Cinquecento anni di fondazione del Colletto Irc, evoluzione di

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Cinquecento anni di fondazione del Colletto Irc, evoluzione di
Indiocesi.it
Supplemento n.1 al n.3/2006 di Incontri Con
Il vento soffia ancora
“Baghdad, attentato: 80 morti”.
“Trovato il cadavere del bambino rapito”. “L’AIDS colpisce ormai un
quarto degli abitanti dell’Africa subsahariana”. “Ha chiuso con la politica:
deve tornare a casa!”. Sono solo alcune delle notizie riportate dai giornali e
dai telegiornali. Sono i segni durissimi
dei conflitti e del negativo che ci avvolge e, a volte, sembra sovrastarci. Sono
i segni delle crisi profonde che scuotono il mondo a livello dello Stato, della
famiglia, dell’economia, delle culture…, dell’umano. Le notizie positive
bisogna andarle a cercare nelle ultime
pagine dei giornali, a volte in quelli
specializzati.
“Eppure il vento soffia ancora!” afferma la canzone di un noto cantautore, che prosegue: “Spruzza l’acqua
alle navi sulla prora/ e sussurra canzoni tra le foglie/ bacia i fiori, li bacia e
non li coglie/ eppure sfiora le campagne/ accarezza sui fianchi le montagne/
e scompiglia le donne fra i capelli/ corre a gara in volo con gli uccelli/ Eppure il vento soffia ancora!”. E nella pagina biblica il pastore solitario invoca
ad alta voce: “Signore, non voglio più
essere solo, di notte, e voglio che sia tu
a tenermi compagnia. Voglio sentire la
tua voce, come un flebile suono nel
vento”.
Antonio Denanni
www.indiocesi.it
Periodico di cultura religiosa
dell’Ufficio scuola Irc/smi-sms
della Diocesi di Pinerolo,
Via Vescovado 1, Pinerolo:
Direttore Antonio Denanni.
Direttore responsabile:
Davide Aimonetto
Anno 2, n. 3 Maggio 2006
Convegno commemorativo a settembre 2006. Intervista a Don L. Rivoiro
Cinquecento anni di fondazione del Colletto
È stato iniziato nel 1506 dal carmelitano padre Agostino Cravero
Il complesso del convento con il
santuario del Colletto è stato iniziato da padre Agostino Cravero, dell'ordine dei Carmelitani calzati nel
1506. È stato terminato nel 1525 e
consacrato alla “Beata Vergine Maria del Monte Carmelo” nel 1534.
In occasione del cinquecentenario
della fondazione è stato organizzato
un convegno commemorativo, “che
ha per scopo non solo di rinverdire
la memoria, ma di valorizzare il
carisma del Colletto” afferma il rettore don Lorenzo Rivoiro.
Su che cosa si incentrerà il programma del convegno commemorativo?
Sono tre i filoni celebrativi: uno storico con la valorizzazione di tutta la
documentazione esistente sul passato del Colletto; un altro storicoartistico con il restauro di alcune
opere pittoriche di pregio e la valorizzazione della dotazione artistica
esistente (rinascimentale, tardogotica e barocca); il terzo antropologico-religioso mira a far conoscere
qual è stata la presenza carmelitana
nel convento: è l’aspetto più intimo,
teologico, che illumina tutto il resto.
C’è un comitato organizzatore?
Un gruppo di persone sta già lavorando. Altre si attiveranno. È mia
intenzione creare un’associazione
degli amici del
Colletto.
In passato il
santuario del
Colletto
era
meta di devozione popolare.
Oggi?
La memoria di
quella devozione è rimasta soprattutto in due
grandi eventi: la
festa
di
Sant’Antonio
abate, a gennaio, e della Madonna del Carmelo a
luglio. In queste occasioni la chiesa
si riempie all’inverosimile, con provenienze anche da paesi lontani.
Questo è segno che l’affetto per il
Colletto ha radici forti.
In che cosa si caratterizza la spiritualità del Monte Carmelo a cui è
dedicato il santuario?
È legata soprattutto alla figura di
Elia e di Maria, che è considerata
sorella e madre. È una spiritualità
molto ricca, per le sue radici bibliche e per la regola di S. Alberto di
Gerusalemme: il dialogo con Dio è
molto intimo, ma è vissuto nella comunità e col popolo.
In molte religioni il monte (anche
in senso figurativo) viene considerato come il punto in cui il cielo
incontra la terra. Molti paesi han-
La storia del Colletto
Origini, spiritualità e storia a pag. 2
no il loro monte santo, dove si cerca la salvezza. Pinerolo ha il suo
santuario più noto a San Maurizio. Il Colletto come si colloca?
Credo che i carmelitani quando hanno scelto il Colletto per il loro monastero siano stati condizionati un
po’ dalla scarsa disponibilità di spazi
nel territorio per la presenza di numerosi ordini religiosi e un po’ per
ragioni di tipo orograsegue a pag. 2
On line per gli altri
www.ilpaesedeibambinichesorridono.it Raccolta per un uso scolastico di favole,
fiabe, poesie, filastrocche, miti, leggende, feste, religioni di tutto il mondo.
www.convegnoverona.it, Il sito internet dell'evento ecclesiale in programma nella
città veneta dal 16 al 20 ottobre 2006 sul tema “Testimoni di Gesù Risorto, speranza
del mondo”.
www.buonenotizie.it Vi si parla di altra attualità, di buone notizie che succedono in
Italia e nel mondo e che i giornali di solito confinano nelle ultime pagine.
In questo numero
Una chiesa da raccontare
pag. 2
La solitudine nemica/amica? pag. 2
Paradise Now
Neroazzurro per l’Africa
Un incontro sull'Africa. A scuola, nell'Istituto Righi di Taranto. La dottoressa Chiara
Castellani era venuta dal Congo per parlarci
L’uomo della comunità
pag. 5
della povertà e delle malattie africane. Stava
Cristianesimo-Islam
pag. 6
spiegando agli studenti la malattia del sonUn secolo di religione
pag. 7
no: "Una delle peggiori che minaccia gli
africani", che è causata dalla mosca tse-tse.
Convegno a Rivoli promosso dall’Ufficio scuola della Diocesi di Torino e dall’AIMC
Aveva descritto che si muore proprio male
con questa malattia. Una cosa orribile: devasta il cervello,si diventa pazzi.
Intervento di Don Giosuè Tosoni, responsabile del servizio nazionale Irc della CEI Eravamo rimasti scandalizzati nell'apprendere che le multinazionali del farmaco hanDon Marson
Una intera insegnanti di religione cat- dell’insegnamento della da soltanto gli insegnanti no smesso di produrre in quantità sufficiente
giornata di studio sul futu- tolica, docenti dalla scuola religione cattolica nella di religione o la Chiesa una medicina efficace: si fanno pochi profitro dell’insegnamento della dell’infanzia fino alle su- scuola italiana. “L’ora di cattolica, da cui essi rice- ti con le malattie del poveri.
segue a pag. 8
religione cattolica a scuo- periori, provenienti da tut- religione – ha esordito don vono l’idoneità, riguarda
la, con particolare riferi- to il Piemonte e dalla Val- Orioldo Marson, direttore la scuola della repubblica,
Supplemento d‘anima
mento agli obiettivi speci- le d’Aosta. Molti i temi dell’Istituto Superiore di in quanto tale, dal mofici di apprendimento affrontati e dibattuti, gra- Scienze Religiose di Por- mento che l’Irc è parte
Suu Kyi, figlia del padre dell’indipendenza
(Osa), recentemente ap- zie anche alla significativa togruaro – è per tutti gli integrante dell’offerta scoprovati dal Ministero presenza, fra i relatori, di studenti. Non è rivolta so- lastica, e la formazione birmana, assassinato nel 1947, e di un’ambadell’Istruzione e dalla don Giosuè Tosoni, re- lo ai figli di famiglie cat- spirituale e morale costi- sciatrice, nasce il 19 giugno 1945 a Rangoon in
Conferenza Episcopale sponsabile del servizio toliche e praticanti, è pro- tuisce uno dei principi e Myanmar (Birmania). .
Italiana, è stata quella pro- nazionale Irc per la Cei. Il posta come opportunità e criteri direttivi dell’attuale Dal 1964 al 1967 studia filosofia, politica ed
mossa dall’Aimc di Rivo- filo conduttore del primo possibilità, ad ogni stu- sistema educativo di istru- economia all’Università di Oxford e dal 1969
li, in collaborazione con intervento, che aveva co- dente, anche ai figli di fa- zione e formazione”. Uno lavora a New York presso le Nal’Uciim di Torino, il Cen- me tema l’Irc nel nuovo miglie non credenti o non sguardo complessivo alle zioni Unite. Il 31 marzo 1988,
dopo molti anni, rientra in Birtro catechistico don Bosco contesto di laicità e plura- praticanti e così anche ai recentissime vicende legamania per visitare la madre grae l’Ufficio scuola della lismo religioso presente ragazzi appartenenti a tra- te all’ora di religione, alla vemente malata e da quel giorno
diocesi di Torino. Giovedì nel nostro paese, ha dipa- dizioni diverse dalla cri- sua confessionalit à, non tornerà più in occidente: re9 marzo il teatro don Bo- nato con grande chiarezza stiano-cattolica. La que- all’ipotesi legata all’inse- sterà nel suo paese per combattesco di Cascine Vica, ha le problematiche, i nodi, stione – ha sottolineato gnamento di altre religioni re la dittatura militare che opprisegue a pag. 2
accolto oltre quattrocento ma soprattutto il futuro don Marson – non riguar- Davide Aimonetto segue a p.9
Intervista a Mons.Quadri
pag. 3
I Sacri Monti
pag. 4
Irc, evoluzione di una disciplina
Aung San Suu Kyi
Indiocesi.it
Pag.2
Pennellate bibliche
La solitudine nemica o amica?
Gesù si avviò allora verso
il monte degli Ulivi. Ma all'alba si
recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li
ammaestrava.
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio
e, postala nel mezzo, gli dicono:
"Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di
lapidare donne come questa. Tu che
ne dici?".
Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma
Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col
dito per terra. E siccome insistevano
nell'interrogarlo, alzò il capo e disse
loro: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei".
E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più
anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in
mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse:
"Donna, dove sono? Nessuno ti ha
condannata?". Ed essa rispose:
"Nessuno, Signore". E Gesù le disse:
"Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in
poi non peccare più". (Gv. 8,1-11)
La pagina riportata è a tutti nota,
proviamo però a rileggerla per evidenziare sottolineature che forse non sono
così immediate, come quella della solitudine, prospettiva certamente rile-
vante
nell’ambito della
ricerca di
spiritualità.
Sicuramente ognuno ha già potuto
conoscere la fragranza ora dolce ora
amara della solitudine. Consideriamola nella sua positività: quante volte ci è
stato utile salire il monte degli Ulivi,
isolarci, fare deserto per ritrovare serenità, equilibrio, per ritrovare noi
stessi come anche l’evangelista Marco
ci suggerisce “Ed Egli disse loro:
"Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'".(Mc. 6,31)
Nell’isolamento della preghiera e
della meditazione possiamo anche trovare la forza per chiamarci fuori dal
gruppo, come accade proprio a Gesù,
che non ci sta a farsi coinvolgere nel
sommario e un po’ ipocrita giudizio di
chi trascina la donna. Già, ma talvolta
non siamo noi a scegliere di star soli:
si può essere soli anche nel bel mezzo
di tante persone, come è successo alla
donna emarginata e trascinata
in piazza. È l’altra faccia del
deserto che può essere devastante! Senza contare che, a
volte, anche chi fa parte del
gruppo in un amen può trovarsi
abbandonato.
Tuttavia Giovanni pare dirci
che una via di uscita si trova
(quasi) sempre: Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per
uno. Anche per loro si ripresenta dunque la possibilità, in una
ritrovata solitudine, di ripensare le proprie scelte ed eventualmente
ripartire, stavolta, con il piede giusto.
Carlo Gonella
fico legate alla spiritualità del Monte
Carmelo. Ne è risultata una realtà periferica, che non vuol dire isolata, ma
appartata, di confine, che va ricercata.
In un certo senso lo è ancora oggi.
Dal punto di vista artistico e culturale che cosa rappresenta il Colletto
per il Pinerolese?
È un patrimonio artistico-religioso più
che significativo. Ci sono opere d’arte
uniche come il mausoleo cinquecentesco della famiglia Porporato e del Solaro, quest’ultimo attribuito personalmente o alla scuola di Leone Leoni,
discepolo di Michelangelo, un’acquasantiera della stessa mano, una Madonna rinascimentale, centro della
pietà popolare, e un’altra in trono col
bambino di inizio ‘500, altre opere di
epoca rinascimentale, tardo gotica e
barocca.
Nell’attività del Colletto la musica
ha un posto privilegiato. Come mai?
Innanzitutto è una passione personale.
Poi abbiamo scoperto che la chiesa ha
un’acustica eccellente e
questo ci ha spinto ad
organizzare prestazioni
di altissimo livello come
la “Rassegna di musica
antica”. Sono stati registrati numerosi dischi,
alcuni dei quali hanno
vinto dei premi internazionali. La musica è anche un mezzo per dialogare con il mondo della
cultura che non è molto
vicino alla religione. La musica è una
via privilegiata che apre alla dimensione del bello, dello stupore, della
gioia, del dolore, dell’assoluto...
me il popolo. Più volte incarcerata, è insignita nel 1991 del premio Nobel per la Pace e del premio Sakharov per la libertà di pensiero. Suu Kyi si batte, in stile gandhiano, per la democrazia, il rispetto dei diritti umani e la nonviolenza. I suoi modelli di riferimento
sono sempre stati Gandhi e suo padre. Dal primo ha appreso la dottrina della nonviolenza; dal secondo l’umiltà e l’impegno per il
proprio popolo. Nel suo libro “Libera dalla paura”, questa donna coraggiosa afferma che non è il potere che corrompe, bensì la paura. Ecco perché per rispondere alla violenza del governo si è impegnata ad agire senza paura, diventando simbolo della speranza e
di una forza più grande del poter armato.
A.D.
L'accusa di essere solo dei
Pinerolo a memoria
teorici, mi ha spinto fra le
altre ragioni a chiedere di
UNA CHIESA DA RACCONTARE
diventare parroco di BaudeLuigi. (…) Mi buttai con entusiasmo
nasca e di San Luigi. La pastorale sul
terreno, come dicono i francesi. La pra- nel lavoro delle due parrocchie, i miei
tica quotidiana. Il secondo motivo era il predecessori avevano lavorato molto
bene. Per cui oggi ricordo con una punmio desiderio di lasciare Casa Alpina
ta di nostalgia i ragazzini che affollavache anche dopo la morte di don Barra
no la piccola sacrestia per servire la
mi occupava come assistente senza almessa, i ragazzi, molti, a cui acquistai
cuna responsabilità, data ad altri che
dirigevano da Pinerolo. Ho sempre sen- le maglie per il calcio, i giovani che
tito attorno alla mia persona molta diffi- vennero a più campeggi estivi organizdenza, perché la Chiesa è anche questo: zati, le gite di due giorni a Venezia e ad
Assisi-Firenze, la Schola Cantorum
c'è chi è simpatico e chi no. Presi la
decisione immediata quando il vescovo molto affiatata e ben diretta da Simona,
il dinamismo della "Santiano Dante", a
venuto a Casa Alpina mi disse che non
cui concessi il terreno per il campo da
trovava nessuno per Baudenasca, in tre
tennis e di bocce, lo stuolo non piccolo
avevano detto di no (ai tempi di Binadi persone anziane cariche di fede e di
schi ciò non succedeva, lui destinava e
saggezza contadina, la catechesi per
ciascuno filava). Io dissi di sì, ma poi
mi pentii non poco, perché da Baudena- adulti che svolsi durante una Quaresima
sca arrivò una delegazione che fece op- nelle case con i vicini invitati (fu una
esperienza limitata perché dopo la mia
posizione alla mia nomina. I motivi?
breve concione, arrivavano le paste e la
Nell'incontro con la delegazione mi si
disse che ero un intellettuale e rischiavo bottiglia e quindi la catechesi diventava
una festa sia pure simpatica e gradevodi non essere capito; ma i motivi erano
altri e io lo sapevo perché avevo a Bau- le), ricordo anche i lutti tremendi
(Romano, Aurelio, Scalerandi), le tante
denasca un informatore molto preciso.
lacrime mescolate alla gioia di molte
Risposi che da 19 anni predicavo e difeste. (…) Ho sempre creduto molto ai
cevo Messa alla Jacopo Bernardi e i
doni che lo Spirito elargisce e adesso
miei vecchietti mi avevano sempre caquesti doni li toccavo con mano. Anche
pito e mi volevano bene. Fu per me un
in persone molto semplici ma buone e
brutto momento. Avrei voluto decisagenerose. Cercai anche di equilibrare la
mente ritirarmi, ma non volevo far soffrire la mamma che sarebbe venuta con pietà popolare con la liturgia, restaurai
le Rogazioni, il Rosario nelle molte
me. Così arrivai a Baudenasca e a San
cappelle della frazione il mese di maggio, curai molto nei
primi anni la Benedizione
–7
delle case, la festa di Sant'Isidoro, il Recital di Natale che era opera
delle ottime animatrici (Simona, Renata, Lucia, Patrizia, Antonella).
Ora bisognerebbe moltiplicare tutto
questo per sessanta e avremmo la panoramica di una comunità particolare (la
Diocesi) molto ricca e variegata. Variegata e pluralista nella teologia e nella
spiritualità.
Pluralista con le dovute dialettiche
che ci sono sempre state, anche nei tempi più vicini a noi oggi e non solo durante il referendum sul divorzio che
divise la comunità non sui principi ma
sull'opportunità o meno di avere una
legge per chi non è credente e non segue la disciplina cattolica.
Divisioni politiche, ideologiche, culturali, spirituali che talvolta dormono
sotto la cenere e talvolta esplodono. Ho
lavorato molto per il Sinodo che ha fatto sentire tutte le voci in modo serio, ho
ammirato il vescovo Giachetti per il suo
ecumenismo e per la sua lunga pazienza. Perché oggi un vescovo corre molti
rischi. Se mira al consenso e cerca di
accontentare tutti è bloccato un pochino
e non esce fuori una linea chiara, se
mira alla realtà e non al consenso deve
mediare molto e fare sintesi, se usa il
potere rischia di emarginare e di isolarsi.
(7. Continua)
V.Morero, Pinerolo a memoria, 2001
Maggio 2006
Come si colloca l’attività del Colletto nella pastorale della Diocesi?
In una logica di servizio alla chiesa
locale, come luogo di supporto a giornate di animazione (per via dei lavori
di ristrutturazione questo servizio è
stato difficile). Oltre a ciò il Colletto
vuole proporsi come punta avanzata
per un dialogo con il mondo laico o
non credente, con quei settori che non
sono raggiunti dalla pastorale ordinaria. Ci identifichiamo molto con la
cattedra per i non credenti istituita dal
card. Martini a Milano. Vorrei che il
dialogo fosse positivo con tutti i settori della Diocesi.
Anni addietro, all’epoca di don Pollo, il Colletto era punto di riferimento per una spiritualità laicale.
Che cosa è rimasto di quella esperienza?
Ogni realtà della Chiesa è in evoluzione. Anche il Colletto ha subito negli anni un cambiamento: molti collaboratori che ruotavano intorno alla
comunità sono cambiati, alcuni hanno
assunto incarichi ecclesiali. Ho molta
stima del lavoro fatto da don Pollo, io
stesso sono stato “iniziato” alla vita
del Colletto da lui. A questa esperienza si è aggiunto il nuovo di cui abbiamo parlato: il dialogo su temi di frontiera, la musica, la liturgia curata, il
supporto a giornate di animazione…
Antonio Denanni
La chiesa del Colletto
Le prime notizie della chiesa del Colletto risalgono al 1493. Il 6 novembre
infatti, il vescovo di Torino, cardinale
Domenico della Rovere, accolse l'istanza per la costruzione di un convento in
quella località avanzata dal padre maestro De Reclusiis, provinciale in Lombardia dell'Ordine dei Carmelitani, e da
Francesco di Savoia-Racconigi, dal quale all'epoca dipendeva giuridicamente il
territorio del Colletto. Con atto notarile
del 1506, il prevosto di Roletto, canonico Guglielmo Vigna, cedette la cappella
dedicata alla Beata Vergine Maria al
padre Carmelitano Agostino Cravero di
Sanfrè per rendere possibile l'edificazione del convento. Nello stesso anno vennero iniziati i lavori, portati a compimento nel 1525. La chiesa, dedicata alla
Vergine del Monte Carmelo nel 1534,
conserva ancora l'impianto architettonico rinascimentale a pianta rettangolare,
con volte a crociera. All'interno vi sono
altari barocchi con festoni floreali, ma di
particolare rilievo sono i mausolei marmorei del primo Cinquecento delle famiglie Porporato e Maffei di Boglio,
dignitari e funzionari dei Savoia. Nella
Cappella del Solaro vi è la statua marmorea del cavaliere in preghiera davanti
alla Vergine: si tratta di Manfredo Solaro, che richiama nell'iconografia lo stile
della bottega lombarda di Leone Leoni e
del figlio Pompeo, scultori attivi in Piemonte nell'ultimo decennio del Cinquecento. L'altare maggiore, che campeggia
con la scenografìa in trompe-l'oeil, incornicia la pala d'altare di Bartolomeo
Caravoglia raffigurante l’Assunzione di
Maria.
Di pregio sono anche un corpus di 157
ex-voto che è stato trovato nel 1991,
durante alcuni lavori di restauro e consolidamento della chiesa. La scoperta,
oltre a connotare il Santuario del Colletto quale centro di pietà popolare e di
offerta votiva, apre uno squarcio nel
tempo, in grado di dare informazioni
fondamentali sull’antropologia della
pratica religiosa.
Cultura
Pag.3
Maggio 2006
Dizionario interculturale
Intervista a Mons. Santo Quadri, per 10 anni vescovo a Pinerolo
“Ho privilegiato il concreto della vita quotidiana”
Con lui sono quattro i vescovi italiani ancora viventi che hanno partecipato al Concilio
Nato a Ossanesga (Bg)
il 2 dicembre
1919 è ordinato presbitero il 6 marzo
1943. Il 17
marzo 1964 è
nominato vescovo ausiliare di Pinerolo,
affiancando l’anziano mons. Gaudenzio
Binaschi, vescovo della città dal 1930.
Dopo la sua morte, nel 1968, mons.
Quadri continua a reggere la diocesi sino
al febbraio 1973 quando viene trasferito
a Terni e Narni. Il 31 maggio 1983 è nominato arcivescovo metropolita di Modena e Nonantola. Lascia per anzianità il
governo pastorale dell'Arcidiocesi il
12-04-1996.
Lo incontriamo in occasione di una sua
recente visita a Pinerolo
Che ricordi ha del periodo trascorso
a Pinerolo?
Pinerolo è stato il mio primo impegno
pastorale da Vescovo. Come dice una
canzone: “Il primo amore non si può
scordare”. Tutti i ricordi di momenti
belli, o difficili, sono all’insegna di un
sincero amore per i pinerolesi.
E del suo ministero?
Il ministero episcopale a Pinerolo ha
delle caratteristiche in parte uguali a
quelle delle altre diocesi italiane e in
parte differenti a causa della sua storia
civile e religiosa.
Nella propria azione pastorale ogni
vescovo fa delle scelte prioritarie o
prevalenti, che poi caratterizzano il
suo episcopato. Quali sono state le
sue?
Ho cercato di privilegiare
l’evangelizzazione nel concreto della
vita familiare, economica, sociale e religiosa. Questo mi ha portato ad offrire ai
giovani un ciclo quadriennale di studi
sociali rivolto ad approfondire i contenuti della realtà di Cristo nella vita personale e sociale di Pinerolo. Il tutto visto anche nella particolare situazione
economica del Pinerolese.
Lei è stato tra i più giovani vescovi
che ha partecipato al Concilio. Che
ricordi ha di quell’evento?
Ringrazio Dio per aver potuto partecipare a tutte le fasi del Concilio. I temi
trattati e la vita con vescovi, teologi e
laici di tutto il mondo mi hanno fatto
vivere e approfondire l’essenziale dimensione universale del cristianesimo.
Ricordo in particolare i momenti di vicinanza, amicizia e collaborazione con
Wojtyla nel gruppo di redazione della
“Gaudium et Spes”.
Siamo a 40 anni dal Concilio. È penetrato pienamente nella Chiesa?
Il Concilio è entrato subito nella vita
delle comunità per quello che riguarda
alcune disposizioni pratiche, per esempio sulla liturgia. Per le disposizioni che
richiedono tempo, slancio intelligente e
paziente continuità il lavoro è ancora in
corso. La conoscenza,
l’approfondimento e la realizzazione
completa degli orientamenti sta camminando a velocità diverse nei vari paesi
del mondo. L’Italia sta camminando
con serietà.
La diocesi di Pinerolo ha fama di
chiesa difficile. Ai suoi tempi
1° settembre
Giornata per la salvaguardia
e la difesa del creato
Il Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, riunitosi a Roma dal 23 al 26 gennaio 2006
ha deciso di istituire una “Giornata per la salvaguardia e la
difesa del creato”. Alla giornata, che dovrà essere celebrata
in sintonia con altre Chiese e Comunità ecclesiali europee, è
stata assegnata la data del 1° settembre, lasciando al livello
locale la possibilità di sviluppare le relative iniziative lungo
tutto il mese. La scelta della CEI intende sottolineare l'importanza che la “questione ecologica” ricopre oggi, con le
sue implicazioni di carattere etico e sociale.
La giornata, inoltre, potrà favorire, in molti ambiti dell'opinione pubblica, la crescita di una nuova sensibilità verso la
contemplazione della natura come via al riconoscimento e
alla lode del Creatore, oggi resa più difficile dalle condizioni, dai ritmi e dai luoghi ove si svolge la vita della società
contemporanea.
www.disf.org/Notizie.asp#20060126
com’era?
Anche allora c’erano delle difficoltà.
Ma non è mai mancata la volontà di andare avanti, sia in campo religioso che
civile. In campo ecumenico la costanza
nel seguire le indicazioni del Concilio
ha prodotto buoni frutti che sono promessa per futuri sviluppi.
La contestazione giovanile della fine
degli anni sessanta ha coinvolto in
modo molto vivace la chiesa pinerolese... e la sua persona.
Marcuse a qualcuno ha fatto dimenticare il Concilio. In quegli anni venne a
Pinerolo La Pira. In un teatro affollatissimo, dopo la sua relazione si ebbero
parecchi interventi, anche di giovani un
po’ contestatori. Il relatore ascoltò sereno e rispose con calma: “Se siete capaci, fatelo”.
Il clima pinerolese era un po’ caldo, ma
i giovani partecipavano. Certe volte venivano in vescovado a gruppi numerosi
e si dialogava a lungo.
Il confronto tra cultura laica e cattolica è uno dei nodi del dibattito attuale.
Pensa che in Italia e in Europa ci sia
un pregiudizio anticattolico?
Il confronto è utile e necessario, ma
richiede a tutti di non considerare gli
altri come sottosviluppati e cattivi. Dialogando con rispetto tutti possono imparare e, se necessario, cambiare, facendo
conoscere con chiarezza i punti essenziali del proprio pensiero e della propria
azione. Sempre col coraggio della ricerca di ciò che è vero e buono, senza cedere a forme di indifferenza e di relativismo.
Antonio Denanni
Verso il Convegno di Verona 2006
Teologia della speranza - 4
Intervista a J. Moltmann, il grande teologo della speranza
Un tempo tra cattolici e
protestanti ci si faceva la
guerra, poi abbiamo imparato
a sopportarci e infine anche
ad apprezzarci un po’, reciprocamente. Descrivendosi
come un «evangelico cattolico», vuole dire che considera
ormai secondarie le differenze dottrinali tra queste confessioni cristiane?
«Potrei spiegare la cosa
anche diversamente: ad esempio, accetto l’idea di una
communio cum Petro, e non
sub Petro – di una comunione dei cristiani, ma non di
una loro sottomissione generale alla gerarchia cattolica e
al Papa. Riflettendo sulla mia
biografia, e sulla mia personale scoperta della fede nel
campo di concentramento: il
primo fatto che incise fu la
frequentazione di cristiani
inglesi, riformati, di cui non
avrei saputo definire la particolare appartenenza ecclesiale (e forse, non ne sarebbero
stati capaci neppure loro), ma
tutti accomunati dalla medesima fede in Cristo e deside-
rosi di riunirsi per
pregare assieme.
Mi baso molto,
nel mio fare teologia, sui testi
della Patristica, oltre che sulla Bibbia, perché testimoniano di un’epoca in cui l’unica
Chiesa non era divisa tra Oriente e Occidente, tra cattolicesimo e protestantesimo.
Mi pare che di fronte
all’imperativo essenziale di
credere e seguire Cristo, tutte
queste distinzioni e classificazioni storiche siano per
così dire degli abiti, che si
potrebbero anche deporre, a
un certo punto. In particolare, c’è una questione che attualmente crea delle difficoltà tra cattolici e riformati, e
che sarebbe invece essenziale
superare, dal punto di vista di
un cammino ecumenico:
quella
del
divieto
dell’intercomunione, della
partecipazione unitaria
all’eucaristia.
(4. Continua)
L’intervista completa su La nostra
Domenica n. 35, 5 ottobre 2003
ORGANIZZAZIONE
NON GOVERNATIVA
Con tale definizione s’intende
un’organizzazione di privati cittadini, senza fini di lucro, indipendente da governi o da enti
sopranazionali e intergovernativi, caratterizzata da finalità di
intervento sociale a livello transnazionale.
Le ONG operano in settori come la cooperazione internazionale, la difesa dell’ambiente, la
salvaguardia di popoli indigeni e
tribali, l’assistenza sanitaria,
l’educazione dei giovani.
In Italia si sviluppano negli anni
sessanta e nel 1995 il Ministero
degli Affari Esteri ne riconosceva 150 circa. Nel mondo si contano ben 500000 ONG.
Queste organizzazioni, in quanto
slegate dalle centrali del potere
governativo, finanziario e economico, risultano efficaci presidi di
democratizzazione della scena
politica internazionale.
POVERTÀ
Per definizione la povertà è la
condizione di carenza oggettiva
di quei beni materiali e no, che
sono indispensabili per assicurare a un individuo, a un gruppo, a
una popolazione, il minimo livello di vita considerato socialmente accettabile. Le cause della
povertà sono molteplici: la sovrappopolazione, la disoccupazione, la dipendenza economica,
il sottosviluppo,
l’emarginazione, i conflitti regionali, l’estensione di minacce sanitarie, l’analfabetismo. Altre
cause sono di tipo strutturale come ad esempio i meccanismi del
commercio mondiale, il debito
internazionale, lo sfruttamento
della manodopera a basso costo.
Ancora oggi i cinque sesti
dell’umanità vive con un decimo
(nei casi migliori), un centesimo
(nei casi peggiori) di quanto disponibile nelle aree ricche. Un
miliardo di persone nel mondo
sono analfabete e altrettante non
hanno accesso all’acqua potabile.
Nei paesi industrializzati si parla, poi, di nuove povertà, conseguenza di una eccessiva ricchezza, tra le quali: povertà di senso,
di significato, di valori, disagi
psicologici e sociali.
Maria Luisa Demarchi
Pag.4
Itinerari religiosi
Maggio 2006
I Sacri Monti e i complessi devozionali
mite terrestre e tutte le religioni vi hanno letto un segno
del divino. Lunghi elenchi di
monti sacri, le cui vette sono
segnate da santuari, appartengono a tutte le tradizioni
religiose.
Nella
Ambientalismo cristiano:
mitologia indù
un’agenda europea
il
dio
Salvaguardia del Creato come via di evangelizzazione. È questa la consapevolezza che si va rafforzando all’interno delle
Shiva
Chiese europee. Già a Basilea nel 1989, in occasione della
abita le
prima Assemblea ecumenica, era stata tematizzata – insieme a
montagiustizia e pace – la salvaguardia del Creato come elemento
gne
in
per una testimonianza comune dei cristiani e delle Chiese in
Europa. Successivamente l’appuntamento di Graz, nel 1997,
compaha rilanciato e dato un impulso decisivo alle Chiese in questo
gnia delambito. Certamente, prima dei due grandi appuntamenti eurola
sua
pei esisteva già un’attenzione di singoli gruppi, movimenti e
Chiese a queste tematiche, ma le assemblee ecumeniche e le
sposa, la
successive iniziative nate per volontà del Consiglio delle Con- dea Parferenze episcopali d’Europa (Ccee) e della Conferenza delle
vati, noChiese europee (Kek) hanno contribuito a diffondere più amme che
piamente nelle comunità cristiane la consapevolezza che
l’impegno per la salvaguardia del Creato è anche compito dei
letteralcredenti. Tra le principali iniziative europee di questi anni si
mente
possono ricordare le sei consultazioni organizzate dal Ccee tra
significa
il 1999 e il 2004 (l’ultima nel giugno 2004 in Belgio) per i
«la mondelegati del settore ambiente presso le Conferenze episcopali.
Gli incontri intendevano coinvolgere i delegati in un dialogo
tanara»,
comune che ha toccato i temi della spiritualità della creazione
e si celee le politiche ambientali, degli stili di vita cristiani e lo svilupbra
il
po sostenibile, del rapporto tra lavoro e ambiente, e – da ultimo – della responsabilità delle Chiese e delle religioni per
monte
l’ambiente.
M e r u
Si è creato inoltre uno spazio di scambio di esperienze concrec o m e
te nei diversi Paesi. Così si è saputo che l’Ungheria ha elaborato programmi di insegnamento scolastici per l’educazione al «una trarispetto della natura; in Francia, dove la Conferenza episcopa- ve di lele aveva pubblicato una lettera pastorale al riguardo nel 2000,
gno che
è stato realizzato un workshop diretto ai vescovi sulla responfunge da
sabilità per il Creato; in Italia la Cei ha preparato il sussidio
puntello
Responsabilità per il Creato per gli insegnanti di religione; in
Belgio la Chiesa ha dedicato il 2002 al tema della diaconia,
perché il
mettendo ai primi posti l’attenzione ecologica; in Svizzera,
cielo non
dove dal 1986 esiste un’iniziativa ecumenica "Chiesa e amcada sulbiente" (Oeku), si realizzano corsi di formazione per i sacrestani sul risparmio energetico. In ambito liturgico è interesla terra».
sante il caso della Croazia, dove in molte parrocchie e scuole
D e l l a
all’inizio di ottobre si celebra la "giornata del pane"; e in Slociviltà
vacchia sono stati preparati per i sacerdoti dei modelli di pregreca è
dicazione sulla spiritualità del Creato. A conclusione di questo ciclo, grazie alla collaborazione dell’Italia, il Ccee ha
noto il
La storia delle fedi è legata
anche alla sacralità delle
montagne. Tutte le culture
hanno ritrovato nello svettare della montagna una immagine della tensione verso
l'oltre e l'altro rispetto al li-
significato dell’Olimpo o del
monte Parnaso. Gli Ittiti
consideravano i monti come
la sede del dio della tempesta.
In Giappone i monti sono
considerati residenze dei kami, le divinità: da lassù fanno scorrere l'acqua per le
coltivazioni. Gli spiriti degli
antenati, purificati dai riti
funebri, salgono sui monti
ove sono divinizzati. Le ascensioni ai monti sacri, come il Fuji-yama, sono vere e
proprie processioni mistiche,
ricche di rituali purificatori.
Per i maestri taoisti cinesi
è, invece, il monte K'un-lun
la sede paradisiaca dell'immortalità: lassù il Signore
Celeste, Chan Tao-ling, aveva scoperto due spade vittoriose contro gli spiriti del
male e da lì era asceso al
cielo su un drago dai cinque
colori, dopo aver bevuto l'el i s i r de l l ' i mm o r t a l i t à .
Per gli Arabi è la catena
montuosa Qâf, fatta di smeraldo, in cima alla quale si
scopre l'infinita distesa dei
cieli divini. In quella montagna vive in perfetta solitudine fin dall'origine del mondo
l'uccello mitico Simurgh,
fonte di sapienza e di felicità
perché a lui è concesso di
vedere il mistero dei cieli
divini.
In Medio Oriente sono le
ziqqurrat, i famosi templi a
gradoni della Mesopotamia,
che riproducono in forma
architettonica la simbologia
di un monte
sacro, sul cui
vertice si ergeva il santuarietto-residenza
delle divinità.
A questa simbologia si ispira
il sogno di Giacobbe narrato
dalla Genesi:
«Una
scala
poggiava sulla
terra, mentre la
sua cima raggiungeva il cielo. Ed ecco, gli
angeli di Dio
salivano e scenI templi Jaina di Shatrunjaya di Palitana, India
devano su di
essa» (28, 12). Su questo di Cristo e quello delle Beaschema di collegamento tra titudini, il monte della Tracielo e terra (ascesi spiritua- sfigurazione e il Golgotale) è stata vissuta la spiritua- Calvario, sino al monte delità di molti monaci del de- gli Ulivi che nell'ascensione
serto. Il monastero più noto di Gesù congiunge terra e
è quello
di Santa Il supplemento n.2, Agosto 2004, di Piemonte Parchi
Caterina è dedicato ai principali Monti Sacri del mondo.
nel Si- Cfr. www.regione.piemonte.it/parchi/ppweb/rivista/
nai, uno speciali/ago_04/index.htm - Pure www.sacrimonti.net
dei monti biblici fondamentali. Così cielo.
pure l’esperienza mistica
In epoca più recente, a parproposta da san Giovanni tire dalla fine del XV secolo,
della Croce (1542-1591), ha in ambito europeo cristiano e
come riferimento simbolo il nel nuovo mondo si sono
monte Carmelo.
sviluppati in contesti montaI monti biblici più noti a ni dei luoghi di pellegrinagcui si fa riferimento per la gio con cappelle o santuari,
spiritualità dei sacri monti che hanno portato alla defisono: l'Ararat su cui posa nizione di “Sacro Monte”.
l'arca di Noè, il Moria del Questi edifici sono collocati
sacrificio di Isacco, il Sinai in genere su di una altura
dell'esodo, il Nebo della elevata, in un ambiente natum o r t e rale, in una posizione appardi Mo- tata rispetto al centro urbano
sè, il e vi si giunge prevalenteC a r - mente mediante un pellegrim e l o naggio. Non di rado il perdi Elia, corso richiama la Via Doloil Sion rosa, il cammino che da Ged e l rusalemme conduce al Caltempio vario percorso dal Cristo
g e r o - caricato della Croce.
Sul tema dei Sacri Monti si
solimitano, il è tenuto nell’autunno del
m o n t e 2004 un convegno internad e l l e zionale a Torino.
Tenta- Cfr. www.sacrimonti.net.
zioni
A.D.
commissionato a un gruppo di esperti un’indagine europea per
arrivare – entro la fine del 2005 – a una mappatura precisa
delle iniziative e delle realtà, collegate alle Conferenze episcopali, che lavorano nell’ambito dell’ambiente. Lo studio
consentirà anche di precisare i bisogni e le necessità per futuri
impegni comuni.
Un’altra grande iniziativa europea, nata nel 1989, è l’Ecen, la
Rete ecumenica cristiana per l’ambiente (sostenuta dalla
Kek), cui aderiscono Chiese e gruppi locali, regionali o nazionali di ispirazione cristiana che lavorano per l’ambiente o
desiderano farlo. Ogni due anni i rappresentanti degli organismi membri si riuniscono in assemblea, come è successo lo
scorso maggio a Basilea. Anche in questa occasione è stata
messa in luce la varietà di impegni esistenti per l’ambiente:
sul tetto della Tituskirche di Basilea è stato installato un impianto fotovoltaico che genera 10 mila kilowattora di energia
ecologica l’anno, con un ricavo di circa 40 mila euro (che
viene poi speso in Nigeria per acquistare frigoriferi a energia
solare che servono a conservare medicinali). Alcuni monasteri
ortodossi della Romania – che possiedono estese aree boschiIl Sacro Monte di Varallo
ve e agricole – hanno avviato un programma per «trasformare
i turisti in pellegrini» e avvicinarli alla natura; in Inghilterra,
I beni italiani iscritti nella Lista del Patrimonio mondiale dell'Umanità dell’UNESCO
con il progetto delle «ecoDal 1979 ad oggi, 36 siti della nostra peni- robello in Puglia, le città barocche della Si- suoi giardini, il Palazzo Chiablese, la bibliocongregation», le comunità
parrocchiali possono sottoporsi sola sono iscritti nella Lista del Patrimonio cilia sud orientale, i Sassi di Matera, la Co- teca e l'armeria reale, l'Archivio e la Zecca
a un’analisi dettagliata della
mondiale dell'Umanità. L’elenco comprende stiera Amalfitana, le zone archeologiche di di Stato, il Palazzo della Prefettura, l'ex Acgestione della propria vita e
città d'arte e paesaggi incantevoli tra cui Pompei, Ercolano, Agrigento, le isole Eolie, cademia militare, la Cavallerizza e le scudemissione, al fine di individuare spiccano i centri storici di Firenze, Verona, le incisioni rupestri della Valcamonica e i rie, la facciata del Teatro Regio, il Palazzo
una serie di possibili cambiaUrbino, Napoli, Venezia e la sua laguna, parchi nazionali Cinque Terre (Liguria), Madama, il Palazzo Carignano, il Castello
menti di abitudini nel senso di
Ferrara e il delta del Po, il giardino botanico Cilento e Vallo di Diano (Campania).
del Valentino, la Villa della Regina e il relauna maggiore «sensibilità verdi Padova, Vicenza e le ville Palladiane, il Nel 1998, con un'unica iscrizione sono state tivo parco. Nel luglio 2003 l’Unesco ha inde». In tanti Paesi e Chiese, poi,
è ormai prassi celebrare il tem- "Cenacolo" di Leonardo a Milano, la Piazza inserite le Residenze della casa reale di Sa- serito nella lista dei beni culturali Patrimodel Duomo a Pisa, i monumenti e mosaici voia, che comprendono numerosi edifici nio dell'Umanità i Sacri Monti di Belmonte,
po per il Creato, tra il primo
settembre e la seconda domeni- bizantini a Ravenna, Assisi e i luoghi fran- dislocati in vari luoghi del Piemonte. Sono i Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta,
cescani, quasi l'intero Stato Città del Vatica- castelli di Agliè, Venaria, Rivoli, Stupinigi, Ossuccio, Varallo e Varese.
ca di ottobre.
no, il centro storico di Roma, la Reggia di Racconigi, Moncalieri, La Mandria, Pollen- www.regione.piemonte.it/parchi/ppweb/rivista/
Sarah Numico - Jesus, n.
Caserta, Castel del Monte e i trulli di Albe- zo, Govone e a Torino: il Palazzo Reale e i speciali/ago_04/sacri_b.htm
10, 2005
Progetto culturale
Pag. 5
Maggio 2006
Il prete e la sua immagine
L’uomo della comunità
Il profilo del prete nella cultura contemporanea - 3
Dopo la parrocchia, la Conferenza
Episcopale Italiana ha messo a tema la
riflessione sulla figura del prete.
Presentiamo il terzo di questi profili o
dell’immagine del prete così come è
colta nella cultura contemporanea
Confidenza un poco sconfortata, ma
realistica:
«Guardo gli altri preti, e me. Sempre
di corsa, senza tempo, spesso senza
gli strumenti culturali per comprendere l'epoca in cui viviamo e
quindi la gente attorno a noi.
I nuovi preti?
Anche noi attraversati dal pen“Preti in relazione”
siero debole. Poi penso alla caLo afferma mons. Antonio
duta delle vocazioni e mi semLanfranchi, vescovo di Cesena bra tutto così logico... Un giovane ci guarda e pensa: io, divenIl seminarista di oggi svolgerà domani un tare come quelli lì?».
servizio ecclesiale abbastanza diverso da Confidenza che guarda al futuquello della tradizione: unità pastorali, co- ro:
munità presbiterali, pluralità di ministeri e «Credo sia finita la stagione
servizi, comunità di minoranza... Quali at- della vocazione intesa come
teggiamenti e virtù si chiedono al seminari"sforzo prometeico", del prete
sta di oggi?
monade isolata che decide tutto
«Se dovessi indicare la cifra sintetica per esprimere la figura del prete di domani userei da solo, anche sulla propria
la parola "relazione", ovvero capacità di col- vocazione. Siamo ormai nella
tivare le relazioni. Anzitutto la relazione fon- stagione dei cari-smi, in cui il
dante, quella con Dio. Il prete starà in piedi, prete è chiamato dalla comunise ancorerà tutto alla sequela di Gesù Cristo. tà. E la Chiesa che ti dice:
Potrà sembrare paradossale, ma sarà un buon "Ho bisogno di te, vieni''».
pastore nella misura in cui sarà un autentico Utopico?
credente nell'esercizio del ministero. Altre
Il prete del futuro - un futuro
motivazioni, poste a fondamento dell'essere
che è già presente - dovrà impaprete, come il voler essere utile, avere un
ruolo, avere il consenso della comunità, pri- rare a stare insieme ai confratelli, a collaborarci assieme. E a
ma o poi crollano e si rischia di entrare in
crisi. Occorre allora formare e coltivare una stare insieme ai fedeli laici. Che
forte spiritualità, incentrata su Cristo.
da tempo immemorabile formiaPoi c'è la relazione con il vescovo e gli altri mo, formiamo, formiamo. Se ai
presbiteri, quindi la coscienza di appartenere fedeli laici venisse affidata una
a un presbiterio. I cambiamenti in atto a liquantità di responsabilità pari
vello di organizzazione pastorale, come le
anche solo alla metà della forunità pastorali o i vicariati, implicano il pasmazione ricevuta, il tempo a
saggio dall'asse parroco-parrocchia all'asse
presbiterio-parrocchie, un piccolo presbiterio disposizione dei preti si moltiche collegialmente ha la cura pastorale di più plicherebbe. No, i laici si formacomunità cristiane poste nello stesso territo- no, si formano, si formano. Non
rio. Oggi più che mai è importante sviluppa- c'è dubbio che ne abbiano bire la coscienza dell'"essere presbiterio". Que- sogno. Intanto i preti sono semsta coscienza non mortifica il proprio mini- pre più anziani. Come si fa a
stero; ma lo potenzia. Permette, ad esempio, chiedere a un prete di setdi sviluppare un'attenzione particolare verso tant’anni di rimettersi in discusun settore della pastorale che accomuni più
parrocchie e nello stesso tempo dà maggior sione e cominciare a sperimenlibertà al sacerdote per attendere a momenti tare la comunione, la collaborazione, la collegialità, la parteciformativi, di spiritualità, di riposo. Si tratta
allora di maturare quelle virtù e quegli atteg- pazione, delegando, assegnando
compiti e affidando regiamenti in cui si esprime la spiritualità di
comunione, compresa quella pastorale: capa- sponsabilità? O - impresa titanicità di accoglienza, di ascolto, di collabora- ca - elaborando piani pastorali e
zione, di condivisione.
strategie con gli altri preti della
Ancora, va coltivata la relazione con le
stessa città, della stessa vallata?
varie figure ministeriali della comunità, saNon l'hanno praticamente mai
pendo vivere il proprio carisma in armonia e
in relazione con gli altri carismi. Il ministero fatto. Il prete anziano dovrebbe
presbiterale emerge sempre più nella sua ca- anche saper leggere i tempi, interpretare le tendenze culturali,
ratteristica di presidenza, di sintesi e di accompagnamento spirituale. Anche su questo possedere e fornire strumenti
versante si richiede la maturazione di quelle critici per comprendere e giudivirtù a cui ho appena accennato, e della cacare modelli di pensiero e di
pacità d'inserirsi in un'attività fatta di molte comportamento. Roba da supecollaborazioni, di condivisione di un progetto, di senso ecclesiale.
Infine c'è la relazione con tutti, ricca di
umanità. Questa è possibile se si vive positivamente il proprio tempo e si ha una buona
concezione di sé e degli altri. È fondamentale sentirsi vivi e contenti di essere preti oggi.
E questa non è una questione di temperamento o di carattere, ma di formazione al
senso della storia e del tempo, al valore della
persona, alla virtù della speranza».
(1. Continua) - ll Regno - Attualità n.2/2006
reroe. La sproporzione tra obiettivi e
possibilità rischia di schiacciare il
prete. Per uscirne il modo ci sarebbe:
da buon leader, individuare le competenze - mancanti in lui - nei collaboratori. Nei fedeli laici. Che vivono
nel mondo, lavorano, hanno famiglia,
hanno in casa i «famosi adolescenti»
tanto incomprensibili, vedono di più
la tv e leggono di più i giornali, viaggiano, annusano il mondo. Qualcosa
potrebbero saperne. Ma sono impegnati in rigorosi e onerosi cammini di
formazione...
Confidenza:
«La comunità parrocchiale è in mezzo al guado, quello in cui l'ha provvidenzialmente sospinta il concilio Vaticano II. Abbiamo delle certezze: il
rito e le sue parole. Ma anche delle
incertezze: quali parole dire all'uomo
di oggi? Che cosa dire, e chi essere?
Il prete contemporaneo ha in gran
parte smarrito queste parole e allora
si rifugia in ciò che sicuramente possiede: il rito e le sue parole. Navighiamo in acque sconosciute, è un
tempo meraviglioso».
Un altro prete: «La fatica della comunità, oggi, è darsi un vocabolario
per parlare di Gesù agli uomini».
(3. Continua)
Umberto Folena, Seminario del Progetto culturale della Cei sulla “Figura
del prete”, Roma 17-18 giugno 2005.
Mappe del pensiero
Il neoilluminismo
Il neoilluminismo vuole ritornare
alla centralità della ragione umana,
nella quale vede il mezzo capace di
dominare la natura e abolire ogni
rimando al soprannaturale e non la
funzione speculativa decisiva nella
costituzione dell'uomo. Alla religione viene concesso soltanto uno spazio privato, che le nega il diritto di
intervenire nel pubblico dibattito;
dal punto di vista morale, l'etica deve costituirsi esclusivamente attraverso il confronto tra le varie posizioni espresse dagli individui, tutte
poste sullo stesso piano. Escluso
ogni riferimento a valori immutabili,
il pluralismo sfocia in relativismo,
ovvero nell'affermazione che tutti i
valori e le opinioni hanno, costitutivamente, uguale fondatezza - inevitabile conseguenza dell'abolizione
del senso stesso di una ricerca di
fondamenti che vadano al di là delle preferenze individuali.
HANNO DETTO
Cosa ha rappresentato Giovanni Paolo II per la Chiesa e per il mondo?
«Non mi azzarderei a fare in due parole
una sintesi di ventisei anni di Pontificato!
Ma qualcosa mi sembra evidente: in un
momento culturale dove la realtà religiosa sembrava segregata all'intimo, al
soggettivo e alla irrilevanza sociale, Giovanni Paolo II è riuscito a portare la dimensione religiosa dell'uomo in primo
piano nella considerazione generale; ha
aiutato a rendere "inevitabile" confrontarsi con il tema di Dio e i grandi temi
trascendenti dell'essere umano. Lui ha
contribuito decisivamente allo sgretolamento del preconcetto che l'unica fonte
di certezza può venire soltanto dal pensiero positivistico e dalle scienze sperimentali, e non più dalla fede e dalla sua
razionalità. È come la chiusura di un
“buco nero” che aveva la modernità».
J. Navarro Valls, La Stampa 27.3.06
Nessun complesso di inferiorità
«Sta crescendo la consapevolezza che
la Chiesa non debba avere nessun complesso di inferiorità nei confronti di qualsiasi altra matrice culturale e a questa
consapevolezza ci hanno condotto e ci
stanno conducendo, ognuno per la sua
strada, il papa che ci ha lasciati l'anno
scorso e il papa che l'anno scorso è stato eletto.
Giovanni Paolo II ce l'ha trasmessa scegliendo l'uomo quale "prima e principale
via della Chiesa" e mostrando come su
tale via i cristiani non possano essere
fermati da nessuno, si tratti di affermare
la giustizia, o la libertà, o la pace. Benedetto XVI denunciando l'insidia del relativismo e la sua pretesa di dettare legge,
negando l'esistenza di valori assoluti.
Tutti e due tenendo alta la bandiera della dignità della persona umana in ogni
momento della sua esistenza».
Rino Fisichella, Corriere della sera,
1.4.06
“Relativismo cristiano”
“Si dice giustamente che nel mondo c’è
molto relativismo, che tutte le cose sono
prese quasi valessero come tutte le altre, ma c’è pure un ‘relativismo cristiano’, che è il leggere tutte le cose in relazione al momento nel quale la storia
sarà palesemente giudicata. E allora
appariranno le opere degli uomini nel
loro vero valore, il Signore sarà giudice
dei cuori, ciascuno avrà la sua lode da
Dio, non saremo più soltanto in ascolto
degli applausi e dei fischi, delle approvazioni o delle disapprovazioni, sarà il Signore a darci il criterio ultimo, definitivo
delle realtà di questo mondo. Si compirà
il giudizio sulla storia, si vedrà chi aveva
ragione, tante cose si chiariranno, si
illumineranno, si pacificheranno anche
per coloro che in questa storia ancora
soffrono, ancora sono avvolti
nell’oscurità, ancora non capiscono il
senso di ciò che sta loro accadendo. Il
Signore verrà...
Tutta la storia sarà giudicata da Dio...
Noi abbiamo bisogno in questa storia
del dono del discernimento, per prevenire in qualche modo, per sintonizzarci
con il giudizio di Dio sulla storia umana,
sulle vicende che si svolgono attorno a
noi e soprattutto sulle vicende che si
svolgono nel nostro cuore”.
Carlo Maria Martini, maggio 2005, Milano
Multiculturalità
Pag.6
Maggio 2006
Le differenze sostanziali
fra cristianesimo e Islam
15a Settimana Biblica
21-25 agosto 2006
Casalpina “Don Barra”-Pragelato
Relatore Prof. Romano Penna, ordinario di Nuovo Testamento alla Pontificia Università Lateranense di Roma
PROGRAMMA
Lunedì 21 AGOSTO
Ore 16: PRESENTAZIONE DELLA SETTIMANA BIBLICA
Relatore: Don Giuseppe Alluvione,
biblista, direttore della Casalpina
don Barra
Introduzione: ROMANI COME
LETTERA “FATALE” (2a parte)
Interventi e dibattito
Ore 19: Celebrazione dell’Eucaristia
Martedì 22 AGOSTO
Ore 8,30: Celebrazione delle Lodi
Ore 9: ROM. 6,1-14: L’UNIONE
DEL CRISTIANO CON CRISTO
Ore 11: ROM. 6,15-7,6:
L’IMPEGNO CHE NE DERIVA
Interventi e dibattito
Ore 16: ROM. 7,7-25: IL DRAMMA DEL PECCATO
Interventi e dibattito
Ore 19: Celebrazione dell’Eucaristia
Mercoledì 23 AGOSTO
Ore 8,30: Celebrazione delle Lodi
Ore 9: ROM. 8,1-30: LA VITA SECONDO LO SPIRITO
Ore 11: ROM. 8,31-39: IL “DIO PER
NOI”
Interventi e dibattito
Pomeriggio: Visita all’archivio di
Mentoulles Relatore-accompagnatore: Don Giuseppe Alluvione
Ore 19: Celebrazione dell’Eucaristia
Giovedì 24 AGOSTO
Ore 8,30: Celebrazione delle Lodi
Ore 9: ROM. 9-10: ISRAELE DI
FRONTE A CRISTO
Ore 11: ROM. 11: LA “RADICE
SANTA”
Interventi e dibattito
Ore 16: ROM. 12,1-2: IL CULTO
SPIRITUALE DEL CRISTIANO
Interventi e dibattito
Ore 19: Celebrazione dell’Eucaristia
Venerdì 25 AGOSTO
Ore 8,30: Celebrazione delle Lodi
Ore 9: ROM. 12,3-15,13:
L’ESERCIZIO DELL’AMORE
Ore 11: ROM. 16: LA DIMENSIONE COMUNITARIA DELLA FEDE
Interventi e dibattito
Ore 12: CONCLUSIONE DELLA SETTIMANA BIBLICA
Ore 12,30: Celebrazione Euc.
La Conferenza Episcopale
dell’Emilia Romagna per far
conoscere il mondo dell’Islam
ha predisposto un testo dal titolo Islam e Cristianesimo, da cui
è tratto questo scritto.
Il volumetto, a cura di Davide
Righi, EDB, è disponibile nelle
principali librerie cattoliche.
www.acquaviva2000.com/
POLITICA/islam_e_cristianesimo.
htm
(II parte)
Al di là di questa identità
indiscussa si possono e si
devono definire diversi tipi
di Islám. La distinzione tra
sunniti e sciiti è d'obbligo,
ma all’interno degli stessi
sunniti ci sono diversi modi
di vivere questo islám ideale. Ci sono poi attualmente
quattro scuole giuridiche,
per non parlare delle diverse
tradizioni locali che fanno
dell'Islam propagandato e
vissuto in Pakistán un Islam
ben diverso da quello del
Marocco e ben diverso da
quello dell'Egitto o dell'Arabia Saudita [5]. Per non parlare delle confraternite e dei
movimenti sufi che sono
stati e vengono avvertiti in
modo quasi eterodosso all'interno della comunità islamica. "Oggi (. . .) si tende a
ripetere che non c’è un solo
Islam, ma molti Islam. L'Islam arabo, l'Islam iraniano, l'Islam egiziano, quello
marocchino, senegalese,
asiatico,indonesiano, con
varietà e diversità. Di recente si è cominciato a parlare anche di Islam europeo"
"Ma al di là di tutte le differenze di cui pastoralmente
si deve tenere conto, da
sempre, e anche oggi, c'è un
solo Islam, «fondato sulla
sua legge e il suo profeta».
[7]
"Anzi, è necessario chiarire che con «Islam» si indica un'identità culturale, perciò certi musulmani, spesso
intellettuali, (... ) non negheranno mai la loro identità
musulmana, pur dicendo di
essere agnostici." [8].
Dunque, precisato che non
si può usare il termine «Islam»
come trascendentale
che tutto
assorbe
dell'identità
di ogni musulmano in
ogni momento della storia,
quali sono i tratti caratteristici che si possono ricavare
come «tipici» dei musulmani?
Possiamo indicarli in sei
punti:
1) Il Corano afferma l'unicità di Dio.
2) L'uomo non può comprendere Dio che rimane
trascendente e incomprensibile.
3) La verità garantita dalla
legge coranica deve essere
applicata nella vita.
4) La rivelazione del Corano
è l'ultimo atto della rivelazione.
5) La comunità dei credenti
e la legge divina (sarí'ah)
sono quelle che danno garanzie e diritti al singolo.
6) L'adesione alla comunità
dei credenti non è solo religiosa come noi oggi lo intendiamo, ma anche politica, economica e culturale.
Anche quando parliamo di
«Cristianesimo» non possiamo parlarne in generale, quasi che ci si possa appellare a
un 'identità chiara e definita.
Il Cristianesimo richiama il
Cristo, ma richiama necessariamente anche la
«Chiesa»: la Chiesa cattolica ha una sua visione di
quale sia la Chiesa di Cristo;
vede nelle Chiese orientali
delle vere e proprie Chiese;
non riconosce, a motivo della perdita della successione
apostolica e della maggior
parte dei sacramenti, nelle
Chiese della Riforma delle
vere e proprie «Chiese» ma,
come fa il concilio Vaticano
II nell' Unitatis redintegratio, preferisce chiamarle
«Comunità ecclesiali» (UR
19ss).
Per non parlare delle cosiddette «Chiese libere» che
non si riconoscono neppure
in un organismo come il
Consiglio ecumenico delle
Chiese e nella professione di
fede nicenocostantinopolitana quale espressione di una
Chiesa unita nella fede. E se
volessimo fermarci al Consiglio ecumenico delle Chiese, cioè di tutte quelle comunità che riconoscono Gesù Cristo come salvatore e
professano l'unità e la trinità
di Dio, le differenze tra esse
e le espressioni storiche del-
la loro fede sono
state tali e tanto diverse, che riuscirebbe difficile
«armonizzarle» in
un quadro unico.
Perciò «cristianesimo» può
indicare la varietà e la molteplicità delle espressioni
storiche delle Chiese e delle
comunità ecclesiali di diversa appartenenza così come
si sono sviluppate nella storia, comprendendo anche
quelle Chiese considerate
eretiche o scismatiche dalla
grande Chiesa.
Nonostante tutto ci si può
chiedere: esistono dei tratti
che possiamo definire
«cristiani» e tipici del cristianesimo o della maggior
parte dei cristiani?
A mio avviso sì e in particolare per noi cattolici:
1) L'incarnazione del Verbo
di Dio ha mostrato l'unità e
la trinità di Dio.
2) Dio è inconoscibile ma in
Gesù Cristo Verbo incarnato
si è voluto far conoscere.
3) L'uomo è per sua natura
capax Dei, chiamato a conoscere e ad amare il proprio
Creatore e Redentore nell'esperienza viva dello Spirito.
4) L'economia salvifica espressasi nella storia ha come culmine della rivelazione l'incarnazione del Verbo
di Dio nel quale "sono racchiusi tutti i tesori della sapienza e della scienza" (Col
2,3).
5) L'incarnazione del Verbo
di Dio in Gesù di Nazaret ha
mostrato l'alta dignità della
natura umana e, con il fatto
che egli ha assunto ogni persona umana come fratello
(Eb 2,1 1), ha mostrato la
straordinarietà e la irripetibilità della
vocazione
alla quale
ciascuno è
chiamato;
questa straordinarietà
risplende in
Maria, Madre di Dio.
6) La Chiesa non intende essere un sistema politico
né sostituir-
si a un sistema politico, anche se storicamente ciò è
avvenuto, ma intende essere
come l'anima nel corpo in
quanto ha come fine non i
regni terreni bensì il raggiungimento del regno di
Dio che è già iniziato nella
storia e va al di là della storia.
NOTE:
[1]
Per uno sguardo e una presentazione complessiva di tutta la letteratura arabo-cristiana si rimanda ai
quattro volumi introdotti e curati da
Graf e in particolare, per la parte
teologica, al volume di G. GRAF,
Geschichte der Christlicheri- Arabischeri Literatur, Città del Vaticano 1947. Ricordo a questo proposito che il Gruppo di ricerca arabocristiana diretto da p. Samir Khalil
sj ha cominciato un'opera di traduzione dall'arabo e di diffusione del
patrimonio culturale arabo cristiano
nel panorama editoriale italiano: T.
ABU QURRAH, La difesa delle
icone, a cura di P. Pizzo, Milano
1995; YAHYA IBN SA'ID ALANTAKI, Cronaca dell'Egitto
fatimide, a cura di B. PIRONE',
Milano 1998; 'ABD ALMASIH
AL-KINDI, Apologia del cristianesimo, a cura di L. BOTTINI,, Milano 1998
[2]
'F. TWAL, «Il fenomeno Islam.
Che cos'è? Che cosa chiede?», in Il
nuovo Areopago 18(1999)3, 5-6.
[3]
B. LEWIS, L'Europa e l'Islam,
Laterza, Bari 1999,
[4]
Per un'informazione storica esauriente sulle origini del fondamentalismo rimando al libro di YOUSSEF M. CHOUEIRI, Il fondamentalismo islamico, Mulino, Bologna
1993.
[5]
Cfr, anche TWAL, «Il fenomeno
Islam, 5-15.
[6]
E.
FARHAT, «Diritti umani
e libertà religiosa nell'Islam in espansione», in Il nuovo Areopago,
18(1999)3. 1-0. Edmond Farhat è
stato nunzio apostolico in Algeria e
Tunisia e delegato apostolico in
Libia e dal 1993 è nunzio in Slovenia e Macedonia.
(Seconda parte — fine)
Intercultura
Pag. 7
Maggio 2006
Il Novecento tra tradizione e cambiamento
Un secolo di religione in sintesi
La vita delle grandi religioni nel XX
secolo è stata segnata da tendenze
contrastanti. Da un lato, dapprima in
Europa e negli USA poi anche nelle
altre aree a maggioranza cristiana, la
religione è diventata sempre più un
fatto individuale, consegnato al foro
interiore della coscienza, in una società laicizzata. Dall'altro lato, i cosiddetti «fondamentalismi» hanno cercato di
contrastare tale processo, riproponendo le religioni del libro come unico
fondamento delle relazioni sociali e
della vita politica. Nel processo di formazione dei nuovi stati nazionali, in
cui i capisaldi del potere politico si
radicavano in modo crescente nella
sfera delle credenze e delle identità, la
diversità di religione è divenuta in
molti casi motivo di odi e conflitti; si è
inoltre ripresentata la tendenza a forme di religione (o irreligione) di stato,
tanto più oppressive in quanto associate al totalitarismo politico.
La privatizzazione delle pratiche
religiose. Il percorso evolutivo che ha
fatto della religione, in Occidente, una
scelta individuale ha sicuramente un
fondamento nel modello di stato costituzionale basato sulla separazione del
potere politico dalle istituzioni religiose. La privatizzazione delle pratiche
religiose è però radicata in processi
culturali e psicosociali più complessi e
di lungo periodo: quei processi che
hanno portato dapprima al weberiano
«disincantamento del mondo», poi alla
libertà individuale di interpretazione
dei testi sacri e poi, soprattutto nel
'900, a forme di rapporto del tutto personali con la divinità, che sono state
definite «religione fai da te». Un esito
di tale processo è lo sviluppo dei cosiddetti «nuovi culti» in connessione
con il crescere dagli anni '70 della
complessa galassia nota come «New
Age».
I «fondamentalismi». Una tendenza
ricorrente nel secolo, lo sviluppo dei
cosiddetti «fondamentalismi» o integralismi, sembra nascere proprio dalla
volontà di risolvere la contraddizione
tra carattere privato e funzioni pubbliche della religione. Di fondamentalismo in senso proprio, in realtà, si può
parlare solo per il movimento che per
primo prese questo nome, e che diffuse in una vasta area nel sud e sudovest degli USA (la cosiddetta
«cintura della Bibbia») una teologia
basata sull'interpretazione letterale del
testo sacro e mirante all'applicazione
dei princìpi biblici a tutti gli aspetti
della vita fino al divieto di dottrine
devianti come l'evoluzionismo. Parlare
di fondamentalismo islamico è invece
improprio perché nella religione rivelata da Maometto l'idea di interpretazioni non letterali e di una separazione
tra normative secolari e religiose appare blasfema. Ma è vero che tra il radicalismo islamico, l'integralismo ebraico e cattolico, il fondamentalismo protestante esistono dei tratti comuni, a
cominciare dalla volontà di fare della
religione la guida di tutti gli aspetti
della vita e di contrastare i fenomeni
di «secolarizzazione».
La crescita dell'indifferenza. In
una situazione in cui l'appartenenza
religiosa si presenta come una scelta
individuale, il rifiuto di scegliere appare una possibilità in sé. Ne è prova
la crescita ininterrotta, nel corso del
secolo, del fenomeno
dell’«indifferenza», cioè del numero
di quanti non si riconoscono in alcuna fede. Quasi assenti all'inizio del
'900, gli «indifferenti» alla fine del
secolo superavano il 16% della popolazione mondiale. Le stime in questo
campo rischiano di essere sbagliate
per difetto, vista la crescente divaricazione tra il numero di persone che dichiarano una fede religiosa e il numero di coloro che la praticano effettivamente.
L'ateismo, privato e di stato. Del
tutto trascurabile all'inizio del '900
nonostante le sollecitazioni filosofìche
e scientifiche (dal positivismo a Nietzsche), l'ateismo ha conosciuto una
crescita nettissima dopo la seconda
guerra mondiale, fino a toccare nel
1950 il 4% della popolazione mondiale. Si tratta di un dato tutt'altro che
incontrovertibile, in quanto la parte
centrale del secolo ha visto lo sviluppo
di stati dichiaratamente atei e caratterizzati da una politica di contenimento, quando non di aperta repressione,
della religiosità: il primo storicamente
è stato il Messico rivoluzionario, seguito dall'Unione Sovietica e poi dalle
«democrazie popolari», inclusa la Cina di Mao impegnata negli anni '40'70 in campagne sistematiche di sradicamento delle religioni e dei sistemi
etici tradizionali. Con la caduta dei
regimi comunisti, si è avvertita in questi paesi una netta ripresa della pratica
religiosa la cui tenuta sul lungo periodo è però tutta da verificare: in particolare in Cina.
La religione di stato. All'irreligione
NOTE DI LETTURA
Per una storia delle
missioni nel Pinerolese
di stato propria dei sistemi totalitari
socialisti ha corrisposto nei sistemi
fascisti il ritorno alle religioni di stato:
ne sono stati esempi l'Italia mussoliniana, ma in forma diversa anche la
Germania nazista, caratterizzata da
una complessa stratificazione di istituzioni religiose, dalle chiese cristiane,
tollerate e promosse a condizione di
un'accettazione piena del regime, fino
ai culti esoterici praticati dalle cerchie
più ristrette del partito di Hitler.
Fedi di fine secolo. Ateismo, indifferenza, allontanamento dalla pratica
non toccano tutte le aree del mondo in
modo omogeneo. È anche grazie al
grande numero dei praticanti negli
USA e in America Latina, dove la fede prevalente è il cattolicesimo nonostante le campagne di proselitismo
protestante e neoprotestante negli anni
'80 e '90, che il cristianesimo ha mantenuto l'egemonia tra le religioni per
tutto il '900, seguito da un terzo della
popolazione mondiale. Gli spostamenti che si sono verificati nelle altre fedi
sembrano legati in buona parte al mutare degli equilibri demografici. In
particolare, la crescita dell'Islam è assai più contenuta di quanto spesso si
pensi: i fedeli sono passati da circa il
12,4% della popolazione mondiale a
poco più del 18, meno della somma di
atei e indifferenti, poco più della metà
dei cristiani. Gli equilibri complessivi
tra le grandi religioni sono tutto sommato abbastanza stabili.
Atlante storico universale, Garzantine, 2005
Musulmani d’Italia:
Nelle moschee solo il 5%
In Italia il 99 per cento dei luoghi di
culto islamici sono tutti ex-qualcosa:
garage, seminterrati, fabbriche, negozi... Non tutti i centri sono uguali: si
va dalla piccola sala aperta solo per la
preghiera del tramonto, alla struttura
che affianca l’attività di culto a quella
di "catechesi", al grande Centro, che
oltre al lavoro religioso organizza
attività sociale e culturale, offrendo
anche una serie di servizi di tipo medico e legale. In questi casi le figure
responsabili sono molteplici e l’imam
lavora a tempo pieno per la comunità,
mentre nelle realtà più piccole lo fa
part-time, come volontario, assommando le diverse funzioni e lavorando per mantenersi.
Su quante siano le moschee in Italia
Pinerolo, via Principi d’Acaja
i dati sono contrastanti. Il ministero
dell’Interno ne dichiara 600, ma H.
Piccardo, segretario dell’Ucoii, dice
che secondo le loro stime «i luoghi di
culto sono a mala pena 300». L’Ucoii
ne federa il maggior numero: 89, concentrati soprattutto al Centro Nord, a
cui poi fanno riferimento tutta
un’altra serie di realtà.
Su quanto le moschee italiane siano
rappresentative dei musulmani
d’Italia il dibattito è aperto: in uno
studio sul Piemonte, Massimo Introvigne dice che i musulmani che frequentano regolarmente la moschea,
sono l’11%. Il dato che circola a livello nazionale è del 5%, ma è impossibile fare un calcolo esatto.
da Jesus, n.11/2005
di Andrea Balbo
Non è frequente che un libro rigoroso e
ricco di documentazione storica sia
anche leggibile e gradevole, non
arcigno e capace di conquistare i lettori.
Queste sono le caratteristiche del bel
volume di Chiara Povero, Missioni in
terra di frontiera. La Controriforma
nelle Valli del Pinerolese. Secoli XVIXVIII, Roma, Istituto storico dei
Cappuccini, 2006, in vendita in varie
librerie pinerolesi. Chiara Povero,
docente di materie letterarie e latino al
Liceo “Porporato”, è una storica di
vaglia, dal curriculum invidiabile:
dottoressa di ricerca, autrice di
numerose pubblicazioni scientifiche, si
interessa da sempre di problemi di
storia religiosa nell’età moderna ed ha
trovato nel territorio pinerolese e nelle
valli un ambiente di studi ideale. Il
volume raccoglie i frutti di ampie
ricerche “sul campo”, svolte negli
archivi del Pinerolese e di Torino ed
incrociate con le risultanze derivate
dallo studio di opere dottrinali rare e
pressoché ignote, scovate nei meandri
delle biblioteche. L’autrice riesce
nell’impresa di non realizzare una
narrazione troppo erudita: ella ricrea un
ambiente molto variegato, il mondo
povero e ricco di conflitti delle valli
valdesi nell’epoca della Controriforma.
Attraverso la sua penna prendono vita
personaggi ormai dimenticati come i
pastori Leger, padre Maurizio
Gambarini, fra Valeriano Berna, il
gesuita Antonio Possevino, protagonisti
delle dispute continue che si svolsero
fra cattolici e riformati sui temi cardine
della fede. Nel racconto le complesse
vicende dei tentativi di riconquista
cattolica delle “Indie interne” – come i
missionari chiamavano i territori
europei da rievangelizzare dopo la
Riforma protestante – acquistano il
ritmo di un romanzo; in effetti le
vicende religiose si intrecciano con la
politica e con eventi militari di grande
efferatezza come le Pasque piemontesi
del 1655, dando vita a cambi di ritmo a
volte appassionanti. Religione e politica
erano strettamente intrecciate, ma dai
documenti d’archivio emergono anche
figure di religiosi di grande pietà e
devozione, capaci di farsi carico dei
problemi quotidiani delle famiglie e di
ridurne l’indigenza e la miseria
materiale e morale. Il volume
documenta perciò in modo molto
efficace le vicende di un’epoca in cui le
confessioni religiose cercavano di
affermarsi l’una sull’altra con ogni tipo
di arma, ma allo stesso tempo
affinavano con forza i loro strumenti
culturali, curando notevolmente la
preparazione dei pastori e del clero
regolare: una buona lezione anche ai
nostri giorni sull’importanza della
cultura in ambito religioso.
Andrea Balbo
Cronaca bianca
Pag.8
Africa
Cose dell’altro mondo
La casa accoglienza
Oggi è stata una giornata speciale: in
Kahawa, Kamiti Prison, abbiamo avuto
la inaugurazione di una specie di "Casa
accoglienza" per i giovani carcerati che
hanno finito di scontare la loro pena di
tre-quattro mesi e non hanno dove andare. In questa casa staranno per un po'
di tempo, mentre fanno un corso di carpenteria, di meccanico, di elettricista e
simili. È un progetto nato dalla necessità di offrire a questi ragazzi un posto
dove andare una volta fuori di prigione,
per evitare che ritornino subito alla vita
di strada che li ha portati dentro (se sono presi una seconda volta, vanno nel
carcere vero e proprio). Ha celebrato il
nunzio apostolico, che ci ha dato la benedizione finale nel nome del Papa (che
emozione!). È stato molto bello.
La mia "missione" con gli alcolizzati,
procede bene, anche se molto lentamente. Ho fatto nuove conoscenze: Mwangi, 34 anni, padre di due splendidi bambini: un maschio, Christopher di 5 anni,
e una femmina, Shiro di 3, che ho incontrato in una birreria. Si è avvicinato
lui, mentre stavamo parlando con
un’altra persona. Mwangi si è accorto
di essere già nella trappola della bottiglia, e ci ha chiesto aiuto per smettere,
prima che sia troppo tardi. La moglie lo
ha lasciato quando la piccola Shiro aveva solo sei mesi, e lui ha cresciuto i due
figli da solo. Abbiamo conosciuto anche Josephine, 28 anni, madre di Lesciar, 1 anno, mentre usciva dalla casa
di una signora che vende liquori locali:
era ubriaca fradicia. L'abbiamo incontrata altre volte, sempre ubriaca. L'ultima volta che l'ho vista era un po' più
"sobria", abbiamo potuto parlare; lei
non lavora, passa da un uomo all'altro e
la figlioletta è malnutrita con problemi
di deambulazione dovuti a ciò. Ho visto
dove abita con l'ultimo dei suoi uomini;
andremo a trovarla e vedremo se e come è possibile aiutarla. Nel prossimo
incontro con il parroco e con alcuni
membri di Alcoholic Anonimous parleremo della possibilità di iniziare un
gruppo in Kibera. Questo sarebbe un
primo passo: speriamo sia possibile!
Sr Claudia, missionaria della Consolata,
Maggio 2006
Dialogo fra civiltà
Le storie di “eroi che non vengono celebrati”
Dag Hammarskjold, segretario Nazioni Unite 1953-61
Come giovane studente universitario ero uno degli assistenti nella cattedrale di Uppsala al funerale di Dag Hammarskjold. Erano presenti tutte le autorità del mondo. Un
grande lamento e un profondo senso di
perdita irreparabile colmava decine di
migliaia di persone riunite insieme dentro
e fuori la chiesa. Era morto un servitore
dell’ umanità . Molti di noi presenti, venuti per l’occasione hanno sentito la chiamata a continuare il suo lavoro coraggioso
e il suo sacrificio per la giustizia e la pace.
Ma non abbiamo compreso appieno che
un santo testimone della fede in Cristo era
stato sepolto. Fu solo dopo la sua morte
che la sua dedizione per la fede venne
ampiamente conosciuta.
Dag Hammarskjold morì in un disastro
aereo in Zambia il 17 settembre 1961.
Con un background da economista svedese, cittadino modello e ministro del governo, venne eletto segretario generale delle
nazioni unite nel 1953. La sua guida creativa, l’integrità personale, e la sua espe-
rienza diplomatica portarono a questa funzione una nuova autorità . Portò innumerevoli e duraturi contributi alla pace nel
modo e al rafforzamento delle Nazioni
Unite. Nel 1954 si recò a Beijing e negoziò per il rilascio dei piloti americani catturati durante la guerra di Corea. Nel
drammatico 1956 con l’invasione sovietica dell’Ungheria e la crisi di Suez creò la
prima forza armata di peace keeping delle
Nazioni Unite, da allora il più efficace
strumento di controllo delle situazioni di
conflitto. Durante la crisi del Congo del
1960, quando la provincia del Katanga si
dichiarò indipendente, Hammarskjold
lavorò con impegno per trovare soluzioni,
ma si scontrò con l’Unione Sovietica che
chiese le sue dimissioni. Sostenuto da piccole nazioni, specialmente quelle del Sud
del mondo, poté rimanere al suo posto.
Durante una missione in Congo nel 1961
il suo aereo ebbe un incidente, probabilmente fu abbattuto.
Jonas Jonson, Vescovo luterano, Svezia , su
www.santegidio.org/uer/2004/int_00730_IT.htm
Tavola della pace
GIORNATA PER UNA
INFORMAZIONE DI PACE
Lista di film sulla pace
- Benvenuti a Sarajevo
di Michael Winterbottom - 1997;
- Joyeux noel - una verità dimenticata dalla storia di Christian Carion - 2005
Sito internet: www.joyeuxnoellefilm.com
-Good night and good luck
di George Clooney - 2005
Sito internet: www.mediafilm.it/
goodnight
- La seconda guerra civile americana
di Joe Dante - 1997;
- All´ovest niente di nuovo
di Lewis Milestone - 1930;
- L´uomo che ho ucciso
di Giorgio Ferrara - 1995;
- No man´s land
di Danis Tanovic - 2001
Sito internet: www.nomans-land.de
- Nema problema
di Giancarlo Bocchi - 2004
Sito internet: http://www.
nemaproblema.info
Giovanni Spaggiari
Il metodo Bernardette
Giovanni Spaggiari, neuropsichiatra e psicologo, iniziò la sua professione all’ospedale
psichiatrico di Reggio Emilia nel 1965. Nella
sua mente rimase impresso il momento in cui
il portone del manicomio si chiuse alle sue
spalle e il rumore dei tre colpi di chiave dati
dal custode. Venne portato in una camerata
dove vivevano ammassate centocinquanta
Felicità
di Pasqualino Ricossa donne. Alcune gridavano, altre si dimenavano
sul pavimento. Niente bagni, solo qualche
bugliolo. In quel momento Giovanni pensò
Passa. Io rimango.
che la dignità dell’uomo era stata crocifissa.
Quando me ne accorgo, Dopo molte insistenze ottenne le posate per i
allora so cosa ho perso. malati che prima mangiavano con cucchiai di
legno in ciotole di legno. Oggi, afferma GioFelicità, un attimo.
vanni, la malattia mentale è cambiata. Ieri si
trattava di anziani abbandonati, ora sono i
Un alitare lieve
giovani ad ammalarsi. I ragazzi non reggono
che mi avvolge.
più i ritmi imposti dalla società, nello studio,
nel lavoro e neppure nel divertimento. ManPiccole cose da nulla
cano le motivazioni per vivere e così si amvestite di semplicità,
malano di stress, disturbi psicosomatici, attacvibranti di gioia.
chi di panico. Ingurgitano ansiolitici, poi pasPasqualino Ricossa sano ai neurolettici. Negli anni ottanta, Giovanni conobbe il metodo del professor Alfred
Tomatis che aveva scoperto che i suoni acuti
sono in grado di ricaricare il sistema nervoso.
Chiese alla sua Usl di attrezzarsi per applicare
questo metodo, ma la sua richiesta venne bocciata. Giovanni lasciò l’ospedale e aprì un
ambulatorio privato dove nacque il metodo
Bernadette. Iniziò ad usare il suo metodo che
consiste nell’utilizzo di una vastissima gamma di suoni per far riaffiorare situazioni negative associate ai suoni ed annullarle. Su duecentocinquanta persone trattate col metodo
Bernadette, centotrentaquattro testimoniarono
di aver riscontrato un miglioramento delle
condizioni di salute, cinquantasei un ottimo
miglioramento, quarantatre un sufficiente
miglioramento, solo diciassette non notarono
effetti apprezzabili. Il metodo funzionava nel
novantatre per cento dei casi. Giovanni volle
intitolare il suo metodo Bernadette per ricordare la figlia che, nata nel 1972, si ammalò di
tumore al cervello a soli nove anni e, dopo
nove mesi, morì. Questa figlia, tanto amata,
diede la forza a Giovanni di condensare i suoi
studi per realizzare il metodo Bernadette.
Simona Bruera
Nairobi (Kenya)
Neroazzurro per l’Africa, segue da pag. 1
Avevamo ascoltato allibiti che per
curare la malattia si dovevano usare
farmaci a base di arsenico che non
poche volte uccidono chi viene curato, trasformando il trattamento in una
roulette russa.
Nell'aula musi lunghi. Tra il depresso e l'indignato. Ad un certo punto le nostre facce sono cambiate.
Compare una bandiera dell'Inter. E'
una diapositiva. La
bandiera dell'Inter nella foresta del Congo?
E che ci fa lì? "Vedete
quella bandiera? Serve ad attirare la mosca
tse-tse", ci spiega la
dottoressa Chiara Castellani. Prima un risolino di incredulità. Poi
un sorriso più convinto. Alla fine quasi una
risata liberatoria. Apprendiamo per la
prima volta come si può combattere
la mosca tse-tse e la malattia del sonno: trappole nero-azzurre. E' irresistibilmente attratta da quei colori. Basta
mettere un'adeguata reticella sopra e
il gioco è fatto. Le mosche tse-tse
entrano nelle maglie della rete, si appoggiano ai colori e poi non riescono
più ad uscirne, se la trappola è ben
fatta. Incredulità, ironia, scetticismo. Poi la domanda: sono abbastanza diffuse queste trappole neroazzurre?
"Purtroppo no. La
stoffa in Congo
scarseggia. E dire
che funzionano
bene, sono più efficaci degli insettici-
di", ritorna alla carica la dottoressa.
Chi vuole farsi promotore dell'iniziativa “Neroazzurro per l’Africa” lo
segnali a Peacelink all'email [email protected] .
E' assurdo che in Africa arrivino tante armi e schifezze varie, ma non le
bandiere dell'Inter!
Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink
[email protected]
Religione&Scuola
Pag.9
CINEFORUM
Film per la catechesi e l’irc
La febbre
Dal giornale degli studenti del Liceo “Porporato” di Pinerolo
I bambini soldato
Regia di Alessandro D’Alatri (2005)
Negli ultimi anni con le guerre etniche,
La storia raccontata religiose e nazionaliste il fenomeno dei
nel film, tutto ambien- bambini soldato è cresciuto notevolmente.
tato a Cremona, è
Ricerche fatte dall’ONU hanno dimoquella di Mario Bettini strato che la principale categoria di ragaz(Fabio Volo), geome- zi che diventano soldati in tempo di guertra di provincia e studente fuori ra è soggetta allo sfruttamento lavorativo
corso di architettura, che si avvia in tempo di pace. Inoltre la maggioranza
alla trentina, ricco di idee, entusiasta della vita e pieno di voglia di appartiene a ragazzi separati dalle loro
viverla. Ha in cuore un sogno: apri- famiglie (orfani, rifugiati, figli di single),
re un locale con i propri amici. Per a ragazzi provenienti da situazioni econorealizzare questo sogno è disposto miche o sociali svantaggiate (minoranze,
anche a indossare panni diversi dai ragazzi di strada, sfollati) e a ragazzi che
suoi, quelli di impiegato comunale. vivono nelle zone calde del conflitto. La
Mario cerca di portare il suo
entusiasmo anche all'interno
Tu credi?
delle polverose stanze dell'amIntervista a 18 personalità
ministrazione comunale, ma si
americane della cultura
imbatte in mille impedimenti e
in un dirigente che sembra non
Risponde Paul Auster, scrittore
perseguire altro scopo che morSenza indugi alla domanda fondamentatificare i suoi slanci. Finché l'incontro con Linda (Valeria Sola- le: credi che esista Dio?
rino) e il confronto con un ami- «No. Non ci credo. Ma questo non vuol dire
co piuttosto 'anarchico', lo ren- che non ritenga la religione un elemento
deranno più audace nel perse- culturalmente fondamentale dell'esistenza».
guire quello che Sei stato educato religiosamente?
vuol fare davve- «I miei genitori sono due ebrei non particoro...
larmente osservanti, ma sino a 14 anni andaIl film, attraverso vo in sinagoga, e ricordo con una certa tenele vicende persorezza il mio Bar Mitzvah».
nali di Mario e del Poi cosa è successo?
contorno sociale,
«Ho avuto una crisi, nella tipica età in cui ce
racconta come i
l'hanno i giovani».
malcostumi italiaCome hai reagito?
ni (raccomandazioni, corruzione, «Ho deciso di affrontare la situazione di
petto, e sono andato a parlare con il rabbino.
burocrazia, mobbing) si frappongano tra il protagonista e la Ho trovato un uomo molto preparato e integro, che ha compreso il mio stato d'animo e
sua felicità.
Rispetto al tema di “Casomai”, ha rispettato il mio abbandono. Devo dire
lo sguardo di D'Alatri si fa più che tuttora provo per lui un enorme rispetattento, interessato alla vita pub- to».
blica, quasi sociologico. E divie- Come hanno reagito i tuoi genitori?
ne inquisitorio, anche se lo stile «Con analogo rispetto per le mie scelte. Ma,
si mantiene sempre piuttosto ripeto, non sono mai stati dei veri credenti. I
leggero. Il rischio consiste nel miei appartenevano a quella generazione di
fatto che, mentre ‘La febbre’ ebrei che si sono riavvicinati alla religione
parla della realtà, tutto è ammantato di fiaba. L’autore deci- dopo la guerra con un atteggiamento che
de che è possibile rivestire la rivelava in primo luogo un paradossale senvita di sogno, perché la realtà da so di colpa. Dopo le terribili sofferenze delsola è muta e ciascuno la fa par- l'Olocausto, in molti hanno sentito il bisolare come vuole: se si è come gno di riavvicinarsi alle proprie radici».
Mario B. la realtà sarà un sogno, Perché hai definito la religione come elea costo di farsi venire la febbre, mento fondamentale dell'esistenza?
con l'auspicio che possa trasfor- «Perché solo un ignorante potrebbe dire il
marsi in febbre di crescita. E' contrario, e basta studiare la storia per renuna dichiarazione d'amore e rab- dersene conto. Per quanto mi riguarda ho
bia per l'Italia, ma non è un film voluto approfondire il Nuovo e l'Antico Tecontro. È un invito a costruire, a stamento e confrontarmi con quello che ci
rimboccarsi le maniche, a coinsegnano».
minciare da se stessi e dalla reDa Antonio Monda, Tu credi?, Fazi, pp.154,
altà quotidiana che ci circonda. 2005, euro 14
W.G.
Irc, evoluzione...
segue da pag.1
individuando appositi docenti non Irc,
è stato invece l’intervento formulato
da don Giosuè Tosoni, responsabile
nazionale per la Cei, del Servizio per
l’insegnamento della religione cattolica “ Si possono dire e scrivere molte
cose – ha esordito don Tosoni – ma la
realtà è un’altra riguardo a questa disciplina ed ai suoi docenti. Essa è il
risultato di un Concordato e di una
successiva Intesa fra lo Stato italiano
ed il Vaticano. L’insegnante di religione cattolica è un professionista
nella scuola, con le sue specifiche
competenze, come è stato anche colto
Maggio 2006
in maniera significativa dallo spirito
della riforma Moratti. “C’è chi vorrebbe cancellare dalla scuola la vostra
presenza – ha concluso - il responsabile degli Irc per la Cei - gruppi di
pressione, attraverso i giornali, cercano in ogni modo di screditare la vostra serietà e professionalità. Dovete
proseguire senza incertezze o timori.
Gli insegnanti di religione devono
qualificarsi sempre di più come uomini e donne di cultura, disponibili al
dialogo ed al confronto, senza perdere
mai di vista i valori del cristianesimo
ed il magistero della Chiesa, questa
sarà la carta vincente”. Concetti che
maggioranza di questi ha tra i 15 e i 18
anni, ma ci sono reclute anche di 10 anni.
Alcuni sono soldati a tutti gli effetti,
altri sono usati come "portatori" di munizioni, provviste … Alcuni sono regolarmente reclutati nelle forze armate del loro
Stato, altri fanno parte di bande armate di
opposizione ai governi; in ambedue i casi
sono esposti ai pericoli della battaglia e
delle armi, trattati brutalmente e puniti in
modo estremamente severo per gli errori.
Una tentata diserzione può portare agli
arresti e, in qualche caso, ad una esecuzione.
I ragazzi, generalmente, non chiedono
paghe e affrontano il pericolo con maggior incoscienza rispetto agli adulti (per
esempio attraversano i campi minati o si
intrufolano nei territori nemici come
spie). Anche le ragazze, sebbene in misura minore, sono reclutate e frequentemente soggette a stupri e violenze sessuali.
La cultura della violenza e il desiderio
di vendicare le atrocità commesse contro i
propri parenti, l'uso di armi automatiche e
leggere ha reso più
facile l'arruolamento dei minori. Anche la sopravvivenza alla fame e il
bisogno di protezione sono motivazioni forti.
Per i ragazzi che sopravvivono alla
guerra e non hanno riportato ferite o mutilazioni, le conseguenze sul piano fisico
sono gravi: stati di denutrizione, malattie
della pelle, patologie respiratorie e dell'apparato sessuale, incluso l'AIDS. In più
ci sono le ripercussioni psicologiche dovute al fatto di essere stati testimoni o di
aver commesso atrocità. Vi sono anche
conseguenze di carattere sociale: la difficoltà ad inserirsi nuovamente in famiglia
e riprendere gli studi. Le ragazze, poi,
soprattutto in alcuni ambienti, dopo essere
state nell'esercito non riescono a sposarsi
e iniziano a prostituirsi.
Attualmente il problema è più grave in
Africa e in Asia.
Federica 2 CL, Onda d’urto, febb.06
Sud Est asiatico
La strage delle bambine
“Ad ogni individuo spettano tutti i diritti
e tutte le libertà […] senza distinzione
alcuna, per ragioni di razza, colore, di
sesso, di lingua, di religione, di opinione
politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”(art.2.1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani)
Dopo che a livello internazionale sono
riconosciuti tutti questi diritti, come si
può pensare che essere bambine voglia
dire rischiare la vita? Come si può anche
solo immaginare che in questo momento, in qualche paese del mondo una donna, che sta per diventare madre, si possa
sentir dire “Mi dispiace signora ma il
suo bambino è una femmina…” o che
essere femmine possa voler dire non
nascere o essere uccise poco dopo aver
visto per la prima volta la luce? Eppure
in molti paesi dell’Asia, come Cina e
India, le bambine sono considerate un
peso per la famiglia, non garantiscono la
vecchiaia dei genitori e la continuità del
nome della famiglia e per questo, dopo
l’amniocentesi, sono molti i casi di aborto se il nascituro è una femmina, tanto
che in alcuni Stati i test per determinare
il sesso dei figli sono stati proibiti.
È incredibile pensare che, secondo dati
di Amnesty International, “manchino
all’appello” 100 milioni di bambine!!!
da tempo sono pienamente condivisi
dall’Aimc piemontese, come ha sottolineato nel suo intervento la dottoressa Francesca Sgarrella, presidente
Aimc per la provincia di Torino. “
Convegni, iniziative di questo genere – ha osservato Sgarrella - si inseriscono pienamente nelle proposte
dell’Aimc per gli insegnanti di religione cattolica. Da anni organizziamo
corsi e momenti di approfondimento
legati alla vita scolastica, poiché siamo convinti, e non da oggi, che gli
insegnanti Irc debbano essere inseriti
a pieno titolo nella scuola italiana”.
Davide Aimonetto
Anche se negli ultimi anni è diminuita la
brutale pratica di annegare le bambine
appena nate, la politica demografica dei
paesi in via di sviluppo asiatici, cioè
quella del figlio unico per contrastare
l’elevata crescita della popolazione, fa sì
che soprattutto nelle famiglie più povere, si tenda a sacrificare le neonate in
attesa del figlio maschio.
Purtroppo il futuro delle bambine che
nascono non è in ogni caso felice; a loro
sono dedicate meno cure, sono meno
nutrite e molte non ricevono nemmeno
un’istruzione primaria e sono destinate a
diventare “proprietà” del marito, senza
contare le discriminazioni sul lavoro e
nella vita sociale.
Vorremmo potervi dire che negli ultimi
cinque minuti vi abbiamo mentito, che
almeno nei confronti dei bambini (e delle bambine!) non esistono discriminazioni così ingiuste e crudeli, ma purtroppo
tutto ciò è vero e si può solo sperare che
col tempo, l’istruzione e
l’emancipazione anche loro possano
giocare insieme serenamente.
Ely e Gio’ 2AL, Onda d’urto, febb. 2006
Orizzonti aperti
Pag.10
Poesie
Nel soffiare del vento
tante le voci.
Non profferire di parole,
pensieri svolazzanti
nell’etere.
Pagine della mia vita
come bianche farfalle.
Fatue aspirazioni disperse
nel sibilante turbine.
Un salire a spirale
come volo di allodola
a bearmi di luce.
Colla semplicità del bambino,
colmo di gioia il cuore,
vivo attimi di felicità.
Pasqualino Ricossa
Musica e spiritualità
Gli organisti liturgici
di Joram Gabbio
Prosegue con entusiasmo e
profitto l’attività degli organisti
liturgici che seguono il corso
organizzato dalla diocesi; la
collaborazione offerta dall’Istituto musicale Corelli, inoltre,
garantisce valore e competenza
alla formazione di chi intende
dedicarsi con serietà al servizio
liturgico. La diocesi di Pinerolo
dedica un occhio di riguardo al
delicato tema della liturgia e
dell’animazione delle celebrazioni: la scuola di organisti esiste da ormai tre anni e conta una
decina di studenti, seguiti con
attenzione e competenza dal
maestro Walter Gatti.
Il corso comprende lezioni
individuali di strumento e lezioni di armonia e direzione di coro, oltre ad una serie di incontri
di formazione liturgica condotti
dal diacono Giorgio Gilardo. Il
corso, aperto a tutti, si propone
di formare in maniera completa
organisti che possano offrire in
diocesi il proprio servizio: la
formazione tecnica si concilia
così con una competenza liturgica essenziale ad offrire un
servizio adeguato.
L’attività promossa dalla diocesi s’è rivelata pionieristica per
molti aspetti: da altre diocesi di
Italia sono giunte richieste di
informazioni per prender spunto
dal modello varato da Pinerolo.
La musica innamora ed eleva,
incanta e suscita preghiera. Il
fascino dei non pochi organi a
canne presenti nel territorio non
è affare da antichisti, ma stimolo per scoprire e riscoprire la
purezza e soavità dell’arte dei
suoni; la scuola di organisti liturgici, fondata sul motto soli
Deo gloria, riversa i propri frutti nel servizio in diocesi, preparando organisti disposti ad offrire il proprio prezioso apporto
nelle chiese del territorio.
Joram Gabbio
lo Spirito Santo, e
questo movimento
attraversa tutta l'ecumene cristiana, tutte
le Chiese.
Certo ci sono sensibilità diverse, modi
diversi di intendere il movimento ecumenico. Allora non diciamo più "Ecumenismo cattolico", ma “principi cattolici dell'Ecumenismo" (UR. nn.1 e 4).
Si era operata quella che nella storia
del movimento ecumenico viene detta
la "rivoluzione copernicana".
- Non sono più le Chiese che mettono
al centro se stesse, come misura per
tutte le altre.
- Al centro c'è Gesù, il comune Signore, al quale tutti dobbiamo ritornare per
ritrovare l'unità.
- Anche per la Chiesa cattolica è ormai
superato l'ecumenismo del ritorno. Al
centro del discorso ecumenico è la conversione al Signore e il ritorno a Lui.
La Diocesi di Pinerolo si pone in questa
prospettiva con fatica. È un discorso
nuovo che la mentalità preconciliare
stenta a recepire. Si formano delle polarizzazioni. Le strutture pastorali della
diocesi vengono contestate. È il tempo
della contestazione e del dissenso. L'ecumenismo attraversa un momento di
"crisi". Però il Segretariato diocesano
per l'ecumenismo con il Vescovo lavora per un Direttorio ecumenico della
Diocesi.
(1. Continua)
Pietro Giachetti, Vescovo emerito, Ri-
Il cammino ecumenico a Pinerolo
I - Dal Concilio fino al 1970
Colpo di vento
di Pasqualino Ricossa
Maggio 2006
Questo testo è un estratto della conferenza che
mons. Pietro Giachetti ha tenuto a S. Pietro del
Gallo (CN) l’8.03.1997 e che in parte ha riproposto come “testimonianza personale” al gruppo
del SAE di Verona in visita alle Valli Valdesi il
27 aprile 1997.
Quello postconciliare è un periodo
molto complesso di gestazione di cose
nuove, non senza tensioni, sofferenze e
ritardi. Si possono individuare tre tappe:
I - La Chiesa cattolica e il movimento
ecumenico.
Il movimento ecumenico organizzato
nasce in seno alla Chiesa protestante
(1948: si costituisce il Consiglio Ecumenico delle Chiese).
La Chiesa cattolica guarda e prende le
distanze. Sono ancora i tempi della polemica, del sospetto e del pregiudizio
reciproco. Non ci può essere che l'ecumenismo del ritorno. E questo in altri
modi veniva fuori anche dalle Chiese
protestanti e ortodosse.
I giornali di Pinerolo di quel tempo rispecchiano questa situazione. Il Centro
Ecumenico di Agape (sorto per iniziativa valdese) è mal visto. Le coppie miste, assai numerose a Pinerolo, hanno
molto da soffrire.
II - L’ecumenismo cattolico
La Chiesa cattolica non entra nel movimento ecumenico di origine protestan-
te, ma sviluppa un "suo" discorso ecumenico. Vi sono tante iniziative in questo senso (impossibile citarle).
In questo lungo e lento travaglio matura qualcosa di nuovo. C'è una visione
positiva delle altre Chiese cristiane, le
quali conservano tanti elementi fondamentali della Chiesa di Cristo.
È stato annunciato il Concilio: si forma
il Segretariato per l'unità dei cristiani
presieduto dal card. Bea.
Nel 1961 (20 ottobre) a Pinerolo mons.
Binaschi istituisce il Segretariato "pro
unione" dei cristiani. È forse, la prima
Diocesi in Europa. Il Vescovo parla di
"particolare respon-sabilità della Diocesi di Pinerolo". Si tratta di "promuovere
l'ecumenismo: studio, preghiera, incontri, attività varie".
Il 14 maggio 1966 in un Promemoria si
chiede al Presidente della CEI di istituire il Segretariato Nazionale per l'Ecumenismo.
Nel 1976 (3 novembre) mons. Quadri,
arrivando in Diocesi, rivolge un saluto
ai valdesi chiamandoli "Fratelli".
III - II cattolicesimo ecumenico (La
Chiesa cattolica diventa ecumenica)
Durante il Concilio matura il Decreto
sull'Ecumenismo (Unitatis Redintegratio): non esiste un movimento cattolico,
come non esiste un ecumenismo protestante e ortodosso. C'è un unico movimento che tende all'unità, suscitato dal-
vista Diocesana n.7/8, sett./Ott. 1997
Turismo, estetica e spiritualità
Sant’Apollinare in Classe - Ravenna
Nella verde e piatta campagna
ravennate compare una grande chiesa in
mattoni rossi dal campanile cilindrico: è
la Basilica di S. Apollinare in Classe, che
sorge nel luogo dell’antica “Civitas
classis” (città della flotta), porto militare
dell’ultima capitale dell’Impero Romano
d’Occidente.
Chi entra s’imerge in uno spazio
luminoso e perfetto, scandito da due file
di colonne di marmo bianco e compiuto
nel grande mosaico del catino absidale,
risalente, come la chiesa, al VI sec.,
quando i bizantini, strappata l’Italia ai
goti, fecero di Ravenna il capoluogo del
loro Esarcato.
Il centro del mosaico è occupato da una
croce gemmata, che la distingue cromaticamente dal resto della composizione col
blu del cielo stellato, indicante la dimensione divina; all’incrocio dei bracci si
contempla il volto di Cristo, salvezza del
mondo.
Fuori dal disco, in alto, emergono una
per parte dalle nubi le figure di Mosè e
di Elia, simboli rispettivamente della
Legge e dei Profeti, cioè dell’intera
rivelazione veterotestamentaria che
dialoga col suo compimento in Gesù
trasfigurato; in basso tre pecore, una a
sinistra e due a destra, si volgono alla
croce: sono Pietro, Giacomo e Giovanni,
gli apostoli presenti alla trasfigurazione.
In alto ancora una manosporgente
suggerisce la testimonianza del Padre:
“Questi è il Figlio mio, che io amo.
Ascoltatelo”.
Sotto il disco con la croce, al centro di
uno spazio verdeggiante e alberato, il
Cristo si fa presente nella persona del suo
ministro S. Apollinare, raffigurato in
casula e pallio con le braccia sollevate
nel gesto dell’orante. Apollinare è il
primo vescovo di Ravenna, giunto da
Antiochia agli inizi del II sec.; su di lui
convergono, dall’una e dall’altra parte,
due file di sei pecore: la comunità dei
credenti, in continuità con i dodici
apostoli, riconosce nel vescovo la
presenza di Gesù buon Pastore.
La parte dell’abside ci offre ancora: a
destra coi sacrifici di Abele, Melchisedek
e Abramo, le prefigurazioni eucaristiche
dell‘Antico testamento; a sinistra, in una
teoria di figure ieratiche, l’imperatore
Costantino IV che consegna al diacono
Preparato i privilegi per la Chiesa di
Ravenna; al centro, tra i finestroni,
quattro vescovi ravennati fondatori di
basiliche. Sul frontone o arco trionfale,
di nuovo due file di sei pecore: sono gli
apostoli che dalle città sante di
Gerusalemme e Betlemme salgono verso
il Cristo benedicente, affiancato dai
simboli degli evangelisti.
La serenità della composizione e
l’assenza di prospettiva ci
immettono in una dimensione che
non è più umana, ma divina:
materia, forme, colori paiono a loro
volta trasfigurati per esprimere una
condizione paradisiaca di cui l’arte
si fa simbolo e testimonianza.
Franco Betteto
Usa, cane salva padrona col 118
Preme con il naso tasto per emergenze
Faith, un rottweiler di quattro anni, è
diventato un eroe da quando, telefonando
al 911 (il 118 italiano) ha salvato la vita
alla propria padrona, che s'era sentita
male e aveva perso conoscenza. È accaduto a Richland nello Stato di Washington, Nord-Ovest dell'Unione.
Leana Beasley, 45 anni, aveva addestrato Faith
a chiedere
aiuto sollevando il
ricevitore e
schiacciando col naso
un tasto di
chiamata
d'emergenza. E così
ha fatto.
Faith ha alzato il ricevitore, ha premuto il
tasto e ha abbaiato con insistenza, fin
quando i soccorsi sono arrivati. La Beasley, che s'è ora ripresa, ha raccontato
che il suo cane s'era comportato in modo
strano tutto quel giorno, come se captasse che qualcosa le stava per succedere. Il
rottweiler aveva ricevuto uno speciale
addestramento a un centro di cani d'assistenza a Puget Sound.
Da www.tgcom.it
Pag.11
inDiocesi
lite
Mons. Teresio
Profili
col
Carlo Maria Vittorio
I vescovi di Pinerolo - 3
CapiFerrero Della Marmora, nato a Torino
Mons. Ferrero Della Marmora tolo di
San
il 15.10.1757, dal
Donato sugli oneri annessi alle rendite
1796 vescovo di Casale Monferrato e
dal 1804 di Saluzzo, di cui prende pos- della mensa vescovile di Pinerolo.
Mons. Ferrero Della Marmora fu tutsesso l’anno seguente, può essere considerato il terzo vescovo di Pinerolo, uni- tavia fra i pochissimi vescovi dell’Impero a segnalare pubblicamente, benchè
ta a Saluzzo nel riordino napoleonico.
Il turbine rivoluzionario ha lasciato il con circospezione, i limiti del catechiposto al Concordato e alla conseguente smo di stato del 1806. Si adoperò inoltre per sollevare le conriorganizzazione della Chiesa,
dizioni economiche dei
ma i problemi non sono finiti:
parroci che, poveri fra i
negli anni 1809-1813 Pio VII
poveri, erano privi di
viene tradotto a Savona e poi
sovvenzioni e non eba Fontainebleau, e il suo probero dallo stato contrisegretario di Stato Card.Pacca
buto alcuno neanche
segregato in dura prigionia ai
per riparare chiese e
Forti di Fenestrelle.
canoniche danneggiate
Fino agli inizi del 1814 le
dal terremoto del 1808.
lettere pastorali di Mons. FerIntanto con la restaurero Della Marmora grondano
razione del 1817 viene
adulazione per Napoleone, “il
ripristinata la diocesi di
Grande Augusto Capo del
Pinerolo, che invano il
Gallicano Impero, nuovo Costantino e nuovo Carlomagno”, e i par- vescovo propone di estendere a Garzigliana, Cavour e Villafranca. Il Ferrero
roci devono persuadere i giovani a riDella Marmora rimarrà vescovo della
spondere alla chiamata alle armi; ma,
sola Saluzzo fino al 1824 e morirà cartornata”fra noi a regnare di bel nuovo
l’Augustissima Real Casa di Savoia”, il dinale a San Benigno di Fruttuaria il
vescovo prontamente rende omaggio al 31.12.1831.
re Vittorio Emanuele I. Gli anni del suo
Franco Betteto
episcopato sono segnati anche da una
Maggio 2006
Educare alla fede
Prima di tutto sono i genitori che devono
fare una forte esperienza di fede. A volte,
essi sono a disagio perché in loro il cammino di fede si è interrotto. La parrocchia
prima di pensare ai bambini deve curare i
genitori. O si riesce a ricostruire la famiglia come grembo della fede, oppure ogni
lavoro pastorale sarà votato all'insuccesso.
Ordinariamente, il primo annuncio della
fede non viene da lezioni di catechismo (il
catechismo consolida il vissuto di fede),
ma da gesti e da parole che sgorgano dalla
testimonianza della vita. A questo livello
l'azione dei genitori è indispensabile: abituare i figli a scoprire la presenza di Dio
nelle vicende della vita, parlare loro di
Gesù Cristo, del Vangelo, della Chiesa;
introdurli all'esperienza della preghiera. Se
manca questo intervento tutto diventa vano. Sono essi, i genitori, i primi educatori
della fede.
Pier Giorgio Debernardi, vescovo
Dalla lettera pastorale 2005 sulla famiglia
“Trovarono Maria, Giuseppe e il Bambino…”
Spiritualità claustrale
L’àncora della vita
La nostra vita, questa realtà meravigliosa, ricca di promesse, è dono
gratuito trasmessoci da coloro che
ci hanno amato prima che noi fossimo. La bellezza di essa sta nel
Gli scout
gioire di ciò che si è e si ha, in
un’attesa inconscia di qualcosa di
più bello, di nuovo, che ci renda
A Pinerolo lo scoutismo è presente l’istituto Murialdo. Il branco di lupetti pienamente felici. Questa speranza
già prima della seconda guerra mondia- prende il via nel 1975; le ragazze, le del “dopo” è lo stimolo del nostro
le, ma è a metà del 1945 che nasce il guide, iniziano la loro attività nel 1977 agire. Ovviamente, non tutte le
nostre attese e sogni
primo gruppo ASCI, Pinerolo I, sotto con Maria Rosa
si avverano e, col’impulso di Baldissarre, Fissore e Don Percivati. Due anmunque, non ci baFrancesco Granero con sede presso ni dopo tocca alle
sterebbero mai…
coccinelle.
l’oratorio di San Domenico.
perché le nostre aDi lì a poco s’insedia anche il gruppo
Nel 1986 si opspirazioni sono infiPinerolo II, guidato da Remo Percivati terà per un branco
nite. Non saremo,
e da alcuni sacerdoti giuseppini.
misto di bambini e
dunque, mai appaNel 1947 il Pinerolo I partecipa all’in- bambine. La brangati? “Grande è il
contro mondiale degli scout (Jamboree) ca rover e scolte,
Signore!”,
per
(i ragazzi tra i sema chiude nello stesso anno.
quell’energia che ci
Il Pinerolo III nasce nell’autunno del dici /ventuno anni)
ha infuso quando ci
‘47 per mano di don Giuseppe Gugliel- dà vita ad una UMonastero della Visitazione, interno
ha fatti suoi figli,
mino e di Guido Guyot Bourg (in esso nità in comune con il
confluiscono di lì a poco, per difficoltà Pinerolo III tra il 1983 e il 1989, anno energia e speranza di giungere a
vederlo e possederlo eternamente.
organizzative, capi e ragazzi del Pinero- in cui prosegue in gruppo.
lo II) e rimane l’unico gruppo scout fiAd oggi nel Pinerolo II con sede pres- A questo proposito, quanto è bella
no al 1974.
so la Parrocchia San L. Murialdo esisto- la preghiera che la Chiesa mette
Nel 1949 iniziano la loro attività le no un branco di lupetti/e , un reparto sulle nostre labbra:
ragazze, le guide dell’AGI Pinerolo I misto di guide ed esploratori, ed un clan - Mio Dio spero dalla tua bontà,
(le due associazioni scout nazionali di rover e scolte che, con la comunità parole da soppesare: bontà paterna
ASCI e AGI, maschile e femminile, si capi, raduna circa 80 iscritti.
uniscono solo nel 1974 dando origine
Il gruppo scout di Abbadia I nasce nel
all’odierna AGESCI) con don Gugliel- 1961 presso la chiesa della Madonnina
mino come assistente, insieme dall’invito rivolto da Don Francesco
all’attività per i più piccoli, lupetti e Granero ad alcuni ragazzi. Tra il ’62 ed
coccinelle. Alla fine degli anni ’50 ini- il ’63 alcuni rover di Torino aiutano a
ziarono le attività i ragazzi più grandi, fondare e ad allargare il gruppo con due
rover e scolte, solo allora definiti meto- squadriglie di esploratori. Nello stesso
dologicamente in Italia.
anno, prende vita anche il reparto femOggi il Pinerolo III con sede minile. Nel 1975 sono presenti i primi
all’ONARMO è composto da circa 80 rover e scolte e nasce il branco di lupetpersone divise nel branco dei lupetti, ti/e. Attualmente il gruppo con sede
nel cerchio delle coccinelle, nel reparto presso la parrocchia San Verano di Abe nel clan/fuoco.
badia è presente con un branco di lupetIl gruppo Pinerolo II rinasce ti/e, un reparto di guide ed uno di esplonell’ottobre 1974 con un reparto ma- ratori , un clan/fuoco che con la comuschile guidato da Remo Percivati e Don nità capi raggruppa un’ottantina di cenLivio Chiriotti come assistente presso siti.
Andrea Abrate
La storia dei gruppi presenti a Pinerolo
che ci dice per bocca di Isaia: “Tu
sei prezioso ai miei occhi e io ti
amo” (43,4) e ancora: “Ti ho disegnato sulle palme delle mie mani” (49,16).
- Per le tue promesse, Dio si lega a
noi con promesse esplicite. Limitiamoci a quella pronunciata da
Gesù: “Io preparo per voi un regno, come il Padre l’ha preparato
per me, perché possiate mangiare e
bere alla mia mensa nel mio Regno” (Lc 22,29)
- e per i meriti di Gesù Cristo nostro Salvatore. Sì, nella sua
“Redenzione”, ossia liberazione
dal peccato e dal maligno e soprattutto sorgente di grazia inesauribile
cui attingiamo nell’Eucarestia e
nei Sacramenti.
È così che il nostro cammino si
fortifica, ci sentiamo fratelli e
“creature nuove”. Afferrati saldamente alla “speranza”, àncora sicura e salda della nostra vita (cfr. Ed
6,18-19), àncora che penetra i cieli
e si fonda nell’infinito e
nell’eterno, procediamo con fiducia la traversata in mare, verso il
porto sicuro.
Monastero della Visitazione, Pinerolo
Pinerolo, serata finale della Mariapoli del Movimento dei focolari al Palazzetto dello sport
Parrocchie
Pag.12
Pinerolo
Parrocchia dello Spirito Santo
Fiera del libro di Torino
Incontri
Promossi dal Servizio Nazionale della
CEI per il Progetto Culturale
Chiesa e politica
È l’amore che rende adulti i laici impegnati
Diciamo la verità: Benedetto XVI
ci ha spiazzato. L’eminente teologo
tedesco, che per lunghi anni ha servito la Chiesa universale come severo
custode dell’ortodossia, ha voluto
incentrare la sua prima enciclica sulla
carità. Di più, sulla tesi condensata
nel titolo: Dio è amore. Una tesi teologica densa di concrete implicazioni
ecclesiologiche ed etiche: l’amore
teologale come cuore del cristianesimo, anima del mondo, motore della
storia. Essa non è senza conseguenze
sull’idea di politica e sul concetto di
Stato. Che sono tematizzati ai para-
grafi 26-29. Sono pagine limpide che
fissano sette tesi. La prima: norma
fondamentale dello Stato deve essere
il perseguimento della giustizia; il
giusto ordine della società e dello
Stato è compito centrale della politica; uno Stato che non fosse retto secondo giustizia si ridurrebbe, secondo il monito di sant’Agostino, a “una
grande banda di ladri». Seconda tesi:
la politica non è una mera tecnica
volta a plasmare i pubblici ordinamenti; essa, in quanto protesa alla
giustizia, riveste una valenza etica.
Terza tesi: per conoscere e praticare
in concreto le vie della giustizia
si deve fare appello alla ragione
umana che tuttavia deve essere
sempre e di nuovo purificata
dall’accecamento etico prodotto da un’idea del potere inteso
come dominio e come possesso, anziché come servizio informato a giustizia. Quarta: qui si situa il compito
proprio della fede, della Chiesa, della
dottrina sociale cristiana in rapporto
alla politica. Tale dottrina può contribuire a rimuovere tali «accecamenti
etici», a operare la purificazione della
ragione, a far sì che ciò che è giusto
possa, qui e ora, essere riconosciuto e realizzato. Il
suo compito proprio è cioè
quello di propiziare
l’orientazione alla giustizia
della politica e dello Stato
attraverso il discernimento
etico e il risveglio delle energie spirituali. Fornendo a chi fa politica «luce
e forza», come dice il Concilio.
Quinta tesi: «Non è dunque compito
della Chiesa fare essa stessa valere
politicamente tale dottrina: essa semmai vuole servire la formazione della
coscienza nella politica». Sul punto,
il Papa è netto: «La Chiesa non può e
non deve prendere nelle sue mani la
battaglia politica per realizzare la
società più giusta possibile; non può
e non deve mettersi al posto dello
Stato». Anche perché «appartiene
alla struttura fondamentale del cri-
Maggio 2006
La chiesa dello Spirito Santo
stianesimo la distinzione tra ciò che è
di Cesare e ciò che è di Dio, cioè la
distinzione tra Stato e Chiesa». Sesta
tesi: la Chiesa ha dunque un compito
“mediato” (la formazione della coscienza etica), «il compito immediato, cui non possono abdicare (!), di
operare per un giusto ordine nella
società è invece proprio dei fedeli
laici, come cittadini dello Stato”. Attingendo - bella, impegnativa espressione - a una “ragione autoresponsabilizzante». Verrebbe da dire da
“cristiani adulti”. Lo si può ancora
dire? Sembrerebbe di sì. Infine,
un’ultima tesi: l’amore sarà necessario anche alla società più giusta; ci
sarà sempre bisogno dell’amorevole
dedizione personale a soccorso della
umana sofferenza; anche il più avanzato degli Stati sociali non può surrogare quel di più che è rappresentato
dall’amore. Qui si dischiude alla
Chiesa il vasto campo delle sue opere
di carità cui il Papa riserva la seconda parte dell’enciclica.
Franco Monaco, Jesus, marzo 2006
Dal bollettino Come fuoco vivo, aprile 2006
I cattolici sono chiamati a tevello dei mezzi o strumenti:
stimoniare i valori cristiani non
Essere cristiani in politica appunto i partiti e gli schierasoltanto nel privato, ma anche
menti. In questa prospettiva,
nel pubblico: nell’economia, nella
Una cosa è chiara: i cattolici non la domanda è: quale partito o schierapolitica, nella cultura. (...) .L’impegno possono non trovarsi uniti nei valori mento è più idoneo di un altro per la
politico, inteso come dedizione al be- fondamentali, quali il rispetto che si realizzazione storica di quei valori?
ne della collettività, non si esaurisce, deve alla vita umana dall’inizio al La risposta non è facile: nell’attuale
di certo, con l’adesione o il voto a un termine naturale della sua esistenza; situazione, uno schieramento manifedeterminato partito o schieramento la tutela del matrimonio e della fami- sta, almeno all’apparenza, una magpolitico, ma nemmeno può prescinde- glia; la giustizia sociale, la solidarietà, giore sensibilità per i problemi della
re da tale importante mediazione. Ri- la cooperazione internazionale, la pa- vita o della famiglia, ma non è così
sulta, quindi, pertinente la domanda: ce tra i popoli. Tali valori sono anche per la giustizia o la solidarietà sociale.
impegno politico sì, ma con quale i criteri che guidano e orientano alla Il contrario si può dire a riguardo delpartito e con quale schieramento? Di scelta od opzione di un partito piutto- lo schieramento opposto. (…)
fatto, oggi, i cattolici italiani si trova- sto che un altro, di uno schieramento Quello che urge, al di là degli schieno (votano e militano) in partiti diver- piuttosto che un altro.
ramenti, è l’unità dei cattolici sui vasi che fanno parte di due opposti
In altre parole, a livello dei valori lori fondamentali e l’impegno a proschieramenti politici.
non si dà pluralismo: non è possibile muoverli talora anche contro la stessa
Il pluralismo dei partiti significa, che il cattolico non vi si ritrovi. Il plu- disciplina del partito in cui si milita.
forse, che una scelta vale l’altra? Non ralismo può, invece, verificarsi a li- Per questo, è indispensabile che la
ci si aspetterebbe di trovare i cattolidottrina sociale della Chiesa sia
ci uniti in un unico partito o schierapresente nel bagaglio dei cattolici
mento? Il pluralismo non è anche
impegnati in politica. D.A.
segno di qualunquismo o indifferenFamiglia Cristiana, n.8 del 19.2.2006
tismo, come se la fede fosse del tutto
ininfluente in politica e nei valori
che devono essere alla sua base?
Venerdì 5 maggio 2006, ore 18.30, Spazio autori B
A che serve la teologia?
Senso religioso e razionalità
Giovanni Filoramo, Ordinario di Storia del
cristianesimo, Università di Torino
Antonio Staglianò, Istituto Teologico Calabro,
Consulente Progetto culturale Cei
In margine ai libri Teologia e spiritualità, di A.
Staglianò, Studium, 2006
Che cos’è la religione oggi? di G.Filoramo, ETS 2005
Sabato 6 maggio 2006, ore 13.00, Sala rossa
L’avventura della solidarietà
La missione di Torino a Belem
L’adozione a distanza dell’AVSI
L’associazione Huiling per i disabili in Cina
Filmati, testimonianze, proposte
Monica Maggioni, giornalista, inviato speciale
TG1Rai
Gerolamo Fazzini, condirettore Mondo e Missione
Laura e Fabrizio Uccellatori, Missione della
diocesi di Torino a Belem
Sabato 6 maggio 2006, ore 15.00, stand H146
Jacques Fesh.
L’avventura delle fede di un condannato a morte
Presentazione del libro di Ruggero Francavilla
Sabato 6 maggio 2006, ore 21.00, Sala blu
Evoluzione e creazione
Origine della specie e origine dell’uomo
Gustave Martelet, teologo, Centre Sèvres, Parigi
Fiorenzo Facchini, antropologo, Università di
Bologna
Orlando Franceschelli, filosofo
Modera Adriano Moraglio, Il Sole 24Ore
In margine al libro
E l’uomo venne sulla terra. Creazione o evoluzione?, di F. Facchini, San Paolo 2005
Dio e Darwin, di O. Franceschelli, Donzelli 2005
Domenica 7 maggio 2006, ore 21.00, Sala Blu
L’avventura della poesia
Il viaggio continuo dell’uomo verso un orizzonte lontano
Conversazione e letture
Roberto Mussapi, Poeta
Lunedì 8 maggio 2006, ore 12.00, Sala Blu
L’avventura umana
Persona, identità, educazione
Lucetta Scaraffia
Università di Roma La Sapienza
Lunedì 8 maggio 2006, ore 17.00, Caffé letterario
“Che cosa è l’uomo e perché te ne curi”
Gianfranco Dalmasso, Università di Bergamo
Salvatore Natoli, Università di Milano Bicocca
Francesco Tomatis, Università di Salerno
Modera Enrico Guglielminetti, Università di
Torino
In margine al libro
Chi dice io. Razionalità e nichilismo, di G. Dalmasso, Jaca Book 2005
Lunedì 8 maggio 2006, ore 18.00, Sala blu
Islam e cristianesimo
La sfida delle libertà di coscienza
Samir Khalil Samir, Università di Beiruth
Introduce Andrea Pacini, Centro studi religiosi
comparati Edoardo Agnelli
Interviene Giorgio Paolucci, Avvenire
In margine al libro
I cristiani venuti dall’Islam, di G. Paolucci e C.
Eid, Piemme 2005
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