Eleonora e Dino su tutti A Staranzano altro centro

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Eleonora e Dino su tutti A Staranzano altro centro
Articoli tratti e pubblicati da “Il tennis Italiano”
a cura di Fausto Serafini
Eleonora e Dino su tutti
Validi agonisti, finali vibranti, pubblico numeroso e il presidente del Tc Brugnera, Massimo Cover,
archivia con soddisfazione il riuscito
evento di terza, imperniato sul Trofeo
Icam e sul Trofeo Banca della Marca.
In campo Erika Fusaro in forza al Tc
Ostani Montebelluna con passato di
seconda categoria e la goriziana
Eleonora
Cecchinato,
prodotto
genuino del Tennis Campagnuzza,
junior con già tre coppe di categoria
in
bacheca.
Match
intenso,
equilibrato, zeppo di scambi infiniti e
dallo score altalenante. Il sagace
sbarramento della Fusaro e le giocate
di di rimessa, vanificano le bordate da
fondo campo della Cecchinato che
perde il primo parziale, ma si ravvede
per tempo. Sposta più avanti il
baricentro, scende a rete ed incomincia a tessere palle corte. E' la tattica che sbreccia la roccaforte
della rivale e che le vale il successo per 4-6 7-5 6-4. Sul versante maschile, sfoggio di rovesci ad una
mano e rasoiate di dritto tra i due istruttori trevigiani, Filippo Andrini e Dino Todesco. Nel primo
tempo sono molto efficaci i fondamentali di Todesco che il più giovane rivale stenta a controllare,
sballando le risposte. Andrini non si abbatte, rinviene alla grande nel secondo tempo e, grazie a un
tennis versatile e gambe a tutto campo, pareggia il computo dei set. L'indomito Todesco ritorna in
carreggiata, riprendere in mano la guida dell'incandescente match, forte dell'efficiente rovescio in
back e delle riuscite sortite a rete. Tutte giocate che gli spianano la strada verso la sudata vittoria che
autentifica per 6-2 3-6 6-4.
A Staranzano altro centro
Alla fine, la linea verde per il “7 ° Trofeo BCC Città di Staranzano” con il limite 3.3 viene garantita da
alcuni agonisti in grado di correre fino ai piani alti dei tabelloni. E' il caso della chiusura dei 4Nc con
il finalista, il 30enne Francesco Bragatin del Tc Fiumicello, fermato da Stefano Sculz del Tc Aquileia.
La stessa sorte, nel tabellone di quarta, tocca al 15enne Alberto Milana, bloccato in semifinale
dall'esperto Emanuele Ricciardi, in seguito preda dei crampi nella tirata finale contro il cornense
Thomas Biancuzzi. Finalissima con gli under 18 Marco Mininel, speranza del Tc Gradisca, e
l'emergente Matteo Turci del Tc Grado, giunti alla resa dei conti dopo produttive pattinate nel
tabellone principale. Ci mette un po' di tempo il gradese a capire il rebus delle palle tagliate e
profonde che il “quadrumane” rivale gli rimette con sistematica disinvoltura, ma giusto in tempo per
guadagnare il combattuto tie-break del primo set e mettere in atto aggressive giocate di dritto e
rovescio che gli valgono la vittoria per 7-6(6) 6-1. Compiaciuti Giuliano De Cet e Nora Bendiab per
l'andamento del torneo, per le 149 racchette schierate ai nastri di partenza e per la bella giornata
conclusiva. Concetto ripreso, tra le altre personalità presenti, anche dal presidente regionale Fit,
Antonio De Benedittis.
Tarcento propizia a Venier e Foramiti
La società R. C. Modus di Tarcento cala il secondo consecutivo “combined” di terza categoria e incide
due nuovi nomi nell'albo d'oro. Il primo e quello della solida 15enne Sofia Venier, in training al circolo
organizzatore, forgarese che nell'incontro decisivo sovrasta la lanciata finalista Sara Ziodato,
dodicenne (!) del Tc Triestino, in virtù di colpi più potenti eseguiti con precisione e tempismo.
Realizzazioni di difficile interdizione che provocano nella sconcertata azzurrina un'emorragia di errori
gratuiti, alternati a qualche isolata prodezza di rovescio, pillole tecniche che non bastano ad evitarle
la sconfitta per 6-2 6-1. Tra i maschi, saltate anzitempo le due teste di serie con classifica 3.1, via
libera ai migliori del main draw: il tecnico di casa Ignazio Sardina e il tesserato del Tc Moruzzo Maria
Filippo Foramiti, giocatori che danno vita ad una sfida intensa e piacevole. E' il 19enne friulano,
ordinato in difesa, preciso nei cross stretti, aggressivo e determinato nelle proiezioni offensive a
complicare il dritto dello scattante mancino palermitano, sempre molto insidioso nei servizi. Un
break per tempo e l'equilibrio dello scontro vacilla a favore di Foramiti che entra nell'albo d'oro del
sodalizio con il punteggio di 7-5 6-4.
FUN
FUN
FUN
quando il tennis fa sorridere.
Clima ed incontri
Dall'irato Giove Pluvio a messer lo Frate Sole, ovvero, dalla severa mitologia al francescano Cantico
delle Creature. Questi gli aspetti
climatici,
nettamente
contrastanti, delle due ultime
edizioni del Master Fun Cup. Ed
ecco concretizzarsi la rivalsa
meteorologica di Portorose: sole
abbronzante,
temperatura
piacevole e benefici buffetti di
vento. Il classico clima ottobrino
di quell'angolo di paradiso della
costa istriana, traboccante di
vegetazione
ed
essenze
mediterranee.
Dopo
le
articolate selezioni periferiche,
sostenute nei circoli dello
Stivale, è quanto ci vuole per la
cartolina d'accoglienza dei quasi
seicento concorrenti e dei loro accompagnatori, tutti proiettati in terra slovena per l'appello della
tornata numero diciannove. Un esercito di personaggi diversi, per accenti, età e caratteristiche
personali. Gruppi sportivi e famiglie che sciamano dai più disparati comuni italici e arrivano nelle
strutture alberghiere per dare, immediatamente, inizio alla parte divertente della manifestazione,
quella fatta di rinnovati incontri tra gli habitué, di saluti vocianti, di dilettevoli battute e di sfottò di
ogni tipo. Non mancano i ripetuti brindisi, corroborati dall'atmosfera amichevole e un po' goliardica
e incominciano a fare capolino le prime mise originali.
Sintesi della formula di gioco
Le partite hanno la stessa matrice per i team di ambo i sessi: una gara di doppio e due singolari con
la vittoria assegnata a chi totalizza la maggior somma game nelle tre partite disputate.
L'obiettivo principale è quello di far giocare al massimo i partecipanti e non solo la crema delle
squadre capaci di guadagnare l'imbuto finale dei tabelloni. Vista l'eterogeneità qualitativa dei
concorrenti l'intento e di cercare l'assimilazione dei valori anche attraverso conferme e spostamenti
che finiscono per definire un cluster tennistico omogeneo e competitivo. Così, tenendo conto delle
classifiche Itr e Fit, dopo i primi risultati, l'Open si sdoppia nel Fun Cup ed Elite, la Club conferma
l'Elite e dà luogo al Fun Cup i cui perdenti creano ex novo la categoria Esordienti che a sua volta,
dopo il primo turno, genera due corsie distinte, la Fun Cup e l'Elite. Una formula molto gradita dalla
totalità dei giocatori e dai maestri, innovazione che ha ancora il piccolissimo neo nel creare
prematura disoccupazione agli sconfitti al secondo turno. Cosa ben recepita dal progettista Foschi
che ha già la soluzione in tasca.
La regia organizzativa
L'esperto staff del Tennis Service appronta, fin dalla sera prima, i nutriti tabelloni, dove gli orari e gli
abbinamenti delle squadre lampeggiano puntuali nelle reception degli hotel. La numerosità dei
partecipanti richiede, per le prime due giornate, il soccorso di altri campi: non bastano i diciotto
rettangoli di gioco della Marina di Portorose, ma entrano in ballo anche le tredici strutture di
Capodistria, dove Pepe Rigamonti tiene gazebo e detta tempi e registra i risultati. Attività che si
ripetono anche nell'indaffarata centrale operativa di Portorose dove il microfono surriscaldato di
Francesco Foschi, coadiuvato da Walter Zambano e dalla slovena Simona Bradelj, raduna e smista le
squadre senza sosta. Ma l'imponenza dell'evento e le necessità di assistenza richiedono altri
indispensabili interventi di controllo e programmazione. Ed ecco apparire le figure di Simone Bertino,
Pietro Botti, Alessandro Castiglioni, Marco Longi, Bruno Mohovich, Massimo Ogna, Stefano
Passerella, Aldo Sanella e Umberto Zambelli. Questi sono gli uomini che spingono, in un incessante
tour de force, l'impegnativa macchina della manifestazione, un gruppo di specialisti voluto da
Luciano Botti per venire incontro alle esigenze di 149 squadre maschili e 50 femminili e per
accendere il fuoco di migliaia di duelli.
Sponsor & Partner
Ci risiamo. Il gruppo degli affezionati alla manifestazione gettona ancora l'evento e il dinamismo
della nostra rivista ne è una prova lampante. E' ancora presente lo stand della Head con il paziente
Fabio Rossi a dispensare delucidazioni durante la prova racchette, senza dimenticare l'abbondante
campionatura prodotti dell'azienda durante la lotteria, sempre in splendida gara con i “sample”
offerti dalla Lotto. Attivo il Grand Casinò Portoroz per l'occasione dispensatore di ingressi gratuiti,
cocktail inaugurale e spettacolo internazionale, punto focale degli accoglienti Hotel che fanno capo
al Grup Metropol Resort. Da evidenziare il nuovo arrivo della Cerox, azienda vicina agli sportivi,
tempestiva nel presentare uno speciale kit di dispositivi di pronto intervento per i tennisti in
difficoltà.
I due team dai nomi più fantasiosi
I nomi che battezzano le squadre della Fun Cup, non sono nomi divertenti che vengono buttati lì a
casaccio, ma sono intitolazioni meditate per stupire e suscitare ilarità. Non passa in secondo piano,
durante la spremitura mentale dei creativi, anche il fatto che da anni Il Tennis Italiano premi, nella
serata della lotteria, i nomi più originali, gratificando con un abbonamento annuale alla rivista i
componenti delle due squadre ritenute più meritevoli di segnalazione. In questo ameno contesto,
non poteva passare inosservato, alla scandita diffusione microfonica per l'appello match, il terzetto
maschile che in prima battuta veniva squadrato con attenzione da tutti i maschi, per poi essere
subito sdoganato con un largo sorriso di sollievo e di compiacimento. Il nome “Gli amici di tua
moglie” trasporta un un messaggio shock, un po' ambiguo, ma dalle dalle simpatiche sfaccettature.
Merito che va attribuito agli autori bresciani Mauro Galli, Enzo Soldi e Mauro Caravaggi, inseriti nel
gruppo del maestro Ennio Testa. La scelta della squadra in rosa, premia la buona dose d'ironia e
disinvoltura che ha accompagnato due donne bolognesi, inserite nel gruppo della maestra Anna
Mangilli. Si tratta della mora Sara Fabretti e della bionda Cristina Franceschini, impavide e brillanti
nell'intitolare il loro team con la frase: “Batto male anche sul viale”. Una pungente rima flash, di
facile memorizzazione che ha messo in moto il prevedibile senso dell'umorismo di alcuni giocatori
che hanno subito voluto decodificarne il contenuto, non tanto analizzando le difficoltà nel
movimento di battuta delle due audaci inventrici, quanto nell'identificazione del viale citato per...
l'esercizio extra racchettaro, Comunque, a detta delle stesse, localizzazione dagli scarsi esiti.
Centro completo della spiritosa proposta, capace di far allegramente deviare, più di qualcuno, dentro
la spirale del doppio senso.
Le competizioni
Palpabile un frullato di emozioni nella vis agonistica dei generosi giocatori, sia in quelli che hanno il
brevetto del gioco a “paletta”, sia in quelli che macinano tennis di buon spessore.
Così, il godibile microcosmo della Fun Cup, alterna incontri di pura consunzione, con il tagliando degli
eterni tic-toc, a match con palleggi tirati e ritmi apprezzabili. A tutti i livelli e con ogni risultato, la
fatica, il sudore, l'abnegazione vale l'applauso e l'incoraggiamento dei supporter, perché la squadra
che lotta è uno spicchio del pubblico di parte e per il tempo di gioco ne diventa portabandiera. Tra
esplosioni di giubilo ad elevati decibel per festeggiare la vittoria e l'affettuosa consolazione per la
sconfitta, si consumano, nella mattinata di domenica, le dodici finali. E' uno spettacolo incessante,
sincronico che mette sotto pressione tutti i campi in mattone tritato. L'occhio traballa nel seguire i
molti duelli di doppio e di singolo, mentre l'orecchio segnala le grida di gioia dei gruppi vincenti. Ecco
assegnati i dottorati della Fun Cup: l'Open Elite maschile ai piacentini delle “Le teste di Cos”, (ma
Cos, il titolare, non c'è), bravi i due nel bissare il titolo della scorsa edizione dopo scambi di alta
precisione con i romani ”Broccoletti” che tali non paiono proprio. Stesso dottorato anche alle
ragazze bolognesi del “Batto male anche sul viale”, che prevalgono dopo sfiancanti viaggi a
tergicristallo sulle piacentine “Borgogirls”, due equilibrate racchette, costantemente, guidate da
bordo campo, ma stese dall'implacabile conteggio dei game. Agli antipodi della scala valori ecco i
vincitori degli Esordienti Fun Cup con il gonfalone del “Faremo il possibile”, team alla terza
partecipazione, tutto confezionato in casa, vincitore dei brianzoli “Gadog”, con un singolarista autore
di messaggi raffinati. Sul versante femminile delle Esordienti Fun Cup le senesi delle “Le tre Grazie”,
sono soavi ma determinate nel fermare le volenterose rivali torinesi “Paolo's Angels”, in un tenero
confronto dove la parabola molto arcuata diventa virtù.
E poi, la magia conclusiva del Master. Per i team finalisti e per i terzi classificati, arriva il momento
magico dell'assegnazione delle coppe nell'aulico stadio di Portorose con il podio che occhieggia
invitante. Incedono orgogliosi i giocatori premiati sopra la stessa superficie già calcata dagli assi
mondiali di Coppa Davis e Fed Cup. E a qualcuno sembra di volare.