorali della diocesi vengono contestate. È il tempo della contestazione e del dissenso. L'ecumenismo attraversa un momento di "crisi". Però il Segretariato diocesano per l'ecumenismo con il Vescovo lavora per un Direttorio ecumenico della Diocesi. (1. Continua) Pietro Giachetti, Vescovo emerito, Ri- Il cammino ecumenico a Pinerolo I - Dal Concilio fino al 1970 Colpo di vento di Pasqualino Ricossa Maggio 2006 Questo testo è un estratto della conferenza che mons. Pietro Giachetti ha tenuto a S. Pietro del Gallo (CN) l’8.03.1997 e che in parte ha riproposto come “testimonianza personale” al gruppo del SAE di Verona in visita alle Valli Valdesi il 27 aprile 1997. Quello postconciliare è un periodo molto complesso di gestazione di cose nuove, non senza tensioni, sofferenze e ritardi. Si possono individuare tre tappe: I - La Chiesa cattolica e il movimento ecumenico. Il movimento ecumenico organizzato nasce in seno alla Chiesa protestante (1948: si costituisce il Consiglio Ecumenico delle Chiese). La Chiesa cattolica guarda e prende le distanze. Sono ancora i tempi della polemica, del sospetto e del pregiudizio reciproco. Non ci può essere che l'ecumenismo del ritorno. E questo in altri modi veniva fuori anche dalle Chiese protestanti e ortodosse. I giornali di Pinerolo di quel tempo rispecchiano questa situazione. Il Centro Ecumenico di Agape (sorto per iniziativa valdese) è mal visto. Le coppie miste, assai numerose a Pinerolo, hanno molto da soffrire. II - L’ecumenismo cattolico La Chiesa cattolica non entra nel movimento ecumenico di origine protestan- te, ma sviluppa un "suo" discorso ecumenico. Vi sono tante iniziative in questo senso (impossibile citarle). In questo lungo e lento travaglio matura qualcosa di nuovo. C'è una visione positiva delle altre Chiese cristiane, le quali conservano tanti elementi fondamentali della Chiesa di Cristo. È stato annunciato il Concilio: si forma il Segretariato per l'unità dei cristiani presieduto dal card. Bea. Nel 1961 (20 ottobre) a Pinerolo mons. Binaschi istituisce il Segretariato "pro unione" dei cristiani. È forse, la prima Diocesi in Europa. Il Vescovo parla di "particolare respon-sabilità della Diocesi di Pinerolo". Si tratta di "promuovere l'ecumenismo: studio, preghiera, incontri, attività varie". Il 14 maggio 1966 in un Promemoria si chiede al Presidente della CEI di istituire il Segretariato Nazionale per l'Ecumenismo. Nel 1976 (3 novembre) mons. Quadri, arrivando in Diocesi, rivolge un saluto ai valdesi chiamandoli "Fratelli". III - II cattolicesimo ecumenico (La Chiesa cattolica diventa ecumenica) Durante il Concilio matura il Decreto sull'Ecumenismo (Unitatis Redintegratio): non esiste un movimento cattolico, come non esiste un ecumenismo protestante e ortodosso. C'è un unico movimento che tende all'unità, suscitato dal- vista Diocesana n.7/8, sett./Ott. 1997 Turismo, estetica e spiritualità Sant’Apollinare in Classe - Ravenna Nella verde e piatta campagna ravennate compare una grande chiesa in mattoni rossi dal campanile cilindrico: è la Basilica di S. Apollinare in Classe, che sorge nel luogo dell’antica “Civitas classis” (città della flotta), porto militare dell’ultima capitale dell’Impero Romano d’Occidente. Chi entra s’imerge in uno spazio luminoso e perfetto, scandito da due file di colonne di marmo bianco e compiuto nel grande mosaico del catino absidale, risalente, come la chiesa, al VI sec., quando i bizantini, strappata l’Italia ai goti, fecero di Ravenna il capoluogo del loro Esarcato. Il centro del mosaico è occupato da una croce gemmata, che la distingue cromaticamente dal resto della composizione col blu del cielo stellato, indicante la dimensione divina; all’incrocio dei bracci si contempla il volto di Cristo, salvezza del mondo. Fuori dal disco, in alto, emergono una per parte dalle nubi le figure di Mosè e di Elia, simboli rispettivamente della Legge e dei Profeti, cioè dell’intera rivelazione veterotestamentaria che dialoga col suo compimento in Gesù trasfigurato; in basso tre pecore, una a sinistra e due a destra, si volgono alla croce: sono Pietro, Giacomo e Giovanni, gli apostoli presenti alla trasfigurazione. In alto ancora una manosporgente suggerisce la testimonianza del Padre: “Questi è il Figlio mio, che io amo. Ascoltatelo”. Sotto il disco con la croce, al centro di uno spazio verdeggiante e alberato, il Cristo si fa presente nella persona del suo ministro S. Apollinare, raffigurato in casula e pallio con le braccia sollevate nel gesto dell’orante. Apollinare è il primo vescovo di Ravenna, giunto da Antiochia agli inizi del II sec.; su di lui convergono, dall’una e dall’altra parte, due file di sei pecore: la comunità dei credenti, in continuità con i dodici apostoli, riconosce nel vescovo la presenza di Gesù buon Pastore. La parte dell’abside ci offre ancora: a destra coi sacrifici di Abele, Melchisedek e Abramo, le prefigurazioni eucaristiche dell‘Antico testamento; a sinistra, in una teoria di figure ieratiche, l’imperatore Costantino IV che consegna al diacono Preparato i privilegi per la Chiesa di Ravenna; al centro, tra i finestroni, quattro vescovi ravennati fondatori di basiliche. Sul frontone o arco trionfale, di nuovo due file di sei pecore: sono gli apostoli che dalle città sante di Gerusalemme e Betlemme salgono verso il Cristo benedicente, affiancato dai simboli degli evangelisti. La serenità della composizione e l’assenza di prospettiva ci immettono in una dimensione che non è più umana, ma divina: materia, forme, colori paiono a loro volta trasfigurati per esprimere una condizione paradisiaca di cui l’arte si fa simbolo e testimonianza. Franco Betteto Usa, cane salva padrona col 118 Preme con il naso tasto per emergenze Faith, un rottweiler di quattro anni, è diventato un eroe da quando, telefonando al 911 (il 118 italiano) ha salvato la vita alla propria padrona, che s'era sentita male e aveva perso conoscenza. È accaduto a Richland nello Stato di Washington, Nord-Ovest dell'Unione. Leana Beasley, 45 anni, aveva addestrato Faith a chiedere aiuto sollevando il ricevitore e schiacciando col naso un tasto di chiamata d'emergenza. E così ha fatto. Faith ha alzato il ricevitore, ha premuto il tasto e ha abbaiato con insistenza, fin quando i soccorsi sono arrivati. La Beasley, che s'è ora ripresa, ha raccontato che il suo cane s'era comportato in modo strano tutto quel giorno, come se captasse che qualcosa le stava per succedere. Il rottweiler aveva ricevuto uno speciale addestramento a un centro di cani d'assistenza a Puget Sound. Da www.tgcom.it Pag.11 inDiocesi lite Mons. Teresio Profili col Carlo Maria Vittorio I vescovi di Pinerolo - 3 CapiFerrero Della Marmora, nato a Torino Mons. Ferrero Della Marmora tolo di San il 15.10.1757, dal Donato sugli oneri annessi alle rendite 1796 vescovo di Casale Monferrato e dal 1804 di Saluzzo, di cui prende pos- della mensa vescovile di Pinerolo. Mons. Ferrero Della Marmora fu tutsesso l’anno seguente, può essere considerato il terzo vescovo di Pinerolo, uni- tavia fra i pochissimi vescovi dell’Impero a segnalare pubblicamente, benchè ta a Saluzzo nel riordino napoleonico. Il turbine rivoluzionario ha lasciato il con circospezione, i limiti del catechiposto al Concordato e alla conseguente smo di stato del 1806. Si adoperò inoltre per sollevare le conriorganizzazione della Chiesa, dizioni economiche dei ma i problemi non sono finiti: parroci che, poveri fra i negli anni 1809-1813 Pio VII poveri, erano privi di viene tradotto a Savona e poi sovvenzioni e non eba Fontainebleau, e il suo probero dallo stato contrisegretario di Stato Card.Pacca buto alcuno neanche segregato in dura prigionia ai per riparare chiese e Forti di Fenestrelle. canoniche danneggiate Fino agli inizi del 1814 le dal terremoto del 1808. lettere pastorali di Mons. FerIntanto con la restaurero Della Marmora grondano razione del 1817 viene adulazione per Napoleone, “il ripristinata la diocesi di Grande Augusto Capo del Pinerolo, che invano il Gallicano Impero, nuovo Costantino e nuovo Carlomagno”, e i par- vescovo propone di estendere a Garzigliana, Cavour e Villafranca. Il Ferrero roci devono persuadere i giovani a riDella Marmora rimarrà vescovo della spondere alla chiamata alle armi; ma, sola Saluzzo fino al 1824 e morirà cartornata”fra noi a regnare di bel nuovo l’Augustissima Real Casa di Savoia”, il dinale a San Benigno di Fruttuaria il vescovo prontamente rende omaggio al 31.12.1831. re Vittorio Emanuele I. Gli anni del suo Franco Betteto episcopato sono segnati anche da una Maggio 2006 Educare alla fede Prima di tutto sono i genitori che devono fare una forte esperienza di fede. A volte, essi sono a disagio perché in loro il cammino di fede si è interrotto. La parrocchia prima di pensare ai bambini deve curare i genitori. O si riesce a ricostruire la famiglia come grembo della fede, oppure ogni lavoro pastorale sarà votato all'insuccesso. Ordinariamente, il primo annuncio della fede non viene da lezioni di catechismo (il catechismo consolida il vissuto di fede), ma da gesti e da parole che sgorgano dalla testimonianza della vita. A questo livello l'azione dei genitori è indispensabile: abituare i figli a scoprire la presenza di Dio nelle vicende della vita, parlare loro di Gesù Cristo, del Vangelo, della Chiesa; introdurli all'esperienza della preghiera. Se manca questo intervento tutto diventa vano. Sono essi, i genitori, i primi educatori della fede. Pier Giorgio Debernardi, vescovo Dalla lettera pastorale 2005 sulla famiglia “Trovarono Maria, Giuseppe e il Bambino…” Spiritualità claustrale L’àncora della vita La nostra vita, questa realtà meravigliosa, ricca di promesse, è dono gratuito trasmessoci da coloro che ci hanno amato prima che noi fossimo. La bellezza di essa sta nel Gli scout gioire di ciò che si è e si ha, in un’attesa inconscia di qualcosa di più bello, di nuovo, che ci renda A Pinerolo lo scoutismo è presente l’istituto Murialdo. Il branco di lupetti pienamente felici. Questa speranza già prima della seconda guerra mondia- prende il via nel 1975; le ragazze, le del “dopo” è lo stimolo del nostro le, ma è a metà del 1945 che nasce il guide, iniziano la loro attività nel 1977 agire. Ovviamente, non tutte le nostre attese e sogni primo gruppo ASCI, Pinerolo I, sotto con Maria Rosa si avverano e, col’impulso di Baldissarre, Fissore e Don Percivati. Due anmunque, non ci baFrancesco Granero con sede presso ni dopo tocca alle sterebbero mai… coccinelle. l’oratorio di San Domenico. perché le nostre aDi lì a poco s’insedia anche il gruppo Nel 1986 si opspirazioni sono infiPinerolo II, guidato da Remo Percivati terà per un branco nite. Non saremo, e da alcuni sacerdoti giuseppini. misto di bambini e dunque, mai appaNel 1947 il Pinerolo I partecipa all’in- bambine. La brangati? “Grande è il contro mondiale degli scout (Jamboree) ca rover e scolte, Signore!”, per (i ragazzi tra i sema chiude nello stesso anno. quell’energia che ci Il Pinerolo III nasce nell’autunno del dici /ventuno anni) ha infuso quando ci ‘47 per mano di don Giuseppe Gugliel- dà vita ad una UMonastero della Visitazione, interno ha fatti suoi figli, mino e di Guido Guyot Bourg (in esso nità in comune con il confluiscono di lì a poco, per difficoltà Pinerolo III tra il 1983 e il 1989, anno energia e speranza di giungere a vederlo e possederlo eternamente. organizzative, capi e ragazzi del Pinero- in cui prosegue in gruppo. lo II) e rimane l’unico gruppo scout fiAd oggi nel Pinerolo II con sede pres- A questo proposito, quanto è bella no al 1974. so la Parrocchia San L. Murialdo esisto- la preghiera che la Chiesa mette Nel 1949 iniziano la loro attività le no un branco di lupetti/e , un reparto sulle nostre labbra: ragazze, le guide dell’AGI Pinerolo I misto di guide ed esploratori, ed un clan - Mio Dio spero dalla tua bontà, (le due associazioni scout nazionali di rover e scolte che, con la comunità parole da soppesare: bontà paterna ASCI e AGI, maschile e femminile, si capi, raduna circa 80 iscritti. uniscono solo nel 1974 dando origine Il gruppo scout di Abbadia I nasce nel all’odierna AGESCI) con don Gugliel- 1961 presso la chiesa della Madonnina mino come assistente, insieme dall’invito rivolto da Don Francesco all’attività per i più piccoli, lupetti e Granero ad alcuni ragazzi. Tra il ’62 ed coccinelle. Alla fine degli anni ’50 ini- il ’63 alcuni rover di Torino aiutano a ziarono le attività i ragazzi più grandi, fondare e ad allargare il gruppo con due rover e scolte, solo allora definiti meto- squadriglie di esploratori. Nello stesso dologicamente in Italia. anno, prende vita anche il reparto femOggi il Pinerolo III con sede minile. Nel 1975 sono presenti i primi all’ONARMO è composto da circa 80 rover e scolte e nasce il branco di lupetpersone divise nel branco dei lupetti, ti/e. Attualmente il gruppo con sede nel cerchio delle coccinelle, nel reparto presso la parrocchia San Verano di Abe nel clan/fuoco. badia è presente con un branco di lupetIl gruppo Pinerolo II rinasce ti/e, un reparto di guide ed uno di esplonell’ottobre 1974 con un reparto ma- ratori , un clan/fuoco che con la comuschile guidato da Remo Percivati e Don nità capi raggruppa un’ottantina di cenLivio Chiriotti come assistente presso siti. Andrea Abrate La storia dei gruppi presenti a Pinerolo che ci dice per bocca di Isaia: “Tu sei prezioso ai miei occhi e io ti amo” (43,4) e ancora: “Ti ho disegnato sulle palme delle mie mani” (49,16). - Per le tue promesse, Dio si lega a noi con promesse esplicite. Limitiamoci a quella pronunciata da Gesù: “Io preparo per voi un regno, come il Padre l’ha preparato per me, perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio Regno” (Lc 22,29) - e per i meriti di Gesù Cristo nostro Salvatore. Sì, nella sua “Redenzione”, ossia liberazione dal peccato e dal maligno e soprattutto sorgente di grazia inesauribile cui attingiamo nell’Eucarestia e nei Sacramenti. È così che il nostro cammino si fortifica, ci sentiamo fratelli e “creature nuove”. Afferrati saldamente alla “speranza”, àncora sicura e salda della nostra vita (cfr. Ed 6,18-19), àncora che penetra i cieli e si fonda nell’infinito e nell’eterno, procediamo con fiducia la traversata in mare, verso il porto sicuro. Monastero della Visitazione, Pinerolo Pinerolo, serata finale della Mariapoli del Movimento dei focolari al Palazzetto dello sport Parrocchie Pag.12 Pinerolo Parrocchia dello Spirito Santo Fiera del libro di Torino Incontri Promossi dal Servizio Nazionale della CEI per il Progetto Culturale Chiesa e politica È l’amore che rende adulti i laici impegnati Diciamo la verità: Benedetto XVI ci ha spiazzato. L’eminente teologo tedesco, che per lunghi anni ha servito la Chiesa universale come severo custode dell’ortodossia, ha voluto incentrare la sua prima enciclica sulla carità. Di più, sulla tesi condensata nel titolo: Dio è amore. Una tesi teologica densa di concrete implicazioni ecclesiologiche ed etiche: l’amore teologale come cuore del cristianesimo, anima del mondo, motore della storia. Essa non è senza conseguenze sull’idea di politica e sul concetto di Stato. Che sono tematizzati ai para- grafi 26-29. Sono pagine limpide che fissano sette tesi. La prima: norma fondamentale dello Stato deve essere il perseguimento della giustizia; il giusto ordine della società e dello Stato è compito centrale della politica; uno Stato che non fosse retto secondo giustizia si ridurrebbe, secondo il monito di sant’Agostino, a “una grande banda di ladri». Seconda tesi: la politica non è una mera tecnica volta a plasmare i pubblici ordinamenti; essa, in quanto protesa alla giustizia, riveste una valenza etica. Terza tesi: per conoscere e praticare in concreto le vie della giustizia si deve fare appello alla ragione umana che tuttavia deve essere sempre e di nuovo purificata dall’accecamento etico prodotto da un’idea del potere inteso come dominio e come possesso, anziché come servizio informato a giustizia. Quarta: qui si situa il compito proprio della fede, della Chiesa, della dottrina sociale cristiana in rapporto alla politica. Tale dottrina può contribuire a rimuovere tali «accecamenti etici», a operare la purificazione della ragione, a far sì che ciò che è giusto possa, qui e ora, essere riconosciuto e realizzato. Il suo compito proprio è cioè quello di propiziare l’orientazione alla giustizia della politica e dello Stato attraverso il discernimento etico e il risveglio delle energie spirituali. Fornendo a chi fa politica «luce e forza», come dice il Concilio. Quinta tesi: «Non è dunque compito della Chiesa fare essa stessa valere politicamente tale dottrina: essa semmai vuole servire la formazione della coscienza nella politica». Sul punto, il Papa è netto: «La Chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare la società più giusta possibile; non può e non deve mettersi al posto dello Stato». Anche perché «appartiene alla struttura fondamentale del cri- Maggio 2006 La chiesa dello Spirito Santo stianesimo la distinzione tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio, cioè la distinzione tra Stato e Chiesa». Sesta tesi: la Chiesa ha dunque un compito “mediato” (la formazione della coscienza etica), «il compito immediato, cui non possono abdicare (!), di operare per un giusto ordine nella società è invece proprio dei fedeli laici, come cittadini dello Stato”. Attingendo - bella, impegnativa espressione - a una “ragione autoresponsabilizzante». Verrebbe da dire da “cristiani adulti”. Lo si può ancora dire? Sembrerebbe di sì. Infine, un’ultima tesi: l’amore sarà necessario anche alla società più giusta; ci sarà sempre bisogno dell’amorevole dedizione personale a soccorso della umana sofferenza; anche il più avanzato degli Stati sociali non può surrogare quel di più che è rappresentato dall’amore. Qui si dischiude alla Chiesa il vasto campo delle sue opere di carità cui il Papa riserva la seconda parte dell’enciclica. Franco Monaco, Jesus, marzo 2006 Dal bollettino Come fuoco vivo, aprile 2006 I cattolici sono chiamati a tevello dei mezzi o strumenti: stimoniare i valori cristiani non Essere cristiani in politica appunto i partiti e gli schierasoltanto nel privato, ma anche menti. In questa prospettiva, nel pubblico: nell’economia, nella Una cosa è chiara: i cattolici non la domanda è: quale partito o schierapolitica, nella cultura. (...) .L’impegno possono non trovarsi uniti nei valori mento è più idoneo di un altro per la politico, inteso come dedizione al be- fondamentali, quali il rispetto che si realizzazione storica di quei valori? ne della collettività, non si esaurisce, deve alla vita umana dall’inizio al La risposta non è facile: nell’attuale di certo, con l’adesione o il voto a un termine naturale della sua esistenza; situazione, uno schieramento manifedeterminato partito o schieramento la tutela del matrimonio e della fami- sta, almeno all’apparenza, una magpolitico, ma nemmeno può prescinde- glia; la giustizia sociale, la solidarietà, giore sensibilità per i problemi della re da tale importante mediazione. Ri- la cooperazione internazionale, la pa- vita o della famiglia, ma non è così sulta, quindi, pertinente la domanda: ce tra i popoli. Tali valori sono anche per la giustizia o la solidarietà sociale. impegno politico sì, ma con quale i criteri che guidano e orientano alla Il contrario si può dire a riguardo delpartito e con quale schieramento? Di scelta od opzione di un partito piutto- lo schieramento opposto. (…) fatto, oggi, i cattolici italiani si trova- sto che un altro, di uno schieramento Quello che urge, al di là degli schieno (votano e militano) in partiti diver- piuttosto che un altro. ramenti, è l’unità dei cattolici sui vasi che fanno parte di due opposti In altre parole, a livello dei valori lori fondamentali e l’impegno a proschieramenti politici. non si dà pluralismo: non è possibile muoverli talora anche contro la stessa Il pluralismo dei partiti significa, che il cattolico non vi si ritrovi. Il plu- disciplina del partito in cui si milita. forse, che una scelta vale l’altra? Non ralismo può, invece, verificarsi a li- Per questo, è indispensabile che la ci si aspetterebbe di trovare i cattolidottrina sociale della Chiesa sia ci uniti in un unico partito o schierapresente nel bagaglio dei cattolici mento? Il pluralismo non è anche impegnati in politica. D.A. segno di qualunquismo o indifferenFamiglia Cristiana, n.8 del 19.2.2006 tismo, come se la fede fosse del tutto ininfluente in politica e nei valori che devono essere alla sua base? Venerdì 5 maggio 2006, ore 18.30, Spazio autori B A che serve la teologia? Senso religioso e razionalità Giovanni Filoramo, Ordinario di Storia del cristianesimo, Università di Torino Antonio Staglianò, Istituto Teologico Calabro, Consulente Progetto culturale Cei In margine ai libri Teologia e spiritualità, di A. Staglianò, Studium, 2006 Che cos’è la religione oggi? di G.Filoramo, ETS 2005 Sabato 6 maggio 2006, ore 13.00, Sala rossa L’avventura della solidarietà La missione di Torino a Belem L’adozione a distanza dell’AVSI L’associazione Huiling per i disabili in Cina Filmati, testimonianze, proposte Monica Maggioni, giornalista, inviato speciale TG1Rai Gerolamo Fazzini, condirettore Mondo e Missione Laura e Fabrizio Uccellatori, Missione della diocesi di Torino a Belem Sabato 6 maggio 2006, ore 15.00, stand H146 Jacques Fesh. L’avventura delle fede di un condannato a morte Presentazione del libro di Ruggero Francavilla Sabato 6 maggio 2006, ore 21.00, Sala blu Evoluzione e creazione Origine della specie e origine dell’uomo Gustave Martelet, teologo, Centre Sèvres, Parigi Fiorenzo Facchini, antropologo, Università di Bologna Orlando Franceschelli, filosofo Modera Adriano Moraglio, Il Sole 24Ore In margine al libro E l’uomo venne sulla terra. Creazione o evoluzione?, di F. Facchini, San Paolo 2005 Dio e Darwin, di O. Franceschelli, Donzelli 2005 Domenica 7 maggio 2006, ore 21.00, Sala Blu L’avventura della poesia Il viaggio continuo dell’uomo verso un orizzonte lontano Conversazione e letture Roberto Mussapi, Poeta Lunedì 8 maggio 2006, ore 12.00, Sala Blu L’avventura umana Persona, identità, educazione Lucetta Scaraffia Università di Roma La Sapienza Lunedì 8 maggio 2006, ore 17.00, Caffé letterario “Che cosa è l’uomo e perché te ne curi” Gianfranco Dalmasso, Università di Bergamo Salvatore Natoli, Università di Milano Bicocca Francesco Tomatis, Università di Salerno Modera Enrico Guglielminetti, Università di Torino In margine al libro Chi dice io. Razionalità e nichilismo, di G. Dalmasso, Jaca Book 2005 Lunedì 8 maggio 2006, ore 18.00, Sala blu Islam e cristianesimo La sfida delle libertà di coscienza Samir Khalil Samir, Università di Beiruth Introduce Andrea Pacini, Centro studi religiosi comparati Edoardo Agnelli Interviene Giorgio Paolucci, Avvenire In margine al libro I cristiani venuti dall’Islam, di G. Paolucci e C. Eid, Piemme 2005 Questo giornale è inviato gratuitamente. Chi vuole contribuire alle spese di stampa può utilizzare il bollettino allegato. Grazie!! Indiocesi.it, Periodico di Cultura religiosa dell’Ufficio Scuola Insegnanti di religione SMI/SMS della Diocesi di Pinerolo, Direttore responsabile Davide Aimonetto, Autorizzazione n. 1 del 10.01.2005 del Tribunale di Pinerolo. Redazione c/o Antonio Denanni, Via Goito 20, 10064 Pinerolo, 0121397226. Editore “Alzani”, Via Grandi 5, Pinerolo Abbonamento: c/c postale n. 17814104, Tipografia Alzani, Via Grandi 5, 10064 Pinerolo