Voci di Corridoio - Collegio Plinio Fraccaro

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Voci di Corridoio - Collegio Plinio Fraccaro
Voci di Corridoio
settimanale fraccarotto
Anno III
Numero XLIV
MONDANITA’
MUSICA
YOGHIPARTY
Rezza&Mason a pag.
SPORT
MALANIMA
4
10 maggio 2007
PAGELLE
Aquilotti – valla
Montolivo a pag. 7
Pampa a pag. 2
SIAMO TUTTI TECNICI DELLE TELECAMERE
Questo articolo volevo scriverlo martedì perchè,
se devo essere sincero, la cosa mi aveva innervosito parecchio, ma sarebbe venuto fuori sicuramente un articolo poco “diplomatico” e molto polemico, e io odio le polemiche inutili.
Non so come sia nata la cosa ma martedì, orario
mensa, entrando in sala comune sembrava si dovesse fare la rivoluzione contro il rettore. Il motivo
era la mostruosa doppia telecamera appena montata in sala comune da uno dei tecnici che da due
settimane
stanno
“lavorando” in collegio per “Insomma quello
mettere a norma l’impianto che vorrei dire è
antincendio, (spero che nes- che provare a essere un po’ più
suno si offenda per quello
razionali
e meno
che dirò) non so se chi era
impulsivi
potrebbe
presente ci ha fatto caso ma
in 10 minuti io ho veramente farci bene, evitarci
sentito dire una marea di figure di merda e
cazzate astronomica. Da chi sangue amaro per
nulla”
congetturava già come entrare di notte, chi sosteneva che fossero sensori di
volume per scoprire chi entrava a svaligiare le
macchinette della colazione, chi diceva di aver
visto Emilio che si divertiva a guardarci sui due
nuovi schermi che gli avevano montato in portineria, chi insisteva con il fatto che non potevano che
essere telecamere <<perchè si vede che sono
telecamere>>, chi pensava già come montare un
cartello con scritto <Stiamo facendo matricola>
per oscurarle durante le “serate di accoglienza”,
chi progettava riunioni apposta e azioni di protesta
contro il rettore, chi sapeva che tanto i video di
sorveglianza sarebbero stati affidati ad un’azienda
esterna e visionati solo in caso di furti o simili, insomma una rivoluzione e perchè? Perchè la gente
si fa condizionare troppo facilmente e chiedere
conferme da fonti sicure sembra sempre troppo
difficile o faticoso. Veramente non vorrei sembrare
offensivo, ma come si fa a pensare sul serio che
si tratti di telecamere? E chi era in sala comune sa
che non lo dico con il senno del poi, ma che ero
abbastanza dubbioso anche mentre altri erano
pronti a scommettere che si trattasse di telecamere (perchè non ho scommesso soldi con il Toz??).
Insomma quello che vorrei dire è che provare a
essere un po’ più razionali e meno impulsivi potrebbe farci bene, evitarci figure di merda e sangue amaro per nulla. Mal che vada l’hanno prossimo non daremo fuoco alla nuove matricole..in sala
comune, almeno!
Johnny Mason
CCHIU’ PERE PE’ TUTTI
Due pere nel volley, tre nel calcio, tutti a casa e noi in semifinale
I risultati del girone ci riservano come
avversario il collegio valla, mettendo
nuovamente di fronte le finaliste della
passata edizione dell’intercollegiale.
Inizialmente siamo tutti convinti delle
nostre possibilità,nonostante molti
portino sul groppone l’infame e subdolo falò di Yoghi. La calura del pomeriggio attenua e confonde la tensione pre partita,fino all’arrivo sul
campo degli Aquilotti,che ci ha gia
visto vincitori qualche mese fa,in ocFoto di Michele Lombardo©
casione della Coppa cairoli.cairoli
che trova il modo di aleggiare sull’incontro,sottoforma di divise a tinte gialloneri
imposteci da motivazioni cromatiche.
La tifoseria è quella di sempre,numerosa ed entusiasta,e la sensazioni durante
il riscaldamento sono buone:ci sono concentrazione e tranquillità,confortante
anche l’esito della finale scorsa.
Il valla,tuttavia,parte bene,sospinto dalla paura e dalla voglia di rivincita.Le
prime azioni dei bianchi provocano scompiglio nella nostra difesa ma ci danno
la sveglia.A poco a poco conquistiamo il predominio territoriale,pur non riuscendo a procurarci più di qualche calcio piazzato pericoloso.Tinelli scodella
qualcuno dei suoi tiri-cross,mentre Napolitano vola ad incornare a lato.Il finale
di tempo si rivela decisivo:sull’asse Piccino –Tinelli(e con l’aiuto del portiere
Matteo,”uno di noi”)voliamo in pochi minuti sul due a zero,con un fiacco tiro
prima e un contropiede fulmineo poi,entrambi”made in Noci”
Nella seconda il Fraccaro legittima il risultato,controllando facilmente
(troppo,secondo Violetto:”mettete la modalità esperto”)le iniziative avversarie e
ripartendo in modo incisivo. Il tre è però firmato Maggiani.nasce da un cambio
di gioco su Brigante,che scodella teso per lo sparviero genovese:pallone volante e rete.
La girandola dei camAVVENTURA
bi e i cori biancorossi
portano alla concluBANANA BOAT ALLA CONQUISTA DEL PO’
s i o n e
d e l
Chi ha tempo non perda tempo..sarà per questo match.Vittoria
netche venerdì sera via volta 22 sembrava una botte- ta ,dunque,che mette
ga di falegname, dove 4 il punto esclamativo
manici di scopa e delle vec- su una maiuscola prochie mensole venivano ma- va corale.Perfetta in
gicamente trasformati in fase
difensiva,la
remi; sabato all’alba, la par- squadra ha giocato su
tenza...
ottimi livelli,lottando
Segue a pag.6
sempre e proponendo
geometrie più che
buone.
“Non abbatterti Napo poichè dopo ci rifocilleremo con un pasto a base di fave del quale
Bravi tutti ,allora,e avanti così.In semifanie ci
sono molto ghiotto, e che i miei avi usavano mangiare ogni domenica con una spolverata di tocca lo spallanzani,con negli occhi la voglia
puro tumazzo di fichi.”
di battere il golgi.
Alessandro, numero 6 del Valla
Naza
2
Pagelle
Voci di Corridoio | XLIV | 10 maggio 2007
AQUILOTTI CELERES 3 – COLLEGIO VALLA 0
Giuliano voto 5: si arrabbia con il sottoscritto perché dice che nel negozio dove ha
comprato i premi per il torneo gli hanno fatto spendere troppo. Mezzo voto in più per la
parata al 90°, non ci regala nemmeno un
sussulto con una papera (vedi Matteo) per
ravvivare la partita. AVARO (anche di emozioni).
Matteo, portiere del Valla voto 8: che dire…
uno di noi! SICUREZZA.
Pasquale voto 7: al minuto 21° del p.t. decide di rischiare l’espulsione “scivolando” sullo sterno dell’avversario con tredici tacchetti. Risultato: avversario ammonito. Per il
resto si sa preferisce giocare ala, ma questo terzino che si sovrappone e chiama lo
schema a Tinelli sulla punizione per tirare
una bordata, ci piace parecchio. Una sola
cosa: basta con questa storia del napoletano. PULCINELLA.
cambiare una partita con
quella facilità. Riceve la telefonata di Donadoni a fine
allenamento: vestirà la maglia azzurra. CAPOCANNONIERE (ops…)
Nazareno voto 7: la sbornia
della festa gli passa cammin
facendo: Yoghi infatti è il suo
avversario più temibile. Un
po’ lezioso in certe circostanze non alza la
voce e resta a guardare i risultati del suo
lavoro in una squadra che gioca davvero
bene. PATERNALISTICO.
Como voto 8: eccezionale la sua prova, da
l’idea di essere rientrato in forma al momento più opportuno; come peraltro l’anno scorso era uscito al momento più opportuno. A
parte l’eccellente tempismo gioca un calcio
duro all’inglese, estroso (vedi rovesciata)
alla brasiliana, concreto alla tedesca, difenJuin voto 7: gioca con la sicurezza di semsivo all’italiana…parafrasando Naza “se Epre, contro una punta mediocre ed un arbispo gioca così vinciamo il torneo”. POLItro cattivo con lui. Nella coppia di centrali è
GLOTTA.
più la mente, sempre lucido e calcolatore.
Talmente sicuro di sé da deviare volontaria- Brigante voto 7: a completare il centrocammente di testa una punizione a duecento po stellare manca solo lui tant’è che un gioall’ora che gli fa perdere il
catore cattivo ci vuole:
senno per dieci minuti. RA- Foto di Michele Lombardo©
l’ammonizione lo iscrive
come al solito nel registro
ZIONALE.
dei nervosi. Quando enNapolitano voto 7: più che il
tra in sala comune alle
presidente sembra un corazsei per dormire e si sveziere, aitante com’è su ogni
glia solo per mangiare
palla alta. Prova anche a
tutti pensiamo sia divensegnare come già aveva fattato buono e gentile. Ma
to su quel campo in Coppa.
il fallaccio da dietro conMa il suo carpiato termina
ferma la sua indole di
con un crollo a terra che gli
giocatore lento e scorretmette ko la schiena. Irritabile
to. DIFFIDATO.
com’è rischia il cazzotto ad
un avversario qualsiasi: nella
Genova voto 7: se nei
coppia è senza dubbio il
primi 25 minuti sembra la
braccio (armato). Si trattiene
solita punta fraccarotta
dal pestaggio per essere anmatricola che entra in
dato a vedere il papa. CONcollegio per sedersi in
panchina dalla mezz’ora
VERTITO.
Il centrale difensivo del Valla rincuora un
Napolitano: “Napulità, un t’a proc- in poi cambia volto: lotta
Oda voto 7: il progresso dolorante
cupari… ca dopu c’e’ a pasta cu u maccu!” * sul pallone, va verso il
fatto sin qui lo consacra
portatore di palla, disturgiocatore rivelazione. Anche perché la riveba i difensori e segna un goal di rapina ricelazione la vede quando dopo una sgroppata
vendo un bel cross da Brigante. PROMESdi sessanta metri sessanta sulla fascia decide di calciare in porta dopo avere visto Maria di Fatima. Sicuro di sé è a tutti gli effetti
il più “grande” giocatore. Speriamo che il
finto infortunio messo in scena per uscire
tra gli applausi non sia più serio del previsto. OMOBONO
Tinelli voto 8: gioca in tre ruoli contemporaneamente e nei primi 45 minuti è il giocatore più pericoloso di cui disponiamo. Dopo la
quarta bestemmia decide di segnare due
volte in tre minuti per mostrare a tutti chi è
l’unico numero dieci al mondo capace di
Foto di Michele Lombardo©
SA.
Piccinno
voto
6,5: la voglia di
strangolare Genova è tanta: ma
invece di farlo
come Homer con
Bart riesce sempre a farselo
sfuggire
come
Tom con Jerry. Inoltre fa perdere la
pazienza a Tinelli ripetutamente
come Beep Beep con Wile Coyote
anche se invece di sfrecciare nel
deserto cerca di farsi spazio tra la
difesa del Valla, senza trovare mai il
colpo di genio, un po’ come Paperino sfortunato. CARTOON.
Mendieta voto 6,5: morbido come
una carezza entra per gestire la situazione al posto di Napolitano dolorante. Il caschetto d’oro non rischia troppo anche per la scarsa
vena dell’attacco amaranto che sul
tre a zero non ci crede mai. Se
quando è in campo lui non prendiamo mai goalses un motivo ci sarà.
TALISMANO.
Pampa voto 9: tatticamente non
sbaglia un colpo. Sa di poter schierare due punte ed un centrocampo
più leggero per aver analizzato e
studiato tatticamente il Valla. Tiene
Enver a riposo e lancia Genova dal
primo minuto: azzardo che frutta e
concede all’albanese una settimana
in più di recupero. Nel pomeriggio
cucina anche la pasta per tutta la
squadra e si concede un look meno
formale del solito. Sostituisce gli
acciaccati appena possibile per dare loro modo di riposare in vista della semifinale contro il temibile Spallanzani. ACUTO.
Per quanto riguarda Idro, Messina,
Armirotta e la panchina, e anche per
te, amico arbitro, mi piacerebbe stare qui a scrivere ancora ma è già
l’una e in redazione aspettano con
ansia le mie pagelle. Sarà per la
prossima.
Simone
Pellegrin
Pagelle bis
Voci di Corridoio | XLIV | 10 maggio 2007
3
LE PAGELLE DI PELEGATTI
Cecchino 8: Spara da tutte le posizioni e
centra sempre il bersaglio con il massimo
dell’efficacia, il verbanico non spreca un
colpo, è sicuramente l’attaccante più forte
del complessivo fraccarotto. ONE SHOT,
ONE KILL
Zola 21: Come gli anni che compie e come
i punti che confeziona sempre con grande
stile e potenza considerevole. Si allena tutti
i giorni ed è sicuramente l’attaccante più in
forma del complessivo fraccarotto. AUGURI
Fabio Grosso 6.5: Si comporta piuttosto
bene per essere un terzino dell’Inter e una
banda nel Plinio volley, viene utilizzato come opposto dal coach che mette a dura
prova la sua duttilità. Dopo le prime incertezze mette a terra anche lui le sua palle.
Rimane sicuramente il giocatore più bello
del
complessivo
fraccarotto.
BELL’ANTONIO
Maestro Yoda 7: Entra in campo nel secondo set e dimostra subito le sue doti Jedi
da capitano, sgrida la panchina per gli errori di rotazione, la sua è una buona partita,
precisa e ordinata. E’ sicuramente il gioca-
tore più saggio del complessivo fraccarotto. MIDICLORIAN A PALLA
SpiderMan 6: Il giovane Parker viene
fermato da una contusione che si procura
durante il riscaldamento, peccato perché
aveva già in serbo per il pubblico i suoi
colpi ad effetto su e giù per la rete, un
elemento che conosce molto bene.
E’ sicuramente il giocatore più acrobatico del complessivo fraccarotto.
SUPEREROE
Mano di Marmo 7: Con la su mano
gigantesca annienta le difese del
Sant’Agostino, devastante le sue
palle veloci provate più volte in allenamento. Conquista molti punti giocando di prima sugli errori della
compagine avversaria. E’ sicuramente il
giocatore più marmo del complessivo
fraccarotto. STATUARIO
Cyborg Pradella 7.5: E’ un cyborg, questo potentissimo androide è il frutto della
combinazione di molteplici qualità appartenenti a differenti fraccarotti, la potenza
di Marcone, l’elevazione di Verbania, i
primi tempi del Toz e la forma fisica di
Tinelli. E’ sicuramente il giocatore
più cyborg del complessivo fraccarotto.
CYBORG
Air Stridi 8: Partita
praticamente perfetta del nostro palleggiatore che gioca
con tranquillità e
precisione un numero impressionante di palloni, aggiungendo alcuni velenosi secondi tocchi.
Anche in battuta
dimostra di essere
l’elemento più pericoloso. E’ sicura-
mente il giocatore più basso del complessivo fraccarotto. RAGAZZO SENSIBILE
Tira&Molla 8: Esordisce come libero
sfoggiando la divisa rossa come una
seconda pelle, salta e rimbalza da
una parte all’altra del campo per prendere ogni pallone che
gli avversari smozzarellano nella nostra
metà campo. E’ sicuramente il giocatore
più elastico del complessivo fraccarotto.
RAGAZZO PADRE
SgargiaPerelli 8,5:
La solita devastante
tranquillità che sconvolge avversari e
non rendendolo sicuramente il giocatore più giocatore dei giocaotori del
complessivo fraccarotto. PRIMOGENITO
Kapaboom 7: Entra per sostituire il
festeggiato Zola, dimostrando che
potremmo tranquillamente avere 2
squadre pienamente competitive vista
la panchina lunga e di altissimo livello.
E’ sicuramente il giocatore più gemello del complessivo fraccarotto. SECONDOGENITO
Italoamericano 6: Non ci capisce una
mazza, pensa di essere in vasca di
pallanuoto e aspetta il passaggio giusto per trafiggere il portiere avversario, alla prima occasione fornitagli da
Stridi tira una bordata spaventosa
contro la rete e poi comincia a festeggiare attorno al campo come ohmiodiofabiogrosso dopo l’ultimo rigore
alla Francia. E’ sicuramente il giocatore più napoletano del complessivo
fraccarotto. PESCE FUOR D’ACQUA
Rezza&Mason
NOI ANDIAMO IN SEMI-FINALE…
Con questo coro si
conclude la gloriosa serata fraccarotta, ebbene si
un’altra semifinale,
niente ha potuto il
S.Agostino contro
un Fraccaro in formazione tipo e con
una grinta addosso da far paura a
chiunque.
La cronaca della partita lascia il tempo
che trova, i fraccarotti, hanno asfaltato il
poveri malcapitati Agostiniani (si chiameranno così?).
Perellino (neo-ventunenne) e Verby, non
al top per uno
stiramento
alla
schiena, hanno
fatto gara a chi
fosse più ignorante,
tirando
bordate da far
i n d o s s a r e
l’armatura
agli
avversari, il Perellone ha confermato di essere il più virtuoso pallavolista della storia, alternando la potenza
della sua nuova spalla con tocchi di
fino eccezionali, i nostri centrali, Toz e
Franz, devastanti in primo tempo e a
muro, se poi ci mettiamo l’ottima pre-
stazione in regia di Pier e il brillante esordio di Brighella come libero, il risultato non
poteva che essere un 2-0 facile facile.
Un applauso anche alla panchina che si è
fatta trovare pronta quando è stata chiamata in causa da Mister Draghi, 10 e lode
quindi a Tony, Italo, capitan Oda e Giò.
Solo due sono state le note dolenti della
serata: la prima il piccolo infortunio di Juanita durante il riscaldamento, la seconda la
scomparsa di 3 calzoncini della divisa, per
la quale Nicolina mi sta ancora cristandomi
dietro.
Un ultimo grazie al pubblico, ragazzi ora vi
aspettiamo in semifinale contro il Cardano,
per ricordare alle Cardane che sono…
Verby
4
Pagelle tris
Voci di Corridoio | XLIV | 10 maggio 2007
LE PAGELLE DELLO YOGHIPARTY
Come sapete ieri si è tenuta nel parco
della Sora la festa che apre la stagione
estiva delle feste universitarie pavesi:
l’ormai immancabile festa/falò di Yoghi.
Ecco le pagelle che descrivono l’evento.
Yoghi 6. E’ il festeggiato e si fa prendere
dal panico in quanto
organizzatore della
serata. Torna in collegio 47 volte e si
gode solo 10 minuti
di festa. Poi l’alcol lo
calma. Si ingrana e delira pacificamente
disteso vicino al fuoco fino alla fine dei
giochi. Magic Yoghi
Como 6.5. Lucariello è completamente
circondato dalle donne. Il puzzone gigioneggia come al solito ed esibisce la sua
fascinosa voce rauca accompagnando il
Naza con disinvoltura. Giro di routine
Anna 9. Voto altissimo per questa stupenda ragazza che canta per tutto il
tempo con voce soave e ammaliante.
Uzzino va in brodo di giuggiole, ma del
resto tutti si accorgono delle doti divine
della fanciulla. Musa
Uzzino 8. Beve e fa bere. Il siculo si appropria di un bottiglione di vino e comincia a venderlo a 1
euro al bicchiere.
Ingurgita una quantità spaventosa di
birra Peroni e riesce a far ingranare
pesantemente, con
l’aiuto del Mason, il
taciturno Trameri.
Poi gli arriva alle
orecchie il dolce
cantare di Anna e si accascia al suolo
stremato.
Probabilmente sta ancora
dormendo. Ubriacante
Mason 5 . Si accanisce inspiegabilmente
sul povero Trameri
rovinandogli la serata. Non canta mai e
se la fa con quei tipacci di Dantuono e
Cogo. Poi gli capita a
tiro un bottiglia di vodka alla liquirizia e
decide di assaggiarne
un pochetto. Si fa
accompagnare
da Turker in bici
e va a dormire
ubriaco e contento. Veneziano
Trameri 16. Come i secondi di
vodka alla goccia che gli fa
bere a forza il
dinamico duo Uzzino-Mason. Il mingherlino
Urricane si difende come può, ma dopo un
ennesimo cocktail tutto rum e poca cola il
suo stomaco collassa. Sbocco brutta maniera che ricorda l’idrante dei pompieri e
entrata di diritto nella storia dei guinness
dei primati. E’ la sbronza più veloce di
sempre. Bambina
dell’esorcista.
NazaNegro 7. In
mezzo al campo è
il solito demone.
Scatta, copre, ruba
palla, tira in porta,
imposta deliziosamente e soprattutto
corre dall’inizio alla
fine. E’ il faro del
nostro centrocampo, il suo lavoro diventa
indispensabile. Tecnica e tattica al servizio
della squadra. Abbbbronzatissimo
Oda S.V. Rimane in collegio, ma pensa
bene di passare da
Perellino. Pizza e birra a volontà alla faccia
di Mason ed Elia che
si dimenticano di lui.
Pieno di risorse
Idro 4. Defilato come
al solito per tutta la
serata, all’improvviso
si getta nel fuoco nudo
per
attirare
l’attenzione. Purtroppo sbaglia falò e la
questione si
conclude con
un nulla di
fatto. Torcia
umana
Turker
7.
Continua ad
indossare
magliette di
un
rosso
sgargiante in ogni occasione e chiama la
sua ragazza ogni sei minuti. Buona dose di
alcol anche per lui che si fa trasportare con
passione dalle due chitarre cantando spassosamente con il resto della compagnia. Al
ritorno porta sul sellino della sua bici la
spugna Mason facendosi tutte le salite a
tavoletta. Allegro cazzone
Savini 6.5. Imbraccia lo strumento con caparbietà e fa cantare tutte le tipe che gli
capitano a tiro. Esperto e navigato frequentatore di ambienti più o meno mondani si
dimostra anche intonato (cosa avevate
capito?). Buon repertorio e conversatore
instancabile.
Menestrello
Pede 7.5. Il folletto di
Lecco è veramente
instancabile. Naviga il
grande fiume con mezzi di fortuna e
non si lascia scappare niente. Sempre
presente con il suo vino, voce roca,
allegria al punto giusto, la motocicletta
10 HP e la sua voglia di stare insieme.
VeroSeguace di Bacco
Colucci 9. Finalmente libero da impegni
di
studio
e ,almeno apparentemente,
per
nulla intenzionato
a cercarsi un lavoro si abbandona
anche lui al canto
libero davanti al
falò. Alla fine torna
sul sellino della
bici di Elia ingiuriando Pede e le
matricole che gli
hanno rubato il posto in macchina. Laureato nostalgico.
Elia 4. Arrivati alla festa viene assalito
da un gruppo di scalmanate compagne
di corso che si
strappano i capelli
come solo per uno
dei Fab Four, come una vera star le
ignora prende possesso della chitarra
e non la molla più,
non si ubriaca ma
sfoggia la solita
disinvoltura musicale grazie alla quale potrebbe cuccare
più di tutti. Alla fine però conquista solo
Colucci che si fa portare sul sellino della sua bici. AI FALO’ CHI SUONA LA
CHITARRA NON CUCCA.
Dantuono 2. Camoranesi alla ricerca
furibonda di tipe dalla slinguazzata facile prova ad andare in goal con frasi ad
effetto tipo: “Che bella luna...limoniamo? - ehi canti bene...ho
dei contatti a Milano per la tua carriera… - Tuborg solo tu, mi turbi sempre
più, Tuborg io t’amo, Tuborg ti penso,
Tuborg sei tutto, proprio tutto, per
me…”.Palesemente fuori luogo
Gamba 6.5. Riesce
ad intortare una tipa
dietro l’altra grazie
alla sua suadente
voce calda e baritonale. Peccato che il
politichese presente
nell’elegante esposizione di Jacopo risulti
praticamente
incomprensibile alle
tipe, che si addormentano puntualmente a metà spiegazione della finanziaria
del governo Prodi. Incompreso.
Rezza&Mason
Sport e coscienze
Voci di Corridoio | XLIV | 10 maggio 2007
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FLUSSO DI COSCIENZA
Oh ragazzi non so cosa scrivere... eppure
qualcosa devo scrivere. Non per il buon
Pampa, primo fruitore della borsa di studio
Casper, e nemmeno per voi facce di feccia
che leggete (Fabri Fibra insegna che insultando si ottiene attenzione), ma perchè è
proprio bello scrivere. Personalmente ho
sempre visto questo leggero
battito simile ad una piccola
pioggia sui tasti come una
valvola di sfogo, un modo
per “dire meglio” qualcosa. E
mi spiace che molti tra queste mura non lo facciano (e
se lo fanno non lo condividano), di mettersi lì e lasciare
andare i pensieri. Ok, sicuramente non sto meglio perchè
scrivo (e non sto parlando
solo del giornalino, ovviamente), ma quel che è certo
è che sto bene mentre scrivo. E rubare un po’ di serenità alla mia testa e all’immanente non è mai una brutta
cosa. Sinceramente inviterei tutti a provare
a scrivere una volta se non l’hanno mai
fatto, per semplice piacere. Su cosa? Beh
sull’essere davanti ad un foglio (elettronico
per quando mi riguarda) bianco e del voler
metterci sopra qualcosa. A volte io passo
uno stato di trans, come se la mia mente
che si libera fosse un’oppiaceo davvero
efficace. A volte ho la sensazione di lievitare, davvero, come se il mio corpo si alzasse e le mani ferme fossero l’unico contatto col mondo... ok io non sono normale,
ma vi assicuro che è una sensazione stupenda. Perchè la parola
è troppo chiara, e non
puoi cancellarla e riscriverla, o pensarci un
secondo in più prima di
dirla... a volte mentre
scrivi ti ferrmi a pensare
se è meglio “il” o “un”
per dire quello che vuoi
dire... parlando non è
possibile. Ok il meglio
sarebbe dipingere, o
comporre musica... ma
insomma non è così
facile. Invece scrivere è
facile, scrivere per se è molto facile. Per
gli altri un po’ meno... ma basta un po’ di
pratica e un bel po’ di sana lettura e ci si
riesce.
“Cristian
com’è
andata
l’esame?”
“BOOOH”... il mio piano pulsa, e la gente
passa dalla mia porta. Esami esami esami. Ne ho 6 nei prossimi mesi, me ne ba-
stano tre... potessi scrivere. L’unico
esame in cui mi han fatto scrivere ho
preso 30... ora, ok non era difficile, però è sempre un 30. Avrei potuto prendere 28 perchè non era difficile, invece
ho preso 30, che sulla mia sfilza di 18,
secondo me, si sente un po’ fuori luogo
e un po’ in imbarazzo... In ogni caso
anche se poco, qualcosa ho scritto. E
spero di avervi solo confermato il Violenza che conoscete, un po’ saccente a
volte, anche fastidioso, in tutti i modi
folle in maniera lucida, razionale...
Idro ha fatto partire Foxy Lady. Ok lui
con la chitarra non è proprio Jimmy, ma
ci prova... provarci è l’unico modo per
riuscire. “Chi non accetta una sfida, ha
perso in partenza. E nel peggiore dei
modi” Fabrizio De André... allora sfido
tutti a scrivere sullo “scriversi”, mettersi
in parola... se vorrete son sicuro che il
buon Mazzon vi impaginerà, se no fatelo per voi stessi... son sicuro che vi aiuterà. Oh il mio caro flusso di coscienza.. ah, approposito di Foxy Lady, ho
un aneddoto divertente, di cui vado
abbastanza orgoglioso... se volete farvi
due risate, chiedetemelo! Sempre vostro...
Violenza
MA CHE FINE HAN FATTO I CAMPIONI D’ITALIA?
Questa è la domanda che si sono posti
ieri tutti i tifosi
dell’inter e coloro che
seguono il calcio in
generale. Una figura
quella dell’inter a dir
poco ridicola. La Roma ha letteralmente
asfaltato la squadra
nerazzurra. 6-2. Un
risultato
tennistico
che non lascia alibi e
scusanti. Alla Roma
sono bastati 15 minuti per distruggere la
resistenza della difesa nerazzurra, i primi
15 minuti. Una squadra quella dell’Inter,
molle, mai in partita,
probabilmente senza
quelle due disattenzioni della Roma il
risultato sarebbe stato ancora più rotondo e pesante. Si pensava ad una voglia
di rivincita da parte dell’inter, dopo il 3-1
giallorosso in campionato, un risultato
che aveva rovinato la festa scudetto nerazzurra e che aveva indispettito e non
poco anche Moratti. Per cui ci si aspettava una partita ben diversa, perdere ci
poteva stare ma non così. Sicuramente
le motivazioni in campo da parte della
Roma erano superiori; però non si spiega solo con questo il
tracollo. La Roma voleva dare un senso ad
una stagione comunque
positiva che però non
aveva ancora regalato
soddisfazioni. Per cominciare la delusione
per il 4-3 sempre contro
l’Inter in supercoppa
italiana, arrivato dopo
un 0-3 nella prima
mezz’ora in agosto, poi
il secondo posto in campionato dietro alla squadra milanese ed infine
l’uscita ai quarti di
champions contro il
Manchester, che poteva
aver ragione d’essere
ma non con un 7-1. Ed
è stato proprio questo
ricordo nel cuore dei giallorossi a scatenare
tanta
rabbia
nell’infierire
sull’Inter ieri. È già passato un mese e
mezzo dalla figuraccia in Inghilterra ma
la si voleva cancellare definitivamente,
serviva vincere ampiamente e non con
una squadra minore, vedi il 4-0 rifilato
alla Sampdoria 4 giorni dopo Manchester, serviva battere una grande, e
l’Inter è stata la prescelta. D’altro canto
l’interista non ha mai pace. Anche in
una stagione da record come questa non
riesce a festeggiare pienamente ed anzi
trova modo di essere preda di sfottò come
gli ultimi anni. Di sicuro non è colpa sua
se il Milan è in finale di champions ma di
certo lo è perdere in questa maniera con
la Roma in una finale, se pur di coppa
italia; che non avrà la dovuta importanza
ma che ridendo e scherzando ieri ha portato 40.000 persone allo stadio Olimpico
in un orario insolito, alle 18. Mai più azzeccato è stato l’inno dell’inter, “Pazza
Inter Amala”, e proprio questa Pazza Inter
è chiamata ad un riscatto, e non può che
farlo nella gara di ritorno di questa finale,
il risultato è mezzo compromesso, ma ha
l’obbligo di provarci, le potenzialità le ha,
starà a Mancini motivare la squadra, che
se fosse una squadra vera non ne avrebbe bisogno. Devono essere i giocatori ad
avere la rabbia dentro, a sapersi prendere
le proprie responsabilità, a chiedere scusa per la prestazione agghiacciante di
mercoledì, come suo tempo avevano fatto
i giallorossi dopo Manchester. Per ciò starà a loro cancellare questo 9 maggio, che
avrà un peso minore del più famoso 5
maggio nerazzurro, ma che ha sempre
una matrice romana e che tuttavia è ancora parzialmente rimediabile.
Lorenzo Gotta
6
Adventures
Voci di Corridoio | XLIV | 10 maggio 2007
BANANA BOAT ALLA CONQUISTA DEL PO
“Se non son pazzi, non vengono al Po”
antico proverbio fluviale
Chi ha tempo
non
perda
tempo..sarà
per
questo
che venerdì
sera via volta
22 sembrava
una bottega
di falegname,
dove 4 manici di scopa e delle vecchie
mensole venivano magicamente trasformati
in remi; sabato all’alba, la partenza…
Maldo, Colux, Pede, Ste, Naza..un equipaggio formidabile: mai vista una barca (per
l’occasione un gommone grigio dei primi
anni ’80), mai visto un fiume; pronti però a
tutto.
Alle 9 salpiamo dal Ponte della Becca: la
corrente è buona (come poche altre volte, ci
dicono) e l’entusiasmo alle stelle. Le prime
fasi della navigazione ci vedono concentrati
sulla rotta da seguire e ancora preoccupati
per la tenuta della nostra imbarcazione, Ste
ritto in piedi a scrutare l’orizzonte; ci sono
diversi tronchi da schivare e dopo un’ora
affrontiamo il primo ponte. In breve entriamo in confidenza con il fiume, ci rilassiamo
e siamo pronti a un primo brindisi; bastano
pochi chilometri per capire che su un gommone si può certo remare, ma anche dormire, mangiare, bere, suonare la chitarra e
fare i bisogni. Il sole del primo pomeriggio è
caldo e invita all’ozio; noi lo assecondiamo
incuranti delle nubi che nel frattempo si addensano sulle nostre teste…
Sono ormai le 5 quando
comprendiamo
l’imminenza del temporale: troppo tardi. Le prime
gocce ci colgono nel
mezzo del fiume, i tuoni
sono vicini, la superficie
dell’acqua plumbea e
increspata dal vento; non
ci resta che tentare un
approdo
d’emergenza.
Raggiungiamo la riva destra che in quel tratto si
presenta come un muro
di fango a picco nei flutti; Colucci armato di
ancora tenta la scalata aggrappandosi anche a un albero proteso sul fiume, il resto
dell’equipaggio fatica per mantenere il gommone vicino alla sponda. Al culmine della
tensione l’albero cede rovinosamente, e
insieme si trascina il povero Colucci, che
solo con un balzo
felino evita un tuffo
nel Po e si riporta a
bordo: a quel punto
l’agitazione si dissolve in fragorose risate
della ciurma…
Il temporale fortunatamente si esaurisce
in fretta e ci permette, bagnati e intirizziti, di riprendere il viaggio, sotto il buon
auspicio di un arcobaleno.
Scottati
dall’esperienza
e
temendo nuove piogge decidiamo comunque di sostare per la
notte nel primo porto accessibile, un campo di granturco e fango; la cena è frugale,
la notte umida: ci addormentiamo sfiniti al
freddo.
Domenica ci svegliamo molto presto, in
tempo per vedere il sole sorgere sui campi; Colucci, visibilmente turbato, esterna
al gruppo un’anomalia riscontrata nel proprio corpo: “Ragazzi, ho avuto
un’erezione mattutina!”. Lo tranquillizziamo (“sono cose che capitano”) e torniamo
sull’imbarcazione, ribattezzata per
l’occasione Banana Boat. Fasi di spinta
attiva si succedono a momenti di torpore
generale; Naza e Pede alternano la loro
perizia al timone, gli altri galeotti si limitano alla gretta fatica dei remi, compreso
Maldini che fra un pisolino e l’altro è diventato capitano del vascello. Oltrepassiamo Piacenza e accostiamo
verso l’una a Roncarolo, grazioso paesino fluviale composto di dieci case, chiesetta, e
trattoria; le scatolette di legumi sono buone, per carità, ma
nel frangente la decisione
unanime è di provare la cucina piacentina. In un ambiente
rustico e accogliente (brave le
cameriere) mangiamo e beviamo allegramente fino a
che, satolli, ci sdraiamo per
un riposino in un vicino prato.
Ci svegliamo verso le 5 e,
soddisfatti del nostro ritmo
rilassato, torniamo in barca.
Navighiamo placidamente fino al tramonto
e ci accampiamo in un posto da sogno,
spiaggetta e pioppeto su un’ansa del fiume; la cena è abbondante, attorno a un
falò conviviale; Naza si dimostra incapace
di cuocere i wurstel, ma per fortuna lo
soccorre l’astuzia del Pede. Andiamo a
letto con le stelle, dopo aver visto la
prima lucciola dell’anno, bruciati dal
sole e con in testa lo sciabordio delle
acque: veri lupi di fiume, ormai.
Lunedì ci svegliamo con calma, Colucci bissa il prodigio del mattino precedente, e con spensieratezza ripartiamo. La ciurma è rozza, e nella
solitudine del fiume si sfoga liberamente, il sole picchia duro; vediamo
diverse draghe arrugginite e qualche
vecchio barcone variopinto che sa di
Mississipi. Prima di Cremona una
grossa diga sbarra il Po; per farci
passare, due uomini aprono appositamente una gigantesca chiusa: un
portento ingegneristico al servizio
esclusivo di 5 pirla…
Raggiungiamo Cremona verso le 2;
attracchiamo con brillante manovra e
giravolta di 180 gradi: artisti del remo, ormai.
Il resto è sgonfiare il gommone, una
birra al circolo nautico (dove ci distinguiamo per l’odore), e un po’ di
tappe per il ritorno in treno.
E’ stato fantastico, davvero; non siamo arrivati al mare, come inizialmente avevamo previsto, ma non importa.
Da
tempo
sognavamo
un’avventura fluviale alla Huckleberry Finn, e l’abbiamo avuta, accorgendoci nel mentre che oltre alla
poesia, sul fiume si sta bene e si ride
come matti. Rimango ogni volta sbalordito dalla facilità con cui pensiamo
le cose più bizzarre e dall’estrema
disinvoltura con cui le facciamo. Del
resto, i proverbi non sbagliano, tutti i
pazzi finiscono al Po…
Pede
Musica
Voci di Corridoio | XLIV | 10 maggio 2007
LA MUSICA CHE MI GIRA INTORNO
(...“MUSICA” PER LE MIE ORECCHIE)
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Rubrica musicale a cura di Giorgio Montolivo
Buongiorno a tutti, e bentrovati. Questa settimana voglio raccontarvi di un'artista che si è imposta alla mia attenzione di recente,
grazie all'avvicendarsi di casi completamente slegati tra loro, ma che probabilmente hanno riguardato anche voi; dunque vediamo
di ripercorrerli. Ogni cosa ha inizio - apparentemente - con il nostro concerto di Natale: quest'anno, benché la mia canzone (piano
e voce) non richiedesse grandi preparativi di arrangiamento, avevo comunque accolto volentieri l'invito a partecipare alle varie
“session” di prova, che infatti sono state di per sé una gran bella esperienza, e dove ho potuto anche gustare ogni sfaccettatura
(Cesario meriterebbe la pubblicazione di un video del backstage) dei brani compresi in scaletta (...e non compresi, dato che Tinelli
ha cambiato pezzo a cinque giorni dal concerto). Ma la sera del concerto... una sorpresa. Non sto parlando del fortunato sodalizio
tra il Pede & Loretta Goggi; ma di Pampa, inspiegabilmente e ingiustamente posizionatosi ultimo, che portava una canzone per me
nuova: “Amore disperato”. Ma proseguiamo. Un paio di mesi dopo vado in montagna per qualche giorno, quand'ecco ha inizio il
consueto baraccone di Sanremo: un amico obbliga me e gli altri a vederne dei pezzi - salvo il diritto (e la soddisfazione) di sentirlo
commentare per radio dalla Gialappa's - e io finisco per ammettere di avere insolitamente apprezzato questa nuova edizione grazie ad alcuni pezzi, tra cui “Luna in piena”. Passano altri due mesi buoni - sono a Pavia - e vincendo non so come il mio odio per
Scamarcio (e fenomeni mediatici correlati), vado a vedere “Mio fratello è figlio unico”: girato non malvagiamente, forte di due o tre
attori molto validi (tra cui S. non rientra), il film mi piace discretamente, e si fa ricordare per la colonna sonora. Nella diversa epoca
in cui è ambientato, ci restituisce gli slanci adolescenziali (erotici e politici) dei protagonisti entro una trascinante cornice di canzoncine un po' antiquate, ma di grande incisività: su tutte “Ma che freddo fa”. Poi il film si chiude con una splendida versione, acustica, di “Amore disperato”: la misura è colma - disincrocio le braccia e vado finalmente a cercarmi qualche informazione su Nada.
MALANIMA
Ecco dunque svelato il nome che si nascondeva dietro questi
titoli: un nome poco incisivo foneticamente, ma che a sua volta
nasconde un'etimologia pregevole (nada = “speranza”, in
sloveno); e sul quale, pur non dubitando che alcuni di voi
l'avessero riconosciuto, vorrei raccontare qualcosa di più. E'
Nada Malanima il nome (per intero) della ragazza livornese che
nel 1969 portò “Ma che freddo fa” a Sanremo: aveva 15 anni,
e lasciò il pubblico esterrefatto per la straordinaria carica. Non
vinse, ma consacrata da pubblico e critica, irruppe comunque
nell'industria discografica, facendosi chiamare con il solo nome.
Col trascorrere del tempo, i successi di cui sono costellati i
primi anni Settanta, vanno diradandosi in favore di scelte stilistiche inaspettate, ammirevoli, ma naturalmente non apprezzate
dal pubblico di allora: già nel 1973, l'amicizia con Piero Ciampi
porta Nada a cimentarsi con un album molto impegnativo (“Ho
scoperto che esisto anch'io”), interamente firmato dal cantautore livornese. A partire da questa prima rottura con il
grande pubblico, Nada prosegue sulla strada della sperimentazione collaborando con gruppi emergenti (i Goblin, la Reale
Accademia di Musica); resta fedele a un repertorio di livello
cantautorale cantando Paolo Conte, Tenco, Zenobi e ancora
Ciampi. In questo contesto - cui fecero eccezione due successi
anni Ottanta molto orecchiabili, “Ti stringerò” e “Amore disperato” - la cantante rilegge anche pagine tradizionali toscane;
ma la scelta decisiva, determinante per il personaggio che oggi
ci si presenta, è costituita dalla sua svolta cantautorale: coi
primi anni Novanta, Nada comincia a scrivere per sé, ottenendo
risultati eccellenti che la elevano ad artista completa ed originale. Merita menzione “Nada Trio”, entusiastico progetto antologico, avviato in anni di rinata attività concertistica insieme
agli Avion Travel (e poi riassunto da omonimo album del 1998),
che vede rivisitare gli “highlight” di una carriera già trentennale
in una nuova veste: la voce di Nada si snoda ora liberamente
su arrangiamenti esigui (chitarra e contrabbasso), tendenti al
jazz.
Il ritorno a Sanremo nel 1999 con l'ottima “Guardami negli occhi” pareva dunque la chiusura di una parentesi molto lunga;
ma ha segnato anche l'inizio di una nuova giovinezza artistica:
in questi ultimi otto anni Nada ha messo a punto album sempre
migliori (“Dove sei sei”, “L'amore è fortissimo, il corpo no”,
“Tutto l'amore che mi manca” e il live “L'apertura”), segnati da
produzioni prestigiose (Mauro Pagani, John Parish, Massimo
Zamboni) e caratterizzati da una voce che non risente degli
anni, su una musica ormai conforme alla miglior moda dettata
da contemporanei come gli Afterhours, i Marlene Kuntz e Cristina Donà. Oggi Nada è una meritevolissima cantautrice
53enne: l'età è quella di altre signore della nostra canzone; con
le quali però condivide più differenze che affinità... L'armonico
accostamento del rock ad un gusto più melodico, alcune inflessioni vocali - e persino la pronuncia - ricordano Gianna
Nannini; mentre l'intonazione poco canonica e il trasgressivo
approccio (molto duro) al tema dell'amore, la possono avvicinare a Loredana Bertè. Ma da queste (entrambe cantautrici) si
distingue per il perseguimento di un genere che non si lega più
a criteri commerciali, più similmente semmai a Fiorella Mannoia; la quale però non compone certo le proprie canzoni, né è
dotata di un registro vocale della stessa portata. Tenue, selvatica, dotata, stonata... ma quale quadro ne esce ?! “In alcune
canzoni la sua voce si materializza come una frustata. In altre
sembra nascere dagli abissi della malinconia. In altre ancora
ha il tono spudorato di uno sberleffo. In altre, infine, ha la dolcezza struggente di un disincanto...”
Dopo l'ispirata descrizione di Mollica, questo itinerario biografico sembra concludersi nel suo punto di inizio: al nostro
concerto di Natale ?! Purtroppo no: mi riferisco a una manifestazione musicale di livello assai minore (il che mi fa ben
sperare sulla presenza di Nada al Fraccaro l'anno prossimo),
cioè il Festival di Sanremo: come ho anticipato, l'edizione del
2007 annoverava tra i pezzi in gara “Luna in piena”, title track
del nuovo album (uscito a febbraio), che per gli ascoltatori
(fedeli o della dell'ultima ora), rappresenta l'ennesima prova di
gran classe. Difatti, chi l'aveva vista incerta e scoraggiata sul
palco dell'Ariston (dal quale, neanche a dirlo, è uscita ingiustamente mal classificata, come Pampa), riceverà dal nuovo album tutt'altra impressione. “Luna in piena” riconferma Nada
artista capace di confrontarsi con il proprio presente, al di fuori
di mode e consuetudini: è fatto di pezzi coraggiosi, evocativi di
atmosfere ora rabbiose ora malinconiche ora radiose, sorretti
da musiche, tra l'elettrico e l'acustico, davvero capaci di conquistare. Se volete farvi un'idea, potete ascoltare “Pioggia
d'estate”, “Distese”, “La verità”, “Questo giorno”, “Niente
più”... tutti brani che colpiscono prepotentemente, ognuno con
le proprie peculiarità, la sensibilità dell'ascoltatore. Lo stesso
vale per la loro autrice, sempre impavida e carica di energia
positiva, che almeno per quanto mi riguarda, sembra destinata
a farsi ricordare. Un caro saluto a tutti.
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Mistero
Voci di Corridoio | XLIV | 10 maggio 2007
L’ANGOLO DEL MISTERO
Il segreto del Machu Picchu: l'erba
che scioglie la pietra
Nel nostro passato sono state costruite varie opere colossali, tra cui le
piramidi in Egitto e opere megalitiche
in sud America.
Molti si sono
chiesti come sia
stato
possibile
costruire
simili
opere in un passato remoto con
gli scarsi mezzi
dell’epoca.
Obiettivamente,
per quanto per
alcune cose si
sono trovate delle
spiegazioni
ragionevoli, altre rimangono avvolte
nella più totale oscurità. Se si pensa
alle costruzioni megalitiche di Machu
Picchu, non si può non rimanere sorpresi e chiedersi come sia stato possibile costruire simili opere su un cocuzzolo così impervio. Come è stato
possibile trasportare blocchi pesanti
centinaia di tonnellate su una montagna? E non solo. Molti di questi blocchi sono sagomati in modo particolare, in maniera da potersi incastrare
perfettamente con blocchi complementari. E non dimentichiamo un particolare importante: i popoli del sud
America non conoscevano la ruota!
Tutto questo ha fatto nascere mille
ipotesi tra cui le più fantasiose chiamano in causa alieni, dei o magia. In
una delle puntate di “Stargate Linea
di confine”, lo studioso Peter Tompkins ha esposto la sua idea che è
degna di un certo interesse e non
chiama in causa fenomeni paranormali. Nell’intervista concessa a
“Stargate Linea di confine”, Tompkins
ha tenuto a specificare che non esistono prove su chi ha costruito le piramidi, in quale epoca, sul perché e
soprattutto sul come e che tutta
l’egittologia ufficiale non si fonda su
prove certe ma solo su supposizioni.
Partendo da questa premessa ha
esposto la sua idea su come sia stato
possibile costruire queste opere megalitiche. Ha parlato dell’esistenza di
una erba rossa alta più o meno 25
centimetri, capace di sciogliere la
pietra e poi di riaggregarla nella forma voluta. L’idea è che gli antichi
conoscendo tale pianta, costruivano
dei cassoni, li riempivano di ciottoli
poi ci buttavano un estratto di questa
pianta che trasformava le pietre in
Rubrica a cura di Fabrizio Erario
forma liquida e poi aspettavano che il tutto ritornasse in forma solida. Così facendo, avevano a disposizione blocchi enormi della forma voluta e nel posto voluto.
Questo naturalmente spiegherebbe molte
cose e soprattutto senza chiamare in causa alieni o poteri paranormali. Una caratteristica delle pietre di
queste
costruzione
megalitiche è di essere piuttosto regolari e
ben levigate ed è difficile pensare come sia
stato possibile fare
ciò, mentre con la teoria di Tompinks, ciò si
spiega facilmente. Il
problema è dimostrare
l’esistenza di questa
erba rossa. Lo studioso ha citato alcune
testimonianze scritte e da lui ritrovate. La
prima di questa risale a circa 2 secoli fa
ed è una leggenda riportata da un viaggiatore statunitense di Boston che racconta di come erano costruiti i grandi templi
mesoamericani grazie all’utilizzo di una
pianta misteriosa. Una seconda testimonianza risale all’inizio del 900 e vede protagonista un inglese. In un suo viaggio a
cavallo è costretto a proseguire a piedi
perché il cavallo si è azzoppato. Chiaramente indossa degli speroni, ma questi
misteriosamente
si
dissolvono
nell’attraversamento di un prato di erba
rossa. Un altro racconto riporta le ricerche
di un prete che ha passato gran parte
della propria vita alla ricerca di un misterioso uccello, il pito, di dimensioni molto
piccole che ha la particolarità di scavare il
proprio nido nella roccia con l’ausilio della
nostra erba rossa. Il pito prende in bocca
un pezzo di erba rossa e lo strofina nella
roccia che pian piano si dissolve fino a
formare una cavità adatta a contenere il
suo nido. Queste sono le testimonianze
storiche, ma esiste un ulteriore prova anche se indiretta. Si tratta dell’esperimento
dell’ingegnere francese Davidovits, studioso di agglomerati che è riuscito a realizzare delle rocce calcare pesanti tonnellate partendo da calcare sbriciolato. Ha
studiato la sabbia di Giza ed ha constatato che è di tipo argilloso e partendo da
quest’elemento e aggiungendovi un sale,
della calce e dell’acqua ha realizzato dei
blocchi del tutto simili a quelli delle grandi
piramidi. Da notare che ha utilizzato
“ingredienti” conosciuti agli antichi egizi, e
quindi è pensabile che abbiano potuto
inventare questo sistema. L’esperimento
di Davidovits è forse meglio approfondirlo
in un lavoro a parte. Per il momento è
interessante constatare che l’esperimento
sembra confermare anche se in maniera indiretta l’ipotesi di Tompinks. Le
differenze fra le due tecnologie ci sono,
da una parte un calcestruzzo inventato
dall’uomo, dall’altra parte una erba particolare capace di sciogliere le pietre.
Ora bisogna attendere la prova definitiva, cioè il ritrovamento di questa pianta, sperando che nel frattempo non sia
estinta. In effetti considerando il gran
numero di opere megalitiche realizzate
dai popoli mesoamericani è ipotizzabile
un massiccio sfruttamento di questa
erba che l’ha portata a sopravvivere
solo nei posti più impervi. Il ritrovamento di questa erba cambierebbe notevolmente le nostre teorie sui popoli antichi
e ciò che ora sembra assurdo tornerebbe ad avere una spiegazione razionale. A tal proposito una spedizione di
Fraccarotti, guidata dall’esploratore
Trinca, è partita alla volta del Perù alla
ricerca di tale pianta portentosa. Arrivata in Colombia, purtroppo la spedizione
si è imbattuta in un altro tipo di erba
altrettanto miracolosa. Gran parte del
gruppo di esploratori, in particolare Armirotta, Leo e Pietro (il figlio di Rizzi),
ha deciso di stabilirsi lì per qualche
tempo al fine di studiare a pieno gli effetti benefici di tale pianta dalle variegate foglioline.Trinca, ormai abbandonato dal resto della truppa, ha deciso di
tornare in collegio in maniera tale da
organizzare una spedizione di recupero….ma temo che l’impresa sarà ardua!!
Voci di Corridoio
Fondato nel 2005
Direttore responsabile:
Pellegrin Simone
Vicedirettori:
Ferrari Elia,
Ferrari Giovanni
Art Director:
Mason Giovanni
Tiratura: 60
Finito di stampare alle 3:00
Rubriche un po’ qui, un po’ la
Voci di Corridoio | XLIV | 10 maggio 2007
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GLOBE-TROTTING Rubrica a cura di Enzo De Barbieri
DOVE NON RITORNEREI
Mi entusiasmano sempre i paesi dove mi
reco per lavoro, c`e` sempre qualcosa
nella loro storia, nei loro costumi che e`
stuzzicante e che stimola
l`approfondimento e la
curiosita`. Pero` fra tutti
ce ne uno nel quale non
ritornerei nemmeno se
mi pagassero a peso
d`oro.
Non vi diro` qual`e`, sappiate soltanto che e` africano, mussulmano e tanto vi deve bastare.
Appena arrivi in aeroporto, di solito si fanno i passaporti.
In questo paese prima dei passaporti incontri qualcuno in divisa che ti chiede il
passaporto, lo esamina e ti domanda
‘’ E` la prima volta che visiti il nostro
paese? ‘’ se incautamente rispondi ‘’ si ‘’ ,
ti sequestrano il passaporto, ti chiudono in
una stanza e sino a quando non paghi
non puoi uscire. Io ero stato informato per
cui alla domanda risposi
‘’ no e` la terza volta ‘’, al che la domanda
successiva fu
‘’ e dove sono gli altri visti ? ‘’, ‘’ nel vecchio passaporto che non ho con me ‘’, la
risposta convinse la mia interlocutrice che
mi lascio` andare.
Feci finalmente i passaporti, presi la valigia e passai davanti ai doganieri senza
nemmeno guardarli, loro non mi fermarono, li` fuori c`era Amanuel Araya che gia`
aveva lavorato con me in Kenya e an-
dammo in albergo.
Rimasi un po` piu` di un mese, comperai
un pick-up, cominciai ad organizzare le
attivita` incontrai il cliente, e tra le altre
cose chiesi un multy entry
visa, cioe` un visto che mi
avrebbe permesso, nell`arco
di sei mesi, di entrare ed uscire dal paese tutte le volte che
lo avessi voluto, senza dover
chiedere ogni volta un nuovo
permesso, sapevo infatti che
sarei dovuto tornare.
Arrivo` il giorno della partenza, mi recai all`aeroporto per tempo poiche` immaginavo che le attivita` da espletare prima di partire non sarebbero state
rapide.
Per prima cosa andai al banco del checkin e subito un funzionario della dogana mi
chiese di aprire la valigia.
Avevo comprato delle maschere che diedero subito adito al doganiere di chiedere
‘’’ ha la lettera del museo per queste maschere ‘’ , ‘’ non serve – dissi – non sono
vecchie ‘’, dalla faccia del tipo capii che
dovevo tirare fuori qualcosa, gli offrersi
allora l`equivalente di due Euro, dopo essersi allontanato per consultare
un`improbabile socio ritorno` dicendomi
che andava bene, avanti il prossimo step.
Arrivai ai passaporti e questa volta tutto
sembro` andare liscio, girando intorno al
gabiotto pero`trovai uno in divisa che mi
chiese il passaporto. ‘’ Ah! Ma lei ha chiesto un multy entry visa, c`e` un problema
‘’, ‘’ sara` forse un problema quando ritor-
no,- risposi - adesso esco con il visto
con il quale sono arrivato ‘’, ‘’ devo
chiamare il mio capo ‘’ aggiunse e ando` a chiamare qualcuno senza pero`
ritornare, quando arrivo` il capo cominciai a parlare in italiano dicendo che
non capivo e non parlavo inglese, quello si scoccio` e mi restitui` il passaporto, prossimo step.
Attraversai il salone che mi doveva portare ai gates, pensando d`aver finito la
mia via crucis. Arrivato in fondo uno mi
ingiunse ‘’ ALT!, passaporto e bagaglio
a mano ‘’ gli consegnai il tutto lui con
un sorriso mi guardo` e commento`
‘’italiano!, bene puo` andare ‘’.
Arrivai finalmente al gates. Gia` allora
c`era il metall detector e la macchina a
raggi per la verifica interiore della borsa, prima pero` di attraversare
quest`ultimo controllo un`altro mi chiese ‘’ ha dollari, ha monete locale ? ‘’,
‘’ Non ho dollari e per quanto riguarda
la moneta locale mi e` rimasto questo
che ho tenuto per te ‘’, ‘’ apprezzo
molto il tuo gesto, puoi passare ‘’, disse
con un bel sorriso.
Arrivai dall`altra parte, mentre recuperavo ancora la valigia arrivo` una signora che mi ripete` esattamente la stessa
domanda, al che risponsi ‘’ non ho dollari, per il resto chiedi al tuo collega
perche` cio` che era rimasto l`ho dati a
lui ‘’.
Finalmente era finita, c`era solo da sedersi ed aspettare l`aereo, ma che bel
paese! Spero solo di tornare
PERDONO MARCE
WE LOVE CHUCK NORRIS
Caro Marce,
Siamo una modesta redazione
di un piccolo giornalino in provincia di Pescara. Ti seguiamo sempre e la tua rubrica
ci piace un kasino. Apprezziamo veramenChuck Norris è entrato nel Guinness dei Pri- te lo sforzo che fai per scrivere si VdC ogni
mati sia per la sezione "Velocità" che per la settimana e per aiutare la redazione. Cosa
sezione "Abilità", costruendo il castello di
succederebbe però se quelli della redaziocarte più grande della storia sulla prua di un ne perdessero uno dei tuoi articoli in modo
off-shore che lui stesso stava guidando a 500 accidentale? Li perdoneresti? Confidiamo
km/h.
in una tua risposta sul prossimo numero di
VdC, ti seguiamo sempre con affetto e vorContrariamente a quanto si pensa, l'armadio remmo avere anche noi, nel nostro piccolo
di Chuck Norris, quand'era piccolo, era pieno zeppo di mostri, omini neri, sgorbietgiornale un articolista pari al tuo alto livello.
ti, troll ed ogni sorta di creatura terrificante.
Si nascondevano lì appena lo vedevano arrivare.
La vera definizione di ottimismo è dire a
qualcuno "Ci vediamo dopo" mentre stai andando a un appuntamento con Chuck Norris.
Chuck Norris può vedere film alla radio
Chuck Norris ha conseguito la Patente Europea del Computer. Da allora, più volte è
stato visto sfrecciare ad oltre 250 km/h a bordo di un PC.
Andrea Violetto