sugli aiuti LA DIFESA

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sugli aiuti LA DIFESA
Trento
l'Adige
IL SISTEMA
mercoledì 19 febbraio 2014
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Per ottenere i finanziamenti pubblici basta autocertificarsi come associazione
di volontariato, avere sede legale in Trentino e aver organizzato in un anno
almeno tre iniziative o serate legate alla solidarietà internazionale
Ogni anno dalla Provincia
contributi per oltre 11 milioni
Un grande «business» che interessa oltre 270 associazioni
0,25%
DEL BILANCIO
PROVINCIALE
Per legge la
Provincia deve
investire nel
settore lo 0,25%
del proprio
bilancio
274
ONLUS
FINANZIATE
Ogni anno
vengono concessi
contributi per oltre
11 milioni di euro
a oltre 200
associazioni
LA DIFESA
«I progetti ci sono
sempre agito bene
Lo dimostreremo»
Le cinque associazioni
finite nel mirino della
procura sono sicure di
potere chiarire la propria
posizione e, in particolare,
dimostrare di avere
operato correttamente. I
legali rappresentanti, tutti
assistiti dagli avvocati
Andrea de Bertolini e Elena
Biaggioni, assicurano che «i
progetti ci sono». Le
presunte incongruenze
riscontrate durante il
sopralluogo fatto dai
funzionari della Provincia
non sarebbero il frutto di
una frode, bensì legate alle
difficoltà di chi opera in un
contesto complesso come
la Costa d’Avorio.
«Il pozzo a Bambadinca è
stato fatto e la Provincia lo
sa», sottolinea anche
Giorgio Conti, socio di Ebe,
sicuro che la onlus ha
operato correttamente. «Il
problema è che
inizialmente era stato
montato un pannello
fotovoltaico per fare
l’energia necessaria per il
pozzo. Poi, però, è stato
rubato e temporaneamente
sostituito con un gruppo
elettrogeno usato» spiega.
«Dobbiamo comprendere
che si parla di un villaggio
in mezzo alla foresta, ma il
pannello c’era e le foto lo
dimostrano. Probabilmente
può essere che la gestione
in loco non sia ottimale ma
eventualmente riguarda
l’associazione di laggiù,
non certo noi».
WWW.LADIGE.IT
@
In questo lungo
momento di crisi - che
ha colpito anche il
Trentino - la Provincia di
Trento deve continuare
nello storico impegno a
favore della solidarietà
internazionale?
DIbattito aperto:
commentate le notizie di
questi giorni all’interno
del nostro sito e sui
Social network.
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CONTINENTI
COINVOLTI
I contributi
riguardano
iniziative in Africa,
America del Sud,
Asia, Balcani e
Medio Oriente
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«Un modello che va riformato»
Sara Ferrari: non voglio eredità del passato
«Non intendo dare nulla di
scontato nè ereditare
qualcosa di cui non mi
possa assumere pienamente
la responsabilità».
Non la nomina mai, ma è
chiaro fin dalle sue prime
parole che Sara Ferrari, neo
assessore alla cooperazione
internazionale, vuole
segnare un distacco netto,
tangibile rispetto agli ultimi
cinque anni di assessorato,
retto da Lia Beltrami.
«Intendo dare un’impronta
mia all’assessorato. Per
questo, dopo il piano di
ascolto delle 274
associazioni trentine che
lavorano nella cooperazione
internazionale,
predisporremo un piano di
legislatura».
Assessore, la decisione del neo
dirigente del Dipartimento
Emigrazione e solidarietà
internazionale Sergio Bettotti
di revocare contributi per 640
mila euro e la conseguente
indagine della procura,
segnano un cambio di rotta
rispetto al passato.
Guardi, rispetto ai fatti
contestati non posso che
dire bene del lavoro fatto
dalla nostra struttura. Gli
uffici hanno fatto le loro
verifiche e deciso di
revocare i contributi con
successiva segnalazione alla
magistratura. Significa che i
controlli non vengono fatti
solo sulle rendicontazioni
ma di persona.
Lei sta facendo un’operazione
di ascolto delle associazioni.
Vuole stravolgere il sistema?
In questo momento le
associazioni ci aiutano a
vedere luci e ombre di come
era stato organizzato il
sistema in passato e ci
danno idee su come fare
cooperazione allo sviluppo.
Cosa va migliorato?
Pesa a tutti la difficoltà di
rendicontare perché non è
facile in certi paesi avere
certificazione dei lavori
eseguiti. Per noi, però, sono
elementi fondamentali per
concedere i contributi.
Molte volte le nostre
associazioni partono con
grande entusiasmo, poi si
trovano costrette ad avere a
che fare con una procedura
precisa e a dover
appoggiarsi a
commercialisti per seguire
la parte burocratica.
Cosa cambierà con il nuovo
piano?
Alla luce dei risultati degli
incontri faremo le nostre
valutazioni. Per l’estate
saremo pronti con il piano
che potrebbe contenere
anche la revisione dei criteri
con i quali stendiamo i
bandi per sostenere le
associazioni. La chiave è
quella di ragionare in modo
che queste operazioni siano
funzionali ad aprire relazioni
del Trentino con il resto del
mondo affinché possono
portare dei vantaggi per il
nostro territorio.
Non voglio dare giudizi
affrettati, ma se emergesse
che i criteri sono da
rafforzare lo faremo.
ASSOCIAZIONI
NEL MIRINO
La procura sta
indagando sui
contributi a Usia,
Iabi, Ebe, Un
sorriso per la Vita
e Casvi
640mila
EURO
CONTESTATI
La Provincia ha
chiesto la revoca
di contributi per
640mila euro e
la restituzione di
quanto già erogato
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TIPI DI
INTERVENTI
Si distinguono
in progetti di
cooperazione,
microazioni
e iniziative
della giunta
DANIELE BATTISTEL
[email protected]
Più di 11 milioni di euro l’anno. Tanto
investe la Provincia di Trento in progetti di solidarietà internazionale. Lo
fa fin dai primi anni Novanta, via via
aumentando i suoi interventi nei paesi in difficoltà di Africa, Asia e America latina, tanto da arrivare ad un contenzioso con lo Stato, che ha di fatto
accusato il Trentino di fare una sua
politica estera.
I finanziamenti.
I fondamenti normativi di questa azione di aiuti sono la legge provinciale
del 1988 sul sostegno alla cooperazione per lo sviluppo e quella del 2005
sugli interventi di solidarietà internazionale.
Si tratta di norme che stabiliscono come almeno lo 0,25 per cento del bilancio provinciale debba essere destinato ogni anno ad attività di solidarietà
internazionale. Così, man mano che
nel corso degli anni il conto economico di Piazza Dante è andato espandendosi, automaticamente anche il denaro a disposizione per iniziative di solidarietà all’estero è andato crescendo.
Le associazioni.
Alle storiche associazioni che da decenni operano all’interno del volontariato - dapprima appoggiandosi ai missionari trentini e poi strutturandosi
come vere e proprie imprese sociali,
tanto da creare posti di lavoro - mano
a mano si sono affiancate organizzazioni più piccole, spesso fondate dagli stessi immigrati in Trentino per tentare di aiutare i paesi d’origine.
Il Trentino finanzia ogni anno più di
200 progetti di 274 associazioni, realizzati principalmente in Africa, ma anche in America Latina, Asia, Balcani,
Medio Oriente ed Est Europa. I progetti fanno riferimento agli obiettivi di
sviluppo del millennio ed hanno come finalità l’auto-sviluppo sostenibile delle popolazioni a cui sono rivolti. «Particolare attenzione - è spiegato sul portale trentinosolidarietà.it viene rivolta ai progetti che utilizzano strumenti di finanza etica, del commercio equo e solidale, a tutela dell’ambiente e a sostegno del ruolo della donna. Questi possono essere iniziativa delle oltre duecento associazioni di volontariato internazionale
presenti sul territorio trentino, oppure promossi direttamente dalla Provincia in collaborazione con le associazioni stesse o con altri soggetti che
promuovono attività di solidarietà internazionale».
Gli interventi.
La Provincia ha individuato tre tipi di
iniziative finanziabili: le «microazioni»
fino a 15 mila euro una tantum, i progetti con un contributo annuo massimo di 80 mila euro per tre anni ed infine le azioni dirette decise dalla giunta e dall’assessorato che non hanno
limiti di spesa.
I criteri.
Ma cosa bisogna fare per ottenere i
contributi pubblici. Una nota della Provincia spiega che sono necessari avere tre requisiti.
Il primo è l’essere «organismi volontari di cooperazione allo sviluppo» in
cui il volontariato sia citato espressamente nello statuto e non siano previsti compensi per le cariche sociali.
In secondo luogo serve avere la sede
legale in provincia di Trento.
Il terzo vincolo è il possedere il requisito dell’«operatività»: si deve dimostrare, attraverso una relazione dettagliata, di aver svolto da almeno un
anno attività di educazione e sensibilizzazione sulle tematiche legate alla
solidarietà internazionale e attività di
raccolta fondi. In particolare bisogna
dichiarare di aver organizzato almeno tre momenti di sensibilizzazione
aperti alla cittadinanza (serate, dibattiti, proiezioni, mostre) e un’attività
di raccolta fondi.
A quel punto ogni associazione può
presentare il proprio progetto e la Provincia lo valuta.