La storia delle donne al traguardo

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La storia delle donne al traguardo
Concorso RACCONTA LA TUA ASSOCIAZIONE
Sezione Volontariato Sociale
La storia delle Donne al Traguardo
L’Associazione Donne al Traguardo è nata per... un mal di pancia. Ricordo come fossi oggi. Un gruppo di
amiche riunite per un the che chiacchierano amabilmente come possono fare soltanto le donne: senza
riprendere fiato! Una sola non è dell’umore giusto, Giusy. E’ lì sul divano, si contorce: mal di pancia, mal di
stomaco o, forse, tutt’e due. Perché? Che hai? Niente, niente. A poco a poco la storia viene a galla. Ha
scoperto che il marito ha un’altra e ora sta male, malissimo. Vuole andare via di casa, chiedere il divorzio.
Fortuna (o sfortuna) che la coppia non ha bambini. La serata prende un’altra piega, diventando un incontro
a tema: che fare? Consigli, incoraggiamenti, abbracci non riescono a lenire il dolore. Meno male che ha un
lavoro ed è autonoma economicamente. Qualche giorno dopo trova un’altra casa dove ricostruire una
nuova vita da single che comincia tra avvocati, carte bollate, aule di Tribunale… un copione noto.
Ci ritroviamo dopo qualche tempo, ne parliamo di nuovo e ci chiediamo: e se fosse successo a una donna
senza lavoro? Dove va? Che fa? E se facessimo un’associazione per aiutare le donne maltrattate e in
difficoltà come Giusy che si trovano senza casa e senza sostegno? Nasce così l’idea di fondare la nostra
associazione che una sera di Luglio del 2001 ci porta in cinque davanti al notaio Felice Contu: Maria Rosaria
Desantis, Matilde Zedda, Laura Zedda, Rosanna Floris e Silvana Migoni. L’avventura comincia e il primo
pensiero è di trovare le risorse per aprire una casa dove accogliere le donne in emergenza. Diamo il via a
una serie di pizzate, cene, feste danzanti e karaoke. Invitiamo i nostri amici e gli amici degli amici: nel giro di
qualche mese riusciamo a fare il gran passo. In un Comune vicino a Cagliari troviamo un appartamento che
fa al caso nostro per costo e dimensioni. E’ vuoto, ma la generosità di tutte consente di arredarlo e renderlo
accogliente. Dopo pochi giorni la prima donna bussa alla nostra porta, poi due, tre, quattro… centinaia.
Donne sarde, della penisola, europee o extracomunitarie, ciascuna col proprio fardello di sofferenze e una
storia da raccontare e da superare. A proposito di storie, sempre quell’anno, siamo nel 2002, pensiamo che
sarebbe bello far conoscere a tutti le storie delle donne, il valore e la capacità tutta femminile di abbattere
con le proprie forze le difficoltà personali, delle famiglie e di intere comunità. Prende corpo l’idea di un
concorso: Donna al Traguardo dell’Anno. Detto e fatto. L’evento viene proposto ormai da 12 anni per
premiare le donne, gli scrittori che le raccontano e, da quattro anni a questa parte, le donne che
promuovono azioni positive a favore dell’universo femminile, alle quali viene conferito il Premio Sorellanza.
Anno dopo anno è una festa e nei dodici volumi all’attivo delle Storie di ordinaria resistenza femminile sono
oltre seicento le donne balzate fuori dall’anonimato.
Il tempo scorre veloce e con il numero delle socie cresce l’esigenza di un luogo stabile dove riunirsi,
progettare, lavorare. Una falsa partenza a S.Elia, in un locale concesso dal Comune e subito occupato dai
senzatetto. Una seconda falsa partenza al CEP e infine, dopo molte insistenze, illusioni e delusioni,
l’associazione trova dimora all’ultimo piano della scuola Emilio Lussu in via Piovella, a Is Mirrionis, quartiere
quanto mai bisognoso di luoghi di amivizia, aggregazione, proposte culturali.
Il circolo delle Donne al Traguardo viene inaugurato con l’apertura di un centro di ascolto e
l’organizzazione di una serie di laboratori amatoriali aperti a tutti: uomini, donne e bambini. Dizione e
portamento, decoupage, ceramica, pittura, yoga della risata, teatro i primi. Ma il fiore all’occhiello è il corso
di antica cucina sarda che fa nascere l’idea di un concorso internazionale (coinvolgendo anche i sardi
residenti in tutto il mondo). Obiettivo: tutelare la tradizione gastronomica isolana pubblicando in un
volume le ricette del corso e quelle in concorso. Seppure la cucina non sia un sapere esclusivo delle donne,
certamente sono loro le più fiere depositarie della tradizione sarda ai fornelli. Tutte le attività del circolo e i
concorsi promossi dall’associazione, oltretutto, servono all’autofinanziamento delle attività sociali che con
la sede si sviluppano con la raccolta e distribuzione di viveri, vestiario, attrezzature e arredi per la casa alle
famiglie indigenti,(con l’aiuto del Banco Alimentare e, più recentemente, con Alimentis, un’iniziativa della
Caritas e dell’Agenzia regionale del Lavoro.
Oltre all’ascolto, al sostegno psicologico, al lavoro di counselling e a un aiuto concreto, le donne in difficoltà
possono aderire gratuitamente ai laboratori trovando un ambiente amichevole per ampliare le proprie
relazioni e trascorrere utilmente il tempo libero.
Anche il numero delle donne maltrattate e in difficoltà, bisognose di un luogo dove riparare per superare
l’emergenza, cresce di giorno in giorno. Così l’associazione accoglie di buon grado la proposta di aprire a
Cagliari, nel nascente Centro comunale di Solidarietà Giovanni Paolo II, una nuova accoglienza al femminile.
E’ il 2005 e l’attività richiede una riflessione per un primo bilancio che viene fatto al convegno sul tema
Anatomia del disagio femminile. Intanto al Centro di accoglienza confluiscono anche donne provenienti dal
carcere e agli arresti domiciliari: spesso portano con sé i loro bambini. Comincia una più stretta
collaborazione con la Casa Circondariale di Buoncammino con l’aiuto di un gruppo di volontarie. Numerose
le collaborazioni e i il lavoro in rete con le altre realtà solidali cittadine e regionali. E ogni anno, il 31
Dicembre, un momento di festa per tutte le donne e gli amici che vogliono salutare insieme l’anno vecchio
davanti a una bella e affollata tavola imbandita.
La svolta per un servizio professionalizzato sul fronte della violenza di genere arriva nel dicembre del 2009,
quando viene avviato il Centro Antiviolenza e la Casa rifugio riservata alle vittime e ai loro bambini.
Un’attività inserita nella rete antiviolenza costituita e finanziata dalla Regione Autonoma della Sardegna.
Con le risorse regionali ora è possibile contare su personale assunto stabilmente e ad alta specializzazione.
Comincia così un’attività di prevenzione nel territorio e la presa in carico di centinaia di donne (ad oggi oltre
un migliaio) costrette a lasciare casa e lavoro per intraprendere un percorso di uscita dalla violenza
(soprattutto domestica) e per ricostruire una vita serena. L’anno successivo, per far fronte alle crescenti
richieste di ospitalità da parte di donne in emergenza, l’associazione decide di aprire una serie di
appartamenti dove realizzare piccole convivenze di donne che possono così riprendere una vita autonoma.
Inoltre, riacquistando la residenza nel Comune, riconquistano lo status di cittadine titolari di diritti e di
assistenza, quando occorra.
Lo staff del Centro antiviolenza, inoltre, attiva una serie di iniziative, dibattiti e forum che coinvolgono tutto
il territorio e che lo vede impegnato per strada, nei mercati, nelle fiere, nelle scuole in una costante opera
di sensibilizzazione. Si allestisce anche una mostra itinerante dal tema “Profumo di donna” che
ripercorrendo la vita di ciascuno, dove spesso la violenza trova spazio, l’ultima parola è comunque di
speranza per un nuovo abbraccio.
Una riflessione sul lavoro svolto viene fatta anno per anno diffondendo i dati e ragionando sulle
motivazioni che inducono tanti uomini a praticare comportamenti violenti. L’ultima riflessione, nel 2012,
col convegno sul tema “Il dono e la pretesa). Iniziative, ogni anno, anche per la giornata internazionale
contro la violenza sulle donne.
Con l’attività del Centro la grande famiglia delle Donne al Traguardo cresce ancora e nel 2011, su richiesta
della Provincia e sull’onda dello sbarco massiccio di persone provenienti dal Nord Africa originata dalla crisi
libica, l’associazione apre alcune accoglienze per ospitare ventitre giovani donne e due bambine quasi tutte
di origine nigeriana oltre che otto donne tunisine. Per tutte si organizzano corsi di lingua e cultura italiana
ed anche laboratori professionalizzanti per auspicare una vita autonoma nel nostro Paese.
Non mancano i progetti di aiuto per realtà solidali nel resto del mondo. Due fra tutti: la casa di accoglienza
di Zelinda Roccia che raccoglie le bambine di strada in Nicaragua, e il progetto con AVSI per un programma
di corsi professionali a favore delle donne dello slum di Kibera in Kenia.
L’ultimo nato è il progetto in fase di realizzazione nel quartiere Marina di Cagliari assieme ad altre realtà
solidali e istituzionali. Si chiama Marinando e ha l’obbiettivo di stimolare, accrescere e sviluppare le
competenze delle donne per renderle protagoniste dello sviluppo economico del quartiere.
Tutto non è possibile raccontare, in poche righe. Ma a noi piace sempre ricordare che non siamo in grado di
risolvere i problemi di nessuno e qualche volta neppure i nostri. Però siamo disponibili ad accompagnare le
persone in difficoltà, a condividerne le sofferenze, i bisogni, i sogni. Questo è Donne al Traguardo: una
piccola compagnia solidale.
Silvana Migoni
Presidente Associazione Donne al Traguardo Onlus
Cagliari, 7 Dicembre 2013