Richard Ford. Con le spalle al muro

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Richard Ford. Con le spalle al muro
giornalino 06 ok
12-05-2006
9:41
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Richard Ford
martedì 13 giugno
con la voce di Isabella Ferrari e la musica di Rocco De Rosa
Richard Ford. Con le spalle al muro
di Eraldo Affinati
I temi di Richard Ford, nato nel 1944
a Jackson (Mississippi), non sono
cambiati nel corso degli anni: nelle
sue storie c'è sempre una dissoluzione
coniugale in atto, vista con gli occhi
dell'adolescente che ne subisce le
conseguenze. Era così nell'indimenticabile raccolta Rock Springs (1989) e
nel capolavoro giovanile, Incendi
(1991), uno dei risultati più intensi
della letteratura contemporanea.
Continuava ad esserlo anche nei due
romanzi a grossa imbottitura,
Sportswriter (1992) e Il giorno
dell'Indipendenza (1996), che hanno
consacrato l'autore su scala mondiale.
Nel frattempo, mentre i contenuti
montagna la radice dell'ipocrisia.
Un uomo ammira tutte le notti una
donna nuda alla finestra e quando la
incontra resta di sasso: "Aveva forse
settant'anni o anche più. Cinese, con
un paio di leggeri calzoni neri e un
leggero paltò nero dentro il quale
doveva avere lo stesso freddo che
avevo io." Il protagonista di un adulterio osserva con stupefazione il proprio alibi interiore. Un marito abbandonato incontra l'amante della
moglie. Un coniuge tradito sferra un
ceffone alla colpevole. Una coppia
irregolare prende atto delle azioni
commesse quasi fossero albe e tramonti. Due fuori posto vivono come
chi ha ragione, ma soprattutto di chi
sbaglia; tuttavia sarebbe forse scorretto credere che non si sia lasciato
trasportare dalle passioni delle sue
creature: è difficile immaginare Joe, il
sedicenne di Incendi, privo del conforto che l'autore gli riserva. Invece - ed è
qui lo scarto rispetto alla produzione
giovanile - i personaggi di Donne e
uomini (una raccolta pubblicata nel
2001), e quelli di Infiniti peccati,
appaiono molto più soli: non ripongono le loro piccole mani nella
grande palma dello scrittore. Restano
a testa bassa, increduli, affranti o,
peggio ancora, stringono nel pugno
la biglia di una menzogna.
Richard Ford nasce a Jackson, Mississippi, nel 1944. Figlio di un commesso viaggiatore,
trascorre l’infanzia vivendo in ben quattordici stati. Dopo una breve malattia, preso da un
impulso improvviso abbandona gli studi in legge e decide di studiare letteratura. Dopo aver
scritto diversi racconti per alcuni giornali, nel 1976 pubblica il suo romanzo d’esordio A Piece
of My Heart. Con Il giorno dell’indipendenza (1995), ritenuto unanimemente la sua opera
migliore e il suo maggior successo, Ford è il primo scrittore a vincere sia il Pen/Faulkner
Award sia il Pulitzer Prize per la narrativa. Tra i numerosi premi, nel 1994, ha ricevuto il Rea
Award, il prestigioso riconoscimento, assegnato ogni anno a uno scrittore che abbia dato un
valido contributo all’arte del racconto. La sua scrittura, caratterizzata da descrizioni vivide e
potenti e da uno humor venato di cinismo, suscita nel lettore un profondo coinvolgimento
emotivo. Oltre alle opere di narrativa, ha scritto anche testi teatrali e ha curato alcune antologie di racconti. Definito il «poeta del quotidiano», Richard Ford è considerato oggi uno dei
migliori scrittori americani. In Italia collabora abitualmente con il quotidiano «La Repubblica».
Bibliografia Rock Springs, Feltrinelli, 1989; L’estrema fortuna, Feltrinelli, 1990; Incendi,
Feltrinelli, 1991; Sportswriter, Feltrinelli, 1992; Il donnaiolo, Feltrinelli, 1993; Il destino del
bosco d'argento, Nord, 1994; Il giorno dell’indipendenza, Feltrinelli, 1996; Donne e uomini,
Feltrinelli, 2001; Infiniti peccati, Feltrinelli, 2002; Mia madre, un ricordo, Archinto, 2003.
restavano gli stessi, andava lentamente modificandosi la lente che li
inquadrava.
Infiniti peccati, uscito nel 2002, ci fa
capire in quale senso. Sono dieci racconti composti da una specie d'entomologo, la testa china sul microscopio: gli insetti che si muovono sotto il
vetrino hanno sembianze umane. Le
trame sono una cartina di tornasole
dei vizi che i personaggi incarnano.
Un orfano scrutina da adulto le
inadempienze dei suoi genitori. Una
tipica famiglia americana scopre
durante la classica gita natalizia in
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aquiloni senza filo. Un uomo assiste
alla morte accidentale della donna
con cui ha appena fatto l'amore senza
riuscire a trattenere, dentro di sé, l'indifferenza. Richard Ford, sin dagli
esordi, è stato sempre lucido: di
fronte a questi eventi non si è lasciato
travolgere dall'emozione che, evidentemente, gli procurava rappresentarli;
né ha voluto sottrarsi al suo compito
formulando un semplice giudizio
moralistico, peraltro inammissibile in
quei pochi che, come gli artisti e gli
uomini religiosi, sono chiamati ad
assumersi la responsabilità non tanto di
Mentre prima Richard Ford
concedeva sempre
qualche via di fuga alle
manchevolezze degli esseri
umani, adesso sarebbe
disposto a qualsiasi cosa
pur di metterli con le
spalle al muro, perfino a
sacrificare un po' del suo
magnifico lirismo.
La conquista del disincanto
passa attraverso la pratica
dell'austerità. Se non
impariamo a pensare
anche contro noi stessi,
quando potremo diventare
veramente adulti?
Questi racconti sembrano diagnosticare una serie di fallimenti umani:
ma dalle ceneri della loro inflessibile
registrazione potrebbe nascere il
fuoco di una pazza speranza.
Ascoltiamo quest'uomo di legge:
"La cosa migliore è lasciar
perdere e capire che la
rabbia che provo la provo
solo io, e che non esiste
giustizia."
Se quindi il diritto, come
del resto sapevano gli
antichi, non può restituire
la verità a chi la invoca, i
racconti di Richard Ford ci
dimostrano che dobbiamo
tornare a chiederne il
saldo, con tenerezza e
cocciutaggine, all'arte più
compromessa con le
magagne e i fasti dell'esistenza: la letteratura.
Tratto da Eraldo Affinati Compagni segreti.
Storie di viaggi, bombe e scrittori - Fandango
Libri, 2006