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Guida multimediale Descrizione generale dell'area Profilo dell'area: L'area del Marmo Platano presenta uno straordinario spettacolo: paesi arroccati su rilievi o adagiati su colline o ancora eretti su spuntoni di roccia. Verdeggianti e profonde vallate incorniciate da boschi di cerri, castagni, faggi ed abeti contornano l’intero paesaggio. Tortuose strade di accesso, stradine e scalinate conducono nei suggestivi borghi dell’area, dove la storia ha lasciato tracce indelebili nelle rovine normanne e nei palazzi storici; dove carestie e terremoti hanno segnato i paesaggi urbani, le tradizioni popolari, il ricordo e la memoria collettiva. Terra a tratti generosa a tratti severa, affascina per la sua natura incontaminata, per la pace, per la bellezza dei luoghi. Le stradine impervie e silenziose portano fino all’anima di quei territori, ne svelano l’aspetto più intino e profondo, arrivando al cuore delle comunità locali, lungo un percorso di scoperta, appropriazione e riappropriazione del senso dei luoghi, di memorie e di identità. Descrizione dei 2 comuni Baragiano: un viaggio nel tempo, alla scoperta della storia di luoghi, saperi e sapori. Identità storica del luogo: Il nostro viaggio nel tempo ha inizio nella parte nord-occidentale della Lucania, nel lembo di terra che accoglie Baragiano. Il Paese è ricco di spunti culturali, di suggestioni simboliche, di arte e di storia, di palazzi signorili e chiese dagli inaspettati arredi interni, di un interessante sito archeologico. Il paesaggio che circonda Baragiano è dominato dal colore verde cupo dei boschi di cerri, castagni, faggi e abeti. Stradine tortuose e solitari sentieri lo attraversano, regalando un percorso sensoriale tra fragranti profumi di erbe selvatiche. A valle, presso la Via Appia, l’espansione moderna di Baragiano; in alto, sul crinale di un dosso, a 625 m. di altitudine, l’antico abitato di Baragiano: una vera e propria acropoli naturale che riporta indietro nel tempo al VII secolo a.C. Centro commerciale di tutto il Marmo-Platano sin dall’antica Grecia grazie alla sua posizione strategica, al clima dolce e salubre, alla natura lussureggiante, Baragiano è stato punto nevralgico del commercio e delle vie di comunicazione tra la costa ionica e la costa tirrenica, tra le colonie greche fondate sullo Ionio (Siris, Metaponto e Sibari), i centri etruschi (Capua e Pontecagnano) e le colonie greche sul Tirreno (Poseidonia, Cuma e Velia). Le genti insediate nell’antico abitato di Baragiano erano i Peuketiantes, come ricorda Ecateo di Mileto, autore greco del V secolo a.C. . Il “ Basileus”, re dei Peuketiantes, proprio qui, 2500 anni fa, visse e fu sepolto con le sue armi simbolo di potere. La tomba del Basileus di Baragiano rappresenta, per la sua ricchezza, un unicum nel mondo indigeno lucano. Il corredo funebre del principe si compone, infatti, di molti vasi attici a figure nere dalle diverse forme e che raccontano i miti del mondo greco, ispirati al valore, alla forza e in particolare alle fatiche di Eracle, eletto ad eroe simbolo delle genti italiche. I segni del tempo trascorso, le preziose testimonianze delle antiche genti che hanno abitato il territorio fanno riscoprire le proprie origini, un frammento dell’anima lucana, persa negli usi, nei costumi, nelle tradizioni domestiche, nei riti, che tornano a vivere nell’ “Acheoparco del Basileus”. da visitare: L’archeonauta consiglia... La storia e il mito dell’archeologia lucana vengono raccontati e animati attraverso un giardino archeologico: l’ “Archeoparco del Basileus”. Postazioni scenografiche, ricostruzioni di ambienti e percorsi di edutaiment offrono uno spaccato della Basilicata tra il VI e il IV secolo a.C. Contatti Comune di Baragiano +39 0971 997071 Chiese & Santuari: Le Chiese di Baragiano hanno una caratteristica disposizione: sono tutte allineate lungo il crinale della collina, quasi a delineare un’ideale divisione dal paese. Di notevole interesse è la Chiesa dell’Annunziata eretta nel 1586 riutilizzando antichi blocchi di pietra della mura di cinta del V-IV secolo a.C.. All’interno si può ammirare il gruppo statuario della Vergine e dell’Angelo incastonato in una cornice lignea e posto su un altare intarsiato di marmi policromi del 1573. A pochi metri dall’Annunziata l’elegante Chiesa di San Rocco, dedicata al Protettore di Baragiano, testimonia la diffusione del culto del Santo di Montpellier nel Meridione al XVI secolo. Di interesse sono, inoltre, la Chiesa Madre di S. Maria dell'Assunta e la Chiesa dell’Immacolata Concezione, altrettanti segni e simboli di una fede e una devozione che hanno da sempre caratterizzato le genti lucane. Case & Palazzi: Il centro storico è un suggestivo borgo attraversato da vicoli, scalette, testimonianze storicoarchitettoniche di grande pregio, da Palazzo Iura, con il suo antico portale in pietra, a Palazzo Venetucci, adornato della sua maestosa balconata e che domina sulla piazza più alta del borgo. Riti & Tradizioni: Molte sono le tradizioni e i riti popolari che caratterizzano la comunità di Baragiano. Si tratta di riti a carattere sacro e religioso tra i quali si distinguono la Festa patronale di San Rocco e quella dell’Annunziata. Il 15-16-17 Agosto di ogni anno la festa del Santo Patrono richiama un’enorme folla di curiosi e devoti per partecipare alla processione delle “cente” e della statua del Santo, traboccante di monete e oggetti votivi. Le donne procedono scalze sotto la statua come voto per le grazie ricevute, intonano canti tradizionali, invocano protezione ed aiuto. Il sincretismo pagano-cristiano rivive, invece, nel rito del “Passaggio della Spina”; rito antichissimo risalente ad epoca precristiana che si celebra nel Lunedì in Albis, durante la festa dell’Annunziata. Consiste nel far passare tre volte un bimbo da un uomo ad una donna sotto un arco di spine intrecciato appositamente per l’occasione. Se l’innesto riesce e le spine fioriscono allora vorrà dire che in futuro il bambino godrà della protezione della Madonna, che gli garantirà prosperità e buona salute. Da non perdere: Il rito del “Passaggio della Spina”, celebrato ogni Lunedì dell'Angelo. Appuntamenti di Gusto & Esperienze Enogastronomiche: Vino, carni, formaggi e salumi sono prelibatezze dell’enogastronomia lucana da assaporare a Baragiano. La lavorazione e l’utilizzo di carne di suino, in particolare, ebbe origine proprio in questa terra, come ricordano Orazio, Varrone e Cicerone; rinvia al rito della maialatura e rappresenta tuttora per le famiglie e gli operatori del settore agroalimentare una tradizione intorno alla quale far festa e da trasformare in opportunità di sviluppo economico. La chicca del Gastronomo “Carne di maiale con peperoni sott’aceto”: Prendere della carne di maiale, tagliarla a pezzettini e metterla in una casseruola dove avrete precedentemente messo dell’olio di oliva. Cuocere a fuoco moderato salando a piacimento. Quando la carne sarà ben dorata aggiungere i peperoni che nel frattempo avrete tagliato a piccoli pezzi e sciacquato con acqua corrente. Terminata cottura, servire la pietanza ben calda. Per vivere le tradizioni enogastronomiche: ... Per vivere le tradizioni enogastronomiche e legate alla cultura contadina il periodo di Carnevale è sicuramente quello più folkloristico. … Per vivere a contatto con natura e ammirare il borgo, anche animato dalle numerose manifestazioni ed eventi, il periodo migliore è da giugno a settembre. … Per riscoprire gli usi e i riti dell’antica civiltà contadina (dalla vendemmia, alla raccolta delle olive, al rito del maiale), i sapori e i profumi del bosco e del sottobosco, il periodo più indicato è quello autunnale ed invernale. Appuntamenti o momenti da bere. “Il mosto Cotto” I contadini, per addolcire numerose 'ricette', in mancanza dello zucchero, adoperavano il mosto cotto che è ricchissimo di zuccheri e si può conservare per molto tempo. Taccuino dell'escursionista tra natura & sport! Chi più alto sale, più lontano vede, chi più lontano vede, più a lungo sogna. - Walter Bonatti Che sia sui crinali erosi dal vento, lungo le sponde di fiumi e torrenti, nelle vallate più dolci coperte di vegetazione, o nel fitto dei boschi, i sentieri da percorrere sono tanti. Dalle brevi passeggiate alle lunghe escursioni fino ai trekking più esaltanti per gli amanti della montagna e dell'aria aperta e per gli esperti di torrentismo un percorso che promette emozioni da ricordare è quello offerto da “Le gole del fiume Platano”. Nella vicina Balvano, nel Parco fluviale “Le gole del fiume Platano”, uno scalpitante torrente, la cui forra è una profonda incisione lunga 15Km, scorre veloce in una gola disabitata e impervia. Il suo tortuoso corso verso valle disegna anfratti, suggestive grotte e profonde conche. Cercando sotto la superficie, nei " Vucculi", stalattiti, stalagmiti, colonne e vele dalle forme impressionanti testimoniano come il carsismo abbia modellato questa terra nell'arco dei millenni. Da non perdere: E' possibile praticare attività come il trekking, il dog trekking, il trekking a cavallo, il cicloturismo nella forma del mountain biking ma anche attività sportive outdoor d’avventura di pura emozione e adrenalina come l’arrampicata su roccia e rafting. Programmare in anticipo: Passeggiata trekking con guida Sentiero naturalistico del Parco fluviale “Le gole del fiume Platano” - Comune di Balvano Evento libero, aperto a tutti Per partecipare è consigliabile prenotare in anticipo Contatti: e-mail: [email protected] cell. 333.2135908 Dintorni di Baragiano: E’ possibile sostare per una giornata all’aria aperta grazie alle aree attrezzate, l'ideale per chi volesse fare sport all’aria aperta, per escursioni lungo sentieri battuti, in mountain-bike e a cavallo. Recandosi nella vicina Brienza, è possibile invece ammirare un meraviglioso esemplare di roverella ultracentenario oppure incantarsi dinanzi alle Gole di “Puzz Gnunt”(cioè dei "mulinelli"), tratto in cui il fiume Melandro offre lo scenario più attraente e movimentato. Tra vertiginose pareti rocciose, guglie dolomitiche e rive ora sabbiose ora ciottolose, vi sono numerose sorgenti di acque sulfuree. Spingendosi verso il Bosco di Luceto la natura costituisce l’amena cornice di splendidi luoghi con le sue incantevoli cascate, alcune delle quali raggiungono i 20 m di altezza, incuneate tra spettacolari stratificazioni, pieghe e faglie che rompono il silenzio con rumorosi salti e giochi d’acqua che modellano bizzarre forme di sedimentazione calcarea. Cosa mettere nello zaino: Prima di esplorare questa natura incontaminata occorrerà essere attrezzati di casco, scarpe da trekking, una fune di una decina di metri, corde, cartine, adeguate informazioni e… un buon senso dell'orientamento! Galateo dei sentieri: Salutare sempre gli escursionisti che si incontrano. Sui sentieri più stretti, chi sale ha la precedenza su chi scende. Lasciare recinti e cancelli come si sono trovati. I fiori selvatici sono più belli in natura, molti peraltro sono protetti. Portare a casa solo fotografie e impronte come traccia del proprio passaggio. Curiosità: Detti e motti Baragianesi Abuscìa tèn' i pièd' p(e) camm( i )nà La bugia può causare guai A campana d( i ) Baragian' dic' : dak e damm' Nella vita bisogna dare per ricevere A femm'n' è com' na campan' : si nun la scutulìa nun sòna La donna vuol essere solleticata e destata a sentimenti amorosi Cad' da 'mmocca e vai nzin' I soldi smarriti in casa non vanno persi Come raggiungere Baragiano IN AUTOMOBILE A3 SALERNO-REGGIO CALABRIA uscita Sicignano e proseguire su SS Basentana, uscita Picerno A1 FIRENZE-ROMA: proseguire fino a Caserta, prendere autostrada A30 Caserta - Salerno, A3 Salerno-Reggio Calabria, uscire a Sicignano-Potenza quindi proseguire su SS Basentana, uscita Picerno Info: www.autostrade.it IN BUS Autolinee Liscio tel. +39 0971.54673 Autolinee Moretti tel. +39 0972.24590 Autolinee F.lli Gambioli tel. +39 0975.352675 Autolinee F.lli Renna tel. +39 0971.471636 Lagonegrese Automobilistica tel. +39 0973.21016 Petruzzi Vito Vincenzo tel. +39 0971.86016 Sita Spa Basilicata tel. +39 0971.506811 Sla tel. +39 0973.21196 Ventre bus tel. +39 0975.343195 Info utile: Abitanti n°: 2708 Denominazione abitanti: Baragianesi Distanza da Potenza: 31 Km Distanza da Napoli: 160 Km Distanza da Autostrada A3: 40 Km Tel. Municipio: 0971 997074 Fax. Municipio: 0971 997301 e-mail: [email protected] Programmare in anticipo: La visita dell'Archeoparco del Basileus è su prenotazione. Località: Loc. Toppo di S.Antonio, Via SS. Concezione BARAGIANO (PZ) - ITALY Tel. Municipio: 0971 997071 ANTICA BALVANO - CULTURA, GUSTO & NATURA Identità storica del luogo: Balvano è immersa tra fragranti erbe selvatiche. I ruderi del castello, cortine di mura, luoghi sacri, scrigni d'arte sono le testimonianze della storia e della cultura della comunità locale. Di una storia ancora segnata dal sisma dell’Ottanta. Il Paese è “una porta” sulla ruralità: conserva intatto il patrimonio delle tradizioni; di una ruralità che è Gusto grazie alla presenza di prodotti tipici di particolare rilevanza, una cultura enogastronomica che si lega a quella dell’alimentazione, alle tecniche tradizionali di allevamento, trasformazione e conservazione dei prodotti (in particolare carni e salumi). Una ruralità che è Natura in quanto l’agricoltura, mantenendo un suo importante ruolo, ha consentito sistemi di tutela, presidio e conservazione del territorio, del paesaggio, del sistema ecologico, del patrimonio culturale e naturalistico e, ancor più di rilievo, la salvaguardia della memoria storica e culturale degli spazi aperti. Una ruralità che è Cultura. Per quanto attiene al patrimonio culturale ed ambientale: il borgo custodisce importanti beni artistico - architettonici, soprattutto a carattere religioso, come conventi e chiese, oltre a palazzi nobiliari e castelli. Offre interessanti tradizioni, feste e riti popolari. Iniziamo così il nostro viaggio...! Gattini scriveva su Balvano: “d’azzurro alla torre fondata su rocce e tra rocce, il tutto d’argento”. L’abitato di Balvano ricade al margine nord-occidentale di Potenza, in piena catena appenninica, e la particolare posizione topografica conferisce al sito un’importanza nodale nell’ambito del processo di strutturazione del centro abitato a partire dalla fine del X-XI secolo, periodo a cui è ascrivibile la costruzione del Castello e che segna l’espansione del borgo urbano. Il centro fortificato di Balvano, con il Castello medievale, rientra nel sistema di organizzazione militare e di fortificazioni caratterizzanti il territorio della Basilicata già nell’XI secolo. Il borgo medievale, posto a 425 m s.l.m. nella Valle del Platano, racchiuso da alture impervie, tra cui il monte Marmo e la collina del Platano, è dominato dal fortilizio sito su uno sperone roccioso e probabilmente di edificazione normanna. Il castello domina la valle sottostante e si staglia imponente a guardia della Gola di Romagnano. Ha una posizione strategica per il complesso fortificato. Infatti, l’antico abitato si sviluppa sulla punta nord-occidentale del pianoro a controllo del Fiume Platano. L’insediamento arcaico del X secolo, oggi profondamente alterato, si concentrava probabilmente in corrispondenza del punto più elevato dell’altura, quasi come un’acropoli difesa naturalmente. Nel corso dei secoli, poi, l’insediamento con la progressiva espansione verso valle, ricoprì la parte restante della collina, diramandosi in modo più o meno regolare, verso est. La tipologia edilizia del borgo di Balvano, attualmente alterata dalla ricostruzione post-sisma ‘80, mostra i perfetti caratteri tipici dei borghi altomedievali. La sua configurazione urbana, infatti, si estende alle pendici di un’altura su cui sorge il Castello che,pertanto, si configura come l’elemento generatore del borgo stesso. La forma planimetrica del nucleo antico presenta uno sviluppo concentrico intorno alla rocca; le cortine degli edifici, adattandosi alla morfologia irregolare del terreno, assumono una forma curva che si avvolge alla collina su cui domina il Castello. Il nucleo originario del borgo venne costruito dai Longobardi Benevento. Eletto a contea sotto il dominio normanno venne poi annesso nel XII secolo al Principato di Salerno e posto sotto il controllo della potente famiglia Balbano, da cui il paese trasse l'attuale denominazione. Appartenne poi agli Alemanna, ai Fortebraccio e ai Caracciolo di Sicignano che lo vendettero a Domenico Jovine, ucciso nel 1647 durante una sommossa popolare. Oggi Balvano si contraddistingue per le fantasiose architetture a vista con infissi bizzarri a colori forti e comignoli da fiaba. Unica "concessione" al passato, assieme ai ruderi del Castello, sono le chiese tra cui la Chiesa e il Convento di S. Antonio, ed eleganti residenze signorili, da Palazzo e Casino Laspro a Palazzo Tirico, Palazzo Lenzi e infine Palazzo Pacelli. da visitare: Il Castello di Balvano si configura come un apprezzabile e significativo elemento rappresentativo della castellologia lucana dell'XI secolo. Alla valenza storico-architettonica del monumento se ne aggiunge quella paesaggistica, dovuta alla posizione plano-altimetrica dell’insediamento arroccato sulla cima di una rupe rocciosa, ritenuta tra le più panoramiche e strategiche della montuosa regione. Si presenta come una struttura fortificata medievale, la cui forma planimetrica è fortemente segnata e plasmata rispetto alla rupe su cui sorge. La geomorfologia, la posizione dominante, la rada vegetazione di cornice identificano due componenti essenziali del sito, l’una relativa alla natura impervia dei luoghi e l’altra connessa agli interventi antropici, leggibile nel rapporto tra l’edificio fortificato ed il nucleo abitato. Si compone di interessanti elementi: la rupe, la cinta muraria, l’ingresso ed i percorsi di collegamento, il rudere e la filanda. Contatti: Tel. 0971.0992014 - 0971.992002 (Comune di Balvano) Chiese & Santuari: Il patrimonio artistico locale vanta numerose chiese e palazzi le cui origini sono molto antiche. La chiesa più antica risale al 1236, la chiesa madre di Balvano, intitolata a S. Maria Assunta e situata in piazzetta Cavour. In questa chiesa, dal XVI secolo vi si venera San Pascasio Martire (festeggiato dal popolo il 14 giugno), le cui reliquie, rinvenute nelle catacombe romane, furono traslate a Balvano e tuttora vengono conservate presso il convento di S. Antonio. La chiesa di S. Maria Assunta, distrutta dal terremoto del 1980, nel tempo ha subito continui rifacimenti. Il suo ingresso principale era rivolto ad ovest, verso il castello, ed era dotato di un caratteristico portale in pietra scolpito con riccioli e volute, motivi tipici del '700 opera di artigiani locali. All'interno della chiesa vi sono piccoli altari laterali del XVII secolo ed una alzata di altare di finissima fattura che può essere datata intorno all'ultimo decennio del XVII secolo. La cura dei particolari, i capitelli di stile ionico-corinzio, le testine d'angelo, il fogliame dorato, i fiori, utilizzati armoniosamente nella composizione, dimostrano la capacità raggiunta dagli intagliatori lucani nel rielaborare e ricreare con fantasia i modelli caratterizzanti d'età barocca. All'interno, conserva una scultura lignea del XVI secolo raffigurante la Madonna del Carmine, mentre di bottega napoletana paramenti e arredi sacri in argento e 18 sculture in corso di restauro. Continuando a passeggiare nei luoghi sacri di Balvano ci si imbatte nella chiesa di S. Maria di Costantinopoli costruita, con l'attiguo convento, sul finire del XVI secolo, in contrada S. Giovanni, poco distante dal centro di Balvano, semidistrutta dall'ultimo sisma. Nella parte più periferica di Balvano, in uno splendido connubio con la natura, sono inoltre ubicate altre due chiese: la cappella di S. Lucia e la chiesetta della Madonna del Carmine di cui ormai resta ben poco della struttura originaria. Di notevole interesse artistico è il complesso conventuale di S. Antonio, edificato nel 1591 dai Francescani Minori Osservanti. Il convento presenta un chiostro ornato da un ciclo di affreschi con 22 bellissime lunette che raccontano la storia della vita del S. Francesco e S. Antonio e raffiguranti episodi della Bibbia, affrescate con mirabile maestria nella prima metà del XVII secolo da Giovanni de Gregorio detto il Pietrafesa e dal suo allievo Girolamo Bresciano. Case & Palazzi: Nel centro storico del paese, ai piedi del castello, si possono ammirare antichi palazzi che ospitavano le famiglie gentilizie locali. In via Umberto I si erge in tutto il suo splendore settecentesco Palazzo Laspro, casa natale dell'arcivescovo Valerio Laspro, ereditato, nel corso degli anni, da altri esponenti appartenenti alla aristocratica famiglia. Il complesso è stato recuperato con un intervento di restauro conservativo ed attualmente vi risiede la famiglia Laspro-Trerotola. Imperdibile è inoltre il Casino Laspro, residenza rurale della nota e potente famiglia, risalente ai primi dell’800. Fu rifugio per molti ebrei perseguitati nel corso della seconda guerra mondiale. Il palazzo, inoltre, ha ospitato insigni personaggi come Vittorio Emanuele II, la regina Margherita, l'on. Francesco Saverio Nitti ed altre personalità di spicco nel panorama storico-letterario. Proseguendo, tra piazza Cavour e via Roma, incontriamo Palazzo Tirico, Palazzo Lenzi e Palazzo Pacelli. Palazzo Tirico, sito in piazza Cavour, costruito nel XVIII secolo, rappresenta una tra le poche superstiti testimonianze di edificio palazzato di impianto settecentesco. Delimitato da tre fronti stradali, si presenta con imponenza rispetto all'edilizia minore circostante, con il quarto fronte su un maestoso giardino con piante ornamentali. Il prospetto principale, nel corso del tempo, ha subito alcune trasformazioni ma conserva elementi decorativi di grande pregio: dal portale con sovrastante stemma in pietra lavorata al ricamo delle ringhiere in ferro battuto, al balconcino e finestre, conferendo così alla facciata un aspetto elegante e rappresentativo. La tipologia è interessante per gli spazi che definisce: al piano terra, cantine, magazzini, cortile interno con il pozzo in pietra che attualmente è stato sistemato nel cortile interno del convento di S. Antonio; al primo piano numerose stanze da letto, ampio salone e loggiato con ringhiera in ferro battuto che si affaccia sul cortile interno; la scala interna che collega i due piani arricchita da ringhiera in ferro battuto e da due inferriate, anch'esse in ferro battuto, prospicienti il giardino. Attualmente è sede dall’amministrazione Comunale. Il palazzo Lenzi fu fatto costruire nel XVII secolo dal sacerdote don Stefano Pacelli e acquistato poi dalla famiglia Lenzi. La facciata principale, in pietra, configura un aspetto nobile e rappresentativo che insieme alla chiesa madre e agli altri palazzi definisce un ambiente di pregevole valore architettonico e artistico. Il sisma del 1980 ha gravemente danneggiato il palazzo, tanto da rendere necessaria la parziale demolizione, relativamente al sottotetto e a parte del secondo piano. A seguito del completamento dei lavori di restauro il palazzo è tornato ai suoi antichi splendori. Lungo Via Roma, s’incontra palazzo Pacelli, costruito intorno al XVI secolo. Fu per lungo tempo il centro della vita civile e religiosa del paese, in quanto i membri della famiglia Pacelli erano illustri medici, notai, vescovi e abati. Il palazzo, rivestito da un particolare paramento murario, un bugnato di pietra locale, dopo varie vicissitudini, tra le quali il terremoto del 1561, venne restaurato nel 1700 da don Fabrizio Pacelli, così come si legge in una iscrizione coeva apposta sotto lo stemma della famiglia, sito sul portone di ingresso. Il prospetto principale ha subito alcune trasformazioni. Sulla facciata, finestre simmetricamente disposte e un balconcino in asse al portale, conferiscono un’interessante prospettiva d'insieme. L’edificio si sviluppa attorno a un cortile interno che distribuisce i vari ambienti. Al piano terra si trovano la cappella privata di famiglia con l'altare del XVIII secolo in legno intarsiato, sormontato da una nicchia che custodisce al suo interno la statua lignea della Madonna del Monte del 600’, ambienti con caminetto in pietra, atrio d'ingresso con ricche inferriate, scale per la comunicazione ai piani superiori e una scala interna, coperta da volta a botte portante conserva ancora gli originali gradini in pietra. Le stanze, al secondo piano, conservano ancora in buono stato i caminetti in pietra locale. A pochi passi dal centro è invece possibile ammirare Palazzo Cecere, in bilico su uno spuntone di roccia che domina contrada Galdo e la gola del torrente S. Caterina. Riti & Tradizioni: ...In Terra Lucana ogni rito è l'occasione per raccontare una storia speciale! Il fervido sentimento religioso permea la popolazione del piccolo borgo e si esprime attraverso la devozione a Santi deputati a particolari funzioni. Dal passato fino ad oggi i fedeli venerano S. Antonio Abate, affinché protegga gli animali domestici; la Madonna, alla quale si chiedono miracoli; numerosi Santi, a cui dedicare feste religiose, per esprimere la propria fede e strutturare momenti di incontro e di intima spiritualità. La celebrazione più solenne è la festa del protettore S. Antonio da Padova, che cade il 13 giugno, seguita dalla festa di S. Pascasio Martire il 14 giugno e da quella di S. Vito il 15 giugno. Come accadeva un tempo, ancora oggi vengono benedetti tutti gli animali da pascolo sul sagrato del convento di S. Antonio. Ogni anno i pastori portano le greggi dalle montagne per farle girare per 3 volte intorno alla croce antistante al convento. La tradizione popolare fa risalire questa festa ad antiche origini precristiane tipiche della vita e dei costumi delle popolazioni lucane. Intenso e fortemente sentito è il culto Mariano, celebrato in occasione della festa della Madonna del Carmine del 16 luglio, della Madonna di Gaudino del 15 agosto, della Madonna di Costantinopoli che cade il primo martedì di settembre. Dopo la messa solenne a cui partecipava e partecipa tutto il paese, una processione accompagna la Statua per le vie del borgo, per concludersi con un omaggio alla Vergine attraverso uno spettacolo pirotecnico. Per Saperne di più… Quanta grazia S. Antonio! L'origine della festa patronale di S. Antonio nel piccolo borgo di Balvano ha origini antichissime ed è fortemente sentita da tutta la popolazione che si prepara spiritualmente con 13 giorni di preghiera: la cosiddetta "tredicina" che precede la festa. Il 13 giugno la Santa Messa ha inizio in tarda mattinata e, nella chiesa gremita, tutti i devoti rendono omaggio a S. Antonio spesso donandogli oro o soldi che vengono apposti sulla statua. Al termine della Messa e prima della processione è usanza indire un'asta per potersi aggiudicare una delle quattro staffe della statua del Santo così da poterlo portare in processione sulle proprie spalle per le vie del paese: un grande onore per ogni componente della comunità, tanto che l'asta può durare più di un'ora e il prezzo può salire a cifre impensabili. La processione inizia subito dopo e in testa al corteo ci sono fanciulli e fanciulle che portano sulla propria testa le pesanti "cente": costruzioni realizzate con centinaia di ceri, a devozione del Santo e costruite per mostrare la propria gratitudine per una grazia ricevuta. Per lo stesso motivo, alcuni fedeli percorrono tutto il tragitto della processione scalzi e con un lungo cero in mano ricordando persone che in passato eseguivano il percorso addirittura in ginocchio. Seguono i bambini disposti in due file, ai due margini della strada; poi il parroco, coperto da un parasole tenuto da un devoto. Dietro c'è la statua di S. Antonio coperta da un sontuoso telo sorretto da sei aste, il cosiddetto "sei mazze". In coda al corteo, accompagnano la Statua tutti i fedeli e infine la banda musicale. Dopo aver girato per tutte le vie del paese, il corteo si ferma per assistere allo spettacolo pirotecnico diurno che decreta la chiusura della processione. Il Santo patrono viene riportato in chiesa e, da questo momento in poi ha inizio la festa "pagana", caratterizzata da grandi banchetti, a base di piatti tipici e buon vino balvanese. Appuntamenti di Gusto & Esperienze Enogastronomiche: Itinerario nella dispensa Balvanese La bellezza selvaggia del piccolo borgo di Balvano sopravvive intatta nei sapori della cucina popolare. La natura, arcigna e generosa insieme, che segna i volti e le mani dei contadini e dei pastori, regala sapori tipici di una cultura alimentare semplice e gustosa. Ecco perché ancora oggi, a Balvano, dove a volte il tempo sembra essersi fermato, si possono gustare gli squisiti piatti e prodotti della tradizione lucana, che ancora continuano ad essere confezionati secondo le antiche tecniche di preparazione; tecniche che si tramandano da secoli dalle vecchie generazioni alle nuove. Quella di Balvano è una cucina fatta di ingredienti della terra e della natura circostante. Ecco allora molta cacciagione rappresentata da cinghiali, lepri, o prodotti che si trovano nei boschi come funghi e tartufi. Le abili mani delle donne balvanesi fanno poi tutto il resto: ecco i "cavatiedd" (i "cavatelli" particolare tipo di pasta fatta in casa), le manate, le orecchiette o gli immancabili strascinati al sugo di lepre, di cinghiale o al ragù di carne. Girovagando per le zone più periferiche del paese che attraversano lande poco popolate non è raro incrociare placidi e possenti bovini che pascolano al brado, scandendo, con la loro flemmatica cadenza, il ritmo del tempo di questo luogo; testimoniando, ancora oggi, la storia, la cultura e le tradizioni degli abitanti di Balvano, ma in genere del popolo lucano, che vedono nell'allevamento di bestiame e nell'agricoltura le principali fonti di sostentamento. Ogni anno, il 10 giugno e il 10 novembre, si svolge nella piccola Balvano l'antica fiera del bestiame, occasione di ritrovo e di festa per la gente di campagna e del paese, nonché vivace nota del posto, dove è possibile assistere alle curiose trattative per la vendita di un animale. Per Saperne di più … I vicoli e gli angoli pittoreschi disseminati lungo il centro storico di Balvano, i sapori e le tradizioni locali testimoniano una storia ricca di artigianato artistico: una tradizione che sopravvive in molti anziani, che continuano ad intrecciare i rami di salice creando dei particolarissimi manufatti come cesti, panieri e "spasette", spianate circolari su cui si dispone la pasta fatta in casa per farla asciugare. Da non perdere ... 12 Agosto La sagra del "cavatiedd"! Per vivere le tradizioni enogastronomiche: ... Per vivere le tradizioni enogastronomiche e quelle legate alla cultura contadina, il periodo di Carnevale è sicuramente quello più folkloristico. … Per vivere a contatto con natura e ammirare il borgo, anche animato dalle numerose manifestazioni ed eventi, il periodo migliore è da giugno a settembre. … Per riscoprire gli usi e i riti dell’antica civiltà contadina (dalla vendemmia, alla raccolta delle olive, al rito del maiale), i sapori e i profumi del bosco e del sottobosco, il periodo più indicato è quello autunnale ed invernale. Taccuino dell'escursionista tra natura & sport! "Due sentieri trovai nel bosco, ed io, io scelsi quello meno battuto..." Robert Frost, 1934 Per coloro che cercano ancora spazi da scoprire, per i viaggiatori disposti a lasciarsi ammaliare dalla natura in cui il tempo cammina dolcemente scandito dall'alternarsi delle stagioni, per gli amanti dello sport, dell'escursionismo adrenalinico e della vita all'aria aperta il Parco fluviale “Le gole del fiume Platano” del Comune di Balvano svelerà uno ad uno i suoi misteri. Aprirà il suo cuore verde per far ritrovare un nuovo rapporto con il paesaggio, ora impervio ora aspro, ora dolce ora accogliente, ora sbalorditivo e dal sapore di una quotidianità dimenticata dall'uomo moderno. Offrirà lo spettacolo di gole strette, di una ricca rete di torrenti appartenenti al grande bacino idrografico del fiume Sele tributario del Mar Tirreno, tra cui lo scalpitante Platano. Le fiumare affluenti scendono precipitose dai valloni circostanti e disegnano la tormentata orografia del territorio. I rilievi e i fiumi hanno condizionato l'assetto insediativo storico caratterizzato dal sistema dei borghi fortificati di versante e di sommità a controllo dei confini, delle valli e delle confluenze fluviali. Il Platano segna il confine tra le Regioni Campania e Basilicata. E’ un torrente percorribile che scorre in una bellissima gola disabitata e impervia. Il suo tortuoso corso verso valle ha favorito formazioni calcaree del terreno, ha creato anfratti scavati in grotte e profonde conche. Nei tratti più aperti, segnati da vegetazione ripariale, offre apprezzabili caratteri di naturalità. Il contesto è attraversato da infrastrutture antiche e nuove, elementi funzionali e simbolici a volte in contrapposizione tra loro per uso diversificato di tecniche e modalità costruttive. La viabilità storica ed interna si presenta tortuosa. Tra i luoghi da visitare si consiglia l’antica ferrovia dello Stato: la tratta Na-Ta inaugurata nel lontano 1877 e che segna il territorio seguendo un percorso di gallerie; tratti all'aperto, tunnel a finestroni, ponti in ferro e in muratura sul torrente Platano. Di lì si raggiungerà anche la Galleria delle Armi, luogo di un tragico disastro ferroviario accaduto nel 1944. Da non perdere: E' possibile praticare attività come il trekking, il dog trekking, il trekking a cavallo, il cicloturismo nella forma del mountain biking ma anche attività sportive outdoor d’avventura di pura emozione e adrenalina come l’arrampicata su roccia e rafting. Programmare in anticipo: Passeggiata trekking con guida. Sentiero naturalistico del Parco fluviale “Le gole del fiume Platano” - Comune di Balvano. Evento libero, aperto a tutti (bambini, adulti, parenti, amici). Per partecipare è consigliabile prenotare in anticipo Contatti: mail [email protected] cell. 333.2135908 Dintorni di Balvano: Se si è muniti dell'attrezzatura adeguata e del giusto equipaggiamento, vale la pena spingersi fino al Vallone del Tuorno (che significa "tuono"), affluente del Melandro, seguendo la strada sterrata e le indicazioni per "Vallone del Tuorno" e "Acqua solforosa": un'emozionante discesa tra gli alberi di circa 300 metri e un tratto lungo il corso del torrente che, tra scrosci di acque in caduta, anticipa la scoperta di sei cascate, alcune alte fino a 20 metri. E, ancora in prossimità, il bellissimo Bosco di Luceto, offre scorci di selvaggia bellezza, fitto fitto di cerri e carpini ma anche di millenarie stallatiti e stalagmiti, e che conserva al suo interno le sorgenti di acqua solforosa, e perfino un vecchio mulino ad acqua, detto "Lu Muniedd", che l'antica sapienza contadina ha fatto giungere fino a noi. Per chi volesse percorrere sentieri più facili ma non meno suggestivi, l'escursione più consigliata è quella al Monte Carvanino, in località Macchia Carrara, zona ricca di castagni e felci, che nelle opportune stagioni, abbonda di funghi galletti e piante di fragole e lamponi. Cosa mettere nello zaino: Prima di immergersi nella natura, è fondamentale essere in possesso di adeguate informazioni, del giusto equipaggiamento e … di un buon senso dell'orientamento! Galateo dei sentieri: Salutare sempre gli escursionisti che si incontrano. Sui sentieri più stretti, chi sale ha la precedenza su chi scende. Lasciare recinti e cancelli come si sono trovati. I fiori selvatici sono più belli in natura, molti peraltro sono protetti. Portare a casa solo fotografie e impronte come traccia del proprio passaggio. Curiosità: Balvano custodisce, come in un prezioso scrigno, un ricco patrimonio di tradizione orale fatto di racconti del borgo, di aneddoti protagonisti delle veglie invernali. Abili narratori tramandano storie mirabolanti, spesso a carattere religioso, legate al mondo dei morti, a presagi e a leggende. Una di queste è La leggenda della chiesa della Madonna di Costantinopoli. Secondo una tradizione popolare ancora viva, una signora vestita di bianco apparve ad una pastorella muta e le consegnò una lettera per il parroco del paese, dove veniva commissionata la costruzione, proprio nel luogo dell'apparizione, di una cappella intitolata a S. Maria di Costantinopoli. Dopo quell'incontro la giovane riacquistò la parola. Come raggiungere Balvano IN AUTOMOBILE A3 SALERNO-REGGIO CALABRIA uscita Sicignano e proseguire su SS Basentana, uscita Balvano-Vietri A1 FIRENZE-ROMA: proseguire fino a Caserta, prendere autostrada A30 CasertaSalerno, A3 Salerno-Reggio Calabria, uscire a Sicignano-Potenza quindi proseguire su SS Basentana, uscita Balvano-Vietri Info: www.autostrade.it IN BUS da Potenza Autolinee Liscio tel. +39 0971.54673 Autolinee Cotrab www.cotrab.it Autolinee F.lli Gambioli tel. +39 0975.352675 Autolinee F.lli Renna tel. +39 0971.471636 Sita Spa Basilicata tel. +39 0971.506811 Info utile: Abitanti n°: 2140 Denominazione abitanti: Balvanesi Distanza da Potenza: 37 Km Distanza da Napoli: 160 Km Distanza da Autostrada A3: 25 Km Tel. Municipio: Tel. 0971 992175 - 0971.0992014 - 0971.992002 Fax : 0971.992163 e- mail: [email protected]