La scrittura veloce alla tastiera, tradizione e

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La scrittura veloce alla tastiera, tradizione e
CIVILTÀ DELLA SCRITTURA
1
SOMMARIO
1
Valerio Pietrangelo
La scrittura veloce
alla tastiera,
tradizione e
innovazione
5
Steno e università,
le frustrazioni d’un
viaggio verso
l’isola che non c’è
10
Anna Maria
Trombetti
Stenografia:
i pannelli di Trapani.
Tempo di bilanci
guardando al
futuro con
ottimismo
13
Fabrizio Verruso
Stenografia:
i pannelli di Trapani.
Una rassegna
stenoartistica per
ricordare il
messaggio di pace
di Danilo Dolci
14
Franco Verruso
Stenografia:
i pannelli di Trapani.
Un decalogo del
cambiamento
attraverso la
comunicazione
15
Notizie, mostre e
informazioni
17
Massimo Ugliano
Lingua,
linguaggio,
comunicazione e
scrittura
da Cartesio
alla rivoluzione
elettronica
27
L’angolo dei giochi
28
Indro Neri
E l’ultimo chiuda
la porta
29
Festa grande
all’USNEN per i 90
anni di Quitadamo
Fuori testo
Indice generale
gennaio 2009
dicembre 2011
La gerenza è
a pagg. 9 e 11
La scrittura veloce
alla
tastiera
tradizione
e innovazione
di VALERIO PIETRANGELO
L
’esigenza di scrivere alla stessa velocità del parlato è un bisogno che l’essere
umano avverte da tempo immemorabile. Lunga e complessa è stata l’evoluzione
delle tecniche di scrittura veloce e oggi, per riprendere un discorso parlato, o anche
solo per redigere rapidamente un testo, esistono diverse possibilità: la stenografia, la
stenotipia, l’utilizzo di programmi di riconoscimento del parlato e la scrittura dattilografica alla tastiera.
Rispetto alla stenografia (disciplina dalla tradizione millenaria, che pure conserverà sempre intatta la sua utilità fintanto che l’uomo avrà l’esigenza di scrivere a
mano, come dimostra anche il fervido
interesse che la signora delle celeri scrit- nuto1. È evidente però che, all’epoca, la
ture in questi anni sta tornando a suscita- scrittura dattilografica con abbreviazioni
re), la stenotipia e il riconoscimento au- poteva avere la sola funzione di prendere
tomatico del parlato presentano il van- appunti, in quanto, proprio come nel
taggio (se utilizzati da operatori vera- caso della stenografia manuale, era rimente qualificati) di produrre immedia- chiesta una successiva decodifica del tetamente un resoconto leggibile, con la sto.
Oggi, invece, è possibile servirsi di
sola necessità di intervenire sul testo
successivamente per eventuali integra- una funzione basilare dei vari programmi di trattamento del testo per applicare
zioni e correzioni.
Completa il panorama attuale la pos- alla scrittura dattilografica al computer
sibilità di utilizzare la normale tastiera alcuni elementari principi stenografici di
QWERTY di un personal computer, con- abbreviazione dei termini molto frequengiuntamente a un qualsiasi software di ti, che possono essere rappresentati da
elaborazione di testi (quale Microsoft sigle stenografiche. Il procedimento, già
Word), applicando sostanzialmente al- illustrato tempo addietro dal Prof. Corral’informatica la tecnica dattilografica. do Del Buono,2 è abbastanza semplice:
Stando alle centinaia di partecipanti che immaginiamo di voler utilizzare delle siogni anno si cimentano con le gare di gle stenografiche, ovvero delle abbreviascrittura al computer promosse da Inter- zioni arbitrarie di termini particolarmensteno, non dovrebbe esservi al mondo
penuria di provetti dattilografi. Sorprende allora che relativamente in pochi abbiano pensato ad un’applicazione alla 1 Domenica Pioletti-Minuto, Sistema stenografiscrittura alla tastiera dei principi della co impero integralmente applicato sulla macchiscrittura stenografica. Un primo esempio na da scrivere, Torino: Tip. Artigianelli, 1938.
2 Corrado Del Buono, “La scrittura stenografica
in tal senso si ha, già negli anni Trenta
con word”, alla data del 17 agosto 2011 reperibile
dello scorso secolo, con un sistema di all’indirizzo Internet: http://www.corradodelbuoscrittura abbreviata alla macchina da no.it/editoriale/la_scrittura_stenografica_con_wo
scrivere ideato da Domenica Pioletti-Mi- rd.htm.
“
... è
possibile
aggiungere
pulsanti...
te comuni, e supponiamo di voler utilizzare la lettera “p” come sigla della preposizione semplice “per”. Con la versione 2007 di Microsoft Word, per prima
cosa, è essenziale personalizzare la barra
di accesso rapido, uno strumento di lavoro che può contenere un insieme di comandi indipendenti dalla scheda visualizzata, al quale è possibile aggiungere
pulsanti per l’attivazione di comandi rapidi. La barra di accesso rapido può essere posizionata nell’angolo superiore sinistro, accanto al pulsante MicrosoftOf-
“
fice (v. figura qui sopra), oppure posizionata sotto la barra multifunzione (quella
che nella release 2007 di Office presenta
le schede Home, Inserisci, Layout di pagina, Riferimenti, eccetera).
P
CIVILTÀ DELLA SCRITTURA
er personalizzare la barra, è necessario cliccare sul pulsante Microsoft
Office, quindi su opzioni di Word (in
basso a destra nella finestra appena aperta). Verrà visualizzata una nuova schermata delle Opzioni di Word, nella quale
dovremo andare a selezionare la sesta
voce delle opzioni elencate in alto a sinistra, ovvero Personalizzazione. A questo
punto visualizzeremo due insiemi di comandi. A sinistra potremo scegliere se
visualizzare l’elenco di tutti i comandi,
di quelli più utilizzati o di quelli non presenti nella barra multifunzione; fra questi dovremo selezionare l’icona del comando rapido Opzioni Correzione Automatica (Auto Correct), raffigurante un
rettangolino bianco dal quale discende
un piccolo fulmine (v. figura qui sotto).
2
Selezionata l’icona, potremo cliccare
sul comando Aggiungi e questa passerà
nel secondo insieme di comandi, quelli
presenti appunto sulla barra di accesso
rapido. A questo punto la scrittura steno-
grafica con il nostro editor di testi diventerà un gioco da ragazzi.
Cliccando sull’icona del comando di
correzione automatica, infatti, si aprirà
una nuova schermata in cui potremo inserire le nostre sigle nel campo denominato “Sostituisci” e i termini che esse
rappresentano nel campo denominato
“Con”. Nel nostro caso, il comando sarà
sostituisci ‘p’ con ‘per’. La sostituzione
avverrà automaticamente durante la digitazione ogni qual volta scriveremo la lettera (o la combinazione di lettere) scelta
e la faremo seguire da uno spazio, da un
segno di interpunzione o da un apostrofo.
Per ottimizzare questa preziosa funzionalità dei programmi di trattamento
del testo, è però importante creare un sistema organico e strutturato di sigle stenografiche, con alcuni accorgimenti. In
primo luogo, non possiamo utilizzare alcuna lettera (o combinazione di lettere)
che sia portatrice di senso in italiano o
nella lingua che desideriamo utilizzare
per redigere il nostro documento. Supponiamo di voler assegnare alla lettera ‘l’ il
valore di “lettera”, non appena ci trovassimo a digitare l’articolo determinativo
maschile o femminile apostrofato - l’ -,
l’elaboratore lo trasformerebbe immediatamente in - lettera’ -.
U
n “inconveniente” che caratterizza
l’italiano rispetto ad altre lingue è la
flessione nominale che distingue, nella
maggior parte dei casi, sostantivi e aggettivi maschili, femminili, singolari e
plurali. Supponiamo di voler utilizzare
una sigla per rappresentare il termine
“necessario”. Se utilizzassimo l’abbreviazione “nec” per il maschile singolare,
dovremmo anche ideare una diversa abbreviazione corrispondente al femminile
e ai plurali, salvo optare per il maschile
(necessario) e successivamente correggere la desinenza. Potremmo aggiungere
alla nostra sigla terminazioni quali -a, -i,
ed –e (neca, neci, nece), ma in tal caso
dovremmo digitare un ulteriore carattere.
La soluzione del problema appena illustrato è senz’altro quella di predisporre
una serie di abbreviazioni che tenga conto della flessione nominale della lingua
italiana, proprio come avviene nel sistema di stenotipia elettronica ideato dal
professor Marcello Melani. Nel nostro
caso, quindi, potremmo assegnare a
“nco” il valore di “necessario”, a “nca”
quello di necessaria e così via, con un
notevole risparmio di caratteri da digitare e una coerenza logica di fondo, essenziale per riuscire a memorizzare le nostre
sigle qualora volessimo adottarne una
quantità numerosa.
A
“
... ciascuna
opzione di
correzione
automatica
può
contenere
testo
fino a 256
battute ...
CIVILTÀ DELLA SCRITTURA
“
3
nche l’abbreviazione desinenziale
dei vari sistemi stenografici, può essere applicata alla funzione di correzione
automatica, tenendo conto però che sarebbe senz’altro più semplice utilizzare
desinenze che non prevedano flessione
nominale (niente maschile, femminile e
plurali, dunque, ma una forma univoca),
a meno di escogitare un sistema di sigle
più complesso. È questo il caso, ad
esempio, della desinenza avverbiale italiana “-mente”. Potremmo scegliere di
rappresentarla con la lettera “m”, con
l’unica limitazione che dovremmo inserire le nostre sigle stenografiche lemma
per lemma: gli elaboratori di testi non
sono infatti ancora in grado di distinguere le abbreviazioni desinenziali dal resto
della parola, contrariamente ai software
di decodifica utilizzati nei sistemi di stenotipia elettronica. Potremmo ad esempio inserire nella liste di correzioni automatiche “veram” per veramente, “sicuram” per sicuramente e così via. E magari creare sigle stenografiche derivate,
come ad esempio “ncm”, per indicare
l’avverbio necessariamente.
Un sistema coerente di abbreviazioni
utilizzabile in inglese è stato suggerito
dall’avvocato americano Stephen Crilly
nel suo manuale Computer Speedtyping
Made Easy, scaricabile on line per un
modico corrispettivo, mentre la società
Legend, sempre per l’inglese, ha messo a
punto un sistema di “scrittura veloce”
utilizzabile sia a mano (nella sua versione Easy Script), sia al computer, per
mezzo di uno speciale software di decodifica (denominato Computer Script),
capace di trascrivere in chiaro le nostre
abbreviazioni stenografiche, trattandole
non già come semplici sigle, ma riconoscendo abbreviazioni prefissali e desinenziali, mediante un sistema di ragionamento logaritmico interessante (anche se
non esente da difetti).
Fra gli indubbi vantaggi dell’utilizzo
delle correzioni automatiche con Word,
vale la pena di ricordare (oltre alla possibilità di personalizzare il proprio siglario a seconda del settore di specializzazione e del tipo di testi da produrre) il
costo contenuto e il fatto di non doversi
sottoporre a uno specifico addestramento. Chi non dispone oggi di un computer
in cui sia installato un elaboratore di testi? Chi non ha una pur minima dimestichezza con la tastiera QWERTY? Basti
pensare, invece, che il costo di una tastiera elettronica per stenotipia supera il
migliaio di euro (nella migliore delle
ipotesi), mentre l’apprendimento della
teoria del sistema richiede un cospicuo
investimento di tempo, denaro e impegno.
Per fornire qualche esempio pratico
dell’uso professionale della funzione di
correzione automatica, il sottoscritto
ammette di essersi sempre servito, durante gli anni trascorsi lavorando nel
campo della resocontazione giudiziaria,
di una enorme quantità di questi speciali codici (circa 2500!), in alcuni casi
corrispondenti anche a più di una parola, come nel caso di “sid” per “Si dà
atto che”, “conged” per “Esaurite le domande, il teste viene congedato” e addirittura “test” in luogo di “Il teste dà lettura della dichiarazione impegnativa testimoniale e viene generalizzato in
aula.” Niente di sorprendente se si pensa che in Microsoft Word ciascuna opzione di correzione automatica può contenere testo fino a 256 battute.
U
n altro comando utilissimo per gli
operatori è quello di annullamento
dell’ultima operazione (CTRL + Z).
Supponiamo di aver impostato la nostra
abbreviazione “test” per quella lunga
frase sulla dichiarazione impegnativa testimoniale del teste: se volessimo scrivere di test psico-attitudinali, le nostre
quattro lettere si trasformerebbero immediatamente in quasi due righe di testo
completamente estraneo rispetto a quanto stiamo digitando. Ebbene, utilizzando
il comando CTRL + Z, la nostra abbreviazione verrà annullata e sarà ripristinato il testo effettivamente digitato. Quindi, sebbene sia buona norma per un uso
ottimale delle correzioni automatiche
impostare abbreviazioni univoche, che
non corrispondano a termini di senso
compiuto nella lingua in cui si digita,
sarà comunque possibile derogare da
questo principio, nel caso di termini non
eccessivamente frequenti, tenendo in
considerazione la possibilità di usare la
funzione di annullamento con il comando rapido da tastiera.
“
... traguardo
di 80 parole
al minuto ...
CIVILTÀ DELLA SCRITTURA
“
4
R
iepilogando, il principale difetto di
questo sistema di scrittura veloce è
senza dubbio la necessità di inserire le
singole sigle, una ad una, con un notevole dispendio di tempo. (È comunque possibile esportare da un computer all’altro
il proprio dizionario di sigle, con una
procedura che esigenze di spazio non mi
consentono di illustrare nel dettaglio, ma
che i provetti utilizzatori di Word conosceranno senz’altro) Il vantaggio indubbio è, invece, la possibilità di aumentare
la propria velocità di digitazione, potendo giungere (non senza un minimo di fatica!) al ragguardevole traguardo di 80
parole al minimo.
A scanso di equivoci, valle la pena
precisare che chi scrive non ritiene che
la scrittura veloce alla tastiera possa sostituire la stenotipia. Quest’ultima tecnica, infatti, è eminentemente finalizzata
alla ripresa del discorso parlato e quindi
al raggiungimento di velocità oratorie.
Non è da escludere comunque la possibilità che alcuni prodigi della scrittura
alla tastiera del computer (come si desume dai risultati dei campionati Intersteno, in Italia ne abbiamo diversi esempi)
possano raggiungere velocità degne di
stenotipisti con i pochi accorgimenti qui
descritti.
Parimenti, non è possibile immaginare che la scrittura al computer possa
rimpiazzare la stenografia manuale,
straordinaria disciplina intellettuale,
strumento di sintesi della parola e del
pensiero, per esercitare la quale non
sono richieste che carta e penna. D’altronde, proprio i conoscitori di un sistema stenografico si troveranno in condizione di indubbio vantaggio nel praticare la scrittura abbreviata al computer.
Quale potrebbe essere infatti il modo
migliore per creare un sistema coerente
e strutturato di sigle se non quello di
trarre ispirazione dai sistemi stenografi-
Abbreviazioni:
qualche dato linguistico
interessante
Nella creazione del proprio sistema di sigle, è importante tenere conto, oltre che del linguaggio settoriale
che dovrà essere utilizzato nella redazione dei testi, della frequenza delle parole in italiano. I linguisti hanno
stabilito che all’italiano fondamentale apparterrebbero circa 2000 parole,
costituenti il 90% di tutto quello che
viene scritto e detto. Chi scrive ha
identificato circa 250 parole frequentissime della lingua italiana da simboleggiare con specifiche sigle. Fra
questi vocaboli: assolutamente, attività, argomento, comune, comunque,
elemento, importante, e molti altri.
Si può dire che non esiste testo che
non contenga questi vocaboli, usati
in maniera frequente anche nella lingua parlata formale. Dalla stenografia, invece, possiamo desumere prefissi e suffissi particolarmente comuni: anti-, inter/intra-, contr- e ancora
-bile, -mente, -issimo, -sione/zione e
molti altri ancora.
ci italiani a suo tempo riconosciuti per il
pubblico insegnamento, primo fra tutti
il Gabelsberger-Noe, con il suo formidabile apparato di sigle e l’articolato sistema di abbreviazioni prefissali e desinenziali.
Non ci resta che concludere con un
duplice auspicio: che la tecnologia continui a progredire in maniera straordinaria (e che, magari, qualche virtuoso
della programmazione informatica e
della scrittura veloce possa finalmente
ideare un software di decodifica della
scrittura abbreviata per editor di testi
già pronto per l’uso!) e che sempre più
persone si interessino alla stenografia,
base imprescindibile di qualsiasi tecnica di scrittura veloce e di resocontazione. Dopo tutto, quale autentico valore
potrebbe mai avere la tecnologia, qualora fosse del tutto svuotata di sostanza
intellettuale?