Ex O.M.A.R., il lieto fine 20 anni dopo
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Ex O.M.A.R., il lieto fine 20 anni dopo
PUNTODIVISTA Dicembre 2016 LACCHIARELLA Cellulare-WhatsApp: 335 1457216 SUD MILANESE Scrivi al giornale: [email protected] LACCHIARELLA D opo vent'anni dall'inizio della bonifica dell'area ex O.M.A.R., che tanto allarme e preoccupazione aveva suscitato nei cittadini di Lacchiarella e dei comuni limitrofi, si scorge finalmente la conclusione della difficile e costosa messa in sicurezza dell'area denominata un tempo "O.M.A.R. S.p.A. Raffineria Olii Minerali". A metà dicembre, infatti, ripartirà la bonifica del secondo e ultimo lotto che verrà completata nel 2017, eliminando in modo definitivo qualsiasi pericolo ambientale connesso alla tristemente nota "Petroldragon". Dopo lo smaltimento delle circa 60mila tonnellate di rifiuti tossici contenuti nelle cisterne, anche i terreni dell'intera area saranno definitivamente bonificati eliminando qualsiasi rischio ambientale. SI TRATTA di un esempio positivo e ben riuscito di bonifica di un'area che ha visto tutte le istituzioni coinvolte, dal Ministero dell'Ambiente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla Regione Lombardia e al Comune di Lacchiarella, coordinarsi in modo esemplare ed efficace. Facendo un salto indietro nel tempo, sui 70mila metri quadrati dell'ex O.M.A.R. dal 1954 fu impiantata una raffineria in ragione della sua posizione strategica lungo la futura Strada Provinciale 40 - e qui furono stoccate tonnellate di benzina fino al 1984 (anno della chiusura dell'impianto), in seguito sostituite da tonnellate di rifiuti tossici che dovevano essere il business della "Petroldragon" di Andrea Rossi, l'imprenditore che prometteva di trasformare queste sostanze in una specie di petrolio per trarne carburante. ROSSI, una volta rilevata la ex O.M.A.R., iniziò a riempire le 82 cisterne con liquami nocivi di diversa provenienza, visto che già dal 1983 (ma sotto il controllo dei ricercatori 27 Ambiente. Nell’area sta per iniziare l’ultima fase della bonifica finanziata da Stato e Regione con 49 milioni di euro Ex O.M.A.R., il lieto fine 20 anni dopo I terreni sulla SP 40 andranno sul mercato per essere venduti: già insediata la “Corman S.p.A.” Eni) Regione Lombardia, persuasa dalla presunta efficacia dell'invenzione di Rossi e ottenute precise garanzie sulle finalità dell'impianto, gli concesse le autorizzazioni necessarie a lavorare: tuttavia la sperimentazione durò poco (pare che la qualità del prodotto ottenuto, infatti, fosse scadente) e le oltre 60mila tonnellate di rifiuti tossici rimasero lì a marcire, a penetrare nei terreni oppure a fuoriuscire "accidentalmente" finendo in parte nel Ticinello (come riporta "L'Avvenire" del 14 aprile 1998, n.d.r.). Un eventuale incendio di queste cisterne avrebbe richiesto l'evacuazione di mezzo Sud Milanese, vista la quantità di sostanze infiammabili presenti in loco. IL14APRILE 2014 il giorn a l i s t a Riccardo Rosa sul "Corriere della Sera" così descriveva lo scenario da "the day after" all'interno della ex O.M.A.R.: «L'area è ancora degradata, ma in parte bonificata, anche se nella vecchia raffineria c'è di tutto: capannoni mezzi diroccati, laboratori distrutti, decine (ma forse sono centinaia) fra bottiglie e provette piene di liquidi sconosciuti, maschere anti gas, grandi vasche piene di chissà cosa (…). Fino a oggi sono stati spesi 40 milioni di euro , tra fondi stanziati dal Ministero dell'Ambiente e dalla Regione Lombardia e altri nove sono in arrivo per l'intervento finale di bonifica dei terreni». TORNANDO al presente, «a metà dicembre sarà avviata la bonifica del secondo e ultimo lotto da completarsi entro il prossimo anno (2017) e in quell'occasione presenzierà la Regione Lombardia, che è stata protagonista di questo intervento finanziato interamente con denaro pubblico», spiega il Sindaco di Lacchiarella Antonella Violi. «Le aree sulle quali era insediato Un eventuale incendio delle cisterne della “Petroldragon” avrebbe richiesto l’evacuazione di mezzo Sud Milanese, per la quantità di veleni presenti nel sito minato - per quanto riguarda il primo lotto - nel luglio 2016. «Questo significa che nel 2017, a bonifica ultimata, l'area potrà essere oggetto di vendita, dopo averne determinato la nuova destinazione di competenza del Consiglio comunale di Lacchiarella. La Regione», dice il primo cittadino, «ha collaborato in maniera importante col Comune, risolvendo un problema ventennale che ha richiesto ingenti risorse. La vendita dell'area consentirà un risto- "Corman"): «Si tratta di un'impresa molto importante che era già presente nella nostra città, e che ha scelto di investire in quell'area edificando i nuovi capannoni», continua il Sindaco Violi, «questo ci fa ben sperare in quanto la "Corman" è una realtà sana del territorio che si sta ampliando. Ci auguriamo che l'esempio di questa azienda possa essere il sintomo di una ripresa economica generale: meglio ancora se a beneficiarne sarà il nostro paese». In alto, la copertina di un libro, ormai introvabile, pubblicato da SugarCo Edizioni nel 1979 e scritto dal giornalista Luigi Bacialli dal titolo “Petrolio dai rifiuti”: in copertina Andrea Rossi guarda il risultato della “spremitura” dei rifiuti ottenendo un secchio di petrolio nero. E’ l’inizio del mito dello “sceicco della Brianza” (così fu definito) che arrivò ad investire anche a Lacchiarella. A sinistra la porzione dell’area ex O.M.A.R. prima e dopo l’insediamento del nuovo stabilimento della “Corman”. lo stabilimento sono sempre state di proprietà comunale e l'azienda, che originariamente trattava idrocarburi, aveva contaminato i terreni: pertanto si sono rese necessarie opere di svuotamento e di rigenerazione del suolo». LO SCORSO ANNO l'Amministrazione Violi aveva ottenuto un finanziamento per la bonifica totale dell'area, ter- ro parziale delle rilevanti risorse utilizzate per la bonifica e serviranno alla Regione per destinarle all'avvio o al completamento di altre bonifiche in Lombardia». I SEMI della rinascita dell'area che fu occupata dalla ex O.M.A.R. si stanno già vedendo col primo nuovo cantiere che si è insediato, quello della "Corman S.p.A." www.corman.it un'importante azienda lacchiarellese di prodotti medico-sanitari fondata nel 1947 da Corrado Mantovani (da cui l'acronimo Da risorsa a pericolo: il retroscena «Come mai un deposito di “materie prime secondarie” è diventato per la Regione un “enorme pericolo sanitario e ambientale alle porte di Milano”? In realtà il verdetto scientifico sulla “Petroldragon” era già stato emesso il 16 marzo 1993 dalla Commissione interministeriale incaricata di collaudare la bontà del brevetto. Dopo un anno di lavoro, gli esperti governativi avevano concluso che “il ciclo di lavorazione attuato esula dalle finalità specifiche previste dalla legge che disciplina la lavorazione e il trattamento degli oli minerali (...)”. Le attività della O.M.A.R., insomma, non avevano nulla a che vedere con i “prodotti fiscalmente assimilabili a olio greggio” (...). In base alle analisi di laboratorio, gli idrocarburi non superavano il 3%. Il resto del prodotto era formato da acqua (23%) e per tre quarti da un cocktail di solventi industriali, tanto acidi da mettere in serio pericolo le stesse colonne di distillazione». (“Corriere della Sera”, 9 marzo 1994). Formato E Terzo di pagina (cm 25 x 12) www.corman.it SI TRATTA di un esempio positivo e ben riuscito di bonifica di un'area che ha visto tutte le istituzioni coinvolte, dal Ministero dell'Ambiente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla Regione Lombardia e al Comune di Lacchiarella, coordinarsi in modo esemplare ed efficace. Facendo un salto indietro nel tempo, sui 70mila metri quadrati dell'ex O.M.A.R. dal 1954 fu impiantata una raffineria in ragione della sua posizione strategica lungo la futura Strada Provinciale 40 - e qui furono stoccate tonnellate di benzina fino al 1984 (anno della chiusura dell'impianto), in seguito sostituite da tonnellate di rifiuti tossici che dovevano essere il business della "Petroldragon" di Andrea Rossi, l'imprenditore che prometteva di trasformare queste sostanze in una specie di petrolio per trarne carburante. ROSSI, una volta rilevata la ex O.M.A.R., iniziò a riempire le 82 cisterne con liquami nocivi di diversa provenienza, visto che già dal 1983 (ma sotto il controllo dei ricercatori Eni) Regione Lombardia, persuasa dalla presunta efficacia dell'invenzione di Rossi e ottenute precise garanzie sulle finalità dell'impianto, gli concesse le autorizzazioni necessarie a lavorare: tuttavia la sperimentazione durò poco (pare che la qualità del prodotto ottenuto, infatti, fosse scadente) e le oltre 60mila tonnellate di rifiuti tossici rimasero lì a marcire, a penetrare nei terreni oppure a fuoriuscire "accidentalmente" finendo in parte nel Ticinello (come riporta "L'Avvenire" del 14 aprile 1998, n.d.r.). Un eventuale incendio di queste cisterne avrebbe richiesto l'evacuazione di mezzo Sud Milanese, vista la quantità di sostanze infiammabili presenti in loco. IL 14 APRILE 2014 il giornalista Riccardo Rosa sul "Corriere della Sera" così descriveva lo scenario da "the day after" all'interno della ex O.M.A.R.: «L'area è ancora degradata, ma in parte bonificata».